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Istruzione: responsabilità e apprendimento. 24 maggio 2018

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(1)

Istruzione:

responsabilità e apprendimento

24 maggio 2018

(2)

Alcuni elementi di contesto

Sullo sfondo: bassi tassi di scolarizzazione e diseguaglianze sociali e culturali certificati dall’ISTAT

Quanti hanno letto Dostoevsky? Quanti hanno letto.? Quali tassi di scolarizzazione?

Proliferazione di cronache giudiziarie: fame di sicurezza? Di giustizia? O anche curiosità morbosa?

Nostra responsabilità è alimentare la fame di sapere non utilitaristico

Se vogliamo comprendere le questioni carcerarie dobbiamo inserirle in una cornice più ampia: rapporto dentro-fuori (quale relazione?)

Il problema della giustizia, ma anche dell’esecuzione della pena è un problema culturale (Vedi Stati Generali dell’esecuzione penale)

(3)

La scuola negli IIPP in Lombardia – Alcuni dati –

Fonte PRAP 2017

La scuola nelle Istituzioni penitenziarie in Lombardia

Il 35% dei detenuti è iscritto ai percorsi scolastici statali, con percentuali che vanno dall’11 al 70%.

Il 1° Livello e l’Alfabetizzazione sono presenti in tutti i 18 IIPP mentre il 2° Livello è presente in 12 IIPP su 18.

Diversi sono i percorsi in ampliamento dell’offerta formativa.

CGM: Iscritti 100% (almeno attività di accoglienza)

(4)

Alcuni dati: iscritti ai percorsi scolastici in Italia

– Fonte DAP 2017

le prime 5 Regioni a livello percentuale con più iscritti ai corsi scolastici sono nell’ordine la

Lombardia (36,7% dei detenuti iscritti sul totale dei presenti), la Calabria (35%), il Lazio (25,7%),

l’Umbria (24,1%) e il Piemonte (23,1%).

Mentre le peggiori 5 sono in ordine decrescente l’Abruzzo (13,0%), la Sicilia (11,9%), la Valle d’Aosta (9,4%), la Campania (5,5%) e da ultimo il Molise (4,3%)

(5)

Dati Lombardia 2017

Fonte PRAP

(6)

Alcuni dati

0,0%

10,0%

20,0%

30,0%

40,0%

50,0%

60,0%

70,0%

80,0%

90,0%

100,0%

I sem.92 I sem.93 I sem.94 I sem.95 I sem.96 I sem.97 I sem.98 I sem.99 I sem.00 I sem. 01 I sem. 02 I sem. 03 I sem. 04 I sem. 05 I sem. 06 I sem. 07 I sem. 08 I sem. 09 I sem.10 I sem. 11 I sem. 12 I sem. 13 I sem. 14 I sem. 15 I sem. 16 I sem. 17

% promossi su iscritti ai corsi terminati 1992 – 2017 Italia – Fonte DAP

% promossi su iscritti ai corsi terminati Lineare (% promossi su iscritti ai corsi terminati)

(7)

Alcuni dati

1%

7%

1%

29%

10%

2% 1%

49%

1%

8%

1%

26%

7%

1% 1%

54%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

% Titoli di studio dei Detenuti Italia - Lombardia 2017 - Fonte DAP

% Titoli di studio del Totale Detenuti Italiani + Stranieri Italia 2017

% Titoli di studio del Totale Detenuti Italiani + Stranieri Lombardia 2017

(8)

Il percorso comune PRAP-USR

Il percorso:

dare nuovo impulso all’applicazione del Protocollo d’intesa nazionale MIUR-MG

realizzare la formazione congiunta

favorire il confronto fra i soggetti coinvolti: condividere

esperienze e punti di vista, mettere in comune modelli, procedure e prodotti delle diverse realtà territoriali.

individuare le principali criticità

(9)

Il percorso comune PRAP-USR

aumentare la consapevolezza della necessità di operare come sistema e di agire in rete con tutti i soggetti coinvolti.

effettuare la ricognizione puntuale di tutte le esperienze sì da fornire una mappa significativa delle diverse realtà

dell’istruzione penitenziaria.

fornire proposte e indicazioni operative

acquisire maggiore coscienza di aver maturato esperienze didattico-educative trasferibili sia nell’istruzione penitenziaria sia nelle scuole “normali”.

