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ANALISI DI UNA CASISTICA DI 100.000 PERIZIE MEDICO LEGALI SVOLTE PER LE COMPAGNIE DI ASSICURAZIONE

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TAGETE 2-2008 Year XIV

1

THE CORRECT METHODOLOGY FOR THE EVALUATION OF THE BIOLOGICAL DAMAGE FROM TRAFFIC ACCIDENTS ACCORDING TO

THE MINISTERIAL DECREE: STATISTICAL ANALYSIS OF 100.000 MEDICO LEGAL ASSESSMENTS PERFORMED FOR INSURANCE

COMPANIES

LA CORRETTA METODOLOGIA VALUTATIVA DEL DANNO MICROPERMANENTE AI SENSI DEL DM 3 LUGLIO 2003:

ANALISI DI UNA CASISTICA DI 100.000 PERIZIE MEDICO LEGALI SVOLTE PER LE COMPAGNIE DI ASSICURAZIONE

Dr. Giovanni Cannavò* - Dr. Duccio Luchini* *

ABSTRACT

The present study analyzes 100.000 medico legal assessments and considers in how many of them the biological damage from traffic accident have been evaluated more than what it is quoted in the ministerial decree. In particular are considered all the medical examination dealing with the outcomes of a whiplash injury. The data reveal that too often the medico legal specialist evaluates the damage with a score that is higher than in the ministerial decree and the reasons of this exaggerated evaluation are always the same (a pre-existent condition of arthrosis, a vestibular damage, a cervical radicular pain, and even psychiatric disorders caused by the cervical trauma).

The peculiar aspect is that the incidence of these “bad” whiplash injuries is strictly local and so in an area persons are more exposed to a vestibular damage after a cervical trauma, in others area it is more frequent that the whiplash injury causes radicular pain.

The results are very interesting for the insurance sector, in fact exceeding the decree’s evaluations can cause a global increase of the insurance policy costs.

*Specialista medicina legale – Presidente Associazione medico giuridica Melchiorre Gioia

**Specialista medicina legale

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TAGETE 2-2008 Year XIV

2 Il presente studio focalizza l’attenzione su una precisa rilettura delle indicazioni operative e tabellari fornite dal DM 2003, e rivaluta l’effettiva aderenza alle stesse da parte dei medici fiduciari nell’esprimere le valutazioni medico legali.

È stato analizzato il periodo che va dal settembre 2003 al settembre 2007 comprendente un campione di 100.000 perizie in ambito di responsabilità civile, redatte da 250 diversi medici da tutte le regioni italiane.

Le perizie sono state studiate evidenziando innanzitutto l’entità delle lesioni accertate, per verificare se effettivamente sono le micro permanenti a ricoprire la maggior fetta del risarcimento da responsabilità civile, quindi le tipologie di lesione più frequentemente riscontrate con i distretti corporei maggiormente interessati, infine le valutazioni fornite e soprattutto la loro conformità o meno a quanto indicato nel DM e, nel caso, i motivi di un’eventuale allontanamento da tali direttive.

Innanzitutto si è cercato di individuare qual’è il range di percentuale di invalidità più frequentemente assegnato ai postumi ed i risultati hanno mostrato che la fascia maggiormente rappresentata è quella da 0.5 a 9 (82.8% dei casi), seguita poi dall’assenza di postumi ovvero 0 (14.5% dei casi) e quindi dalla fascia con valutazione superiore al 9 (2.7% dei casi), come si evince dalla Tabella seguente.

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3 Tabella n. 1

Tra le perizie con una valutazione nel range 0.5-9, il valore più frequentemente assegnato è 2 (39%), seguito da 1 (38.3%) e poi in ordine decrescente i valori sempre maggiori.

