• Non ci sono risultati.

CAPITOLO 1 - INQUADRAMENTO DISPLASIA DI GOMITO

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "CAPITOLO 1 - INQUADRAMENTO DISPLASIA DI GOMITO"

Copied!
9
0
0

Testo completo

(1)

CAPITOLO 1 - INQUADRAMENTO DISPLASIA DI GOMITO

1.1 Anatomia

Il gomito è la complessa unione di tre articolazioni: omero-radiale, omero-ulnare e radio-ulnare. Dall’unione di queste, nasce una superficie articolare perfettamente combaciante capace di effettuare ampi movimenti di flesso-estensione ed in minima parte di prono-supinazione (Fig 1.1)1 .

Il normale “range of motion” (ROM) di un gomito presenta un angolo di flessione minore di 30° ed un angolo di estensione massima di 170°1. Il

contributo specifico delle tre articolazioni per la trasmissione del peso e la stabilità non è stato determinato, come neanche le cinematiche Fig. 1.1: Rappresentazione schematica dell’articolazione del gomito. Si possono apprezzare le articolazioni omero-radiale, omero-ulnare e radio-ulnare viste cranialmente (A) e l’articolazione radio-ulnare vista sagittalmente (B). Da Trostel et al. 2003.

(2)

specifiche dell’articolazione, ciononostante ci riferiamo all’articolazione del gomito nel suo complesso come ad un ginglimo angolare perfetto2.

La porzione più distale dell’omero viene chiamata condilo omerale (Fig. 1.2). Viene diviso in due diverse superfici articolari: una piccola, laterale, chiamata capitello osseo detto anche “capitulum humeri” ed una più grande e mediale che viene chiamata troclea omerale. Il capitello osseo laterale si articola con la testa del radio mentre la troclea omerale mediale va ad articolarsi con l’incisura semilunare dell’ulna, formando così uno dei ginglimi angolari più stabili del corpo. Inoltre, va ad articolarsi lateralmente con una porzione della fovea del radio. Nella

A B

Fig. 1.2: Visione laterale (A) e craniale (B) del terzo distale di un omero destro e dei terzi prossimali di radio ed ulna. Da Trostel et al. 2003.

(3)

faccia caudale del condilo omerale è presente una profonda escavazione chiamata fossa olecranica. Questa riceve il processo anconeo dell’ulna nel momento in cui l’articolazione viene estesa. Opposta alla fossa olecranica, nella faccia craniale del condilo omerale, è presente la fossa radiale che va ad accogliere la testa testa del radio nel momento in cui l’articolazione viene flessa. Le due fosse appena menzionate sono in comunicazione tramite il forame sopra-trocleare. La prominenza laterale del condilo omerale viene chiamata epicondilo laterale. Funzionalmente viene riconosciuto come l’epicondilo estensore dell’omero. Viceversa, la prominenza mediale del condilo omerale, posizionata appena prossimamente al bordo articolare della troclea, viene chiamata epicondilo mediale. Questo è più grande del suo corrispettivo laterale ed è conosciuto funzionalmente come l’epicondilo flessore3.

Il radio sostiene gran parte dei carichi corporei, è più corto dell’ulna che gli è parallela ma che però primariamente ha la funzione di attacco per i vari muscoli. Il radio si articola con l’ulna in due punti: prossimamente tramite la sua faccia caudale e e distalmente col suo bordo laterale. La testa del radio ha la forma di un ovale irregolare e si estende trasversalmente attraverso l’estremità prossimale dell’osso, essa ospita la fovea articolare che va ad articolarsi con il capitello omerale e con la parte laterale della troclea omerale, sorreggendo gran parte del peso trasmesso dal braccio all’avambraccio3.

