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CI DOVETE PAGARE!!! Natale Di Cola Segretario Generale FP CGIL Roma e Lazio

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Academic year: 2022

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(1)

re in futuro gli stessi errori.

Ecco cosa dobbiamo fare non commettere gli stessi errori che oggi rischiano di far scomparire i diritti dei cit- tadini e dei lavoratori.

Dobbiamo vigilare, costruire opinioni, tirare fuori idee. Bat- terci per le nostre idee che devono guardare sempre al noi e non all'io. Lo dico a voi perché lavorando senza sti- pendio non avete pensato a voi, ma ai vostri malati, ai cittadini che vedevano in voi un esempio da seguire.

Lo dico a voi perché comun- que finisca la vicenda del

gruppo Idi sanità sa- rete costretti a cam- biare a rimettervi in gioco.

Possiamo farcela a cambiare le cose, nella nostra regione si respira un'aria nuova, pulita. Ad un malato l'aria pulita non distrugge i pol- moni ma non mette in moto il corpo e quindi non basta. Abbiamo bisogno di rialzarci abbiamo bisogno delle forze di tutti, la CGIL farà la sua parte e sono convinto che voi sarete sem- pre al nostro fianco

Natale Di Cola Segretario Generale FP CGIL Roma e Lazio Ci dovete pagare! Ci dove-

te Pagare!

Non dimenticherò mai il megafono che dal tetto del- l'IDI ripeteva ossessiva- mente questa frase. Face- va male sentirla in lonta- nanza quella frase, ha fatto ancora più male sentirla gridare in coro nelle assem- blee. E dire che sembra cosi ovvio, io lavoro, fatico, creo qualcosa, sono utile per qualcuno e tu padrone, stato mi paghi. Io sono one- sto con te, mi fido di te, metto a disposizione quello che meglio so fare e tu non puoi tradirmi, usarmi, to- gliermi la dignità. Un uomo o una donna senza la sua dignità non è più niente è nulla.

Nella mia esperienza al fianco dei lavoratori ho ca- pito che solamente La di- gnità con cui questi affron- tano i momenti più difficili e drammatici può darci la for- za di lottare e provare ad affrontare e trovare le situa- zioni.

Come sapete, sono preoc- cupato per il futuro della sanità nel Lazio e nel pae- se. Un'idea di sanità che si dovrebbe declinare come il diritto alla salute di tutti i cittadini.

La coperta è troppo corta, o meglio la hanno accorciata per trasformare la salute in merce.

Mi hanno insegnato che quando si arriva a situazio- ni così critiche la colpa non è mai di uno solamente. E’

colpa di uno stato che non ha il coraggio di porre rime- di ai suoi mali, è colpa della Regione che ha rinunciato almeno nella nostra regione a qualsiasi tipo di progetto per migliorare le condizioni dei cittadini. E’ sicuramente colpa di chi delle debolezza dello Stato e della Regione ne ha fatto in moltissimi ca- si la propria forza o per ar- ricchirsi o per rendere pri- vato quello che non può che es sere

pubblico: il dirit- to alla salute dei cittadini. E’

anche colpa dei sindacati che non hanno avu- to la forza di evitare che tutto ciò accadesse.

E’ colpa di tutti noi che troppe volte abbiamo

girato la testa davanti alle cose che non funzionava- no, alle ruberie, e non ci siamo ripresi la cosa pub- blica vigilando sulla politica e non prendendoci cura dei beni comuni.

Con la semplice ricerca del- le colpe non risolveremo i problemi, dobbiamo sapere però dove abbiamo sbaglia- to per evitare di commette-

Batterci per le nostre idee che devono guardare

sempre al noi e non all'io. Lo dico

a voi perché lavorando senza

stipendio non avete pensato a voi, ma ai vostri

malati...

CI DOVETE PAGARE!!!

Natale Di Cola Segretario Generale FP CGIL Roma e Lazio

Data 30/09/2013 Anno I Numero 0

Sommario

Perché un giornale

2

Ai compa- gni di IDI Sanità

3

L’etica e la responsa- bilità socia- le d’impre- sa

4

IDI-IRCCS:

quale futu- ro?

5

Un nuovo Patto per la Salute, per mettere in sicurezza il

6/7

Il Dumping Contrattua- le

6/7

Parametro 3,7 posti letto

8 Notiziario RSA CGIL

IDI-IRCCS San Carlo e Villa Paola

Natale Di Cola Segr. Gen.

