Roma) Paolo Bazzoffi (Istituto Sperimentale per lo Studio e la Difesa del Suolo &ndash
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(2) Elaborazione dei testi degli allegati: Allegato 1 Paolo Giandon, Roberta Cappellin, Ialina Vinci (ARPA Veneto). Allegato 2 Daniela Ballardini, Danila Bevilaqua, Antonio Nassisi, Francesco Vitali (ARPA Emilia Romagna) Giuseppe Carnevali, Andrea Giapponesi, Marina Guermandi, Giampaolo Sarno, Paola Tarocco (Regione Emilia Romagna). Allegato 3 Gianantonio Petruzzelli, Francesca Brezzel (CNR Istituto per la Chimica del Terreno - Pisa) Carlo Righini (ARPA Toscana). Allegato 4 Paolo Giandon (ARPA Veneto) Rosa Francaviglia, Anna Benedetti, Alessandra Trinchera (Istituto Sperimentale per la Nutrizione delle Piante – Roma) Paolo Bazzoffi (Istituto Sperimentale per lo Studio e la Difesa del Suolo – Firenze). Allegato 5 Paolo Giandon, Roberta Cappellin, Ialina Vinci (ARPA Veneto). 2.
(3) ALLEGATO1 SCELTA DEI SITI PER UNA RETE NAZIONALE DI MONITORAGGIO AMBIENTALE DEI SUOLI: L’ESEMPIO DEL VENETO Introduzione Diversi paesi europei hanno attivato da qualche anno una rete di monitoraggio del suolo allo scopo di conoscere i cambiamenti indotti dalle attività antropiche sulle caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche dei suoli. In Italia non esiste un sistematico monitoraggio del suolo, per questo il Centro Tematico Nazionale Suolo e Siti Contaminati (CTN SSC) ha predisposto un documento per definire alcuni elementi condivisi per la progettazione della rete nazionale di monitoraggio del suolo a fini ambientali, con lo scopo di portare alla discussione del sistema delle agenzie questo specifico problema. Scopo generale della rete nazionale di monitoraggio ambientale dei suoli è di fornire un flusso costante di dati omogenei, comparabili e validati sulle principali caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche dei suoli; questi dati inoltre risultano utili per realizzare periodicamente rapporti specifici sullo stato del suolo, per evidenziare eventuali cambiamenti delle sue principali caratteristiche, per prevedere con un certo anticipo l’instaurarsi di fenomeni di degrado di particolare rilevanza, per la costruzione di indicatori e indici, per le attività di reporting ambientale e come supporto ai decisori politici per conoscere, prevenire e correggere i fenomeni di degrado del suolo e valutare l’efficienza delle politiche ambientali adottate. In una prima fase la rete dovrebbe avere un obiettivo essenzialmente conoscitivo rivolto alla costruzione di un quadro generale della situazione; in una fase successiva, sulla base delle conoscenze acquisite, sarà possibile giungere ad una ridefinizione della rete a fini più specifici in base agli obiettivi prefissati.. Criteri di scelta e rappresentatività dei siti Un punto critico nella predisposizione della rete è l’individuazione del numero, della posizione e dell’organizzazione dei siti in cui sono effettuate le misure. Secondo le indicazioni dei documenti elaborati dal CTN-TES, la rappresentatività dei siti di monitoraggio è valutata in base a: − tipologia di suoli in relazione ai diversi ambienti pedopaesaggistici e/o climatici − uso del suolo (Corine Land Cover) − combinazioni suolo-uso del territorio − diverse forme di degrado del suolo e diversa esposizione agli inquinanti. In particolare per tipologia di suoli si fa riferimento: • al comportamento funzionale dei suoli in relazione ai principali processi degradativi e di inquinamento • alla classificazione tassonomica (Soil Taxonomy, World Reference Base), cercando di raggruppare suoli simili, come risultato dei diversi fattori della pedogenesi (clima, organismi vegetali e animali, morfologia, roccia madre, tempo) • alle relazioni suolo-paesaggio e suolo-clima che condizionano il comportamento del suolo soprattutto rispetto alle funzioni che esso svolge. La rappresentatività dei siti nei confronti delle tipologie di suolo richiede semplificazioni in termini di: distribuzione e variabilità spaziale, capacità di rappresentare ambienti pedopaesaggistici e pedoclimatici sottoposti a stress, suscettività ai cambiamenti.. 3.
(4) Applicazione dei criteri di scelta dei siti al Veneto Tipologia di suoli Le diverse tipologie di suoli sono state individuate a partire dalla carta dei suoli del Veneto alla scala 1:250.000, realizzata su finanziamento del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali (Programma Interregionale "Agricoltura e Qualità" – misura 5). In figura è riportato il livello 3 secondo la suddivisione proposta dal progetto nazionale “Carta dei suoli d’Italia in scala 1:250000”, e corrispondente ai “sistemi di suoli” o Great Soilscapes.. CARTA DEI SUOLI DEL VENETO Livello 3 $$ $$ $5 $5 %$ %$ %$ %5 %5 %5 %5 %5 %5 &/ &/ '$ '$ '$ '% '% '% '% '% '% *$ *$ *$ *$ ** *9 /% /% /% 0$ 0% 3' 3' 3' 5& 5& 5& 5, 5, 5, 6$ 6$ 6$ 6$ 6' 6' 6, 6, 6, 60 60 9%. 1:1200000. 4.
(5) La suddivisione precedente è stata semplificata a livello di Soil Subregions o Provincie pedologiche corrispondenti al livello 2, cercando di individuare aree omogenee dal punto di vista dei pedo-paesaggi e del pedoclima, in modo da fare sintesi delle informazioni e ottenere un numero più contenuto di unità cartografiche. In totale in Veneto sono state individuate 21 Province Pedologiche. In particolare sono state individuate le seguenti zone: − l’area delle Dolomiti è stata suddivisa, in base alla morfologia, in vette, versanti e valli − la fascia prealpina si differenzia in due grosse aree litologicamente diverse, le prealpi dolomitiche, e gli alti Lessini e Asiago, più una vasta area valliva: la Valbelluna − i rilievi collinari si diversificano in alcune aree principali, cioè le Colline Trevigiane, i Colli Berici e la Bassa Lessinia, i Lessini a vulcaniti, i Colli Euganei e il Morenico Gardesano − nella pianura la parte settentrionale si distingue rispetto a quella meridionale per i sedimenti più grossolani, e a loro volta l’alta e la bassa pianura vengono divise in aree simili in base alla diversa natura dei sedimenti su cui si sono formate; in particolare: alta pianura antica alta pianura recente bassa pianura del Piave bassa pianura del Brenta bassa pianura antica dell’Adige bassa pianura recente dell’Adige pianura costiera e lagunare. CARTA DEI SUOLI DEL VENETO Livello 2.
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(10) . !! . 1:1200000. 5.
(11) Uso del suolo Una prima semplificazione delle classi di uso del suolo del livello 3 del Corine Land Cover ha permesso di individuare 14 classi: − 2 relative ai seminativi (seminativi non irrigui e risaie); − 2 a colture arboree (vigneti e frutteti-oliveti); − 1 relativa a colture permanenti (prati); − 4 relative a sistemi misti (colture annuali + colture permanenti, sistemi colturali complessi, terreni agrari + vegetazione naturale, territori agroforestali); − 3 relative ad aree naturali (foreste di latifoglie, conifere e miste, pascoli naturali, suoli erbacei e cespugliati); − 2 di assenza di suolo (urbano discontinuo e non suolo). Successivamente tali classi sono state ulteriormente raggruppate per colture prevalenti a cui corrispondono particolari pressioni ambientali che possono essere causa di degrado: − Montagna: foreste e pascoli, fondovalle coltivati − Collina: sistemi colturali misti (vigneti e boschi, seminativi e vigneti) − Pianura: seminativi e frutteti, seminativi e vigneti, seminativi, prati, aree urbane. USO DEL SUOLO SEMPLIFICATO. foreste e pascoli prato seminativi seminativi e frutteti seminativi e prati seminativi e vigneti vigneti e boschi. 6.
(12) Individuazione dei siti mediante combinazione tra tipologia di suoli ed uso del suolo Sulla base delle indicazioni fornite dall’Agenzia Europea per l’Ambiente e dal CTN-TES sono stati individuati per il Veneto un minimo di 3 siti chiave nazionali, cioè da utilizzare per il monitoraggio di livello europeo, e 26 siti di riferimento che costituiscono il livello di approfondimento necessario per una rappresentazione nazionale delle caratteristiche dei suoli. Per il Veneto si è proceduto quindi all’individuazione prima dei siti di riferimento e successivamente a scegliere fra questi quelli maggiormente rappresentativi di situazioni più diffuse nella regione e che meglio permettessero di monitorare le minacce e i fattori di pressione gravanti sui suoli; il risultato è stato l’individuazione di 28 siti di riferimento distribuiti fra zona alpina (3), prealpina (5), collinare (6), alta pianura (4), bassa pianura del Piave (3), del Brenta (2) e dell’Adige (2) e costiera (3) e di 5 siti chiave nazionali di cui 1 in zona alpina, 1 prealpina, 1 alta pianura e 2 bassa pianura. Uno dei criteri importanti per la scelta dei siti è stata la presenza all’interno delle aree individuate di aziende sperimentali gestite da enti pubblici (Regione, Istituti Sperimentali, Istituti Agrari, Università, ecc.) che potrebbero contribuire ad elevare notevolmente la qualità e l’affidabilità della rete di monitoraggio.. POSIZIONAMENTO DEI SITI IN FUNZIONE DELLE COMBINAZIONI TIPO SUOLO-USO SUOLO. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18. $. 17 17. 13. ² ". 4. ² ". 18. F (. F (. L (. L (. 6. 9 11. $ (7 L. L (. % ± I ". $14 $ 6. 15. %. ± 10 ". %. $. 9. ´ ". 2. 16. 1 ´ ". 5. Alta pianura antica Pleistocenica ghiaiosa e calcarea (seminativi e frutteti) Alta pianura recente Olocenica ghiaiosa e calcarea (seminativi e vigneti) Bassa pianura antica Pleistocenica calcarea (seminativi e vigneti) Bassa pianura antica Pleistocenica calcarea (seminativi) Bassa pianura recente Olocenica calcarea (seminativi) Canyon ed incisioni fluviali calcaree (foreste e pascoli) Fondovalle delle Prealpi a litologia mista (seminativi e prati) Morene glaciali antiche Pleistocenica (vigneti e seminativi) Piana costiera e lagunare (seminativi) Alta pianura antica Pleistocenica, ghiaiosa e calcarea (seminativi) Rilievi colliinari calcarei e vulcanici (foreste e vigneti) Rilievi delle Prealpi calcarei e secondariamente vulcanici (foreste e vigneti) Versanti delle Alpi a litologia metamorfica e sliicatica (foreste e pascoli) Versanti delle Dolomiti (foreste e pascoli) Versanti delle Prealpi a litologia mista (foreste e pascoli) Versanti e terrazzi delle Prealpi calcarei (foreste e pascoli) Vette e dorsali calcaree delle Prealpi (foreste e pascoli) Vette e versanti delle Dolomiti (foreste e pascoli). 12 $. ± ". L (. ± " 1:1200000. % 3 I. 8. K '. % I 3 % I. ' C/OM/B K LD ( ± D/C/OM " $E % E/C ² E/C/B/OM " ´ E/C/OM " F E/OM/B ( %S I. E=erosione; OM= diminuzione della sostanza organica, B= diminuzione della biodiversità, D= contaminazione Conclusioni diffusa, C=compattazione, S=salinizzazione. 7.
