ILA aiEKOPE
DRAMMA PER MUSICA
DA RAPPRESENTARSI
NEL REGIO -DUCAL TEATR0
DI MILANO
Per ilCarnovaledell' Anno 1776.
OfOICATO
ALLE LL. AA. FR.
IL SERENISSIMO ARCIDUCA
Principe Reale d'Ungheria,eBoemia, Arciducad'Auftilt Ducadi Borgogna,cdi Lorena ec
, Cefareo Reale iuogo-Tcnente
, Governatore, e Capitauo Generale nellaLombardia Aulìriaca,
BLA
SERENISSIMA ARCIDUCHESSA
MAiilA iHI€€:£AB»A BitiATIl.:£€E
PRINCIPESSA DI MODENA
»IN MILA NO
.JNclla
StampTia
di GiovanniMontani
Con licenza Superiori .
4f^
ALTEZZE REALI
.
"
atto
5che noi prò- duciamo per fecondo Spettacolo del corrente Carnovale quella
JiejfaMerope
^che
neiTeatri principali d'Italia ottenne funiverfale
cortefeapprovazione
^ offequ
iof amente la^
presentiamo alV A A. VV, ER, fp
er-rando che fregiata del
gloriofoVoftro ì^ome fia per incontrarti anche fu
quefieRegio-Ducali Scene
laforte medefma^ non avendo
noi*
3om-
mnmejja diligenza alcuna
,cht^
\contribuir
potejfea
rendt^rlanon del tutto indegna
delVoftro
iumanijjìmo compatimento
, edella
\pubblica tolleranza
.Degnatevi adunque AA. RR.
j
di accogliere con V ufata Voftra
\Clemenza^
e diaccordarci
laVoflra
'autorevolijjìma Protezione
^ laquale
\implorando
^con
ojjequio rifpettof-^iJìjìmo
cidiamo V onore
di protesiftarci
Delle RR. AA. VV.
Umiìmi DìvrhìOblimiServidori Felice Stagnoli ,
Aleffandro INIinunzio .
ARGOMENTO.
0>Resfonte Rè
diMeffenia
, eMa-
r io di
Merepe
per fugcllione di Poli- fonieGrande
deiRegno
fu proditoria-mente
uccifocon due
teneri Figlj,
1 Epitide fuo terzo
Genito non
foggiac-qtie alla fteffa difavenrura,
perché
iiL-,età
ancor
tenera tiovavafi oltaggio aTdco Rè
d'Etolia .Cercò
Poìifonteoccultare al
Regno
l'autor del delitto;ma
fcopertòfi nel reoAnafTandro un^
Servo
dellaRegina
,cadde
in cffa ilfofpetto, e fu efclufa dalla
Rcgenza,
e Polifonte fu dichiarato
Rè
,durante
1 ablenza del legittimo
Erede della^
Corona
. IlTiranno
in talmentre
s invaghì di
Merope
, e la chiefe ia Ilpoia;ma
quefta diffimulandol'odio, che
giànudriva contro
di lui,cercò
dieci anni ditempo
,fperando con
talinduggio, o
di ftancare la fofFerenza..del iuo
Nemico, o
di rivedere ilFi-
glio Epitide fuiTrono,
e potere al-\
ricufar
francamente
leNozze
ab-I
oorrite .
In tale flato di cofe palTarono i
dieci
dieci ajini . Polifonte cui
premeva
di confervarfi ilcomando
ufurpatotemo o^ni
frodeper
trarre in inlidie Epiti-de, ma
la vigilanza diTedeo iempre delufe IMn degne
fuemire
. Fcce^corfo
per ultimo
alla violenza, e tatta tapire aquel Rè Argia
unica fuf fi-glia.
Amante,
e Spofa promeffad
hpi- tide, (labili dinon
leftituirla al Padre, feprima oon avea
tra lemani
ilPrm-
cine ricercato.
Ciò
fucagione, che
ilRè d'Etoha
glimandafle
per fuoAra-
baieiatore Licifco
amico
d' Epitide , eche
Epitide fteffo eritraffenon cono- kiuto m Mcffenia
, trattovinon
iolodaVramorc d'Argia, ma
dallabrama
difcoprire il
vero
traditor di fuoPadre.
|
Vi f
iunfeappunto m tempo
,che U
Bleffenia era
gravemente
molellata daun Mollruofo
Cinghiale, eche Merope
trovafi al
duro cimento
di Spofare ilTiranno
.Liberò
la Meffenia dellaBelva
' vaa^trice, e fcoperta la fellonia di Po- Jifonte diffele la
Madre innocente
, n-,cuperò
laSpofaFedele,
e ftringendoloj Scettro degl*Avi
fuoi,nddufle
la pace,|e la letizia
«ci defoUto
fuoRegno
•|
J fondammu
florìci di quefloDram^
mei fono
fsmmìni^rm da
Plutarco,Pau-
janiitf
JppolkdorOf
eda
sltri,
INVENTORE,
E COMPOSITORE DE BALLI
Sig. Gio. Giorgio Novene
*PRIMI BALLERINI SERJ
.
