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CAPITOLO 4 Termometria RSCM

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Academic year: 2021

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CAPITOLO 4

Termometria RSCM

Per investigare le condizioni termiche dell'edificio strutturale apuano, sono stati analizzati 53 campioni di cui 7 appartenenti alla Falda Toscana, ed i rimanenti alle unità che compongono il Complesso Metamorfico delle Apuane (Figura 14 e 15). I campioni analizzati consistono in calcari, marne e arenarie per la Falda Toscana e metasedimenti includenti calcescisti, marmi impuri, quarziti impure, metapeliti e metarenarie per le unità metamorfiche.

Il quadro analitico dei dati è riassunto in Tabella 1-2-3 dove, per ogni campione, viene riportato il valore di R2/RA1, deviazione standard, temperatura ed eterogeneità.

Figura 1: schema tettonico dell'Appennino Settentrionale (Carmignani et al., 2007) e sezione regionale a scala crostale (Molli, 2008). Box 1 e Box 2 corrispondono rispettivamente alle aree di La Spezia e Val di Lima dove è stata ricavata la termometria RSCM per la Falda Toscana. Box 3: Complesso Metamorfico delle Alpi Apuane.

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Figura 2: schema tettonico delle Alpi Apuane (Carmignani & Kligfield, 1990) con riportate le tracce delle sezioni geologiche e i campioni. Nella figura sono riportati anche i piani assiali delle principali strutture. C: sinclinale di Carrara; V: anticlinale di Vinca; A: sinclinale di Orto di Donna - Monte Altissimo; T: anticlinale della Tambura; R: antiforme di Ruosina.

4.1 Termometria RSCM nella Falda Toscana

La Falda Toscana è un'unità deformata ad alti livelli strutturali (Cerrina Feroni et al., 1983) e caratterizzata da una strutturazione polifasica, inizialmente messa in relazione ad eventi compressivi (Pertusati et al., 1977). Ulteriori ricerche hanno portato ad una differente interpretazione degli eventi tettonici. La prima fase deformativa viene attribuita ad eventi compressivi avvenuti in condizioni anchimetamorfiche, mentre la seconda fase si riferisce ad un evento estensionale avvenuto in condizioni termobariche più basse (Giammarino & Giglia, 1990; Carmignani et al.,

1991, 1992c).

I campioni analizzati sono stati raccolti sia ad occidente che ad oriente del Complesso Metamorfico delle Apuane, in due zone classiche per la geologia dell'Appennino Settentrionale (Figura 15), ed i dati sono stati riportati nella tabella 1.

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Tabella 1

Termometria RSCM - Falda Toscana

Località Unità n R2/RA1* SD T(°C) SE Falda Toscana - La Spezia

P7 Portovenere Falda Toscana 15 0.60* 0.004 284 1.49

P13 Portovenere Falda Toscana 15 0.61* 0.006 295 2.24

Ma 5-Terre Falda Toscana 15 0.58* 0.01 256 3.77

MG2 5-Terre Falda Toscana 14 0.58* 0.02 250 6.13

Falda Toscana - Val di Lima

MP-3 Val di Lima Falda Toscana 11 0.55* 0.01 223 4.29

Lisc-2 Val di Lima Falda Toscana 3 0.55* 0.001 230 1.71

VL2 Val di Lima Falda Toscana 15 0.56* 0.01 230 4.64

La Spezia

In questa zona (Figura 16), la successione della Falda Toscana, comprendente tutti i termini dal Calcare Cavernoso al Macigno, è coinvolta in una piega coricata a scala chilometrica con asse a direzione appenninica e vergenza verso WSW. Questa struttura è stata messa in relazione all'evoluzione tardo-Miocenica dell'Appennino Settentrionale (Carmignani & Giglia, 1979,1984;

Carosi et al., 2002; Molli, 2008).

Il fianco normale affiora nella parte settentrionale del golfo, mentre il fianco inverso è esposto nella terminazione meridionale del promontorio di La Spezia. Sul lato orientale, la piega è troncata da una faglia diretta che porta a contatto la successione Toscana con le Unità Liguri, quest'ultime rappresentate in prevalenza dall'Unità del Gottero. Il fianco rovescio è caratterizzato da sistemi di zone di taglio paralleli alla stratificazione, osservabili nei calcari triassico-Liassici della formazione di Portovenere (livelli di Portoro), e attribuibili alle fasi di sovrascorrimento (Giammarino &

Giglia, 1990; Carter, 1992; Molli et al., 2011).

