Dott. ssa Laura Sarno – Dipartimento di Neuroscienze, Scienze Riproduttive ed Odontostomatologiche
Infezioni in gravidanza
Caso clinico
Paziente di 32 aa, 2G 1P a 17 settimane
SIEROLOGIA DELLA PRIMA GRAVIDANZA:
IG M anti Toxoplasma neg IG G anti Toxoplasma neg
SIEROLOGIA a 13 w:
IG M anti Toxoplasma neg IG G anti Toxoplasma neg
IG G ANTI TOXO POS – IG M ANTI TOXO POS
IG G AVIDITY BASSA
T O
R C H
TOXOPLASMOSIS OTHERS
RUBELLA VIRUS
CITOMEGALOVIRUS HERPES VIRUS
COMPLESSO TORCH
TOXOPLASMA OTHERS ROSOLIA
CMV HSV
HIV
TBC
PVB19
HBV
VZV LUE
STREP
CHLAM
COX
HCV
H1N1
TOXOPLASMOSI
• E’ una zoonosi causata dal protozoo intracellulare obbligato T. Gondii
• Ospite definitivo: gatti e felini, in cui si compie il ciclo sessuale del protozoo con produzione di oocisti
infette
• Il protozoo è ubiquitario in natura e la Toxoplasmosi è
una delle più comuni infezioni al mondo
EPIDEMIOLOGIA
TASSO DI TOXOPLASMOSI CONGENITA Francia 2.9/10,000
Polonia 5.5/10,000
Danimarca 2.1/10,000
Svizzera 4.3/10,000 2,8/10000
Nogareda et al, 2014
Modalità di trasmissione
INGESTIONE DI CIBI CONTAMINATI
TRAPIANTO D’ORGANO E TRASFUSIONE DI
EMODERIVATI TRASMISSIONE
VERTICALE
SIEROCONVERSIONE DI MADRE SUSCETTIBILE IN
CORSO DI GRAVIDANZA MODALITA’ DI ACQUISIZIONE DELL’INFEZIONE CONGENITA
RIATTIVAZIONE
DELL’INFEZIONE IN GRAVIDA IMMUNOCOMPROMESSA
REINFEZIONE
DA PARTE DI CEPPI ATIPICI
DIFFUSIONE DEI DIFFERENTI TIPI DI T.
GONDII
TRASMISSIONE VERTICALE
Trimestre
Manifestazioni cliniche
Infezione fetale
Severe Medie
Lievi 14%
29%
>60%
I II III
• I casi più a rischio sono le infezioni del II trimestre
TOXOPLASMOSI CONGENITA
CORIORETINITE CALCIFICAZIONI
IDROCEFALO
TOXOPLASMOSI CONGENITA
Severe sequele neurologiche oculari in circa il 4%
I difetti oculari possono manifestarsi anche diversi anni dopo la nascita nei neonati affetti da toxoplasmosi congenita.
La prognosi oculare complessiva è soddisfacente nelle donne con diagnosi e trattamento precoce.
Wallon,Pediatrics 2004
NEONATI INFETTI
SINTOMATICI 10-15%
ASINTOMATICI
90-85%
DIAGNOSI
Nel 90% dei casi l ’ infezione materna è asintomatica.
SIEROLOGIA
•IgM
•IgG
•IgG Avidity
Materna Fetale
La diagnosi è indiretta ed affidata a:
•Amniocentesi
(PCR su liquido amniotico dopo 18w)
•Ecografia fetale (mensile)
SIEROLOGIA
NON IMMUNE
INFEZIONE PREGRESSA
AVIDITA’
ALTA
AVIDITA’
MEDIA
AVIDITA’
BASSA
ALMENO 8-12 W PRIMA
DIFFICOLTA’ NELL’INTERPRETAZIONE
1.IgM persistenti per mesi o anni 2.Discrepanze tra i laboratori
3.Interferenza della terapia con dosaggio anticorpi
4.Epoca gestazione del primo test
AMNIOCENTESI
PCR SU LIQUIDO AMNIOTICO
❖DOPO 4-6 settimane dall’infezione materna
❖ ALMENO A 18 settimane di epoca gestazionale
❖ campione NON EMATICO
AUTORI SENSIBILITA’ SPECIFICITA’
Romand 2001 64% 100%
Antasaklis 83.3% 100%
Wallon 2005 50% 100%
Wallon 2010 92.2% 100%
ECOGRAFIA
IPERPLACENTOSI
INTESTINO IPERECOGENO
CATARATTA
……tanti ma ASPECIFICI!
