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− il numero di Bivalvi a valve unite, in quanto più esso è alto più denota l’autoctonia dell’associazione

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5.4. Grado di autoctonia

Per la ricostruzione di un paleoambiente è di fondamentale importanza valutare l’autoctonia della fauna studiata. Sono definiti autoctoni i fossili che non hanno subito un trasporto e quindi, sono conservati nello stessa area dell’originaria biocenosi o perlomeno nel loro stesso habitat (Raffi e Serpagli, 1993).

Per una fauna a molluschi come quella oggetto di studio, il grado di autoctonia può essere indagato considerando diversi aspetti (Fagerstrom, 1964):

− lo stato di conservazione dei fossili, in quanto una buona conservazione degli esemplari è sinonimo di autoctonia;

− il confronto tra l’affinità tessiturale dei taxa rinvenuti e il sedimento inglobante;

− la compatibilità dei range di distribuzione batimetrica dei taxa che compongono l’associazione;

− il numero di Bivalvi a valve unite, in quanto più esso è alto più denota l’autoctonia dell’associazione;

− il rapporto valve destre/valve sinistre, che è indice di autoctonia quanto più si avvicina all’unità.

5.4.1. Stato di conservazione

In riferimento alle associazioni fossili studiate si può affermare che tutti gli esemplari presentano un buon stato di conservazione. E’ quasi sempre osservabile infatti l’ornamentazione delle conchiglie. Va poi considerato che per alcuni taxa, particolarmente fragili, questa loro caratteristica non ha permesso una buona conservazione degli esemplari anche a causa delle operazioni eseguite per la preparazione dei campioni.

5.4.2. Affinità tessiturale

Per ogni campione vengono confrontati i risultati dell’analisi granulometrica con l’affinità tessiturale dei taxa rinvenuti nel campione stesso. Nella tabella 16 sono riportate le dominanze in percentuale delle forme di affinità tessiturali

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Tab. 16: dominanza (%) delle affinità tessiturali nei diversi campioni.

CAMPIONI

AFF. TESS. T1 T2 B1 B2 C1 C2 D1 D2 E1 E2

pelofile pure 0 0 0 0 0,22 0,45 0 1,46 0 0,47

pelofile toll. 3,13 7,18 3,01 4,11 11,05 27,57 30,07 20,00 25,65 17,49

pelofile s.l. 0 0 0 0 1,53 0 3,26 0 0 0

psammof pure 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

psammofile toll. 8,49 13,91 10,05 8,24 18,80 17,26 23,17 28,30 34,78 39,00 psammofile s.l. 1,34 4,48 6,53 10,45 12,35 8,10 0 0 5,22 7,33

psefofile 0 1,79 0 0 0,22 0,23 0 0 0 0

mistofile 68,75 50,68 57,29 44,94 27,22 28,61 18,84 19,51 26,51 25,77 ubiquiste 4,02 10,77 3,52 10,44 16,51 12,05 9,78 15,13 0 2,13 altre 14,30 11,22 19,62 21,85 12,15 5,73 14,86 15,62 7,82 7,81 TOTALE 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100

L’analisi granulometrica del campione T1 ha rivelato una componente sabbiosa del 78,5% come è visibile nella tabella 10 qui riportata.

Tab. 10: percentuali delle 3 frazioni granulometriche nei campioni analizzati.

B C E D T1 T2

SABBIA 73,9 SABBIA 80,1 SABBIA 77,0 SABBIA 35,3 SABBIA 78,5 SABBIA 70,6 LIMO 19,5 LIMO 17,4 LIMO 21,3 LIMO 53,6 LIMO 14,9 LIMO 19,7 ARGILLA 6,6 ARGILLA 2,5 ARGILLA 1,6 ARGILLA 11,2 ARGILLA 6,7 ARGILLA 9,7

L’alta compente sabbiosa del sedimento risulta concordante con la dominanza complessiva delle forme mistofile, ubiquiste e psammofile tolleranti che raggiungono insieme una dominanza dell’81,26% (T1, tabella 15). L’unica forma pelofila tollerante (3,13%) è Corbula (Varicorbula) gibba, specie frequente anche su sabbie grossolane, e da alcuni autori (es. Bernasconi, 1989) ritenuta poco sensibile al tipo di substrato (paragrafo 5.2.1). La fauna quindi, presenta affinità tessiturali perfettamente concordanti con il tipo di substrato.

