«ónuhtt'x. i «H % ^ V * ut. CEIIHIE A * * Wf* I

PC

«ónuHtT'X.

ut. CEIIHIE

i «H

%

^

V^*

*Wf* I

A

*

J|

FRANCISCI

l

$ ^{CAESARIS AVGVSTI} £

*3

MVNIF1CENTI

A. _£+

'—

r i m ^e

DI Già ANTONIO

GELMI PISTORE

IN VERONA,

sAppreJfò Sebastiano Dalle

Donnea

M. D. L

X X X V

^III. .

NELLA MORTE DEL FIGLIVOLO

^,

CON ALTRI COMPONIMENTI

VOLGARI, ET LATINI

Di

diucrfi neU’ifteflimateria

.

I

^Al Molto llluflreSignorConteCarlo

AL MOLTO ILLVSTRE

MIO SIG. ET COMPADRE

A COLENDISSIMO.

Il Signor Conte farlo Casella.

A

preferitemia Canzone (quali abortiuo :ert)itàdii parto)fufattada

me

nell'acerbitàdiqueldo- lore,diche m’hàpcrcolfolamortedelmio carifsimo fìgliuolino_;

&

^qualevn’affetto di Padre,

&

perturbatifsimolami dettò:poi- chéleMufc,comefedclifsimecompagne,nonmenociagiu tanoà piangercinoflridolori,chearidere nelle allegrez- ze. Etbenchéiononpenfafsidaprimadilafciarlave-

dereinmano d’alcuno

,cometumultuariacompofitio- nc,ch’ellac;turtauiaèaccaduto,chelagentilezzad’alcu- nimiei amici,&padroni m'hà pollo,invncertomodo, carico didoucrladarfuori.PercheclTendofieglinodegna- tidipiangermeco^lamiafortuna con^lorodottifsimi,&

gentilifsimirfromponimcnti, à

me

parcadimancartrop- poalmiodebito,s’iononpalefauoalMondoper quella viavn’eflcmpiodicolìpictofo,&cortcfc alletto.

Etfelìvede,ch’altriperdesideriodeimorti amici,ò

parenti,cercanodhaucrnequalein tela,

&

^qualeinmar-

mo

vnritratto;parendoloropercotalmodo^dinoncflere del tutto priuidellaperfona bramata; perchenondoue- uoio vfarcogni lludio,chelaimagincdelmiocarofi- gliuolodipinta dacolidotti pennelli,fofleconferuata inquelle carteperpetuamente;nellequali io potefsilegge-

re^

rileggere,

&

mille volte baciareilluo dolcenome?

lfcufiadunquelemolteimperfettionideimieilabellez- zadeicomponimentialtrui.Et vagliamifiquellogiu- (lo

fto

&

^{paternomiodefiderio},chebaftiàdifendermid chi troppo Teucramentem’accufafledambitione,òte- merità. Etpoiché V.S.moltoIlluftrefidegnòdi eflere giàPadrinoalbattefimodieffòmio^'figliuolo,degnili ancora,che viuain terra^ilTuonome^fottolaprotetto- nedilei:che,eflendoegli flatogenerato,&rigenerato fuofcruitore_,iofpero,che quell’anima innocentifsima nefarà allegrezzainCiclo;ou'ellaprega continoamente N.S.perlafelicità_,

&

efTaltatione diV.S. MoltoUlu- ftre.Allaquale hurnilmente m'inchino,

&

baciolemani.

InVerona,ilprimo diOttobre.

M.DLXXXV1I1.

DiV.S.MoltoIlluftre.

. Deuotifsimo Seruitore,

&

Compadre. „ ^.

Gio.Antonio GelmiP.

t

A L

nrflioìi>o;,.

iVia§ «olox

•011131910*

d

^r

MEDESIMO.

U;OiihbtMii^

itili,ètootig

CARLO

,fel

del

per te

fempre

raccenda

f

ptu benigni lumi,e la

gran

_face

Ti

giriamica]e* ltuovalor verace

Tra

degni Tferoipitichiaroognhorrisplenda;

Tà

,chelo flirtotuod'amorsaccenda

,

Per

donar vita

a

chigià

morto

giace:

Ch’efferben

può

,che piu, che

lfiglio

audace Di

(jiapeto,lavitaaltruiturenda.

foflial

mio

fgliuol,qual padre,

amico

,

Quandi

ei lauonelafàcratafonte

Le prime

colpedel

gran Padre

antico:

E

^Lperoancor,

^chea

^{crudamorteeitolto}

Facciaal

Tempo

voraceinganni,etonte Sottoiltuo

nome,

inqueflicarmiaccolto +

)i^-

\é*

DEL MEDESIMO

L MzA

genttl,che di(piegandotali >

Voi

affi al (tei cofifugace, elìcne,

Lafciando

me

nelmio doloreimmerfi_;

\*\\

ìvM

rv

Da

^quello,onde,qualpura,ebiancaneue.

Splendifra innumer^{abiliimmortali,} Celeflefiggio,adamantino,e terfi gRfs

guarda

interra_;etodiilmefloverjo,

C

horpertecantocon Paternoaffetto:

E

^{penetradelcorgli}offrimartiri;

r A

Egli ardentififiirt, ^•

G?

Ch’ei

manda

fuor Spintodi

amor

perfettot ^• ->

Poichécolonna piùnon

mi

_fiferba

Del

bittermio;el'allegre^ein lutto -c \

Puron

corner

fi,

quando

al Cielfahjli; ^:S\iA^'*

Cangiandoigiornimieidilietiintrifli: ^.

