• Non ci sono risultati.

Nello scorso mese di dicembre

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Nello scorso mese di dicembre"

Copied!
8
0
0

Testo completo

(1)

N

ello scorso mese di dicembre la Provincia di Sondrio, in virtù della monetizzazione dell’energia elettrica prodotta dai concessionari delle grandi derivazioni, ha deliberato di destinare 1,1 milioni di euro alle Rsa a copertura integrale dei costi delle bollette energetiche del 2020.

Un aiuto, questo, atteso e molto apprezzato.

Le strutture che ospitano anziani e non autosufficienti si sono trovate, e in parte lo sono ancora, a sostenere dei costi maggiori e una riduzione altrettanto importante delle entrate, dovuti principalmente al blocco di nuovi ingressi per effetto della pandemia.

Gli importi assegnati alle singole strutture sono stati corrisposti in base alle dimensioni e vanno dai 22.347 euro alla casa di riposo Bellavista Fondazione Siccardi di Sondalo ai 160.740 della Fondazione Casa di riposo Città di Sondrio.

Come Spi Cgil di Sondrio nel corso del 2020 siamo intervenuti donando ad alcune strutture per anziani le

“stanze degli abbracci”, che hanno poi consentito di fare ripartire i contatti tra parenti, amici e ospiti.

Dopo aver appreso di questa lodevole iniziativa della Provincia vogliamo rimarcarne l’importanza.

Questa azione va nella giusta direzione di aiutare quelle strutture in difficoltà economica e conseguentemente di favorire la qualità del servizio offerto. Siamo altresì d’accordo con le dichiarazioni rese da alcuni presidenti di Rsa, secondo i quali è necessario mettere a regime queste risorse che, ricordiamocelo, derivano dallo sfruttamento delle nostre acque da parte dei maggiori produttori di energia elettrica.

Questo potrebbe consentire alle case di riposo di effettuare quegli interventi necessari e inderogabili sul personale. Ai lavoratori va riconosciuto l’impegno messo in campo durante la fase acuta della pandemia, non solo a parole, ma con interventi concreti e strutturali sulle retribuzioni.

Ci auguriamo infine che questo grido di aiuto lanciato dai responsabili delle Rsa, a cui come sindacato dei pensionati ci associamo, non cada nel vuoto.

Questo approccio tende a contenere i costi delle rette e a favorire una migliore qualità del servizio per una fascia sempre più numerosa e fragile della popolazione.

DAL COMPRENSORIO

Bollette pagate alle Rsa

Sondrio www.spicgillombardia.it Numero 1

Febbraio 2022

Direttore responsabile Erica Ardenti Registrazione Tribunale di Milano n. 75 del 27/01/1999.

Spedizione in abb post. 45% comma 2 art. 20b

legge 662/96 - Filiale di Milano - Euro 2,00

IL GIORNALE DELLE PENSIONATE E DEI PENSIONATI DELLO SPI CGIL LOMBARDIA

SPI insieme

SANDRO BERTINI

Segretario generale Spi Sondrio

SANITÀ E DIRITTI:

LE NOSTRE PRIORITÀ

A pagina 2

LE PENSIONI NEL 2022

A pagina 5

SHOAH:

COMPRENDERE NON BANALIZZARE

A pagina 6

OSPEDALI DI COMUNITÀ

A pagina 7

LA NOSTRA BATTAGLIA NON È FINITA!

La riforma del sistema sanitario è ormai legge.

Il risultato non soddisfa il bisogno di una sanità pubblica al servizio dei cittadini. Incalzeremo la Regione affinché siano rispettati gli impegni che la legge si è assunta e nessuno ha il diritto di sorprendersi se lo faremo

ZANOLLA a pagina 3 - TRAPLETTI a pagina 4

(2)

2

SPI INSIEME SONDRIO

Sanità e diritti: le nostre priorità

C

ombattere l’emergenza coronavirus e l’impove- rimento della sanità locale, ma non solo. Tra gli obietti- vi dello Spi Cgil c’è anche il supporto ai caregiver, oltre alla promozione della Cal- colatrice dei diritti. Ne ab- biamo parlato con il segre- tario generale dello Spi Cgil di Sondrio Sandro Bertini.

Segretario, cominciamo dalla vicenda che ha più segnato gli ultimi mesi.

Qual è la posizione del sindacato dei pensiona- ti per quanto riguarda la lotta al coronavirus?

So che da parte dei più duri oppositori al vac- cino non sarò ascolta- to, ma da queste pagine non posso non fare un appello affinché si con- vincano ad aderire alla campagna vaccinale, in quanto è assolutamente risaputo che gli effetti avversi della vaccina- zione sono infinitamente minori rispetto ai rischi che si corrono nel non vacci- narsi e allo sviluppo di una forma grave di malattia da Covid 19. I dati in arrivo dal Morelli parlano chiaro:

il numero dei ricoverati è raddoppiato in poche set- timane arrivando a quota 93 il 10 gennaio. Vaccinia- moci tutti, per noi stessi, ma anche come iniziativa a favore della collettività in

cui viviamo. In ultimo, non per importanza, chiediamo alle istituzioni del nostro Paese, come sottolinea il medico Simone Del Curto in un’intervista pubblicata proprio su questo numero di SPI Insieme, di adoperarsi per rendere questi vaccini disponibili a tutta la popo- lazione mondiale attraverso la liberalizzazione dei bre-

vetti in possesso dalle mag- giori case farmaceutiche.

Società che hanno venduto miliardi e miliardi di flaco- ni per cui hanno già abbon- dantemente ammortizzato gli investimenti.

Intanto continuano i pro- blemi nella sanità valtelli- nese, e non parliamo sol- tanto di difficoltà dovute al coronavirus.

Sta emergendo con sem- pre maggiore drammaticità

il problema della carenza di lavoratori attivi in que- sto settore, dai medici agli Oss passando per gli infer- mieri. In tutte le strutture siamo allo stremo. Questo chiama in causa non solo Regione Lombardia, ma an- che la politica nazionale. È fondamentale incentivare i giovani, affinché prendano sempre più in considera-

zione la possibilità di lavo- rare nel settore della sanità e dell’assistenza. Barriere come il numero chiuso all’u- niversità, invece, non devo- no più esistere.

L’assistenza alle persone che hanno bisogno di aiu- to non si svolge solo negli ospedali e nelle Rsa. I ca- regiver operano soprattut- to nelle case…

Caregiver è una parola stra- na e complessa che, negli

ultimi anni, abbiamo im- parato ad ascoltare e a co- noscere. I caregiver sono coloro che si occupano di persone non completamen- te autosufficienti. Secondo alcune statistiche sono cir- ca il 17% della popolazione, quindi possiamo stimare che siano oltre ventimila in provincia di Sondrio. Quel- la dei caregiver è una rete

silenziosa di assisten- za, sono persone (spes- so anziane anche loro) che si prendono cura o assistono altre perso- ne (familiari e non) con problemi dovuti all’in- vecchiamento, patologie croniche o infermità. Le istituzioni, negli ultimi anni, sono intervenute per affrontare questa situazione, ma si conti- nuano a fare interventi frammentati e parziali e si procede con lo stan- ziamento di risorse poco più che simboliche che non fanno che accentua- re le già rilevantissime disuguaglianze sociali e territoriali in merito all’ac- cesso ai servizi. È per que- sto che noi continuiamo a ritenere indispensabile una legge nazionale sulla non autosufficienza, una nor- mativa che affronti in modo organico e strutturale que- sto problema così sentito anche nelle nostre valli. È fondamentale tenere il più possibile a casa anziani e disabili, anche per l’alto co- sto delle rette nelle Rsa, ma

vanno aiutate molto di più le famiglie che se ne fanno carico.

Intanto, anche per aiutare coloro che hanno bisogno di assistenza, anche nelle Camere del lavoro della provincia di Sondrio è sta- ta attivata la Calcolatrice dei diritti.

Nel nostro Paese ci sono circa sessanta prestazioni sociali che, se non vengono richieste, non sono erogate.

Stiamo parlando di quelli che possono essere defini- ti i diritti inespressi. Come sindacato abbiamo sempre cercato di identificarli e oggi grazie allo Spi Lombardia abbiamo a disposizione uno straordinario strumento in- formatico, denominato Cal- colatrice dei diritti. Attraver- so una semplice intervista sulla situazione economica, familiare, sociale, previden- ziale e sanitaria dell’utente, l’applicativo fornisce una scheda finale dove vengono contemplate tutte le oppor- tunità per questa persona.