Il campione T2 è una sabbia limosa con 29,4% di fango (tabella 10).

Sommando le forme mistofile, psammofile tolleranti, ubiquiste, pelofile tolleranti e le psammofile senso lato si raggiunge una dominanza dell’87,02%. La componente fangosa è prossima al 30% quindi le pelofile tolleranti (7,18%) possono essere considerate concordanti con il tipo di substrato. Le psefofile hanno dominanza molto bassa e quindi sono trascurabili. Risulta che le diverse

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affinità tessiturali dei taxa presenti nel campione sono compatibili con il tipo di sedimento.

Dall’analisi granulometrica il campione B risulta essere una sabbia limosa con 73,9% di sabbia, 19,5% di limo e 6,6% di argilla (tabella 10). Sommando tutte le categorie del campione B1 (mistofile, psammofile tolleranti, psammofile s.l., ubiquiste, e pelofile tolleranti) si raggiunge l’80,40%. Tra le pelofile tolleranti, Nassarius conoidalis (0,50%) è del tutto trascurabile poiché è presente con dominanza molto bassa, mentre C. gibba (2,51%) viene segnalata in letteratura su substrati di vario tipo (paragrafo 5.2.1). L’affinità tessiturale dei taxa risulta quindi nel complesso, ben compatibile con il tipo di substrato.

Sommando le dominanze di tutte le forme presenti nel campione B2:

mistofile, psammofile senso lato, ubiquiste, psammofile tolleranti e pelofile tolleranti, si raggiunge il 78,15 % dell’associazione. Anche questa associazione quindi, è sostanzialmente compatibile con il tipo di substrato (campione B in tabella 10).

Il campione C presenta l’80,1% di sabbia, 17,4% di limo e 2,5% di argilla (tabella 10). Sommando le dominanze delle forme mistofile, psammofile tolleranti, ubiquiste, psammofile senso lato e pelofile tolleranti presenti nel campione C1 si raggiunge il valore di 85,93%. Tra le pelofile tolleranti l’unica specie che presenta un valore di dominanza tale da poter essere presa in considerazione è C. gibba (10,04%), segnalata in letteratura su substrati di vario tipo (paragrafo 5.2.1). Le pelofile senso lato presentano una dominanza molto bassa e quindi sono trascurabili. Risulta quindi che l’affinità tessiturale dei taxa presenti è in accordo con il tipo di substrato.

Tra le pelofile tolleranti del campione C2 le due specie da considerare sono:

C. gibba (16,43%) ed Eglisia spirata (10,30%); per la prima valgono sempre le considerazioni già riportate precedentemente, la seconda invece rappresenta probabilmente una componente alloctona. Le altre forme presenti: psammofile tolleranti, psammofile senso lato, mistofile ed ubiquiste sono tutte concordanti con il tipo di substrato (campione C in tabella 10).

Sommando le dominanze delle forme presenti nel campione D1: pelofile tolleranti, psammofile tolleranti, mistofile e ubiquiste si raggiunge l’81,86%.

Considerando che il campione D è un limo sabbioso con 53,6% di limo, 35,3%

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di sabbia e 11,2% di argilla, l’affinità tessiturale della malacofauna è quindi perfettamente concordante con la granulometria del sedimento.

L’associazione del campione D2 è molto simile per affinità tessiturale al campione precedente ed anche in questo caso, il confronto con il campione granulometrico D (53,6% di limo, 35,3% di sabbia e 11,2% di argilla), evidenzia una perfetta concordanza con l’affinità tessiturale dei taxa presenti nell’associazione.

Sommando tutte le forme dell’affinità tessiturale presenti nel campione E1:

psammofile tolleranti, psammofile senso lato, pelofile tolleranti e mistofile si raggiunge una dominanza del 92,18%. L’unica specie pelofila tollerante è C.

gibba (25,65%) per la quale valgono le stesse considerazioni riportate nei campioni precedenti. L’affinità tessiturale complessiva dei taxa risulta quindi compatibile con la granulometria del campione E (81,1% di sabbia, 21,3% di limo e 1,6% di argilla).