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Pratiche con lesioni varie - Distribuzione Valutazione 0 < IP ≤ 9

38.3% 39.0%

11.2%

4.6% 2.6% 1.6% 1.1% 1.0% 0.6%

0.0%

5.0%

10.0%

15.0%

20.0%

25.0%

30.0%

35.0%

40.0%

45.0%

1 2 3 4 5 6 7 8 9

VALUTAZIONE IP ≥ 1 <9

IP%

1 31664 38.3%

2 32320 39.0%

3 9232 11.2%

4 3844 4.6%

5 2153 2.6%

6 1286 1.6%

7 951 1.1%

8 798 1.0%

9 522 0.6%

Distribuzione Valutazione delle

Distribuzione Valutazione delle Micropermanenti Micropermanenti Percentuali sulle 82770 perizie con IP

Percentuali sulle 82770 perizie con IP maggiore di 0 e minore/uguale a 9 maggiore di 0 e minore/uguale a 9

Tabella n. 2

All’interno della quota di perizie in cui la valutazione è superiore al 9%, si assiste ad un ordine di frequenza decrescente all’aumentare dei valori, infatti la fascia tra 9 e 20 compare il 78.5% delle volte, la fascia tra 20 e 50 il 18.4% mentre valori superiori al 50% vengono assegnati soltanto nel 3% dei casi, come si vede in questa tabella.

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IP%

> 9 - ≤ 20 2156 78.5%

> 20 - ≤ 50 506 18.4%

> 50 83 3.0%

Percentuali sulle 2745 perizie con IP maggiore di 9 Percentuali sulle 2745 perizie con IP maggiore di 9

> 9 - ≤ 20

Pratiche con lesioni varie - Distribuzione Valutazione IP > 9

78.5%

18.4%

3.0%

0.0%

10.0%

20.0%

30.0%

40.0%

50.0%

60.0%

70.0%

80.0%

90.0%

9-20 20-50 >50

VALUTAZIONE INVALIDITÀ PERMANENTE > 9

> 9 - ≤ 20 > 20 - ≤ 50 > 50 Tabella n. 3

Confermato quindi che la fetta maggiore del risarcimento riguarda lesioni micro permanenti, siamo passati ad analizzare quali sono i distretti corporei prevalentemente interessati dalle lesioni. Ovviamente il trauma distrattivo al rachide cervicale è risultato comprendere il 44% di tutte le lesioni quando compare come unica lesione riscontrata, mentre se in associazione con altri traumatismi in diversi distretti corporei, arriva a coprire il 72% di tutte le lesioni (Tabelle n. 4 e 5).

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Colpo di Frusta come Lesione Unica Colpo di Frusta come Lesione Unica

Campione Completo di 100.000 perizie Campione Completo di 100.000 perizie

Colpo di Frusta come Lesione Unica

44.00%

56.00%

colpo di frusta come lesione unica altro

Tabella n. 4

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TAGETE 2-2008 Year XIV

7

Colpo di Frusta associato ad Colpo di Frusta associato ad

altre Lesioni altre Lesioni

Campione Completo di 100.000 perizie Campione Completo di 100.000 perizie

Colpo di Frusta fra le Lesioni

72.00%

28.00%

colpo di frusta fra le lesioni altro

colpo di frusta associato ad altre lesioni altro

Tabella n. 5

Tra i distretti corporei più spesso associati al trauma distorsivo del rachide cervicale si trovano il rachide lombare, quindi la spalla, il cranio e il ginocchio, mentre, in assenza di colpo di frusta, le lesioni più frequenti riguardano il ginocchio, a seguire, la spalla, la caviglia e il rachide lombare.

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TAGETE 2-2008 Year XIV

8

Nelle perizie prese in esame (100.000) Nelle perizie prese in esame (100.000)

le lesioni pi

le lesioni più ù frequenti frequenti

Colpo di Frusta 72%

e Lesioni Associate Colonna vertebrale cervicale 8%

/ altro

Colonna vertebrale cervicale 1%

/ Polso

1%

Colonna vertebrale cervicale / Colonna vertebrale dorsale (toracica)

Colonna vertebrale cervicale 2%

/ Parete toracica (costa/e) Colonna vertebrale cervicale 3%

/ Ginocchio

Colonna vertebrale cervicale 3%

/ Cranio

Colonna vertebrale cervicale 5%

/ Spalla

Colonna vertebrale cervicale 6%

/ Colonna vertebrale lombare

44%

Colonna vertebrale cervicale Diagnosi Medico Legale

28%

Lesioni Senza Colpo di Frusta 15%

altro

1%

non compilata

1%

Spalla / Ginocchio

1%

Parete toracica (costa/e)

