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L Potenziare le cure primarie e l’assistenza di base

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Academic year: 2022

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p r o s p e t t i v e

M.D. Medicinae Doctor - Anno XXV numero 8 - novembre-dicembre 2018 11

L

a nuova sfida che è stata lanciata ad Astana (Kazaki- stan) durante la Conferenza globale sull’assistenza primaria - che ha celebrato i 40 anni della Di- chiarazione di Alma-Ata, cercando di apporre un nuovo tassello nel progetto “salute per tutti” - è rap- presentata dalla evidenza che il potenziamento dell’assistenza sa- nitaria di base e il mettere la per- sona al centro, rappresenta il mo- do migliore per risolvere in manie- ra sostenibile ed efficace le princi- pali criticità dei sistemi sanitari e socio sanitari. Chi però sperava che la medicina di famiglia fosse specificatamente inclusa nella di- chiarazione è rimasto deluso. La bozza pubblica precedente inclu- deva diverse discipline necessarie nel team di assistenza sanitaria primaria (PHC), ma queste sono state tutte rimosse nella versione finale firmata dagli Stati membri.

Ciò non toglie che la medicina di famiglia sia stata menzionata più volte durante le sessioni plenarie;

inoltre, diversi eventi collaterali durante la Conferenza globale sull’assistenza sanitaria primaria hanno messo in luce il lavoro e la portata dei medici di famiglia,

compresa la presentazione di pra- tiche familiari nella regione del Mediterraneo orientale: copertura sanitaria universale e assistenza primaria di qualità.

þ Le aree da potenziare

La Dichiarazione di Astana però esorta ad un rafforzamento delle scelte politiche governative per estendere i servizi sanitari di base attraverso un efficiente sistema di allocazione delle risorse.

Sette sono le aree di lavoro indi- cate:

1 ricerca, conoscenza ed espe- rienza;

2 formazione e sviluppo delle ri- sorse umane nelle aree rurali e meno sviluppate;

3 uso delle tecnologie informati- che per proteggere i dati personali, monitorare le malattie;

4 migliorare l’accesso, la qualità e il coordinamento dei servizi;

5 finanziamento per un’assisten- za sanitaria di base per ridurre inefficienze e disuguaglianze ver- so chi vive in situazioni di povertà, fragilità e nelle aree di conflitto;

6 promozione, trasmissione e so- stegno alle persone e alle comuni-

tà nella conoscenza e nelle risorse su come mantenere la propria sa- lute e quella di cui ci si prende cu- ra sotto la guida di professioni sa- nitari;

7 sostegno da tutti i portatori di interesse - dai professionisti sani- tari ad accademici, pazienti, fonda- zioni a realtà del settore privato - nel cooperare con uno spirito colla- borativo alla realizzazione di quanto espresso nella Dichiarazione nel ri- spetto dei diritti umani.

“Chiediamo a tutte le parti inte- ressate - conclude la dichiarazione -, operatori sanitari, università, pa- zienti, società civile, partner locali e internazionali, agenzie e fondi, settore privato, organizzazioni reli- giose e altro, di allinearsi alle poli- tiche, strategie e piani nazionali in tutti i settori, attraverso approcci incentrati sulla persona e sensibili al genere e intraprendere azioni congiunte per costruire Primary Health Care più forti e sostenibili verso il raggiungimento di UHC (copertura sanitaria universale).

Sosterremo i Paesi affinché pos- sano destinare risorse umane, tecnologiche, risorse finanziarie e di informazione sufficienti alla Pri- mary Health Care”.

I Paesi di tutto il mondo che fanno capo all’Oms hanno sottoscritto la Dichiarazione di Astana durante la recente Conferenza globale sull’assistenza primaria, promettendo

di rafforzare i loro sistemi di assistenza sanitaria di base. C’è però un piccolo neo:

la versione finale non include più la menzione specifica di medici di famiglia o di altri membri delle squadre di assistenza sanitaria primaria

Potenziare le cure primarie

e l’assistenza di base

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