«
parte eguale .Signori
Liùgi Corticelli . '^Antoni©
GuiardeU
SignoreCaterina Villeneuve .jMari^ana Ricci
.
PRIMO BALLERINO GROTTESCO.
Sig. Gio. Battifta Grazioli detto Schizza .
BALLERINI DI MEZZO CARATTERE
Signori
Francefco Ricci . ^Camilla Diapctir.
Colomba
Torfelli .^Marianna
Dupstit.ALTRE BALLERINE.
Signore
Maria
Teradcs .Elena
Dondi
. ^Cecilia Caftellini .FUORI DE' CONCERTI
.
Sig. Federica Terades
.
FI-
Signori
Carlo Dondi
. >, $^ ntonioCianfaoclU
.Giufeppe
Caftagna .éGiufeppe Monteroffi.
Pietro Franco . $Francefco bedini
.
Gio. Battifta
Ajmi
. $'àmo MereSato
.Pietro MeflTa. $Angelo Sartorelli
.
Gaetano
deStefani. $-Giovanni Banchetti.
Signore
Maria Dondi
. ^Orfola^Caftagna . GiufeppaBarlaffina.$Anna «clnore.^
Maria^
taffia . $lfabelja BanchettiAngiola
Villa . ^Samaritanadebtefa Innocente Villa . . ^Cel fte aoffi .Marianna
Mazxollni .6Terela Sedini.
Caterina
Mira
.
Il Veftiario c d' invenzione delSig.Francefco
Motta.
MUTAZIONI DI SCENE
NELL' ATTO PRIMO
.Piazza di MelTene con
Trono. Ara
net me/^zo con la Statua d' Ercole . Tern-»pio da
un
Iato con Porca chiufaiche
poi li appre .Stanza di
Merope con
porte laterali .NELL' ATTO SECONDO
.
Vaflo Cortile con profpetto dell'
Appar-
tamenti Reali.
Magnifica Sala
con Trono
, e Sedili rNELL* ATTO TERZO
.Giardino. Reale ,
Appartamento
diMerope
Regia
chiufa da cortine all' apprirfi delie^ali
fi fcoprc il rimanente^La
Scena fi finge inMeflene
Capitale delRegno
rLe
Decorazioni fono inventate, e dipintada
Signori Fratelli Galliari .PER-
PERSONAGG 1,
POLI FONTE
rTiranao
di MeflTenia ,Amante
diMcrope
.MERMS«'1i-Mcffc.ia
,Vedova-
di Grefonte . ^
L/i Signora Camilla Mattet .
EPITIDB
Figlio diMerope
, ereditaCleonc.
.Ti St(r. Ghifeppe milbco .
ARGIA
Priicipeffad'EcoUa. Amante^
d' Epitide . .
La
Signora Margaritta Gtbettt . ,TRASIMEDE Capo
del Configlio delta-fi P^ti'o Santi vìrtuoCo di Cappelfa at frvìzio dì S. Af. il Rè
delle due S^^'^' '
ANÀSSANDRO Condente
di Polifoate.ulmASSfdatrfd'Et^lia pamale.
d' Epitide . .
tu
Signora Giulia Moront .COMPARSE
.Popolo
,che
forma il Gonfislio dell»M^flfcnia . Soldati di. EroU-a .
Soldati Meflfeni . Arcieri •
La Mafica
è del Celebre Sig.,Traeti
Maeftto di CappellaNapol
itano^.^^ATTO Pl^IBiO.
SCENA PRIMA..
Piazza di MefFcne con-
Trono
.Ara
nelmezxo
con Ja Statua d' Ercole,Tempio
daun
lato con porta chiufa^
che
poi fi appre ..Echide «
Ucfta è
Meflenc
;,il patcfo cicloé
T^*^^ Q.ucfto-
Del
I'^infelice Fpitide: CrcsfontcMio
illurtrc Geniror , qui diede lej^gi :Qui
nacquiRe
: Qycftaèmia Reggia
, e Faraofiabitatori , quefH' Qiicfti fertilicampi
ame
fon-fervi !Oh memorie
!Oh
grandezze .Mal
ricordate , e mài vantate,Errante Mifcro , folo , inerme io vi riveerero ;E
di tanti vafTalliUn
fol non v'è,che Re mi
oneri,un
fui*Che
purmi
riconofca ,un
fol che dia Alfficn©un
pianto allamemoria mia
.ATTO
SCENA IL
Al fnono di Sinfonìa efreTrnjtmede con feguìu di Mejfeni , che con rumi, e Cqtqìi^
di Piopfto cìngono
V
Ara %e froftrati al
Numt
offrono i torà doni. Epitide in dijparte .
Epi.\S<^Jjlàlgenti fon quelle? )
avvicina aTra
' SÌ2;hor ,
deh
tumi
fpiega ,Ond'
c , che per Meifene ^ atrSuonan
gemiti , e ftrida , ond* è che ilDi
fupplicj , e dolenti oliroa coftoro Voti , e fofpiri al Ciel ?^
Tra. Perchè ciò chiedi ?
