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2 Capitolo 2 ERP e gli altri Sistemi Informativi

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Academic year: 2021

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2 Capitolo 2

ERP e gli altri Sistemi Informativi

Prima di parlare dello scopo della tesi in questo capitolo sono esposte alcune informazioni sui sistemi informativi e sulle loro proprietà e di come possono interagire fra di loro per poter capire meglio come funzionano le attività all’interno dell’azienda che poi saranno spiegate in seguito.

Nella prima parte del capitolo, dopo una breve descrizione di cose è un sistema informativo e dei sui componenti saranno esposte le caratteristiche di un Legaci System e con maggior approfondimento dei sistemi ERP.

Nella seconda parte sono spiegati cosa sono i Data Warehouse e Data Mart per il supporto al Business Intelligence e non solo.

Tutto quello che viene spiegato a livello generico in questo capitolo, verrà poi ripreso al livello specifico del Nuovo Pignone.

2.1 Il Sistema Informativo Aziendale

Il sistema informativo aziendale è costituito dall’insieme di strumenti HW/SW che permettono di gestire in maniera automatizzata l’informazione aziendale.

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Le componenti del Sistema Informatico Aziendale possono essere divise in due categorie:

• Applicazioni Transazionali: sono i sistemi e le procedure informatiche di supporto all’attività operazionale quotidiana. Le applicazioni che rientrano in questa categoria sono i Sistemi Legacy e gli Enterprice Resource Planning (ERP).

• Decision Support System (DSS): Sono i sistemi e le procedure informatiche di supporto alle scelte strategiche dei dirigenti. In questa categoria rientrano le applicazioni di reportistica statica, le applicazioni di Data WareHousing (o meglio le applicazioni OnLine Analitic Processing: OLAP).

2.2 I Sistemi Legacy

In passato ogni volta che l’azienda voleva informatizzare una procedura del proprio sistema informativo e via via che la tecnologia disponibile lo permetteva, al

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Sistema Informatico Aziendale veniva aggiunto un nuovo sistema (o applicazione) che implementava tale nuovo servizio.

Ogni applicazione si occupava solo di supportare una singola specifica procedura aziendale senza interessarsi e tenere conto dell’eventuale presenza di altre applicazioni informatiche presenti nel sistema informatico aziendale. Ogni applicazione in genere utilizzava una propria base di dati indipendente da quella delle altre applicazioni e la gestiva e organizzava secondo una propria specifica (base di dati relazionale, base di dati gerarchica, file di record in formato proprietario ecc.), un esempio è quello riportato in figura.

L’incompatibilità tra le varie applicazioni era aggravata dal fatto che ognuna di esse si basava sulla migliore tecnologia disponibile al momento in cui era stata sviluppata quindi accadeva spesso che utilizzassero HW e sistemi operativi differenti, differenti protocolli di rete, differenti interfacce utente ecc.

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Fino all’inizio degli anni ’90 quindi i Sistemi Informatici Aziendali erano costituiti da un insieme disordinato di sistemi tra loro indipendenti ed incompatibili. Questo modo di gestire le informazioni ha portato ad una serie di problemi :

• Ridondanza e mancanza di coerenza dell’informazione. La stessa informazione può risiedere in sistemi diversi ( ancore oggi le aziende usano i Legacy System). Inoltre accade spesso che sia anche rappresentata in maniera diversa.

• Manca una visione d’insieme dell’informazione (ossia una visione integrata orizzontale dell’azienda). Ad es. il concetto di “cliente” può significare una cosa per l’utente di un sistema ed un’altra cosa per l’utente di un altro sistema.

• I sistemi per la gestione delle transazioni (On Line Transaction Processing: OLTP) non sono distinti da quelli per l’analisi (OLAP). Ora possiamo quindi dare la seguente definizione di Sistema Legacy:

Un sistema (o applicazione) che continua ad essere usato perché è troppo costoso rimpiazzarlo o risvilupparlo. Ciò comporta che il sistema è complesso, monolitico e difficile da modificare. (Estratto del Foldoc Dictionary)

2.3 I sistemi ERP

2.3.1 La suite ERP

L’acronimo ERP (Enterprice Resource Planning) è stato coniato agli inizi degli anni novanta dal Gartner Group per indicare una suite di moduli applicativi integrati che supportano l’intera gamma dei processi dell’impresa. Oggi una suite completa comprende decine di moduli applicativi che possono essere schematicamente classificati nei tre moduli core settoriali, moduli core intersettoriali e moduli extended.

