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Sanità, migliorare è possibile di

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Academic year: 2022

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Sanità, migliorare è possibile

di Chiara Rivoiro, Illuminiamo la salute

L’integrità nel sistema di tutela della salute è quella linfa essenziale che da sempre ha consentito agli operatori della sanità del nostro Paese di occuparsi con rigore e qualità di uno dei beni più preziosi che ciascuno di noi possiede: la salute. L’attenzione rivolta negli ultimi anni alla trasparenza e alla prevenzione di ogni forma di illegalità in ambito sanitario è fattore particolarmente positivo, soprattutto per continuare a sostenere tutti coloro che, a diverso titolo e con competenze differenti, si sono adoperati per offrire ai cittadini servizi e prestazioni che, ancora recentemente, sono riconosciuti tra i migliori a livello internazionale.

È una tematica divenuta centro di studi, analisi, ricerche da parte di soggetti, enti, associazioni che a diverso titolo e in ambiti disciplinari differenti si stanno occupando di interpretare il fenomeno dell’illegalità in ambito sanitario: differenze si rilevano in particolare nell’obiettivo che tali lavori intendono raggiungere. Se da un lato esistono documenti che esprimono finalità di denuncia, di emersione dei fatti illeciti, dall’altro esistono realtà che intendono puntare le energie sulla prevenzione di qualsiasi forma di opacità possa intaccare l’ambito di tutela della salute pubblica, partendo da solide basi conoscitive della complessità di tale ambito. E’ questo anche il caso del progetto “Illuminiamo la salute”, nato nel 2012 (per approfondimenti si rimanda ai contributi ”La corruzione nella sanità” della senatrice Nerina Dirindin e “L’autodifesa civica. Vie e strumenti” di Massimo Brunetti della Asl di Modena, n.d.r.).

Obiettivo comune è lavorare insieme per sostenere quel cambiamento culturale e organizzativo necessario a prevenire tutte le forme di opacità, illegalità, corruzione e possibilità di infiltrazione criminale. Gli strumenti adottati sono la promozione di iniziative formative, di monitoraggio, di valutazione e di ricerca affinchè la prevenzione della corruzione non si limiti ad una mera applicazione della normativa vigente.

E in questa direzione si è posto anche il lavoro svolto per la redazione del Primo Rapporto sullo stato di attuazione delle azioni adottate dalla sanità pubblica in materia di trasparenza ed integrità, nato da una convenzione in essere tra Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) e Libera, presentato il 23 novembre scorso a Roma.

“A tutti gli operatori della Salute la cui correttezza e integrità morale è un fatto ordinario e quindi silenzioso. A questo silenzio operoso che guida la condotta e ispira il discernimento di molti e che non è mai oggetto di un Rapporto”. Queste le parole di Lucia Borsellino, responsabile anti corruzione presso Agenas, nella presentazione del Rapporto che vorrebbe rappresentare una prima traccia del possibile cammino da percorrere insieme a tutti coloro che intendono impegnarsi per rendere sempre più trasparente e libera da opacità la sanità italiana.

Dal Rapporto presentato emergono i dati a testimonianza del lavoro svolto dalle Aziende sanitarie italiane al fine di raggiungere gli adempimenti normativi (e non solo) in merito a trasparenza e anticorruzione: non tutte con la stessa intensità e rapidità. Ma dal Rapporto, gli autori vorrebbero emergesse l’attenzione che si vuole riservare non tanto alla denuncia e all’emersione dei fatti di illegalità o irregolari, quanto alla valorizzazione di esempi, pratiche, strumenti che sono risultati utili in alcune realtà e che possono dunque essere diffusi in tutto il territorio. Obiettivo prioritario infatti per chi intende proteggere il sistema sanitario pubblico in questo momento storico anche da tutte le possibili infiltrazioni dell’illegalità è sostenere quel patrimonio di relazioni, conoscenze, esperienze di impegno e servizio presenti all’interno della rete di tutela della salute: laddove esiste un terreno sano, che opera con etica professionale genuina, garantendo in primis la tutela dei diritti fondamentali, tra cui quello alla salute, è molto più difficile che possano insinuarsi opacità e illegalità. Ed è, invece, dove l’interesse privato viene perseguito a discapito di quello pubblico, dove regna il disordine amministrativo, dove non ci si sente parte di una comunità che opera per

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raggiungere obiettivi condivisi, che si possono creare le condizioni affinché i virus dell’opacità e della corruzione possano attecchire.

C’è quindi molto lavoro da fare per costruire delle reti di collaborazione a partire dai temi dell’etica e dei valori, al fine di aiutare le aziende sanitarie italiane a mettere al centro le persone e non i singoli interessi.

Si deve quindi trattare di reti che devono vedere coinvolti i cittadini, le associazioni di cittadini e di volontariato, gli ordini e i collegi professionali, i sindacati, le associazioni di categoria.

Il lavoro non manca.

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