FP-CGIL Roma e Lazio

(2)

Vogliamo informare ed essere informati, vogliamo capire e far capire, vogliamo conoscere e far conoscere, vogliamo diffon- dere le nostre idee e sapere le vostre, vogliamo confrontarci e dibattere con ognuno di voi.

Per poter portare la voce dei lavoratori in tutte le

sedi, in tutte le trat- tative, in tutte le lot- te che insieme deci- diamo di intrapren- dere, Voi e Noi, la CGIL, perché la CGIL esiste solo se siamo uniti, solo se siamo una sola co- sa, solo se sappia- mo confrontarci e

dialogare, solo se sappiamo ascoltare.

Per la CGIL il lavoro é dignità, é famiglia, é diritti e va difeso, sappiamo difenderlo e lo fac- ciamo, mettendoci cuore, grin- ta e passione.

E' per questi motivi che Massi- miliano, Claudia e Loredana hanno deciso di fondare que- sto giornale, per raggiungere ogni singolo lavoratore, per informarlo di quello che la CGIL sta facendo, per fargli sapere il pensiero di questa grande organizzazione sinda- cale, per sapere il vostro pen- siero e per cercare di confron- tarci su tutte le problematiche che incontriamo quotidiana- mente lavorando.

Tranne questo numero zero, in cui troverete articoli di Natale di Cola segretario generale della CGIL FP di Roma e La- zio, di Vera Lamonica segreta- rio confederale CGIL, Cecilia Taranto segretario generale

CGIL FP, Carlo Mazza segretario generale CGIL FP Roma Nord e Civitavecchia, Antonio Amantini se- gretario CGIL FP Roma Nord e Ci- vitavecchia, oltre a quelli della se- greteria aziendale CGIL, dal prossi- mo numero troverete articoli riguar- danti le nostre strutture, in cui

cercheremo di spiegare in maniera chiara le trat- tative in corso, quali so- no le nostre idee, quello che vogliamo raggiun- gere, i nostri diritti e i nostri doveri, cercando di capire insieme quali sono i problemi di maggior rilevanza e quali sono le soluzioni migliori, ci augu- riamo che utilizzerete in maniera massiccia l'indirizzo di po- sta elettronica idiritti@gmail.com perche solo confrontandoci possia- mo capire e informarvi, perché solo confrontandoci possiamo sapere i problemi. La nostra idea é quella di avere una sorta di assemblea per- manente tra tutti noi, un'assemblea in cui ci si scambiano continuamen- te idee, pensieri, progetti, proposte e soluzioni, un assemblea senza limiti di orari, senza limiti di tempo, senza ordine del giorno, in cui tutti possono entrare e dire come la pensano, in cui tutti hanno diritto di capire e di fare proposte, in cui tutti hanno il dovere di ascoltare.

La nostra sarà una redazione labo- ratorio, sempre diversa, mai uguale, aperta a tutti, sia ai lavoratori che la pensano come noi che ai lavoratori che la pensano in maniera diversa, il confronto, specialmente sulle idee non ci spaventa, al contrario ci sti- mola e ci rafforza.

Una pagina del giornale sarà affida- ta alla segreterie CGIL del S. Carlo, in modo che i problemi e i lavoratori

dei due poli sanitari si fondano, secondo me scopriremo che abbiamo in comune molto di più di quello che pensiamo e che le soluzioni ai vari problemi sono molto simili, apriremo anche una pagina facebook in cui ci sarà un aggior- n a m e n t o quotidiano sulle que- stioni in corso, visto che il gior- nale per ora avrà un’uscita mensile.

Nel ringraziare la CGIL e i se- gretari che hanno scritto su que- sto numero zero, auguro a me, Claudia e Loredana un in bocca al lupo per la nuova avventura e auguro a tutti i dipendenti del gruppo IDI sanità un po' di sere- nità, ce la meritiamo, ricordando a tutti che attualmente il punto fermo della CGIL è il futuro del gruppo sanitario e il manteni- mento dei livelli occupazionali.

Massimiliano Rizzuto RSA CGIL IDI

Perché un giornale di Massimiliano Rizzuto

...il punto fermo della

CGIL è il futuro del

gruppo sanitario e i

livelli occupazionali

Massimiliano Rizzuto

Ricordiamo che è ancora possibile consegnare i documenti per l’insinua- zione al passivo.