Due campioni sono stati raccolti nel fianco inverso della struttura. Si tratta di calcari Portoro, caratterizzati da una matrice carbonatica nera e stiloliti ricchi in limonite o in dolomite. Gli altri due campioni, appartengono alla formazione del Macigno e provengono dalla zona di cerniera della piega di La Spezia.

Gli spettri ottenuti con la tecnica Raman sono caratteristici di una temperatura molto bassa; essi presentano una prominente banda D3, banda D1 molto larga e di bassa intensità, ed una banda D4. Corrispondono quindi ad una temperatura al di sotto del limite di applicabilità del metodo di

Beyssac et al., 2002; per questi campioni, è stato utilizzato il parametro RA1 proposto da Lahfid et al., 2010. Le temperature RSCM sono rispettivamente di 284 °C e 295 °C per i campioni di Calcari

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Portoro, 250 °C e 256 °C per i campioni di Macigno raccolti nella zona di cerniera della Piega di La Spezia.

Val di Lima

L'intera successione della Falda Toscana è coinvolta in una struttura polifasica NE-vergente (Figura 16), in cui si possono riconoscere strutture formate in distinti eventi deformativi (Pertusati et al., 1977; Baldacci et al., 1967; Fazzuoli et al., 1998). Al primo evento, viene attribuita la formazione di una piega isoclinale coricata verso E, con una superfice assiale sub-orizzontale localizzata nel Calcare Cavernoso. Al secondo evento deformativo viene attribuito il ripiegamento della zona di cerniera della struttura precedentemente formata (Botti et al., 2010). La successione sedimentaria è inoltre caratterizzata dalla presenza di un sistema di faglie a basso angolo parallele alla stratificazione e interpretate come faglie estensionali attivate da una riequilibrazione gravitazionale durante la crescita del cuneo orogenico appenninico (Botti et al., 2010; Clemenzi et al., 2014). In questa zona sono stati raccolti ed analizzati 3 campioni di cui due appartenenti alla Scaglia e uno alle Marne a Posidonomia. Come nel caso dei campioni collocati sul promontorio di La Spezia, anche questi hanno fornito spettri corrispondenti ad una bassa temperatura e quindi è stato calcolato il parametro RA1 di Lahfid et al., 2010. La temperatura RSCM ottenuta sul campione di Marne a Posidonomia è di 223 °C; le temperature nella Scaglia sono leggermente più alte e di 230 °C in entrambi i campioni.

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Figura 3: A,B,C sezioni geologiche della Piega di La Spezia (Molli et al., 2011); D,E,F mostrano la struttura che coinvolge la Falda Toscana nella zona della Val di Lima (Clemenzi et al, 2014).

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5.2 Termometria RSCM nell'Unità di Massa

L'Unità di Massa si trova interposta tra la Falda Toscana e l'Unità delle Apuane, ed affiora solo nella parte occidentale del massiccio apuano. Le sezioni geologiche dei transetti E e F (Figura 18, 21 e 22) ne illustrano i caratteri strutturali e la posizione.

In questa unità sono stati raccolti 16 campioni appartenenti alla Formazione del Verrucano (metaconglomerati e metaarenarie del ciclo del M.Folgorito-M.Brugiana e anageniti e quarziti del ciclo del Verrucano s.s.) e due campioni attribuibili alla Formazione di Montignoso (Patacca et al.,

2011). I dati RSCM sono elencati in tabella 2 e raffigurati in figura 20.

Tabella 2

Termometria RSCM - Unità di Massa

Località Unità n R2/RA1* SD T(°C) SE Unità di Massa

Transetto F

600 Canale Pannosa Massa 20 0.42 0.04 454 4.54

Transetto E

427 Fosso Selva Unità XX 17 0.30 0.07 509 8.12

432 Fosso Selva Unità XX 16 0.64 0.02 358 2.72

Transetto E

Questo transetto (Figura 21) mette in evidenza un'antiforme-anticlinale NE-vergente, a nucleo di paleozoico e realizzata durante la D1. I metasedimenti del ciclo alpino, oltre ad essere coinvolti nella struttura anticlinale, sono caratterizzati da zone di taglio con senso di movimento verso E, ricollegabili agli stadi tardivi dell'evento D1 (Figura 17 di Molli et al., 2000b).