L’ulna prossimale è anch’essa costituita da varie porzioni (Fig. 1.2). Per primo troviamo l’olecrano, il quale è costituito dal tubercolo olecranico,

(4)

dal processo anconeo (un processo appuntito posizionato nel punto più prossimale dell’olecrano) e dalla porzione prossimale dell’incisura trocleare. L’incisura trocleare è anche conosciuta come incisura semilunare e non è altro che una concavità verticale, con forma a semi-luna che guarda cranialmente. L’incisura semisemi-lunare si articola perfettamente con la troclea omerale. All’estremità distale dell’incisura trocleare sono presenti i processi coronoidei. I processi coronoidei dell’ulna non sono altro che due eminenze articolari, il primo, quello mediale è dotato di maggiori dimensioni e si articola con la troclea omerale; il secondo, più piccolo, si articola con l’epicondilo omerale laterale3.

Queste due strutture hanno la funzione di accrescere la superficie utile dell’articolazione, contribuendo a sostenere i carichi dell’articolazione; la maggior parte della superficie articolare tra omero ed ulna è in contatto proprio grazie al processo coronoideo mediale. Nel 1983 venne ipotizzato da Fox che la testa del radio sostenesse la maggior parte delle forze interessanti l’articolazione4 ma studi più recenti condotti da Mason

nel 2005 hanno dimostrato che il peso è equamente diviso fra la testa radiale e il processo coronoideo mediale dell’ulna5.

I mezzi di unione dell’articolazione del gomito sono costituiti dalla capsula articolare e da numerosi legamenti. La capsula articolare costituisce un manicotto che avvolge le tre articolazioni, si inserisce sull’omero sia sotto la base dell’epicondilo e dell’epitroclea, molto vicino alla superficie articolare, sia sul contorno della fossa olecranica;

(5)

inoltre va ad inserirsi anche sull’avambraccio sul contorno delle superfici articolari di radio ed ulna2. La capsula articolare presenta delle

espansioni (i cosiddetti fondi ciechi) craniali, laterali, mediali e soprattutto caudali, molto importanti per le procedure artroscopiche o per le atrocentesi. I fondi ciechi più significativi sono quello olecranico che occupa la porzione caudale della fossa olecranica ed il fondo cieco localizzato subito distalmente al legamento anulare, sulla faccia craniale della testa del radio1.

A livello legamentoso la fissità è assicurata dalla partecipazione di ben sei legamenti: i legamenti collaterale laterale e mediale, il legamento anulare, il legamento membranoso craniale, il legamento obliquo ed il legamento olecranico (Fig. 1.3.).

Il legamento collaterale laterale origina dall’epicondilo omerale laterale e decorre verso il basso dividendosi in due pilastri o branche: la branca craniale e la branca caudale. Queste branche vanno a fondersi, a livello

Fig. 1.3: Legamenti del gomito canino da una visione mediale (A) e laterale (B). Da Dassler C, Vasseur PB: Elbow luxation. 2003.

(6)

della testa del radio, con il legamento anulare per poi andare ad inserirsi sul radio (la craniale) e sull’ulna (la caudale). La funzione di questo legamento è quella di impedire l’adduzione del gomito cioè quel movimento che porta l’arto più vicino alla linea mediana del corpo. Il legamento collaterale mediale origina invece dall’epicondilo omerale mediale, decorre distalmente, attraversa il legamento anulare e solo successivamente si divide in due branche: la branca craniale e la branca caudale. La branca craniale va ad inserirsi sul radio mentre la branca caudale si insinua nello spazio articolare radio-ulnare per andare poi ad inserirsi sull’ulna ed in parte sul radio. La funzione di questo legamento è quella di impedire l’abduzione del gomito cioè quel movimento che allontana l’arto dalla linea mediana del corpo2.

Il legamento anulare del radio presenta due inserzioni: una sul processo coronoideo laterale ed una sul processo coronoideo mediale dell’ulna. Questo legamento va a formare un vero e proprio anello che avvolge la testa del radio, così facendo svolge l’importantissima funzione di stabilizzazione dell’articolazione radio-ulnare; inoltre permette di effettuare i movimenti di rotazione assiale dell’avambraccio2.