Per informazioni contatta- te le RSA Aziendali.

(3)

I Compagni dell’IDI Sanità (IDI, San Carlo, Villa Paola e casa Pa- dre Monti) mi hanno chiesto di scrivere un pezzo per il foglio d’informazione che faremo per i lavoratori delle strutture. Vi con- fesso che non sono bravo a scri- vere, d’altronde non faccio il gior- nalista. Ho pensato molto prima di decidere l’argomento del quale scrivere, ho deciso infine di parla- re della solidarietà.

Dovendo scrivere di solidarietà sono andato a leggere il vocabo- lario per rinfrescarne la definizio- ne e tra le spiegazioni del dizio- nario ho scelto queste due:

1 L'essere solidale con altri; pie- na concordanza di pensiero e di azione su un fatto determinato: s.

tra colleghi di lavoro; la s. dei partiti d'opposizione contro la po- litica del governo; s. d'intenti, d'interessi, d'azione

2 estens. Rapporto di fratellanza che uni- sce tra loro i membri di una società, di una collettività, legati da comuni interessi, o dell'intera umanità, che si manifesta con atti di reciproco aiuto e assistenza materia- le e morale: senti- mento di s. fra gli uo- mini; s. umana, mo-

rale; un atto, un gesto di s. verso i bisognosi.

In questi anni di grandi sacrifici i lavoratori, unitamente al sindaca- to, sono stati costretti a lottare per difendere il posto di lavoro e il salario a causa di chi, ammini- strando male, ha sperperato un patrimonio d’immenso valore,

costruito con l’impegno compe- tente e attento delle lavoratrici e di lavoratori.

I lavoratori hanno dovuto affron- tare grandi difficoltà,

ricordo le discussioni a volte aspre e tese, i presidi, le fiaccola- te, le tante domeni- che a Vicolo del Conte, le dure gior- nate passate sul tet- to, le numerose as- semblee e tutte le forme di protesta che sono state mes- se in campo. Nono-

stante tutto questo le lavoratrici e i lavoratori hanno fatto esplo- dere una grande gara di solida- rietà che ha coinvolto cittadini, utenti, lavoratori delle strutture e lavoratori di altri posti di lavoro.

Sono stati raccolti: cibo, vestiti, pannolini, beni di ogni genere in grande quantità che sono stati distribuiti ai di- pendenti.

Inoltre, la gara di soli- darietà ha consentito, attraverso una raccol- ta di fondi, di aiutare i lavoratori a pagare le bollette, il mutuo e/o l’affitto di casa che, a causa del mancato pagamento dello stipendio, non potevano onorare.

Quanto è avvenuto ha rafforzato quello che è per me il valore della parola “solidarietà” che da sempre ho ritenuto essere un fattore fondante di un sindacato attento agli interessi e alle esi- genze di tutti i lavoratori. Valore

che si esprime totalmente nella lotta unitaria, con spirito solidari- stico e non corporativo, di tutti i lavoratori per la difesa del lavoro e dei diritti. È con gli stessi principi che le So- cietà Operaie di Mutuo Soccorso sono nate, do- po l’ondata rivoluziona- ria del 1848, per rispon- dere alla necessità di autodifesa del mondo del lavoro gettando così le basi per la nascita del- le organizzazioni sinda- cali confederali e solidari- stiche.

La lezione che hanno saputo dar- mi le lavoratrici e i lavoratori del- l’IDI Sanità è stata grande ed è a loro che va tutto il merito di quel- lo che si è potuto fare e il mio grande ringraziamento.

Per il futuro c’è ancora da fare, si c’è ancora molto da fare! Ma questa è un’altra storia della qua- le parleremo la prossima volta.

Ora per non annoiarvi chiudo al- trimenti come si dice uno schiaffo per farlo parlare e cento per farlo smettere.

Leonida Mazza Segretario Generale

FP CGIL Roma Nord-Civitavecchia

Anno 1—Numero 0

Ai compagni di IDI Sanità di Leonida Mazza

Pagina 3

...costretti a

lottare per difendere il posto

di lavoro e il salario a causa di

chi, amministrando

male, ha sperperato un

patrimonio

Leonida Mazza Segretario Generale CGIL FP Roma Nord-

(4)

CGIL FIOM.