Dei 6 campioni raccolti nella Formazione del Verrucano, nessuno conteneva materia organica ma presentano piuttosto una diffusa ossidazione con crescita di ematite.

Nel transetto E sono stati proiettati 2 campioni di metacalcari selciferi osservabili nella finestra tettonica (Figura 17) lungo la strada della Foce congiungente Massa e Carrara. Questi metacalcari selciferi, rappresentati e considerati nella sezione di dettaglio in Molli et al. 2000b (Figura 18), evidenziano temperature di 358 °C e 509 °C.

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Figura 4: Carta Geologica del Parco delle Alpi Apuane (Carmignani et al., 2000) con disegnata la finestra tettonica in cui affiorano i metacalcari selciferi per i quali è stata ricavata la termometria RSCM.

Figura 5: sezione attraverso il M. Brugiana (Molli et al., 2000b) raffigurante il contatto tra le varie unità tettoniche e considera la presenza di un'unità tettonica interposta tra il contatto di base della Falda Toscana ed il tetto dell'unità di Massa.

Transetto F

Anche in questa zona, lo stile di deformazione è rappresentato da una serie di anticlinali e sinclinali NE-vergenti. I campioni 601 e 602, raccolti nella Formazione del Verrucano, risultano anch'essi ossidati (Figura 19a), soltanto il campione 600 contiene materia organica non ossidata (Figura 19b) e le analisi RSCM hanno fornito una temperatura di 454 °C.

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Figura 6: (a) Campione 602. Ematite e cloritoide pre-cinematici rispetto al clivaggio di crenulazione gradazionale S2; (b) Campione 600. CM in cristalli di quarzo e lungo la foliazione principale S1.

Figura 7: schema tettonico delle Alpi Apuane (Carmignani & Kligfield, 1990) con riportate le temperature RSCM e i piani assiali delle principali strutture. C: sinclinale di Carrara; V: anticlinale di Vinca; A: sinclinale di Orto di Donna - Monte Altissimo; T: anticlinale della Tambura; R: antiforme di Ruosina.

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5.3 Termometria RSCM nell'Unità delle Apuane

Sono stati analizzati campioni appartenenti sia al basamento paleozoico sia alla copertura mesozoica-terziaria in particolare alle Formazioni di Vinca, Marmi, Metacalcari Selciferi e Pseudomacigno. Per ogni campione sono stati effetuati 15 spettri al fine di ridurre eventuali eterogeneità strutturali; in alcuni campioni è stata identificata grafite detritica di alta temperatura (senza bande di difetto) che è stata separata dalla materia carbonacea diffusa nella roccia.

I risultati sono elencati nella Tabella 3 e riportati in figura 20. Le temperature sono state proiettate anche su sezioni geologiche le cui tracce sono raffigurate in figura 15. Come base cartografica, per le sezioni F-G-H-I, è stata utilizzata la Carta del Parco Regionale delle Alpi Apuane a scala 1:50000 (Carmignani et al., 2000).

Tabella 3

Termometria RSCM - Unità delle Apuane

Località Unità n R2/RA1* SD T(°C) SE Unità delle Apuane

Transetto B

A2 Campo Cecina Apuane 25 0.48 0.04 427 3.64

Transetto C

307 Foce di Vinca Apuane 15 0.52 0.01 409 1.29

308 Foce di Vinca Apuane 15 0.50 0.02 420 2.37

300 Foce di Cardeto Apuane 15 0.62 0.02 362 2.51

Transetto E 267 La Rocchetta Apuane 19 0.35 0.04 485 3.93 Transetto F MD-1 Madielle Apuane 13 0.41 0.04 460 5.62 360 Madielle Apuane 16 0.34 0.06 491 7.23 438 Renara Apuane 1 0.51 411

ALT Cervaiole Apuane 15 0.58 0.02 382 2.4

3F Tre fiumi Apuane 10 0.6 0.05 368 6.79

05-11 COP Fato Nero Apuane 14 0.64 0.02 357 2.7

05-13 COP Fato Nero Apuane 15 0.64 0.01 357 1.51

CAPRI Capricchia Apuane 13 0.64* 0.01 336 3.4

Transetto G

02-15 Case Simi Apuane 15 0.61 0.02 371 2.83

105 M. Freddone Apuane 13 0.64 0.03 357 3.64

car Careggine Apuane 14 0.64 0.03 356 3.97

479 C. Careggine Apuane 15 0.66 0.01 348 0.94

472 C.Careggine Apuane 15 0.66 0.01 346 1.15

Transetto H

459 Retrocorchia Apuane 15 0.62 0.02 367 2.53

Località Unità n R2/RA1* SD T(°C) SE

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TL-04 Canale Verghe Apuane 15 0.65 0.02 350 2.85