(13) L’esperienza condotta sul territorio veneto per l’individuazione dei potenziali siti di una rete di monitoraggio dei suoli ha messo in evidenza che ci sono alcuni punti fermi della metodologia ed alcuni aspetti che necessitano di approfondimento. In particolare si è confermato che i criteri di scelta dei siti devono essere adattati a ciascuna realtà regionale sulla base delle specifiche situazioni territoriali sia ambientali che antropiche. Sarà inoltre importante chiarire meglio quali sono i fenomeni di degrado da considerare prioritariamente per un primo avvio della rete e quali metodologie di monitoraggio utilizzare in funzione dei fenomeni da tenere sotto controllo; non ultimo l’aspetto delle modalità di gestione ed utilizzo dei dati raccolti con il monitoraggio, che può condizionare fortemente il tipo di organizzazione della rete.. 8.
(14) ALLEGATO 2 UBICAZIONE DELLE STAZIONI DELLE RETI DI MONITORAGGIO DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA Rete di monitoraggio a maglia fissa E’ stata scelta la maglia fissa 4x4 Km (si sottende un’area di 16 km2) e l’origine delle maglie è stata presa in coincidenza con la maglia ICP FOREST 16 x 16 Km. I campionamenti sono in coincidenza degli incroci delle maglie. Si sono fatte 2 ipotesi: 1. solo l’area di pianura (si considera l’area considerata dalla carta dei suoli 1:50.000 di pianura) 2. area di pianura e collina (si considera l’area occupata da gruppi 1, 2 3, 4 e 5 della carta dei suoli 1:250.000) I punti sono stati incrociati in entrambi i casi con la Carta di uso reale del suolo in scala 1:25.000 (derivata da un volo aereo del 1994) e sono stati eliminati quelli che ricadono in aree di non suolo, classificati secondo la legenda della carta nelle seguenti categorie: Z. Zone urbanizzate. Zi. Zone industriali. Zf. Reti ferroviarie e stradali. Za. Aeroporti. Zn. Aree portuali. Zc. Zone estrattive e discariche. Iv. Zone verdi urbane e impianti sportivi. Zp. Zone umide. Vs. Valli salmastre. Sa. Saline. Sp. Spiagge costiere. Zr. Zone a prevalente affioramento litoide. Zm. Zone non fotointerpretabili. Al. Corsi d'acqua. L Ma. Corpi d'acqua (laghi, bacini) Mare. Aree caratterizzate dalla presenza di edifici. Gli edifici, la viabilità e le superfici a copertura artificiale coprono oltre la metà della superficie totale. Comprendono le aree industriali e commerciali con una copertura artificiale della maggior parte del terreno. Autostrade, ferrovie, comprese le superfici annesse (stazioni, binari, terrapieni, ecc.) con una larghezza superiore ai 100 metri. Aree aeroportuali comprese le varie infrastrutture: piste, edifici e superfici associate. Infrastrutture delle zone portuali compresi binari, cantieri navali e porti da diporto. Estrazione di materiali inerti a cielo aperto, depositi e discariche. Sono compresi anche gli edifici e le installazioni associate. Aree urbane in cui la superficie a verde è preponderante: parchi pubblici, ville con parco, impianti sportivi in genere, campeggi e parchi di divertimento. Zone parzialmente, temporaneamente o permanentemente saturate d'acqua stagnante o corrente, non boscate. Zone saturate parzialmente, temporaneamente o in permanenza da acqua salmastra o salata, non boscate. Saline attive o in via di abbandono. Parti di zone umide salmastre utilizzate per la produzione di sale per evaporazione. Spiagge, dune sabbiose e distese di sabbia di ambienti litorali, con vegetazione scarsa o assente. Rocce nude, falesie, rupi, affioramenti, calanchi con vegetazione scarsa o assente. Particolari topografici aventi carattere di riservatezza, di cui è vietata l'inserimento nelle carte, piante e piani di cui al D.P.R. del 14.6.68. Corsi d'acqua naturali o artificiali che servono per il deflusso delle acque; sono mappati gli alvei di piena ordinaria compresi gli argini. Superfici naturali o artificiali coperte da acque.. Tabella 1. Aree di non suolo escluse dal campionamento. 9.
(15) Il numero di campioni così determinato è il seguente: Maglia. N° punti totali area pianura. N° punti area pianura al netto delle superfici non di suolo. 4x4. 725. 660. N° punti totali area pianura + collina 976. N° punti area pianura + collina al netto delle superfici non di suolo 894. Tabella 2. Numero campioni derivanti dalla maglia di monitoraggio prescelta. Figura 1. Distribuzione degli 894 punti di campionamento della maglia 4x4 km al netto delle superfici di non suolo nell’area di pianura e collina. In blu l’area di pianura. 10.
(16) Rete di monitoraggio per siti rappresentativi. I siti rappresentativi dovrebbero cadere in preferenza in aziende agricole facenti parte del circuito delle aziende sperimentali presenti in Regione. Nella Banca Dati dei Suoli sono elencate tutte le aziende nelle quali sono state condotte sperimentazioni riguardanti i suoli e anche alcune aziende appartenenti ad istituti pubblici che potrebbero essere sede di sperimentazione. Queste aziende possono essere pubbliche (appartenenti a Consorzi di ricerca, consorzi di Bonifica, Istituti sperimentali ministeriali, Università, Istituti Agrari, Province) oppure private. Per ciascuna di queste aziende (al 99% dei casi localizzate in pianura) sono noti i suoli presenti, con riferimento al Catalogo dei Suoli della Regione Emilia-Romagna (sia di pianura che di collina). Le aziende attualmente archiviate sono 170 (55 pubbliche e 115 private); la loro distribuzione è disomogenea, come si può notare dalla lettura della Tabella 3 e della Figura 2. Di queste aziende, 163 ricadono in area di pianura, 5 in collina ed 3 in montagna. Per alcune aziende i suoli presenti sono ipotizzati (mancanza di osservazioni). Provincia. N° aziende. Certificate. Non certificate. Localizzate N°. Totale. Private. Pubbliche. PC. 8. 3. 5. 4. 4. 4. PR. 4. 0. 4. 1. 3. 4. RE. 16. 12. 4. 14. 1. 7. MO. 36. 25. 11. 31. 5. 19. BO. 45. 27. 18. 37. 8. 36. FE FC RA RN. 28 7 27 0. 27 0 22 0. 1 7 5 0. 28 1 26 0. 0 6 1 0. 26 7 27 0 131. Note Mancano aziende degli istituti agrari mancano aziende del progetto falda mancano aziende del progetto falda Mancano aziende degli istituti agrari e dell’ Istituto sperimentale per le colture industriali. Tabella 3. Numero di aziende sperimentali per provincia Per esperienza, le aziende private sono in genere da scartare per sperimentazioni di lunga durata, quali quelle che si intendono attivare per la valutazione della qualità del suolo. I siti rappresentativi della rete di monitoraggio devono rimanere in attività per un lungo periodo di tempo e solo le aziende di tipo pubblico possono garantire una stabilità di gestione e una disponibilità adeguata. Nella Tabella 6 sono elencate tutte le aziende di questo tipo attualmente censite con i suoli presenti. E’ indicato anche il livello di rappresentatività dei suoli aziendali rispetto al Catalogo Regionale dei Suoli della Pianura Emiliano-Romagnola (1998) secondo la codifica riportata in Tabella 5.. 11.