Uno schema generale della suite ERP e nella figura seguente, dove la suite ERP è rappresentata da uno schema a T. I moduli settoriali sono la “gamba” della T, in quanto rappresentano la verticalizzazione delle applicazioni in ogni singolo settore industriale. La barra è formata dai moduli intersettoriali, in quanto orizzontali rispetto ai settori industriali, e dai moduli extended, che integrano

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l’azione degli ERP verso il mondo dei clienti e dei fornitori. La figura riporta anche un sommario elenco dei titoli dei principali moduli, che sono illustrati.

2.3.1.1 Moduli core intersettoriali

I moduli core intersettoriali sono sostanzialmente invarianti rispetto ai singoli settori industriali; in generale, informatizzano le attività aziendali di supporto.

I moduli istituzionali, così detti in quanto riflettono la regolamentazione pubblica, servono le attività amministrative, come la contabilità civilistica, la contabilità gestionale e la finanza aziendale, e la gestione delle risorse umane.

I sistemi direzionali comprendono una serie di moduli che servono i processi, appunto, di conduzione manageriale dell’impresa, come la pianificazione strategica, la programmazione e il controllo del budget, analisi dei costing, reporting.

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Sono intersettoriali, perché trasversali ai settori industriali, anche ai moduli applicativi che pianificano e controllano le attività dei progetti ed elaborano la contabilità degli investimenti.

Fra questi moduli va anche incluso quello del portale Aziendale che offre un accesso via Web alle informazioni aziendali.

L’alta uniformità dei moduli intersettoriali ha favorito l’industrializzazione dell’offerta ERP in termini di qualità/costo; per conto, il cuore del sistema informativo aziendale è dato dai moduli settoriali.

2.3.1.2 Moduli core settoriali

Le suite settoriali comprendono normalmente i moduli che supportano normalmente le attività primarie dell’azienda, tipiche del settore; sono molto diversificate, poiché riflettono la peculiarità d’ogni settore.

Molto spesso queste suite, almeno per l’ambito manifatturiero, comprendono una serie di moduli che servono ai processi d’approvvigionamento, produzione e vendita ai livelli di pianificazione, gestione degli ordini, attività fisiche.

Le suite settoriali sono numerose ed è conseguentemente elevato il costo sostenuto dai vendor per concepirle, realizzarle e mantenerle nel tempo. Non sorprendentemente, l’effettiva completezza delle suite settoriali è piuttosto variabile. In generale, è massima nel settore del manufacturing, mentre è più limitata in altri settori, come banche e pubblica amministrazione, dove la suite includono un limitato numero di moduli, ma che stanno man mano prendendo piede negli ultimi anni.

2.3.1.3 Extended ERP

L’extended ERP è formato da una serie di moduli che gestiscono le transazioni interaziendali e, più in generale, fra più aziende e clienti o fornitori.

In generale, queste suite supportano il ciclo di vita del prodotto (PLM,

Product Lifecycle Managment) la catena dell’approvvigionamento (SCM Supply Chain Management ) le interazioni con il cliente (CRM Customer Relationship Management), l’ E-procurament e forniscono infrastrutture informatiche ai

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cosiddetti Market Place. Queste suite sono apparse sul mercato a partire dal 1995 come applicazioni indipendenti e separate dagli ERP core: con gli anni 2000, sono state integrate.

Il valore distintivo dello schema ERP extended è l’integrazione fra transazioni interaziendali ed transazioni interne. Ad esempio, la suite ERP core sono integrate con i moduli CRM, che gestiscono i canali di contatto con i clienti ( call center, internet,agenti, negozi). L’integrazione fra CRM ed ERP core assicura l’effettiva esecuzione delle richieste del cliente. In altri termini, i sistemi CRM e ;in generale, i sistemi interaziendali formano il front end dell’azienda verso i clienti e fornitori, mentre i sistemi ERP core formano il back-end.