È possibile citare alcuni esempi?

Sì: riguardano affitti, age- volazioni, esenzione del ti- cket, bonus e assegni per la famiglia, pensioni e sussidi come Reddito e Pensione di cittadinanza, Naspi e asse- gno di vedovanza.

A proposito della Calcolatri- ce dei diritti, inoltre, vorrei ricordare che sul sito cal- colatricedeidiritti.it sono disponibili numerose infor- mazioni.

Importi delle pensioni: la Valtellina è ultima nella classifica lombarda

S

iamo ultimi nella classi- fica regionale del valore delle pensioni. L’importo medio lordo mensile degli assegni erogati in provincia di Sondrio, secondo i dati forniti dall’Inps, è il più bas- so della Lombardia. In Val- tellina ammonta a 868,39 euro, ben 245 (22%) in meno della media lombarda, pari a 1.113,43 euro.

Siamo, purtroppo, in buo- na compagnia: con meno di mille euro al mese ci cono anche Mantova con 961,63 euro e Pavia con 984,59.

Tutte le altre sono sopra i mille euro con Milano, Mon- za Brianza, Lecco e Lodi che hanno un dato superiore alla media.

Il basso valore delle pen- sioni in provincia è il risul- tato dei tanti problemi che denunciamo durante la vita lavorativa: salari bassi, car- riere discontinue e svaria- te criticità soprattutto per l’occupazione femminile, ad esempio i part-time in- volontari. Tutti questi fe- nomeni, quando si tratta di tirare i conti per l’importo della pensione, sono nodi che giungono al pettine. E

in futuro, se non ci saranno interventi legislativi struttu- rali, andrà ancora peggio.

La nostra analisi prosegue, perché siamo convinti che le differenze negli importi sono un chiaro indicatore di diseguaglianze.

Le pensioni da lavoro dipen- dente, rapportate alla po- polazione, evidenziano una delle percentuali più basse:

Sondrio è al 13.83%, a fronte di un valore medio lombardo al 17.34%. Al contrario le pensioni da lavoro autonomo erogate in provincia e rappor- tate alla popolazione sono il 10.32%, con la media lombarda al 6.96%. Evidenziamo anche un numero più alto di prestazioni as- sistenziali: Sondrio è al 6.23% con la media a 4.59% e solo Pavia ha un valore superio- re (6.47%). Nel 2021 il numero totale di pre- stazioni pensionisti- che erogato in provin- cia è stato di 57.677, ben 776 in meno ri- spetto all’anno scor- so. L’importo medio

di 868,39 euro (parliamo sempre di cifre lorde) è au- mentato di 26 euro rispetto all’anno precedente, ma an- che in questo caso il valore provinciale è inferiore al dato medio lombardo (+29 euro). Rispetto al 2020, nel 2021 in provincia di Sondrio sono state pagate 500 pen- sioni da lavoro in meno alle quali si somma il calo delle pensioni da lavoro autono- mo di 109 in meno rispetto

al 2020 e le 421 prestazio- ni assistenziali. È possibile proporre anche un appro- fondimento sulle prestazio- ni erogate, con esclusione di quelle dei dipendenti pub- blici. Sono 46.511 (in calo di 345 rispetto al 2020) e il 37%

sono prestazioni maturate con l’anzianità contributiva (17.053) che è anche l’unica prestazione in aumento ri- spetto all’anno precedente.

Tutte le altre calano rispetto

al 2020: il 30% (14.010) per vecchiaia, il 6% (2.866) a se- guito di invalidità e il 2,6%

(1.227) sono pensioni di re- versibilità. Le prestazioni erogate a ultranovantenni sono 3.689 (20% uomini e 80% donne). Le nuove pen- sioni liquidate nel corso del 2020 sono 2.173, 790 per anzianità contributiva, 531 per vecchiaia, 192 per inva- lidità e 659 reversibilità. Le pensioni liquidate nel corso del 2020 si attestano come importi al di sotto dei dati medi regionali e solo quelle di anzianità degli uo- mini sono leggermen- te al di sopra del dato medio nazionale.

Per quanto riguarda l’anzianità contribu- tiva, l’importo medio delle pensioni liqui- date nel 2021 è di 2.132,81 euro per gli uomini e 1.372,39 per le donne. Passando alla vecchiaia si scen- de a 1.013,50 per gli uomini e 645,64 per le donne.

A cura dell’Ufficio studi della Cgil di Sondrio.

STEFANO BARBUSCA

Foto Luca Gianatti

(3)

LOMBARDIA SPI INSIEME

3

A proposito del Colle

Caro presidente le scrivo

C

aro presidente della Repubblica le sto scrivendo mentre è in pieno svolgimento la disputa tra le forze politiche per individuare il candidato. Quando questo giornale entrerà nelle case sarà già stato eletto e avremo, forse, un presidente della Repubblica nuovo, anche se i problemi del nostro paese rimarranno purtroppo quelli vecchi.

Al momento non sappiamo se sarà stato scelto tramite un accordo tra le forze

politiche o se invece è stato scelto con una frattura tra i partiti. Noi sappiamo che avremmo bisogno di un capo dello stato condiviso dalla maggioranza degli italiani perché abbiamo diritto ad avere un presidente super partes, garante delle norme costituzionali.

Avremmo bisogno, dopo due anni di emergenza sanitaria e dopo trenta anni di emergenza politica di un colpo di reni dei partiti, utile al paese e capace di riportare fiducia tra i cittadini.

L’occasione della sua elezione poteva essere sfruttata mettendo in pratica le parole sentite in Parlamento in occasione dei funerali di David Sassoli, il presidente del parlamento europeo recentemente scomparso. Parole che indicavano nella figura di Sassoli un politico che ha servito e rispettato le istituzioni fino in fondo. Tutti i partiti intervenendo alle esequie hanno sostenuto che Sassoli è stato uno stimolo alla buona politica, la politica pulita e nobile che è essenziale per il benessere di un paese. La politica deve rapportarsi con la società e anche con il sindacato che ne rappresenta un pezzo importante. Giovani, donne, lavoratori e pensionati oltre a essere nostri iscritti e militare nelle nostre file guardano a noi con fiducia e il governo dovrebbe per questo ascoltarci. La Cgil sta cercando di farsi ascoltare sui temi che riguardano le persone che rappresenta. La decisione di mobilitarci il 16 dicembre scorso è nata soprattutto da questo bisogno.

Partendo dai drammi causati dalla pandemia che si aggiungono agli antichi ritardi che il nostro paese ha accumulato. Se i problemi politici sono oramai annosi dobbiamo registrare che, a due anni dall’inizio della pandemia, vi sono questioni sociali, economiche e sanitarie che necessitano risposte urgenti ed efficaci. Ci era stato detto che doveva essere il governo dei migliori e se all’inizio speravamo in un salto di qualità oggi riscontriamo più di un problema. Notiamo che nelle forze politiche, che sostengono il governo, c’è un po’ di smarrimento e questo anche nella campagna di vaccinazione portata avanti a colpi di annunci contradditori che disorientano i cittadini. Non sono da meno i governi regionali, molti evidentemente non all’altezza del delicato momento che stiamo vivendo, in particolare in quelle regioni del nord che ad ogni piè sospinto rivendicavano maggiore autonomia ma che alla prova dei fatti si sono dimostrate incapaci di produrre idee vincenti e soluzioni all’altezza dei bisogni. In queste settimane il pericolo di un collassamento delle terapie intensive è a tutti noto e i posti letto sono sempre meno disponibili anche a causa di una sconsiderata campagna No Vax favorita da politici maldestri e social accondiscendi. Da più parti vengono denunciati rinvii degli interventi chirurgici, di visite e cure fondamentali. Gli ospedali sono uguali a prima, nulla è stato fatto sulla medicina del territorio, sulla domiciliarità, sulle case di comunità. Servivano medici e operatori socio-sanitari e invece sono sempre di meno. Non c’è stata quella riorganizzazione delle case di riposo che tutti annunciavano e che con la nostra raccolta firme abbiamo tenacemente chiesto a Regione Lombardia. A proposito della nostra regione, la riforma del sistema sanitario è oramai legge. Ci siamo opposti sui giornali, nelle piazze e ci siamo più volte incontrati con la politica ma il risultato non c’è stato o perlomeno non tale da soddisfare il bisogno di una sanità pubblica al servizio dei cittadini. Ma ora la legge c’è, e non possiamo rimanere ancorati solamente ad uno sterile atteggiamento critico. Lavoreremo per mettere in condizione i nostri attivisti di interloquire con le Ats e contrastare gli aspetti della legge che non condividiamo. Nel contempo incalzeremo la Regione affinché siano rispettati gli impegni che la legge si è assunta, insinuandoci anche nelle pieghe delle norme approvate per sfruttare ogni spazio esistente. Così pure per dare stabilità al sistema, garantire i giovani e le donne, garantire una flessibilità in uscita dal lavoro e un rilancio della previdenza complementare.