(17) Figura 2. Localizzazione di 131 aziende sperimentali, con riferimento al limite della carta dei suoli di pianura AMBIENTE PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA. SMB1 SMB2 CTL4 PRD1 LBA1 MDC1 RSD1 TEG2 BAU1 GAR1 RNV1 MON1 GRZ1 GLS2 BEL1 MDC2 SGR2 CDV2 CER1 RNVw RNV2 TEG1 FSL1 VOL1 LCO1 JOL1 GLS1 FOR1 CTL3 LAM1 CON1 CLN1. SUOLO SANT'OMOBONO franca limosa SANT'OMOBONO franca argilllosa limosa CATALDI franca argillosa limosa, 0,2-1% pendente PRADONI franca argillosa limosa LA BOARIA argillosa limosa MEDICINA argillosa limosa RISAIA DEL DUCA argillosa limosa TEGAGNA franca argillosa limosa BAURA franca argillosa limosa GARUSOLA franca sabbiosa RONCOLE VERDI franca argillosa limosa MONTALE franca argillosa limosa GRIZZAGA franca argillosa GALISANO argillosa limosa BELLARIA MEDICINA franca argillosa limosa SAN GIORGIO franca CA' DEL VENTO franca argillosa limosa, 5-20% pendente CERBA sabbiosa fine Variante moderatamente calcarea dei suoli RONCOLE VERDI RONCOLE VERDI argillosa limosa TEGAGNA franca limosa FOSSOLI franca limosa VOLANO franca LE CONTANE argillosa limosa JOLANDA argillosa e argillosa limosa GALISANO franca argillosa limosa FORCELLO argillosa limosa CATALDI franca argillosa limosa, 0,1-0,2% pendente LAMONE CONFINE franca ghiaiosa CANALE LEONE franca argillosa limosa. N° aziende 15 14 12 8 7 7 7 6 5 5 4 4 4 4 4 4 3 3 3 3 3 3 3 3 2 2 2 2 2 2 2 2. 12.
(18) AMBIENTE PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA COLLINA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA COLLINA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA PIANURA COLLINA PIANURA COLLINA COLLINA COLLINA. BOC1 VIL2 SPE1 SEC3 SGR3 MFA2 PRDz CON5 CON3 RUI1 CER2 RUI3 CEL1 CSP1 CDV1 CDS2 CDS1 CAS1 BTR1 SEC1 VIP1 VME1 SDZ1 MCB1 MFA1 SRE1 BAR1 MAM1 LCVz LCV1 PTR2 SEC2 STM2 SVO1 MOR1 MOT1 PIS1 FNL1 MDU1 DFI1 STM1 CML MGL. SUOLO BOCCALEONE franca limosa VILLALTA franca SPERANZA franca limosa SECCHIA franca limosa SAN GIORGIO franca argillosa limosa MONTEFALCONE franca argillosa limosa, 5-20% pendente PRADONI variante a substrato piu' grossolano CONFINE franca argillosa ghiaiosa CONFINE franca argillosa limosa RUINA franca argillosa limosa CERBA sabbiosa fine franca RUINA franca limosa CELINCORDIA, 10-20% pendenti CANALE SPECCHIO, a materiale organico umificato CA' DEL VENTO franca argillosa limosa, 1-5% pendente CANALE DEL SOLE franca argillosa limosa CANALE DEL SOLE franca limosa CASTELVETRO, su aree raramente inondabili BORGO TREBBI argillosa limosa SECCHIA franca VILLA PAOLINA franca argillosa limosa VALLE MEZZANO,a materiale organico umificato STRADAZZA franca MARCABO' franca limosa MONTEFALCONE franca argillosa limosa, 1-5% pendente STRADA REALE franca limosa BARCO franca limosa MAMIANO argillosa limosa Variante franca dei LA CAVALLINA LA CAVALLINA franca limosa PONTEPIETRA franca SECCHIA franca argillosa SAN TOMMASO, 20-35% pendenti SAVIO franca limosa MORTIZZA, su aree raramente inondabili MOTTALUNGA sabbiosa fine franca I PILASTRI franca limosa argillosa FIENILI argillosa MADONNA DELL'ULIVO, 5-10% pendenti DEL FIDUCIA franca limosa SAN TOMMASO, 10-20% pendenti CAMINELLI MIGLIORI. N° aziende 2 2 2 2 2 2 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1. Tabella 4. Elenco dei suoli presenti nelle aziende certificate (pubbliche e private) CODICE 1 2 3 4 5 9. LIVELLO DI RAPPRESENTATIVITÀ Alto Buono (con legame semplice ed integrale) Iniziale (con legame semplice e parziale) Basso (con legame marginale) Basso (con legame doppio (o multiplo) e parziale) Mancanza di dati diretti. Da confronto con la carta dei suoli. Tabella 5. Codifica del livello di rappresentatività dei suoli aziendali rispetto al Catalogo Regionale. 13.
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(20) PROV. HA. CARTA SUOLI. Selva. Imola. BO. 18,708. Sì. Granarolo. BO. 36,027. No. Casola Canina. Imola. BO. 9,765. Sì. Sala Bolognese. BO. No. Baricella Imola Budrio Sasso Marconi Imola Bologna. BO BO BO BO BO BO BO. San Giovanni in Persiceto. BO. No No No No No No No No. Casa Rossa (Mezzolara). BO. Poggio Grande. Castel San Pietro. BO. Ozzano. BO. No. Crevalcore. BO. No. Forli'. FC. 2,772. No. Magliano. FC. 37,247. No. Martorano. Cesena. FC. 18,483. Sì. Cesena. FC. 13,395. No. Cesena. FC. 5,506. No. Cesena. FC. 7,009. No. Cesena. FC. 7,760. No. Ostellato. FE. No. Ostellato. FE. San Cesario sul Panaro. MO. No Sì. Guiglia. MO. Castelfranco Emilia S. Felice sul Panaro Vignola Fraz. Montombraro, Zocca Finale Emilia. MO MO MO. No No No. N.C. N.C. N.C.. MO. No. N.C.. San Prospero. MO. 18,119. No. Carpi Loc. Paganine. Modena. MO MO. 12,455. No Sì. LOCALITA’. No Sì 10,071. 28,177. MO. No. SUOLO MFA1 CDV1 TEG1 CTL4 MON1 SMB2 GLS2 RSD1 LBA1 RSD1. LIV. RAPP. 1 1 3 1 1 3 2 2 2 2. N.C. N.C. N.C. N.C. N.C. N.C. 2 2 3 3 1 3 3 2 2 3 9 9 9 9 2 2 2 9 9 9 9 9 9 9 2 3 2 3 2 3. MDC1 MDC2 SEC1 RNV2 RNVw TEG2 MFA2 CDV2 RSD1 PRD1 BEL1 LAM1 MDC1 CTL4 RNV1 CTL4 RNV2 SGR2 CTL4 STM2 MDU1 CDV2 STM1 CEL1 FOR1 LCO1 CDS1 BAU1 MDC1 MDC2 CML MGL. No. N.C. PRD1 LBA1 MDC1 SMB2. 3 3 2 2. 15.
(21) LOCALITA’. PROV. HA. CARTA SUOLI. Formigine. MO. 101,049. Sì. Piacenza Cortemaggiore Castel S. Giovanni Piacenza. PC PC PC PC. Gariga di Podenzano. PC. 94,361. Sì. Parma. PR. 121,045. No. loc. Bastelli. Fidenza. PR. 15,405. No. Parma. PR. 16,903. No. San Pancrazio. PR. 9,568. Sì. Tebano di Faenza. RA. 22,915. Sì. Ravenna. RA. 8,989. No. Ravenna. RA. 54,36. Sì. Faenza Bagnacavallo Castelnuovo Né Monti Villa Gaida. RA RA RE RE. 12,525 1,448. No No No No. Correggio. RE. 3,483. Coviolo di Reggio Emilia Faieto di Casina. RE RE. No No No No. No Sì No. SUOLO LBA1 TEG2 RNV1 GRZ1 SGR2. LIV. RAPP. 2 2 3. N.C. N.C. N.C. N.C. BAR1 CON1 CON3 RNV2 MAM1 MDC1 CTL4 SGR3 MON1 CTL4 LAM1 BEL1 SMB2 SVO1 MCB1 TEG2 SMB2 N.C. RNV1 SMB1 SMB2 RNV1 N.C.. 2 2 9 9 9 9 9 3 3 3 2 2 9 2 2 2 9 3 9 9 2. Tabella 6. Elenco delle aziende pubbliche e dei suoli presenti. 16.
(22) CARTA DEI SUOLI 1:250.000. CARTA DEI SUOLI 1: 50.00. UNITA’. LOTTO. 3Ab 3Bb 3Ca 1Ac 3Ba 3Bb 3Bc 3Ab 2Aa 3Af 3Aa 2Aa 1Cb 3Bb 3Bb 3Ca 1Da 2Cb 3Ba 3Ab 2Cb 2Aa 2Ba 3Bc 4Ba 2Cb 3Ad 3Ca 3Bb 3Cb 4Ba 2Aa 3Ad 5Ac 3Bc 5Ca 5Ca 6Fe 6Cc. A1301 A9001 A5014 A1601 A1502 A1201 A5014 A1502 A1502 A5015 A5013 A1701 A1601 A1301 A1201 A1301 A5016 A5015 A5017 A1502 A5015 A1407 A1407 A5015 A1701 A1502 A1407 A9001 A1201 A5012 A1502 A5017 A9001. DELINEAZION E 721 660 169 218 371 899 178 1211 259 60 555 996 1052 827 888 810 119 55 386 231 37 687 724 40 160 408 737 749 890 458 1204 359 1122. UNITA’ MDC1 PIS1/MDC0 CDV1-CDV2 LCO1-CDS2 TEG2/TEG1 CTL7 CTL4 SMB2 RSD1 BEL1 MAM1 SMB1 BOC1-BAU1 RNV1 CTL4 TEG2 MCB1/SVO1 MDC1 MDC1 SMB1/SEC1 MDC1 PRD1 MDC1 BEL1 TEG2/RNV1 RNVw SMB2 TEG2/RNV1 CTL7 BAR1 RNVw RSD1-CPOz SMB1oSMB2. FUORI CARTA. Tabella 7. Collocazione delle aziende pubbliche nelle carte dei suoli disponibili. 17.