Chi
fei tu?Donde
vieni?^ ^
£pf. Tal è la forte
mia
, chenon mi
lice Farla notaadalcun, fm.rchò alRe
voftrcTra. Undici volte oggi rinato c 1' anno ,
Dacché
uccifo fu il noftro "Buon Re
Cresfonte , edue
Pargoletti luoi figlj . fi. Il cafo acccrba
Tuttad'orror
empie
laGrecia , e d' iraMa
dell' autornon
cben
certo il grida Tra. Anallandro egli fu .Epf. Coftui m'è ignoto. |
Tra. Della
Regina Merope
era fervo.Può
cader tal fofpetto inmoglie,
\
Tra. Pcff credula cuxbà
Madre
PRIMO.
Fama
rea fe ne fparfe ,^
Ma
il fuo dolor , la lua virtù V ailblve .Epi. Della flirpe rea] alrro germoglio Sopravi(Fe a Cresfonte ?
Tra.
Un
altro tii>lioIn Epitide vive : Eller lontano Nella
Reggia
d^ EtoliaOrtaggio al
ReTideo
, fu fua ialvezza.Epi. Perchè al vedovo
Trono
Non
fichiamò
1' Ered^ ?Ira.
La
fua tenera etade e/Te-Ne
fu cagion , e piùil timor ,che
anch'-^-'^ l^rro , o di vclen reftaile uccifo .
Ept.
Ma
de pubblici affari il grave pefaCui
fi affidò? ^Tra. Sul crin di
Po
lifonteUn
depofito facro , cU
corona •Air Erede
ei la ferba.lEpi.
Tanto
modella è in Polifonte 1' alma ^^a. Gode Meflema
in lui quelRe
,che
iir^- -n»-
UT
^ , ha pianto .fpu Di
chedunque
fi lagna Ella , che 'i%ra. Sente delP artrui fallo in fe la^pe1?af
Da
feroce CignaleDifiruftl i noiki
Campi
, altra fperanzaNon
CI rimanche
il Ciel.... Ma
iìP, -1 r> ,
^ Tempio
apreE
ilRe
.'apprefla . Tra. vàincontroaklv
Iomi
nalcondo , e intantoPeufo agran cofe;
egenerofo
, eforte ;t^Uid^
ceco il giorno:.O. regno, omorrò
^ ATTO
S C
T5N A HI.
Polifinte tifeendo dal TeìHpio con Gutràìcr e detti^
P^?/.STanco
è Popoli , ri CicloDel
voftro laajrimar . PlacatoilNumc^
Chiaro parlò'. Leggi del ciel le note . da ilf'^glio
a
Trafimede Tra.„Ha
Ivleircnradue Moftri-,Oggi
amb*cUint
„
Cadranno un
pervirtudcun
per furore„ Reftino pofcia in facro
nodo
avvinti„ L' ìlluftre Schiava,e il fuo liberatore Tol. Udìtte ?
Or
chi nclTalma
Nutre
fpirti guerrieri i echi nel bracciTiene
valory vada , combatta, e vincaEpi.
Benché
giovane ignoto ,Sire , qual tu
mi
vedi , inerme , e lotoTanto
ofar pollo, ed efeguir promettaPoi.
L'impegno
accetto,efe aldesio rilpondUn
elletto felice , allagrand' opraPari il premio farà ^ Bpi.
Premio
non cerco ,Cerco un
popolo falvo ,emeco
io porrLe
fperanze d'un
regno •PoL Un
dì tal vide^
Forfè la Grecia il grovanetto Alcide ^ Epi.
Dono
d' amica forteNon
cura ilmìo
valore ,Che quando
il braccio è forte,'U alma
timornon ha
. ^Sari
PRIMO.
f Sarà quel moftra fieroTfofc'o del
mio
furore ,E
paceun
regno interoDal mio
coraggio avrà .fam
aSCENA IV.
Pòlifante^ e frajimede .
^ol.
y Er
noi , fcnon
ni' inganno Parrai venir Licifco .Tra. E' d-eira appunto .
Nunzio
delRe Tideo
più volteM
videI
La
floftraReggia
.?ol
Meco
Rimanti
Trafimede . AllaRegina
Polcia dirai ,che
'\ dì prefiiToè giuatiiDi
noftre nozze , e del contentomio.
Tra. Ubidirò . (
Macon
qual coreoh
Dio!) alfimodi lieta marciaPoi. vhinTrono •Lhifco con numerofo feguito, e detti»
Re Tideo
, cliegloriofoimpera
Sull' EtoliH rodente
-
M'invia ^uoNunzio.Ecco lacarta, ed ecco
La
TciTeraofpital , e M noto fegno .lepy-fenta lacarta.edilfegnod'Ambafciatore.
Egli il duci, che contra ildritto,e i patti
Di
fcambievole paceTu
rapir gliabbia fatto Argiafuafiglia .SCENA V.
A
4 ATTO
!A un Regnante
, adun
PadreX)iafi
compenfo. O
gii fi renda Argia^
O
a bafraglia ti sfid^ •Tanto
efponc ilmio Re.Qual
più ti piac;Scegli/amico, o nimico, oguerra, o pace
PoL
Epitide ci renda,Ch'
ei ci trattien , enoidaremo
Argia• 5Lic.