Chiediamo alla politica di pensare veramente al futuro dei giovani, favorendo l’occupazione buona e stabile, proteggendo la scuola e il diritto all’istruzione. La politica tutta e in ogni sua articolazione è chiamata a fare meglio e di più, a utilizzare le tante risorse che ci arrivano dall’Europa in modo corretto e nell’interesse generale, a guardare alle sofferenze del paese e a portarci fuori da questa emergenza. Noi la incalzeremo e nessuno ha il diritto di sorprendersi se lo faremo.

VALERIO ZANOLLA Segretario generale Spi Lombardia

S

ono iniziati da tempo i giochi politici attorno all’elezione del/

della presidente della Repubblica. Il genere femminile lo scriviamo noi perché finora a nessuno dei politici italiani è seriamente venuto in mente che quella carica, così come quella del capo del governo, non sia appannaggio dei soli uomini.

Sembra non imbarazzare nessuno sia la proposta del centro destra che candida Berlusconi sia il non prendere in considerazione, neanche teoricamente, la candidatura di una donna.

È scandaloso e offensivo per un paese europeo che un soggetto i cui processi penali sono ancora in corso, e molti dei quali riguardanti l’uso delle donne come oggetti sessuali, possa candidarsi alla massima carica dello Stato senza suscitare un grande sdegno. Il centro destra lo invoca come padre della patria il centro sinistra non lo vorrebbe perché divisivo. No! Berlusconi non può essere un candidato perché è un uomo che ha dimostrato la totale mancanza di etica, di senso del servizio pubblico, del pudore e che ha ripetutamente offesa la dignità delle donne, ragioni per le quali sua moglie lo ha pubblicamente accusato.

Accanto a questi fatti così gravi un altro assolutamente importante viene alla luce: il tabù rispetto a candidature vere, non finte, di donne. La politica ci sta dicendo che tutto è possibile, tutto è sdoganabile tranne la possibilità per

una donna di arrivare lassù, al Colle che anche dal punto di vista lessicale rappresenta il punto più elevato della

politica.

Nel nostro paese rimane l’impermeabilità del soffitto

di cristallo nella politica, nonostante il fatto

che la presenza delle donne nella società – in importanti cariche in aziende, nella ricerca, nella scienza, nell’arte – sia ormai un dato acquisito. C’è una questione di genere che, oltre a essere spesso evocata, non riesce a smuovere l’atteggiamento patriarcale che permea proprio la politica. È come quando, parlando di coloro che hanno dato vita a una delle costituzioni più avanzate in Europa, si parla sempre dei padri costituenti nascondendo, soprattutto alle giovani generazioni, la presenza importante delle donne che portarono dentro quell’atto una parte rilevante di regole, garanzie e diritti. Una rimozione che non smette di esistere, che impoverisce la politica stessa. Nonostante la storia recente ci abbia fatto conoscere il valore anche in questo campo di moltissime donne, le stesse vengono ancora trattate come un problema e il loro accesso al parlamento avviene grazie a un obbligo che regolamenta l’ingresso nelle liste elettorali. Non ci stiamo. Non ci stanno quelle centinaia di donne che hanno firmato petizioni contro questa esclusione a prescindere. Non ci stiamo a essere considerate figlie di un dio minore. Chiediamo alle donne che in politica sono impegnate di far sentire la propria voce, di non lasciare che ancora una volta sia un’occasione persa.

EUROPA

LIVIO MELGARI

2022 Anno dei giovani

A

metà dell’ottobre scorso la Commissione europea ha proclamato il 2022 Anno europeo dei giovani.

Con questa decisione l’Europa si impegna a offrire ai giovani maggiori e migliori opportunità, convinta di aver bisogno di tutti loro per costruire un futuro migliore, più verde, più digitale e più inclusivo.

In collaborazione con il Parlamento europeo, gli Stati membri, le autorità regionali e locali, i portatori di interessi e i giovani stessi, l’Unione intende sostenere una generazione che la pandemia ha fortemente penalizzato, infondendole nuove speranze, forza e fiducia.

Gli Stati membri sono stati conseguentemente invitati a nominare un coordinatore nazionale incaricato di organizzare la partecipazione all’Anno europeo dei giovani, puntando ad avviare fin da gennaio l’inizio degli eventi e delle attività.

Si cercherà quindi di collaborare con gli altri programmi già in essere, dallo sviluppo rurale per i giovani agricoltori alla ricerca e innovazione, dai cambiamenti climatici ai programmi di portata internazionale o di natura transnazionale.

Maggiori opportunità saranno create anche mediante Erasmus+ e il Corpo europeo di solidarietà, con una dotazione rispettivamente di 28 miliardi di euro e di un miliardo di euro per il periodo che va dal 2021 al 2027.

Il programma Erasmus ha infatti, ad oggi, consentito a oltre dieci milioni di ragazzi di studiare, lavorare o seguire percorsi di formazione all’estero.

Il Corpo europeo di solidarietà è invece un programma nato nel 2016 e finanziato per lo stesso periodo per oltre un miliardo di euro, con l’obbiettivo di offrire a 275 mila giovani l’opportunità di contribuire ad affrontare sfide sociali e umanitarie attraverso il volontariato o con la creazione di propri progetti di solidarietà.

A partire dal 2022, il programma consentirà inoltre ai giovani di impegnarsi nel settore degli aiuti umanitari in tutto il mondo, contribuendo così a far fronte alle difficili sfide di paesi che il sostegno e la presenza dell’Unione Europea rende sicuri.

Anche per lo Spi e tutte le sue strutture quest’anno europeo dedicato ai giovani assume un rilievo di particolare importanza per impegni e attività, forte delle sue politiche che, da sempre, traguardano alla solidarietà tra le generazioni.

MERIDA MADEO Segreteria Spi Lombardia

(4)

4

SPI INSIEME LOMBARDIA

Riforma del servizio sanitario regionale:

la nostra battaglia non è finita!

Nonostante Regione Lombardia sostenga di aver accolto le prescrizioni e le raccomandazioni ricevute dal

ministero della Salute ai fini del riallineamento del sistema sanitario lombardo alla

normativa nazionale e dichiari che il testo

legislativo è il frutto di un grande lavoro di ascolto di tutti i soggetti coinvolti (sindacati, associazioni, operatori della sanità, comuni, ecc), non riusciamo proprio ad individuare nella riforma quello spirito innovativo che viene invece tanto ostentato.

Rimane intatta l’anomalia tutta

I

l 14 dicembre 2021, con l’approvazione della Legge regionale n. 22, si è concluso il lungo percorso legislativo ed istituzionale di revisione del Servizio socio-sanitario lombardo.

Un percorso che ci ha visti impegnati, insieme alla Cgil, per oltre un anno con un lavoro intenso che ha prodotto piattaforme, incontri, manifestazioni, convegni, seminari, raccolta firme e che oggi, dopo la lettura del testo definitivo della legge, ci vede purtroppo esprimere un giudizio ancora sostanzialmente negativo rispetto ai contenuti.

Non c’è stato, a nostro avviso, il necessario riconoscimento dei limiti del nostro sistema sanitario regionale e degli errori commessi nel governo della sanità in Lombardia, che avrebbe invece consentito di costruire un sistema socio sanitario con al centro il diritto alla salute e la presa in carico del cittadino anziché i grandi interessi economici (privati) che gravitano da sempre intorno alla sanità lombarda.

