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Nel mondo delle competizioni le specifiche del progetto aerodinamico sono essenzialmente mirate all’ottenimento delle migliori prestazioni possibili della vettura in termini di controllabilità, bilanciamento e velocità di punta.

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Academic year: 2021

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Introduzione

La progettazione delle moderne autovetture, siano esse destinate al mondo delle competizioni che alla produzione in serie, non può prescindere da un attenta analisi aerodinamica.

Nel mondo delle competizioni le specifiche del progetto aerodinamico sono essenzialmente mirate all’ottenimento delle migliori prestazioni possibili della vettura in termini di controllabilità, bilanciamento e velocità di punta.

In questo ambito passano quindi in secondo piano tutti quegli aspetti che caratterizzano invece il progetto delle autovetture destinate alla produzione in serie e che ne determinano il successo commerciale quali l’estetica, la razionalizzazione dei volumi interni e, non ultimi, i consumi di carburante ed il rispetto di stringenti normative in merito all’emissione dei gas nocivi per l’ambiente.

La resistenza aerodinamica, riguardo proprio questi ultimi aspetti, gioca un ruolo fondamentale incidendo tanto sui consumi, quindi sull’appetibilità delle autovetture di piccole e medie cilindrate, quanto sulle velocità di punta, quindi sul fascino delle auto sportive.

È per questo che, nel corso degli ultimi anni, le maggiori case costruttrici

hanno investito molte risorse economiche per finanziare studi mirati alla

riduzione della resistenza aerodinamica attraverso piccole ma significative

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modifiche della geometria della superfici delle autovetture, in grado di non stravolgerne completamente il design.

Numerose campagne di prova sperimentali, condotte su corpi di geometria semplificata e volte a cercare soluzioni in grado di ridurre la resistenza aerodinamica, hanno dimostrato infatti l’esistenza delle così dette “geometrie critiche”, ovvero interventi sulla forma del corpo, che comportano in generale dei miglioramenti in termini di resistenza aerodinamica, possono per tali geometrie non portare a nessun tipo di vantaggio previsto, se non addirittura ad un peggioramento delle caratteristiche aerodinamiche.

In altre parole, l’andamento della resistenza in funzione di determinati parametri geometrici presenta dei massimi relativi o assoluti.

Il presente lavoro di tesi, nato dalla collaborazione tra il Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale dell’Università di Pisa e la Dallara Engineering S.r.l., ha come obiettivo lo studio, mediante analisi CFD (Computational Fluid Dynamics), dell’effetto prodotto dall’arrotondamento degli spigoli posteriori sulla resistenza di forma di un corpo tozzo assialsimmetrico.

Una precedente campagna di prove sperimentali condotta dagli ingegneri Andrea Ferraresi, Roberto Fedeli e dal professor Guido Buresti, all’interno della galleria del vento della Ferrari Auto, ha confermato infatti, proprio per questo tipo di corpo, che l’ arrotondamento delle superfici posteriori produce un aumento dello resistenza per valori piccoli del raggio di raccordo e un vantaggio in termini di resistenza aerodinamica per quelli più grandi.

Tale aumento della resistenza, imputabile all’effetto congiunto dei picchi di aspirazione che si registrano sulle superfici curve dei raccordi e del conseguente recupero di pressione che, a partire da tali picchi, si manifesta sulle superfici posteriori fino alla separazione del flusso, rappresenta la conferma agli aumenti di resistenza di forma registrati su alcune moderne autovetture che presentano superfici posteriori molto arrotondate.

Lo scopo di questo lavoro di tesi è quello quindi non soltanto di ricercare,

mediante simulazioni numeriche, gli andamenti della resistenza che

permettono di individuare le geometrie critiche, ma anche e soprattutto quello

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di indagare, l’attendibilità delle simulazioni numeriche di comune impiego industriale nei confronti di problemi di aerodinamica esterna in cui la separazione del flusso non è fissata dalla geometria dei corpi in esame.

Da questo punto di vista la Dallara Engineering, ed in particolare l’ufficio CFD dell’azienda, si è mostrato molto interessato a questo tipo di indagine, permettendo a chi scrive di poter sviluppare la tesi di laurea presso la sede dell’azienda e di utilizzare le risorse di calcolo della stessa.