Le problemati- che che la CGIL Funzione Pubblica ha da dovuto affron- tare per gli o- peratori inqua-

drati con il CCNL Cooperative Sociali sono state nel corso del tempo di vario genere. Siamo intervenuti nella struttura circa tre anni fa per bloccare i licenzia- menti collettivi decisi dalla prece- dente cooperativa che gestiva il servizio, la S.I.A.R., che, a fronte di mancati pagamenti della com- mittenza, licenziava gli operatori.

All’interno della struttura I.D.I.

operano lavoratrici e lavoratori che si occupano dei servizi di ausiliariato, di operatore socio sanitario, di pulizia e di altri a- spetti della vita dell’ospedale non direttamente connessi con l’assi- stenza al paziente.

Questi operatori sono inquadrati con i CCNL delle Cooperative Sociali, delle pulizie, delle mense e di altre tipologie.

La CGIL Funzione Pubblica Pub- blica segue direttamente le lavo- ratrici e i lavoratori inquadrati con il contratto delle Cooperative So- ciali, mentre gli altri sono seguiti dalla CGIL FILCAMS e dalla

Lo strumento per intervenire è stata la Cassa Integrazione in Deroga con la quale abbiamo retto la situazione di crisi fino al cambio d’appalto, quando la Società Hospital Service ha rilevato l’appalto dalla co- op. S.I.A.R..

L’avvento della Società Ho- spital Service ha determinato la fine della Cassa Integrazio- ne, ma non certo la fine dei pro- blemi per le lavoratrici e i lavora- tori, i quali, coinvolti nello stato di crisi generale che in questi ultimi anni ha interessato l’I.D.I., hanno registrato sia ritardi nei paga- menti degli stipendi e spesso mancato pagamento degli stessi.

Ora la situazione si va regolariz- zando, anche se, a volte, si regi-

Il Dumping Contrattuale

di Antonio Amantini

Governo e Regioni si apprestano al confronto sul nuovo Patto per la Salute. Per la Cgil, priorità as- soluta è mettere in sicurezza il Servizio sanitario nazionale, mi- nacciato dai ticket e dai tagli line- ari. Intanto, con la legge di stabili- tà, il Governo deve stanziare i due miliardi di finanziamento al fondo sanitario per scongiurare i nuovi ticket, che altrimenti scatta- no da gennaio 2014. Le rassicu- razioni del Ministro della Salute Lorenzin non ci bastano: serve un atto preciso di rifinanziamen- to. E poi bisogna invertire l’impo-

stazione recessiva, che ha visto nel welfare e nella sanità un co- sto da tagliare, invece che un investimento prezioso, per garan- tire il diritto alla salute e alle cure per i cittadini ma anche per l’oc- cupazione e la crescita economi- ca.

Siamo consapevoli della situazio- ne di finanza pubblica, ma biso- gna riaprire la questione del fi- nanziamento al SSN. I tagli, già pesanti nel 2013, ri- schiano di produrre gli effetti più do- lorosi nel 201- 4. Anche per- ché sono tagli lineari, che impediscono scelte selettive per rivedere in

modo appropriato la spesa, che pure sareb-

bero ne- cessarie.

La situazio- ne è preoc- cupante:

oggi il dirit- to alla salu- te non è più garantito a tutti i citta- dini, soprat-

tutto in alcune regioni.

E sono sempre di più le persone che rinunciano a curarsi per moti- vi economici, causa principale l’aumento dei ticket.

Bisogna invertire questa spirale negativa, che mette in discussio- ne i livelli essenziali di assistenza e nel contempo le condizioni di lavoro e i livelli occupazionali de- gli operatori della sanità.

Un nuovo Patto per la Salute, per mettere in sicurezza il SSN, i servizi e l’occupazione

di Vera Lamonica

La situazione è preoccupante:

oggi il diritto alla salute non è più garantito

a tutti i cittadini, soprattutto in alcune regioni Vera Lamonica

...liberare risorse, oggi bloccate per

“punizione”, vincolandole però

alla

riorganizzazione dei servizi, vera

architrave del risanamento.

Antonio Amantini

(5)

Perciò bisogna istituire un vero e proprio Sistema a garanzia dei LEA in tutto il territorio nazionale.

E cambiare i Piani di Rientro: u- scire dalla logica di tagli, ticket e tasse, che colpiscono cittadini e lavoratori, e liberare risorse, oggi bloccate per “punizione”, vinco- landole però alla riorganizzazione dei servizi, vera architrave del risanamento.