Ancora una volta, Regione Lombardia, centra la campagna mediatica sul principio della “libera scelta” del cittadino che, a detta del presidente Fontana, significa che “...anche la sciura Maria, può decidere di farsi curare in un grande ospedale privato”, frase molto infelice che offende tutte le “sciure Maria” lombarde che attendono al telefono ore e ore prima di poter prenotare una visita specialistica, sentendosi poi dire che dovranno aspettare 12 o anche 18 mesi per un appuntamento. A meno che ovviamente non decidano di pagare privatamente...

ed allora i tempi di attesa si riducono magicamente ad uno o due giorni.

lombarda del modello organizzativo, che ne aveva determinato il carattere della sperimentalità e che vede

separate le attività di programmazione e di erogazione rispettivamente tra le otto Ats e le Asst.

Anomalia che, anche durante la pandemia ha fatto emergere grandi difficoltà nel governo delle attività socio sanitarie, dalla fase di emanazione delle norme regionali fino alla fase di applicazione nelle singole Ats.

Confermata anche la suddivisione delle funzioni di prevenzione tra Ats e Asst, con la conseguente frantumazione di competenze su un tema così strategico e delicato come la prevenzione.

Certo, vengono finalmente istituiti i

Distretti (che tra l’altro c’erano e sono stati progressivamente svuotati proprio da coloro che governano questa Regione), così come gli Ospedali di comunità e le Case della comunità, ma non è chiaro se queste ultime avranno un ruolo di qualcosa di più di semplici poliambulatori. Inoltre, sia dal testo che dai primi interventi di Regione, sembra che una buona parte delle Case della comunità possano essere a gestione totalmente privata, andando a introdurre un ulteriore elemento di forte preoccupazione rispetto alla creazione di una sanità di serie A e una di serie B.

Novità che ci riguardano

particolarmente e che sono sicuramente frutto della nostra instancabile attività di confronto con Regione e dell’impegno di tutti i nostri attivisti sui territori, sono l’istituzione dei Piani Triennali di Salute, con previsione di tavoli territoriali congiunti ai quali saranno presenti anche le organizzazioni sindacali e l’istituzione dell’Osservatorio sulle Rsa che affronterà il tema di una riorganizzazione del sistema lombardo delle residenze per anziani partendo dalla qualità dell’assistenza, dalla formazione dei lavoratori, ma anche delle rette a carico delle famiglie.

Sono tuttavia insufficienti i

cambiamenti introdotti, ma soprattutto va verificata nei prossimi mesi, anche nel percorso delle riforme previste dal Pnrr, se, alla base delle poche novità positive si riscontri una reale intenzione di costruire insieme una sanità efficiente vicina agli anziani e ai soggetti più fragili.

Ecco perchè la nostra battaglia deve continuare: abbiamo ottenuto dei tavoli di confronto ai quali dovremo essere presenti e farci sentire, rappresentando i bisogni delle tante persone, anziani e non, che anche in questi mesi non mancano di rivolgersi a noi e di considerarci punti di riferimento.

FEDERICA TRAPLETTI Segreteria Spi Lombardia

FISCO

GIUSI DANELLI Caaf Lombardia

Legge di stabilità per il 2022:

novità, conferme e proroghe per i bonus edilizi I

l 30 dicembre scorso è stata

approvata la Legge di Stabilità per il 2022 che introduce alcune importanti novità in ambito fiscale e disciplina le proroghe dei bonus edilizi, in alcuni casi apportando modifiche.

Come ogni anno all’approvazione della norma seguiranno circolari di chiarimento da parte dell’Agenzia delle entrate e approfondimenti della stampa specializzata. Qui riepiloghiamo sinteticamente le principali novità entrate in vigore dal primo gennaio 2022, ricordando che presso le filiali del CAAF Cgil è disponibile il servizio di consulenza sui temi qui trattati.

Il Bonus Facciate è prorogato fino al 31/12/2022, ma la misura dell’agevolazione scende dal 90%, vigente fino al 31/12/2021, al 60%

dell’importo delle spese sostenute a partire dal 01/01/2022. Non è previsto un limite massimo di spesa.

L’ agevolazione in parola riguarda le

spese relative ad interventi di pulitura e tinteggiatura, nonché di manutenzione, delle strutture opache delle facciate esterne visibili dalla pubblica via, compresi balconi, fregi e ornamenti per gli edifici ubicati nei centri storici e nelle aree di edilizia residenziale consolidata (zone omogenee A e B).

Prorogato pure il Bonus mobili nella misura del 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici collegato a lavori di recupero del patrimonio edilizio. L’agevolazione per l’anno 2022 spetta per un importo massimo di spesa di € 10.000 che scende ad € 5000 per le spese sostenute nel 2023 e nel 2024. L’agevolazione per l’acquisto di elettrodomestici è ammessa a condizione che abbiano classe energetica almeno A per i forni, E per lavatrici, asciugatrici e lavastoviglie, ed F per frigoriferi, congelatori ed elettrodomestici dotati di etichetta energetica.

Sono prorogate al 31/12/2024, nella misura attualmente vigente tutte le agevolazioni “ordinarie” vale a dire per esempio quelle del 50% per lavori di recupero edilizio, del 65% per ecobonus, del 36% per il cosiddetto bonus verde.

Per quanto attiene all’agevolazione del 110%, introdotta dal Decreto Rilancio n.34/2020, le scadenze sono state differenziate.

Il Superbonus relativo alle unità abitative unifamiliari o funzionalmente indipendenti con accesso autonomo dall’esterno, nella misura del 110%, per lavori di efficientamento energetico e di riduzione del rischio sismico è prorogato al 31/12/2022, sia per lavori trainanti che per lavori trainati, a condizione che entro il 30/06/2022 sia realizzato almeno uno stato avanzamento lavori (SAL) non inferiore al 30% dell’ammontare complessivo dei lavori previsti.

Per condomìni ed edifici composti da 2 a 4 unità anche appartenenti al medesimo proprietario o in comproprietà l’agevolazione in parola è prorogata al 31/12/2023 nella misura del 110%, con riduzione della percentuale di detrazione al 70% per il 2024 ed al 65% per il 2025.

È prorogata anche la facoltà di esercitare l’opzione per la cessione del credito o lo sconto in fattura, in alternativa alla fruizione dei bonus in dichiarazione dei redditi, per le spese relative a bonus edilizi diversi dal superbonus (ad esempio recupero edilizio 50%, risparmio energetico 65%, bonus facciate,….) sostenute dall’01/01/2022 al 31/12/2024, e per gli interventi rientranti nel Superbonus, in base alle specifiche scadenze.

Vista la complessità delle agevolazioni e degli adempimenti connessi, qualora interessati, rinnoviamo l’invito a rivolgervi alle filiali CAAF per una consulenza qualificata.

(5)

LOMBARDIA SPI INSIEME

5

Riforma del servizio sanitario regionale:

la nostra battaglia non è finita!

PENSIONI

NILDE GALLIGANI Spi Lombardia

Importo aggiuntivo 2022

Le pensioni al minimo, che non hanno diritto alla maggiorazione, possono beneficiare di un importo aggiuntivo di 154,94 euro sulla 13a mensilità, a determinate condizioni di reddito.

Importi pensioni anno 2022 e conguaglio 2021

La percentuale di perequazione delle pensioni (adeguamento alla variazione del costo della vita) per l’anno 2022 è fissata al 1,7%, salvo successivi conguagli se la variazione dei prezzi dovesse rivelarsi diversa; tuttavia l’Inps al fine di assicurare l’adeguamento delle pensioni già con il rateo di gennaio ha provvisoriamente attribuito un aumento pari al 1,6%.

Con il rateo di marzo 2022 avverranno i necessari adeguamenti e conguagli.

Anche gli importi e i limiti di reddito qui esposti devono quindi ritenersi provvisori e saranno ripubblicati da Spi Insieme una volta definitivi.

Le pensioni nel 2022

Maggiorazione della pensione minima Assegni vitalizi Chi ha diritto all’intero importo della pensione minima

Pensione minima con diritto alla maggiorazione

Età Mensile Anno

60 Euro 549,66 Euro 7.145,58

65 Euro 606,47 Euro 7.884,11

70* Euro 648,27 Euro 8.427,51

70 Euro 660,27 Euro 8.583,51

*per titolari 14a mensilità

Limiti di reddito ed età per il diritto

Età Limiti ind. Lim. Coniug. Imp. Magg.