Il campione E2 risulta molto simile al precedente. Sommando le forme psammofile tolleranti, psammofile s.l., pelofile tolleranti, mistofile e ubiquiste si raggiunge il 91,72%. Le pelofile tolleranti (17,49%) sono rappresentate quasi esclusivamente da C. gibba (17,02%) per la quale si fa sempre riferimento a quanto riportato precedentemente. Ne consegue quindi una sostanziale compatibilità dei taxa con il tipo di substrato.

5.4.3. Compatibilità dei range di distribuzione batimetrica

Il campione T1 è dominato da un’unica specie euribata con 51,79%, Timoclea (Timoclea) ovata. A seguire si trovano i taxa che vivono nell’intervallo infralitorale-circalitorale (37,52%). In ultimo, i taxa infralitorali con una dominanza 1,34% sono trascurabili. Risulta dunque che i range batimetrici dei taxa dell’associazione sono tutti concordanti tra loro.

Anche per il campione T2 la più alta dominanza è rappresentata dalla forma euribata T. ovata (43,97%), seguita dal 42,17% dei taxa con estensione infralitorale-circalitorale accompagnati da quelli esclusivi dell’infralitorale (4,48%). I taxa con distribuzione circa-batiale sono trascurabili poiché presentano un valore di dominanza pari a 1,80%. Tutti i range batimetrici sono quindi compatibili.

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La fauna del campione B1 è dominata dalla specie euribata T. ovata con 49,75%, a seguire si trovano i taxa con distribuzione infralitorale-circalitorale (28,15%). Infine, sono presenti forme esclusive dell’infralitorale con 6,03%. Si tratta quindi di estensioni batimetriche tutte concordanti.

Il campione B2 presenta due classi batimetriche con dominanza sostanzialmente equivalente, euribata (34,81%) ed infra-circalitorale (34,18%).

Sono anche presenti taxa esclusivi dell’infralitorale con dominanza pari a 8,55%. La classe batiale-abissale (0,95%) ha dominanza troppo bassa e quindi è trascurabile. Risulta che i range batimetrici sono tutti compatibili.

La fauna del campione C1 è dominata dai taxa con distribuzione infra- circalitorale (56,75%), seguiti da due specie euribate (17,27%). In ultimo, i taxa esclusivi dell’infralitorale raggiungono il 13,98%. Le altre classi presenti hanno dominanza inferiore all’unità e quindi sono del tutto trascurabili. Si tratta dunque di un’associazione i cui taxa hanno tutti estensioni batimetriche concordanti.

Per il campione C2 la più alta dominanza è rappresentata dai taxa infra- circalitorali (49,23%), seguiti da quelli esclusivi dell’infralitorale (18,92%). Subito dopo si trova l’unica specie euribata presente nell’associazione, T. ovata (15,29%). La specie Eglisia spirata con 10,30% si confermerebbe come già indicato per l’affinità tessiturale (paragrafo 5.3.2) una componente alloctona dell’associazione, in quanto è indicativa di una batimetria circa-batiale.

I taxa esclusivi del circalitorale con una dominanza inferiore all’unità, sono trascurabili. Risulta dunque che i range batimetrici dei taxa dell’associazione sono tutti compatibili.

Anche il campione D1 è dominato da taxa infra-circalitorali con 68,08%, a seguire si trovano due specie euribate (13,77%). Infine, i taxa che vivono esclusivamente nel circalitorale sono presenti con l’8,70%. La classe batiale- abissale è presente con una dominanza dell’1,09% quindi risulta trascurabile.

L’associazione presenta quindi tutti taxa con distribuzione batimetrica concordante.

Anche la fauna del campione D2 è dominata da taxa infra-circalitorali (67,82%), seguiti dalla specie euribata T. ovata con 8,29%. I taxa che vivono esclusivamente nel circalitorale sono presenti con una dominanza del 3,87%, subito dopo con 3,41% si trovano i taxa esclusivi del batiale. La presenza di

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essere compatibile, considerando inoltre, che sono del tutto assenti i taxa esclusivi dell’infralitorale. La classe batiale-abissale con 0,98% è trascurabile.

