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Uil, Angeletti lascia dopo 14 anni Gli succede Carmelo Barbagallo. proposta di Barbagallo nuovo segretario

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NonTermina

Disoccupazione e nuova emigrazione:

la Sardegna si mobilita contro la crisi

I

l settore industriale continua a soffrire. Nella media del trime- stre luglio-settembre 2014, fa sa- pere l’Istat, la produzione indu- striale in Italia è diminuita dell'1,1%

rispetto al trimestre precedente. Il dato è il più basso dal quarto trime- stre del 2012. Su base mensile il calo è stato dello 0,9%. Su base annua la diminuzione è del 2,9%. Si tratta del dato più basso dal settembre 2013.

“I dati sulla produzione industriale non sono una sorpresa”, commenta

il segretario confederale della Cisl, Giuseppe Farina.

“La legge di Stabilità - continua il se- gretario confederale - non appare in grado di invertire l’attuale fase re- cessiva. Ci vogliono investimenti, progetti industriali e scelte che af- frontino e risolvano i nodi competiti- vi che svantaggiano le nostre impre- se ed i nostri territori nella competi- zione globale”.

www.conquistedellavoro.it

Fondazioni liriche a rischio default

Alcoa, Fim: firmato a Palazzo Chigi memorandum of understanding

L

a Cisl sarda si mobilita contro la crisi che sta affondando l’isole. Una mobilitazione di lavorato- ri e pensionati per chiede- re alla Regione e al Gover- no adeguate iniziative in grado di risollevare l'inte- ra regione dalla crisi eco- nomico-sociale che sta travolgendo tutti i territo- ri. Prime vittime della si- tuazione sono i giovani, le famiglie dei disoccupa- ti e le migliaia di pensio- nati sotto la soglia di po- vertà relativa e assoluta.

Il 4 dicembre prossimo a Cagliari ci sarà la prima

verifica delle mobilitazio- ni territoriali alla presen- za del segretario genera- le confederale, Anna Ma- ria Furlan. La decisione della mobilitazione è sta- ta presa dal comitato ese- cutivo della Cisl sarda. Il sindacato ha ribadito l'ur- genza di interventi imme- diati per interrompere la deriva economico-socia- le che, mentre rischia di compromettere struttu- ralmente ogni possibilità di sviluppo e di rilancio dell'isola, incide significa- tivamente sul piano uma- no ed esistenziale di lavo-

ratori, pensionati e giova- ni. Solamente un genera- le sistematico rilancio dell’economia sarda po- trà avviare un processo in controtendenza che ri- crei reddito e fermi nuovi fenomeni migratori con protagonisti non solo i giovani. Tappe iniziali di questa “rinascita” devno considerarsi la positiva chiusura delle più impor- tanti vertenze sul tavolo sindacale-regionale-na- zionale e un piano decen- nale per le infrastrutture esteso a tutti i territori dell'isola.

Termini Imerese, Grifa più vicina. Mise: il progetto ha solidità finanziaria

Bergamo, Fondazione Honegger.

In Tribunale vittoria Cisl, reintergrate dipendenti della

residenza sanitaria

D

opo 14 anni Luigi Angeletti la- scia la guida della Uil. Il suc- cessore, come previsto, è Carme- lo Barbagallo, attuale segretario generale aggiunto. Angeletti ha confermato il prossimo congres- so Uil a Roma dal 19 al 21 novem- bre che eleggerà il nuovo Consi- glio confederale e voterà sulla

proposta di Barbagallo nuovo se- gretario generale. Angeletti la- scia la guida del sindacato in una fase di forte cambiamento, sia nella politica che nel sindacato, con l'arrivo di Matteo Renzi al Governo e di Annamaria Furlan alla guida della Cisl. “Penso che la nuova segreteria - ha detto ie-

ri Angeletti - debba fronteggiare notevoli sfide ma la prima e la più importante è dare un contri- buto alla ripresa dell'economia e dell'occupazione”.

Carmelo Barbagallo, appena de- signato, lancia subito un ultima- tum al governo, spiegando che la Uil è pronta allo sciopero gene- rale. L'obiettivo è la mobilitazio- ne unitaria. Ma, perché un'inizia- tiva comune sia possibile, la Cgil non dovrebbe decidere già nel direttivo di mercoledì una data per la protesta.

ON LINE

È

stato firmato ieri il memorandum of understanding tra Glenco- re, Regione Sardegna, Presidenza del Consiglio e Mise. Una noti- zia “di grande importanza”, sottolinea il segretario nazionale Fim, Marco Bentivogli, attesa dal mese di agosto. “Ancora non conoscia- mo nella sua completezza il testo del memorandum - spiega Benti- vogli - ma è importante che si sia superato questo primo ostacolo per l’avvio del negoziato finale tra Alcoa e Glencore”. Il memoran- dum scioglie gran parte dei nodi posti da tutti gli investitori che hanno manifestato interesse per l’impianto in termini di infrastrut- ture, energia e investimenti, eventuale contratto di sviluppo. “Au- spichiamo che al più presto - aggiunge Bentivogli - si avvii il negozia- to tra Glencore e Alcoa e che il piano industriale di chi rileverà lo stabilimento sia oggetto di confronto sindacale per garantire tutela occupazionale e sviluppo. Attendiamo nelle prossime ore la convo- cazione da parte del Mise per proseguire questo percorso”.

Carrara, l’alluvione minaccia le aziende del marmo.

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Gagliardi a pagina 2

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Cisl: ora bisogna accelerare sul piano industriale. Prima di tutto la firma

del nuovo accordo di programma per la salvaguardia dell'indotto

Petrelli a pagina 6

www.conquistedellavoro.it

QuotidianodellaCislfondatonel1948daGiulioPastore---ISSN0010-6348

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Anno66-N.231 MARTEDÌ11NOVEMBRE2014

conquiste del lavoro

Direttore:AnnamariaFurlan-DirettoreResponsabile:RaffaellaVitulano-DirezioneeRedazione:ViaPo,22-00198Roma-Tel.068473430-Fax068541233.Email:conquiste.lavoro@cisl.it.ProprietàConquistedelLavoroSrl.Societàsottopostaadirezioneecoordinamentoesercitatadaaltrisoggetti.”Impresabeneficiaria,perquestatestata,deicontributidicuiallaleggen.250/90esuccessivemodificheedintegrazioni”. Amministratoreunico:MaurizioMuzi-Sedelegale:ViaNicotera,29-00195Roma-Tellefono06385098.-Amministrazione,Uff.Pubblicità,Uff.Abbonamenti:ViaPo,22i.12-00198Roma-Telefoni068473269/270-068546742/3,Fax068415365-Registraz.TribunalediRoman.569/20.12.48.Autorizz.affissionemuralen.5149del27.9.55-Sped.inabb.post.D.L.353/2003(conv.inL.27/02/2004N.46)Art.1comma2 DCB-Roma.FilialediRoma.Nonrestituirealmittente-Stampa:StampaQuotidianasrl,Loc.casalemarcangeli,Oricola(AQ);PoligraficoEuropaSrl,ViaE.Mattei,2Villasanta(MB).UnacopiaE0,60-ArretrataE0,82.Abbonamenti:annualeE103,30;iscrittiallaCislE41,50;esteroE155,00.C.C.Postalen.51692002intestatoa:ConquistedelLavoro,ViaPo,21-00198Roma

(2)

MARTEDÌ11NOVEMBRE2014

2 conquiste

del

lavoro attualità

I

l settore industriale continua a soffrire.

Nella media del trime- stre luglio-settembre 2014, fa sapere l’Istat, la produzione industriale in Italia è diminuita dell'1,1% rispetto al tri- mestre precedente. Il da- to è il più basso dal quar- to trimestre del 2012.

Nella media dei primi no- ve mesi dell'anno la pro- duzione è scesa dello 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2013.