^ ;G

Ondatogiamai non bauròil

vifi afetutto^, ^v.

Solo rimafi:^eàla

miapcna

acerba

P

enfindo,ealfrutto,cti'egiàtroncoinherba

,

A

E

alarepente tua crudelpartita.

Non

sò,comepotrò re

farmi

invita* ^’>

Tù

difortunariapungentefrale, >

Che

nel cor

femmipiaga

_fiprofonda, Lofio,percui di^rviuer

ftommi

_{in forfi:}

Nè

rimedio trouio_,checorrifionda

vi ytl

iAI mio

gran^duolo,

k

tinfintiornale. ^'1

S

Vi\Y«

Ondet

mieifinfih^ornaifontutticorfi,\

Con

l'almaafflitta,pervolerdtfiiorfi

'

Da

^{quejìe(lanche,e}trauagliate

membra.

Poi

chenonsi concuipiufidar debbia ^

^

Ilmiopenfierdinebbia _\

In

quello viuermio,chemortefimbra: ,y >

Nè

troviioyche

mi

^vietiilpiangerftmpre. }<x

E

nonfivide

mai da

bombii’onde ^• .

Naue

(finta,edagrani_,alteri orgogli^• vy ^X

Di

fieriventirompertralifcoglu ^•>?,

IV

^;v.

Che

non

pan

lemie penepiu profonde.

Onde

auerrày chelavita difiempre, Senz^atrouargiamai,chilmioduol tempre.

Aia,_fivuol

mta

fortunapur,eh’ioviua,

Di

^ciòfia^{(il, ch’io}penfi,^epianga,efcriua. ^•

Non

cofìtoflogiudalCieldijcefo.

Figlio,tividi

ad

albergar interra

,

-,

Ch’io

mi

tennipiu, ch'altri, affaicontento.

Et

alTttmpOyeàia

Morte

ardiafarguerra

Col

tuobel ffirto divirtute accefo

;

Chefiiordoueamifuor

d

_offrotormento

,

Quando

in

me

_fofieilvigorprimoffento.

Poi

chefottegnodela

mia

vecchiezza Sperai_fofiinegliannivltimi, egraui;

i. Ego-

fi

V

mmj

^té-ii

E

goderli(oaui,*

Quando]

morirpiù, che’lviuer,s’dppreffa^.

E

^poicheilumimieifofiero fpenti

Ver man

di

Morte

divietata,edura,•

jilcuipoter

hucm mai

^nonfe^{riparo, *} Viuercredeua ancorfijAendente,echiaro

V na

vitanel

mon

doaffaifecura; l

Volandoperleboccije de’viuenti Sparfo ne^dolcituoi(onoriaccenti.

Ma

(laffoohimèfichetroncaelafperanXa;

Nè,

^fuorchefoffiirannullarrìauarifia.

'

Laffo ,pens'to_,figliuol,comefcendendo

Nel mondo

errantea

me

porgefii(pene, ChelPadreefiintorinouaraouefii.

Quincitefolchtamaietognimiobene

Vera

cagion, difpemeilcor paficendo^.-

Et

già vederti

mi

parea,che_hauefii

Per

^{lo calledigloriai}piedi mefit^:

E

fpiegar verfoilCtelfeliceivanni; ^-

BruendolietoalbelPegafieofonte;

Etvno,

el'altromonte

Salendo ,farà morteillufiriinganni;

Et

in

grembo

àle

Mufe

fiederquiui

T

^{ividi, o}figlio,einfienoalbiondoDio,

Da

cuiprenderdouefftillatte,ei_verfi:

1 J

2 Mi

M _a

^{quelle,etquefli}

han

camion di doler

f:

* '

Che

_fipertempoguflafifoblio

Del Mondo,

e

gip

inQel/ragli altri

Dm

;

Lafciando noid’ognifperanz^aprudi;

Sericaveder

Lauro

nonello,ò

Mirto

Sorgerdalvagotuofelicespirto.

Quando

ilumiintendeaneltuo_beivifò.

Di

fcorger

mi

pare

a

lapropriaimago

Del

caroantico

Padre

al volto_,alnome.

\\

Onde

divagheggiarti eras)vago.

Chetalhor

mi

rendea

da me

diuifo.

E

mentrecont emplaile biondechiome_, /Sentiatuttobearmi,enonso

come

.

Quindi

speraidel

T empo

v*br

em

giro

Render a

tediluigli alti configli,

.

E

trarti diperigli,

Com

etfecegià

me

dafpro

mar

tiro

.

E

quando_fofi

a

quellaetade aggiunto

,

AV

laqualprende l'huomvalore,efennoy

Di

douerpartir tecoimieipenfieri

C

^redea_;

ma

in

vano

auien, che_quefioifperi:

P

^oichele

P

archedi teftratìofenno.

Onde

feimorto,ediodiduol confunto:

Io

quideprejfo_;etunel[ieloajfunto.

Et

quantogiàdibelloil

del m

infu/e,

)igitizedbyGo<

•f

-

N

^{eltuo(fiorir laterra in}fnrinchiufe^

H

vederti_talhorfuordela curia Sorger,e

fermo far

/opralepiante_, Reggendo

homai

delpicciolcorpailpondo,

Diemmiffcr

arila.,che

ver me

cofante.