(23) Scelta dei siti rappresentativi in pianura Scelta dei suoli più diffusi Nella tabella sottostante si riportano valori di occupazione dei suoli più diffusi della pianura emiliano-romagnola. Gli ettari di occupazione sono al netto di corpi d’acqua e alvei fluviali, ma al lordo di centri urbani. I valori % sono indicativi. Suolo. Ha occupati 92720,35 78461,23 66169,28 42421,91 41987,08. BAU1 SEC1 VIL2 GHI1 RNV1. SANT'OMOBONO franca argilllosa limosa SANT'OMOBONO franca limosa RISAIA DEL DUCA argillosa limosa BELLARIA MEDICINA argillosa limosa CATALDI franca argillosa limosa, 0,2-1% pendente PRADONI franca argillosa limosa CATALDI franca argillosa limosa, 0,1-0,2% pendente BAURA franca argillosa limosa SECCHIA franca VILLALTA franca GHIARDO franca limosa RONCOLE VERDI franca argillosa limosa. LBA1. LA BOARIA argillosa limosa. 18481,72. GLS2 TEG2 FOR1 BOC1 LFI1 CTL1. GALISANO argillosa limosa TEGAGNA franca argillosa limosa FORCELLO argillosa limosa BOCCALEONE franca limosa LA FIORANA franca limosa CATALDI franca limosa, 0,1-0,2% pendente. 15536,55 14547,99 14246,65 13127,47 12765,50 11509,26. SMB2 SMB1 RSD1 BEL1 MDC1 CTL4 PRD1 CTL3. Diffusione Tutta la pianura eccetto basso ferrarese Tutta la pianura eccetto basso ferrarese Tutta la pianura eccetto Piacenza e basso ferrarese Tutta la pianura eccetto il Ferrarese Tutta la pianura eccetto il Ferrarese ed il Riminese. % 8,03 6,79 5,73 3,67 3,64. 30906,09 Tutta la pianura eccetto il Ferrarese. 2,68. 30042,60 Tutta la pianura eccetto il Riminese. 2,60. 29299,10 Tutta la pianura eccetto il Ferrarese ed il Riminese. 2,54. 26934,16 23181,94 22908,71 21119,97 19417,91. 2,33 2,01 1,98 1,83 1,68. Alto Ferrarese Reggiano, Modenese, Bolognese, alto Ferrarese, Ravennate Modenese, Bolognese, alto Ferrarese, Ravennate, Forlivese Piacentino, Parmense, Reggiano Tutta la pianura eccetto il Ferrarese Reggiano, Modenese, Bolognese, Alto Ferrarese, Ravennate, Forlivese Reggiano, Modenese, Bolognese, Alto Ferrarese, Ravennate Tutta la pianura eccetto il Ferrarese Basso Ferrarese Alto Ferrarese Basso Ferrarese Reggiano, Modenese, Bolognese. 1,60 1,35 1,26 1,23 1,14 1,11 1,00. Tabella 8. Elenco dei suoli più diffusi nella pianura emiliano-romagnola Come si può vedere dalla precedente Tabella 4 nelle aziende sono presenti quasi tutti i suoli più diffusi della pianura elencati nella Tabella 8 (mancano all’appello solo i suoli Ghiardo franco limosi, La Fiorana franco limosi e Cataldi franco limosi ). Non sempre i suoli di tali aziende sono rappresentativi di vaste superfici, come evidente dalla Tabella 9. Succede che suoli molto diffusi non siano adeguatamente presenti nelle aziende sperimentali pubbliche. La mancanza maggiore riguarda il suolo SMB1, ampiamente rappresentato invece in ben 15 aziende private. SUOLO. MB2. SMB1 RSD1 BEL1. MDC1. CTL4. LIV. RAPP. 2 3 9 9 9 9 2 2 2 2 9 2 2 2 9 9 1 2 3 9 9 9. SUOLO PRD1 CTL3 BAU1 SEC1 VIL2 GHI1 RNV1. LBA1. GLS2 TEG2. LIV. RAPP. 3 3 3 3 2 2 2 3 3 2 2 3 2 2 3 2. FOR1 BOC1 LFI1 CTL1. Tabella 9. Suoli più diffusi nella pianura emiliano-romagnola. 18.
(24) Scelta dei siti rappresentativi: approccio per gruppi funzionali L’approccio descritto nel paragrafo precedente, ossia dei suoli più diffusi, ha un difetto di fondo: tiene in considerazione la diffusione, ma non copre tutta la casistica dei suoli presenti in regione. Si può valutare un secondo tipo di approccio, che divide, molto schematicamente, i suoli della regione per gruppi funzionali in base alle seguenti caratteristiche: • tessitura; presenza di scheletro; • contenuto in calcare; • reazione (variabile dipendente dal calcare); • contenuto di sostanza organica; • disponibilità di ossigeno (drenaggio). In base a questi parametri i suoli della pianura si possono suddividere in : Suoli della pianura alluvionale (valli) e della piana pedemontana (conoidi del reticolo minore) b) Suoli calcarei a tessitura media a buona Suoli della pianura alluvionale (dossi e transizioni), della piana pedemontana disponibilità di ossigeno (conoidi del reticolo maggiore) e della piana deltizia interna c) Suoli calcarei a tessitura media a moderata Suoli della pianura alluvionale (dossi e transizioni), della piana pedemontana disponibilità di ossigeno (conoidi del reticolo maggiore) e della piana deltizia interna d) Suoli calcarei a tessitura grossolana Suoli della pianura alluvionale (dossi e rotte) e della piana costiera Suoli della piana pedemontana (conoidi del reticolo minore) e del margine e) Suoli non calcarei a tessitura fine appenninico Suoli della piana pedemontana (conoidi del reticolo maggiore) e del margine f) Suoli non calcarei a tessitura media appenninico Suoli della piana pedemontana (conoidi del reticolo maggiore) e del margine g) Suoli non calcarei a tessitura grossolana appenninico. Molto poco diffusi in regione (Ravennate e Forlivese) h) Suoli calcarei con ghiaia Suoli dei terrazzi e conoidi del reticolo maggiore i) Suoli non calcarei con ghiaia Suoli della piana pedemontana (conoidi del reticolo maggiore) j) Suoli organici Suoli della pianura deltizia a) Suoli calcarei a tessitura fine. Di seguito sono elencate, per ogni tipologia generale, le aziende pubbliche che presentano suoli adatti SUOLI CALCAREI A TESSITURA FINE (moderata disponibilità di ossigeno). SUOLI CALCAREI A TESSITURA MEDIA (buona disponibilità di ossigeno). SUOLI CALCAREI A TESSITURA MEDIA (moderata disponibilità di ossigeno). SUOLI CALCAREI A TESSITURA GROSSOLANA (buona disponibilità di ossigeno). SUOLO GLS2 LBA1 LBA1 LBA1 MDC1 MDC1 MDC1 MDC1 MDC1 MDC2 MDC2 RSD1 RSD1 RSD1. SUOLO BEL1 BEL1 CTL4 CTL4 CTL4 CTL4 CTL4 CTL4 MON1 MON1 SMB2 SMB2 SMB2 SMB2 SMB1. SUOLO BAU1 MCB1 PRD1 PRD1. SUOLO LAM1 LAM1 SEC1 SGR2 SGR2 SGR3 SVO1. LIV. RAPP. 2 2 2 3 2 2 2 9 9 2 3 2 2 2. Le aziende selezionate hanno suoli aziendali che ben corrispondono a quanto descritto nel Catalogo Regionale.. LIV. RAPP. 2 9 1 2 3 9 9 9 1 3 2 3 9 9 9. Le aziende selezionate hanno suoli aziendali che ben corrispondono a quanto descritto nel Catalogo Regionale.. LIV. RAPP. 2 2 3 3. LIV. RAPP. 9 2 3 9 9 3 2. Le aziende selezionate hanno suoli aziendali che ben corrispondono a quanto descritto nel Catalogo Regionale.. 19.
(25) SUOLI NON CALCAREI A TESSITURA FINE. SUOLI NON CALCAREI A TESSITURA MEDIA. SUOLI NON CALCAREI A TESSITURA GROSSOLANA. (moderata disponibilità di ossigeno). (buona disponibilità di ossigeno). (buona disponibilità di ossigeno). SUOLO CDV1 CDV2 MAM1 MFA1 MFA2 RNV1 RNV1 RNV1 RNV1 RNV2 RNV2 RNV2 RNVw. LIV. RAPP. 1 2 9 1 3 2 2 3 3 9 2 3 1. SUOLO BAR1 TEG1 TEG2 TEG2. LIV. RAPP. 2 3 2 3. SUOLO BAR1. LIV. RAPP. 2. SUOLI CALCAREI CON GHIAIA. (buona disponibilità di ossigeno). SUOLO. LIV. RAPP.. SUOLI NON CALCAREI CON GHIAIA. (buona disponibilità di ossigeno). SUOLO CON1 CON3 GRZ1. Non ci sono aziende con suoli di questo tipo, ne’ pubbliche ne’ private. LIV. RAPP. 2 9 9. SUOLI ORGANICI DELLA PIANURA DELTIZIA SUOLO CDS1 FOR1 LCO1. LIV. RAPP. 2 3. L’unica azienda pubblica con questo tipo di suoli è attualmente di proprietà privata. E’ da valutare l’attuale disponibilità.. 20.