60 Euro 7.145,58 Euro 13.225,03 Euro 25,83

65 Euro 7.884,11 Euro 13.963,56 Euro 82,64

70 Euro 8.583,51 Euro 14.662,96 Euro 136,44-124,44*

*per titolari 14a mensilità

La pensione minima

Mensile Anno

Importo Euro 523,83 Euro 6.809,79

Entro cui l’integrazione spetta in misura intera Oltre i quali non spetta l’integrazione

Limite individuale Limite coniugale Limite individuale Limite coniugale

(in aggiunta al limite individuale) (in aggiunta al limite individuale)

Pensioni nate prima del 1994 Euro 6.809,79 - Euro 13.619,58 -

Pensioni nate nel 1994 Euro 6.809,79 Euro 27.239,16 Euro 13.619,58 Euro 34.048,95

Pensioni nate dopo il 1994 Euro 6.809,79 Euro 20.429,37 Euro 13.619,58 Euro 27.239,16

Pensioni sociali

Diritto alla 14

a

mensilità Assegno sociale

Importo

Età Mensile Annuo

Da 65 anni Euro 385,40 Euro 5.010,20

Pensione sociale con maggiorazione

70 anni Euro 660,27 Euro 8.583,51

Limiti di reddito per il diritto

entro il quale spetta la pensione intera non spetta superando anche un solo limite Lim. Individuale Lim. Coniug. Lim. Individuale Lim. Coniug.

In aggiunta a Lim. Ind.

- Euro 12.252,13 Euro 5.010,20 Euro 17.262,33

Importi e limiti di reddito personali

Anni di contribuzione

Lavoratori Lavoratori Somma Limite reddito Limite reddito Somma Limite reddito Limite reddito dipendenti autonomi aggiuntiva personale oltre personale aggiuntiva personale oltre personale

1a fascia il quale la entro il quale 2a fascia il quale la entro il quale

si passa alla spetta la somma somma spetta la somma

fascia successiva intera (TMx1,5) non spetta intera (TMx2)

≤ 15 anni ≤ 18 anni Euro 437,00 Euro 10.651,68 Euro 10.214,68 Euro 336,00 Euro 13.955,58 Euro 13.619,58

>15 ≤25 anni >18 ≤28 anni Euro 546,00 Euro 10.787,68 Euro 10.214,68 Euro 420,00 Euro 14.039,58 Euro 13.619,58

>25 anni >28 anni Euro 655,00 Euro 10.869,68 Euro 10.214,68 Euro 504,00 Euro 14.123,58 Euro 13.619,58

Importo

Fino a anni 70 Euro 298,61 con maggiorazione

oltre 70 anni Euro 660,27

Importo intero:

con reddito annuo fino a Euro 27.239,16 Importo reddito compreso tra Euro 27.239,16 e 34.048,95 avrà una riduzione del 25%

Importo reddito superiore a Euro 34.048,95 la riduzione è del 50%

Gli assegni in godimento precedentemente alla legge 335/95 sono fatti salvi con riassorbimento sui futuri aumenti.

Assegno di Invalidità

Pensione di reversibilità

Reddito annuo % riduzione

Fino a Euro 20.429,37 nessuna

Oltre Euro 20.429,37 fino a Euro 27.239,16 25%

Oltre Euro 27.239,16 fino a Euro 34.048,95 40%

Oltre Euro 34.048,95 50%

Le riduzioni non si applicano ai beneficiari nei casi di presenza nel nucleo familiare di figli minori e inabili. I trattamenti esistenti prima della legge 335/95 sono fatti salvi con riassorbimenti sui futuri aumenti.

Importo

Età Mensile Annuo

67 anni Euro 467,65 Euro 6.079,45

Con maggiorazioni

da 67 anni Euro 480,57 Euro 6.247,41

70 anni Euro 660,27 Euro 8.583,51

Limiti di reddito per il diritto

Limite individuale Limite individuale per i non coniugati per i coniugati

oltre il quale l’assegno oltre il quale l’assegno

non spetta non spetta

Euro 6.079,45 Euro 12.158,90

(6)

6

SPI INSIEME LOMBARDIA

Shoah: abbiamo bisogno

di comprendere non di banalizzare

2

7 gennaio 2022: quest’anno il Giorno della Memoria dovrebbe essere il momento per una profonda e vera riflessione. Anche se risalenti ai primi di novembre scorso, credo ancora che tutti noi abbiamo negli occhi quelle ignominiose immagini di no-vax/no- pass che sfilavano come se fossero dei deportati avviati ai lager nazisti.

In un interessante articolo, apparso su Domani il 3 novembre, lo storico Daniele Susini definiva questi comportamenti da un lato frutto di una comunicazione che ha banalizzato la Shoah e le deportazioni, dall’altro una forma di negazionismo.

“La Shoah è un argomento che deve essere trattato con grande delicatezza, prudenza e rispetto, perché ha toccato milioni di persone, è un evento che può, anzi deve essere comparato, ma con i giusti criteri e metodi, perché solo così è possibile ottenere una piena comprensione e consapevolezza del reale significato di quell’evento”, ha scritto Susini e allora non basta dirsi che in questo paese si è persa la memoria, credo sia più lecito domandarsi: “ma questo paese che memoria ha?”.

Subito dopo la guerra e per decenni ne è prevalsa una autoassolutoria e autocelebrativa. Una memoria che ha creato il mito del cattivo tedesco e buon italiano. Non posso ripercorrere nelle poche righe a disposizione le ragioni alla base di questo mito ma vi invito a

I

Giochi di LiberEtà 2021 sono stati un’edizione speciale. Tutte le difficoltà che avevamo incontrato nel corso dei mesi precedenti nel programmare e gestire un’organizzazione già normalmente complessa, ma che la pandemia ha reso più difficile e piena di difficoltà, è stata ripagata dall’esito assolutamente positivo per il numero delle/dei partecipanti, per il ricco programma che i Giochi hanno offerto, dalla voglia di stare finalmente ancora insieme.

Aver condiviso, nel rispetto di tutte le precauzioni dovute al Covid-19, momenti di divertimento, di riflessione, di spensieratezza ha confermato che la socialità, la condivisione, l’inclusione sono elementi essenziali nello spirito dei Giochi. Poter visitare le mostre coi quadri e le fotografie, poter leggere le poesie e i racconti, assistere ai concerti e agli spettacoli, al convegno e alle gare di bocce e di pesca ha riempito le nostre giornate e allontanato un po’ il senso di sconforto che la pandemia aveva gettato

leggere il bel testo di Filippo Focardi Il cattivo tedesco e il bravo italiano, edito da Laterza come l’importante Italiani, brava gente? di Angelo del Boca rieditato da Beat.

Se questa memoria viene oggi più fortemente contrastata, discussa lo si deve anche al lavoro di molti storici. E in un’epoca in cui prevalgono i populismi e i nazionalismi essere uno storico è difficile, soprattutto se si fa il proprio lavoro coscienziosamente. Un conto è la memoria e la sua fruizione, un altro la storia. Sì perché i nazionalismi operano una selezione nella

memoria per trasmettere ed esaltare ciò che serve a creare e rafforzare l’identità della nazione, cancellando ciò che non solo non è utile ma che può mettere in crisi il mito che si sta costruendo.

Lo storico, invece, distingue, disseziona, analizza, instilla dubbi, contestualizza i fatti, mira a un racconto corretto.

È grazie al lavoro degli storici che oggi possiamo contestare il tentativo di depotenziamento delle pratiche antisemite del regime fascista e di deresponsabilizzazione degli italiani. Il fascismo non seguì l’ideologia nazista.

L’antiebraismo era un elemento centrale dell’ideologia di Mussolini già nel 1919.

È molto interessante per comprendere lo sviluppo delle politiche razziste del regime leggere il capitolo 7 dedicato

su noi tutti. Abbiamo dovuto contenere le richieste di partecipazione, eppure sono stati circa settecento le pensionate e i pensionati che hanno partecipato, i ragazzi e le ragazze diversamente abili con le loro associazioni. Il gruppo di PizzAut ci ha fatto non solo gustare le pizze ma ci ha anche regalato momenti di vera commozione.