Et

forte incontraadogniriafortuna Statofarejli

à me non mai

fecondo

;

'

E mia

difefa,e

mio

conforto al

mondo

•

*

£ quando

^ilSolda'beicelefiicampi

Maturar _fa

lebiondeggiantibiade

,

E quando à

terracade

La

neue_,òvien,che*lSoltemprato auampi, Sperai, che

meco ad

ognidubbiaforte Effer_,figlio,douefsi,elmiofoccorfo,

E

^{tamiacerta aita,elo}

^mio

fchermo

,

Quafl

alondedel

mar

foglioben fermo;

O

quali

a

iventie riAppennino^ildorfo: ^*

Et

che conlatuade

fra

^inuitta,eforte

Fotefsiàme

vietarperiglio,emorte:^•

Ma

ilFato àtela mortein

del

preferiffe,

Con

laqualilmiocorein

vn

traffiffe^.*

ST

n

mhat

lafciatoil

del

prtuodi fi^eIle

,

-

E

finita Soleigiorni,ahiduro Fato^:

Che

ouunquevolgoilpie fo^{spiro, e}piango:

E

miroin

vn

laterra,el Ctel turbato:

DigìtìzedI aogtc

» %*

Quegli

mi

niegatefuelucibelle;

Eque fa

fomentarmi) ondi^io

mi

^frango

P

erduolo_,acutfol 'vinoancor rimango.

E

quantointornomiro,equantoajcolto .Putto

m

enoia}à

rimembrarmi

foto,

Che

tu spiegandoti'volo

P

ortatti tecoognimio benraccolto.

Nel

tuomorirlafctòlAdigetlvafo

,

E

dipiantoirrigarfeimefti lumi:

Eie

_fuebelleNinfe lagrimando Lafciarotcupifondi;efo Spirando Qhiamartiin

van da

ilor correnti

fumi

^.

Videfiallhor di cofiacerboOccafò

P

^utto'lCoro

^a

dolerfdiParnajo:

E

ruppe

Amor

gliauratifrali, e l'arco ,

Quando

lafciafliiltuo terreno incarco.

S

^our'altuopicciolbufo

a

cader vidi

LAuola

tuadimoltilufricorca,

Qhelpettolacerò

Je

chiome/uelfe;

‘

Chiamando

ingiufoilFato,eria la

Parca

;

EmpiendoilQtel didolorofifridi

.

A

^che(dicea)Mort' empiain

prima

_fielfi:

Quefiiforfianco nato à proue^eccelfe;

\

8 me

già d'annifatta colma,egraue

D

fciornon vuol dala prigionterrefra

Con

X

6

fon

^larapacedefira]

V Vi

f Mifira

me

₎perchepitilduol

m'

aggirane?

(he,

quand

io

mi

penfiilietagioire,

Rimembrando

ilbel

nome

ogrìhor,ctiimprejjo

Torto

nelcor delmioconfortefido

,

Lui, chedoueanelfino

Paterno

nido ^•c ^<\

Sino àia morte

mia

giacermiapprefio ,

Mei mio grembo

hoveduto(ohimèJmorire^. Et,percrefier ladoglia almio martire

,

Non

confinteildefiin,ch'idifigliahomai:

Aia

vuol,eh'toviuafilo

a

traggerguai. \

Qual

ridiròdelatua cara

Aiadr

e

Parola

acerba,*chefi

effari marmi Hauria

potutofipra^ilcorpo ejfangue?

Pria

dijfe:

A

^checrudelmaifimpret

armi

,

Aiortefitroncarle

membra

piu leggiadre;

E

fol^tipafeid'innocente

J

^àngue

,

Pigi

da

piud'ogni_peftifieràngue? ^.v,;:1

E

poitenendo

a

terrailvifichino

,

/

^...V

Empio

de(lin,erio,volgejìiilciglio

P

^{urbato nelmio}figlio ,

Dijfe,ofeurando^ilgiorno insiitmattino.

E

qua!ardente

mai

fulmineotelo Arfie

ad

_eccelfipintirfutefirondi.

Che non

^sijtuviapiucombuiìo,

&

^arfi

. - .

^

V.

r

J.

Dal

crudo

mal

neletue

membra

_fiarfi, ^ì-

Che

_ofiuròitanti* e fuelfeicapeibiondi? -c''^k ;

Ond'ionon_fiero

mai

piafitto ilCielo V Vogliamutar,pervariardipelo:

Sinch'iononfiguo^tè,

da humana

fiorXa Scioltafelice,

rch'à ciò

Amor mi

sforza ^-•

^

Ma

^io

^quando

^tividi,ohimè_,dolente ^•'•^ ^

^

Chiufi tener^ledolci felle

amate

,

,

-v^ - -

Oual

fi*perlapietà(lajfo)^il

mio

core?

Ahi

cosifoniemiedolceTfp*andate?

Le

miefieran^e,ohimèfin^tuttefi^ente?

Nè

purdisigrandogliaanco_fi

muore

? AnzLt,lajfo,i

pur

viuo

d

contar lbore ?

Deh

percheinnanzi

à

te lacarnai

ve

fie Gianondepofi\òfiglio;poiché

lprimo ^*

Anco d

venirne limo

Mondo

fuipien

d

horribilitempere?

Ada,poiehepiacealdel, che ancornon muoia,^*

E

^ehe chiufinon_fi

a

contecoin

tomba

_;

Aia

ch'iopur viuain_cofi

amaro

flile,

Ermo

delmiofiorito, everdeAprile,

lAue

faltfli

a

^{guifadicolomba.}

Adirailmioflato;e_fi’lviuer

m

annoia,

/ _nf

ondiminelcor conforto,e gioia:

Et

per

me

pregailRè,nelqualrifilendi ,

Qhe miperdont /mieifalli

emendi

.