1%

Polso

1%

Cranio

1%

Gamba

1%

Colonna vertebrale lombare

1%

Caviglia

2%

Spalla

Diagnosi Medico Legale

Ginocchio 3%

Tabella n. 6

Siamo, poi, passati ad analizzare le valutazioni medico legali assegnate alle lesioni, con riferimento alle indicazioni del DM 3 luglio 2003, riguardo ai valori tabellari ed alla loro metodologia di applicazione. Il testo premette che il valore ed il significato della tabella di valutazione è indubbiamente quello di perseguire la massima omogeneità scientifica e riproducibilità del giudizio valutativo a parità di diagnosi delle infermità e menomazioni conseguenti. Prosegue poi ricordando che i valori tabellari restano comunque indicativi,

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9 essendo il danno biologico, anche nella sua componente percentualizzabile, contrassegnato da una variabilità misurata sulle caratteristiche individuali della persona lesa, quali ad esempio, lo stato anteriore, l’eventuale incidenza biologica dell’età e/o della differenza di sesso sulla tipologia della menomazione da valutare.

Il DM considera che “ove la menomazione accertata incida in maniera apprezzabile su particolari aspetti dinamico-relazionali personali, lo specialista medico legale dovrà fornire motivate indicazioni aggiuntive che definiscano l’eventuale maggiore danno tenuto conto delle condizioni soggettive del danneggiato, richiamate dal Comma 4 dell’Art 5 della L 57/2001 come modificato dalla L 273/02”, ed anche che “nel caso in cui la menomazione interessi organi od apparati già sede di patologie od esiti di patologie, le indicazioni date dalla tabella andranno modificate a seconda della effettiva incidenza delle preesistenze rispetto ai valori medi”. Da notare che questa seconda precisazione non implica automaticamente che le preesistenze aggravino il danno, quanto piuttosto che possano ridurlo.

Scendendo nel particolare, la tabella individua la seguente voce: “trauma minore del collo, con persistente rachialgia e limitazione antalgica dei movimenti del capo” ed indica un valore pari od inferiore a 2.

Effettivamente nella nostra casistica quasi sempre il medico valutatore resta allineato con le indicazioni del DM in quanto assegna ai postumi di un trauma distrattivo una

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10 valutazione pari od inferiore a due, in particolare nel 11.9% dei casi pari a zero e nel 85.9% dei casi tra 0.5 e 2.

Rimane comunque una percentuale non irrilevante di casi (il 2.1%), nella nostra casisitica, nel quale il fiduciario assegna ad un trauma distorsivo del rachide (cervicale per lo più, ma anche lombare) un valore superiore a 2, ovvero superiore al punteggio massimo previsto dal barème ministeriale.

IP%

0 5218 11.9%

0.5 4903 11.1%

1 15612 35.5%

1.5 10309 23.4%

2 7016 15.9%

>2 942 2.1%

44000

Perizie con Colpo di Frusta come Unica Lesione Perizie con Colpo di Frusta come Unica Lesione

Selezione di 44.000 perizie del Selezione di 44.000 perizie del Campione

Campione

Pratiche con Colpo di Frusta come lesione Unica - Distribuzione Valutazione IP

11.9% 11.1%

35.5%

23.4%

15.9%

2.1%

0.0%

5.0%

10.0%

15.0%

20.0%

25.0%

30.0%

35.0%

40.0%

0 0.5 1 1.5 2 >2

VALUTAZIONE INVALIDITÀ PERMANENTE

Tabella n. 7

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11 Sono proprio questi casi in cui ci si discosta dalle norme tabellari che vogliamo analizzare per evidenziare quali sono le basi scientifiche secondo le quali può essere superato il valore tabellare.

Dall’analisi delle perizie a nostra disposizione emerge che il valore tabellare viene solitamente superato non per quanto previsto dal DM ovvero per una maggiore incidenza su particolari aspetti dinamico-relazionali personali, ma perché vengono considerate delle preesistenze sempre come fattori aggravanti il danno o perché vengono riscontrate alcune menomazioni “accessorie” al colpo di frusta. In particolare si tratta di artropatie (artrosi e/o ernie discali), di esami strumentali vestibolari positivi, di esami Elettromiografici considerati positivi.