Non
è più in fuopoter•PoL
Vani pretefti .Lia.
Come
?Oh Dio
! Qjjìnon
giunfe L' infaufto avvifo? ecome
,Ciò
, che a tutta laGrecia è già pale^In Meiienia fi tace ?
PoL E
che?£.<j.
La
morteDel
rinfelice Epitide .Poi.
Che
narri ?Morto
!Ma
dove ? ecome
?LiC' Nella Focide
appunto
,Colà
, dove il Sentiero indue
divifb Parte aDauli conduce , e parte a DelfoPoL
Stelle!Chi mai
versò fanguesì illaftrc Lic. Vario ne corre il grido.PoL
Cieli avete più fulmini ? Volete Altro pianto ,«Uro
fanguePEccovi ilmia
Lic. Giuflo dolor •
PoL Sino a più certo avvifo
Tacciafi il fierocafo ;c la
mia Reggia
Sia tua dimora a Lkifc9
Lio Intanto
Che
rilibivi d' Argia ?PoL Eh
! che Epitide è fui la penamia
.fcende dalTrom
Tutti
PRIMO,
Tutti i penfieri
impegno Per
vendicarP
oppreiro :Non
pcnlb più del regno fNon
curo piùme
fleifo,
Non ho
più pace al cor • (Ma
chi nel fen ieggelFcIl bel piacer , eh* io fcnto ,
Vedrebbe
pur , eh' iomento
,Che
è filfo ilmio
dolor. )l Poli fonte ai detti
I
Se corril'ponde il cor , felicec il
regno*
Jra.
Abbia una
volta il cieloPietà della Mc/renia. In gioja il lutt*
Una
volta ficambi
, ed abbia fine 11comune
dolor.Due
lultri intieriPadammo
in pianti Delmio Re
l'affanno*M'
opprime , m' addolora ;Sperai la p:icc,^ed è lontana ancora.
Giudi
Dei , voi che vedeteD'
onde nafce il piantomio
tSecondare il b.-l desio, D.ìte pace al
mio
dolor.Opprimete
il traditore ,Goda
il trono il vero erede tE
trionri lamia
fede ,li
mio
zelo , ed ilmio
cor •Paru
colfm
fegtiit$ ^Partec§lfuo fegnìu •
A4 SCE-
S ATTO
SCENA VIL
Lictfco foto
.
Io
fcdurnon mi
lafdo 1Da un
dolor menzognero,©almcn
fof^cttoMerope
, Polifonte , • . . .Tutto
fitema
: Epitide fi falviCon
lafrode innocente,egiunga
alRegn^y
Ma
comcPaocor qui noi riveggio?Ei purciMi
preccdè!Qua!
fatoLo
ritarda a MeiFene, e a voti miei ?L'
alma
reai ,voi proteggete , o Dei1 parte collefue guardieSCENA Vili.
Stanza di
Merope
con parte laterali •Mgrofe
JoUm
JLLCco
pur giunto il giorno ,Che
dir pofs' iodimia
fciagura eftremagEra
poco» o fortuna ,avermi tolto Il regnonon
dirò ,ma
fpofo , c figljDa man
crudel barbaramente uccia ?Era
poco in efiglioTenermi
il cari)Epitide ,in cui folo Confol^^rmi
potelTi ?Era acche poco
Pubblicarmi a iVIcirenia felTo;
Moglie
iniqua ,empia madre
, e del mia Ax^^ì delMondo
il piùefecrabil moflroiPRIMO. ^
Di
Pdllfonre al letto ,Oh
no2,ze !Vuol
ch'iopa(fi,e il confenta.Oh giorno!Oh
Polifonte ! ,oh
troppo ^vverfi Dei ìOh
troppo accerbi mali ,Che
per dirvi fpietati , iodirò miei !S C E A
IX.
Tra/ime de, e detta,
Tr^.y ^Oti
qual cuor, oRegina Di
confando fatai nunzio a tevenga
,Lo
fa il eie! , lofa Talma
( eamor
s*ciAlle
odiate tende f ede• ) IlRe V
attende .JMrr. E* queft'odio alla
tomba
Mi
farà fcorta, Iorpofcrò ilTiranno
, Per poi fvenarlo in alto fonno opprelTo:Indi col ferro ftclFo
Fumante
ancordel odiofofangueSii le vedove
piume
io cadrò cfangue,Tra.
Toigan
gliDei
sì barbaro diiresno.Vattene : Polifonte
accolga fortunato, e feco regna.
Uer.
Regnar
cori Polifonte ?e TrafimedeiVii configlia così ? Qaefta è la fede Tante vplte giurata ?
Tra.
E
che far poiFo ?Mer.^
SulP orme
d' AnaflandroVanne
, tutto ricerca , e quell' infame5> arreftì , s' incateni, c a
me
fi guidi ,Tra. Qiianto
può
zele. e fiegno ;Turco farò per arrefla^Tindegn^. fatte.