ìitsfcVi

*

. -

'L

y^,tu.V\

>iXv\.

,'Àù-h

\a

CJNZON,

^cui

^Padre

^{ilmiodoloreìmmefi>}

La

pietà

fu

^{nutrice,e latteilpianto;}

Chipubfrenarsìgiufiìa.acerbadoglia ,

Che à^piangerfempretlmiocorlafoinuogha?

Ecco lume del

C

iel diuino-,efànt^o

,

Che pub fgombrar^{dinebbiailcorcondenfb.}

Già

fento rinouarfi^ognimio[enfi:

Poiché^lmiofiglioalfuo Fattorein fieno

Hor

gode

0

^per

^me

^{pregailCtelfreno.}

VA'.'vivv

’à&jA ù.

v,.> > XSA ^*i°'.

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/ ^{•\ •;v V- c.HVt *ttfK >i}

«

4

. w * * * ^

;OigitlzedbyGòogle

DEL MEDESIMO

\\*\uUÌMr\

fETRO, adunque

_feimortoTzAhibfe- lievita,

y

itacagion,ondiiofprcXzjai lamorte.

Hor,

ehio(cargotttavitainpreda

à

morte

,

‘Bramo

la

morte

,e difprel^ola

ma

^.

Ben

so,cheti diè

morte à

migliorvita,

Vita, chetar

non

tipotràpilimorte:V, Io flandoinvita chiameròlamorte.

Che

doni

morte

àia

mia

fragilvita.

Poi,

quando lamia

_{vita fiada}

morte Morta,

teco{arò

net

altra vita

A

fruir vita, edityrel^ar lamorte» ^•

I

^o

non

piangoditeteterna vita_;

Ma

quel_deflincrudel,chetidièmorte_r

Per darmi

millemortie

fendo

invita.

PIGLWOL mio

_{,felPianeta,che}

mi

sforila Vtuer ancor_,cosi

pur

confentijfc.

Che

l'almamefta àtedietro venifier Sciolt

a

lhaurei

da

laterrena [corica_.

^ Ma,

poichécontraiCielnongioua forXa,

Per mutar

quel,eh

a

noi

fermo

eiprejerife.

* fi*

Lave

Splendi terròlelucifife,

' ’

s*

Sepur Morte

in

me

larconon

rinforzi

JE mentre lacrimando_fiaiviuenti

Alenerò piendi duollamefiavita

,

Solo

pensando

altuos)preSlo occafi_;

A

^lefelue,

à

lefiere,alenare,

à

iventi

Farò

tua

fama

_{vdtr forò,fia}vdtta ^‘

Da

leferuide arene

ài

ondealgenti.

.. . \ :r.vT

SOVRA

ilbel

morto Adon laDeadiGnido

Pioggia non_Sparfidi si

amaro

pianto,

N

_efuelfiilcrin,nefipercoffetanto

L

eburneopetto indo_{lorofòfirido}: ^- ''^*

Quanto

la

Donna mia

Spiegandoilgrido Sourailcaro Ftgliuol, cuifi^die

vanto Di

rapir

Morte

_;

ond

eifelice3efanto ^•

.^

Spiegole

piume

albelcelefienido.

Quindi da

ledolentiofcurefelle ^-

P

erle irrigòd'vntrasparente gelo, ^.

‘

v

~.

Et

nel'aria

formò

taimefii accenti^: \\

Morte,

hor,c hai tronchelemie

membra

belle ,

Altra, cheperpietà

fi

a immoto

ilCielo;

E

tu_fila

non

curiimiei lamenti.' B 2 Qual

« I ••

QVAL

^crudeltàtìfyinfè,inuida

Morte, Quando

la

man

nel picciol crinjlendefl

i

Del

carofigltuolmio_,perrendermefii

Sempre

imiei lumi,el'bore fofche,ecorte?

Ma

in

vano

apri(ìiàiaura(uàleporte

:

Che,penftndoì rapir,vit

a

^{glidefili: vi>„}

6

mentre

à

Letbeinfondo pur^eredefili

Qacciarlo,ei/alfeapiu beataforte.

Poichéⁱfabri miglior de^’tempinojlri

(filihanfatto

vn

'Tempio,oue conchiaricarmi

Viuràilfuo

nome

ancor

piudvna

etate,

E

^{labell'almanegli}eterni chiofìri

D'altrobora canta_,ched'

Amori

,ò

darmi

;

Fruendoladiuina,altabcitate.

• •

» •• • r

DE

?ondeal

mormorar

,ficioltodalForno

A

^{ripigliarcomincioi}miei lamenti,

Quando

in

del

lenotturnefaci ardenti

Ce

donlaluceal portatordelgiorno,

Evolto

ilciglioalceledefioggiorno ,

Vfiggn odoilfigliuoleb'indolciaccenti,

D afe, mi

dice_,ache piùtitormenti ?^*

Vmo

fon^io

d

Angeli untointorno.

\ 3r

^

Qui lamia

puritàda*Dio

m

impetra Ilmioraggio

fermar

nelaJuafronte,

E

dicoronad'auroornarmiilcrine.

Qui

jruifco altre

Mufi

^altracetra

;

Altri carmi,altroApollo

&

^altrofonte

;

E

oggettotal,che

mai

non hauràfine^.