TL-01 Canale Verghe Apuane 15 0.64 0.01 356 1.16

CCP Careggine Apuane 14 0.33 0.06 494 7.88

Transetto I

FI Valle del Giardino Apuane 17 0.32 0.07 500 7.45

MA16 M. Alto Apuane 16 0.32 0.06 500 6.86

MA4A M. Alto Apuane 29 0.35 0.07 486 6.09

MA3 M. Alto Apuane 11 0.45 0.04 440 6.13

TIG-1 M. Alto Apuane 16 0.44 0.03 444 4.02

MM03a M. Alto Apuane 8 0.44 0.07 445 12.06

CR0 Pruno Apuane 15 0.59 0.03 380 3.82

V1a Rif. La Fania Apuane 19 0.63 0.03 360 2.81

V2 Rif. La Fania Apuane 20 0.64 0.01 356 1.5

mag.02 Magona Apuane 14 0.23 0.10 537 13.38

449 Retrocorchia Apuane 13 0.63 0.04 360 5.31

326 Uomo Morto Apuane 20 0.63* 0.01 320 2.48

Transetto L

SAS 1 S. Anna Apuane 15 0.3 0.06 506 6.6

SAS 2 S. Anna Apuane 15 0.34 0.08 492 9.89

SAS 3 S. Anna Apuane 15 0.36 0.05 482 6.09

AR POM Pomezzana Apuane 11 0.65 0.02 353 2.75

CARD Cardoso Apuane 13 0.63 0.02 361 2.00

FV Fornovolasco Apuane 14 0.64 0.01 358 1.8

Transetto M

604 Casoli Apuane 15 0.64 0.01 355 0.66

605 Casoli Apuane 14 0.65 0.01 352 1.59

Transetti A-B-C-D-E

In questo gruppo di sezioni viene messo in evidenza il quadro strutturale che caratterizza l'edificio apuano nella sua porzione settentrionale. Da W verso E sono rappresentate le principali strutture isoclinali attribuite alla fase compressiva (D1 di Carmignani & Kligfield, 1990): sinclinale di Carrara, anticlinale di Vinca, sinclinale di Orto di Donna e anticlinale della Tambura (Figura 21). Nella parte occidentale, il transetto E mette in evidenza la geometria di sovrapposizione delle varie unità tettoniche. Dalla posizione geometrica superiore verso quella inferiore si trovano Falda Toscana, Unità di Massa e Unità delle Apuane, separate da contatti tettonici immergenti a SW. L'accavallamento dell'Unità di Massa sull'Unità delle Apuane, precede la deformazione D2, in particolare i suoi stadi iniziali sin-metamorfici, dimostrato dal fatto che le strutture legate a questa fase tettonica deformano il contatto tra le due unità (Sezione E). La successione metamorfica appartenente all'Unità delle Apuane è piegata nella sinclinale di Carrara, una struttura chilometrica NE-vergente, formata durante la fase D1. Al nucleo della sinclinale sono presenti Scisti Sericitici e metacalcareniti del Cretaceo inferiore-Oligocene inferiore, l'asse ha direzione appenninica e il piano assiale immerge verso SW. Entrambi i fianchi sono interessati da pieghe parassite; sul fianco normale sono evidenti un'anticlinale a nucleo di Marmo ed una sinclinale con al nucleo Metacalcari

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Selciferi; queste sono ripiegate da strutture tardive SW-vergenti (antiforme e sinforme del Morlungo) aventi assi a direzione appenninica e piano assiale da sub-orizzontale o NE-immergente. Proseguendo verso E, interposta tra la struttura più occidentale del nucleo apuano e la sinclinale di Orto di Donna, si trova l'anticlinale di Vinca, formata anch'essa durante la fase compressiva (D1 di

Carmignani & Kligfield, 1990). La geometria principale è quella di una piega rovesciata verso NE,

con al nucleo il basamento paleozoico, e si estende da Vinca alla Valle del Frigido fino alla bassa Versilia mantenedosi sul lato occidentale del nucleo antiforme. Il fianco normale della struttura affiora sul M. Spallone - M. Sagro, inclina moderatamente verso W ed è costituito da Grezzoni, Marmi dolomitici, Marmi e Calcari Selciferi. Esso è inoltre caratterizzato da una serie di anticlinali e sinclinali associate cinematicamente allo sviluppo di una zona di taglio top-to-NE, realizzata durante la fase di antiformal stack (Molli & Meccheri, 2000).