5
ATT©.
SCENA X.
Merope > e Argia *
Vnoccnza Oi
che fapetc , o
Dei
, lamia
in-Reggete
i pafli miei .Arg.
Non
più fola , oRegina
.Andrai coftretta alle abborice nozze:
Li
Dei
della MeiFeniaVogHon
lemie
.Afer*
Qaai
fia lo Spofo?Arg* Al prode
Ùccifor del rio
Moftro
li decretodel Giel
mi
vuol ,conforte •Mer. Fauflofarà ciò.cbe
comanda
ilNutne^Arg. Il
Nume
, o mal s'intende iO
ubbidito mal ria :Ne
contorte d' ArgiaAltri farà che Epitide , ne punto
A me
cai la Mcfìenia, onde ilmio amore
Sacriticar le debba , e il
mio
ripofo.S C E N A X
I.Voltfonte Ie dette.
PÉ>/.DAto
dal Ciel ricuferai lo Spofo?j Arg. 11mio
Spoio è già fciclto .Amor
v'applaude
.
Il Genitor
V
approva , Argia l' adora . Poi.Ma
tei contraila il fatò.Arg. E' chi
V
intende ?P^/. Chiaro ei parlù
.
Arg^
PRIMO.
Arg^. Li inrendimento
umano
,Dove
il ciel parli è t.nebrofo > e cicco Voi.Più
cicco egli cquando T
offufchi>r -D I r-
amore
iwer. l'el carofiglio ella
ha
piagatoil core Arg. Si, Epitide a lei figlio ,a re
Somna
Jb la face onde
avvampo
.Non
v' èRe
,non
v' èNume
Sovra la libertàdel voler
mio
•Dillo
amor
, dillo orgoglio ,Son
Argia , fonRegina
:amo
chivoglb.
Voglio amar
chi piùmi
piace ,E
la face ,che
m' accendeQuanto
cara ame
fi rende ,Taiato rida io ferbcrò .
Che
fi cangi ilmio
penfieroNon
fia vero , ne amio danno
Io pavento chi è tirannoMa
la fteOaognor
farò, , parti»SCENA X
IL
Merops ,e Polifonte.
Pc^/.1Je1
cor d'Argiarefti lacuraaNumi;
Del
tuo , bellaRegina
, 'Ragion
tichieggo.Èi per tua leggcèmioi regno
della tua fede ame
giurata , PrczEo dimia
coiìanza a teferbata*Mer. Polifontc , ti parli
Mcrope
più fincera :odio quanto odiarpuofil
Uà
Carnefice ,un
raoftrg,un
Parricida.A é
Poi.ATTO
^oL Merope
odiarmi ranro ? In che f ;?fFefi>J\^er, In che mi chiedi ? Il dica
11 rimorfo ai tua core ;
Empio
t'el dica il fangueDe
miei tìgij Ivenati .Poi. Si j fvcnati -,
E
da chi ? Io m' arrpfifco Rinfcicciani una colpa ,Che
d' obbrobio fatai copreil tuonome
;Ma
il pertìdo Anaifandroeratuo fervo ,Mer. Dillo Miniftfo infame
De
tuoicoii%Ji,e di quei cieco orgoglio,Che
tiipìnfc a faJirsii V altrui loglio •Poi. T' intendo sì , t' intendo ;
Polifonte qui regna; e perchè regna
Con
odio, ccon
orrorMerope
il fugge pMer.
Non
t'odio perche Rè.Mal mi
conofci Piligiuftoè Podi^ mio^ Bafta: ancorviveempio
AnafFandro: ancormi
reftaun
Perme
ancora v'èun Giove
, figlio iPoL Ed
al tuoGiove
in facciaAl
talamo verrai .Mer.
Dimmi
al fepolere ,E' verrò piùtranquilla .
poi.
No,
no . Verrai coftretta ,Più
che dalmio comando
Dal
fagru tuo folenne giuramento^Mer. Orsù
, verrò, tiranno ;*
Ma
fenti q^al verrò: Sefìti qua! devi Attendermicon
forte .Voi tremende
d'abiffoImplacabili furie , e tu funefta Sanguinofa difcordia,
Odio
, morte , terror , tutti v* invoco.3?ronubi alle
mie
nozze . Ajrdan per voiPRIMO.
Sml ietto profanato
Le
facrileghe faci ;^
E
voi di tìori invcG^
Sparg'etelo di ferpi , e di ccrafle ,
Sinché palido , efangue , e troncobofto
Quel
tiranno cfudel perme
fi feernaÌDgrmir Tultimo fonno in notte eterna,
Tremo
d' orrore ,c tremo ,Stragi
non
curo ,e morte ;Qual
furia , enon
conforteIl
Talamo
m' avrà.Sfoga , eh' io
non
titemo
,DclP empio
cor Vajftanno ; Efcrcirao Tiranno
Tutta la crudeltà. parte g
f
o/.JL/Afciatemi o Cuftodi . Alla vendettaAlla
mia
ficurez^aE tempo
di penlar. L'ufcio è già chiufo:Ora
ben t' avvedrai ,femmina
ingrataQuanto
poiraun
offefa in corRealeB G E N A XI IL
Telìfonte,
pi
Anajfandro•partono le Cuardi§
Anaflandro?
a^re la ^orta fecreta •
/Im.