Prendiamo quindi in considerazione una per una queste variabili:

- Artrosi e/o Ernie discali

Secondo quanto ormai stabilito sia in ambito clinico-ortopedico che medico legale, le ernie discali rappresentano una patologia che nella maggior parte dei casi trova nel trauma soltanto l’elemento slatentizzante e rivelatore, infatti, se è ovviamente ammessa la loro manifestazione in conseguenza di fratture vertebrali e quindi per traumi diretti, viene ritenuta molto dubbia la loro origine per traumi indiretti. Nel caso di traumi del rachide con meccanismo indiretto, questo per essere considerato come responsabile della formazione di un’ernia deve per lo meno risultare di notevole entità ed ovviamente

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12 dovrà agire, con azione quindi concausale, su un rachide con preesistenti degenerazioni discali.

Ai fini dell’indagine medico legale quindi oltre al riconoscimento di una idonea efficienza lesiva dovrà essere valutata l’esistenza di una stretta correlazione temporale tra il trauma e l’esordio della sintomatologia clinica.

Quando le ernie discali vengono riconosciute di origine post-traumatica in quanto il quadro clinico riscontrato e l’anamnesi soddisfano i requisiti medico legali sopraesposti sono valutate:

- per le cervicali nella misura del 7-10% secondo la guida valutativa del Bargagna, dell’8% per la guida del Luvoni e del 8-12% per il DM 2003.

- per le dorsali nella misura del 4-6% per la guida valutativa del Bargagna.

- per le lombari nella misura del 8-12% per la guida valutativa del Bargagna, del 10%

per il Luvoni e del 8-12% per il DM 2003.

Ebbene nelle perizie da noi esaminate non compare mai una valutazione che consideri l’insorgenza di un’ernia come esito di un trauma indiretto del rachide cervicale (o lombare) ma sono molte le relazioni nelle quali viene considerata la preesistenza di un’ernia discale o comunque di una degenerazione artrosica vertebrale come fattore aggravante che giustifica, secondo i medici valutatori, un punteggio maggiore di poco del 2%.

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13 ARTROPATIE-DISCOPATIE

INCIDENZA REGIONALE

NORD 58%

CENTRO 26,5%

SUD 15,5%

TOT 100%

MAGGIORE INCIDENZA

VENETO 25,5%

LOMBARDIA 12,4%

TOSCANA 9,5%

PIEMONTE 8,4%

UMBRIA 7,8%

EMILIA ROMAGNA 7,1%

TOT PARZ 70,7%

REGIONI RIMANENTI 29,3%

TOT 100%

Tabella n. 8

Da notare che, come sarà anche per tutte le altre condizioni “aggravanti” la valutazione del colpo di frusta, esiste una stretta relazione tra la valutazione medico legale e la zona di provenienza, come se le patologie artrosiche influenzassero la distorsione del rachide in una città più che in un altra.

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14 A nostro avviso, fatta salva ovviamente la facoltà di personalizzare il danno come ricordato anche nei criteri applicativi del DM, la preesistenza di degenerazioni artrosiche vertebrali o di ernie discali può giustificare l’assegnazione del valore massimo contemplato dalla tabella ma non oltre (la sintomatologia esitata da un trauma distorsivo del collo, sarà per lo più sovrapponibile a quella derivante dall’ernia o dall’artrosi vertebrale). Infatti la presenza o meno di tali patologie preesistenti (oltre ovviamente all’esame obiettivo, ad un esauriente studio della dinamica dell’incidente, all’attenta analisi del decorso clinico e della terapia seguita) può aiutare il medico legale nel graduare l’entità della menomazione tra lo 0 ed il 2%, ma non sembra però idonea, per lo meno nei casi comuni, ad oltrepassare il valore medio.

- Sintomatologia vertiginosa strumentalmente accertata

Il DM 2003 considera la voce “Sindrome vertiginosa periferica da asimmetria labirintica compensata, strumentalmente accertata” ed indica una valutazione che va dal 2 al 5%.

Numerosi sono gli studi di ambito clinico e medico legale che hanno analizzato la correlazione patogenetica tra sintomatologia vertiginosa e colpo di frusta cervicale.

Ognuno di questi studi ha fornito alcuni punti fermi da considerare nella valutazione di queste patologie ma le risposte definitive non sono purtroppo molte.

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15 Da un punto di vista strettamente clinico le teorie eziopatogenetiche indicano che il colpo di frusta può determinare effetti lesivi sul sistema dell’equilibrio attraverso un danno isolato o combinato a carico di diverse strutture:

1. Sistema propriocettivo cervicale (iper - eccitazione post-traumatica delle fibre simpatiche collegate ai beta recettori muscolari del collo).

