Preparazione, vantaggi ed utilizzo di
biocatalizzatori immobilizzati
Definizione di biocatalizzatori immobilizzati :
Enzimi o cellule che, seppur confinati fisicamente, conservano la loro capacità di catalizzare reazioni chimiche con efficienza
e specificità.
Ricordiamoci che non esiste una procedura universalmente impiegabile per l’immobilizzazione delle cellule microbiche. La scelta deve tener conto di fattori diversi, quali il tipo di cellula e
relativa applicazione, la stabilita’ del sistema e la tecnologia di processo.
Metodiche chimiche
Perché è conveniente immobilizzare un enzima?
PRINCIPALI VANTAGGI DERIVANTI DALLA IMMOBILIZZAZIONE:
•Interazione con il supporto può stabilizzare l’E
•Facilità di separazione dell’E dalla miscela di substrati (S) e prodotti (P)
•Possibilità e facilità di riutilizzo del catalizzatore
•Possibilità di confinare stabilmente un E in un ambiente chimico-fisico molto diverso dall’usuale
Immobilizzare un enzima (E) significa aumentano i costi di produzione! Ne deve valere la pena…
Un E
immè spesso un catalizzatore con proprietà diverse
dall’E
freeQualunque sia la specifica metodica impiegata per confinare un E nello spazio, le sue proprietà cinetiche o chimico-fisiche potranno risultare alterate
Eimm
Possibilità di condurre delle catalisi in condizioni non convenzionali Possibilità di nuove reazioni
Le caratteristiche fondamentali di una ottimale
procedura di immobilizzazione sono:
- Procedura innocua per la cellula microbica, l’operatore, l’impianto e l’utilizzatore finale;
- Tecnologia semplice;
- Ottenimento di un sistema immobilizzato che abbia lunga vita;
- Procedura economica.
Cellule microbiche immobilizzate in palline di alginato
Immobilizzazione passiva
Colonizzazione:
sfrutta il principio di immobilizzazione comeconseguenza dello sviluppo microbico su un supporto solido,
poroso, in cui risultano coinvolti meccanismi non del tutto chiariti.
Sfrutta la naturale tendenza delle cellule ad aderire ad un supporto solido. Scelta del materiale con approccio empirico! Effetto di shearing del liquido Da 0.001 a 3-4 mm
Adsorbimento:
viene definito come l’adesione della cellula alla superficie di un carrier tramite interazione elettrostatica.+ + + + + + Fenomeno questo particolarmente evidente in S.cerevisiae e C.utilis grazie
alla presenza di mannani nella loro parete.
Metodica molto usata nella pratica industriale nei processi che prevedono
l’uso di E in sistemi organici
(lipasi in solventi immiscibili in acqua)
Vantaggi: metodica molto semplice.
Svantaggi:non può essere utilizzata se Eimm deve
Immobilizzazione attiva
a) Legame covalente: si basa sulla
formazione di un legame covalente tra un supporto attivato e la cellula
Legame stabile, no problema di diffusione, possibilita’ di danneggiamento della cellula o di
inattivazione dell’attivita’ enzimatica.
Metodica spesso usata con Saccharomyces
cerevisiae.
Un’altra possibilita’ e’ quella di legare covalentemente un coenzima, un
Metodi di immobilizzazione mediante legami covalenti (1)
Uso di reattivi per il cross-link intermolecolare
Storicamente la prima metodologia di immobilizzazione sviluppata!
Vantaggi: facilità di reazione
Svantaggi: scarsa stabilità meccanica ed idrodinamica
dell’aggregato proteico possibile inattivazione covalente dell’enzima
(es. modifica di gruppi funzionali del sito attivo, irrigidimento della struttura)
Un reattivo frequentemente
impiegato è la glutaraldeide
Essa lega gruppi amminici liberi, molto frequenti sulla superficie delle proteine
Metodi di immobilizzazione mediante legami covalenti (2)
Legame su carrier pre-assemblati
Resine a matrice attivata per il legame covalente e di superficie dei gruppo amminici liberi
Resine attivate con bromuro di cianogeno
Supporti polisaccaridici
Vantaggi: il catalizzatore è confinato sulla superficie
gli addotti hanno proprietà compatibili con processi industriali
Svantaggi: possibile inattivazione covalente dell’enzima ingombro sterico del supporto
(utilizzo di bracci spaziatori per minimizzare gli effetti sterici)
Resine attivate con carbodiimmide
Intrappolamento: prevede l’intrappolamento in matrici
polimeriche, dispositivi a membrana, microcapsule. Le cellule sono miscelate all’agente immobilizzante prima che avvenga la
polimerizzazione.
Spesso non prevede la interazione tra il supporto e l’E (ciò può essere uno svantaggio nel caso in cui queste interazioni stabilizzino l’Eimm). Possibilità di dilavamento del catalizzatore
I pori del gel hanno dimensioni tali da consentire la diffusione del substrato e del prodotto ma non la
Per
l’intrappolamento possiamo usare:
Polimeri sintetici quali la poliacrilammide.