La
voceDel mio
Signor purgiunge
A
ferirmiV
orecchio.P^l.
E
a trarti infieracDa
,4
ATTO.
Da
quel inuro ros;gÌQrnoAlle braccia reali , e al chiaro giorno.
1^ if abbraccia•
Ana.
A
qiUHi ^Itotuocetmo
ubbidir dcggio?Pd/.
Kcco
iltempo,
in cui puoiFido prcftar 1'ultima
mano
alP opra•Ann.
Eccomi
: vuoi eh' io tprniNella
Reggia
d'Etolia , ecolà fvcniAnche
in braccio aTidco
Il
mai
guardato Epiiide? fon pronto »Tol
Chiedo men
dura imprcfa : Soffri , che irà cateneTi
riveggaMe
tienia .—
Della morte de' tìglj ;e del marito
.
Accufa
laRegina
, e attendi poiDal
grato Polifonte,E
grandezze , e te fori.Ancor
del TronoiVieni a parte, le vuoi : tutto li
dono
,
'Ana.
La Regina
accufar ?Po/. Sì, qual rimorfo ?
Ana.
Quello, che
più rillcmcun
alnaaP«A
InMerope
riguarda ingrata^:
La
nemica jcptnufl.i
^na.
Ravvifo
in efFa^Ancor
la tniaRegina
.Pai. Se bai pietà, la noflra morteècena.
Ana.
Mio Re
,non
più : fi ferva ÀlJa noftra falvezza ,€ alla tuaforte .Merope
acculerò.
foL
Caro
AnailandroDella grandeaxa
mia
fido foflegno ,PerteIdir pefTo è
mio
lofcettfo,ca
regno .faru
.SCE-
PRIMO.
SCENA XIV.
NAnaffandro
fdo .gHo
:On
fi cerchiAnadandro
airro confi- laun
pelago fiarao , ondeconviene Ufcirnc , o naufragar •Fatta è Ja colpa Neceflirà pernoi .Ne'
primi eccefllAnche
fri* ultimi a farfiabbiam
commclfi.Veggo
il Ciel turbato , c nero ,Veggo
ilmar
tutto inprocella, Senza guida , fenza flellaSon
vicino a naufragar ^Si confonde il
mio
penfiero tSi fa certo il
mio
periglio ,Non
v' cfpeme
, ne configHo,Tuttoal finconviententar,
^am*
SCENA XV.
PEpitide
, fot Merope .Ria
che agi' avidi fguardiDi
queftaReggia
vincitorm'
cfponga ,Nel
lofpirat» afpettoDi Merope
vorreiA
follievodel corfifTare i miei .vede venir Merope*
Qyefta ,
che
in neroammanto Donna
real s' avvanza:Se non m'inganna
amor
,e diCrcsfontcLa
vedova infelice ,Mia
illufte Genitrice .Mer. (
Oh
Dei !che
oifervo ? rechi?Nella
Reggia un
Paftor !) Stranicr ,che
Epi.
La mia
fede, e valor.
A&r.
1$
A T T O P R
tM O
.Mcr.
Poco
iìcuvìTitoli in quelle
mura
.Epi
E
pur vedrai ,Che
inun
roz^.o Paftor valgonoafTal , Mer. (Numi! Qual
fc Pafcjito , c qaal fe'l miro lo ojferv'a attentamente •Mi
fi de(la ncll'alma Non
più iatefo piacer ! )jS^f. ( p'^^rchè
mi
vieti come fopra»Ferro crude! , queir adorata
mano
Rivedente bacciar? )Mer.
(Che
dolce afpettol)Ep.
( Ella cMerope
al certo .Li
Reg'alM
leftà , que' fagsì accenti ,1 m0ti del
mio
cornon
fpn fallaci Stagni dell' effer fuo , )MfT.
Mi
guardi , e taci ?Epi. Nel vedere i tuoi bei rai In
me
lentoun novo
affetto:Non V
inrendo ,c foncolircttoAdamarti
, e fofpirar.Mei.
Nel
vederti , al cormi
vai^Rammenrando
il caro tìglio .Ip .m*inganno , e purdalciglio
Olà
ritorno a lacrimar.Kpù Ah
m'.»fcoltaOh
Dio!vorrei...jidero
Ma
tupiangi ,oh Dio
1 perchè? * . •jPaleiartf i mali miei
^ ^'
^ Nò
, polfibilenon
è .I^Somrni Dei !
voHq
fapetej
3e innocente è quello cor.*^' Per pietà non V opprimere
u Con
SI barbaro rigor !the
dell^Att9 ^rìm$»•7
ATTO SECOjMBO;
Tra. ,
mia Regina
, èappunto
Quello il Paftor, cui la Meilcnia deveLa
ficurezza fua .Tra
pochi iflanri Mifto a turba giulivaIl vedrai trionfar.
lkf#r.