(10)

Alcune possibili indicazioni

Alcune possibili indicazioni operative per evitare la discontinuità dell’azione formativa, le sovrapposizioni ed il vuoto di offerta in alcuni periodi:

costituire e rafforzare organismi di sistema: Commissioni didattiche; Poli interistituzionali – PI MIUR-MG art. 2 lettera n; Reti Territoriali per l’apprendimento Permanente - art. 4, L. 28/06/2012 n. 92. Vedi anche Rapporto ISTAT 2018

rilevare e analizzare i fabbisogni formativi;

potenziare l’attività di accoglienza e orientamento già nella fase di ingresso nelle strutture detentive.

effettuare la mappatura di tutte le agenzie formative del carcere e del territorio;

predisporre database* per mappare, monitorare e informare sull’offerta esistente dentro e fuori dal carcere

costruire “percorsi certificabili, modulari e flessibili in contenuti e durata, con possibilità di prosecuzione anche dopo l’uscita dal circuito detentivo” anche al fine di dare continuità ai percorsi formativi

(11)

La scuola si apre sempre di più al territorio con la consapevolezza di non poter attuare politiche

educative senza tenere conto degli altri soggetti con cui invece è fondamentale fare rete

Rapporto ISTAT 2018

«L’idea di fondo è che una scuola che costruisce reti e relazioni si radica meglio nel contesto in cui opera. In generale, il contesto rappresenta un dato strutturale non direttamente modificabile dall’azione della scuola, che porta vincoli od opportunità di cui la comunità scolastica tiene conto per la definizione degli interventi educativi.»

«Fare rete con il territorio e con le altre scuole che vi insistono significa anche porsi nella prospettiva di un servizio capace di rappresentare la sintesi di una molteplicità di soggetti che operano sul territorio»

Superamento dell’autoreferenzialità e costruzione di reti

(12)

Alcune possibili indicazioni

rendere compatibili i tempi dell’offerta formativa e i tempi delle misure penali e dell’organizzazione penitenziaria

Attivare la Fruizione A Distanza (laddove possibile)

Formazione continua degli operatori

Svolgere attività di sensibilizzazione pubblica ai problemi dell’esecuzione penale

«rendere compatibili i nuovi assetti organizzativi e didattici con i “tempi” e i

“luoghi” della detenzione, nonché con la specificità dell’utenza, utilizzando metodi adeguati alla condizione dei soggetti e predisponendo soluzioni

organizzative coerenti con il principio di individualizzazione del trattamento penitenziario». – PI MIUR-MG art. 2 lettera n

Attuare interventi educativi organici e strutturali che abbiano come finalità l’educazione al bene comune, alla giustizia, al rispetto della persona… In altri termini riaffermare le finalità etiche

(13)

Istruzione:

responsabilità e apprendimento

“Responsabilità”

Di chi verso chi?

“Apprendimento”

Di chi? Di cosa? Come? Perché?

(14)

Istruzione:

responsabilità e apprendimento

“Responsabilità” degli studenti

“Responsabilità” della scuola

verso la società

verso gli studenti

(15)

La responsabilità degli studenti

Verso se stessi

Verso la società

Protocollo di intesa MIUR-MG

Premessa:

La scuola deve ”… favorire la costruzione dell’identità personale e la consapevolezza di essere titolari di diritti e di doveri in una comunità sociale e civile in cui il valore della solidarietà trova espressione anche nelle forme di contribuzione partecipata e volontaria”

(16)

“Responsabilità” degli studenti

LINEE GUIDA PER IL PASSAGGIO AL NUOVO ORDINAMENTO (Art.11, comma 10, D.P.R 263/2012)

3.6 PERCORSI DI ISTRUZIONE NEGLI ISTITUTI DI PREVENZIONE E PENA

I percorsi di istruzione degli adulti negli istituti di prevenzione e pena …. sono finalizzati a rieducare il detenuto alla convivenza civile attraverso azioni positive che lo aiutino nella ridefinizione del proprio progetto di vita e nell’assunzione di responsabilità verso se stesso e la società, tenuto conto che l’istruzione costituisce il presupposto per la promozione della crescita culturale e civile del detenuto e la base necessaria alla sua formazione professionale, tecnica e culturale.

(17)

“Responsabilità” della scuola Ricucire gli strappi

Non ho mai visto un uomo

fissare con uno sguardo così assorto quella sottile tenda azzurra

che i detenuti chiamano cielo.

(Oscar Wilde, La ballata del carcere di Reading)

La “tenda azzurra” di Wilde è il cielo sotto cui tutti viviamo e le cui lacerazioni non riguardano solo i detenuti ma l’intera società a cui tocca ricucirne gli strappi.

La scuola, carceraria e non, ha in questo un ruolo fondamentale.

(18)

Ricucire gli strappi

La scuola, dentro e fuori dal carcere, può

contribuire a ridurre le lacerazioni del tessuto

sociale ed umano riaffermando “semplicemente”

la propria funzione educativa e le proprie finalità etiche.