2. Sistema vestibolare periferico (danno labirintico per scuotimento dell’orecchio interno, da cui vertigine otolitica traumatica);

3. Strutture vestibolari centrali (trauma commotivo concussivo nella regione del tronco dei nuclei vestibolari centrali, della porzione bulbare della sostanza reticolare e del nucleo rosso).

Da un punto di vista medico legale sarà però molto importante riuscire a stabilire che effettivamente l’eventuale danno vestibolare sia conseguenza del traumatismo in questione.

A tal fine pertanto risultano imprescindibili alcuni accertamenti clinici e strumentali.

DIAGNOSI CLINICA DEI DISTURBI VESTIBOLARI:

1. valutazione del bilanciamento statico (ricerca del nistagmo spontaneo posizionale /studio del riflesso vestibolo oculomotore canalare);

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16 1. Studio dinamico della funzione vestibolare (studio dell’acuità visiva dinamica,

ricerca del nistagmo da oscillazione – head shaking nystagmus, segni di asimmetria vestibolare)

DIAGNOSI STRUMENTALE DEI DISTURBI VESTIBOLARI:

1. Test calorico 2. Test rotatorio

2. Posturografia statica 2. VEMPSs

Sarà ovviamente l’insieme di tutti questi accertamenti (e non la positività o negatività di alcuni soltanto) che potrà darci un primo indirizzo diagnostico, ma sarà poi necessario un’ulteriore approfondimento sui risultati funzionali per giungere ad un’interpretazione dei dati che sia strettamente correlata anche alla:

1. storia personale dell’infortunato (stato anteriore);

2. dinamica dell’incidente.

Il discorso è lungo e complesso e non può essere liquidato in poche righe ma possiamo per lo meno fornire alcuni punti fermi:

• L’esame clinico e strumentale del sistema vestibolare deve essere eseguito a distanza di circa 15-30 giorni dall’evento traumatico e poi ripetuto nel tempo;

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• Nella maggior parte dei casi il deficit vestibolare va incontro a regressione per l’instaurarsi di meccanismi di compenso;

• Una valutazione medico-legale attendibile del danno vestibolare deve essere eseguita non prima di 12 mesi dall’evento traumatico;

• Prove caloriche positive dopo almeno 24 mesi dal trauma, possono deporre per la presenza o persistenza di postumi vestibolari permanenti.

Riguardo all’analisi delle nostre perizie, numerose sono quelle in cui il medico valutatore, accetta supinamente le conclusioni fornite dalla relazione di parte, senza praticare alcuna revisione critica dei dati clinici e strumentali, basandosi per lo meno sulle indicazioni sopra fornite. Troppo spesso infatti assistiamo a casi in cui i disturbi vestibolari sono preesistenti, oppure sono certificati sulla base soltanto di alcuni esami strumentali ma non dall’insieme di tutte quelle prove sopraesposte che soltanto quando vengono integrate sono in grado di fornire una diagnosi corretta, oppure sono evidenziate da prove strumentali corrette e complete ma effettuate a troppo breve distanza dal trauma (anche soltanto di qualche mese), altre volte le prove vestibolari compaiono improvvisamente, a guarigione avvenuta, senza che mai nel periodo di malattia siano state evidenziate nella sintomatologia lamentata dal paziente, quasi sempre infine non viene assolutamente considerata la reale entità del trauma e quindi la sua efficienza lesiva.

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18 A conferma di ciò i dati da noi rilevati sull’incidenza degli esami vestibolari positivi nelle diverse regioni italiane che ancora una volta mostrano come i colpi di frusta vengano complicati da sintomatologia vestibolare solo in alcune città italiane, con conseguenti considerazioni molto stimolanti sul piano “scientifico” del problema.

VERTIGINI

INCIDENZA REGIONALE

NORD 45,5%

CENTRO 44,5%

SUD 10,0%

TOT 100%

MAGGIORE INCIDENZA

VENETO 30,9%

TOSCANA 26,4%

LOMBARDIA 8,2%

MARCHE 6,4%

SARDEGNA 5,5%

CAMPANIA 5,5%

TOT PARZ 82,9%

REGIONI RIMANENTI 17,1%

TOT 100%

Tabella n. 9

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19 - Sofferenza radicolare strumentalmente accertata.