Il legamento membranoso craniale si estende fra un processo coronoideo e l’altro, prossimamente origina dalla fossa coroidea mentre distalmente si fonde col legamento anulare, la sua funzione è quella di rinforzare la capsula articolare sulla faccia flessori del gomito2.

(7)

Il legamento obliquo attraversa obliquamente la faccia flessoria del gomito ed è considerato un rinforzo obliquo del legamento membranoso craniale2.

Il legamento olecranico origina dal margine mediale dell’insicura semilunare e si porta sul margine mediale dell’olecrano costituendo così un rinforzo della capsula articolare sulla faccia estensoria del gomito2.

La maggior parte dei muscoli flessori del carpo e delle dita originano dall’epicondilo omerale mediale (Fig. 1.4). In senso cranio-caudale troviamo: il flessore radiale del carpo, il flessore profondo delle dita, il

Fig 1.4: Muscoli flessori del carpo e delle dita. In senso cranio-caudale troviamo: il flessore radiale del carpo, il flessore profondo delle dita, il flessore superficiale delle dita, il capo omerale del flessore ulnare del carpo ed il capo ulnare del flessore ulnare del carpo. Da Veterinary Information Network (VIN) - Learn

(8)

flessore superficiale delle dita, il capo omerale del flessore ulnare del carpo ed il capo ulnare del flessore ulnare del carpo1.

Invece a livello dell’epicondilo laterale dell’omero originano i muscoli estensori del carpo e delle dita. In direzione cranio-caudale sono: l’estensore radiale del carpo, l’estensore comune delle dita, l’estensore laterale delle dita e l’estensore ulnare del carpo (Fig 1.5.)1.

Fig. 1.5: Muscoli estensori del carpo e delle dita. In senso cranio-caudale troviamo: l’estensore radiale del carpo, l’estensore comune delle dita, l’estensore laterale delle dita e l’estensore ulnare del carpo. Da Veterinary Information Network (VIN) - Learn anatomy in 3D

(9)

Oltre ai muscoli rammentati precedentemente a livello del gomito si inseriscono anche alcuni tendini distali dei muscoli del braccio; tra questi abbiamo: il tendine del muscolo bicipite brachiale (A), del muscolo brachiale (B), del tricipite brachiale (C), del tensore della fascia anti-brachiale (D) e del muscolo anconeo1 (E) (Fig. 1.6.).

Fig. 1.6: Inserzioni muscolari a livello del gomito, sia in visione mediale (med) che laterale (lat). Muscolo bicipite brachiale (A); muscolo brachiale (B); muscolo tricipite brachiale (C); muscolo tensore della fascia anti-brachiale (D); muscolo anconeo (E). Da Veterinary Information Network (VIN) - Learn anatomy in 3D

A B C C C C C C D E Med Lat

Riferimenti

Documenti correlati

Anche se per quanto riguarda il grado di lassità dopo ricostruzione in T2 rispetto a T3 le differenze statistiche rilevate sono molto poche, il risultato migliore

le esigenze di protezione dei minori stranieri abbandonati e le richieste d’inserimento familiare dei cittadini”. Pur tuttavia, non è possibile mutare la

The aim of this quantitative-qualitative study is therefore to gain a deeper insight into FL learner's view of several aspects of error correction, including types of errors to

Le imprese della grande distribuzione organizzata possono servire un bacino più ampio di clienti, potendo servire sia il canale fisico, sia quello online, raggiungendo anche coloro

Available Open Access on Cadmus, European University Institute Research Repository.... Giandomenico M AJONE The European Community between Social Policy and Social

La traduzione e localizzazione del sito web in italiano ha permesso di comprendere questi concetti al livello pratico: se è pur vero che molti sono stati i tagli

This paper considers a large global sample of constitutional texts (i.e. 171 constitutions from 153 countries) and assesses to what extent and how they refer to

He/she, in fact, said that in his/her opinion the students would have given a higher number of positive reactions provided that the subject was not one of