Ma su base annua la pro- duzione industriale a set- tembre è tornata a scen- dere, segnando un calo del 2,9%. Il dato più bas- so da settembre 2013. Ri- spetto al mese di ago- sto, rileva ancora l’Istitu- to di statistica, il calo è dello 0,9% e le variazioni negative sia congiuntura- li che tendenziali coinvol- gono tutti i comparti.

”I dati negativi sulla pro- duzione industriale non sono una sorpresa".

Commenta in una nota il segretario confederale della Cisl, Giuseppe Fari- na, responsabile del Di-

partimento Industria.

"Senza politiche di rilan- cio dei consumi e degli in- vestimenti - continua Fa- rina - è illusorio aspettar- si una ripresa della pro- duzione e del lavoro. La manovra non appare in grado di invertire l'attua-

le fase recessiva. Ci vo- gliono, per questo, inve- stimenti, progetti indu- striali e scelte che affron- tino e risolvano i nodi competitivi che svantag- giano le nostre imprese ed i nostri territori nella competizione globale".

"E' necessario che su questo si riprenda il con- fronto tra sindacati e rap- presentanze delle impre- se - conclude Farina - e che si apra un tavolo con il Governo per mettere in campo le azioni neces- sarie al rilancio dei setto-

ri industriali e dell'occu- pazione".

Con l’occupazione in di- scesa, infatti, è difficile aspettarsi un aumento della domanda interna.

Anche perchè le famiglie che ancora dispongono di un reddito da lavoro o da pensione hanno già assestato i loro livelli di consumi verso il basso, anche cambiando abitu- dini di acquisto. E i conti- nui cali dei consumi, se- gnalati dall’Istat e dalle organizzazioni dei com- mercianti, stanno a testi- moniare che al momen- to non si intravedono se- gnali di una ripresa della domanda interna. Cer- to, gli 80 euro di bonus elargiti dal Governo ai la- voratori erano finalizzati a questo. Ma la platea dei beneficiari (dalla qua- le sono esclusi i pensio- nati che peraltro sconta- no anche il blocco della perequazione delle pen- sioni) e la stessa cifra ero- gata sono talmente esi- gue che è davvero diffici- le pensare che la doman- da interna possa trarne

qualche beneficio.

Inoltre, il bonus fiscale molto probabilmente verrà eroso dall’aumen- to della tassazione loca- le anche a causa dei tagli alle regioni previsti dal Governo.

Bisognerebbe quindi agi- re sul fronte degli investi- menti per aumentare in maniera significativa l’occupazione nella spe- ranza che questa possa poi contribuire ad un au- mento della domanda, ma parallelamente biso- gnerebbe redistribuire ricchezza ai ceti meno abbienti (lavoratori e pensionati), frenare la desertificazione indu- striale, mantenere il livel- lo di occupazione attua- le negli altri settori e pos- sibilmente accrescerlo.

Insomma bisognerebbe mettere in campo un progetto coerente di po- litiche economiche, indu- striali e fiscali tale da in- vertire un ciclo che or- mai da sette anni incasel- la solo segni negativi.

Qualcosa di più consi- stente di quanto conten- ga la Legge di Stabilità va- rata dal Governo, che in- vece porta con sè ulterio- ri tagli (come quelli ai pa- tronati) e possibili nuo- ne tasse (come l’aumen- to dell’Iva e delle accise e probabilmente anche nuovi aumenti delle ad- dizionali regionali) che ri- schiano di rendere anco- ra più complicata l’usci- ta dalla crisi

Francesco Gagliardi

IlpattodelNazareno

oquellonuovodeigiudici?

Crisi,ilsettembre nerodell’industria

L’opinione. Dopo l’asse con M5S sul Csm, Renzi tentato dalla politica dei due forni

I

l taglio strutturale alle risorse per i patronati, previsto dalla legge di Stabilità, rischia seria- mente di “mettere in difficoltà i tanti cittadini che vi si rivolgo- no per il disbrigo di pratiche am- ministrative e burocratiche, co- me ad esempio le pratiche Inps trasmesse per via telematica”.

A dirlo non è un esponente dei patronati o del sindacato, ma la deputata del Partito Democrati- co, Maria Chiara Gadda, a mar- gine dell'incontro promosso dai patronati di Acli, Cgil, Cisl e

Uil.

Gadda si è impegnata a seguire questo tema quando la Legge di Stabilità entrerà nel vivo del- la discussione nelle aule parla- mentari. Ma non solo. Gadda ha depositato insieme ad altri 140 deputati del Partito Demo- cratico un emendamento alla Legge di Stabilità soppressivo dell'articolo 26 comma 10. Un emendamento su cui si sono già detti disponibili a votare a favore i deputati di Sel.

Il taglio di 150 milioni alle risor-

se destinate ai patronati avreb- be effetti devastanti su un siste- ma che sostiene l’intero siste- ma di welfare. Ben 15 milioni di persone hanno nell'ultimo an- no utilizzato il sistema dei pa- tronati per accedere ai diritti so- ciali, alle prestazioni previden- ziali, sanitarie e assistenziali, ef- fettuando circa il 90% degli in- vii delle istanze per via telemati- ca.

Quel che si prospetta in caso di conferma della norma della ma- novra che taglia i fondi, oltre al

licenziamento di 4-5 mila perso- ne, “è uno Stato sociale accessi- bile grazie al censo, dove solo chi potrà permetterselo farà va- lere i propri diritti”. Per questo il Centro Patronati ribadisce che “i tagli alle risorse, messi ne- ro su bianco nella legge di Stabi- lità, “sono un attacco diretto contro i cittadini”. Se venissero confermati, dunque, “questi istituti, che difendono e pro- muovono i diritti previdenziali e socio-assistenziali, non po- trebbero più garantire i servizi finora offerti”.

Taglio dei fondi ai patronati, nel Pd cresce il fronte del dissenso

A

Pierluigi Bersani l’ac- cordo del Pd con i gril- lini, che ha sbloccato l’elezione dei giudici costituzionali e del Csm, avrà riportato alla mente tempi dolorosi. Quando s’ap- prestava a varare un gover- no e sperava in un appoggio dei Pentastellati freschi di vittoria elettorale. E convin- ti, purtroppo, che con i “ne- mici” (leggi tutti i partiti) non si potessero nemmeno allacciare relazioni di buon vicinato. I “vicini” erano tutti da mandare a casa, nessuno escluso. Perché erano il vec- chio, quelli che avevano rovi- nato l’Italia. Lui, Bersani, ci provò a farli ragionare, ma i tempi non erano maturi.

Poi, per l’allora segretario del Pd, ci furono i giorni bui delle carica dei 101 traditori

che non votarono Romano Prodi alla presidenza della Repubblica. Dopo la riconfer- ma di Giorgio Napolitano vennero le sue inevitabili di- missioni da segretario dei de- mocrat ˘e cominciò l’ascesa al potere del “cattivo-deter- minato” (in politica, si capi- sce) Matteo Renzi. La storia del Pd, del governo, della presidenza della Repubbli- ca, ma anche di Pierluigi, avrebbe preso un’altra pie- ga se il duo Casaleggio-Grillo si fossero decisi ad aprire uno spiraglio, piccolo picco- lo, all’allora presidente del Consiglio incaricato: Renzi non si sarebbe mosso da Fi- renze, Napolitano sarebbe sceso dal Colle per un merita- to riposo, Berlusconi non avrebbe rotto con il pupillo

Angelino Alfano e Matteo Salvini non si sarebbe mai so- gnato di avanzare una candi- datura a leader del Cen- tro-destra. I pensieri di Ber- sani saranno pure questi, re- sta il fatto che il passato è passato e il futuro potrebbe sempre più essere condizio- nato non dal “Patto del Naza- reno”, ma da quello ˘surrea- le ˘“dei giudici”. E la prova provata che qualcosa bolle in pentola nel mondo dei 5 Stelle sono, tra l’altro, le di- chiarazioni di fuoco dell’ex ideologo, spodestato, Paolo Becchi, contro qualsiasi inte- sa con i “vecchi partiti”.