È presente nella tabella del DM 3 luglio 2003 una voce che già considera l’ipotesi di un colpo di frusta “aggravato” ovvero quando questo abbia comportato, oltre alla consueta sintomatologia dolorosa e la riduzione dell’articolarità, anche dei disturbi a carico delle radici nervose cervicali. Tale voce tabellare “Esiti di trauma minore del collo con persistente rachialgia, limitazione antalgica dei movimenti del capo e con disturbi trofico sensitivi radicolari strumentalmente accertati” comporta una valutazione tra il 2% ed il 4%.

È infatti ormai accettato su solide basi scientifiche che il meccanismo del trauma distorsivo del rachide cervicale possa provocare uno stiramento delle strutture nervose del collo tale da comportare delle radicolopatie agli arti superiori.

Ovviamente, anche in questo caso sarà importante valutare l’entità del traumatismo, le modalità ed i tempi d’insorgenza della sintomatologia radicolopatica, ma soprattutto l’attendibilità delle prove strumentali, espressamente richieste nella tabella. Si tratta ovviamente della Elettromiografia, metodica che studia il sistema nervoso periferico dal punto di vista funzionale. Lo studio prevede due fasi distinte che si succedono, prima l’elettroneurografia (ENG) per analizzare la conduzione nervosa (consiste nella stimolazione elettrica e nella registrazione di superficie della capacità dei nervi motori di trasmettere comandi ai vari muscoli e dei nervi sensitivi di trasmettere informazioni di senso dai recettori periferici ai centri midollari), poi l’elettromiografia propriamente detta

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20 (EMG) per analizzare l’attività muscolare (che consiste nell'inserzione di un ago elettrodo coassiale nei muscoli da indagare). È ovvio che si tratta di un esame invasivo, anche se non rischioso, e che quindi presuppone delle indicazioni cliniche ben precise per essere effettuato. Fornisce tutta una serie di risposte come la sede del danno e le strutture coinvolte, le cause (traumatiche o degenerative), la gravità del deficit, le modalità di insorgenza del danno (acuto o cronico) e la stabilizzazione o meno del problema.

Ovviamente tali informazioni risultano poi molto importanti dal punto di vista medico legale ma è fondamentale che lo studio venga integrato da tutta una serie di esami clinici e strumentali accessori per poter fornire un’inquadramento esauriente della vicenda. Troppo spesso infatti, nella nostra casistica, le prove strumentali allegate ed interpretate come positive destano molte perplessità. Per esempio non sempre, se lette correttamente, le diagnosi si riferiscono al coinvolgimento dei nervi cervicali alla radice, ma in alcuni casi sono state interpretate come positive sofferenze dei nervi al gomito od al polso. Altre volte viene considerato come positivo un esame elettromiografico che conclude per una generica “sfumata sofferenza radicolare C7 senza denervazione in atto”. Molto spesso, purtroppo, gli esami strumentali non sono poi “esaurienti” da un punto di vista sostanziale in quanto mancanti dell’ENG o da un punto di vista formale in quanto privi del tracciato originale e con conclusioni scritte a mano su ricettari privati, non comprovate quindi da nessun dato oggettivo.

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21 Inutile ripetere che anche gli esami elettromiografici presentano un’incidenza regionale del tutto particolare come si evidenzia nella figura sottostante.

EMG (ELETTROMIOGRAFIA) INCIDENZA REGIONALE

NORD 57,4%

CENTRO 33,3%

SUD 9,3%

TOT 100%

MAGGIORE INCIDENZA

VENETO 29,6%

LOMBARDIA 20,4%

MARCHE 11,1%

TOSCANA 11,1%

TOT PARZ 72,2%

REGIONI RIMANENTI 27,8%

TOT 100%

Tabella n. 10

Infine, come segnalazione poco più che aneddotica, non mancano casi in cui i medici valutatori ritengono di dover superare il valore tabellare di una trauma distrattivo del rachide cervicale in quanto il paziente presenta una sintomatologia psichica ansiosa o più spesso depressiva. A differenza che nel passato, quando si riteneva che molto

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22 difficilmente una patologia psichiatrica potesse essere messa in relazione causale o concausale con un trauma fisico, al giorno d’oggi anche la medicina legale è piuttosto attenta al danno psichico e del tutto consapevole della necessità di un suo corretto risarcimento. Questo presuppone però una modalità di accertamento sommamente rigorosa che non può prescindere da una consulenza specialistica che tenga conto, per lo meno, dello stato anteriore, della terapia effettuata e della permanenza del quadro clinico.