Ah ben
il coreQualche
infoHto eventoMi
prcdiffe in mirar quel dolce vifot Tra. Eccolo . • . . E' quello?Mer. E' d'clTo , io lo ravvifò •
SCENA PRIMA.
Vafto
Cortilecon
profpetttdcgP Appartameati
Reali.
Merope, ^ Irafim^àc«
SCE-
ATTO
S G E N A IL
filone di firomenti militariproceduti détU^
ìiìizie, edéLccomfagnati dal Popolo, €fcor.(b Piliforit^, Eptide , LtaJcOf edetti•
Pel JL^ A£cia cheal £èno,ogcncrofo,oprode
Del
iMeiicnicoRegno
Liberator
....
p^Tchc t' arrelU?.
£p/\ Avvezze
Con
le fiere a lottarbraccia felvaggicRicufano
1' anor di regio ampleiio*l^er. (
Qual
tumultoho
nel icn ? )FoL
Libero è ilRegno
,Ogni alma cfuUa
; e folaNel
pubblico piacerMcrope
c mefta ?E^?/.
Meropc
!La Regina?
verfo Tra.Tra.
Appunto,
e quefta .Mer.
Meropc
sì ,^on
laRegina; un ombra Son
di quella ,che
fui •Epi. Concedi ecce1fa
Donna
(
Ah
quafi dilTiMadre
! )Ch'
io baciumil
la real defira .Mer. (
Oh
bacio ,Onde
in fetiom'
è corfo,e gelo, e fuoco!)Pa. Come! Di
PcHfoiiteFuggir
leamiche
braccia, eimprimer
poiSù
colpevolempn
bacio divoto?Epi» Giurai di farlo , ed or
adempio
ilvoto.Poi. Perchè il giurafli, c a chi?
Mer. Straniero addio .
Je iacid la mano•
(Crc-
SECONDO
f9
( Crcfce inmirarloil turbamento
mio
.) vuolpartire <,
E^i. S^ìb,
che
cfporrè.Regina
trattenendola.La
tua richiede, e la rcal prefenza.
IMer.
Oh
CieUla mia?parla,chifei,cherechi?^pì. Etolo io fon : ne' Calidon| Bofchi Della faggia Ericlea nacqui ad
Oleao
;Il
mio nome
èCleon
.Lic. ( Par vero il fa
Ub Con
tal' arte V adorna • )Mer.
Or d
Etolia a noi vieni ?Vengo
di Delfo. Ivi desìomi
traObDi
faper lamia
forte .Ove H
parteLa
via tra Delfo , e Dauli ,Trovai nobil garzon giacer trafitto.
f'o/.Che?trafiitto
un
garzon tr^Dauli,eDclfo?i/r. Qaant'
ha
?Epi. Sei volte , e fei rinato è il giorno •
£/>.(Tutto s'accorda,ctempo,e loco,) «
FW*
Poi. Eftinto li ferito giacca ?
Epi.
Tanto
di vitaSpirava ancor ,
che
potè dirmi:Amict Moro
.Di
MafnadieriTurba
feroce alle rapine intcf^M^uHiflinò.
Nel
fiordc^l'anni iomoro*
Mer.
Mi
fero !Epi.
Di
MelleneIfflJa
Reggia
, foggiunfe, % Polifomc , .Ed
aMcrope
recaduefl^aureocintolequefta
gemma
illuftrctMie
fpoglie,emio
retaggio.Bacia per
me
diMerope
la deflra . Egli in ciò dir Jamano
Stri-
^5 ATTO
Strinfé alla
mia
, poi tacque .Octtò
un
fofpiro,abbasòi lumi,egiacque.JVf^r.
Qual
freddo orror m'empie
le vene,
Sentìa l'
alma
prefag^a < eV
©(Ta! L'infauftiffimoannuncio.II mioconforto»unico tìglio , il caro figlio c miùtio I Tra. Infelice
Éegina
!ilfer.
A che
più tardi ? Il cintoDov'
è , dov' è lagemma
?Epi*
E
quello , e quellale prefetita
V
imo f eV
altra•Eccoti o regal
Donna
. Mer. Spoglie del tìglio uccifo,
D'cfle pur troppo ficte^
Ben
vi ravvifo . Vieni-Vieni fui labbro ocor vieni fui cigliot bacia la
gemma
»E?
morto
il caro figlio.Epi. ( Refifto appena. ) Lio» { li grido..
Nulla
mentì del cafoacerl>o,e fiero.)* Poi.PgL (
Ma
di Meropeilpiantoèmen^^ognero.) a Lie.Mtr. Quietatevi o fin5:u1ti .
Ora T
oggetto Si cerchi alla vendetta .Dimmi
Clcon : Solo giaccaV
efllnto ?Epf.
Pur
troppo.X/c
E' folo appuntoSortì d'EtoIia, e fconofciuto il Prence • Mer.
Turba
di MafnadieriNon
lo adalì?Epi. Spoglie gli tolfe , e vita .
Mer.
Di
molte piaghe, o d'una fola?Epi' lì
ùngut
Da
S E G O N D O
.Da
più vene gli ufcìa.