Silvio Berlusconi è il primo a rendersi conto che tutto è cambiato ˘dopo “la figurac- cia” - parole sue - ˘fatta da Forza Italia, che non è riusci-

ta a far eleggere ˘il proprio candidato alla Corte supre- ma. Si rende ben conto che il Patto del Nazzareno vacilla e si sta sciogliendo come neve al sole. Renzi va avanti da car- ro armato e pensa di far vara- re al più presto la legge elet- torale con l’intenzione, se- condo il presidente di Forza Italia, di andare al più presto alle elezioni. Eppoi a Berlu- sconi preoccupano le parole del giovanissimo vice presi- dente della Camera, Luigi Di Maio, grillino doc, che parla di “buon senso” che dovreb- be avere Renzi ed il suo parti- to. “Il nuovo Capo dello Sta- to - afferma Di Maio - eleg- giamolo con lo stesso meto- do” che ha portato all'elezio- ne del giudice della Corte co- stituzionale e di quello del Csm. E ancora: “Se il Pd usa il buon senso per argomenti che interessano la collettivi- tà, noi ci saremo”. Ancora una volta, avrà pensato Sil- vio, sono i giudici a fregarmi.

Perché il patto non scritto

“del buon senso” o “dei giu- dici”, che lega virtualmente i Cinquestelle al Pd, potrebbe

rivoluzionare il quadro politi- co. Renzi ne uscirebbe raffor- zato. Una volta la Dc, come spiegò Giulio Andreotti, uti- lizzava la politica dei “due forni”. I socialisti da una par- te e i liberali, eventualmente anche ˘i missini, dall'altra.

˘Oggi i forni sono più di due e al posto della Balena bian- ca c'è il Pd con il suo segreta- rio che con il vecchio Pci non ha mai avuto niente a che ve- dere.

Chissà se il patto che non c'è, “dei giudici”, ha fatto mettere le mani avanti al na- vigato presidente della Re- pubblica. Andrebbe via alla fine del semestre di presi- denza italiano dell'Europa. È stanco, e certamente l'età conta. Ma più di tutto, proba- bilmente, è contrariato per le mancate riforme e, per co- me si stanno mettendo le co- se, gli peserebbe enorme- mente dover apporre la fir- ma sotto l'atto di scioglimen- to delle Camere. Meglio met- tere le mani avanti e conge- darsi a dicembre: per i suoi gusti già ne ha viste troppe.

Elia Fiorillo

Istat: produzione in calo dello 0,9% mensile e del 2,9% annuale. Farina: i dati non sorprendono

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MARTEDÌ11NOVEMBRE2014

3 conquiste

del

lavoro global

L’autunnocaldo arrivainFinlandia

Ristrutturazioni Ue. Dopo Svezia e Norvegia, un altro paese scandivano svetta per tagli occupazionali

B

ruxelles (nostro servi- zio) - La Scandinavia è ancora maglia nera de- gli esuberi. Se Svezia e Norvegia hanno dominato le cronache di settembre sui ta- gli occupazionali, a ottobre toc- ca alla Finlandia far parlare di sé per le ristrutturazioni aziendali che,

secon- do quanto registra l’Emcc, il Centro europeo di monitoraggio, costeran- no il posto almeno a 1400 persone. La crisi, dunque, pic- chia duro anche dall’altro ca- po d’Europa, ma evidentemen- te ancora non basta per con- vincere i governi dei cosiddetti Paesi in surplus a cambiare rot- ta. Evidentemente ci vorranno altri morti e feriti. Per adesso non resta che aggiornare la macelleria (sociale). Sono 7 i casi di ristrutturazione azien- dale segnalati in Finlandia lo scorso mese. Il 1 ottobre il gruppo Tieto (information te- chnology, 4mila occupati in Finlandia, 14mila nel mondo) ha annunciato l’avvio delle trattative con i sindacati per la gestione di 350 esuberi, a cui si aggiungeranno altri 600 ta- gli nelle unità produttive del- l’Europa centrale e dell’Asia. Si tratta della quarta ristruttura- zione dal 2013, la terza nel

2014, per un totale di 663 licen- ziamenti a cui andranno dunque aggiunti gli esu- beri annunciati un mese fa.

Nego-

ziati in corso an-

che tra sindacati e Va- lio (uno dei maggiori produtto- ri di cibo in Finlandia, 4600 di- pendenti), per il futuro di 780 lavoratori, di cui 210 sono già sicuri del licenziamento.

L'azienda ha 15 stabilimenti di produzione in Finlandia, 2 in Estonia e un centro logistico a Mosca, Russia. E sembra pro- prio l’embargo a Mosca, oltre che al calo dei consumi interni, ad aver motivato il job cut. A rischio anche 250 dei 1000 di- pendenti impiegati in Finlan- dia da Neste Oil (raffinazione petrolio, 5mila dipendenti in 14 Paesi), a causa della decisio- ne di chiudere lo stabilimento di Naantali e di “ottimizzare”

la produzione sul sito di Por- voo. Dopo i 370 posti tagliati nel 2012 e altri 200 a marzo di quest’anno, il gigante della vendita al dettaglio Kesko (2800 dipendenti in Finlandia, 19.500 in altri 7 Paesi) si prepa- ra per la terza sforbiciata, che costerà il posto ad altre 230

p e r - sone, in una ristrutturazione organizza- tiva che coinvolgerà complessi- vamente 2800 lavoratori. La causa scatenante, dicono, è an- cora una volta l’embargo alla Russia. Il calo delle vendite al dettaglio è invece il motivo che ha spinto Top Sport (attrez- zature sportive, 250 dipenden- ti), ad annunciare il 7 ottobre scorso la ristrutturazione di 14 dei suoi 20 punti in vendita pre- senti in Finlandia, che equivale al taglio di 140 posti di lavoro, con l’obiettivo di incrementa- re il servizio di vendita on line.

Problemi anche per la compa- gnia aerea Flybe Finland, che il 24 ottobre ha ufficialmente presentato il piano licenzia- mento: 90 dipendenti a casa (su 700), tra cui 31 piloti, 35 as- sistenti di volo, 20 impiegati e 4 addetti alla manutenzione.

Ed è sempre più difficile resta- re competitivi anchea Est, do- ve ormai si gioca una guerra al

ribasso piuttosto grottesca, se non fosse drammatica. Il 1 gen- naio prossimo la Panasonic Network Slovakia avvierà la chiusura dello stabilimento di Krompachy, che produce Dvd e lettori: 656 persone perde- ranno il lavoro entro maggio 2015, e riceveranno indennità di fine rapporto pari a sette mensilità. L’azienda trasferirà la produzione a Plzen in Repub- blica Ceca. Per la Slovacchia, si tratta di uno dei più grandi choc occupazionali degli ultimi anni, in una zona già ad alta di- soccupazione. Nel complesso, però, a è in attivo il computo delle ristrutturazioni registra- te dall’Emcc: a fronte di oltre 5800 posti persi, sono circa 6600 quelli che saranno creati, secondo quanto annunciato dalle aziende a ottobre in Euro- pa. Grazie soprattutto alla viva- cità ritrovata di un’Irlanda che ricomincia ad assumere. La ca- tena Spar assumerà nei prossi- mi 2 anni 1200 persone sia full time che part time, grazie al- l’investimento di 100 milioni

di euro che prevede l’apertura di 50 nuovi punti vendita in tut- ta l’isola. CarTrawler (noleggio auto), si prepara ad assumere 400 persone nei prossimi 3 an- ni, di cui 200 già nei prossimi mesi e fino all’inizio del 2015.