In assenza di tale modo di procedere appare veramente estranea ad un corretto inquadramento medico legale del caso il riconoscimento di 1-2% in più nei casi in cui il paziente abbia riportato un colpo di frusta con una generica “flessione del tono dell’umore” espressa in occasione della visita, oppure per una riferita sintomatologia ansiosa nel guidare l’auto, o per una semplice certificazione del medico curante attestante una “sindrome ansioso depressiva” reattiva all’evento. Da tener presente inoltre che secondo tutte le guide orientative per la valutazione del danno, il reale postumo di natura psichica presuppone, qualora accertato con i dovuti metodi di indagine sopraricordati, una valore non inferiore al 10%, indipendentemente dalla sua natura.

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23 - Conclusioni

Lo studio casistico illustrato, statisticamente significativo per l’alto numero di relazioni esaminate (100.000) e per la metodologia di analisi che la perizia elettronica consente di adottare, ci sembra dimostri come oggi nel contesto di un approccio medico legale moderno di valutazione del danno alla persona in Responsabilità Civile Auto, metodologicamente corretto e sistematicamente controllato, si possa raggiungere un livello molto elevato di valutazioni omogenee e, soprattutto, rigorosamente aderenti a ciò che ha previsto la tabella ministeriale ex D.M. 3 luglio 2003.

Non solo, gli stessi dati dimostrano anche che un’equipe centralizzata ed altamente specializzata di supervisione che monitorizza costantemente l’intero sistema e la condivisione, da parte dei medici fiduciari, di metodologie di analisi medico legali attente e raffinate, è in grado di dare a questi accertamenti un reale valore aggiunto.

Rispetto infatti al rischio che, una volta introdotti parametri tabellari, si giunga, per fattispecie analoghe, a valutazioni “stratificate”, i dati da noi analizzati dimostrano invece come anche all’interno di un minimo range previsto dalla tabella (vale come esempio per tutti il range 0-2 previsto per i traumi minori del collo) l’apprezzamento di determinati particolari che caratterizzano ogni singolo caso ha consentito alla fine di distinguere quali casi giustificano valutazioni pari o vicine al massimo previsto e quali invece si attestano su valori progressivamente minori fino a comportare giudizi di guarigione senza postumi.

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24 Altro dato che ci sembra di particolare importanza è che, analizzando quella parte di casi in cui le valutazioni hanno proposto valori superiori ai massimi tabellari ed ulteriormente disaggregandoli per individuare quelli in cui la maggiorazione della valutazione è da ritenere non corretta, il nostro campione ha fornito dati di estremo interesse.

Non solo infatti l’analisi ha consentito di comprendere quali sono gli errori più ricorrenti e, come sopra si è scritto, quali i metodi per evitarli. L’analisi ha però consentito anche di registrare un fenomeno di cui si poteva solo avere percezione, ma che non era mai stato analizzato e quantificato.

Il fatto che vi sono alcune realtà regionali in Italia dove, per una serie di motivi che non è opportuno analizzare in questa sede, le “prassi” medico legali locali hanno per anni enfatizzato il significato di alcuni accertamenti, richiesti in maniera strumentale, finalizzati esclusivamente ad incrementare il valore economico dei risarcimenti, sulla base di presupposti scientifici che, come abbiamo visto, sono del tutto discutibili se non applicati per intero e con criteri del tutto rigorosi.

Ed è significativo il fatto che, fra queste realtà locali, vi sono quelle ad alta presenza di strutture professionali specializzate alle richieste di risarcimento da sinistri stradali.

In conclusione, il dato complessivo di questo studio conferma che anche grazie all’attività svolta da società scientifiche come la Melchiorre Gioia il mondo medico legale nella sostanza tiene e svolge con serietà e rigore il proprio lavoro; ciò non toglie

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25 che il sistema debba essere continuamente monitorato, che si debba sempre mantenere vivo il dibattito culturale e scientifico all’interno della categoria per apportare correttivi finalizzati a mantenere la valutazione al di fuori da spinte speculative, tenerla nell’ambito della correttezza professionale e del rispetto dell’infortunato che deve avere il giusto indennizzo per non creare di nuovo fenomeni distorti di massa che portino ancora una volta a premiare i furbi ed a penalizzare gli onesti.

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