TERAPIA
Periodo Trattamento
I trimestre (<18w)
Spiramicina (Rovamicina) Dose: 3 gr/dì (1 cp ogni 8h)
II trimestre (>18w)
Pirimetamina (Daraprin 25mg)
Dose di attacco: 50mg 2 volte al di per 2 gg
Dose di mantenimento: 50mg/dì Sulfadiazina (Sulfadiazin)
Dose attacco 75mg/kg (max 4gr)
Dose di mantenimento: 50mg/kg
Acido folinico 15mg/dì
Algoritmo diagnostico e
terapeutico
Caso clinico
Paziente di 32 aa, 2G 1P a 17 settimane
SIEROLOGIA DELLA PRIMA GRAVIDANZA:
IG M anti Toxoplasma neg iG G anti Toxoplasma neg
SIEROLOGIA a 13 w:
IG M anti Toxoplasma neg IG G anti Toxoplasma neg
IG G ANTI TOXO POS – IG M ANTI TOXO POS
IG G AVIDITY BASSA
Caso clinico
Caso clinico
A 19 settimane si esegue amniocentesi positiva
CITOMEGALOVIRUS
Infezione congenita 0,5 -1 %
Recettive in età fertile
40%
Modalità di trasmissione
Trasmissione mediante liquidi biologici (urina, saliva, lacrime)
Contatti con bambini con età < 36 mesi:
Precedenti figli Altri bambini Età < 20 anni
Professioni a rischio
MODALITA’ DI ACQUISIZIONE
DELL’INFEZIONE CONGENITA
Trasmissione verticale
Gravide sieronegative
Infezione primaria
(1-4%)
Infezione non primaria
(5-15%)
Gravide sieropositive
30% 0.5-2%
Infezione primaria
I TRIM 30%
III TRIM 80%
SINTOMATICI 10-15%
Mortalità perinatale
10%
70% dei sopravvissuti a rischio di gravi
sequele neurologiche
10-15% a rischio di sequele tardive
Asintomatici 85-90%
In genere
Asintomatici
Dopo 27 w
Infezione congenita da CMV
Manifestazioni non neurologiche
Piastrinopenia, petecchie, porpora IUGR, prematurità
Epatomegalia, splenomegalia Polmonite interstiziale,
Ittero
Sepsis-like syndrome Segni e sintomi
Neurologici
Ipotonia, letargia Convulsioni
Microcefalia Idrocefalia Calcificazioni
Microgiria, lissencefalia Manifestazioni
neurosensoriali
Corioretinite
Sordità o ipoacusia neurosensoriale
Infezione congenita da CMV
DIAGNOSI
• SIEROLOGIA: Ig G, Ig M, Ig G avidity
CMV-DNA su sangue e urine AST, ALT
• AMNIOCENTESI: PCR qualitativa e quantitiva
• ECOGRAFIA: ogni 4 settimane
• RMN-encefalo fetale: in tutti i casi di sieroconversione o
amniocentesi positiva
AMNIOCENTESI
I
ndicazioniReperto ecografico anomalo
Infezione primaria materna
Epoca di Esecuzione
20-21
asettimana di gestazione
La diuresi fetale si stabilizza dopo la 20a settimana di sviluppo fetale Il tempo intercorrente tra il momento dell'infezione materna e
circa 6-8 settimane
l'eliminazione del virus con l'urina fetale nel liquido amniotico é di