(26) Scelta dei siti rappresentativi del basso appennino Si privilegia l’approccio per gruppi funzionali in base alle caratteristiche dei suoli suddivisi nelle classi di tabella 10. NOME. LOCALIZZAZIONE E DIFFUSIONE Occupano tipicamente lembi di paleosuperfici sommitali o impluvi a fondo piatto, per circa il 1% della superficie dell' Unità Cartografica 5 e sono Calcic Luvisols diffusi principalmente nelle seguenti Unità Cartografica al livello di dettaglio 1:500.000: 5C (5% della sup.); 5A (0% della sup.); Occupano parti rettilinee di versanti alti o superfici a minimo di pendenza in parti alte o medie di versante, per circa il 9% della superficie dell'Unità Vertic Cambisols Cartografica 5 e sono diffusi principalmente nelle seguenti Unità Cartografica al livello di dettaglio 1:500.000: 5A (23% della sup.); 5E (19% della sup.); 5C (2% della sup.); Occupano parti convesse di versanti irregolari per circa il 18% della superficie dell' Unità Cartografica Calcaric Regosols 5 e sono diffusi principalmente nelle seguenti Unità moderatamente ripidi Cartografica al livello di dettaglio 1:500.000: 5E (42% della sup.); 5A (26% della sup.); 5B (26% della sup.); 5C (5% della sup.); Occupano tipicamente le parti alte dei versanti per circa il 7% della superficie dell' Unità Cartografica 5 e sono diffusi principalmente nelle seguenti Unità Calcaric Regosols ripidi Cartografica al livello di dettaglio 1:500.000: 5B (18% della sup.); 5D (11% della sup.); 5A (1% della sup.); Occupano tipicamente crinalini arrotondati e parti alte di versanti per circa il 6% della superficie dell' Unità Cartografica 5 e sono diffusi principalmente Calcaric Cambisols ripidi nelle seguenti Unità Cartografica al livello di dettaglio 1:500.000: 5D (16% della sup.); 5B (4% della sup.); 5C (4% della sup.);. DESCRIZIONE Suoli agricoli e forestali fortemente differenziati rispetto ai materiali originari per decarbonatazione spinta e accumulo di argilla illuviale negli orizzonti profondi; Suoli agricoli a tessitura fine caratterizzati dall'alternanza di fenomeni di contrazione e rigonfiamento dei materiali argillosi, in conseguenza delle variazioni stagionali di umidità nelle argille a reticolo espandibile. Sono da dolcemente inclinati a moderatamente ripidi, profondi, debolmente o moderatamente alcalini, a disponibilità di ossigeno da moderata a buona. Suoli prevalentemente agricoli poco differenziati dal substrato litologico per perdita di suolo a causa di fenomeni cronici di ruscellamento, smottamenti e colate. Questi suoli sono moderatamente ripidi, da moderatamente a molto profondi, a tessitura moderatamente fine o fine ghiaiosa e a disponibilità di ossigeno da imperfetta a buona. Suoli agricoli d'erosione, poco differenziati dal substrato litologico per fenomeni generalizzati e frequentemente ripetuti di ruscellamento concentrato e discontinuo. Sono da moderatamente ripidi a ripidi, superficiali o moderatamente profondi su substrato roccioso, hanno tessitura media e buona disponibilità di ossigeno, Suoli agricoli con moderato grado di differenziazione del profilo, con scarsi accumuli carbonatici a causa di fenomeni frequentemente ripetuti di ruscellamento discontinuo e concentrato; Suoli agricoli con moderato grado di differenziazione del profilo per alterazione di tipo biochimico con riorganizzazione interna dei carbonati; la loro evoluzione è condizionata da processi erosivi discontinui e localmente da apporti di materiali per depositi di versante o per fenomeni franosi. Sono moderatamente ripidi, da profondi a molto profondi, a tessitura media o moderatamente fine, moderatamente alcalini, molto calcarei, con disponibilità di ossigeno da moderata a buona. Suoli agricoli a forte differenziazione del profilo, ad alterazione biochimica con riorganizzazione interna dei carbonati; questi sono solubilizzati come bicarbonati e riprecipitati, soprattutto negli orizzonti profondi, sotto forma di cristalli, concrezioni, concentrazioni soffici. Sono suoli moderatamente ripidi, profondi o molto profondi, a tessitura da fine a moderatamente fine e hanno da moderata a buona disponibilità di ossigeno.. Calcaric Cambisols moderatamente ripidi. Occupano tipicamente zone di accumulo di versanti irregolari per circa il 11% della superficie dell' Unità Cartografica 5 e sono diffusi principalmente nelle seguenti Unità Cartografica al livello di dettaglio 1:500.000: 5D (23% della sup.); 5E (23% della sup.); 5C (15% della sup.);. Haplic Calcisols. Occupano tipicamente versanti a franappoggio e versanti semplici per circa il 7% della superficie dell' Unità Cartografica 5 e sono diffusi principalmente nelle seguenti Unità Cartografica al livello di dettaglio 1:500.000: 5C (25% della sup.); 5A (8% della sup.); 5D (6% della sup.);. Calcaric Regosols molto ripidi e rocciosi - Altri suoli dell' Unità Cartografica 5. Occupano versanti semplici molto ripidi o parti basse di versanti complessi. per circa il 5% della superficie dell' Unità Cartografica 5 e sono diffusi Suoli forestali di erosione, poco differenziati dal substrato principalmente nelle seguenti Unità Cartografica al litologico, generalmente associati ad affioramenti rocciosi. livello di dettaglio 1:500.000: 5D (14% della sup.); 5B (4% della sup.);. Tabella 10. Raggruppamenti dei suoli del Basso Appennino per gruppi funzionali. 21.
(27) Nome Vertic Cambisols Calcaric Regosols moderatamente ripidi Calcaric Regosols moderatamente ripidi. Suolo Nome del suolo MGL MIGLIORI. Haplic Calcisols. DOG2. Calcaric Cambisols ripidi Calcaric Cambisols moderatamente ripidi Calcic Luvisols. CML. CAMINELLI. CMN. CAMINATA. FRE3 FRN MDU. Calcaric Regosols ripidi TRS1 Calcaric Regosols molto MMZ ripidi e rocciosi. DOGHERIA, moderatamente ripidi FREGNANO franco argillosi FORNACE MADONNA DELL'ULIVO TERRA DEL SOLE MONTE MARZANELLA. Rappresentativà Sì No. Discordanze frequentemente salini. UNITA’ 250.000 5Ac 5Ac. Sì Sì Sì Sì Sì. 5Ca. Sì Sì. Tabella 11. Suoli rappresentativi dei gruppi funzionali del Basso Appennino. 22.
(28) Scelta dei siti rappresentativi del medio appennino Si privilegia l’approccio per gruppi funzionali in base alle caratteristiche dei suoli che sono suddivisi nelle classi di tabella 12. NOME. LOCALIZZAZIONE E DIFFUSIONE. Calcaric Cambisols. Occupano i versanti irregolari per circa il 18% della superficie dell' Unità Cartografica 6 e sono diffusi principalmente nelle seguenti Unità Cartografica al livello di dettaglio 1:500.000: 6A (58% della sup.); 6C (40% della sup.); 6F (13% della sup.); 6E (9% della sup.); 6B (6% della sup.); 6D (4% della sup.);. Calcaric Regosols. Occupano le convessità erose per circa il 11% della superficie dell' Unità Cartografica 6 e sono diffusi principalmente nelle seguenti Unità Cartografica al livello di dettaglio 1:500.000: 6B (23% della sup.); 6A (20% della sup.); 6C (4% della sup.);. Occupano i versanti ripidi a buona copertura forestale per circa il 17% della superficie dell' Unità Cartografica 6 e sono diffusi principalmente nelle Eutric Cambisols seguenti Unità Cartografica al livello di dettaglio 1:500.000: 6D (54% della sup.); 6F (52% della sup.); 6E (22% della sup.); 6C (17% della sup.); Occupano i versanti molto ripidi a scarsa copertura forestale associati generalmente ad affioramenti rocciosi, per circa il 15% della superficie dell' Unità Calcaric Regosols molto Cartografica 6 e sono diffusi principalmente nelle ripidi, rocciosi seguenti Unità Cartografica al livello di dettaglio 1:500.000: 6E (58% della sup.); 6D (23% della sup.); 6C (20% della sup.); 6A (7% della sup.); 6F (4% della sup.); 6B (4% della sup.);. DESCRIZIONE Suoli agricoli ad alterazione biochimica, con decarbonatazione incipiente o poco accentuata e con un grado moderato di differenziazione del profilo a causa di accumuli dell'erosione per ruscellamento concentrato e discontinuo e del cronico ripetersi di fenomeni franosi. Sono da ondulati a ripidi, profondi o molto profondi, tessitura moderatamente fine o media e disponibilità di ossigeno buona o moderata. Suoli agricoli che si caratterizzano per il debole differenziamento rispetto ai materiali originali e la loro evoluzione è condizionata da fenomeni intensi e frequentemente ripetuti di erosione per ruscellamento. Sono prevalentemente nei crinali secondari subarrotondati. Sono moderatamente ripidi o ripidi, superficiali o moderatamente profondi su substrato litologico di diversa natura, tessitura media o moderatamente fine con o senza scheletro e buona disponibilità di ossigeno. Suoli forestali a forte differenziazione del profilo, per alterazione biochimica con decarbonatazione completa e talvolta con tendenza all'acidificazione. Sono ripidi, profondi o moderatamente profondi, con tessitura da moderatamente fine a moderatamente grossolana (con scheletro) e buona disponibilità di ossigeno. Suoli forestali caratterizzati da differenziamento molto basso rispetto ai materiali originari, a causa dei processi erosivi molto intensi. Sono molto ripidi, rocciosi, superficiali su substrato litologico di diversa natura, tessitura media o moderatamente fine con scheletro e buona disponibilità di ossigeno.. Tabella 12. Raggruppamenti dei suoli del Medio Appennino per gruppi funzionali Nome Calcaric Regosols Calcaric Cambisols Eutric Cambisols Calcaric Regosols Calcaric Regosols molto ripidi, rocciosi. Suolo BAD PIA SIG. Nome del suolo BADI PIANELLA SIGNATICO. CPR. CAMPORE. CNL TOR. CORNIOLO TORRE MONTE GUFFONE. MGU. Rappresentativà Discordanze Sì Sì No con presenza di scheletro con minore contenuto No d’argilla Sì No con presenza di pietrosità Sì. Tabella 13. Suoli rappresentativi dei gruppi funzionali del Medio Appennino. 23.