FERRA

^c

R

_s

_f>

^quella3chefojfopra volfc 1^forti

Medi

3eibellicofi'Terfi3

E

^tGrecia/luti}enellorJ,angue immerfi Refeⁱ

Roman

3diche

7 mondo

_fidolfe

;

Quella_,

ch\m

jua

d

t

me

nonfi^difctolfè

Dal

primodi₃eh’al'aurailumiaperfi,

Hor

in

me

^gli

amar

fuoi^tuttihaconuerfi_, (he,per

farmi

^languir3in

vn

raccolfe.

Ala

lamerce del'altovalor voflro3

Che

al_figlioevintodonaeterna vita, ^-,

Mi

^disgombrailpenfier dal

meHo

petto.

N*

_Jolfiafibellopra alfecolnottro

Nota

;

ma fero

deltempoindifetto3

Qbeviur

a a

par de^glianni

alma

,e gradita*

DEL REVERENDO D.

GIROLAMO ENALDI

v

ivW'xVì

A

ito»

,

088$ »

\\K

O me

tenero fior3ctià

pena

eretto ^K

Ogni

_fuobello

à

i mattutinialbori,

Morendo

cadeinnaritycb'orni, òinfori

Di _{vaga Ninfa}

iterindorato,o7 petto;

Cadefii, al tuoFattorcaro,e diletto_, Volandolàfraipiu beati chori3

Pargoletto,ouefplendinipoloindori

,

jifirogiàfattodi feliceaffetto.

Quincifeorgendo,ipiti felicifpirti Guidi

à

^perpetua

fama

^;iltuobel

nome Eternando

nelorbei laurine mirti.

(V

Hor

godi,b

GELMI;

poichélfiglioin terra

^

Perdendo

_sin

Ci

et,

Nume

nouel

Je

^chiome

Pi f

piega₉elbendi là t’apre_,e difierta

.

i•:<

*

\

«ij dt*^' -

il-

CELMJ

ir.è

I

DELL* ECCELLENTE SIG^

FRANCESCO INDIA.

ELMI

yben

m

fii,fenZjailtuocaro_figlio.

Aridofonte,e fiienturata felce;

Seluajncuiquerciano_froderai

}

od

elee

S

ecco giardin_,

fèn&a

larofa,ol giglio .

Ahi

di

Morte

rapace, ecrudoarttglio:

***

Ahi

nojlroh

umano

flato.edurafelce

Chi

nonlopiange ogn'hor

.Ma

cotaldielce (hi

non mai

errarpuoteinfuoconfiglio.

£ fu (òmma

pietà₃

fu

diuin Xglo

Laime

create

a

vero,eternobene

,

Onderan

fcefie,richiamar_{nel Cielo.}

' < 1•/v\ kM| V .•

» *\ , y

Ton

fren

dunque

al dolor_;che

non

èmorto, Cf

ELMI

,iltuo_figlio:

anzJ da

leterrene

,

T

empefte igitoalfuoficuro porto*

\ ”

C

4 ^Targatolo .

>*«

DEL MAGNIFICO ^SIGNOR

I

FLAMINIO BORGHETTO

academico filarmonico

V

TVMVLO

A

PIETRO

G ELMI.

» 4 - ,r-- :**;'

Ar

^golettofui giàpuro,innocente.

Che

tolto

da

lecare

mamme à pena Godea

vitaJerena;

Quando

de'giornimieitalmo Oriete Ofcuroletalnebbia,ohimè,repente.

Morte

flagace,(2?pronta

Col padreafflittomiodi ciò s'ijcuft:

Che, mentregliannitener^etticonta.

Fu

dal canutomio fennodeluft.

Tio

viator,cheleggi ,

Corri,elmiogenitor_toflocorreggi:

Che

me,dehtieflùe,flpento,eflotterà,

Vuol

con feflettoguerra*

Ahi,

che Iduolloconquide;

Corri_,

ve

,chesvccide.

-A

4

V

DEL

SIGNOR ADRIANO'

°

' G RA

N

D I

I«A

conofio^ilmiod) giunto

d

la (èra:

IlSol

m

è tolto;efredda neve imbiaca

La

chiomatel’almatravagliata,

ejlaca

Alcun

cof^ortoal(nogran

maino

fiera,

E

^{(fogniintorno<sAmor}con folta fihiera D'altefi^{erarile in}fidtarnon

mane a La

mente,chenomealibera, efranca]

aAcciodidoppio dnollanguifca_,epera.

Onde,

sauien,cb’àtuo volernoncanti,

G E LMI

^{, econ mejli},e dolor_ofiaccenti filonfiguailfiiondetuoiperpetui pianti,

Morte

incolpa,et

Amor

_;cheimieitormenti

Van

raddoppiandointantimodi, etanti;

Chefoloproin

me

ftejfoimiei lamenti.

c

DEL SIGNOR POMPONIO MONTANARO

Ofciachetempia, einefforabil

morte

L'unico tuofigliuoltoltohadivita,

(jdmi3nontidoler;cheperla

morte Sen

egito

à

^goderdiletto>evita

.

E

^{vita tal}3chenonpotràpiti

morte

T

^roncarla;poichéefattaimmortaivita r

E

in

grembo

alfuoFattor [freisalamorte;

E

lapria

fra

^{mortaipenojàvita.}

\

Dunque

,partoetApollos ilduoldimorte

T

^~empra conlatuacetra:

ond

egliinvita

Ter

quellahabbia

à

reftardoppolamorte.

Che ad

ontadelamorteviialtravita Viueràinterra.òfortunata morte:

Foiche

morendo

acquilìaeterna vita.

Trcock

iz

DEL

SIGNOR.