Per questo insistiamo: accanto al tema dei ticket e del finanziamen- to per il Servizio Sanitario Nazio- nale, bisogna soste-

nere la sua riorga- nizzazione.

La Cgil è impegnata con la mobilitazione della confederazio- ne, a cui deve es- sere collegata in modo coerente la

contrattazione di categoria. Per- ché non basta un finanziamento adeguato, occorre poi “spendere bene”, cioè in modo appropriato.

In tutte le regioni, anche in quelle cosiddette virtuose, deve ripren- dere un lavoro di manutenzione e di riqualificazione del SSN. Lo impongono i bisogni legati ai cambiamenti demografici e l’ag- gravarsi dello scenario epidemio- logico: ormai le patologie croni- che sono considerate dall’OMS l’epidemia del nostro secolo. Un esempio concreto di rior- ganizzazione è la nostra proposta sull’assistenza territoriale h 24.

Ma la riorganizzazione è impossibile senza un forte investimento nel personale. Occorre sbloccare la contratta-

zione e collegarla ad un vero pia- no per il lavoro. Questo può per- mettere anche di stabilizzare e salvaguardare l’occupazione nel SSN (quella diretta e quella indi- retta).

Conviene fare queste scelte e subito: anche così si mette in si- curezza il nostro diritto alla salu- te.

Il Patto per la Salute che il Mini- stro vuole fare con le Regioni de- ve affrontare questa situazione.

Abbiamo presentato proposte precise, a partire dal documento

“Una Sanità. Di Tutti”,* siamo pronti a confrontarci.

Vera Lamonica

Segretaria Confederale CGIL

*(ndr. il documento citato è repe- ribile sul sito della CGIL)

Questo brano può conte- nere 75-125 parole.

La selezione di immagini ed elementi grafici è un passaggio importante in quanto questi elementi consentono di aggiungere impatto alla pubblicazione.

ti, altre meno e comunque abbia- mo sempre messo in atto tutte le iniziative necessarie per difende- re gli operatori, sia dal punto di vista legale che dal punto di vista dell’intervento sulla Società e in particolare sulla Committenza che ha il dovere di garantire che le società che operano per suo conto rispettino i diritti degli ope- ratori.

Continueremo ad operare anche su tutti gli altri fronti che ci sono consentiti per tutelare il posto di lavoro e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.

Antonio Amantini Segretario FP CGIL Roma Nord – Civitavecchia

Anno 1—Numero 0 Pagina 5

strano ancora ritardi nei paga- menti. Altre problematiche che investono questo settore sono di vario genere e

vanno da un au- mento del carico di lavoro, al cor- retto inquadra- mento di O.S.S. e ausiliari, al ve- stiario e ad altre tematiche delle quali parleremo più esaustiva- mente prossimi articoli. In via più generale c’è da

sottolineare che Il settore delle cooperative sociali risulta segna- to da condizioni lavorative difficili e da bassi salari. Infatti il salario

degli operatori delle cooperative sociali confrontato con le altre tipologie contrattuali di operatori che fanno lo stesso lavoro, determina il fenomeno del cosid- detto “dumping con- trattuale”, che tradotto significa che esistono lavoratrici e lavoratori che eseguono la stes- sa mansione ma han- no condizioni salariali e di diritti diversi fra loro.

La CGIL FP ha sem- pre cercato di svolge- re il lavoro di tutela delle lavora- trici e dei lavoratori delle coope- rative sociali con serietà e pun- tualità, a volte con buoni risulta- ...“dumping

contrattuale”, che tradotto significa che esistono lavoratrici e

lavoratori che eseguono la stessa mansione ma hanno condizioni salariali e di diritti diversi fra

loro Ma la

riorganizzazione è impossibile senza

un forte investimento nel

personale.

Per informazioni sull’iscrizione alla CGIL potete contattare Loredana Gonizzi — 0666464267

Massimiliano Rizzuto — 0666464530 Claudia Di Pietro — 0666464363

(6)

che si deve provare nel pensare a quale ruolo la Congregazione dei religiosi ha avuto nel caso IDI in cui non c’è stata etica né re- sponsabilità sociale. Non c’è sta- to alcun rispetto dei lavoratori proprio a causa della mancanza di etica nel rapporto con la pro- prietà, con il responsabile dell’im- presa e da delegata sindacale me ne ramma-

rico e mi dico si poteva certo fare di meglio! I lavoratori dell’I- DI hanno ope- rato in assenza di regole certe e inviolabili per l’accesso a in- centivi e avan- zamenti di car- riera, hanno

subito atteggiamenti di superiori- tà di alcuni verso altri, hanno vis- suto il proprio lavoro in un clima di sufficienza, quasi fosse un fa- vore l’essere stato assunto. Una percezione che lega in maniera distorta chi lavora al proprio dato- re di lavoro.

