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I Differenze di genere nel tromboembolismo venoso

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24 M.D. Medicinae Doctor - Anno XXVI numero 2 - marzo 2019

A ggiornAmenti

I

l tromboembolismo venoso (TEV) nella donna presenta al- cune peculiarità. Tra i fattori di rischio acquisiti ve ne sono alcuni che sono legati fisiologicamente al genere femminile: gravidanza, puerperio, utilizzo della contrac- cezione e della terapia ormonale sostitutiva. Queste condizioni au- mentano il rischio tromboemboli- co anche in giovane età, quando il rischio di avere tromboemboli- smo venoso è molto basso.

Adriana Visonà, Direttore UOC Angiologia, Azienda ULSS 2 Mar- ca Trevigiana ha illustrato a M.D.

le più recenti acquisizioni sul te- ma, che è stato oggetto di una relazione nel corso del convegno

“Sicurezza e malattie cardiova- scolari nella donna” (Milano, 15/11/2018) organizzato da Onda - Osservatorio nazionale sulla sa- lute della donna e di genere - in collaborazione con Daiichi Sankyo Italia.

La terapia anticoagulante, qualun- que essa sia, ha come obiettivo principale quello di ridurre le reci- dive, possibilmente con un basso rischio emorragico. La probabilità di recidiva di evento tromboem- bolico è minore nella donna, men- tre si è osservato un aumentato rischio emorragico, legato forse a condizioni patologiche più fre- quenti nelle donne.

þ Gravidanza,

contraccezione e TOS

“Per quanto attiene alle altre si- tuazioni che caratterizzano il ge- nere femminile, durante la gravi- danza il rischio di trombosi veno- sa e di embolia polmonare rap- presentano una delle principali cause di morbilità e mortalità materna - spiega Adriana Visonà.

Tra i fattori che aumentano se- gnaliamo: precedenti episodi di tromboembolismo venoso, abitu- dine al fumo, presenza di varici, obesità, utilizzo di tecniche di fe- condazione assistita, condizioni di trombofilia grave. Tuttavia il rapporto rischio-beneficio non porta a consigliare uno screening di trombofilia in tutte le gravide, senza storia o familiarità per TEV, dato che il rischio assoluto di TEV in gravidanza è comunque basso. Il puerperio rappresenta una condizione di rischio per tromboembolismo venoso anco- ra maggiore rispetto alla gravi- danza.

L’utilizzo di contraccezione con estroprogestinici è il fattore di ri- schio per tromboembolismo più frequente nella donna in età ferti- le, ma dobbiamo ricordare che comunque anche in questo caso il rischio assoluto è basso.

La terapia ormonale sostitutiva

dovrebbe essere valutata sulla singola paziente, considerando in- dicazioni, potenziali rischi trombo- embolici e preferenze della pa- ziente, includendo anche fattori di rischio aggiuntivi quali età, obesi- tà, storia di precedenti episodi tromboembolici o di condizioni di trombofilia congenita.

þ Altre condizioni

Un’altra condizione che potrebbe esporre la donna ad un aumenta- to rischio tromboembolico è la te- rapia ormonale a seguito di un tu- more mammario.

Infine vi sono trombosi venose lo- calizzate in sedi “non usuali” che prediligono il genere femminile, quali le trombosi venose cerebrali che sono appannaggio di giovani, soprattutto donne nel 75% dei casi, con fattori di rischio genere- correlati (uso di contraccettivi, gravidanza). Sono situazioni di particolare impegno perché la mortalità è elevata e un alto ri- schio di recidiva.

La donna però ha anche delle ca- ratteristiche favorevoli nell’ambito del TEV: la malattia, che sappia- mo essere cronica nella donna

‘recidiva’ con minor frequenza. Il

‘Registro Rieti’ conferma infatti che la donna ha un rischio minore di recidiva”.

n A

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Differenze di genere

nel tromboembolismo venoso

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Attraverso il

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