Il fianco inverso dell'anticlinale di Vinca affiora tra il M. Grondilice ed il M. Cavallo situato più ad E; esso è caratterizzato da un'antiforme a nucleo di marmi liassici (antiforme del M. Rasori) e da una sinforme con al nucleo le filladi paleozoiche (sinforme del M. Rasori), tra le cerniere delle pieghe è presente un'interruzione delle dolomie triassiche. Entrambe le strutture, hanno piano assiale SW-vergente e non interessano ne il fianco normale dell'anticlinale di Vinca, ne quello della sinclinale di Orto di Donna. La complessa architettura è dovuta all'attività lungo zone di taglio estensionali che si localizzano nelle formazioni meno competenti delle strutture principali (filladi del Cretaceo-Eocene nella sinclinale di Orto di Donna e filladi paleozoiche nell'anticlinale di Vinca). Quindi i nuclei delle strutture principali (pieghe della fase D1) hanno funzionato come zone di taglio normali durante la D2 (Carmignani et al., 1993b).

Proseguendo verso E si passa al fianco inverso della sinclinale di Orto di Donna, la cui cerniera è localizzata tra Orto di Donna e le pendici occidentali del M. Pisanino ed il nucleo è rappresentato da termini che vanno dai Calcari Selciferi allo Pseudomacigno.

In questo settore delle Alpi Apuane, la struttura termica viene messa in evidenza dall'analisi di cinque campioni. Nel settore più occidentale è stato analizzato un campione raccolto nel nucleo della sinclinale di Carrara ed appartenente alla Formazione dei Metacalcari Selciferi, la temperatura RSCM è di 485 °C. Il campione A2, anch'esso appartenente alla Formazione dei Metacalcari Selciferi, si colloca invece in corrispondenza di una piega parassita a nucleo di marmi, che coinvolge il fianco normale della sinclinale di Carrara. In sezione sottile sono ben riconoscibili una foliazione S1 parallela al bedding, a cui si sovrappone un clivaggio di crenulazione leggermente inclinato verso NE e quindi parallelo al piano assiale delle strutture relative alla D2, ed un clivaggio di crenulazione gradazionale con giacitura sub-verticale. La materia organica analizzata fornisce spettri corrispondenti ad alte temperature, quindi è stato adottato il parametro R2 di Beyssac et al.,

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2002 e la temperatura RSCM calcolata è di 427 °C. I campioni analizzati lungo il transetto C,

appartengono alla Formazione di Vinca e si collocano sul fianco normale dell'Anticlinale di Vinca. Essi danno una temperatura RSCM rispettivamente di 409 °C e 420 °C. Proseguendo verso E, in posizione geometrica inferiore, un campione di Scisti Sericitici fornisce una temperatura di 362 °C. Questi dati mostrano temperature di picco che diminuiscono dalle porzioni geometricamente più alte a quelle geometricamente più basse, quindi la temperatura diminuisce dal fianco normale della sinclinale di Carrara verso il fianco normale della sinclinale di Orto di Donna.

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Figura 8: transetti A-B-C-D-E di Carmignani et al., 1993b. Piani assiali delle principali strutture: C sinclinale di Carrara; V anticlinale di Vinca; A sinclinale Orto di Donna-Monte Altissimo.

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Transetto F-G

Si tratta dei transetti centrali che tagliano le maggiori strutture e mettono in evidenza l'assetto antiformale dell'edificio apuano (Figura 22).