Con l’estensione dello schema ERP le aziende quindi hanno a disposizione una vasta gamma molto ampia d’applicazioni informatiche; infatti:

• Le suite core informatizzano le attività aziendali interne di livello operativo e direzionale;

• Le suite extended informatizzano le transazioni internazionali verso fornitori e clienti.

2.3.2 Caratteristiche generali dei sistemi ERP

Negli ultimi anni l’adozione dei sistemi ERP è risultata essere una delle strategie più ricorrenti adottate dalla maggior parte delle aziende, italiane e non. La maggioranza delle installazioni finora realizzate riguarda il settore manifatturiero, anche se aumenta man mano anche l’interesse di altri settori aziendali come Finanza, Public Utilities e Telecomunicazioni.

2.3.2.1 Innovative architetture client-server a 3 livelli

I package ERP, tipicamente costruiti modularmene e in architettura client-server, sono divenuti un’importante risorsa per le aziende interessate all’integrazione delle soluzioni.

Grazie a questi sistemi è possibile ottimizzare la velocità di risposta ai mutamenti del mercato, gestire in modo più efficiente e più efficace i processi interni ed esterni, diffondere e controllare le informazioni.

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2.3.2.2 Sviluppo di tipo industriale.

I software ERP sono prodotti industriali sviluppati come package da produttori specializzati .

Le metodologie di sviluppo sono rigorose, certificate, affidabili, e correlate ad ampie documentazioni standard. Ciò è di garanzia:

− Manutenibilità: in quanto la documentazione standard permette di modificare il sistema anche a distanza di tempo

− Affidabilità: in quanto le metodologie di sviluppo testate sono tese a garantire il mantenimento dei requisiti qualitativi nel tempo ed inoltre sono il frutto dell’esperienza derivante dall’adozione da parte di moltissime aziende.

− Aggiornamento: in quanto le modalità di sviluppo adottate permettono agevoli e frequenti update, in termini di nuovi moduli e/o di nuove funzionalità interne agli stessi.

L’adozione di soluzioni ERP consente di gestire in modo sempre più attento e puntuale l’impresa. Si può però generare il problema dell’overload informativo. Infatti, è sempre più difficile distinguere in mezzo ai dati relativi ad ogni aspetto dell’operatività dell’impresa quelli che interessano i manager per prendere decisioni giuste per l’azienda stessa.

Alcune innovative applicazioni dei package ERP sono orientate a divenire i nuovi strumenti di supporto decisionale. Molti tra i più importanti produttori dei sistemi ERP offrono strumenti di analisi dei dati all’interno delle proprie applicazioni, mentre altri li propongono come prodotti indipendenti. Ciò sia a livello di controllo operativo sia a livello di controllo direzionale.

2.3.3 Le caratteristiche chiave

I vari software di tipo ERP presentano sostanzialmente 4 caratteristiche base relativamente alla struttura logica sottostante ed alle specifiche funzionali:

− La modularità del pacchetto

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− L’unicità del database e l’integrazione informativa − La configurabilità del sistema.

Modularità

I sistemi ERP sono costituiti da più moduli, in grado di funzionare anche separatamente. Tali moduli gestiscono tipologie e parti di transazioni.

Le varie applicazioni si differenziano l’una dall’altra in base alla rilevanza data a ciascun modulo.

La modularità permette a un impresa che voglia automatizzare solo alcune aree di farlo selettivamente e progressivamente, senza dover necessariamente rinnovare tutto l’intero sistema informativo. Si può quindi iniziare da aree particolarmente indicate, in quanto gestite da sistemi informativi obsoleti ovvero particolarmente critiche per il successo aziendale; anche se si perdono comunque i vantaggi che si avrebbero da un introduzione completa, una progressiva introduzione dei vari moduli permette di diluire i costi e i rischi di un investimento estensivo.

I moduli sono fra loro interrelati in modo da realizzare una vera integrazione delle attività. Sul piano dell’integrazione delle attività, in un sistema ERP, le procedure operative riferite ai diversi eventi gestionali, vengono sistematicamente correlate in modo da creare catene di processi; qualsiasi transazione avviata in un modulo applicativo comporta automaticamente il relativo aggiornamento dei dati inerenti a quella transazione in tutti i moduli correlati.

