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46.1 Frammento di bilancia, lato “a” (in alto) e lato “b” (in basso)

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Academic year: 2021

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[46.1 a]

[46.1 b]

[46.2]

fig. 46.1

Frammento di bilancia, lato “a” (in alto) e lato

“b” (in basso).

fig. 46.2

Ricostruzione ipotetica della bilancia.

148

46. Una bilancina poliglotta

Il Museo di Altino conserva un frammento di una bilancia, trovato nell’area dell’antica città, che per le sue caratteristiche rappresenta un documento di notevolissimo interesse. Si tratta di un manufatto di bronzo di forma approssimativamente rettangolare, con due corte propaggini mozzate su un lato; il re- perto pesa 86,33 g e misura 22 x 3,4 cm; lo spessore è di 2-3 mm. Su entrambe le facce, disposte una sotto l’altra e divise tra loro da una scanalatura larga 3-3,5 mm, sono presenti due iscrizioni in caratteri e lingua greci che riportano i sistemi ponderali utilizzabili con la bilancia stessa e, a destra, le rispettive serie nu- meriche che indicano i valori delle pesate ottenibili.

Su una faccia (lato A) si legge:

CЄΜΙΔΑΛЄΟС IΒ ς Γ [?] Δ LΔ

ΑΤΤΙΚΑΙ [?] ΙS K KΔ Λ M N Ξ [O] Π % P PK PM PΞ

Sull’altra (lato “B”):

ΟVΚΙΑΙ ΛЄΙΤΡΑΙ · ׃ ·.· ׃׃ ∫ ∫·.· ↑ ↑∫ ||

ΠΤΟΛЄΜΑЄΙΚΑΙ [Δ] ς H I IB Iς K [KΔ] Λ M N Ξ O Π % P PK PM PΞ PΠ C

Sono dunque quattro scale differenti: la prima si ri- ferisce al peso (espresso però in frazioni di un’unità di capacità, forse la choinix) del semidalis, cioè del

“fior di farina”; le altre tre sono invece relative agli standard ponderali attico (espresso in dracme), tole- maico (pure espresso in dracme) e romano (in once e libbre). La compresenza di tante diverse scale su una stessa bilancia, che costituisce un unicum, la rendeva particolarmente versatile.

Si noti che lo strumento cui apparteneva l’oggetto in questione non è una stadera propriamente detta, quanto piuttosto una forma particolare di “stadera danese” (o bismar), che è una tipologia di bilancia molto rara nel mondo antico, nota in pochi esempla- ri datati tra IV secolo a.C e I secolo d.C. Questo fatto, insieme a elementi paleografici e metrologici, porta ad assegnare il manufatto alla prima età imperiale e a collocarne l’origine nell’area orientale del Mediter- raneo, forse in Egitto. Quanto all’uso in antico, non si possono che avanzare ipotesi: date le sue caratte- ristiche, è probabile che appartenesse a un individuo che la usava per pesare quantità ridotte di sostanze (fino a 650 g circa), per preparare farmaci, cosmetici o cibi (ma anche una relazione col mondo religioso ebraico non è da escludere, visti gli usi sacrali del semidalis). Questa bilancia rappresenta una preziosa testimonianza non solo del pluralismo metrologico del mondo romano, ma anche dei contatti che Altino intratteneva con l’Oriente, verosimilmente tramite il suo porto.

Tomaso Lucchelli antonetti 2003.

savio, lucchelli 2003.

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