Nonostante tutto questo, quando la situazione è diventata insoste- nibile, tutti i lavoratori si sono fatti carico innegabilmente, in varie forme, di quella responsabilità sociale di cui la Congregazione sembrerebbe essersi dimentica- ta. Sia sostenendosi a vicenda economicamente e non solo, sia portando avanti l’attività al meglio possibile con gli strumenti a loro disposizione.

Rivangare il passato troppo a lungo non fa mai bene, ma voglio chiedere al management che ora sta gestendo queste imprese sa- Cosa è

mancato nella gestio- ne del grup- po IDI? L’e- tica.

L’etica e la responsabi- lità sociale d’impresa.

Concetto che trova applicazione in alcune direttive europee di cui, senza scomodare teorie di grandi eco- nomisti, si possono trovare i prin- cipi fondamentali in due note en- cicliche papali, la Mater et Magi- ster (Giovanni XXIII) e Centesi- mus Annus (Giovanni Paolo II).

Ecco in sintesi cosa dicono: ”La moderna economia d’impresa comporta aspetti positivi, la cui radice è la libertà della persona”

oltre a temi sulla centralità dell’- essere umano per cui “sempre più evidente e determinante il ruolo del lavoro umano disciplina- to e creativo e- quale parte es- senziale di tale lavoro – delle ca- pacità di iniziativa e di imprendi- torialità” - ma soprattutto vi si leg- ge che - “mediante il suo lavoro l’uomo s’impegna non solo per sé stesso, ma anche per gli altri e con gli altri; ciascuno collabora al lavoro e al bene altrui. L’uomo lavora per sovvenire ai bisogni della sua famiglia, della comunità di cui fa parte […]. Egli inoltre collabora al lavoro degli altri, che operano nella stessa azienda, nonché al lavoro dei fornitori o al consumo dei clienti, in una cate- na di solidarietà che si estende progressivamente”.

Ancora più forte è dunque il sen- so di delusione e indignazione

nitarie, di tenere ben presente l’umiltà e il sacrificio con cui i di- pendenti hanno operato in questi ultimi tre anni, pregandoli di muo- versi con lo stesso riguardo nei loro confronti. Chiedo loro di non svendere le “imprese” sanitarie e di riconoscere e di premiare que- sti lavoratori, dotati invece di grande senso etico, con un vero progetto di rilancio che tenga presente alcuni fondamenti della responsabilità sociale d’impresa, con particolare attenzione alla condotta nei confronti dei dipendenti e alle relazioni sindacali.

Chiedo che sia un progetto fondato sul rispetto e la meri- tocrazia, totalmente traspa- rente nei confronti dei lavora- tori, senza menzogne ne fa- voritismi. Teso a mantenere i livelli occupazionali se neces- sario anche attraverso la forma- zione e l’individuazione di nuove professionalità. Che sia caratte- rizzato da correttezza e concre- tezza non solo in funzione della concertazione ma anche di una attività partecipativa e progettua- le per il futuro di queste aziende sanitarie.

Lasciate che il cambiamento sia condiviso, altrimenti, come ho già avuto modo di dire a chi vi ha preceduto, non riuscirà ad avere il successo che queste donne e questi uomini meritano.

Claudia Di Pietro RSA CGIL IDI

L’etica e la responsabilità sociale d’impresa. di Claudia Di Pietro

Chiedo loro di non svendere le

“imprese”

sanitarie e di riconoscere e di

premiare questi lavoratori, dotati invece di grande senso etico, con

un vero progetto di

rilancio

Claudia Di Pietro

(7)

Il 15 luglio 2013 ho partecipato all’incontro organizzato dalla FP- CGIL, alla presenza del Respon- sabile Coordinamento IRCCS Sandro Alloisio, e di alcuni dele- gati aziendali dei più grandi IRCCS italiani. In quell’occasione si è aperto il dibattito sempre ac- ceso sugli IRCCS e sul nuovo decreto del 14 marzo 2013, per il Riconoscimento degli Istituti di Ricovero e

Cura a Ca- rattere Scientifico.

