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NOTA TECNICA (variante non sostanziale per differente modalità di posa tra i vertici V6-V8)

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Academic year: 2022

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DN 100 (4”) – 75 bar

NEL COMUNE DI MISSANELLO (PZ)

NOTA TECNICA

(variante non sostanziale per differente modalità di posa tra i vertici V6-V8)

0 Nov.’20 Emissione Gramigna Rizzo Barci

Indice Data Revisione Redatto Controllato Approvato

Cliente: Progettista: Comm. Prog.: 4167/259

Comm. SNAM: NR/18325/R-L01

Tavola: NT-001

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INDICE

1 PREMESSA ... 3

2 VARIAZIONE MODALITA’ DI POSA DELLA CONDOTTA TRA I VERTICI V6 E V8 ... 4

3 ANALISI DELLE INTERFERENZE DEL TRATTO IN TOC ... 7

3.1 INTERFERENZE SULLE COMPONENTI ABIOTICHE E HABITAT INTERFERITI... 7

3.2 INTERFERENZE SULLE COMPONENTI BIOTICHE ... 9

4 INTERVENTI DI MITIGAZIONE E RIPRISTINO LUNGO IL TRATTO IN TOC ... 9

5 CONCLUSIONI ... 10

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La seguente nota tecnica descrive la differente modalità di posa proposta per il metanodotto

“All.to SNAM4MOBILITY S.p.A. DN 100 (4”) – 75 bar”, ricadente nel comune di Missanello, in provincia di Potenza, nel tratto d’interferenza con un versante boscato, precedentemente attraversato con modalità di scavo a cielo aperto. Per tale opera, già approvata con DD N.23AB.2019/D.1297 del 16 Dicembre 2019 dalla Regione Basilicata – Dipartimento Ambiente ed Energia, Ufficio Compatibilità Ambientale, è stata prevista una variante non sostanziale al progetto approvato consistente in una differente modalità di attraversamento del versante boscato, in quanto meno invasiva rispetto il bene tutelato.

L’intervento proposto ricade nell’area Zona Speciale di Conservazione ZSC - “MURGE DI S.

ORONZIO” codice IT9210220, nella Zona Di Protezione Speciale “APPENNINO LUCANO, VALLE AGRI, MONTE SIRINO, MONTE RAPARO” codice IT9210271 e nell’ Area di importanza per l’Avifauna “VAL D’AGRI” codice IBA 141.

Fig. 1. 1..: Inquadramento su ortofoto del tratto dove è stata prevista la differente modalità di posa

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2 VARIAZIONE MODALITA’ DI POSA DELLA CONDOTTA TRA I VERTICI V6 E V8

Come già riportato in premessa, per l’opera in progetto riguardante il metanodotto

“Allacciamento Snam4Mobility SpA DN 100 (4”)” è stata prevista una variazione nella modalità di posa della condotta, nel tratto d’interferenza con versante boscato, tra i vertici V6 e V8 (vedesi elaborati progettuali).

In tale tratto, a differenza della precedente modalità di posa con scavo a cielo aperto (Fig.2.2), la condotta sarà posata in Trivellazione Orizzontale Controllata (TOC, Figg. 2.1-2.3). La lunghezza della trivellazione di circa di 110,17 m, giunge al punto di uscita della perforazione (Postazione di RIG per il tiro/posa) dopo aver compiuto un percorso a “corda molle” che porta la condotta ad avere una copertura massima di poco più di 8 m sotto il p.c. La condotta in trivellazione seguirà un tracciato costituito da una curva elastica con raggio di curvatura massima pari a 250 m: nello specifico sarà caratterizzata da un primo tratto rettilineo discendente della lunghezza complessiva di 34,47 m, un tratto di curva elastica di lunghezza 61,20 m ed un tratto rettilineo ascendente della lunghezza complessiva di 14,50 m. L’angolo d’ingresso della perforazione sarà pari a 24°10’ mentre quello di uscita sarà pari a 18°,28’. In prossimità dell’ingresso e dell’uscita della TOC verranno, inoltre, installati N. 2 Punti di Misura P.E. in armadio di controllo (PP2) e N.2 cassetta a piantana (PP1/P) per la protezione elettrica della condotta.

La metodologia TOC (Trivellazzione Orizzontale Controllata) prevede un impianto di perforazione costituito da una rampa mobile, che provvede alla rotazione, alla spinta, alla tensione ed all’immissione dei fanghi necessari alla perforazione.