(29) Scelta dei siti rappresentativi dell’alto appennino Si privilegia l’approccio per gruppi funzionali in base alle caratteristiche dei suoli che sono stati suddivisi nelle classi di tabella 14. NOME. Dystric Cambisols. LOCALIZZAZIONE E DIFFUSIONE Occupano versanti a forte pendenza con locali depositi morenici per circa il 49% della superficie dell'Unità Cartografica 7 e sono diffusi principalmente nelle seguenti Unità Cartografica al livello di dettaglio 1:500.000: 7C (81% della sup.); 7B (44% della sup.); 7A (40% della sup.);. Occupano i terrazzi più bassi e meno erosi del margine appenninico per circa il 24% della superficie dell’Unità Cartografica 7 e sono Umbric Leptosols diffusi principalmente nelle seguenti Unità Cartografica al livello di dettaglio 1:500.000: 7D (45% della sup.); 7B (39% della sup.); 7A (20% della sup.); Occupano le parti sommitali o i versanti semplici per circa il 2% della superficie dell’Unità Cartografica 7 e sono diffusi Humic Cambisols principalmente nelle seguenti Unità Cartografica al livello di dettaglio 1:500.000: 7D (30% della sup.); 7C (3% della sup.);. Haplic Podzols. Occupano per circa il 1% della superficie dell’Unità Cartografica 7 e sono diffusi principalmente nelle seguenti Unità Cartografica al livello di dettaglio 1:500.000: 7D (15% della sup.);. Cambisols. Occupano per circa il 4% della superficie dell'Unità Cartografica 7 e sono diffusi principalmente nelle seguenti Unità Cartografica al livello di dettaglio 1:500.000: 7A (9% della sup.); 7C (2% della sup.);. DESCRIZIONE Suoli forestali ad alterazione biochimica con fenomeni più o meno accentuati d’acidificazione. Sono da moderatamente ripidi a molto ripidi, profondi o moderatamente profondi su substrato roccioso, buona disponibilità d’ossigeno, tessitura media con scheletro negli orizzonti profondi. Suoli forestali poco evoluti per fenomeni intensi e frequentemente ripetuti di ruscellamento. Sono molto ripidi, rocciosi, superficiali, buona disponibilità d’ossigeno, tessitura media o moderatamente grossolana con scheletro. Suoli a vegetazione naturale ad alterazione biochimica con forte acidificazione e con orizzonti superficiali resi scuri dal materiale organico incorporato. Sono ripidi, profondi, con buona disponibilità d’ossigeno, a tessitura media con scheletro. Suoli a vegetazione naturale a forte differenziazione del profilo, la cui evoluzione è caratterizzata dall'intensa percolazione e dalla formazione e mobilizzazione dei complessi organo-metallici negli orizzonti superficiali, insolubilizzati ed accumulati negli orizzonti profondi. Sono ripidi, profondi, con una buona disponibilità d’ossigeno, tessitura media con scheletro negli orizzonti profondi. Suoli agricoli a moderata differenziazione del profilo. Sono moderatamente ripidi, profondi o molto profondi, su depositi di versante, a buona disponibilità d’ossigeno, e tessitura media o moderatamente fine.. NOTE. comprende anche eutric cambisols, humic cambisols. comprende anche calcaric regosols ed eutric leptosols. Occupano per circa il 1% della superficie Umbric Leptosols dell’Unità Cartografica 7 e sono diffusi moderatamente principalmente nelle seguenti Unità ripidi Cartografica al livello di dettaglio 1:500.000: 7A (1% della sup.);. Tabella 14. Raggruppamenti dei suoli dell’Alto Appennino per gruppi funzionali Nome Dystric Cambisols Umbric Leptosols Umbric Leptosols Dystric Cambisols. Suolo. Nome del suolo. Rappresentativà. MOC MONCHIELLO. Sì. MPR MONTE PRELO MTS MONTE TRESCA. No Sì. SPO SPORA. No. Discordanze. senza scheletro negli orizzonti profondi. Tabella 15. Suoli rappresentativi dei gruppi funzionali dell’Alto Appennino. 24.
(30) Proposta finale di siti rappresentativi In base all’analisi e alle considerazioni fatte nei paragrafi precedenti si propongono i seguenti siti rappresentativi: AMBIENTE. PROV BO BO BO. HA 9,765 18,708. FE PIANURA. BASSO APPENNINO. MO MO MO PC RA FC MO RE. 12,455 18,119 101,049 94,361 22,915 5,506 28,177. SUOLO RSD1 CTL4 o MON1 CDV1 o MFA1 CDS1 o FOR1 o LCO1 SMB2 PRD1 TEG2 CON1, BAR1 LAM1 MDU, STM MGL o CML. MEDIO APPENNINO. 25.
(31) ALLEGATO 3 MONITORAGGIO DEI SUOLI URBANI Le aree urbane presentano uno spettro molto ampio di utilizzo del suolo: giardini pubblici e privati, campi da gioco, discariche, aree ex industriali, argini di fiumi e canali, terrapieni delle ferrovie, orti familiari e terreni dedicati all’agricoltura, che pur essendo spesso localizzati alle periferie, sono sempre sotto l’influenza dell’area urbana. Lo studio della natura dei suoli urbani e il problema del monitoraggio sono d’attualità a causa dell’incremento di contaminazione e delle implicazioni legate alla salvaguardia della salute umana, nonché del nuovo interesse legato alla pianificazione di un ambiente urbano sostenibile. Lo scopo è raggiungere una conoscenza più approfondita delle caratteristiche generali dei suoli urbani dato che la loro fisionomia è diversa da tutti gli altri suoli (naturali, agrari ecc.). La conoscenza del suolo nella pianificazione è fondamentale, anche al fine di evitare errori che potrebbero rivelarsi costosi, sia in termini economici che ambientali. In Italia la questione dei suoli urbani è di grande interesse, data l’origine antica della struttura urbanistica di molte delle città italiane per cui la stratificazione dei suoli è molto complessa in quanto frutto di riporti, di macerie da bombardamenti, incendi ecc. È auspicabile l’approfondimento delle tematiche connesse all’ambiente urbano per fronteggiare i gravi problemi come quello del traffico e la carenza di spazi destinati al verde. Il suolo urbano è stato definito come il prodotto della mescolanza e riporto, anche di materiali estranei al suolo e di origine antropica, soggetto a processi di contaminazione specifici e situato in aree urbane e suburbane (Craul, 1992). Recentemente si è più orientati a definire come suolo urbano semplicemente ogni suolo situato in area urbana. Il suolo urbano si differenzia dagli altri tipi di suolo perché è più influenzato nella sua composizione dall’azione umana che dagli agenti naturali. Da questo punto di vista i suoli urbani possono essere considerati gli ultimi componenti di un continuum caratterizzato da un graduale incremento dell’attività umana, che va dai suoli naturali indisturbati, ai suoli agricoli, per finire con i suoli urbani, dove l’influenza umana è massima e dove le componenti naturali sono spesso scomparse. In ogni caso il suolo urbano subisce l’azione antropica in modo preponderante, e il risultato è la formazione di suoli policiclici, creati dalla superposizione di molti suoli giovani.. Variabilità verticale ed orizzontale Contrariamente ai terreni naturali, che presentano un profilo composto di orizzonti verticali degradanti gradualmente o nettamente, il suolo urbano non ha un profilo, o meglio presenta una grandissima variabilità, sia verticale che orizzontale, proprio perché alla base della sua formazione non ci sono processi pedogenetici, ma la stratificazione di detriti, materiali di riporto, edili, resti di scavi di fondazioni. La componente grossolana di diametro superiore a 2 mm, fino a 10 cm circa, è presente in quantità a volte notevole e contribuisce alla caratteristica eterogeneità del suolo urbano. La grande variabilità nei suoli urbani si riscontra non solo in aree a differente destinazione d’uso, ma anche all’interno di un medesimo spazio.. Alterazione della struttura tendente alla compattazione La cinetica di trasformazione dei materiali in ambiente urbano è molto più veloce di quella che si verifica sotto il controllo dei processi naturali di formazione del suolo: l'uso di macchinari come trattori e bulldozer, per giorni o mesi, é sufficiente a modificare completamente il paesaggio urbano e le caratteristiche del suo suolo. Gli scavi per le nuove costruzioni, il riporto di macerie, l'aggiunta di “topsoil” cioè lo strato superficiale ricco di sostanza organica, per scopi paesaggistici e l’asporto di tale strato con i lavori pesanti, la preparazione del terreno per nuovi impieghi, impediscono, dove effettuati, di monitorare le interazioni nelle vicinanze del sito. E’ noto che la manipolazione è una delle cause primarie della distruzione della struttura, come la compattazione dovuta a calpestamento e la carenza di sostanza organica per la quale in ambiente urbano spesso non ci sono apporti naturali, né artificiali. In tale situazione, l'erosione che è uno dei principali fattori di formazione del suolo naturale, svolge un ruolo insignificante rispetto ai fattori di trasporto e accumulo.. Formazione di crosta superficiale sul suolo nudo e limitazione di aerazione e drenaggio Spesso sui suoli urbani si assiste al fenomeno della formazione di crosta superficiale che è riscontrabile, anche visivamente, dall’aspetto compatto impenetrabile e idrofobico e, quando piove, dal ristagno idrico. La formazione di crosta superficiale è conseguenza dell’assenza di vegetazione, di struttura e di sostanza organica, inoltre può essere causata anche dalle deposizioni sul suolo di derivati del petrolio. In ogni caso, l’effetto è il ruscellamento dell’acqua, quindi la mancanza di inumidimento del suolo e di scambi gassosi. Anche l’alto grado di copertura edilizia della. 26.