Sono questi gli aspetti che lo Spi vuole continuare a sviluppare perché i Giochi siano sempre più importanti nelle iniziative e nelle politiche dello Spi lombardo.

a La repubblica razzista nel testo di Mimmo Franzinelli Storia della Repubblica Sociale Italiana, edito da Laterza.

Ma per andare ancora più in profondità e capire tutti i risvolti che ebbero c’è il fondamentale libro di Michele Sarfatti Gli ebrei nell’Italia fascista, Einaudi - altrettanto interessante è Il cielo sereno e l’ombra della Shoah in cui Sarfatti mette a fuoco otto stereotipi sulla persecuzione antiebraica. All’autore, oltre a una ricostruzione che parte dall’eredità

lasciata dall’Ottocento, si deve l’analisi che suddivide in fase della persecuzione dei diritti dal 1938 al 1943 e fase della persecuzione delle vite dal settembre ’43 all’aprile

’45. La prima ha inizio ufficialmente con la pubblicazione sulla stampa del Manifesto della razza a metà luglio ’38 cui fa seguito, in agosto, il censimento della popolazione ebrea e da lì tutta una serie di provvedimenti legislativi che

Dal quel palco abbiamo detto arrivederci ai Giochi 2022. Non vogliamo deludervi, stiamo già lavorando per organizzarli.

Nei prossimi giorni saremo a Cattolica per prendere subito contatti con la nuova amministrazione e avere tutti gli spazi e le strutture necessarie.

Saranno come al solito i territori la spina

dorsale che ci permette di dare vita a un’organizzazione capillare e diffusa dei Giochi stessi. Le finali di Cattolica rappresentano infatti la parte conclusiva di iniziative svolte nei comprensori dove sono coinvolte decine e decine di pensionate e pensionati come di

man mano la privano di ogni diritto. La seconda fase vede, nell’Italia centro- settentrionale, la collaborazione fra nazisti, apparato della Rsi e del Partito Fascista Repubblicano oltre che di numerosi cittadini che denunciarono ebrei per odio o per interesse. E anche qui si sfata il mito di un popolo italiano che non condivise la politica razzista del regime. Del resto basta leggere le interviste rilasciate da Liliana Segre come da altri deportati o perseguitati per rendersi conto che laddove non vi fu collaborazione, vi fu molta indifferenza.

Interessante la lettura di Come foglie al vento di Riccardo Calimani, editato da Mondadori, che ripercorre la storia della persecuzione degli ebrei veneziani.

Se, quindi, è

importante distinguere fra Memoria e

Storia altrettanto importante, o forse ancor più importante, è prestare la massima attenzione a non strumentalizzare gli eventi storici, un fenomeno a cui sempre più spesso stiamo assistendo. E qui rimando a Marcello Flores Cattiva memoria ed.

Il Mulino e lo splendido volume ancora di Filippo Focardi Nel cantiere della memoria, ed. Viella, che si conclude con un importante capitolo sulla difficile ricerca di una costruzione della memoria europea.

giovani e associazioni. L’iniziativa svolta a Bergamo, con le ragazze e ragazzi diversamente abili con le gare di bocce che noi chiamiamo 1+1=3, è stato in ulteriore momento dei Giochi che ha riscosso un grande successo.

Ci auguriamo che, con la campagna di vaccinazioni e le regole da rispettare,

si possa arrivare a una situazione di maggiore tranquillità che ci permetta di poterci muovere, svolgere le nostre attività, programmare momenti di condivisione. Lavoreremo perché i Giochi del 2022 possano ancora regalarci momenti di felicità.

Direttore responsabile ERICA ARDENTI

Redazioni locali:

Stefano Barbusca, Romano Bonifacci, Silvia Cerri, Fausta Clerici, Simona Cremonini, Alessandra Del Barba, Lilia Domenighini, Gianfranco Dragoni, Angioletta La Monica, Oriella Riccardi, Barbara Sciacovelli, Luigia Valsecchi.

Editore:

Mimosa srl uninominale Presidente Pietro Giudice Via Palmanova, 24 - 20132 Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 75 del 27/01/1999

Sped. in abbonamento postale 45%

comma 2 art. 20b legge 662/96 Filiale di Milano

Euro 2,00

Abbonamento annuale euro 10,32 Abbonamenti tel. 022885831

Progetto grafico e impaginazione:

A&B - Besana in Brianza (MB) Prestampa digitale, stampa, confezione:

RDS WEBPRINTING S.r.l.

Via Belvedere, 42 - 20862 Arcore (MB)

SPI insieme

carta priva di cloro elementare

MERIDA MADEO Segreteria Spi Lombardia

Giochi di LiberEtà 2022: siamo al lavoro!

ERICA ARDENTI

(7)

SONDRIO SPI INSIEME

7

Gli ospedali di comunità :

cambiano i nomi, non la sostanza

A

pparentemente, le novi- tà non mancano in ma- teria di sanità. Approvata la nuova legge sanitaria per il territorio della Lombardia, è stato anche deliberato l’ar- rivo di nuovi fondi, ben 130 milioni di euro, provenien- ti per la quasi totalità dai finanziamenti per la sanità contenuti nel Pnnr, il Piano nazionale di ripresa e resi- lienza, per l’ammoderna- mento delle strutture sani- tarie in provincia.

Sulla carta, e negli annun- ci propagandistici dell’as- sessore alla Sanità Letizia Moratti, parrebbe che gli strumenti necessari per superare le tante difficoltà che caratterizzano i servizi sanitari anche nella nostra provincia ci siano tutti. Pec- cato che per curarsi quanto è scritto solo sulla carta e diffuso con la propaganda non serva, se non cambiano i contenuti dei servizi che vengono erogati. Perché la nuova legge regionale non rimette affatto in discus- sione il cosiddetto modello lombardo di sanità, che tan- ti guasti ha prodotto da For- migoni in poi, ma al contra- rio dà una ulteriore spinta alla sanità privata, che ne- gli ultimi anni ha avuto an- che nella nostra provincia,

come tutti sappiamo, uno sviluppo fortissimo, spe- cialmente per l’erogazione di esami e visite specialisti- che. Nei continui cambi di sigle e denominazioni, sono due i nuovi tipi di struttu- re che la legge prevede: gli ospedali di comunità e le case della comunità. Gli

ospedali di comunità sono strutture sanitarie di rico- vero breve, con una funzio- ne intermedia tra ricovero ospedaliero e domicilio.

Strutture, quindi, per quei pazienti che necessitano di assistenza sanitaria infer- mieristica continuativa, non erogabile a domicilio. Nella sostanza, quelli che fino-

so presidente dell’Ordine dei medici provinciale, che cambiano i nomi ma non la sostanza, e che si stia vendendo solo aria fritta.

Diverso è il discorso delle case della comunità, strut- ture aperte H24, almeno per quelle di riferimento della zona, presso le quali i citta-

dini dovreb- bero trovare i servizi of- ferti dai me- dici di base, ma anche ambulatori con speciali- sti, pediatri, a s s i s t e n z a infermieri- stica, fisio- terapia. Al loro interno dovrebbero poi trovare posto an- che i servizi sociali che fanno capo agli uffici di piano, e la cui gestione è già affidata alle varie cooperative socia- li. Sono nove le sedi di case della comunità che dovreb- bero essere aperte in Pro- vincia, secondo quanto fi- nora deliberato: Chiavenna, Morbegno, Berbenno, Son- drio, Valmalenco, Tresen- da, Tirano e Livigno. Queste strutture potrebbero essere ra erano definiti posti per

sub-acuti. Sono quattro gli ospedali di comunità pre- visti sul nostro territorio:

uno a Morbegno, all’inter- no del presidio ospedaliero territoriale, uno a Sondrio, che dovrebbe trovare posto nel nuovo polo dei servizi del Moncucco, negli stabili

dell’ex ospedale psichia- trico, uno a Sondalo all’in- terno del Morelli e uno a Tirano, negli edifici che un tempo erano sede dell’ospe- dale di zona. Per Chiavenna verrebbero mantenuti gli attuali 20 posti per sub-a- cuti all’interno dell’ospe- dale. Una dimostrazione, come ha dichiarato lo stes-

“Il virus si batte con il vaccino.