CHRISTOFORO FERRARI

ACADEMICO OLIMPICO

Rendilanegra vefra,

E

^lafronte circonda

*Dilietano,

ma

dilugubrefronda,

Mufa

^squallida,e

me

_fra;

E

^{lagrimofailciglio}

Piangid'aApottoilnouoefiinto figlio.

Già

legrafie diurne, V

Che

aljuo tenero fianco

Faceancorona

a

laer nero,e al biancoy

Spar/o,e laceroilcrine Verfàn daitrifrtlumi.

Sopra^il

GarXon

ejfangueamari fiumi

.

E

diVenerebella Eccoilfigliuoldolente

,

Che

rottohalarco,eie

f

^acelle

^ha

fi^ente.

Già

taurate quadretta

A

^lui

^tempraua

^altero;

Hot

piange indarnoilJuo caducoimpero.

Chepiu?

Non

chiude^ilCielo

Nume

cortefe, epio,

Che

nonfentaperluiduol’afpro,e rio:

Poiché

n

fuo^picciolvelo

Piu

,chele

gemme

,etoro

,

\

Douea

filender^deldelricco teforo.

C 2 0qual

tized-Hy

0

^qual

^da

^faggi3echiari •

;. i '3 r

Figlid'aAaige

aproua

^{- ;}

*Tejfeasi

d

luinobilcorona3enona.

Quanto

_fiani,ecari ..

A

Foran

flatiifuoidetti Fienifol di diurni,alti intelletti

Che

_,fi

d

ia

prima

etade,

Che J

^{compagnadallatte}

,

Giunge

a

,con

membra da

riamorteintatte

Lep

itifublimi ftrade Veloce hauriabencor/o,

Fer

cuifi poggiadiFarnafoal dorfi^{. '/}

Qual

^ilfedel di Cjioue

Àimijlrogenero_fo .

f

Augel

d'otionemico₃e dir_ipofi*

A magnanime

proue Spingeil'vigoreinterno_,

E

piu^/’ejfempiodelvalor paterno:

V

^

*Ealper

fi^{fiejfiaccefi '•}

\

^.

Ilbelcelejìefiirto

A

^cogliertofohonordilauro_,òmirto_, ^*

Ftu

ardentehaurebbon_refi

A

Juoibeifattiegregi' >

Hel

Genitoreinoqvolgari pregi

*

'

Quinci

.—A. /

T'-v Quincidicofavile ^•• .

>

Ftftal'animafilotua,

\

j

E

filo intefa

a

veragloriale

dm

a,

'

\C\

Dr

tifandotlcorgentile

'A

Ad

oprealte,eleggiadre, Tfauriafattodi

fipiù chiaroil

Eadre

. ^

Lteto

Tadre

,efelice,

Setantobenconcefo

‘T'hauefeilCiel,chet'eraallhorpromejjb.

Aia

tanto,ohimè,nonlice

Sperar

ad huom

mortale

,

(utdifortunaogn’horl'impeto affale. '.A

Chejqualpurpureo_fiorey

Che

_fral'herbettamolle vlV^l,; v

A

(fiouinetto, eridenteal Citi,sefolle

\ ]

A

Cu Ù

tepido calore ^' \ I,

Del

Solereladolce

aura

*

Elfrefcovicinrionutre,eristaura

;

Se

fredda,algente brina ..

o

^- _/ \

Cade

_feprailbelverde.

Ogni

primovigor tofo disperde^: Giàlanguenteets'inchina; \

Già

nonèpiùrifirto;

Già

7 vediàterra

J

^colorita,emorto:

9

ì

*

ir\

T\

>«^v.

Ttfy

\

P

al,pargoletto infantel

Sembrata

tìinelfino ^- y A‘4ir

;-

v

^‘ 1

De'

dolci‘Padri al/horbeati

a

pieno; vV

Quincilelucifinte,

('•

Quindi

la frontecara

Pubaciaua ad

ognhor fan,laltro

a gara

.

P

ùglifcherzJamorofi <

Godi

lieto, efirridi,

,

E da Ivn

fuggi,ein

grembo a

taltro afidi.

Nè

teidolci ripofi

Chiaman

daicari 'veXza,

Nel

cibo_,cheper quefi anco^difpreTXi

.

Magia

fiherZjatoafai

Hat

tu carobambino

;

Hor

più nonpiace al tuo fatai defino, i

Ecco Morte,

ehe

homai Empia

,ecrudeltifucile

Da

lematerne^,ohimè,dolci

mammelle

.

Pù

giaci,almofanciullo

,

P

ù

,ch'erifptrto_,evita

De

la

metta

famigliasbigottita:

Pù,

che gioia, etraftullo

Ne'

_fioimaggiori_affanni Efferdonalecol girar deglianni.

ri

>

1 i i ’j. (^J ìj.lòdLv*'vil*/»J*-U

i<t

Và

^{boratu, bugiar}do, ^, V;c

W

^-;

Vano

Iterardipingi,

Ffuom

cieco,chefeliceognhortifingi.

Via

piti_,chetirale,òpardo Fuggeognibene interra_;

E

fannoimalianoi perpetuaguerra,

Che

_far

a

_fionfolata

In

^cosiacerbo duolo

L’ungenitor,el’altro afflitto,e_filoì :)

Ada

non_fipiegailFato

Per

dolor_ofipianti_;

E

^{fonlefletleinnoiferme,ecofanti. .}

Ben

hauete ,òdolenti_} v.^tL

Cjiavoi pianto

à batiama

_;

Homai

perdaildolorsigranpofianZja.

Non

_finoⁱgiorni fi^enti

Del

caro_figliovofiro;

Ada

filendon chiarinel’eterno chiofiro.