(32) superficie in ambiente urbano limita la capacità naturale del suolo di scambiare aria e acqua. Talvolta strati impenetrabili si possono formare anche ad una certa profondità.. Modificazione del pH I suoli, quando sono posti in ambiente urbano, spesso presentano una reazione modificata rispetto ai luoghi di prelievo originale; infatti il pH spesso aumenta a causa della presenza di materiali calcarei di origine edile e all’irrigazione con acque calcaree. Lo spostamento dei pH verso l’alcalinità ha dei riflessi molto importanti sul comportamento di alcuni contaminanti come i metalli pesanti, nonché sulla gestione del verde ornamentale.. Volume disponibile per l’accrescimento radicale Ai fini dello sviluppo della vegetazione, i fattori che svolgono un ruolo determinante sono la penetrabilità e lo spazio esplorabile dalle radici, la presenza dei nutrienti e la superficie libera per gli scambi idrici e gassosi. L’apparato radicale degli alberi in condizioni naturali si sviluppa generalmente per una superficie di diametro pari a circa l'estensione della chioma e profonda un metro, in ambiente urbano invece lo sviluppo radicale delle piante è spesso limitato in uno spazio di suolo ridotto e in presenza di grandi quantità di materiale grossolano. Dato che la profondità dei suoli è limitata lungo le strade, gli spartitraffico e vicino alle fondazionim di edifici e, data la presenza di terreni di cattiva qualità, spesso altamente compattati, le radici possono svilupparsi per una estensione che a volte è inferiore a un metro. Anche la presenza di malta, cemento e asfalto nel materiale sottosuperficiale comporta un ostacolo sia fisico che chimico allo sviluppo radicale. Il volume disponibile per l'accumulo di nutrienti e acqua risulta molto diminuito.. Flora urbana I suoli urbani si distinguono anche per la flora e la fauna caratteristiche e sono supporto di una vegetazione ornamentale diversificata per vari habitat come per esempio parchi, giardini, spartitraffico e prati, inoltre ha grande importanza la vegetazione coltivata a scopi alimentari; nelle nostre città, sebbene non tanto quanto nei paesi in via di sviluppo dove l’agricoltura urbana è fonte di sostentamento per migliaia di persone, il fenomeno degli orti urbani e dell’agricoltura periferica non deve essere sottovalutato ai fini del monitoraggio soprattutto della contaminazione dei suoli. Nonostante gran parte della vegetazione dell’ambiente urbano sia coltivata, si riscontra la presenza di flora spontanea, chiamata dai botanici “urbica”, che può costituire un livello interessante di biodiversità, più alto di quello che si riscontra negli adiacenti suoli agricoli, dove, a causa della somministrazione di diserbanti e fertilizzanti, tale flora spontanea spesso è scomparsa del tutto. Occorre comunque una attenta valutazione della situazione ambientale prima di esprimere un giudizio sul potenziale reale di biodiversità.. Presenza di sostanze di origine antropica e di contaminanti Oltre ai materiali estranei al suolo come gli scarti di costruzioni, i mattoni, la calce, il legno trattato, la plastica, il vetro, l’asfalto, il metallo, la carta e i rifiuti organici, possono essere presenti diversi gruppi di contaminanti chimici come i fitofarmaci, i metalli pesanti e i contaminanti organici. I fitofarmaci immessi nel suolo possono, a secondo della composizione chimica, evaporare nell’atmosfera, essere adsorbiti dai colloidi, percolare a livelli più profondi o nella falda, dare luogo a reazioni chimiche, decomposizione e assorbimento da parte delle piante. Sintomi di danni da fitofarmaci sono riscontrabili sugli alberi cittadini come disturbi nella crescita e sviluppo di foglie e gemme, clorosi internervale e necrosi. Negli ambienti urbani si riscontra la presenza di metalli pesanti come arsenico, piombo, zinco, nichel, mercurio, rame, cadmio e cromo che derivano da attività domestiche, inceneritori, trasporti, smaltimento, industrie. I metalli vengono adsorbiti dai colloidi del suolo e dalla sostanza organica, entrano in misura modesta nel ciclo attraverso l’assorbimento da parte di piante. E’ stata riscontrata la tendenza all’accumulo in organismi terricoli (lombrichi e gasteropodi). La concentrazione è variabile e la pericolosità è costituita dalla persistenza e il contenuto decresce con la profondità dello strato di suolo. Nei suoli urbani a causa della reazione alcalina è stata riscontrata una riduzione della solubilità dei metalli pesanti, ma anche la composizione del suolo urbano influenza la capacità di filtrare, accumulare e detossificare gli inquinanti organici. La presenza di suoli industriali sia dismessi che bonificati deve essere attentamente valutata al fine di caratterizzare la contaminazione presente.. Criteri per l’individuazione dei punti di prelievo L’eterogeneità spaziale caratteristica dei suoli urbani comporta una notevole difficoltà nell’individuazione dei siti, che possono essere di dimensioni molto ridotte, e dei punti di prelievo per interpretare le variazioni nel tempo dei parametri considerati. E’ quindi importante svolgere un’indagine conoscitiva preliminare di tutta l’area urbana, e in seguito alla scelta dei siti, svolgere sopralluoghi in campo, effettuare un’attenta analisi di valutazione del sito e della sua rappresentatività, e valutare in campo quali e quanti saranno i punti di prelievo necessari.. 27.
(33) Densità dei siti Il numero di siti da campionare deve essere rappresentativo delle varie tipologie di suolo e delle varie criticità. Per una questione di contenimento di costi, l’intensità di campionamento (e quindi del numero di siti) può essere raggiunta attraverso un’analisi ragionata.. Densità del campionamento La selezione “a griglia” è realizzabile solo sui siti di maggior dimensioni, come i parchi pubblici, mentre in altre aree più piccole o più irregolari è necessario in ogni caso stabilire il campionamento basandosi su criteri ragionati. Per stabilire la profondità di campionamento è necessario effettuare uno scavo del “profilo” per stabilire a quale profondità prelevare; in linea di massima si possono considerare gli strati 0-10 e 10-30 cm, più interessati dall’azione antropica. Nel caso in cui ci siano degli strati di particolare interesse a profondità maggiori si stabilirà di volta in volta se approfondire la profondità di campionamento. Il numero di campionamenti dipenderà necessariamente dal contesto in cui si colloca il sito, in linea di massima è necessario un campionamento per ogni area omogenea e, in caso di aree di grandi dimensioni, almeno un campionamento ai vertici o ai nodi di una griglia di 50 m di lato. Eventualmente dopo le prime analisi di laboratorio, ove ritenuto necessario, si potrà procedere ad un infittimento. Per la descrizione del sito deve essere definito il sistema di geo-referenziazione utilizzato (UTM, GAUSS-BOAGA); per le modalità di campionamento, trasporto e conservazione dei campioni si fa riferimento al metodo I.1 “Modalità di prelevamento di campioni di suolo da sottoporre ad analisi” in Metodi ufficiali di analisi chimica dei suoli (Supplemento Ordinario G.U. n°248 del 21.10.1999).. Parametri da monitorare I parametri da determinare sono schematizzati nella Tabella 1 allegata basata sui principali parametri presi in considerazione dalle reti di monitoraggio del suolo europee. Una prima parte della tabella si riferisce alla descrizione del sito: tipo di uso, dimensioni, presenza o meno di vegetazione, spontanea o coltivata, sull’intero sito e in particolare sul punto di prelievo. E’ importante anche definire la presenza di strutture edificate o di tubature, sia perché limitano il volume di terreno, sia perché possono cedere sostanze estranee. A questo scopo è utile rilevare la presenza nel suolo sia di materiali estranei (plastica, mattoni, rifiuti in generale) sia la pendenza che può essere causa di fenomeni di erosione. Potendo accedere ai dati storici, sarebbe opportuno inserire l’anno di riporto del suolo o degli ultimi lavori pesanti. La seconda parte della scheda si riferisce ai principali parametri fisici che sono anche quelli che definiscono il livello di degradazione del suolo. La tessitura, con particolare attenzione allo scheletro, in quanto nel suolo urbano può essere una componente importante; la composizione granulometrica che può avere dei riflessi sul comportamento dei contaminanti; il compattamento, la penetrabilità e la presenza di croste superficiali sono tutti parametri che sono legati alla porosità e danno un’idea della possibilità dei movimenti di acqua, aria e delle radici. La determinazione del contenuto di acqua nel suolo è un parametro importante perché individua l’acqua disponibile per la crescita dei vegetali. La terza parte riguarda i parametri chimici: la sostanza organica è indice di stabilità degli aggregati e quindi di struttura, inoltre è importante per la valutazione della vulnerabilità dei suoli nei confronti dei contaminanti, questo vale anche per pH e CSC. La valutazione del contenuto di nutrienti può essere necessaria nel caso di suoli destinati a verde ornamentale o agricolo, l’apporto di nitrati con le piogge talvolta risulta consistente. Infine, per quel che riguarda i contaminanti, oltre ad una valutazione ragionata e ad una ricerca storica sulla provenienza del suolo, è importante analizzare la presenza di inquinanti tenendo presente che non sempre il contenuto corrisponde all’attesa, a causa dell’origine incerta del riporto dei suoli urbani. Tra i metalli pesanti sono importanti il Pb, proveniente dagli scarichi di veicoli, batterie e vernici, lo Zn da batterie, produzione di gomma, scarichi veicolari e fitofarmaci, il Hg da catalisi per processi industriali, fitofarmaci e batterie, il Ni da batterie, l’As da fitofarmaci e rifiuti del petrolio, il Cd da residui di vernici, plastica, batterie, il Cu da attività agricole e fitofarmaci, il Cr da acciaio, prodotti cromati, vernici. E’ importante conoscere il valore totale e il biodisponibile per avere un dato della reale mobilità e quindi pericolosità di un determinato metallo. IPA e MBTE sono importanti inquinanti organici dell’ambiente urbano e sarà opportuno svolgere le analisi dove ritenuto necessario. Anche per i parametri biologici che sono indicatori importanti della degradazione del suolo, vale lo stesso discorso devono cioè essere presi in considerazione dove vi sia la necessità specifica.. 28.