Qui e nei Paesi poveri”

gestite da soggetti diversi, quali ad esempio coopera- tive dei medici di base. Ci dovrebbero però spiegare, i signori che gestiscono la Regione, come pensano di dare corpo e sostanza a tutto questo. Partendo dai medici di base: se questi dovranno garantire la presenza nelle case della comunità per tut- te le 24 ore, la prima con- seguenza è l’impossibilità di tenere aperti i loro am- bulatori, dal momento che già oggi vi sono numerosi posti scoperti. Per non par- lare degli infermieri, visto che ne mancano duecento in provincia e che il nume- ro di quanti si laureano non è sufficiente nemmeno per coprire il numero di quanti vanno in pensione. Eppure gli ospedali di comunità si dovrebbero basare proprio sull’assistenza infermieri- stica, che non può di certo essere interamente delega- ta ad operatori socio assi- stenziali, come qualcuno ipotizza. Vanno pur bene i fondi statali per l’ammoder- namento dell’ospedale di Sondrio (82 milioni di euro) del Morelli (38 Milioni) e Chiavenna (9 milioni), ma se non si affronta con decisio- ne il problema del persona- le puntando sulla gestione pubblica i tanti guai della nostra sanità non potranno certo essere risolti.

“I

l vaccino è l’unica arma efficace contro questo virus”. Non ha dubbi Simo- ne del Curto, il medico ex responsabile di Anestesia e Rianimazione del presidio ospedaliero di Sondrio che, dopo essere andato in pen- sione nel 2018, dall’inizio della pandemia è tornato al lavoro negli ospedali e negli hub vaccinali della Valtellina.

Dottor Del Curto, è passato più di un anno dall’inizio della campagna e da gen- naio c’è l’obbligo vaccinale per gli over 50. Qual è il bi- lancio e quali sono le sue riflessioni sulla situazione attuale?

I numeri ci confermano che il piano delle vaccinazioni sta andando bene. Vorrei sottolineare alcuni aspetti.

Il primo è che l’obbligo vac- cinale non è una situazione strana, c’è già per altre ma- lattie, ad esempio l’antipolio che ha eradicato la poliomie- lite in Europa. Quando ven- ne introdotto questo vacci- no, per una malattia che tra l’altro nel 95% dei casi de- correva come un’influenza,

suonarono le campane a fe- sta nei paesi. La stessa cosa avvenne negli anni Settanta dopo l’epidemia di colera in Campania: in cinque giorni 900mila persone si fecero vaccinare.

Il vaccino è utile, secondo i medici, anche per i non vaccinati.

Quando si parla di lockdown per i non vaccinati, lo si fa soprattutto per proteggere loro. Sono la categoria che, in proporzione, finisce più spesso in ospedale e in tera- pia intensiva e quella più a rischio considerata la diffu- sione di una variante molto contagiosa come Omicron.

Ancora una volta l’attività degli ospedali, in Lombar- dia, si sta paralizzando a causa dell’emergenza coro- navirus.

Questo vuol dire che l’atti- vità ordinaria è sospesa per l’ennesima volta, con il rin- vio delle visite, le difficol- tà nella somministrazione delle terapie oncologiche e il ritardo nelle diagnosi, ad esempio per un’infezione ancora diffusa come l’Hiv.

Si riducono i test e molte persone, ignare di avere contratto il virus, lo diffon-

possono essere dei vettori del virus, ma per proteggere anche loro. Oltre al decor- so della malattia acuta, che può determinare dei proble- mi anche tra i più piccoli, il long covid non è trascurabi- le, così come la sindrome in- fiammatoria multisistemica pediatrica che ha delle con- seguenze pesanti.

Parlando con lei – che da decenni opera come volon- tario negli ospedali delle organizzazioni umanitarie in Asia e in Africa – è na-

turale e doveroso pensare anche a quei Paesi dove purtroppo vaccinarsi non è altrettanto semplice…

In Israele si è già alla quar- ta dose, mentre nel Sud del mondo il vaccino è pur- troppo un’opportunità per pochi. Ci sono problemi di costi – nonostante i profitti per le case farmaceutiche – e di logistica, ad esempio per la necessità di trasportare le fiale a temperature molto basse in un continente come l’Africa. Senza dimenticare le variabili culturali che in vari casi, in Asia e in Afri- ca, frenano la diffusione del vaccino.

Ma la vaccinazione su sca- la mondiale è fondamenta- le anche per i nostri Paesi, perché se il virus continua a girare e a mutare il proble- ma non si risolve. Dobbiamo evitare di assumere il ruolo di quelli asserragliati nel for- tino con la speranza che non arrivi nessuno a intaccare la nostra tranquillità difesa da tanti muri. Se non per spirito di giustizia, come dovrebbe essere da un punto di vista etico, la campagna vaccinale in tutto il mondo va fatta al- meno per calcolo.

dono.

Tornando alla pandemia, lei da dicembre si occupa delle vaccinazioni dei bam- bini. Perché sono impor- tanti?

Abbiamo iniziato a vaccinar- li il 16 dicembre, arrivano negli hub le mamme convin- te con i bambini convinti.

Molti genitori ci raccontano di essere lì sulla base delle richieste dei figli. Credo che sia un buon segno. È fonda- mentale vaccinare anche i bambini, non tanto perché ETTORE ARMANASCO

STEFANO BARBUSCA

Foto Luca Gianatti

(8)

G

li anni passano e, nell’ambito dell’editoria po- litica e sindacale, i giornali aprono e chiudono con una velocità impressionante. In verità son più quelli che cessano le pubblicazioni, rispetto a quelli che le iniziano.

In questo contesto Spi Insieme, il nostro giornale, rappresenta una felice eccezione. Il primo numero è datato 1° marzo 1997 e questo vuol dire che il giornale raggiunge la cassetta della posta dei nostri iscritti (con alterne fortune circa i tempi di conse- gna) da ben 25 anni.

A proposito del giornale, Sondrio ha qualche orgo- glio da rivendicare. È stato lo Spi di Sondrio a pro- porre il titolo della testata (anche se giudicato, al momento, “un po’ troppo cattolico”) e a Bormio la nostra direttrice, Erica Ardenti, ha tenuto il primo corso di “giornalisti in erba”, che è consistito nel tentare di insegnare a dei sindacalisti come si scrive su un giornale, cosa non facile per chi è abituato a usare una comunicazione parlata e “gergale”.

Nonostante le difficoltà ce l’abbiamo fatta e la feli- ce idea del “panino” (le pagine interne del giorna- le uguali per tutte le strutture Spi della regione e quelle esterne specifiche per ogni territorio) ci ha permesso di reggere il progetto anche finanziaria- mente, che è uno dei motivi delle tante “chiusure”.

Si può certamente fare di meglio, ma intanto ci sia- mo, cerchiamo di informarvi su quel che accade e diciamo in libertà le nostre opinioni.

Tra gli eroi che “fecero l’impresa”, nel 1997, c’era anche chi scrive e che, fino allo scorso numero, ha curato la redazione delle pagine locali del giornale:

quelle esterne, per intenderci.

Anche chi scrive, però, come il giornale, 25 anni fa aveva 25 anni di meno ed è quindi giusto passare la mano. Da questo numero seguirà il giornale Stefa- no Barbusca, un giornalista vero, che curerà anche altri aspetti della comunicazione dello Spi e della Camera del lavoro di Sondrio.

Di lui penso tutto il bene possibile e credo che farà fare un salto di qualità al nostro giornale.

Gli auguri a Stefano sono davvero sinceri, mentre doveroso è il saluto a voi, che avete avuto, a volte, la curiosità di sfogliare il giornale. Le mie “cosine”, però, ogni tanto continuerò a scriverle per esserci ancora anch’io, nella vostra cassetta della posta.

8

SPI INSIEME SONDRIO

Cambio

in redazione

F

esteggiare i centenari dello Spi Cgil di Sondrio è stata una delle iniziative promosse dall’«Area del benessere».

Nel corso del 2021 i nostri auguri sono andati a Maria Brughetti di Sondrio, Stefana Carrese di Sondrio, Primina Raschetti di Forcola, Maria Pie- rina Valmadre e Maria Clementina Ricetti di Son- dalo, Romilda Speziali di Caiolo, Pierina Geroni- mi di Chiavenna, Ilde Libera di Novate Mezzola ed Ernesto Graziadelli di Piateda.