Ad W, si ha un vasto affioramento di basamento paleozoico che costituisce il nucleo dell'anticlinale di Vinca. Proseguendo verso E, si passa alla sinclinale di Orto di Donna-Monte Altissimo la cui terminazione meridionale viene ruotata in senso antiorario dalla direzione appenninica a quella WSW-ENE (Meccheri et al., 2008). La parte centrale del transetto interseca l'anticlinale della Tambura, il cui fianco rovescio è caratterizzato dai Grezzoni che si riducono ad una dolomia cataclastica dello spessore di pochi metri. Proseguendo verso est, altre due strutture di prima fase sono illustrate in sezione: la sinclinale di Arni e la sinclinale del Fiocca, separate dall'anticlinale di Passo Sella. Queste strutture sono ripiegate da una sinforme ed un'antiforme rovesciate verso W (sinforme e antiforme di Arni) messe in relazione alla tettonica tardiva. Ad E della Valle di Arni, la struttura generale del Complesso Metamorfico è quella di un'ampia antiforme realizzata a spese della S1. Il piano assiale è molto inclinato e la zona di cerniera raccorda due fianchi che immergono rispettivamente verso SW e NE. All'estremità est del transetto F, il Complesso Metamorfico entra in contatto con la Falda Toscana attraverso una zona di faglia pluri-decametrica.

Ad W, adiacente al contatto con l'Unità di Massa, sono stati raccolti due campioni in posizioni strutturali differenti. Il campione di filladi paleozoiche, posto in posizione geometrica più bassa, fornisce una temperatura di 491 °C; mentre, in posizione geometrica superiore, il campione MD-1 da una temperatura di 460 °C. Proseguendo verso est, sul fianco normale della sinclinale di Orto di Donna, si collocano i campioni 435/436/438, appartenenti alla Formazione delle Brecce di Seravezza. Il campione 435 non ha materia organica, mentre nel 436 è presente ematite. L'unico campione analizzabile è il 438 che contiene CM inclusa sia nel cloritoide sia in cristalli di quarzo, e fornisce una temperatura di 411 °C. È stato raccolto anche un campione sul fianco inverso della struttura principale e la temperatura è di 382 °C.

Quattro campioni provengono dal nucleo della sinclinale di Arni. Il 102 e il 322 non contengono materia organica mentre il 111 è caratterizzato dalla presenza di ematite. Il campione 3F è stato raccolto in un affioramento di Pseudomacigno in contatto tettonico con i marmi e dà una temperatura di 368°C; altri due campioni, 05-11 e 05-13, provengono dalla sinclinale del Monte Fiocca ed entrambi si collocano nella zona del Fato Nero, le analisi effettuate risultano molto omogenee e forniscono una temperatura di 357 °C. Questo dato è confermato anche dal campione 105, collocato sul fianco occidentale del duomo. Mentre sul fianco orientale, quattro campioni (Car/479/472) mostrano una progressiva diminuzione della temperatura verso E.

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Le temperature RSCM nella porzione centrale delle Apuane, diminuiscono verso posizioni strutturali inferiori suggerendo un paleogradiente termico inverso in accordo con quello evidenziato nelle porzioni settentrionali della finestra tettonica.

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Figura 9: sezioni F (Molli & Vaselli, 2006) e G (base cartografica: Carmignani et al., 2000). Le pricipali strutture sono : V anticlinale di Vinca; A sinclinale di Orto di Donna - Monte Altissimo; T: anticlinale della Tambura; Ar: sinclinale di Arni; F: sinclinale del M. Fiocca.

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Transetto H-I

Questi transetti mostrano l'assetto strutturale delle Apuane meridionali, passando attraverso il Monte Ornato, la struttura del Monte Corchia e il Gruppo delle Panie (Figura 23).

Nella parte occidentale dell'Unità delle Apuane, la foliazione principale D1 che caratterizza il basamento paleozoico è piegata in una struttura antiformale (antiforme di Ruosina), realizzata durante la D2, la cui cerniera passa attraverso la Valle del Giardino. Sopra al basamento paleozoico, si trovano Grezzoni, Marmi e Calcari Selciferi coinvolti in una serie di strutture anticlinali e sinclinali che caratterizzano la zona del Monte Alto. Verso E, l'architettura è dominata dalla sinclinale del M. Corchia, una struttura D1 a vergenza occidentale e terminazione verso l'alto con al nucleo i termini più giovani della sequenza metamorfica. Segue una zona di intensa deformazione caratterizzata da una zona di taglio il cui limite inferiore è il fianco inverso della sinclinale del Corchia e quello superiore rappresentato da una fascia cataclastico-milonitica che passa dal Canale delle Verghe e prosegue poi verso Foce di Mosceta (Bigazzi et al., 1988).