Presenza di un business model

Il funzionamento dei vari moduli del sistema ERP fa riferimento ad un preciso business model, cioè uno schema che descrive e comprende e descrive tutti i processi operativi implementati nel software.

I vari produttori propongono business model differenti secondo il settore in cui l’azienda opera, ispirandosi a la più best practices delle aziende maggiormente competitive.

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La presenza di un business model fornisce alle software house un progetto unitario per lo sviluppo e l’interconnessione dei vari moduli (sottoprogrammi che formano il pacchetto)

Inoltre, per gli utenti, il business model costituisce una importante linea guida nel caso in cui si voglia sfruttare il software ERP come leva per il reengineering dei proprio processi, riallineandoli con quelli adottati dalle imprese leader del settore. I business model si sviluppano secondo alcune caratteristiche comuni ad altre specifiche, tipizzate sul settore di riferimento (template).

Unicità del database

Le soluzioni ERP nascono, per loro natura, già integrate sotto il profilo dell’architettura informatica e della struttura logica.

L’integrazione riguarda sia la standardizzazione dei dati sia le relative modalità di accesso e scambio.

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La base dati unica è una conquista sostanziale degli ERP che ha molti ed importanti vantaggi (esempio in figura 2)

Tutti i moduli ERP leggono e scrivono su di un unico database. Le cosiddette caratteristiche di “integrazione” degli ERP discendono proprio da tale caratteristica architetturale.

L’utilizzo di un'unica struttura di memorizzazione costringe a risolvere i problemi di integrazione ed a definire i vari oggetti di analisi in modo univoco a livello aziendale. Le varie applicazioni lavorano su tale unico database senza il problema della duplicazione o dei disallineamenti.

Si evita inoltre, il proliferare dei dati statistiche gestionali tratte da sistemi informativi aziendali non ufficiali, spesso fonte di ambiguità informativa.

L’unicità del database permette di evidenziare in tempi rapidissimi la presenza di eventuali conflitti fra dati o vincoli o condizioni memorizzati al suo interno.

L’unicità del database non implica una condivisione non strutturata e non gestita delle informazioni. Il sistema ERP può essere configurato in modo tale da permettere ai diversi operatori di vedere e soprattutto modificare alcune tabelle o specifici campi.

Il database di riferimento sarà altamente articolato, in quanto le varie transazioni, come pure i vari oggetti di analisi come fatti e dimensioni dovranno dettagliatamente essere descritti, per questo motivo ci sarà una fase di caricamento del database alquanto critica e laboriosa che alla fine porta ad un vantaggio in termini di tempi e costing di processing, nonché di qualità e affidabilità delle elaborazioni.

L’integrazione delle informazioni permette una riduzione sia dell’incertezza sia dell’equivocità legata ai contesti decisionali.

Ciò non è possibile nelle tradizionali architetture ad isole, dove le basi dati sono separate e i dati comuni sono sincronizzati attraverso periodici processi di allinamento, così come abbiamo visto prima parlando dei Legacy System.

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La configurabilità del sistema

I sistemi ERP sono generalmente venduti dalle software house quali applicativi di base, da configurare in base alle specifiche esigenze e caratteristiche aziendali; ciò in termini di architettura informatica, struttura organizzativa, procedure operative adottate, obiettivi del business. Tale attività è svolta attraverso opportune “tabelle di configurazione”, che permettono di adattare le funzionalità del generico pacchetto gestionale alle esigenze aziendali.

Tale aspetto attribuisce flessibilità alle soluzioni ERP, in quanto lascia all’utente finale la possibilità di definire le caratteristiche finali dei moduli attivati, in accordo con la struttura dei processi.

Configurare un sistema ERP significa fare in modo che le caratteristiche dl package siano il più conformi alle caratteristiche strutturali e procedurali dell’impresa, onde evitare gravose riprogettazioni.