Tale decre- to viene ad integrazione e imple- mentazione della legge di riordino 288/2003, nel quale si

stabilisce che le strutture pubbli- che possono costituirsi nella for- ma delle Fondazioni e le strutture private “debbono” costituirsi in una delle forme giuridiche disci- plinate dal codice civile.

Subito esplode come emblemati- co il caso IDI.

Al nostro Istituto non è ancora stato rinnovato il riconoscimento.

Il motivo è che nonostante più volte il Ministero della Salute ab-

bia fatto presente per lettera che….non sembrerebbe sussi- stere identità tra il soggetto giuri- dico che chiede la confer-

ma del carattere scientifi- co (Provincia Italiana del- la Congregazione dei Figli dell’Immacolata Conce- zione) e le strutture sani- tarie che ricevono la qua- lifica di IRCCS (IDI di Ro- ma e di Villa Paola di Ca- pranica)…e non ha mai ricevuto alcuna esaustiva risposta dagli amministra- tori di questa struttura.

Passano i mesi, i Direttori Scien- tifici, i Direttori Generali, i Vicari, i sub Vicari, i Cardinali, i Commis- sari, ma nessuno da una svolta chiara e trasparente all’ormai an- nosa questione. E si lavora in un labirinto di procedure fantasma, di “salto all’ostacolo”, di escamotage per poter far proce- dere questa nostra grande e bel- la ricerca.

L’IDI fa ricerca di qualità e di spessore. Riceve finanziamenti da Enti erogatori, pubblici (Ministero della Salute, Miur, Co- munità Europea) e privati (Telethon, Airc…), ha formato decine di Ricercatori che ora la- vorano in tutto il mondo, ha prodotto pubblicazioni sulle mag- giori riviste internazionali

(Nature), ma ad oggi nessuno riesce a derimere la questione del nostro riconoscimento.

Quanto sopra lo di- cono i numeri che ci riguardano. Questi indicano un trend decisamente positivo passando dalle 90 pubblicazioni del 20- 05, con un impact factor (indice di im- patto) di 429, alle 126 del 2011 con un impact factor di 575, in piena crisi aziendale! Oltre a questo vantiamo una capacità di attrazione di finanziamento pub- blico e privato pari a circa 5 milio- ni di euro con 158 ricercatori im- piegati, oggi purtroppo scesi ad un totale tra dipendenti e non, di 76.

Un’altra storia tutta italiana, vati- cana-italiana, che rischia di far perdere un’eccellenza alla Regio- ne Lazio, all’Italia e all’Europa.

Loredana Gonizzi RSA CGIL IDI

Anno 1—Numero 0

IDI-IRCCS: quale futuro? di Loredana Gonizzi

Pagina 7

90

pubblicazioni del 2005, con

un impact factor (indice di impatto) di 429,

alle 126 del 2011 con un impact factor di

575, in piena crisi aziendale!

Loredana Gonizzi

Per contattare la redazione scrivete a idiritti@gmail.com

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(8)

La legge 135 del 2012 ( presidente del consiglio Monti) ha avviato nel paese, in modo generalizzato, una nuova rincorsa alla riduzione dei posti letto negli ospe- dali.

La indicazione del parametro di 3,7 posti letto per ogni mille abitanti, comprensivi della attività di lungodegenza, è un'altra delle misure che, ope-

rando in modo linea- re, ancora una volta interviene solo ai fini della riduzione dei costi, e dunque della riduzione del servizio.

In ciò cancellando le differenze, territoriali, del governo della spesa, della corretta amministrazione.

E con ciò penalizzan-

do maggiormente quei territori, indicati su altri versanti quali punti di riferimento del sistema (benchmark).

La misura in sé è sbagliata.

Mi limito ad indicare solo alcuni dei moti- vi di questa ultima affermazione.

Il primo riguarda la ricerca, che ovvia- mente impegna tutti, della ottimizzazione delle risorse destinate al Servizio Sanita- rio che deve tornare ad essere naziona- le.

Al momento, infatti, 21 sistemi (19 + 2) assicurano il diritto alla salute dei cittadi- ni in modo assolutamente differenziato, sia dal punto di vista della qualità sia da quello della quantità.

Una occhiata alle liste di attesa potrà essere utile a questo scopo.

Il termine mobilità passiva è diventato il sinonimo del calvario dei malati che non trovano risposte sanitarie nelle loro re- gioni.