Il piano assunzioni terminerà il 1 ottobre 2017. Optel Vision, invece, creerà nei prossimi 3 anni, 140 nuovi posti nello sta- bilimento di Limerick nei setto- ri design, ingegneria, assem- blaggio, collaudo, assistenza clienti, vendite, risorse uma- ne, finanza, e amministrazio- ne. Three Ireland & Tech Mahindra cer- ca 130 perso- ne per il cu- stomer ser- vice nel nuo- vo centro operativo di Waterford. Di questi 130, 56 posti sono disponi- bili per gli ex dipen- denti di Rigney Dol- phin. Sempre in Ir- landa, si registrano 100 assunzioni nei prossimi 2 anni in Groupon a Dubli- no, 100 a Cork City da parte SolarWin- ds (software) e al- tri 100 nuovi posti di lavoro offerti nei prossimi 3an- ni da Ribworld.

La palma del me- se va tuttavia al- la Volvo, che il 16 ottobre ha a n n u n c i a t o 1300 nuove as- sunzioni negli stabilimenti sve- desi di Torslan- da (dove è stato aggiunto un tur- no di lavoro), Skovde e Olof- strom. Un terzo dei nuovi occu- pati avrà con- tratti interinali.

Il reclutamento dovrà terminare entro il 1 aprile 2015, quando si comincerà a pro- durre il nuovo Suv XC90. In Sve- zia, Volvo Car im- piega circa 14mi- la persone. E in Spa- gna, Nissan ha deciso di aggiungere nuovi turni di produzione nei fine setti- mana, e per questo offre lavo- ro per 600 nuovi posti nello sta- bilimento di Barcellona, men- tre un nuovo turno notturno è stato già avviato il 20 ottobre, con l’assunzione di altri 86 ope- rai.

Pierpaolo Arzilla

Immigrazione.

Cese: l’Europa deve dotarsi di una politica comune coraggiosa ed inclusiva

L

a nuova fase della politica di immigrazione dell'Ue deve avere un'impostazione strategica, con una visione di medio e lungo termine, e puntare ad agevolare in maniera generale e globale ca- nali legali, aperti e flessibili per l'ammissione in Europa. E' questa la richiesta principale del Cese, il Comitato Economico e Sociale Euro- peo, che ha formulato, su invito della Presidenza Italiana, il parere

"Le politiche europee di immigrazione". Fra le priorità indicate nel documento, quelle relative a una maggiore responsabilità da parte dell'Europa nel controllo delle frontiere esterne che non possono essere lasciate alla discrezionalità dei singoli paesi, come l'Italia, che rappresentano la porta d'ingresso per molti immigrati. Giusep- pe Iuliano, membro del Cese e relatore generale del parere della Commissione, ha sottolineato come, nell'aprire questa nuova fa- se, i rappresentanti delle istituzioni dell'Ue e i governi nazionali debbano tener conto del ruolo fondamentale della società civile

organizzata e delle parti sociali nell'assicurare una prospettiva so- ciale e un valore aggiunto alle politiche di immigrazione dell'Ue, e a considerare l'impatto di queste sul mercato del lavoro e sulle condi- zioni di vita e di lavoro, oltre che sui diritti fondamentali. Il Cese ritiene dunque necessario sviluppare una politica comune e unita in materia di immigrazione, asilo e frontiere esterne attraverso il rafforzamento delle competenze dell'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (Uesa), l'adozione di un codice condiviso in materia di immigrazione e di un manuale di orientamenti comuni. A tutto que- sto - si legge ancora nel parere - occorre affiancare "una strategia europea che renda l'Ue appetibile per i talenti e affronti le barriere in materia di qualifiche." L'Ue dovrebbe infine creare una piattafor- ma europea permanente sulle migrazioni per motivi di lavoro e promuovere un quadro normativo internazionale per le migrazioni assicurando che i diritti fondamentali siano tutelati.

(4)

MARTEDÌ11NOVEMBRE2014

4 conquiste

del

lavoro dibattito

Banca d’Italia.

A settembre rallentano il calo dei prestiti e la crescita delle sofferenze delle banche

Formazionedaconsolidare

L

o scorso 15 ottobre si è svolto a Roma il Convegno del Decen- nale di Fon.Coop, con il titolo “Da 10 anni for- miamo successi cooperati- vi”. Abbiamo chiesto al se- gretario confederale della Cisl Luigi Sbarra un parere sul ruolo di Fon.coop e del- la formazione continua.

Alla luce di quanto emerso nel corso dei vari interventi, come giudica i 10 anni del Fondo Inter- professionale della Coo- perazione?

I dieci anni di vita operati- va di Fon.Coop mi sembra- no ben spesi. Fon.Coop, a differenza di altri Fondi, ha mantenuto la propria identità associativa, aggre- gando progressivamente parti crescenti della coope- razione e del no profit, che rappresentano il 93% dei dipendenti iscritti. Ha avu- to il pieno consenso dal proprio mondo di riferi- mento, diversificando nel tempo la propria offerta formativa, con il conto for- mativo per le grandi impre- se, gli avvisi e bandi temati- ci per l'accesso alla forma- zione finanziata di impre- se piccole e medie, l'atten- zione crescente alla forma- zione di lavoratori in am- mortizzatori sociali. Oggi si tratta di consolidare il consenso ottenuto e cerca- re di accrescerlo, in un con- testo che mostra una forte competizione fra i diversi Fondi impegnati ad au- mentare le proprie adesio- ni, anche a spese di altri.

Fon.Coop dovrebbe asse- condare la propria offerta verso le diverse tipologie di formazione che le im- prese richiedono, incenti- vando l'accesso alla forma- zione anche delle aziende di minor dimensione, che chiedono finanziamenti ra- pidi e procedure semplici.

E' poi fondamentale, in un momento a cui ai Fondi si rimprovera che la loro mis- sione principale è di "dar lavoro ai formatori", che Fon.Coop trovi un metro di misura della qualità del- la formazione erogata con i propri finanziamenti, in termini di utilità ed effica- cia per i lavoratori e le im- prese. E' un elemento mol- to importante per distin- guere positivamente Fon.

Coop dai Fondi che si pre- occupano più di distribui- re risorse che di finanziare una buona formazione.

Il presidente di Fon.Co- op nel suo discorso si è rammaricato di come˘ la concertazione dei piani ri-

manga un “ anello debo- le”. Ed ha aggiunto come in molti casi appare anco- ra come una pratica buro- cratica invece che fulcro delle politiche di forma- zione dell’impresa. A suo parere, che tipo di innova- zioni è necessario intro- durre per rafforzare la concertazione dei piani formativi?

Semplificando una realtà molto articolata, si può af- fermare che la formazione finanziata da Fon.Coop è orientata, nei modi e nei contenuti, prima dalle aziende, poi dagli enti for- mativi, ed è normalmente gestita da figure professio- nali molto specializzate. Il

ruolo del sindacato, in ter- mini di partecipazione al progetto formativo, a par- tire dall'individuazione dei fabbisogni, è ancora trop- po debole, sia per la com- plessità della filiera forma- tiva, sia per carenza di competenze dirette e dedi- cate. Per noi l'innovazione possibile è quella di creare nuove figure sindacali con caratteristiche di delegati responsabili della forma- zione, sulla base di una co- noscenza dei contenuti e metodi della filiera forma- tiva. Una figura di questo tipo potrebbe tessere utili relazioni di informazione, consultazione e proposta fra lavoratori, azienda ed

enti formativi, in grado di migliorare l'efficacia della concertazione aziendale e territoriale dei piani forma- tivi. In autonomia, nella Ci- sl ci stiamo già muovendo in questa direzione, con l'esperienza della Fim-Cisl sul progetto Rewind e di al- tri progetti che impegna- no alcune federazioni di ca- tegoria . Tuttavia è una te- ma che dobbiamo affron- tare insieme, come parti sociali, perché tocca diret- tamente l'occupabilità del- le persone. Alla base di un nuovo impegno sulla con- certazione occorre una so- lida rete sociale, anche da condividere con le contro- parti associative in una

prospettiva bilaterale, una rete con capacità d'in- formazione, di raccolta e diffusione delle buone pra- tiche e di scambio d'espe- rienze dirette.