E

feliceyebeata

L anima

femplicetta

E

già fatta delCielnoua Angloletta.

O

diti

Alma

bennata

,

Che

dai mondanierrori

Si pertempo_volafii

ài

fanti Chori.

C

_{4 Goò}

Digitici

(fodi teterno r'tfò, t-à’fMjuit*v\

wwi

E

latranquilla

pacèf^f ^{x*T^i}

^cs\ì7h'

Che

non

mai

puòturbartiaurafallace^

Cjodi;clic l

Par

adtfo ,

v

^•kv'j

\

V

fermafii ^le

piume f

^{^vav\}

H

Vaipiù_{ùeto y}epf/ibelcon nono lumi.. -

^

^{fupernotetto * *j. >}

Odi

ilbuon

Padre

mejlo_,

Qhetefilchiama infùon grane3efunefio.

Altrailtenero_affetto,*

,v. .^ -

Che

da

pietà fòfpmto’

Non

piùviuoeit'amò,che piangaefìinto.

E

poiché 7Cielo infòrte ^<L

N

^{on diede}

à

lafùa^voglia

D

ipoter dartitnterraimmortaifpoglia, (

Quel

, eh'eipuò)^toglieà

Morte

Jltuobel

nome

,e incarmi

Lo

mprirneeterni più,cheibronci,ei

marmi

.

Vedi

_meflele

Ninfe

^{' ’ •},

a

Del

grandiddigefiglie

Portar

corone candide, evermiglie

Da

lecorrentilinfe_;

E

conla

mano

eburna

Quelle verfàr su[atua.picciol'Vrna.\ "

•J La^rcia

J

>

L ASCIA

^il

m

fintòfunebre ^* 3ai : ::.*.

Nomai

}negletta Àdufit,

F<*/7V* duol

me

Stare confufi:

Rafciugalepalpebre_;

E

fdentio

a

teponi;

Eieturbar piudel (teloicanti,eifio^ni.

O" ^ *

.

*

DEL MEDESIMO.

PIETRO GEL MI AL PADRE

TU

} che

mi

defligiàla

prima

vita

,

Et

hor

mi

toglialafeconda morte}

Non

foSpirar piùla

mia

breuemorte_$ Ch'iogiàviuofebee eterna vita.

EPITAFIO DEL MEDESIMO,

Queflas in cutmiriil

mio

bel

nome

fluito ,

Non

e

mia tomba

:altramenfece

aAmorc:

Tomba

èdemiei parentitl

me

fiocore

;

Ou

io

mi

vi_fijautogiaccio fipulto.

ANDREAE CLOCCl PHUOS’ AG MEDICI.

AdChriftophorumFerfariuraDeObituFili»

Io.,Anconij’Gclmi PotatiLcpidHTImù yj^** ;*\ ¹ Ci' iV!- 1Si-V.

Quòd

tenerum Gelmi rapuerunt

Tata

puellam IIlius> Aoniaequibibit<vnueaquae;

Mirarie_,queruloque gemiedulctfrtmecanta Terrari_,

&

^{Stygias credisbabere}

^domos

Heu

fruttainfidtanato,moeftoq; Parenti, Veraq;, fed^certefabula

mira

fuit:

Nàm puerum

Patri fimilemCrinitueapollo

Dum

fierimetuit,iamq;ridere putat_; Molilahiudnlueplacidum per

membra

foporem

Irrigat,

&

^Ptndiculmina

^ad

^altaleuat

.

Pian

fotnm gremìoPolyhimniafronde perenni Spargit,

tnvmbrtferum

fertq;benigna

nemus

*.

Non

igiturviorSyfid

fomnus

frittile;propinqua Deltijit sfeciesluminamoeftaPatrie..

IO.

IACOBI TONIALI

Iu.OLmumPettiGelmiinfantisi

• i

INFANS,

dchtiameipoeta_»

vAvaO

.

Et

folatiolum parentisagri_, /.

Ouem

de_{fe tenerle}adhuc abannie

Fas

eratbonacunttapolliceris ..,0’

(

0

fattum male₎fiorieinttar 'vnco Setti'vomereconctdit,nec illum

Mufarumi

{(>

*etutt

Deus

necari.

rttncmsfitispatervnguibusproteruis

Genas

impatienslacefsri

ambas;

Et

femper

puerum

modis

ademptum

^' Vrgensfebiltbus9

fmul

fidale

s

Aegrisexanimatmifer querelis,

Hmc Deos

quoque,teque,

Pbsbe

,

primum

Probrisimpetri acribus

;

quòd

Agro

Se

tuo precibus petentevate,

Non opem

tuteri

sferuspuelio.

Nàm

curte

medicum vocamus

₍inqui_t) ^•

Aut

'vatum quoquedicimusparentcm, Sinecfcismedicalunaredextra_;

Nec

^r

uatum

precibusmoueris aquis ?

H&c

ille.

At

lachrimas

Deus

fuentes Abfiergensmanibus ,patremdolentcm .

I

ucunda<vtleuetalloquutione

,

Hic(

inquri

)puerinteraflrafulget

.

Audifin

tereti editosabouo

Hanc

fratresgeminostuhjfefortem.

Alterna•vt'vicefingilisdiebus,

*Dum

Cerio hic nrict,alterinde cedat ?

lllishuncego fedibuslocaui ,

Si_nefiis

puerum

_;alteri*vtbeatus Colliidat

p

itero, alter^rvt_recefri.