(34) Caratteristiche del sito. Tipo e struttura del suolo. Parametri chimici. Parametri Descrizione area di prelievo Presenza di vegetazione Tipo di vegetazione del punto di prelievo Strutture adiacenti (muri, tubature, marciapiedi distanti < 2-3 m Morfologia (pendenza) Materiali estranei Compattazione Tessitura Scheletro Sostanza organica C.S.C. pH Conducibilità N P. Nutrienti (dovrebbero essere ricercati solo in caso di riutilizzo dei suoli per rinverdimenti e messa a dimora di K alberi) Metalli Pesanti I.P.A. Contaminazione M.T.B.E. Altri inquinanti organici. Tabella 1: Parametri da determinare. Metodologie per il campionamento L'indagine sui suoli urbani non differisce molto da quella tradizionale, tuttavia sono necessarie specifiche procedure di caratterizzazione a partire dalla scelta del volume di suolo necessario da considerare e dai parametri per il campionamento (Soil Sampling: a BSG guide, 1998, British Geological Survey). Negli ambienti urbani sono presenti varie tipologie di suolo legate all’uso prevalente, che possono essere semplificate nelle seguenti categorie : parchi e giardini pubblici; aiuole spartitraffico; parchi giochi e scuole; giardini privati; orti e terreni agricoli. E’ importante ai fini del monitoraggio mettere in relazione la tipologia di suolo con i dati ottenuti dalle analisi, per ricavare delle mappe tematiche che possono essere appoggio ai fini della valutazione dell’adeguatezza dei suoli e del loro uso e quindi di aiuto alla pianificazione.. 29.
(35) Metodologie di analisi dei parametri specifici Facendo riferimento ai parametri precedentemente menzionati, vengono di seguito specificate le metodiche ufficiali.. Tipo e struttura del suolo. Parametri. Metodica. Compattazione. Metodo II.1, II.2, II.3, II.4, II.5, II.6 Metodi ufficiali di analisi chimica dei suoli (Supplemento Ordinario G.U. n° 248 del 21.10.1999). Tessitura. Scheletro Sostanza organica C.S.C. Parametri chimici pH Conducibilità N Nutrienti (dovrebbero essere ricercati P solo in caso di riutilizzo dei suoli per rinverdimenti e messa K a dimora di alberi) Metalli Pesanti I.P.A. Contaminazione. Metodo VII.1, VII.2, VII.3 Metodo XIII.1, XIII.2 Metodo III.1 Metodo IV.1 Metodo VII.1, XIV.1, XIV.2, XIV.3, XIV.4, XIV.5, XIV.6 Metodo XV.1, XV.2, XV.3, XV.4 Metodo X.1, X.2, X.3. Metodo XI.1, XI.2, XI.3, Metodo IRSA n.10 Metodo IRSA n.25, Metodo ISO 13877 Analisi in spazio di testa con detector FID o spettrometro di M.T.B.E. massa Le metodiche specifiche saranno definite una volta determinati gli eventuali inquinanti presenti, si consiglia comunque di Altri inquinanti organici procedere sempre ad una analisi di screening utilizzando una estrazione con solvente tipo diclorometano e determinazione con gas-cromatografia accoppiata con spettrometria di massa. Tabella 2: Metodiche analitiche. Interpretazione dei risultati L’archiviazione dei dati deve essere effettuata con un data base che permetta la gestione e l’analisi dei parametri rilevati in campo e in laboratorio; sarà necessario anche archiviare e gestire i dati relativi alla georeferenziazione e le informazioni soggette ad aggiornamento periodico ed inoltre utilizzare schede descrittive dei vari punti di campionamento che definiscono l’ambiente nei suoi vari aspetti. Nell’interpretazione dei dati è indispensabile tener conto della localizzazione dei vari punti con un’accurata conoscenza dell’area indagata (storia pregressa, flussi di traffico, sia pesante che leggero, eventuali trattamenti, presenza di insediamenti industriali, commerciali, artigianali con particolare attenzione agli impianti di trattamento e stoccaggio rifiuti). Sarà necessario produrre mappe, tenendo conto sia della destinazione d’uso del suolo sia di tutti i parametri analizzati, data l’alto grado di variabilità spaziale dei suoli. I dati possono anche essere valutati attraverso l’analisi statistica delle classi di frequenza. Le conoscenze di base in questo settore sono carenti per cui è necessario analizzare le problematiche in maniera interdisciplinare in modo da coinvolgere tutte le discipline legate ai molteplici aspetti del suolo come fisica, chimica, ecologia, biologia, ingegneria, ecc. Stabilito che il suolo urbano si differenzia dagli altri per una sua fisionomia specifica, a volte addirittura come materiale quasi inerte, privo delle proprietà dei suoli naturali o agrari, diventa opportuno stabilire principi di base su cui costruire una classificazione applicabile ai terreni di ogni città, corredata da un protocollo specifico riguardante tutti gli aspetti tecnici come campionamenti, analisi ecc. In seguito si potrebbero creare delle mappe urbane dei suoli per ogni città, che potrebbero servire da appoggio per la pianificazione. Riguardo ai contaminanti, è importante impostare la ricerca per fornire una comprensione migliore del problema della relazione tra sostanze inquinanti del suolo urbano, salute della popolazione ed ecosistema in generale. A questo proposito è senz’altro utile un’indagine storica, riguardante le attività svolte in passato in un determinato luogo, al fine di motivare l’eventuale presenza di determinati contaminanti, stabilire una relazione tra le classi di pericolosità e i gruppi di popolazione più esposti al rischio, anche al fine della valutazione della necessità di una bonifica e della definizione della tecnica da utilizzare. E’ importante anche incentivare la ricerca su flora e fauna urbana, sull’individuazione di piante resistenti all’inquinamento del suolo e delle strategie adottate da tutti gli organismi vegetali e animali per affrontare l’ecosistema città; a questo proposito è utile ricordare quanto sia importante la presenza della vegetazione in città e come col suo apparato radicale contribuisca proprio alla salvaguardia delle proprietà fisico-chimiche e biologiche del suolo.. 30.
(36) ALLEGATO 4 PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEL SUOLO E LORO SIGNIFICATO Il suolo è lo strato detritico superficiale della crosta terrestre capace di ospitare la vita delle piante, costituito da sostanze minerali ed organiche, sede d’attività biologiche oltre che di processi chimici e fisici che ne determinano un’evoluzione più o meno continua. Nei confronti della vita vegetale esso presenta due importanti funzioni: - abitabilità: dipende principalmente dalla quantità o massa di terreno disponibile, dalla porosità, dalla permeabilità, dalla temperatura, dalla presenza di parassiti, dal pH, dalla presenza di sostanze tossiche; - nutrizione: dipende da tutti quei fattori che concorrono a mettere a disposizione elementi nutritivi per le piante, come la presenza d’alcune sostanze, d’acqua, di colloidi, d’attività microbiologica, ecc.. Il terreno è costituito da una fase solida (sostanze minerali e materiale organico), una fase liquida (acqua e sostanze disciolte) e una fase gassosa (atmosfera del terreno). Tali fasi sono strettamente connesse fra loro e solo un corretto equilibrio consente la vita degli organismi vegetali; quando tal equilibrio viene meno si va incontro a fenomeni di degradazione quali desertificazione o erosione. Ad esempio la presenza d’acqua è necessaria alla vita dei vegetali, ma un suo eccesso provoca un riempimento di tutti gli spazi del suolo e quindi un allontanamento dell’aria, con conseguenza carenza d’ossigeno e riduzione della respirazione dei tessuti radicali e quindi morte della pianta. Molte sono le discipline scientifiche che si occupano dei diversi fattori che concorrono a costituire il suolo: la pedologia, la fisica del suolo, la chimica del suolo, la microbiologia del suolo. Di seguito saranno descritte in breve le principali caratteristiche chimiche del suolo (sostanza organica, pH, calcare, basi di scambio, nutrienti, metalli pesanti) fisiche (tessitura, densità apparente, ritenzione idrica, porosità, rischio d’erosione, ecc.) e biologiche (azoto mineralizzabile, respirazione, biomassa microbica, carica microbica, attività enzimatica, ecc.), con alcuni cenni ai metodi analisi ed alla loro interpretazione.. CARATTERISTICHE CHIMICHE Sostanza organica Cos’è la sostanza organica del suolo Per sostanza organica si intende l’insieme delle molecole costituite da catene di carbonio che derivano dalla trasformazione dei composti chimici che compongono gli organismi viventi (animali, vegetali, microrganismi). La sostanza organica presente nel terreno non è tutta uguale ma comprende gruppi di composti fra loro diversi per natura e proprietà chimiche. Si possono distinguere 4 componenti principali: i residui vegetali ed animali, i microrganismi, le sostanze facilmente degradabili e le sostanze stabili. Queste componenti non sono, nè quantitativamente nè qualitativamente, fisse e costanti nel tempo ma subiscono delle trasformazioni; esse sono in equilibrio fra loro ed in continua evoluzione. 1. Residui animali e vegetali in decomposizione - Fra i residui sono comprese quelle sostanze, come foglie, rami, frutti, che arrivano al terreno e che pur essendo in fase di degradazione sono ancora riconoscibili; essi hanno una vita brevissima nel terreno poichè vengono rapidamente decomposti. 2. I microrganismi - Comprendono forme viventi molto diverse, ciascuna importante per il ruolo che svolge nel terreno, dalle più grandi come gli insetti ed i lombrichi che possono svolgere un'azione stabilizzante sulla struttura del terreno, alle più microscopiche come funghi e batteri che operano le trasformazioni di tutte le sostanze presenti nel terreno. 3. Sostanze organiche facilmente degradabili - Sono quelle che si originano dalla decomposizione e risintesi dei residui ma sono ancora soggette alle trasformazioni operate dagli organismi del suolo e quindi sono destinate a rinnovarsi in tempi brevi. 4. Sostanze organiche stabili - Sono quelle che hanno subito dei processi di risintesi tali da assumere una composizione chimica complessa e resistente alla degradazione da parte di tutti gli organismi e quindi sono caratterizzate da una vita lunga; sono queste che si definiscono sostanze umificate o humus. Nonostante queste diversità non esiste una netta separazione tra i vari gruppi di sostanze organiche e anche dal punto di vista analitico la separazione del materiale umificato da altri componenti organici si presenta tutt’altro che facile. I processi che regolano l’evoluzione della sostanza organica sono alquanto complessi ma riconducibili a reazioni di tipo. 31.
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