Anche in base a quanto stabilito nella recente Leg- ge di stabilità, non pensa che il Governo stia sotto- valutando il contributo della formazione conti- nua alle politiche attive del lavoro?

Il capitolo delle politiche attive del lavoro è stato fi- nalmente riaperto nel Job Act in discussione, con la ri- forma dei servizi dell’im- piego e l’istituzione di un’Agenzia nazionale del-

l’impiego. Manca ancora all'appello il tema di quale sia la formazione utile al re- impiego di chi ha perso il proprio lavoro e ne sta cer- cando un altro, quali siano i soggetti responsabili, quale sia il sistema comu- ne di riferimento e di azio- ne.

I Fondi, ciascuno per pro- prio conto, negli ultimi an- ni hanno emesso bandi de- dicati ai lavoratori in am- mortizzatori sociali, senza una linea comune, senza coordinarli con le politi- che di reimpiego delle re- gioni e con la contrattazio- ne nelle aziende in crisi. La verità è che le politiche at- tive del lavoro sono anco- ra in gran parte da definire e quanto di buono i Fondi hanno fatto in materia non è sufficiente per diven- tare un modello comune, consentendo così un moti- vo, pur discutibile, per la strutturale sottrazione di risorse dello 0,30. Nono- stante i nuovi tagli della legge di stabilità, il tema del contributo dei Fondi al- le politiche attive e all'in- contro fra domanda e of- ferta di lavoro è ancora aperto e richiede un con- fronto, con la politica e fra le parti sociali. Ci si può chiedere se il confine che relega i Fondi alla forma- zione dei lavoratori occu- pati iscritti a ciascun Fon- do e lascia ai soggetti pub- blici e privati il compito di ricollocare i disoccupati sia ancora valido e inviola- bile, in una fase di ancora dilagante di cassa integra- zione e mobilità, oppure se la formazione consenti- ta all'interno dei vari Fon- di sia oggi effettivamente risolutiva per il reimpiego in un'azienda, magari di un altro settore. A livello territoriale, il contrasto al- la disoccupazione ed il re- impiego richiedono accor- di e progetti precisi condi- visi fra Regioni, Servizi per l'impiego, agenzie private, Parti Sociali e Fondi Inter- professionali. Ci si deve chiedere allora, come con- vergere in un sistema coor- dinato di politiche attive del lavoro, in cui ci sia si- nergia fra i diversi attori, superando compartimen- ti stagni e restituendo la massima efficacia ad una formazione orientata all' occupabilità.

Gabriella Urbani

Intervista a Luigi Sbarra su formazione continua e politiche attive del lavoro nel decennale di attività di Fon.Coop

A

settembre il prestiti delle banche ita- liane sono diminuiti del 2,3% rispet- to allo stesso mese de 2013, leggermen- te meno rispetto al -2,5% di agosto. Lo rende noto la Banca d'Italia precisando inoltre che il tasso di crescita sui dodici mesi delle sofferenze, senza correzione per le cartolarizzazioni ma tenendo con- to delle discontinuità statistiche, è risul- tato pari al 19,7%, in lieve rallentamen- to rispetto al 20% segnato ad agosto.

In particolare Bankitalia precisa che i prestiti alle famiglie sono scesi dello 0,6% sui dodici mesi contro il -0,7% del mese precedente; quelli alle società

non finanziarie sono diminuiti, sempre su base annua, del 3,3% (-3,8% ad ago- sto).

Quanto invece alla raccolta, sempre a settembre il tasso di crescita dei deposi- ti del settore privato è stato pari al 3,6%

annuo (3,1% ad agosto). La raccolta ob- bligazionaria, includendo le obbligazio- ni detenute dal sistema bancario, è sce- sa del 14,2% (-14,1% nel mese preceden- te).

Per ciò che riguarda i tassi di interesse c'è stato un prevalente calo. Quelli sui finanziamenti erogati nel mese alle fami- glie per l'acquisto di abitazioni, com-

prensivi delle spese accessorie, sono sta- ti pari al 3,27% (3,38 nel mese preceden- te); quelli sulle nuove erogazioni di cre- dito al consumo al 9,24% (9,34% ad ago- sto).

I tassi d'interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie di importo fino a 1 milione di euro sono scesi al 3,60%

(3,97% nel mese precedente); quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a ta- le soglia sono invece saliti al 2,43% dal 2,20% di agosto.

I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,79%

(0,81% ad agosto).

(5)

MARTEDÌ11NOVEMBRE2014

conquiste

del

lavoro TERRITORIO & IMPRESE

P

alermo (nostro servizio) - Sette modelli di auto fra i quali una city car, con la pri- ma produzione a partire dal primo semestre del 2016 e il rias- sorbimento di 760 operai ex Fiat, entro il 2018. L'orizzonte sembra meno cupo per i lavoratori ex Fiat di Termini Imerese. Il ministero del- lo Sviluppo Economico, infatti, ha rassicurato i sindacati, conferman- do la solidità finanziaria del piano Grifa, nel corso dell'ennesimo tavo- lo sul futuro dei lavoratori termita- ni.

Il piano che dovrebbe far riaprire i cancelli dello stabilimento del pa- lermitano chiuso ormai da tre an- ni, è solido, potrà contare sui 100 milioni di euro messi a disposizio- ne dallo stesso gruppo automobili- stico e sul contributo della banca brasiliana Brj, che ha inviato ad In- vitalia la lettera di adesione al fi- nanziamento, ha ribadito il vice mi- nistro Claudio De Vincenti.

“Abbiamo chiesto una accelerazio- ne sui prossimi step per giungere all'avvio del piano industriale, pri- ma di tutto la firma del nuovo ac- cordo di programma per sollecita- re anche in quella sede la richiesta di salvaguardia dell'indotto, dob- biamo dare risposte certe ai lavora- tori, ormai esasperati”, affermano Ludovico Guercio, segretario Fim Cisl Palermo Trapani, e Giovanni Scavuzzo, segretario provinciale Fim.

La Grifa ha confermato le garanzie rispetto ai propri impegni finanzia- ri che complessivamente ammon- teranno a 100 milioni di euro, la pri- ma tranche per l'avvio, 25 milioni saranno disponibili presto, rassicu- ra il Mise. Entro il 15 dicembre do- vrà essere conclusa la procedura di cessione del ramo d’azienda per procedere fino all'avvio delle attivi- tà con la cassa integrazione. “Le ga- ranzie assunte dal governo rispet- to alla tenuta finanziaria dell’ope- razione industriale – spiega Ferdi- nando Uliano, segretario naziona- le Fim Cisl - per noi rappresentano una certezza che avrà il suo compi- mento con la definizione dell'istrut- toria di Invitalia”.

Saranno sette i modelli che verran- no realizzati nello stabilimento di Termini entro il 2018. Il primo mo- dello su una piattaforma del seg- mento “A”, un’auto ibrida, a cui se- guiranno altri due modelli sulla me- desima piattaforma e che vedrà il primo prototipo a marzo 2016 e la produzione nel secondo semestre 2016. Successivamente verrà pro- dotta una city car elettrica a cui se- guiranno gli altri modelli. La produ- zione a regime per il 2018 sarà di 35mila vetture all'anno. “Nell’illu- strazione del piano abbiamo ri- scontrato alcune prime conferme rispetto alla concretezza della fattibilità industriale del progetto che necessita di ulteriori approfon- dimenti, in particolare il collega- mento temporale con l’assorbi- mento occupazionale di tutti i di- pendenti entro il 2018”, aggiunge Uliano.