Si tratta quindi di estensioni batimetriche tutte concordanti.

La fauna del campione E1 è dominata da taxa infra-circalitorali con 65,20%, seguiti da due specie euribate (20%). I taxa che vivono esclusivamente nell’infralitorale sono presenti con dominanza pari a 9,57%. I range batimetrici dell’associazione sono quindi tutti perfettamente compatibili.

Anche il campione E2 è dominato dai taxa infra-circalitorali (64,78%). E’

presente poi, la specie euribata T. ovata con 19,62%, subito dopo si trovano i taxa esclusivi dell’infralitorale con una dominanza del 9,93%. Le altre due classi batimetriche hanno dominanza inferiore all’unità quindi sono del tutto trascurabili (tabella 15). I taxa presenti nell’associazione hanno quindi range batimetrici concordanti.

5.4.4. Bivalvi a valve unite e rapporto valve destre/valve sinistre.

Nella tabella 17 vengono riportati per ogni campione i rapporti valve destre/valve sinistre ed il numero di bivalvi a valve unite. Per rendere il parametro significativo il rapporto v.d./v.s. è stato eseguito per quelle specie che presentano dominanza maggiore all’unità. Inoltre, nei casi in cui gli esemplari presentano solo l’umbone e la cerniera e mancano di tutta la parte ventrale della valva, distinguere valve destre e valve sinistre è difficoltoso poiché non è possibile osservare tutti quei caratteri (es. differenza di dimensione tra il muscolo posteriore ed anteriore, seno palleale, ecc.) che sono necessari per la distinzione. A volte ciò non è stato possibile neppure per le valve intere a causa del cattivo stato di conservazione della loro parte interna.

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Tab. 17: rapporti valve dastre/valve sinistre (v.d./v.s.) e numero di individui interi delle specie considerate per ogni campione analizzato.

T1 T2 B1 B2 C1 C2

ELENCO SPECIE v.d. v.s. v.d./v.s. interi v.d. v.s. v.d./v.s. interi v.d. v.s. v.d./v.s. interi v.d. v.s. v.d./v.s. interi v.d. v.s. v.d./v.s. interi v.d. v.s. v.d./v.s. interi

Nucula nitidosa Winckworth, 1930

Nucula gr. nucleus (Linneo, 1758)

Saccella commutata (Philippi, 1844) 23 25 0,92 1 5 9 0,56 5 4 1,25 3 4 0,75 5 24 42 0,57 7 31 44 0,70 11

Nuculana (Lembulus) pella (Linneo, 1758) 11 12 0,92 1

Anadara diluvii (Lamarck, 1805)

Flabellipecten flabelliformis (Brocci, 1814) 5 12 0,42

Aequipecten (Aequipecten) opercularis (Linneo, 1758) 5 3 1,67 5 5 1,00

Gonimyrtea cfr. meneghinii (De St. & Pant., 1880)

Glans (Glans) intermedia (Brocchi, 1814) 9 7 1,29 2 6 0,33 1 2 6 0,33 12 17 0,71

Astarte (Astarte) sulcata (Da Costa, 1778) 46 48 0,96

Spisula subtruncata (Da Costa, 1778) 46 49 0,94

Gari fervensis (Gmelin, 1791) 6 2 3,00 13 6 2,17

Timoclea (Timoclea) ovata (Pennant, 1777) 78 76 1,03 64 66 0,97 62 67 0,93 1 60 73 0,82 2 90 96 0,94 3 128 137 0,93 1

Venus (Ventricoloidea) multilamella (Lamarck, 1818)

Venus casina Linneo, 1758 4 7 0,57

Chamelea gallina (Linneo, 1758) 47 48 0,98 44 49 0,90

Pitar (Pitar) rudis (Poli, 1795) 6 4 1,50 4

Corbula (Varicorbula) gibba (Olivi, 1792) 6 1 6,00 10 6 1,67 1 4 0 1 6 6 1 4 70 25 2,8 7 162 105 1,54 2