• In grado di individuare solo il 15% dei feti infetti
ECOGRAFIA
PLACEBO
27 infezioni congenite/
62 donne trattate
44 %
IgG iperimmuni
18 infezioni congenite/
61 donne trattate
30 %
La differenza rilevata tra i due gruppi
non risulta essere statisticamente significativa (p=0,13)
Studio CHIP-Congenital HCMV Infection Prevention
Caso clinico
• Una maestra d’asilo, 2 G 0P a 10 settimane presenta i seguenti esami:
• Ig G anti-CMV: 150 UI
• Ig M anti-CMV: 22 UI
SIEROLOGIA NELLA PRECEDENTE GRAVIDANZA:
Ig G anti CMV:pos Ig M anti CMV: neg
SIEROLOGIA A 12 w:
Ig G anti CMV:400 UI
Ig M anti CMV: 30 UI
ROSOLIA
• Infezione attraverso droplets respiratorie
• Epidemie ogni 6-9 anni
Infezioni primarie Reinfezioni
-più frequenti nei soggetti vaccinati
-rischio di trasmissione: 5-8%
Congenital Rubella Syndrome
Infezione embrione / feto
Neonato normale
CRS
Difetti evolutivi
MEF
Aborto spontaneo
Manifestazioni cliniche alla
nascita
Congenital Rubella Syndrome
• Uditive
(Sordità neurosensoriale)
• Oftalmiche
(Cataratta, microftalmia, glaucoma, corioretinite)
• Cardiache
(pervietà dotto arterioso, difetti settali, stenosi aort polm)
Neurologiche (Microcefalia, meningoencefalite, ritardo mentale)
Alterazioni ossee
Trombocitopenia
Lesioni purpuree cutanee
Triade Gregg
<12 sett
Infezione fetale
> 12 sett
Congenital Rubella Syndrome
TRIADE DI GREGG
Segni ad insorgenza tardiva
• Esantema cronico
• Polmonite interstiziale ricorrente
• Diarrea cronica
• Anomalie dentali
• Alterazioni endocrine (diabete mellito, ipotiroidismo, tireotossicosi, deficit
dell’ormone della crescita)
Congenital Rubella Syndrome
Rischio CRS in rapporto all’epoca gestazionale
Sett. infetti Forme sintomatiche nei sieropositivi
Rischio complessivo di malattia (%)
No pos/neonati testati(%)
No pz esaminati
Positivi (%)
<11 9/10 (90) 9 100 90
11-12 4/6 (67) 4 50 33
13-14 12/ 18 (67) 12 17 11
15-16 17/36 (47) 14 50 24
17-18 13/33 (39) 10 - -
19-22 20/ 59 (34)
53 - -
23-26 8/ 32 (25) 27-30 11/ 31 (35) 31-36 15/ 25 (60)
>36 8/ 8 (100)
tot 117/ 258 (45) 102 20 9
Remington, 2000
Diagnosi prenatale
Sierologia CROSS-REATTIVITA’
(PVB19, EBV, FR, CMV, TOXO, Coxsackie)
Amniocentesi Sensibilità:83-95%
ECOGRAFIA
Vaccinazione MPR
• E’ un vaccino trivalente con virus vivo attenuato
• NON andrebbe somministrato in gravidanza e va sconsigliato il
concepimento nel mese successivo
HIV in gravidanza
25-40% 50% 10-25%
HIV in gravidanza
Come prevenire la trasmissione verticale?