Il procedimento impiegato con questa metodologia, nella maggioranza degli attraversamenti, consta di tre fasi principali (Fig.2.1):

- La prima comporta l’esecuzione di un foro pilota di piccolo diametro lungo il profilo prestabilito. Il tracciato del foro pilota raggiunge un altissimo grado di precisione, consentendo di conoscere in ogni momento la posizione della testa della trivellazione e di correggerne la direzione automaticamente;

- La seconda implica l’allargamento di questo foro pilota fino a un diametro tale da permettere l’alloggiamento della tubazione.

- La terza consiste nel varo della tubazione all’interno del foro. La posa della condotta avviene così a profondità molto superiori a quelle ottenibili con metodi tradizionali, assicurando la sicurezza futura per la condotta che viene posta al riparo da ogni

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Figura 2.1 – Fasi di esecuzione della Trivellazione Orizzontale Controllata (T.O.C.).

I vantaggi di tale metodo:

 Sono ridotti i volumi di scavo e di cantiere;

 Si garantisce l’integrità delle eventuali opere preesistenti;

 Si ha un limitato disturbo sull’ambiente;

 Si hanno limitati costi di ripristino;

 Sono ridotti i tempi di esecuzione;

 Si raggiungono profondità di posa stabili;

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Si specifica infine che, il Guided Boring o Horizontal Directional Drilling, rappresenta oggi una tecnica innovativa nel campo della messa in opera di servizi d’impiantistica sotterranea, molto apprezzata sia per la sua versatilità e capacità di realizzare i più comuni interventi, sia per completare con successo problematiche che fino a poco tempo fa sembravano improponibili.

A garanzia di successo della trivellazione si suggerisce l’uso di adeguati scalpelli a motore e alesatori, notevole quantità di fluidi di perforazione opportunamente studiati, effettuare alesaggi intermedi frequenti (intervalli di diametro ridotti), maggiorazione del diametro finale di scavo.

Nel caso in esame la TOC verrà utilizzata per attraversare il pendio acclive, ricoperto da vegetazione boschiva.

Fig. 2.2 – Stralcio celerimetrico con tracciato approvato con modalità di scavo a cielo aperto lungo il versante boscato

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Fig. 2.3 – Stralcio celerimetrico con posa in TOC nel tratto di versante boscato.

3 ANALISI DELLE INTERFERENZE DEL TRATTO IN TOC

3.1 INTERFERENZE SULLE COMPONENTI ABIOTICHE E HABITAT INTERFERITI

Nel caso specifico il tratto in TOC interferisce indirettamente per una lunghezza di circa 75 m con i seguenti habitat:

 91AA: Boschi orientali di quercia bianca;

 9340: Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia.

L’Habitat 91AA – Boschi orientali di quercia bianca è caratterizzato da Boschi mediterranei e submediterranei adriatici e tirrenici (area del Carpinion orientalis e del Teucrio siculi-Quercion cerris) a dominanza di Quercus virgiliana, Q. dalechampii, Q. pubescens e Fraxinus ornus, indifferenti edafici, termofili e spesso in posizione edafo-xerofila tipici della penisola italiana ma con affinità con quelli balcanici, con distribuzione prevalente nelle aree costiere, subcostiere e preappenniniche.

Questo habitat presenta una combinazione fisionomica di riferimento caratterizzata da: Quercus pubescens, Q. dalechampii, Q. ichnusae, Q. virgiliana, Fraxinus ornus, Carpinus orientalis, C.

betulus, Ostrya carpinifolia, Coronilla emerus, Anthericum ramosum, Asparagus acutifolius, Cornus sanguinea, Crataegus monogyna, Dictamnus albus, Geranium sanguineum, Epipactis helleborinae, Hedera helix, Ligustrum vulgare, Rosa sempervirens, Rubia peregrina, Smilax

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aspera, Viola alba subsp. dehnhardtii.

L’Habitat 9340 - Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia è caratterizzato da Boschi dei Piani Termo-, Meso-, Supra- e Submeso-Mediterraneo (ed occasionalmente Subsupramediterraneo e Mesotemperato) a dominanza di leccio (Quercus ilex), da calcicoli a silicicoli, da rupicoli o psammofili a mesofili, generalmente pluristratificati, con ampia distribuzione nella penisola italiana sia nei territori costieri e subcostieri che nelle aree interne appenniniche e prealpine; sono inclusi anche gli aspetti di macchia alta, se suscettibili di recupero.