A tutte queste persone, che da decenni fanno parte del nostro sindacato, abbiamo espresso gli auguri della nostra organizzazione. A causa dell’emer- genza coronavirus non è stato possibile andare a trovare tutti i festeggiati. Una delegazione guida- ta dal nostro se-

gretario generale Sandro Bertini si è recata a casa di Ernesto Graziadel- li, memoria storica della vita politica - e non solo - di Pia- teda. Nell’incontro si è ricordata la sua lunga militan- za nella Cgil e un pensiero particola- re è stato dedicato a suo fratello, il

partigiano Andrea Graziadelli. Attivo nella Resi- stenza con il nome di battaglia “Moro”, fu ferito dai fascisti nel corso di una sparatoria avvenuta in località Gombaro, a Sondrio, poi fu catturato e ucciso il 16 marzo del 1945.

Il Ligari d’argento

a Bianca Ceresara Declich

D

al 1997 il Comune di Sondrio ha istituito un premio che viene assegnato ogni anno, nel periodo delle festività natalizie a un cit- tadino, nato o residente nel capoluogo, che abbia profu- so particolare impegno per la crescita civile, culturale e sociale della città.

Il premio, denominato Liga- ri d’argento, consiste in una targa d’argento che reca in- cisa l’effigie di Pietro Liga- ri, pittore e architetto, con- siderato il maggior artista valtellinese del Settecento e viene consegnato dal sinda- co nel corso di una cerimo- nia pubblica.

Nell’anno 2021 il prestigio- so riconoscimento è stato assegnato alla professores- sa Bianca Ceresara Declich, per lungo tempo insegnan- te di storia e filosofia pres- so il Liceo Piazzi di Sondrio e fondatrice dell’Istitu- to Sondriese per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea (Issrec), di cui ricopre il ruolo di pre- sidente.

Sondrio ha assegnato il Li- gari 2021 a una grande don-

na che ha speso una vita nella formazione culturale e democratica di tanti giovani che hanno avuto il privile- gio di avere la professores- sa Bianca come insegnante e come guida.

È il riconoscimento alla sua

militanza civile, al suo im- pegno nella ricerca e nella divulgazione storica delle radici democratiche su cui è stata fondata, dopo la Li- berazione, la rinascita del nostro Paese.

È l’omaggio a una donna che ha dato un contributo determinante alla fonda- zione dell’Issrec, nato per dare metodo scientifico alla

ricerca riguardante le vicen- de della Resistenza e della storia contemporanea della nostra provincia e per pro- muovere, soprattutto tra i giovani, il valore della me- moria.

Lo Spi di Sondrio, che ha l’or-

goglio di annoverarla tra i suoi iscritti, rivolge alla pro- fessoressa Ceresara Declich le sue più vive felicitazioni e i più sentiti ringraziamenti per gli insegnamenti e i va- lori di cui Bianca è stata ed è intelligente e rigorosa inter- prete e che rappresentano un solido ancoraggio anche per la vita politica e sociale di questa nostra provincia.

PIERLUIGI ZENONI

PIERLUIGI ZENONI

La tessitura di Pezzotti e Pelorsc

ANTICHI MESTIERI

ETTORE ARMANASCO

O

ggi i pezzotti, tappeti tessuti a mano con una stoffa grezza che combina colori e disegni geometri- ci nelle forme più diver- se, sono diventati uno dei prodotti più conosciuti ed apprezzati dell’artigianato valtellinese. Un tempo la loro tessitura rappresen- tava una delle occupazioni che impegnava, richie- dendo molto tempo, le donne delle nostre val- li, soprattutto nel pe- riodo invernale. Quella dei pezzotti è una sto- ria antica, che parte dalla necessità di dare nuova vita a tessuti di scarto, vecchi abiti, stracci e pezze, tagliati fino a ricavarne strisce di stoffa. Queste venivano tagliate, combinate fra di loro mescolando i diversi filati che le componevano quali lana, cotone, lino e canapa e tessute avvalen- dosi di telai in legno, a quattro pedali prima e due dopo. Partendo da queste povere materie prime si lavoravano i fili di canapa che, una volta combinati ad una trama composta da piccole strisce dei diversi tessuti, davano vita ai ti- pici disegni a rigatino, a quadrati, a fiamme trian- golari, elementi di arre- do povero ma con gusto e colore. Ci sono diverse ipotesi sulla provenienza

di queste tecniche: c’è chi sostiene che siano stati gli Arabi a portarle nel nostro territorio, e chi invece le associa all’arrivo dei mo- naci Umiliati, che intorno al XII e XIII secolo si sta- bilirono in un convento a Castionetto, una frazione di Chiuro. Furono questi frati a diffondere questo

tipo di lavorazione, pro- va ne è che la tecnica di tessere i pezzotti, combi- nando colori e disegni, è cresciuta e si è sviluppa- ta proprio in quella zona della Media Valle, in par- ticolare a Ponte e nella frazione di Arigna, fino a farne una vera e propria espressione di artigianato artistico. Basti pensare che nel piccolo abitato di Ari- gna si era arrivati ad ave- re oltre cento telai attivi.

Questi impegnavano pres- soché tutte le donne che vi risiedevano in una attività che richiede, oltre all’abi- lità, moltissima pazienza e tanto tempo. Ma la tessi-

tura delle strisce di stoffa, con l’impiego di un ordito di canapa, la cui coltura era diffusa in diverse aree della Valle, rispondeva an- che ad un’altra esigenza, quella di poter disporre di teli molto resistenti ad uso agricolo. Questi teli, denominati pelorsc, era- no estremamente rustici,

e venivano utilizzati per seccare il grano e i legumi, per confezio- nare i sacchi del grano saraceno, per riscalda- re gli animali sugli al- peggi, per trasportare carichi di fieno sulle spalle. I pelorsc, per le loro caratteristiche di resistenza e multiuso, erano molto più diffusi nella provincia dei tappeti pezzotti, rappresentan- do uno degli strumenti poveri dei quali tutte le famiglie contadine non potevano fare a meno. Un vero esempio, quello del- la tessitura di pezzotti e pelorsc, di quella che oggi viene giustamente valoriz- zata come economia cir- colare. Un’economia che parte dall’abitudine di non gettare via le cose non più utilizzate per farne tesoro, per quanto possibile, per un nuovo e intelligente ri- utilizzo. Una lezione che ci viene dal passato ma che guarda anche ad un fu- turo davvero sostenibile.

Foto Luca Gianatti

Foto Luca Gianatti

Il sindaco di Sondrio Marco Scaramellini consegna il Ligari d’argento a Bianca Ceresara Declich

Lo Spi festeggia

i centenari

Riferimenti

Documenti correlati

Dopo tanti anni in cui questa festa è stata celebra- ta nei vari Comuni della provincia, quest'anno il comitato provin- ciale della FIDAL, presieduto da Vito Vittorio, ha deciso -

g) trasmette la notifica preliminare all’organo sanitario competente nonché, chiede, ove è necessario, alle imprese esecutrici l’iscrizione alla camera di commercio industria

Prima, tuttavia, di riflettere attorno a ciò che può, che deve o che non può fare il Capo dello Stato sul versante delle relazioni con la Chiesa (ma, ovviamente, con le Chiese

Eletto Presidente del Municipio il candidato ANDREA CATARCI e che sono stati proclamati eletti alla carica di consigliere municipale i seguenti candidati:.. Per la

Tolleranze riguardanti la qualità visiva del vetro e delle vetrate isolanti destinati all’uso nell’edilizia Le tolleranze riportate nella seguente Tabella si intendono riferi-

La Terza Carica dello stato convoca in seduta comune il Parlamento 30 giorni prima della scadenza naturale del mandato del Presidente.. Il termine si riduce a 15 giorni in caso

Lo statuto può comunque prevedere l’elezione diretta a suffragio universale del sindaco e del consiglio metropolitano, previa approvazione della legge statale sul

SIAMO PRONTI CON L’ASPORTO E LA CONSEGNA A DOMICILIO, UNA COMODITÀ PER GODERSI A CASA LA NOSTRA SELEZIONE DI!. VINI DI ALTA QUALITÀ E DARSI UNA