SCREENING UNIVERSALE
TERAPIA
ANTIRETROVIRALE
TAGLIO CESAREO
EVITANDO
ALLATTAMENTO AL SENO
HIV e Parto Spontaneo
HIV RNA non rilevabile/<50 copie/ml e CD4+ >200
cell/mm3 da almeno 4 settimane
Sifilide
Secondo il WHO nel 2016 ci sono state 1 milione di gestanti a cui è stata
diagnosticata l’infezione
luetica in gravidanza
Manifestazioni cliniche
Sifilide primaria Sifilide secondaria
Sifilide terziaria
DIAGNOSI SIEROLOGICA
• Test non treponemici (non specifici) VDRL
Positivizzazione più precoce
• Test treponemici (specifici) TPHA
Positivizzazione più tardiva e
memoria immunologica
• PRECOCE
Sifilide congenita
• Nei primi 3 mesi di vita
• Eruzioni vescico-bollose o maculare col rame
• Petecchie
• Secrezione nasale
mucopurulenta o ematica
• Osteocondrite e
pseudoparalisi di Parrot
• Si manifesta dopo i 2 anni di età
Sifilide congenita
• TARDIVA
TRIADE DI HUTCHINSON 1. Cheratite interstiziale 2. Sordità
neurosensoriale 3. Malformazione
dentaria (incisivi di
Hutchinson)
Trasmissione verticale
Sifilide primaria o
secondaria
70-100%
Il trattamento tempestivo della madre con penicillina abolisce virtualmente il rischio di trasmissione verticale purché l’intervallo tra l’inizio della terapia ed il parto sia maggiore di 4 settimane.
TERAPIA: BENZILPENICILLINA
AGENDA DELLA GRAVIDANZA
LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA 2017
SCREENING OBBLIGATORI
• IgG e IgM anti-Rosolia
• IgG e IgM anti-Toxoplasma
• Anti-HIV 1-2
• VDRL e TPHA
I TRIMESTRE
SCREENING DEI SOGGETTI A RISCHIO
• Anti-HCV
• Ig G e Ig M anti Chlamydia
• Tampone vaginale per
N. Gonorrhoeae
T O
R C H
TOXOPLASMOSIS OTHERS
RUBELLA VIRUS
CITOMEGALOVIRUS HERPES VIRUS
COMPLESSO TORCH
AGENDA DELLA GRAVIDANZA
LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA 2017
SCREENING OBBLIGATORI
• IgG e IgM anti-Rosolia (ogni 4 settimane fino a 16 settimane)
• IgG e IgM anti-Toxoplasma (ogni 4 settimane)
II TRIMESTRE
Nei soggetti risultati suscettibili nel I
trimestre
AGENDA DELLA GRAVIDANZA
LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA 2017
SCREENING OBBLIGATORI
• IgG e IgM anti-Toxoplasma
• HbsAg
• Anti-HIV 1-2
• VDRL e TPHA
III TRIMESTRE
35-37 w: TAMPONE VAGINO-RETTALE PER LA
RICERCA DI S. AGALACTIAE
Profilassi neonatale nei bambini nati da madre HBsAg +
Madre HBsAg positivo
Parto
Peso neonatale
> 2000 Kg
SI NO
HBIG e I dose di vaccino entro 12 h
HBIG e I dose di vaccino entro 12 h (ricominciare vaccinazione dalla I
dose a 1-2 mesi)
S. AGALACTIAE
• Colonizza la flora batterica di circa il 30% degli adulti
• E’ la principale causa di sepsi neonatale ”early-onset”
• Circa l’80% delle sepsi da S. Agalactiae è dovuto alla trasmissione madre-feto durante il travaglio di parto
Rapporti ISTISAN 07/28
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Figura 1. Patogenesi dell’infezione precoce (modificata da Edwards MS 2005)
Fino ad oggi non esiste possibilità di prevenzione e sembrano particolarmente esposti i nati da madre priva degli anticorpi specifici contro il polisaccaride capsulare. La maggior parte delle infezioni tardive è causata dal sierotipo III, che frequentemente determina meningite.
Il modo di acquisizione è più incerto; una parte dei nati colpiti acquisiscono la colonizzazione mucosa durante il passaggio nel canale del parto (in metà dei casi lo streptococco isolato dal sangue neonatale è identico a quello vagino-rettale materno) (26) oppure da neonato a neonato, attraverso il contatto delle mani del personale dei nidi (17, 27, 28).
A distanza di alcune settimane le virosi respiratorie, alterando la barriera mucosa, potrebbero favorire il passaggio del germe in circolo. In altri casi le infezioni sono di origine nosocomiale e colpiscono nati prematuri dopo un prolungato periodo di ricovero (4, 29). Raramente infine è possibile isolare da latte materno SGB identici a quelli ritrovati nel sangue neonatale (30, 31), ma sebbene sia ammessa questa forma di contagio, la precisa patogenesi ne è incerta.