Resta da definire il futuro dell'in- dotto. “Bisogna subito procedere con la firma dell'accordo di pro- gramma quadro e l'avvio anche del progetto di Mossi e Ghisolfi, che prevede l'inserimento di circa 200 lavoratori. Troppo tempo è sta- to perso - aggiunge Mimmo Milaz- zo, segretario Cisl Palermo Trapani - e nonostante le rassicurazioni di oggi del Mise sulla solidità finanzia- ria del piano Grifa, l'unica cosa che può rassicurare davvero i lavorato- ri, dopo anni di attesa, sono i fatti”.

Il prossimo incontro è già stato fis- sato per il 17 novembre. Al centro del tavolo ci saranno le condizioni economiche e normative di trasfe- rimento dei lavoratori, nonché in- centivi per la mobilità volontaria che dovrebbero essere messi in campo dalla Fiat.

Angela Di Marzo

Termini,Grifafasulserio

Meridiana.

Continua il confronto tra azienda e sindacati

Gela, accordo

di riconversione importante che mantiene nel sito

produzione e occupazione

G

iornata di protesta so- lidale per i lavoratori di Meridiana. Ieri a Olbia i dipendenti in lotta contro

i licenziamenti hanno por- tato il sostegno ai giornali- sti e ai tecnici dell'emitten- te televisiva 5 Stelle Sarde- gna, i cui lavoratori sono in cassa integrazione da ol- tre 4 anni e da 6 mesi so- no in stato di agitazione.

Sotto la torre faro dell'ae- roporto Costa Smeralda, diventata ormai il simbo- lo della protesta a 35 me- tri di altezza, è invece arri- vata una delegazione di una cinquantina di operai

dell'Alcoa di Portovesme.

“Siamo qui non solo per solidarietà, ma per lancia- re un appello alla politica - ha spiegato Rino Barca della Fim Cisl -. Le istituzio- ni si devono rimboccare le maniche e darsi da fare per sbloccare le tante ver- tenze aperte, dal sud al nord della Sardegna. So- no numerose le imprese, come Meridiana, che stan- no soffrendo e che atten- dono dalla politica un'in-

versione di tendenza che, però, tarda ad arrivare”.

Al suo 27esimo giorno di protesta, il pilota Andrea Mascia ha accolto con en- tusiasmo il gruppo di ca- schetti. Oggi la trattativa tra i sindacati e il manage- ment della compagnia ae- rea proseguirà a Olbia con l'apertura del tavolo per gli esuberi di Meridia- na Maintenance, mentre domani sarà la volta di Meridiana Fly.

Jobs Act, Fisascat critica su riforma ammortizzatori.

Raineri:

rischio occupazione

Servizio a pagina 7

C’era una volta Fiat. Dopo tre anni di stop il sito siciliano può rinascere grazie alle tecnologie verdi: in arrivo sette modelli

a pagina 7

Alla fine ha tirato in ballo anche la Costituzione, Maurizio Landini, per denunciare la fuga di Fiat dall’Italia.

“Ha cambiato nome ed è andata all’estero”.

Nemmeno si trattasse di un latitante: ma non risulta che Marchionne e John Elkann siano ricorsi alla plastica facciale.

Invece pare che - numeri, non opinioni -

il Lingotto

sia ancora vivo e lotti insieme a noi.

Lo si ricava

da un’elaborazione della Fim - curata da Gianni Alioti - di cui a fianco vedete due grafiche significative.

Si riferiscono ad alcuni indicatori che per

un costruttore rivestono una certa importanza:

fabbriche, occupazione, ricerca. E, sorpresa, dicono che questa sposa tradita - l’Italia - conserva un peso determinante

nella nuova galassia di Fca.

Qualcuno avvisi Landini

Lingotto

in fuga dall’Italia?

Una bufala targata Fiom:

ecco i numeri

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MARTEDÌ11NOVEMBRE2014

6 conquiste

del

lavoro cronache

L

e lavoratrici e i lavoratori Eni di Genova riuniti in assem- blea hanno deciso di sostenere i cittadini e i commer- cianti colpiti dall'alluvione devolvendo due ore di retribu- zione che sarebbero state impiegate con un'azione di sciopero. I soldi andranno al Fondo pro Alluvionati aperto da Cgil, Cisl e Uil Genova (Cgil Cisl Uil Pro alluvionati Geno- va 2014 Iban: IT 94N0617501400000007168580 Numero di conto: 71685,80).

I sindacati di categoria ricordano che Eni “in assenza di un piano industriale adeguato, ha previsto la dismissione di alcune raffinerie e la vendita della Sapiem - si legge in una nota - In questo contesto si inserisce la vertenza locale che coinvolge i dipendenti di Genova. Il timore dei lavora- tori e dei sindacati è di dover subire ancora una volta una riduzione delle attività e il taglio dei posti di lavoro”.

P

rotestano contro la decisione del comandante di procedere con la rotazione degli incarichi per combattere possibili fenomeni di corruzione.

E così i vigili urbani di Roma oggi saranno in agita- zione con possibili disagi al traffico.

Ieri una riunione è stata indetta dai sindacati del- la municipale di Cgil, Cisl e Uil per contestare il provvedimento annunciato dal comandante dei vigili urbani. In casa sindacale rivendicano profes- sionalità e senso del dovere: ”Non siamo corrot- ti” .

L’adesione stimata dai sindacati è di circa 4mila vigili che parteciperanno alle assemblee.

Saranno comunque garantiti i servizi della sala ra- dio e le pattuglie dell’infortunistica stradale.

“Fatecilavorare”, eCarrarachiede

un’altrastrada

R

oma (nostro servizio). “Permet- teteci di lavorare: lasciateci rea- lizzare la strada alternativa”, è lo slogan delle circa 300 perso- ne che hanno occupato un ponte ad Avenza, nel comune di Carrara, dove nei giorni scorsi il torrente Carrione ha esondato e dove prosegue, purtroppo, l’ondata di maltempo, che sta avendo effetti devastanti sul territorio.

I manifestanti sono i dipendenti delle ditte che si trovano vicino al corso d'ac- qua, e che sono state costrette a chiu- dere i battenti per gli effetti dell’alluvio- ne. Chiedono che le istituzioni mettano le loro aziende in condizione di riapri- re, in particolar modo costruendo una strada temporanea per raggiungere quelle ancora isolate.

Le aziende interessate sono tutte se- gherie del marmo, attività diffusissima nella zona. In un volantino i lavoratori chiedono al “sindaco di concedere l'au- torizzazione a realizzare una strada al- ternativa da utilizzare solo per questo periodo di emergenza che permetta a tutti di continuare la propria attività”.

“La richiesta dei lavoratori è sacrosan- ta - commenta Ottavio De Luca, segre-

tario generale della Filca-Cisl Toscana - e dimostra il grandissimo senso di re- sponsabilità e la forza di volontà di que- sta gente, che non si lascia abbattere dai drammatici eventi di questi giorni.

Con coraggio, collaborazione e deter- minazione, riusciremo ad archiviare an- che questa pagina triste della nostra Regione, ma è indispensabile l’impe- gno delle istituzioni”, sottolinea De Lu- ca.

Sulla necessità di mettere il territorio in sicurezza è tornato Domenico Pesen- ti, segretario generale della Filca-Cisl nazionale: “Territori importanti della nostra nazione tornano a pagare un prezzo altissimo a causa del dissesto del territorio. Mi chiedo come mai, no- nostante il rischio idrogeologico sia dif- fusissimo in tutta Italia, perché interes- sa l’82% dei Comuni, gli interventi con- tinuino ad essere un miraggio. Tra l’al- tro gli interventi di messa in sicurezza del territorio - spiega Pesenti - verreb- bero a costare meno di quanto si spen- de per i danni subiti da frane, alluvioni, smottamenti, esondazioni, senza con- tare i danni incommensurabili provoca- ti dal sacrificio di vite umane”.

Vanni Petrelli

Roma.

Oggi stop vigili urbani contro la

”proposta antitruffa” del comandante Emergenza

Genova.