Bisogna riporre al centro l’uomo senza distinzioni La scuola può contribuire a dare orizzonti di

senso

Corrado Cosenza - Referente IdA Ufficio V USR Lombardia - maggio 2018

(19)

Dare continuità a ciò che è discontinuo, strappato

La scuola può e deve intervenire:

Prima (Prevenzione): riducendo, attraverso metodologie didattiche personalizzate, il disagio, la marginalità, l’esclusione: i tassi di dispersione sono elevati (fino all’11% negli Istituti

professionali). Ma non solo la scuola…

Sviluppando una cultura delle differenze e della complessità attraverso un approccio critico alle eccessive semplificazioni, all’utilitarismo del sapere ed al manicheismo

Durante la detenzione: la scuola deve avere valore non solo per il futuro, ma per il “qui” ed

“ora”

Dopo: il sistema scolastico, ma non solo, deve essere in grado di accompagnare l’uscita delle persone dal circuito detentivo e di accoglierle fuori

(20)

LINEE GUIDA PER IL PASSAGGIO AL NUOVO ORDINAMENTO (Art.11, comma 10, D.P.R 263/2012)

Apprendimento di chi? Di cosa? Come? Perché?

(21)

Istruzione e formazione: diritti della Persona

“… l’istruzione e la formazione professionale sono da considerare come diritti “permanenti e

irrinunciabili” della persona, nell’ottica di un processo di conoscenze e di consapevolezze che

accompagna il soggetto per tutta la sua esistenza.”

Documento finale Stati Generali dell’Esecuzione Penale 2016

La personalizzazione dell’apprendimento e la

valorizzazione della persona sono la cifra innovativa

del DPR 263 del 2012

(22)

Protocollo d’Intesa tra Ministero dell’Istruzione, Università e ricerca e Ministero della Giustizia, 23 maggio 2016

Apprendimento di chi?

Centralità della persona PI

MIUR-MG in

Premessa:

“…favorire la costruzione dell’identità personale e la consapevolezza di essere titolari di diritti e di doveri in una comunità sociale e civile in cui il valore della solidarietà trova espressione anche nelle forme di

contribuzione partecipata e volontaria”

(23)

Le metodologie didattiche

LG art. 1:

Le metodologie didattiche dovranno prevedere:

- percorsi basati sull’esperienza e sulla realtà, che consentano di rafforzare le capacità dei minori e adulti di assumere le

responsabilità delle proprie azioni, di operare scelte consapevoli, di percepire l’utilità immediata e concreta delle competenze acquisite nella prospettiva di un successivo ruolo sociale e

lavorativo/professionale; …

(24)

Centralità della persona

Le metodologie didattiche rinviano inevitabilmente alla centralità della persona e delle sue relazioni.

Non va persa di vista l’identità personale degli studenti, mai disgiunta dalla consapevolezza che siano “titolari di diritti e di doveri in una comunità sociale e civile”.

La popolazione carceraria è cambiata. Il problema della lingua, delle culture e delle identità è diventato centrale.

(25)

Centralità della persona e Relazione

La RELAZIONE professionale e umana: il contesto in cui si opera non è indifferente.

La relazione umana è uno degli elementi distintivi della

professionalità docente in carcere che mantiene tuttavia l’asimmetria dei ruoli senza mai confonderli.

Il carcere è un luogo di privazione della libertà, di sofferenza.

È un luogo dove si incontrano uomini e donne.

È un luogo dove la relazione professionale presenta forti elementi di specificità che riguardano il luogo e le persone che si incontrano.

(26)

Dare continuità a ciò che è discontinuo, strappato

Percorsi scolastici e di vita interrotti Scuola-Non scuola. Dentro-Fuori. Prima-Dopo*

La scuola può essere uno dei fili principali che

ricuce, contribuisce a ricostruire vite e tessuti sociali

lacerati a partire dalla valorizzazione delle persone.

(27)

Ricucire gli strappi

La metafora del filo che unisce, ricuce e rammenda, rinvia alle finalità etiche e culturali della scuola ed evoca vecchie e nuove suggestioni:

L’opera di rammendo delle nostre madri era un lavoro di recupero di cose che non potevano essere buttate solo perché era presente qualche piccolo difetto o anche qualche estesa lacerazione.

La ricucitura dell’ombra di Peter Pan ha un valore altamente simbolico circa il rapporto fra bene e male.

Il rammendo delle periferie di Renzo Piano ci ricorda quanto sia ancora più importante ricucire la «periferia dell’umano».

Riferimenti

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