Il lavoro è stato quindi organizzato in due fasi. Nel corso della prima sono state condotte simulazioni CFD di tipo RANS stazionarie utilizzando diversi modelli di turbolenza, implementati nel software Fluent 12, al fine di poter indagare, in modo approfondito, le potenzialità e i limiti di questo tipo di approccio numerico al problema aerodinamico in esame.

In queste simulazioni sono state utilizzate tre differenti griglie di calcolo (mesh) per ciascuno dei sette corpi analizzati, generati variando il raggio di raccordo delle superfici posteriori.

Delle tre tipologie di griglie di calcolo, due sono simili per tipologia di elementi e parametri di generazione a quelle di uso comune nell’ufficio CFD, mentre l’altra è stata molto raffinata nei pressi dei contorni solidi dei corpi in esame per riuscire ad indagare gli effetti prodotti sulla soluzione numerica dalla elevata discretizzazione dello strato limite.

Nella seconda parte della tesi sono state condotte invece simulazioni Large Eddy (LES) utilizzando due modelli di subgrid-scale allo scopo di poter effettivamente tenere conto dell’intrinseca non stazionarietà del problema aerodinamico affrontato e per riuscire a capire se tali simulazioni potessero essere utilizzate con griglie di uso comune nelle simulazioni RANS.

A tale proposito va ricordato infatti che le simulazioni Large Eddy richiedono, di norma, griglie di calcolo molto più raffinate e complesse di quelle adottate nelle simulazioni RANS e quindi i tempi di calcolo necessari le rendono spesso inadatte a un loro impiego in ambito industriale.

Si è posta inoltre particolare attenzione, in entrambe le tipologie di

simulazioni, nel condurre un attento studio comparativo tra i risultati delle

simulazioni numeriche e quelli derivanti dalle prove in galleria del vento.

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Tale studio ha permesso quindi di confrontare non soltanto i coefficienti di resistenza forma e di attrito, ma anche i coefficienti di pressione sulle superfici posteriori dei corpi in esame.

Il capitolo 1 di questo lavoro contiene una descrizione delle caratteristiche geometriche dei sette corpi analizzati (uno per ogni raggio di raccordo delle superfici posteriori) e del dominio di calcolo.

All’interno del capitolo 2 sono descritte le strategie adottate per costruire le griglie di calcolo utilizzate per le simulazioni RANS stazionarie e quelle utilizzate per le simulazioni Large Eddy.

Il capitolo 3 è incentrato invece sulla presentazione degli aspetti teorici alla base delle simulazioni RANS stazionarie, ponendo particolare attenzione alle equazioni di base (le equazioni di Navier e Stokes mediate secondo i criteri di Reynolds) implementate nel solutore Fluent 12 e ai metodi di chiusura di queste equazioni attraverso i così detti modelli di turbolenza.

Nel capitolo 4 sono riportati i risultati dell’analisi di sensibilità della soluzione numerica a diversi parametri di generazione delle griglie di calcolo; attraverso questa analisi sono state scelte due delle tre tipologie di griglie di calcolo con le quali effettuare tutte le simulazioni RANS e definiti i parametri di generazione di quelle utilizzate per le simulazioni LES.

Il capitolo 5 è dedicato all’interpretazione dei risultati ottenuti con le simulazioni RANS stazionarie.

In questo capitolo si è posta particolare attenzione non solo alla descrizione dei risultati scaturiti dalle simulazioni con i diversi modelli di turbolenza, ma anche ad una loro analisi comparativa a parità di griglie di calcolo adottate.

Il capitolo 6 descrive gli aspetti teorici alla base delle simulazioni Large Eddy, quindi le equazioni filtrate di Navier e Stokes e i modelli di subgrid-scale utilizzati per la chiusura di dette equazioni.

Il capitolo 7 riporta i risultati relativi alle simulazioni Large Eddy.

Il capitolo 8 è dedicato parte alle conclusioni che sono emerse da questo

studio e parte ai possibili sviluppi che questo potrebbe avere in futuro.

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