Incidenza
In epoca pre-profilassi l’incidenza annuale dell’infezione neonatale precoce negli Stati Uniti era compresa tra 0,76 e 5,46/1.000 nati, mentre l’infezione tardiva era circa 4 volte meno frequente (20, 32). A partire dagli anni ‘90, grazie alle strategie di prevenzione, l’incidenza dell’infezione precoce si è ridotta marcatamente e nelle aree di sorveglianza attiva è scesa fino allo 0.34 /1000 nati (Figura 2). Al contrario, l’incidenza dell’infezione tardiva non è cambiata in
Madre colonizzata (25 % delle gravide) Neonato non
colonizzato
Neonato colonizzato asintomatico
(50 % dei nati da madre colonizzata) Virulenza del ceppo
Inoculo genitale
Rottura prematura delle membrane
Rottura delle membrane superiore a18 ore Parto pretermine
Batteriuria da SGB
Carenza di Ig G materne antipolisaccaride Carenze complementari
Funzione leucocitaria immatura Neonato con infezione precoce
(1-2 % dei nati colonizzati)
Infezione intrauterina, Polmonite congenita Decesso in poche ore
Microrotture occulte Prematurità
Sepsi,
± Polmonite
± Meningite
Batteriemia senza localizzazione
Asintomatico, Batteriemia transitoria
Osteomielite tardiva Madre colonizzata
(25 % delle gravide) Neonato non
colonizzato Neonato non
colonizzato
Neonato colonizzato asintomatico
(50 % dei nati da madre colonizzata) Virulenza del ceppo
Inoculo genitale
Rottura prematura delle membrane
Rottura delle membrane superiore a18 ore Parto pretermine
Batteriuria da SGB
Carenza di Ig G materne antipolisaccaride Carenze complementari
Funzione leucocitaria immatura Virulenza del ceppo
Inoculo genitale
Rottura prematura delle membrane
Rottura delle membrane superiore a18 ore Parto pretermine
Batteriuria da SGB
Carenza di Ig G materne antipolisaccaride Carenze complementari
Funzione leucocitaria immatura Neonato con infezione precoce
(1-2 % dei nati colonizzati) (1-2 % dei nati colonizzati)
Infezione intrauterina, Polmonite congenita Decesso in poche ore Infezione intrauterina, Polmonite congenita Decesso in poche ore
Microrotture occulte Prematurità
Sepsi,
± Polmonite
± Meningite
Batteriemia senza localizzazione
Asintomatico, Batteriemia transitoria
Osteomielite tardiva
S. AGALACTIAE
Rapporti ISTISAN 07/28
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modo significativo, perciò attualmente il rapporto tra precoci e tardive è circa 1:1. Nonostante gli sforzi, negli Stati Uniti si verificano ancora circa 2.500 infezioni invasive e 100 decessi/anno nei bambini sotto i 3 mesi di vita (33, 34).
Figura 2. Incidenza di infezioni precoci e tardive da SGB suddivise per anno nelle aree di sorveglianza attiva statunitensi (modificata da CDC 2005)
In Europa, nonostante la minor diffusione delle strategie preventive, l’infezione precoce sembra meno frequente. Ad esempio in Inghilterra, dove lo screening o la profilassi delle gravide sono occasionali, l’incidenza sarebbe di 0,5-1 /1.000 nati. Queste differenze potrebbero essere dovute ad una più bassa frequenza di colonizzazione vaginale o una ridotta stima diagnostica (35). Comunque la conoscenza dell’intero territorio europeo è nel complesso frammentaria e ulteriori studi sono auspicabili. Nella Tabella 1 vengono riportati alcuni recenti studi europei; come mostrato, l’incidenza delle infezioni precoci è, rispetto agli studi statunitensi pre-profilassi, piuttosto bassa. Anche le infezioni tardive sembrano più rare che negli Stati Uniti (5).