•v-

Di

V.nam,

IA C

O

Bt SE

M

1»£R .. . A«1Io.Antonium. Gclmurn

. ^^,

V IV AM, Gclme

,tu

am,

tuiet parenti s

Cim mors

timida

imagmem

tenelits

Nuper

Jufeuleritrepenteinannis₃

T etrum

fciltcet(heudolor)^'uenujlum,

ÌBlandum,lacieolum₃'unicum ,puellum:

Hic omnes

tetigittuosamicos Cafus,

meque

potifsimùm

;qui,<vtolim \

Natura

,audìer

am tmm

parentem,

Duntaxat

duce,multacaUutjfe ,

.V

7 Oua

JuntSocraticisrepoflachartis:

Te autem

carmina

videram

vel,'ungiti

Qua

morfocanis3edidijfe:fimdis

Vel

qua ex tempore,

protmfe

: chordis

Intcrdum &

^faciajfe:

^quem

^{fine arte}

Natura,bonitas facitpoetam;

Sperabam

forefic,tuus

vt

infans

7 A Natura

bonitatefingitori -Av

{ Quod

‘vejìrigeneris<uidetureffe ^«.

*Donum pracipuum

,acpeculiare )

Tar

ejfetpatris,atqueautfuturus

.

jitnonplusni

mio tamen

dolendumeft

,

Necfas

immodtcodolore fratto Infortirettbi.quid?oro,

manes

z^'

igitized1)

<ryr)Meuoca,

noe occipenoninane fi^; Solamen,fiore

quod ratwn

,

Òmetur

Prs/agireanimus.benigna

namque (um Natura

tibiparens₃tu&que Alfiret domuì,

quod

ipjepajfius

Es damnum

,fìibijtquoqueilla_;necfi

‘JTe

U/am

minus bineputat.ruinam Infiauransigitur

tuam,

fludcbtt

Mortem

eludere,

mox

dabitque,coniux

Vt

rurfustuamafiuLs,

parentem

Te

prolisfaciat,beetquemulto Fcetu(

omen

/operi,precor,fiauentes Qonfirment)

& ^homo

^{tuas inaltum}

Spes rur/umeriget

;vndemors

auara lllasdei]cereampliusnequibit.

FRA

N

CUCI POLAE.

.. . AdCbriftophorumFcrrariumA.P.

In obicu TetriGclnùIo.Antoni)PoctxFili}

.

«•. K ni..4 \ . »*'•*

\

FERRARI

,

columenmeum, Qu&so

plusnimionedoleasrvicem

CjELMl

compatris\illms GratiCaftalijsfiontibns,

& ^db

^i;

Qui

nunc

,foneràfili]

Deplorans₉

fido

sexanimat Juos^.

i> s

.fiCr>tuQC;

v

ìtoariumvincereAórtn't

1 ,+*m -k

y^{«. ;•} ytfjjx^en'eauguror

,

r v &

GL LAI/

mcefiitiapone

modum

itti.

IsIàm quid?faslacbrymis putat ^{'*. .\S} Leges corriere flettereCoelitumì ,

^Audax omnia mors

rapit₉ 3i

Longmo,

et [nero

par

cerenefeia. \

£

Sedflallor;male computane .

Sonerà

>

trtbumt numina

mortilo.

jEr£0 _{flluat in}genas

Humor

,

monte

vclut cìimfitmus

mit:

IsIammeefii lacbrjmaspatris AlixtasTtcrijsvocibus,!£9*finis

,

J

Fama

flemma^pingui

a y^\

Contemplar_fieri

iàm

memorabili;

Qm

,propagtne florida „ ^.

Aloxfurgentiavitam

haudfiragilem ferenti

Sed qua nonmetuet

‘Dea

Vtm

fina,autrapidi temporis

impetum

; ^- JE>quafiliolum polo

cfiradet_;sjdenbusquemferetardui.

FILI

^blandule,lilijs,

0..

O

etScythoniacarididio)

Quiste

tàm

tenerummihi

Inuìdit3fuerasqui pria*

m.

£.\

; .

Solamen;(achrymagraues ^'.

<*At

mnc

es

,furor,

&

folhcitus dolor

t

'Froh

Fatum nimtum

ferox:

Quid Fatrem

probibesbracchiafhj Collocandidalo dare,

,V.

^. .

y

^.

Dulciquifueratlamine cartor

i Sed

curlabitar ingenas

Nequtcqaam

exoculis

humor,&

in

/inumi Extrema

ò

vtinam

dies

j

tifaretmihi

:nàm

teJequerer hbens.

<

Tccum

vita eratin lucro:

<zAt te, tefinex

tàm

dulcemihi e/l

morL

M*

I

i r. a

fr

Qua

i

<L

É4

chiufiainpicchi^*\velo vetro ilIhcì

d

auro_;

jdò

^ilrio

mondan

tefinirò,

£Ìartornafli^ilCtelo;

jt ,

come

alcaldo>eal gelo

.òinchinapiùd’vnfiero lauro; 2?l chiaro

nome

tuo

da

lindoal

Ada

uro

Porta

colmodipio,cortefi^{T^elo.}

Io

quYn

tenebrepojlo,e

finXa

^luce

Con

lburnii cetra

mia,

ehepiùnonfi.ona

,

Non

giungo pregi

à

ilor

nomi

immortali

\•% V |% i 4-44 •lì0JWC«

Ada

tu, che apprendi

da

quel

fimmo

'Duce,

Qual

permerce_fidoniaurea corona,

Largtfci

a

quejìiipremi

d

_imertivguali.

Ì02\.(,

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