Mer.
Ù
ora?Efi.
Non
molto'Dopo
il meriggio rJW^.
E come
Semivivo reflò ?
come
il furoreNon
hai di fvenarlo?Epi. Forlc eftiHt-o il crede.
Mer.
Nò
, traditore .Di
, che ru l''iiccidefli . Erano fpoj^Iia Sì vili ? e 4,uefl:ocinto, equcftagcmcia
Non'^le curò la predatrice turba ?Tu
, ru 1' airalFinafti . Il cormei
diile Alprimo
fguardo , edorme
loconfermaQuel
menrir,qxicl trcraar,qucl tuo pallore.^Epi, Se colpevole io fia • . ».
Mer. Sci traditore . parteeen Tran e Guardie*
S G E N A
1 1L
Polìfenfe , Epitide ^ e Uctfear Poi.
Di Merope
dall' ira.La
tua vittoria, e ilmio
potert' è feudo*- Ella matrigna ai vivi ,Madre
desia fembrar a figljieftinti .Epi. Se eftinti li
bramò
^ perchè li piange ?Poi.
Tu
Itoemenzogna.O
nullacoft:i,opi^*CQAd
occhio femminil piantobuggiardo .£p;.Malegiudica
un
cor chi credealguardo.Poi. Pace all'
ombra
real .Giorno
sì lieto In cui per tuovalor falva e McilcncFeftcggi i tuoi rponlali Epi. 1 miei?
W&l
Di
quadroATTO
Oprarti alta
mereedc
Avrai nel!' ainorofa Regal vergine iiluflre,Sceltada
Numi
a tecompagna
, c Spofav Quella , che il ciel ti diedeDolce compagna,
e Spofa Bella , gentil , vezzola,
D' amor
t' accenderà.
Del
tuo valormercede
W-ft.
A\ Me
nozze ? ame
Spofal L<c 11 Cicl decreta,Epifide
ubUifca
.E
pollo io -farlo ^ Configliarlo Lieifco ?Lic. Cosi fervoal tuocor,così af tuo amore.
Epi. Il
mio amor
, ilmio
cor, 1'anima mia
,Non
è , lo fai , che V amorofaArgia
. JL/r.E
Argia farà tua Spofa ,Argia
faràtuo premio . Il Ciei la vuole Prigionera in Melfene,
Perchè
feco tu regniamato
araanre -Epk Oh me,
le ciò ria vero,Fortunato amator , lieto regnante!
Uif. Seguiil rentier
ben
coittineiaco,e fpcra^.Nella
fuamano
avraiE
poileiTor faraiD'
una real beltà.parte colfeguìto r
s e E N A IV.
Epitidig , e Lieifco .
SECONDO.
Spoib fei ,
ma
belrànon
ri hnfing^hi ;Figlio fei ,
ma
pietànon
ti tridifca ,Ep. Ah
che il duo! dellaMadre
èmio
Lic. Dillo tua debolezza ^
A
te i Fr-teTIiA
re il Padre fovven^a, eil tao p.:ri^'lio.,Epi. Sì,
ma Merope
èMadre, edii>fjntìglio*V-iHi non
teme i periglfTroppo
tenta la Ibrte •Un
bclP ai^difcGiova
, è vero, alPinaprefcMa
fe paflTa il confine ;Sogliono le cadute efier vicine ^
Qael
befr ardir,che
nafccDa
generolò coreSegue
le vie d'onore >Ed ammirar
fi fà .Ma
fe alla forte folaAbbandonar
fi vuole ,Spelfo accollar Gl Cuolc
Alla temerità. parts^
SCENA VI.
Argia, e Tvf^Jìmeàe .
Tra.
IN
così lieto dì , fe il Cicl ti vuole Spofa del vincitor , perchè sì iicflaTi
moftfi , o Brincipelili ?Arg. Pèrche i!
mio
cornon
c ccnrcntlo^fpavcnro !
SCENA V.
Licifce folo^
%4 ATTO
Tra.
E
qualeEliere
può
in te cagion dipena?
'Arg.
Amore
.Dimmi
provartiamor
?Tra, Sì , fofpirai ^
E ancor
fofpiro ,oh Dio!
^Afg^ Tal' e Taffanno
mio. Del
caro oggetto»Troppo
è l'immago
imprelTa In quel!'anima mia
E
lari, fin eh' io viva fmpreflTa ognora»Quell* amabile idea , che m'
innamora
L' araai^ dalprimo
iftantc ,Che
il carobea
mirai,E
1-amor mio
coflantcHa
da morir conme
ISIon avverrà
che mai
Cangi il
mio
cor di tempre :•idolo
mio
fuTempre
,
L' oggetto di
mia
fc •pam^^
SCENA VI
Iv Trajsmede, poi Marope €on Guardie Tra.E'
Piacere ral voltaL'aver
compagni
nel fotFrir ....Ma
vieiteMerope
.Mer. In tuo potere
Dunque
è Anaflajadro ?' Tra. AvvintoE
il tradiror frà ceppi , altaRegina
.Mer. Giufti