• Non ci sono risultati.

(e dilemma imprese

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "(e dilemma imprese"

Copied!
2
0
0

Testo completo

(1)

1 / 2

Data Pagina Foglio

20-11-2020

39

CORRIERE DELLA SERA

Lo

scenario

di Dario Di Vico

Smartworking,

grandi

imprese

alla svolta. antiburocratica

(e

il dilemma

della stanza

in più)

I big accelerano sul lavoro remoto

per riformare l'organizzazione

Una volta le famiglie che re-clamavano una stanza in più lo facevano in prospettiva del figlio in arrivo o dei bambini diventati grandi, ora la chie-dono per lo smartworking. Può sembrare una battuta ma non lo è, il tema della conci-liazione tra lavoro in remoto e layout delle abitazioni è desti-nato a crescere di importanza e paradossalmente più in uno scenario post-vaccino che nell'attuale emergenza. Oggi infatti il lavoro agile è accetta-to anche quando diventa ro-cambolesco perché risponde a una domanda di sicurezza, nell'auspicato domani del do-po pandemia sarà invece ob-bligatorio renderlo compati-bile con gli spazi della propria abitazione. E non per un peri-odo breve ma per gli anni, al-meno i 20 che separano, in

media, il dipendente dalla pensione.

Perché si pone questo que-sito? Il motivo è semplice: in un lasso di tempo molto velo-ce rispetto ai tradizionali tem-pi di maturazione delle deci-sioni strategiche le grandi im-prese hanno scelto di puntare sullo smartworking, senza se e senza ma. Più è larga la di-mensione delle aziende e più è netta la propensione ad usa-re il usa-remoto nei prossimi an-ni. In genere quest'opzione viene spiegata dall'esterno con l'obiettivo di raggiungere consistenti risparmi (il più ci-tato è l'abolizione del buono mensa) grazie al fatto che il dipendente resta a casa. La se-conda considerazione investe

la possibilità che le imprese ricorrano al remoto per far emergere una quota di lavoro inefficiente (e quindi ridon-dante) che altrimenti sarebbe rimasto nascosto nelle pieghe di strutture poco elastiche. Senza voler minimizzare que-ste interpretazioni forse sia-mo davanti a uno di quei casi in cui per ora si vede l'albero e non la foresta. I risparmi sono l'albero, la seconda cerchia-mo di individuarla.

Tutte le organizzazioni hanno mostrato, di fronte alla velocità dell'innovazione tec-nologica e ai riflessi sulla pre-stazione individuale dei lavo-ratori, di essere delle creature troppo rigide. Di restare lega-te a tutta una serie di riti, di complicazioni, di passaggi in-termedi che fanno sì che l'ag-gettivo «burocratico» che ri-serviamo normalmente alla pubblica amministrazione possa essere applicato anche al mondo privato. Le organiz-zazioni, dunque, avevano bi-sogno di muoversi a prescin-dere dal virus ma non riusci-vano a decidere in che dire-zione andare e da dove iniziare. La legge sul lavoro agile è del 2017 ma prima del virus non è un caso che fosse rimasta confinata a poche re-altà aziendali o alla gestione delle diversità e comunque non fosse nemmeno lontana-mente considerata una leva da utilizzare nella lotta alla burocrazia «privata».

Oggi invece il soldato smar-tworking è stato reclutato con l'obiettivo di «far ballare

l'ele-fante», come se improvvisa-mente l'emergenza del virus avesse mostrato all'alta diri-genza e ai manager delle rela-zioni umane una strada che fino ad allora non avevano preso in seria considerazione e che invece mostra grandi potenzialità.