Modificare il titolo V e, per quanto riguar- da l'esercizio dei diritti costituzionali, introdurre l'obbligo per tutte le regioni di un modello essenziale di assistenza, replicando quanto già accade per l'istru- zione obbligatoria, mi sembra indispen- sabile.

Aggiungerei che l'assunzione di un mo- dello minimo aiuterebbe il superamento della sola valutazione contabile, operata dalla commissione Massicci, per transita- re verso un controllo sostanziale, che si deve ai cittadini delle regioni interessate, della efficacia e della efficienza del servi- zio.

Ciò favorirebbe una migliore definizione anche dei costi standard.

E' del tutto evidente infatti che occorre agire sia sul versante del riconoscimento delle differenze, che presuppone margini di discrezionalità degli operatori sanitari finalizzati alla ricerca della risposta ap- propriata, sia sul versante della identifi- cazione di una rigida procedura nazionale per l'acquisto dei beni e dei servizi, che presuppone il con- trario, ovvero l'annullamento di discrezionalità, per ridurre sprechi e costi impropri.

Questa discussione, fatta in modo largo, con la partecipazione degli operatori del settore, mi sembre- rebbe assi più utile di quella che ancora oggi identifica la sanità con il posto letto dell'ospedale, piccolo o grande che sia.

Quello che infatti è necessario si affermi è la prescrittività del diritto costituzionale e delle leggi che lo hanno disciplinato.

Ovvero il diritto alla tutela della salute.

Che in primo luogo si fa nel territorio, nell'arco di tutta la giornata, che, co- me noto, dura 24 ore.

Come si assicura questo diritto? Come il patto per la salute che si discuterà intenderà affrontare con- cretamente la necessità di organizzare servizi nel territorio per le persone che invecchiano sempre di più e sempre di più cronicizzano patologie, e che non si augurano di essere curati nell'ospeda-

le, quando potrebbero recarsi in una casa della salute o ricevere cure nel pro- prio domicilio?

Noi pensiamo che sia questo l'approccio, sia pure complicato dalla drammatica crisi che stiamo vivendo, che lavora, innovando, alla crescita e alla qualifica- zione del servizio sanitario nazionale.

Vorrei ricordare che all'innalzamento della qualità del servizio è stata dedicata tutta la riforma dei requisiti di accesso degli operatori.

Ciò nonostante le retribuzioni e le condi- zioni di lavoro sono peggiorate per medi- ci, infermieri, ausiliari.

Il blocco dei contratti e delle assunzioni descrive il logoramento di un sistema

che, per essere efficace ed efficiente, ha invece bisogno di una grandissima dina- micità.

Ovvero ha bisogno di una politica ostina- tamente contraria a quella fatta dagli ultimi due governi.

Anche il governo Letta, che al momento non sappiamo ancora se e quanto dure- rà, tuttavia sembra continuare sulla stra- da sbagliata dei tagli che strangolano le regioni e offrono, talvolta, l'alibi per evita- re le scelte necessarie e la ridefinizione degli equilibri del sistema.

Penso al rapporto pubblico privato ad esempio. Alle duplicazioni dell'offerta.

Alla individuazione delle strutture com- plesse quale variabile indipendente dalla organizzazione dei servizi utili.

Penso alla sanità classificata, alla sua funzione, alla sua responsabilità, al suo finanziamento. Penso alla necessità di costruire un piano di certezze.

Dovute ai cittadini, che continuano a credere nella importanza del sistema pubblico.

Dovute ai lavoratori, che hanno il diritto di program- mare il loro futuro anche sulla base di una retribuzio- ne, che va migliorata rinno- vando il contratto, e che va corrisposta mensilmente.

Queste ragioni, quelle dell'u- tenza e quelle del lavoro, stanno perciò naturalmente insieme.

Il nostro convegno, che si è svolto nell'ambito della festa nazionale della Funzione Pubblica a Salerno dal 12 al 14 settembre, ha affrontato in esplicito la necessità di costruire un forte movimento in difesa del servizio sanitario coinvolgendo chi lavora e gli utenti, in una rinnovata alleanza.

Cecilia Taranto Segretaria Nazionale FP CGIL

Parametro 3,7 posti letto di Cecilia Taranto

Penso alla sanità classificata, alla sua funzione, alla

sua

responsabilità, al suo

finanziamento.

Penso alla necessità di costruire un piano

di certezze.

Cecilia Taranto

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