TOTALE A VALVE UNITE 1 1 3 11 22 14

D1 D2 E1 E2

ELENCO SPECIE v.d. v.s. v.d./v.s. interi v.d. v.s. v.d./v.s. interi v.d. v.s. v.d./v.s. interi v.d. v.s. v.d./v.s. interi

Nucula nitidosa Winckworth, 1930 5 4 1,25 1 5 4 1,25

Nucula gr. nucleus (Linneo, 1758) 5 4 1,25 3

Saccella commutata (Philippi, 1844) 4 1 4,00 1 1 5 0,20 4 10 10 1,00 1 6 8 0,75

Nuculana (Lembulus) pella (Linneo, 1758) 13 21 0,62 3 26 22 1,18 4

Anadara diluvii (Lamarck, 1805) 9 12 0,75 3 2 1,50

Flabellipecten flabelliformis (Brocci, 1814) 2 4 0,50 8 8 1,00

Aequipecten (Aequipecten) opercularis (Linneo, 1758)

Gonimyrtea cfr. meneghinii (De St. & Pant., 1880) 2 1 2,00

Glans (Glans) intermedia (Brocchi, 1814) 11 13 0,85 41 45 0,91

Astarte (Astarte) sulcata (Da Costa, 1778)

Spisula subtruncata (Da Costa, 1778) 3 8 0,38 9 3 3,00

Gari fervensis (Gmelin, 1791) 12 12 1,00

Timoclea (Timoclea) ovata (Pennant, 1777) 20 16 1,25 1 13 8 1,63 24 23 1,04 56 54 1,04

Venus (Ventricoloidea) multilamella (Lamarck, 1818) 1 2 0,50

Venus casina Linneo, 1758 22 19 1,16 16 13 1,23

Chamelea gallina (Linneo, 1758)

Pitar (Pitar) rudis (Poli, 1795)

Corbula (Varicorbula) gibba (Olivi, 1792) 49 39 1,26 2 23 14 1,64 2 42 25 1,68 4 51 36 1,42 3

TOTALE A VALVE UNITE 4 6 12 7

Segue tab. 17

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Osservando la tabella 17 si nota che la specie Saccella commutata presenta un rapporto v.d./v.s. anomalo (0,20) solo per un campione (D2) ma contemporaneamente per lo stesso campione, conta 4 esemplari a valve unite.

Gonimyrtea cfr. meneghinii, presente solo nel campione D2, ha un rapporto v.d./v.s. pari a 2 ma si tratta di esemplari di piccole dimensioni. Glans intermedia ha un rapporto v.d./v.s. anomalo (0,33) solo nei due campioni B1 e B2 ma anche in questo caso si tratta di esemplari di piccole dimensioni. Gari fervensis presenta rapporti anomali in due campioni (B1 e C1) ma sono conchiglie molto sottili e quindi piuttosto fragili. Infine, nel campione T1 la specie Corbula gibba presenta un valore del rapporto v.d./v.s. pari a 6, mentre nel campione B1 si contano solo valve destre e mancano del tutto le sinistre. In questi due campioni in effetti, la dimensione degli esemplari è più ridotta rispetto alle altre associazioni. Per il campione C1 C. gibba presenta un rapporto v.d./v.s. pari a 2,8 ma contemporaneamente conta 7 esemplari a valve unite. Non è infrequente che questo taxon presenti valori del rapporto v.d./v.s.

sensibilmente diverso da 1 e questo viene messo in relazione a differenze dimensionali, morfologiche e di fragilità tra le due valve di uno stesso esemplare che hanno un comportamento differenziale per quanto riguarda sia la conservazione (ad esempio durante le fasi di lavaggio del campione) che il trasporto ad opera di correnti di fondo.

Anche questi aspetti confermano quindi l’autoctonia delle associazioni.

5.4.5. Considerazioni finali

In conclusione, secondo i dati riportati nei paragrafi precedenti, tutte le associazioni esaminate possono essere considerate sostanzialmente autoctone e quindi rappresentare ciò che rimane delle biocenosi originarie.

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