Possibilita’ di controllare la dimensione dei pori! Il monomero puo’ essere tossico per la vitalita’ cellulare. Limitata resistenza meccanica e costi
elevati. Esempio pratico: produzione di acido aspartico da parte di E.coli.
Possiamo
combinare varie metodiche tra di
loro!
Polimeri naturali quali agar, K carragenina, l’alginato.
L’agar mostra una scarsa resistenza meccanica. La K carragenina in molti casi ha sostituito la
poliacrilammide ma I migliori risultati sono stati ottenuti con l’alginato (sfere di 0.2-3 mm di
diametro). L’alginato mostra buone doti di
resistenza meccanica che pero’ possono venir meno in presenza di anioni. Esempio: produzione di
Materiali per la matrice (1)
Alginati
Organizzazione strutturale delle catene di alginato
a seguito della complessazione di ioni Ca
2+Un esempio di immobilizzazione mediante inclusione: la
preparazione di palline di calcio alginato
L’alginato di sodio forma soluzioni acquose, in cui può essere mescolato l’E da immobilizzare
La miscela viene quindi fatta gocciolare in una soluzione di CaCl2. Gli ioni Ca++
sostituiscono Na+ determinando
l’indurimento delle goccioline a formare palline “rigide”
L’immobilizzazione con calcio alginato è reversibile!!
Le palline possono essere ri-disciolte in una soluzione contenente un agente chelante quale EGTA o EDTA
Proprietà e parametri operativi degli E
immResa di immobilizzazione: indica la porzione dell’E che è stato immobilizzato
Stabilità operativa: esprime il numero di processi catalizzati dall’Eimm prima che la sua attività sia dimezzata
Performance: efficienza del processo catalizzato
Effetti di trasferimento di massa sui parametri cinetici
Effetti connessi all’impedimento alla libera diffusione dell’Eimm, dei substrati e dei prodotti di reazione (protoni compresi). Possono
derivare:
•Metodica di immobilizzazione (interazioni tra S, P e supporto)
•Dimensioni del carrier
•Concentrazione dell’E nella particella e sua distribuzione •Composizione del buffer di reazione
Giustificano le eventuali diverse
proprietà cinetiche dell’Eimm rispetto
all’Efree e la diversa dipendenza dell’attività dell’Eimm/pH
E’ fondamentale minimizzare l’impatto di questi
effetti!!!
Esempi di applicazione degli E
immProduzione di acido 6-aminopenicillanico (6-APA) da PenG
6-APA è il substrato di partenza per la sintesi chimica delle Pen semisintetiche! L’E (penicillina amidasi o acilasi) è
immobilizzato su carrier mediante legami covalenti
La reazione è condotta in reattori STR dotati di piastre a setaccio che consentono la
separazione dei S/P dall’Eimm
Lo stesso catalizzatore è utilizzato per svariati cicli di produzione finchè l’attività dell’Eimm
non risulta dimezzata
Il CONSUMO di Eimm risulta pari a 10 (mg enzima)/(kg 6-APA prodotto)
Ad alte concentrazioni di PenG (268 mM) l ’ efficacia del sistema e ’ particolarmente elevata. Quando la concentrazione di S si riduce, la velocità di reazione di Eimm scende quasi a 0 per l ’ insorgere di altri fenomeni (inibizione da prodotto)
Esempi di applicazione degli E
immBiosensori
Sensore elettrochimico basato su l’attività di un E, ottenuto depositando un sottile strato di Eimm sulla superficie della membrana di un elettrodo. L ’ analita da determinare diffonde nello strato e raggiunge l ’ E che nell’espletamento dl suo ciclo catalitico consuma un S o genera un P rilevabile elettrochimicamente. Il segnale elettrochimica verrà correlato infine alla concentrazione dell’analita nella soluzione incognita
Vantaggi: affidabilità
specificità, sensibilità accuratezza,
facilità d’uso basso costo
Biosensori per la determinazione ematica del glucosio
Sensore elettrochimico basato su l’attività della Glucosio ossidasi
L’E è ridotto durante la reazione; nel riossidarsi genera H2O2, la specie attiva elettrochimicamente
Sistemi per il rilascio regolato di insulina Membrana rigonfiabile pH sensibile: permeabile all’H2O e al glucosio a pH neutro permeabile anche all’insulina a pH acidi
Reservoir contenente b-glucosidasi e insulina
Alte concentrazioni di glucosio determinano elevata attivita’ dell’enzima con innalzamento del pH nella microcapsula
I successi ottenuti nei processi che prevedono l’impiego di microrganismi in forma immobilizzata, hanno reso
competitivo l’utilizzo delle cellule intere rispetto ai singoli enzimi!
Questo approccio assume particolare importanza nei processi in cui ci sia l’esigenza di una continua rigenerazione di
cofattori delle attivita’ enzimatiche. Nel caso delle cellule la rigenerazione dei cofattori e’ una conseguenza del
metabolismo cellulare.
Le tecniche di intrappolamento in polimeri sono risultate soddisfacenti sia nell’attivita’ che nel
reimpiego delle cellule usate coma biocatalizzatori