I dati ottenuti con la RSCM variano da 500°C, nella zona della Valle del Giardino, fino a 350-356 °C nella parte orientale del Complesso Metamorfico Apuano. A causa di un'elevata eterogeneità, nella zona del Monte Alto, sono stati analizzati cinque campioni che hanno fornito un range di temperature da 440 °C a 500 °C. Proseguendo verso E, si individua un gap termico tra l'Unità delle Apuane e la successione metasedimentaria che costituisce il Gruppo delle Panie, passando da temperature di circa 360 °C tra Foce di Mosceta ed il Canale delle Verghe, a 320 °C dei metacalcari selciferi dell'Uomo Morto.

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Figura 10: transetto H e I (Base cartografica: Carmignani et al., 2000). R: antiforme di Ruosina; A: sinclinale di Orto di Donna - Monte Altissimo; R: antiforme di Ruosina.

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Nella parte occidentale (Figura 24) del transetto L, la scistosità di prima fase è piegata in una grande antiforme che prosegue verso NNW lungo la valle del Giardino. Sul fianco occidentale dell'antiforme, la foliazione assume una forte immersione verso WSW, mentre ad E la scistosità si immerge costantemente verso ESE. Questa zona è nota in letteratura con il nome di "Parautoctono dello Stazzemese" o "Zona a Scaglie dello Stazzemese" caratterizzata da un complesso di pieghe isoclinali evolute in taglio che costituiscono delle scaglie separate da contatti tettonici (Massa,

2007). Ad W, il complesso si immerge sotto la Falda toscana e torna ad affiorare in corrispondenza

della finestra tettonica di S. Anna, mentre ad E, si immerge sotto le Panie e torna ad affiorare in corrispondenza del paese di Fornovolasco. Nella finestra tettonica di S. Anna affiorano Filladi Inferiori e Porfiroidi sormontati dai Grezzoni, Marmi e Pseudomacigno; queste litologie sono separate da contatti tettonici sub-orizzontali che tendono a verticalizzarsi verso W, spesso sono mineralizzati e furono oggetto di coltivazione per l'estrazione di pirite, barite e ossidi di ferro (Carmignani et al., 1972, 1976). Verso est, in posizione geometrica superiore si trova un vasto affioramento di Pseudomacigno, piegato in una struttura isoclinale, che si immerge al di sotto delle Panie e torna ad affiorare nella finestra tettonica di Fornovolasco; mentre, a S, passa sotto il Calcare Cavernoso e riaffiora nella finestra di Casoli. L'interpretazione più recente di Carmignani et al.,

1999, attribuisce la strutturazione della Zona dello Stazzemese alla seconda fase deformativa che

porta alla formazione di un sistema antiforme-sinforme immergente verso SE. La grande antiforme si raccorda alla sottostante sinforme con un'ampia zona di taglio che determina forti laminazioni ed elisioni lungo i fianchi delle precedenti strutture isoclinali, sviluppatesi durante la prima fase deformativa.

I dati RSCM variano da 506 °C, nella finestra tettonica di S.Anna di Stazzema, a 358 °C negli affioramenti di Pseudomacigno della finestra tettonica di Fornovolasco, e 352-355°C nella finestra tettonica di Casoli. A differenza di quanto dimostrato dai dati a N dello Stazzemese, in questo caso essi mostrano un paleogradiente di tipo normale con temperatura che diminuisce verso le porzioni geometricamente superiori.

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Figura 11: transetto L e M (Base cartografica: Carmignani et al., 2000). Nella sezione L, viene mostrata la strutturazione della Zona dello Stazzemese; la sezione M passa attraverso la finestra tettonica di Casoli.

Figura

Figura  1:  schema  tettonico  dell'Appennino  Settentrionale  (Carmignani  et  al.,  2007)  e  sezione  regionale  a  scala  crostale  (Molli,  2008)
Figura 2: schema tettonico delle Alpi Apuane (Carmignani & Kligfield, 1990) con riportate le tracce delle sezioni geologiche e i  campioni
Figura 3: A,B,C sezioni geologiche della Piega di La Spezia (Molli et al., 2011); D,E,F mostrano la struttura che coinvolge la Falda  Toscana nella zona della Val di Lima (Clemenzi et al, 2014).
Figura 4: Carta Geologica del Parco delle Alpi Apuane (Carmignani et al., 2000) con disegnata la finestra tettonica in cui affiorano  i metacalcari selciferi per i quali è stata ricavata la termometria RSCM
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Louis Orthopedic Society and of the Clinical Orthopedic Society and served on study sections of the National Institutes of Health and the editorial board of The Journal of Bone