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Agroenergie

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novembre 2012

cerca e sperimentazione Ri

L’

intenso sviluppo del settore biogas nel cor- so dell’ultimo qua- driennio, avvenuto so- prattutto nella Pianura padana, consente di stimare circa mille impianti operativi o in costruzio- ne (a marzo 2011 il Crpa aveva individuato 521 impianti per 350 MWe installati).

I fabbisogni di matrici organi- che necessari per alimentare gli impianti, soddisfatti in parti- colare da cereali insilati, hanno profondamente modificato gli assetti produttivi agricoli. Se in alcune aree si sono manifestati squilibri nella disponibilità dei terreni, nella maggior parte del Paese l’opportunità economica

offerta dal biogas ha permesso a moltissime aziende, e al relativo indotto, di continuare a garan- tirsi un reddito agricolo.

Allo stesso tempo, la costruzione di un tale numero di impianti ha facilitato la nascita di una rete produttiva composta da costrut- tori, manutentori, fornitori di ricambi e di assistenza biologica,

CLAUDIO FABBRI, SERGIO PICCININI Crpa Spa, Reggio Emilia

Impianti biogas: con la Linea guida

ecco tutte le informazioni utili

Progettisti e agricoltori interessati a nuove realizzazioni possono contare, con questo e-book messo a punto dal Centro ricerche produzioni animali, su un buon strumento di lavoro.

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divulgazione e formazione dif- fusa. É nata una “filiera biogas”

che permette di fare funzionare gli impianti con regolarità e con le necessarie garanzie.

Ridefiniti gli incentivi e modificate le regole

Con l’uscita del decreto mini- steriale 6 luglio 2012, in attua- zione dell’articolo 24 del decre- to legislativo 3 marzo 2011 n.

28, il quadro di riferimento è cambiato: sono stati ridefini- ti gli incentivi per gli impianti di biogas che saranno messi in esercizio a partire dal 2013.

Le più importanti novità sono rappresentate dall’individua- zione di tariffe omnicomprensi- ve decrescenti con l’aumentare della taglia dell’impianto, ma anche dall’istituzione di un Re- gistro nazionale a cui iscriversi per acquisire il diritto d’acces- so agli incentivi. Il Registro consentirà la costruzione di impianti di biogas fino al rag- giungimento di un quantitativo contingentato (articolo 9, com- ma 4), che per il triennio 2013- 2015 è stato fissato rispettiva- mente in 170, 160 e 160 MWe.

Fissate anche le priorità d’ac- cesso al diritto di costruire im-

pianti: al primo posto sono stati individuati quelli di aziende agricole alimentati da biomasse e sottoprodotti fino a 600 kW di potenza elettrica; il decreto, peraltro, specifica che gli im- pianti fino a 100 kW possono essere realizzati senza iscrizione al Registro.

Le indicazioni che emergono mettono in luce una chiara in- tenzione, da parte del legisla- tore, di incentivare soprattutto impianti di piccola taglia ali- mentati da effluenti zootecnici e sottoprodotti di recupero, man- tenendo comunque la possibili- tà, senza penalizzazioni sotto il profilo economico, di utilizzare colture dedicate in quota parte e fino al 30% in peso della dieta.

Occorre un’attenta

progettazione per ottenere una migliore efficienza

Il segmento di mercato che si viene ad aprire, però, riguarda una tipologia profondamente diversa dagli impianti sinora co- struiti, dove il maggiore benefi- cio gestionale e progettuale era dettato dalla bassissima varia- bilità qualitativa delle biomasse (insilati di cereali). Gli impianti di biogas di piccola taglia che

obbligatoriamente, o quasi, do- vranno essere alimentati con ef- fluenti zootecnici e/o sottopro- dotti agroindustriali dovranno fare i conti con la loro elevata variabilità nelle diverse aziende e nel corso dell’anno.

La variabilità qualitativa è tale che solo gli impianti costruiti con un’attenta progettazione che tenga conto della condi- zione aziendale, strutturale e gestionale potranno garantire un buon livello di efficienza. Le caratteristiche costruttive delle stalle, la tipologia di rimozione degli effluenti, la gestione delle acque meteoriche e di proces- so, la disponibilità di materia prima e la formazione del per- sonale sono gli elementi più importanti che i progettisti e i costruttori dovranno tenere in considerazione.

La realizzazione di impianti

“tipo” costruiti con un mo- dello standard valido per tutte le aziende non sarà più diffu- samente possibile, così come non potrà più essere tanto facil- mente sostenuto il concetto che l’impianto funziona in modo autonomo, peraltro non vero neppure negli impianti a coltu- re dedicate.

L’allevatore/agricoltore dovrà la-

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vorare nella stalla con la consa- pevolezza che tutto quanto viene fatto nella gestione degli effluenti avrà ripercussioni importan- ti nella continuità produttiva dell’impianto di biogas. Non vi sarà più, infatti, la prevalenza di produzione da colture dedicate standard che rendevano secon- dari gli apporti produttivi dagli effluenti: saranno gli effluenti e i sottoprodotti gli unici, o quasi, attori principali della produzione.

Una pubblicazione on line:

dalla teoria alla pratica

Queste sono le ragioni che stanno alla base della redazione di una “Linea guida” realizzata dal Centro ricerche produzioni animali, nell’ambito dell’in- carico ricevuto dalla Direzio- ne Agricoltura della Regione Emilia-Romagna per la condu-

zione di “Attività di informa- zione e documentazione sulle opportunità e sulle tecniche da utilizzare nel settore agroener- getico”. Si tratta, in sintesi, di uno strumento di lavoro per gli allevatori orientati alla costru- zione di un impianto di biogas, per i professionisti che devono progettare e per i funzionari pubblici che devono autorizza- re le nuove realizzazioni.

La Linea guida affronta il tema del biogas da effluenti da bovini da latte partendo da una rapida carrellata sulle tecniche di ge- stione degli effluenti nelle stalle, per poi definire gli elementi pro- gettuali e costruttivi, fornire in- formazioni riguardanti il poten- ziale metanigeno degli effluenti e le condizioni chimico-fisiche che possono influenzarlo. Inol- tre illustra gli aspetti gestionali del digestore e quant’altro vi è

connesso che possa garantire buone performance produttive;

infine, spiega le caratteristiche chimico-fisiche e microbiologi- che del digestato ottenuto non- ché il suo utilizzo agronomico.

La pubblicazione si conclude con un esempio di impianto di biogas costruito e gestito con alimentazione ad effluenti zo- otecnici di una stalla di bovini da latte per la produzione di Parmigiano-Reggiano.

La Linea guida è disponibile in formato integrale come e-book nella sezione “Pubblicazioni e-book” sul sito internet del Crpa (www.crpa.it)

Un ringraziamento particolare al Cica (Consorzio interprovinciale di cooperative agricole attivo nell’assistenza tecnica) di Bologna per la preziosa collaborazione nella conduzione del progetto.

Riferimenti

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