Le informazioni relative alla realtà italiana sono estremamente limitate, sia per quanto riguarda le infezioni precoci che per le tardive. La bassa incidenza osservata potrebbe in parte riflettere l’incostante esecuzione di colture profonde nella valutazione diagnostica iniziale dei nati con sospetta sepsi (36-38).
Aspetti clinici
L’infezione precoce (early onset) è di solito acquisita poco prima del parto, i sintomi esordiscono perciò in circa metà dei casi alla nascita (basso punteggio di APGAR) o entro le prime 4 ore di vita. In contrasto, l’infezione contratta durante il passaggio nel canale del parto si manifesta più tardivamente, ma di solito non oltre le 72 ore di vita (39). L’esordio precocissimo si associa a prognosi peggiore.
In circa tre quarti dei casi sono colpiti nati a termine, anche se il rischio di ammalare è inversamente proporzionale all’età gestazionale. Il travaglio o la rottura delle membrane prima del termine possono essere infatti avviati dall’infezione ascendente. Inoltre i pretermine sono più colpiti a causa dell’immunodeficit.
0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Anni
Incidenza(n/1000) Infezioni precoci Infezioni tardive
0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Anni
Incidenza(n/1000) Infezioni precoci Infezioni tardive
Rapporto ISTISAN 07/28
TVR + per S. Agalactiae
S. AGALACTIAE
Travaglio attivo
PROM a termine
IAP Induzione del parto e IAP
CONDIZIONI AD ALTO RISCHIO
• Parto pretermine
• Febbre in travaglio
• PROM prolungata (>18 h)
• Precedente sepsi neonatale
• Batteriuria in gravidanza
Profilassi per STRAGA
• Non va trattato prima del travaglio
• Non è una Controindicazione al parto spontaneo
• Non è necessaria profilassi antibiotica in caso di TC a membrane integre
Ampicillina 2 gr ev, poi 1gr ogni 4h
Clindamicina 900 mg ev, ogni 8 h
INFEZIONI MATERNE E ALLATTAMENTO
Infezione Raccomandazioni
CMV >32 settimane
<32 settimane
Epatite B Se praticata profilassi attiva e passiva neonatale
Epatite C In caso di ragadi sanguinanti del capezzolo
Toxoplasmosi Sempre raccomandato
HIV Sempre controindicato
VZV Se presenti vescicole a livello dell’areola
Lue Se presenti lesioni a livello dell’areola
Position Statement SIN/SIP/SIMP 2015
SVILUPPO NEUROCOM
POR TAMENTALE
COLESTEROLO
PRESSIONE ARTERIOSA
DIABETE TUMORI
LATTE MATERNO
ED OUTCOME FUNZIONALE OBESITÀ
VACCINAZIONI IN GRAVIDANZA
• Le vaccinazioni in gravidanza hanno un duplice scopo:
Proteggere la madre da infezioni che possono portare complicanze severe in gravidanza
Fornire un’immunità al neonato nei primi mesi di vita
Vaccino con virus inattivo
Vaccino con virus vivo
attenuato
VACCINAZIONI IN GRAVIDANZA
• Raccomandata nel II e III trimestre di gravidanza
• Passaggio di anticorpi dalla madre al feto dopo circa 2 settimane
• Conferisce protezione
neonatale contro influenza e infezioni delle alte vie aeree RISCHI iN GRAVIDANZA
- Ospedalizzazione per complicanze respiratorie - Prematurità
- TC
- Distress fetale
- aborto
La vaccinazione è raccomandata anche per le donne che vivono a contatto con neonati di età inferiore ai 6 mesi e nelle donne durante l’allattamento in quanto l’immunità materna e il trasferimento di anticorpi con il latte materno riducono il rischio di malattia nel neonato
Le donne incinte possono ricevere solo la forma iniettabile di vaccino inattivato;
nelle donne che allattano è possibile somministrare anche il vaccino sotto forma di spray nasale (forma viva attenuata).