Lo strato arboreo di queste cenosi forestali è generalmente dominato in modo netto dal leccio, spesso accompagnato da Fraxinus ornus; nel Sottotipo 45.31 sono frequenti altre specie sempreverdi, come Laurus nobilis, o semidecidue quali Quercus dalechampii, Q. virgiliana, Q.

suber; nel Sottotipo 45.32 possono essere presenti specie caducifoglie quali Ostrya carpinifolia, Quercus cerris, Celtis australis, Cercis siliquastrum.

Tra gli arbusti sono generalmente frequenti Arbutus unedo, Phillyrea angustifolia, P. latifolia, Rhamnus alaternus, Pistacia terebinthus, Viburnum tinus, Erica arborea; tra le liane Rubia peregrina, Smilax aspera, Lonicera implexa. Lo strato erbaceo è generalmente molto povero; tra le specie caratterizzanti si possono ricordare Cyclamen hederifolium, C. repandum, Festuca exaltata, Limodorum abortivum.

Figura 6.1.1 – Stralcio planimetria per il tratto d’interferenza con habitat 91AA-9340 (in viola). Si noti come le aree di trivellazione (in arancio) sono esterne all’habitat considerato

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eseguiti mediante T.O.C., non coinvolgeranno direttamente i sovrastanti soprassuoli ma solo il sottosuolo evitando così la perdita temporanea di suolo.

Le aree interessate direttamente dalle attività di cantiere saranno pertanto solo quelli posti in prossimità dell’ingresso (area di trivellazione) e dell’uscita della TOC, già analizzati per il tratto di posa della condotta con scavo a cielo in sede di VInCA.

Per ciò che riguarda la possibile interferenza con il sottosuolo, è necessario evidenziare che la circolazione idrica del bacino dell’alta Val d’Agri può essere suddivisa in due tipi principali di circolazione: il primo attribuibile agli acquiferi fessurati e/o carsici alloggiati nel suo substrato roccioso pre-quaternario e il secondo ad acquiferi porosi impostatisi nella sequenza sedimentaria quaternaria che costituisce il deposito di riempimento. Gli acquiferi fessurati presenti prevalentemente nelle dorsali carbonatiche ricoprono un ruolo più importante rispetto agli acquiferi porosi, che sono alimentati spesso dai primi e costituiscono comunque un importante sistema di immagazzinamento idrico sotterraneo.

L’acquifero che caratterizza la zona di studio è un acquifero la cui permeabilità è di tipo per porosità, tipica dei depositi alluvionali che porta ad escludere l’eventualità che i lavori d’installazione della condotta possano provocare impatti irreversibili e costituire, sia in termini qualitativi che in termini quantitativi, un elemento di criticità a medio e lungo termine.

In definitiva, la nuova modalità di posa della condotta in TOC nel tratto di versante boscato non determina più sottrazione degli habitat nè trasformazione di bosco.

3.2 INTERFERENZE SULLE COMPONENTI BIOTICHE

Per ciò che riguarda le interferenze sulla componente biotica, si faccia riferimento quanto già riportato in valutazione d’incidenza.

4 INTERVENTI DI MITIGAZIONE E RIPRISTINO LUNGO IL TRATTO IN TOC

Nel tratto d’intervento non sarà più necessario procedere al ripristino vegetazionale in quanto non è più prevista la trasformazione temporanea del bosco.

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5 CONCLUSIONI

E’ stata prevista una variante non sostanziale al progetto riguardante la realizzazione del metanodotto “All.to SNAM4MOBILITY S.p.A. DN 100 (4”) – 75 bar”, già approvato con DD N.23AB.2019/D.1297 del 16 Dicembre 2019 dalla Regione Basilicata – Dipartimento Ambiente ed Energia, Ufficio Compatibilità Ambientale, consistente nella diversa modalità di posa della condotta tra i vertici V6 e V8 per attraversamento di un versante boscato; tale modalità di posa in Trivellazione Orizzontale Controllata risulta meno invasiva dell’intervento autorizzato poiché non incide direttamente con gli habitat ne tanto meno sui soprassuoli vegetali.

Restano ferme le influenze dirette legate alle fasi di costruzione già valutate in sede Screening di Valutazione di Incidenza.

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