Sensori di portata
I sensori di portata sono usati in molte applicazioni di monitoraggio e di controllo, per la misura sia di liquidi che di gas. Per portata possiamo intendere un flusso di massa [K g m −2 s −1 ] o di volume [m s −1 ]; normalmente la quantit` a pi` u interessante per la maggior parte delle applicazioni ` e la quantit` a di massa associata al movi- mento del fluido, tuttavia nei casi in cui possiamo supporre la densit` a del fluido costante, nello spazio e nel tempo, una misura del flusso volumetrico, generalmente pi` u semplice da effettuare, ` e sufficiente.
Le tipiche applicazioni dei sensori di portata sono in ambito industriale, nei settori chimico, petrolchimico ed energetico, dove una grande variet` a di fluidi deve essere monitorata in un vasto range di precisione e di condizioni a seconda della specifica applicazione; in ambito civile, nelle reti di distribuzione di acqua e gas. Pi` u recenti sono le applicazioni dei sensori di portata in campo automobilistico per il controllo dei gas derivanti da combustione incompleta, in campo aerospaziale nel controllo del propellente in sistemi di propulsione a ioni, e in campo industriale e civile per il controllo degli impianti di ventilazione in ambienti controllati. In ambito medico- sanitario sono utilizzati per il monitoraggio del consumo di ossigeno e azoto in macchinari per la respirazione artificiale, monitoraggio della capacit` a polmonare e controllo della ventilazione in ambienti asettici.
La classificazione dei sensori di portata ` e generalmente effettuata in base al prin- cipio fisico sul quale si basa il funzionamento del sensore. ` E per` o opportuno intro- durre una ulteriore distinzione. Infatti, accanto alle consuete categorie riguardanti il tipo di fluido, il grado di pulizia dello stesso, il range di flusso e l’intrusivit` a del sensore, si ` e aggiunta, ormai in modo consolidato, la possibilit` a di realizzare sensori
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di portata in forma integrata. I principi fisici che quest’ultimi utilizzano sono fon- damentalmente gli stessi degli analoghi macroscopici, ma vi sono grandi vantaggi derivanti principalmente dalle ridotte dimensioni (aumento della sensibilit` a, mag- gior risoluzione spaziale) e dalla possibilit` a di abbattere i costi mediante processi produttivi di tipo batch. Introdurremo quindi le tecniche di misura della portata di un fluido finora utilizzate nei sensori macroscopici per poi trattare in dettaglio quelle attualmente impiegate in sensori integrati con tecnologie microelettroniche.
1.1 Sensori Macroscopici
Alcune delle principali famiglie in cui si dividono i tradizionali sensori di portata sono:
• Flussimetri a differenza di pressione
• Flussimetri ad area variabile
• Flussimetri a spostamento
• Flussimetri a turbina
• Flussimetri elettromagnetici
• Flussimetri ultrasonici
• Flussimetri vortex
• Flussimetri termici
• Flussimetri ad effetto Coriolis
1.1.1 Flussimetri a differenza di pressione
Pi` u del 40% di tutte le misure su liquidi, gas e vapori fatta in ambito industriale ` e eseguita con “Differential Pressure Flowmeters” (sensori DP), in particolare appar- tengono a questa classe il tubo di Venturi, il tubo di Pitot, il flussimetro a orifizio (Orifice Plate Flowmeter) e quello a ugello (Nozzle Flowmeter).
Questa classe di sensori basa il proprio funzionamento sul teorema di Bernoulli, che
Figura 1.1: Differential Pressure Flowmeter.
descrive il moto unidimensionale stazionario di un fluido omogeneo in un condotto, senza effetti dissipativi, n´ e scambi di energia.
p 1
ρg + v 1 2 2g = p 2
ρg + v 2 2
2g (1.1)
Dove v i e p i sono rispettivamente la velocit` a e la pressione statica del fluido nelle differenti sezioni del condotto, come visibile in Figura 1.1.1, mentre ρ ` e la densita del fluido in esame.
Nel caso di un sensore DP, il teorema afferma che il fluido, nell’attraversare una restrizione nel condotto, aumenta la sua energia cinetica a spese dell’energia as- sociata alla pressione statica. Si ha quindi una diminuzione della pressione statica che produce ai capi della restrizione una caduta di pressione legata al flusso del fluido nel condotto.
Infatti il principio di conservazione della massa impone che
v 1 A 1 ρ = v 2 A 2 ρ (1.2)
con A i area della sezione corrispondente. Sostituendo v 2 nell’equazione 1.1 otte- niamo:
Q = v 1 A 1 = A 2
q 1 − ( A A
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