I dipendenti di Eni devolvono due ore di sciopero

Bergamo. In Tribunale vittoria Cisl, reintegro in una residenza sanitaria: erano state denunciate irregolarità L’acqua minaccia le aziende, i dipendenti si mobilitano

FondazioneHonegger

Sentenzariconosce diritti lavoratrici B

ergamoservizio).ria! Vittoria su tut-(nostro“Vitto-

ta la linea”.

L’entusiasmo di Giulio Pennacchia, operatore Fp Cisl di Bergamo, e so- prattutto delle lavoratri- ci della Fondazione Ho- negger è contagioso. A oltre un anno di distan- za dai fatti, il tribunale di Bergamo ha dato ra- gione alle operatrici sa- nitarie della struttura della Valle Seriana che denunciarono la situa- zione insostenibile in una casa di cura che la- sciava per molte ore di notte soli i malati di Al- zheimer ricoverati nel reparto.

La notizia suscitò scalpo- re e interesse dei media non solo locali, tanto che la direzione della struttura non trovò di meglio da fare che so- spendere dal lavoro e decurtare lo stipendio delle dieci lavoratrici che si erano rivolte al sindacato per denuncia- re la situazione, lamen- tando un danno di im- magine l’uscita delle no- tizie, anche se molti di- pendenti già da tempo

segnalavano la situazio- ne.

Quattro di queste lavo- ratrici, assistite dalla Fp Cisl, si sono rivolte al Tri- bunale per vedere rico- nosciuti i propri diritti e stabilire una verità che l’atteggiamento della Fondazione rischiava di far travisare.

E nei giorni scorsi il tribu- nale di Bergamo, con il giudice Monica Berton- cini, ha annullato “le sanzioni disciplinari pari a un giorno di sospensio- ne e condanna la Fonda- zione Honegger alla re- stituzione di quanto trattenuto, oltre a inte- ressi legali e rivalutazio- ne dal dovuto al saldo”.

Piena soddisfazione in casa sindacale. “Il Tribu- nale ha stabilito che le lavoratrici hanno detto

la verità - dice Pennac- chia -. La Cisl ha sempre ritenuto inaccettabile la scelta della Fondazione di punire delle lavoratri- ci che hanno chiesto al sindacato un intervento di responsabilità e tute- la di lavoratrici e utenti che, anche a detta del di- rettore sanitario erano lasciati soli per ore du- rante la notte. Così co- me ha sempre ritenuto inaccettabile l’atteggia- mento dei responsabili della Fondazione Ho- negger teso alla repres- sione della libertà di espressione, dell’eserci- zio della rappresentan- za e della libera azione sindacale, principi cardi- ne di un sistema demo- cratico. Il sindacato è il legittimo interlocutore dei lavoratori e delle la-

voratrici ed è luogo di di- fesa dei diritti del loro la- voro, ma anche della di- gnità dei cittadini, so- prattutto in condizione di disagio”.

La vicenda fu portata agli onori delle crona- che nel marzo del 2013, quando le lavoratrici si rivolsero ai sindacati.

“Siamo andati a parlare con il presidente della fondazione - ricorda Pennacchia - e ci disse che non c’erano irrego- larità: i 1.220 minuti set- timanali di cura per pa- ziente erano garantiti e i malati non restavano mai soli. Quando però siamo andati a parlare con i dipendenti, ci è sta- ta raccontata una realtà diversa”. Una situazio- ne che è stata messa ne- ro su bianco dai sindaca-

listi e firmata dagli ope- ratori della struttura al- binese: l'incastro dei tur- ni tra operatori socio-sa- nitari (Oss), infermieri professionali e ausiliari socio-assistenziali (Asa) lasciava scoperto in al- cune fasce d’orario pro- prio il reparto Alzhei- mer. Nello specifico, i pazienti sarebbero stati completamente soli tra le 20.30 e le 23, tra l'1.30 e le 2 di notte e an- cora tra le 5 e le 5.30.

“Un racconto che mi la- sciò basito - sottolinea Pennacchia -. In tanti an- ni nelle strutture della provincia una cosa del genere non l’avevo mai sentita. In quelle ore il reparto potrebbe diven- tare un far west, con pa- zienti disorientati, inca- paci di distinguere tra

ore notturne e diurne”.

Infine. “Si è conclusa po- sitivamente una vicen- da paradossale - dice Mario Gatti, segretario generale Fp Cisl Berga- mo - che ha colpito del- le lavoratrici che si pre- occupavano solo della salvaguardia dei pazien- ti, senza per questo vo- ler nuocere all’azienda.

Dispiace comunque che si sia arrivati a una deci- sione del tribunale per questa vicenda, nono- stante avessimo tenta- te tutte le strade per una conciliazione. Ades- so sarebbe importante aprire il dibattito sulle responsabilità, dopo che la Cisl ha subito at- tacchi e accuse che la sentenza ribalta comple- tamente”.

Stefano Contu

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MARTEDÌ11NOVEMBRE2014

7 conquiste

del

lavoro vertenze

A

d oggi nei settori del terziario sono oltre 150mila gli occupati coinvolti dalle procedure di mobilità avviate dalle aziende in crisi ed interessati dalla cigs, la cassa integrazione guadagni stra- ordinaria che, con il varo del Jobs Act, si appresta a cambiare orientamento, intervenendo solo nei casi di “temporanea inattivi- tà dei lavoratori”, quando cioè l’iter della mobilità si conclude con il reinserimento lavorativo. La Fisascat Cisl esprime forti perplessi- tà sul cambio di destinazione della cigs che escluderebbe dunque i lavoratori coinvolti dalla cessazione di attività aziendale o di un ramo di essa, per i quali non sarebbe autorizzata l’erogazione del- l’integrazione salariale. Per la Fisascat l’applicazione dell’inter- vento legislativo rischierebbe di generare una nuova ondata di disoccupazione. “È urgente che il Governo pianifichi gli interventi dell’Agenzia Nazionale per l’occupazione - ha dichiarato il segreta- rio generale della categoria cislina Pierangelo Raineri - Il proble-

ma del lavoro in Italia non riguarda purtroppo solo i milioni di giovani e donne disoccupati ma anche i migliaia di over 40 usciti dal mercato e per i quali sarà necessario definire ed avviare al più presto percorsi di formazione professionale finalizzati alla rioccupabilità”. Un processo, ha poi spiegato Raineri, dove gioche- ranno un ruolo fondamentale anche i fondi interprofessionali per la formazione continua e la bilateralità di settore. “La bilateralità potrebbe anche divenire lo snodo per il sostegno al reddito dei lavoratori dei diversi settori terziario coinvolti dalle crisi e dalle ristrutturazioni aziendali – ha concluso Raineri – Nelle trattative aperte per i rinnovi dei contratti nazionali di settore, a cominciare da quelli del terziario, della distribuzione e dei servizi e del turi- smo, tenteremo ancora di sfruttare l’opportunità sulla costituzio- ne dei Fondi di Solidarietà Bilaterali con lo scopo di avviare un sistema di sostegno al reddito ad hoc per ogni singolo comparto”.

Lamusica

alzailvolume

È

stato sottoscritto l’accordo sulla raffineria di Gela in una situazione industriale molto dif- ficile con indicatori economici che dimostrano, come abbiamo sostenuto più volte, che la crisi non è semplicemente congiuntu- rale ma strutturale. Una crisi che è peggiorata in Italia e in Eu- ropa, con una riduzione dei con- sumi petroliferi del 30% rispetto al 2006 e politiche governative che continuano a considerare i carburanti come un bancomat per reperire risorse. In questo

contesto, anche il sito di Gela ha subito perdite per oltre 2 miliar- di di euro dal 2009 ad oggi.

Per questo motivo l'accordo di ri- conversione dell’intera area, fir- mato al Mise, il 6 novembre scor- so, è ancora più importante per- ché mantiene la vocazione indu- striale e produttiva del sito, sal- vaguarda i lavoratori interessati diretti ed indiretti e la loro indi- scussa professionalità e compe- tenza.