È facile pensare che tutto ciò non avvenga in maniera irenica. Ci sono e ci saranno tensioni/divisioni perché mentre il top management può salire sulla tolda e annun-ciare l'avvio di una fase rivolu-zionaria dell'organizzazione del lavoro, il middle manage-ment vive questa accelerazio-ne come qualcosa che lo co-stringe ad operare tra l'incu-dine e il martello. I dirigenti di mezzo sentono arrivare dall'alto gli input del cambia-mento ma a loro volta fatica-no a trasferire quei messaggi verso il basso, perché in pas-sato erano abituati a farlo gra-zie all'esercizio del controllo immediato sulla prestazione del dipendente e oggi non possono farlo con la stessa fa-cilità. Avrebbero bisogno di autorevolezza diffusa ma nel-le grandi organizzazioni il ca-risma è una merce scarsa e in questa situazione è come se venisse requisito dai vertici «rivoluzionari». Chi crede nella traversata del deserto burocratico tende a raffigura-re questa dialettica come un senato confronto tra innova-tori e conservainnova-tori, due termi-ni che contengono un giudi-zio di valore e che di conse-guenza vanno usati con

parsi-monia.

Ma lasciamo da parte i ma-nager e adottiamo il punto di vista del dipendente. Se dovrà nei prossimi vent'anni, quanti mediamente lo separano dla pensione, quantomeno al-ternarsi tra casa e ufficio è evi-dente che sarà costretto ad escogitare una soluzione sta-bile per la postazione di lavo-ro domestica. Ovviamente molto dipende dal reddito della famiglia, dal tipo di abi-tazione che hanno ricevuto in eredità o hanno acquistato con duri sacrifici, dal numero e dall'età dei figli e via di que-sto passo. E il tema della stan-za in più da cui eravamo parti-ti e che non si presenta di fa-cile soluzione per l'universo dei nuovi smartworkers. Qualcuno potrà aggirarlo ri-correndo ai coworking (ma chi paga?), qualcuno potrà addirittura utilizzare seconde case di proprietà, altri saran-no tentati dall'idea di trasfe-rirsi in località che prima fre-quentavano solo per le vacan-ze. Ma stiamo parlando stati-sticamente di quote ridotte. La verità è che la difficoltà di avere la stanza in più riporta la palla ai manager «rivolu-zionari» che sono chiamati nel tempo che passa dal-l'emergenza al post-vaccino a risolvere il rebus. I bilanci aziendali non possono cari-carsi il costo di una postazio-ne da coworking per tutti e quindi si dovrà ricorrere a una mappatura straordinaria del capitale umano presente in azienda. Un'operazione «cen-simento» senza precedenti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Lavoro

045688

(2)

2 / 2

Data Pagina Foglio

20-11-2020

39

CORRIERE DELLA SERA

99

Più larga è

la

dimensione-delle

aziende più

netta è la

propensi-one ad

utilizzare il

remoto nei

prossimi

anni

99

Prima del

virus la

legge sul

lavoro agile

non

è

stata

considerata

una

leva da

utilizzare

contro la

burocrazia

interna

99

Si dovrà

ricorrere a

una

mappatura

del capitale

umano

presente in

azienda,

un'operazio

ne

«censiment

Il mondo del lavoro in Italia è cambiato dopo il lockdown quando la quota di aziende che ha adottato lo smartworking è passata dal 15 al 77%

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Lavoro

045688

Riferimenti

Documenti correlati

15. 133, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: "e dispone per l'adozione di meccanismi volti a semplificare sostanzialmente gli adempimenti cui sono

Andando ad analizzare i settori di attività che più hanno visto lo sviluppo delle modalità di lavoro agile, nei servizi si nota il boom in settori già a forte propensione digitale

Il Comune nominerà gli scrutatori, per ogni sezione elettorale del comune, scegliendoli tra i nominativi compresi nell'albo degli scrutatori (come risultante

La prima tappa del tour è stata all’impianto di depurazione Aquarno a Santa Croce sull'Arno, dove il Prefetto ha potuto visitare, in particolare, la vasca di stoccaggio dedicata

La Rete Informagiovani del Valdarno Inferiore in collaborazione con il Comune di Castelfranco di Sotto e la scuola secondaria di primo grado organizzano per gli studenti delle

Una serata speciale che vedrà premiare tanti giovani talenti in una sezione di narrativa e poesia per la scuola primaria, una sezione di narrativa per la secondaria di

L’appuntamento con il mercatino nel centro storico “Di tutto un po’” di questo mese è stato spostato a sabato 9 giugno a causa della Festa della Repubblica

While partial atelectasis, especially in the posterior, superior part of the tympanic membrane, is a sequela of inflammation and possibly past tubal dys- function, complete