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Clima, a Bruxelles Consiglio Ambiente: L'Italia persegua davvero gli impegni di Parigi e chieda obiettivi più ambiziosi per l'Emission Trading Scheme

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Academic year: 2022

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Gentile Ministro,

Il Consiglio Ambiente del prossimo 28 febbraio 2017 ha in agenda la riforma del Sistema europeo di scambio di quote di emissione (ETS), nell’ambito del Pacchetto Clima-Energia 2030.

Si tratta di una riforma fondamentale della politica climatica europea per adeguarla agli impegni assunti dall’Unione con l’Accordo di Parigi. Il sistema ETS, in questi anni, non è riuscito a raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni in modo efficace e a fornire alle industrie quell’incentivo a innovare, contribuendo così a trasformare l’economica europea verso emissioni zero. Il prezzo del carbonio si è attestato ad appena 4 euro nel 2016, mentre il surplus di emissioni accumulatosi nel sistema è continuato a crescere, fino a raggiungere 3 miliardi di tonnellate di CO2.

Le proposte di riforma sul tavolo del Consiglio, purtroppo, non danno ancora risposte adeguate all’attuale crisi dell’ETS. Secondo ricerche indipendenti, il sistema rimarrà in condizione di surplus sino al 2030 se queste proposte non vengono profondamente rafforzate.

Le nostre Associazioni, pertanto, La invitano a sostenere in Consiglio i seguenti punti di riforma, fondamentali anche per incentivare l’innovazione e la competitività del nostro settore industriale.

1) Eliminare il surplus e la Market Stability Reserve

Nel corso degli anni si è accumulato nel sistema un surplus di oltre 3 miliardi di quote. Secondo le regole attuali, queste quote potrebbero essere trasferite al prossimo periodo di scambio 2021-2030, mettendo definitivamente in crisi il sistema. È cruciale l’eliminazione immediata e permanente dell’intero surplus, incluse le quote spostate nella Market Stability Reserve (MSR), che devono essere eliminate alla fine di ogni periodo di scambio, a partire dalla fine di questa terza fase.

2) Abbassare il punto di partenza per il 2021 ai livelli reali di emissione

Per evitare l’accumulo nel 2021 di un enorme surplus – e l’ulteriore riduzione del prezzo del carbonio – il punto di partenza deve attestarsi ai livelli reali di emissione, ossia al livello medio delle emissioni del periodo 2017-2019.

3) Aumentare il Fattore di Riduzione Lineare (LRF)

Si tratta del fattore che determina la percentuale di riduzione annua delle quote a disposizione del sistema.

Il fattore del 2.2% annuo - attualmente sul tavolo – fu definito nelle Conclusioni del Consiglio dell’ottobre 2014, prima della sottoscrizione dell’Accordo di Parigi. In coerenza con l’Accordo, il fattore LRF va innalzato ad almeno 2.8% in aggiunta alle altre misure necessarie.

4) Includere i settori del trasporto aereo e marino

Gli sforzi internazionali per la riduzione delle emissioni di questi settori non hanno sortito impegni adeguati a raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. L’Europa, pertanto, deve fare la sua parte inserendo i settori aereo e marittimo nel sistema ETS.

5) Utilizzare gli introiti delle aste per finanziare una transizione giusta

Tutti gli introiti delle aste vanno utilizzati per una rapida decarbonizzazione europea, sostenendo solo misure a sostegno dell’efficienza energetica e delle rinnovabili. La riforma deve anche includere un Fondo per finanziare l’azione climatica internazionale. E soprattutto un Fondo per la transizione giusta, a sostegno della riconversione produttiva e occupazionale delle attività maggiormente colpite dalla decarbonizzazione

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dell’economia europea, esentando gli investimenti per la riconversione da qualsiasi vincolo finanziario comunitario.

Includere una clausola di revisione periodica degli impegni di riduzione

Gli impegni sottoscritti a Parigi per il 2030, come già riconosciuto, portano a uno scenario di aumento della temperatura media globale di 2,7°C, e forse anche oltre. Tutti i Paesi partecipanti all’Accordo si sono impegnati ad aumentare i loro impegni di riduzione. L’Europa deve, dunque, introdurre meccanismi di revisione periodica dei propri obiettivi, in coerenza con i processi concordati a livello internazionale. Anche nell’ETS, per poter concretamente contribuire a realizzare gli obiettivi dei Paesi membri, occorre inserire tali meccanismi di revisione al rialzo degli obiettivi.

È giunto il momento che l’Europa sia unita e coerente nell’assicurare la piena applicazione degli impegni assunti a Parigi, contribuendo a raggiungere gli obiettivi di lungo periodo dell’Accordo per contenere l’aumento della temperatura globale ben al disotto di 2°C e fare ogni sforzo per limitarla a 1.5°C.

Le chiediamo di supportare apertamente una politica climatica all’altezza di questa sfida, che veda l’Italia giocare un ruolo da protagonista, alleandosi in Consiglio con quei paesi che sostengono una riforma ambiziosa dell’ETS ed isolando qualsiasi tentativo ostruzionista.

Cordiali saluti,

Greenpeace, Legambiente, WWF, Italian Climate Network, Coordinamento Free e Kyoto Club.

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