Inoltre l’accordo avrà l’effetto di incentivare l’utilizzo dopo la

bonifica, di incoraggiare l’utiliz- zo di aree industriali infrastrut- turate da mettere a disposizione per attività produttive del terri- torio.

In tale contesto l‘azione sindaca- le ha fatto sì che l’Eni predispo- nesse un programma industriale di sviluppo con un programma di investimento che prevede com- plessivamente un investimento pari a 2,2 miliardi di euro.

Sergio Gigli segretario generale Femca Cisl

H

anno smesso i loro vestiti di scena, pog- giato gli archetti nel- le custodie accanto ai loro strumenti e sono sce- si in strada per difendere i lo- ro posti di lavoro. Sono gli or- chestrali, i cantanti, i balleri- ni, i macchinisti, i sarti e tut- te le altre figure professiona- li che fanno del teatro lirico italiano un patrimonio arti- stico unico al mondo. E’ acca- duto ieri mattina, in piazza Santi Apostoli, a Roma, in oc- casione della manifestazio- ne dei dipendenti delle fon- dazioni lirico-sinfoniche pro- clamato dai sindacati di cate- goria Slc Cgil, Fistel Cisl, Uil- com Uil e Fials.

Solo pochi giorni fa il mini- stro della Cultura, Dario Franceschini, intervenendo ad un dibattito su Expo e cul- tura alla Fondazione del Cor- riere della Sera, ha sostenu- to che “quattordici fondazio- ni lirico sinfoniche sono trop- pe per le risorse del Paese”.

Come rappresentante di un governo il cui premier ad ogni pie’ sospinto si riempe la bocca di parole come “ri- lancio” e “speranza” non c’è male.

L’idea di fondo della politica - di destra e di sinistra, evi- dentemente - negli ultimi vent’anni non è cambiata:

con la cultura non si mangia ed i soldi pubblici destinati allo spettacolo sono un co- lossale spreco. Chiaro, dun- que, che il primo obiettivo contro cui scagliarsi sia rap- presentato proprio dalle fon- dazioni liriche.

Franceschini non ci ha girato intorno: “Queste fondazioni assorbono il 77% degli inter- venti dello Stato a favore del- la musica, il 47% del Fus e in più altri 125 milioni di euro per risanare quelle che stava- no per fallire. Questo siste- ma italiano che salva chi ha gestito male le Fondazioni a scapito di quelle virtuose va chiuso”. Non fa una piega.

Peccato che il ministero una responsabilità su questo an- dazzo ce l’abbia eccome. Ne sapeva qualcosa l’ex mini- stro Bray che, con la legge che reca il suo nome, punta- va a favorire il risanamento finanziario di tutte le fonda- zioni lirico sinfoniche a pat- to che queste emanassero dei veri e propri piani indu- striali. Senza tale adempi- mento la legge stabilisce che

al 31 dicembre 2016 si potrà procedere alla liquidazione coatta amministrativa, in una parola: fallimento.

Ebbene - è la denuncia dei sindacati - “ad oggi nessuno dei piani industriali negozia- ti, come previsto dalla Legge Bray per il loro risanamento, è stato ufficialmente valida- to dagli organi competenti e all’interno di tali piani solo alcune Fondazioni hanno re- so noti gli accertamenti sulle proprie situazioni debitorie, peraltro non in modo esau- stivo”. Non solo. La stessa in- determinatezza i sindacati la rilevano perfino nella rela- zione che il commissario straordinario Pier Francesco Pinelli ha consegnato alla VII commissione permanente Istruzione Pubblica, Beni Cul- turali, Ricerca Scientifica, Spettacolo e Sport del Sena- to nel corso dell’audizione dello scorso 29 ottobre.

Da qui la richiesta di accesso formale agli atti amministra- tivi in questione presentata dalle organizzazioni sindaca- li, inviandone copia alla Pro- cura generale e regionale della Corte dei conti e, per conoscenza, al ministero del- la Cultura. Una iniziativa - sottolineano i sindacati - as- sunta con l’obiettivo di ripor- tare l’operazione di “salva- taggio” delle fondazioni liri- co sinfoniche italiane inizia- ta dal ministro Bray, sugli stessi binari l’avevano ispira- ta e che ne prevedeva, inve- ce che la dismissione, un tempestivo risanamento pro- pedeutico ad una vera legge di riforma. Ma questo a Fran- ceschini sembra non interes- sare. Ed ecco perché, tra i rappresentanti dei lavorato- ri, è forte il sospetto che die- tro le roboanti dichiarazioni del ministro della Cultura, si celi l’intenzione di protegge- re gli interessi degli istituti bancari interessati a scapito della corretta gestione delle Fondazioni Lirico Sinfoniche e, specificatamente, dei lavo- ratori che in esse operano.

Se così fosse, quanto accadu- to al Teatro dell’Opera di Ro- ma - e che auspicabilmente in queste ore sta trovando una possibile soluzione con- cordata tra il teatro e le orga- nizzazioni sindacali - non è che un’avvisaglia di quello che potrebbe accadere nel breve futuro.

Ester Crea

Jobs Act, riforma ammortizzatori nel mirino della Fisascat.

Raineri: rischio occupazione Gela, accordo di riconversione importante che mantiene nel sito produzione e occupazione

Il caso. Protesta nazionale delle Fondazioni lirico-sinfoniche contro i tagli

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MARTEDÌ11NOVEMBRE2014

8 conquiste

del

lavoro zoom

Centomila statali in Piazza, il doppio di quanto avevano previsto i sindacati. La rabbia dei lavoratori pubblici, fiaccati da cinque anni di austerity che per loro ha avuto un conto salatissimo (16 miliardi solo dal blocco contrattuale),

è tutta nei numeri che raccontano la partecipazione enorme alla manifestazione di sabato a Roma.

Una manifestazione unitaria e intersettoriale, voluta dai sindacati per chiedere al governo Renzi lo sblocco del contratto, promesso e poi smentito dal ministro Madia, e una vera riforma della Pubblica Amministrazione.

Richieste importanti che i lavoratori pubblici porteranno ancora avanti. Perché la mobilitazione non si ferma.

“Qualcuno pensa che bastano due slide, una consultazione online per fare le riforme - ha detto Annamaria Furlan dal palco della manifestazione -: non abbiamo bisogno di finte riforme ma di riforme vere, i cui i protagonisti siano

i lavoratori”. Senza il confronto, è il messaggio lanciato da Piazza del Popolo, il governo non porterà in porto riforme strutturali, nel pubblico come altrove. “Davanti al disastro del Paese - ha aggiunto Furlan - nessuno

può pensare di fare da solo o con pochi intimi, scelti a propria immagine e somiglianza”

Riferimenti

Documenti correlati

I Segretari Generali della CGIL, Maurizio Landini, della CISL, Anna Maria Furlan, e della UIL, Carmelo Barbagallo, nel ringraziare il Ministro del Lavoro e della

Interventi “addizionali”: le risorse addizionali (200 milioni di euro) sono funzionali alla realizzazione di iniziative di rafforzamento dei Centri per l’Impiego:

Il riuso a scopo irriguo di acque reflue depurate, in combinazione con strategie di irrigazione deficitaria, può rappresentare una valida alternativa per la

- sviluppo di nuove macchine per l’estrazione dei succhi di ficodindia e melograno anche attraverso l’adattamento di macchine già in commercio per la trasformazione industriale

Il riuso a scopo irriguo di acque reflue depurate, in combinazione con strategie di irrigazione deficitaria, può rappresentare una valida alternativa per la

- sviluppo di nuove macchine per l’estrazione dei succhi di ficodindia e melograno anche attraverso l’adattamento di macchine già in commercio per la trasformazione industriale

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Come detto in precedenza la tariffa deve comunque assicurare la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio relativi al servizio. A partire dal 2016 i costi