I vari interventi di configurazione partono a livello macro e riguardano : • Aspetti strettamente tecnici

• Aspetti di modellazione generale • Aspetti di tipo funzionale

La configurazione prosegue poi nel dettaglio, sono definiti i processi lavorativi nelle loro varie fasi e attività, output e risorse, i dati anagrafici, le loro caratteristiche delle transazioni, i documenti associati e la reportistica.

Gli ERP sono di norma dotati di una serie di parametri standard prefigurati, tali da poter adattare alle struttura procedurali di ogni impresa; ciò rientra nella filosofia di standardizzazione che caratterizza tali tecnologie, che ha per obiettivo il risparmio di tempi e costi nella fase di implementazione, rispetto ad un sistema di misura.

A volte può succedere però che le opzioni previste non riescano a soddisfare le esigenze operative dell’impresa, in tal caso possono essere realizzate due alternative possibili:

• Fare ricorso a d ulteriori applicazioni per colmare le lacune.

• Far modificare al produttore il sistema ERP di base secondo le esigenza aziendali ma questo potrebbe portare all’inutilizzo di futuri upgrades che l’azienda produttrice potrebbe realizzare.

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2.3.4 La trasformazione dell’impresa

2.3.4.1 La griglia di trasformazione

La diffusione degli ERP è evidente nei numeri ed è evidente nella trasformazione delle imprese. Una volta lenta, con una produzione inflessibile ed approvvigionamenti rigidi, in due decenni sono diventate capaci di gestire ordini personalizzati, lungo tutto il ciclo dal cliente finale al fornitore. E questo con scorte molto minori e una produttività molto maggiore. In generale, le caratteristiche degli ERP hanno contribuito a una serie di trasformazioni e queste trasformazioni,a loro volta, hanno generato, in varia misura, alcuni vantaggi. Le trasformazioni rilevabili appaiono riguardare i processi gestionali a diversi livelli:

• i processi aziendali di livello operativo • i processi aziendali di livello manageriale • in processi interaziendali

• modello di business (la trasformazione però appare molto più sfumata e controversa).

Qui di seguito riportiamole caratteristiche delle trasformazioni del modello di business.

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2.3.4.2 Trasformazione dei processi operativi

Con “trasformazione dei processi operativi” si intende si intende un cambiamento dei processi che né migliorano l’efficienza e l’efficacia.

Grazie alla loro prescrittività gli ERP dovrebbero cambiare l’organizzazione aziendale.

Portare ad un organizzazione “processava”, più agile e flessibile, non parcellizzata. Orientata a dare valore al cliente, con personale versatile e polivalente, in grado di svolgere un ampio ventaglio di attività (tabella 1).

Variabile Evoluzione

Flusso delle attività o Minor numero di passi o Minor durata del processo

Organizzazione operativa

o Arricchimento delle mansioni o Deparcellizzazione del flusso

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Personale o Versatilità operativa Sistema di

incentivazione e controllo

o Obiettivi di servizio al cliente o Obiettivi di performance sui

processi gestionali

I risultati dei processi ERP indicano che l’evoluzione processava esiste, ma parziale e condizionata da una serie di fattori; più precisamente:

Tabella 1 (Evoluzione Processava delle variabili organizzative)

• La trasformazione dei processi avviene e ne riguarda sia l’efficienza sia l’efficacia;

• Un approccio sistemico al cambiamento, insieme con un iter di progettazione cauto, graduale, burocratico possono portare al successo, in quanto minimizzano il rischio;

• Per ottenere veramente la trasformazione sono necessari un orientamento informatico appropriato del management e un ben orchestrato lavoro d’attori organizzativi che facilitano il cambiamento; l’organizzazione e la gestione, nel senso più ampio, del termine sono cruciali per il successo e il fallimento dei sistemi ERP;

• Un’elevata trasformazione dei processi connessa all’adozione di ERP, aumenta il rischio di progetto, e richiede il presidio di un’ampia gamma di fattori di successo

In parole più semplici, molto spesso a un progetto informatico come l’uso di un ERP viene accompagnato da un progetto organizzativo.

La migliore qualità e il minor costo dell’informazione offrono un’opportunità anche per la trasformazione del processo decisionale.

Secondo alcune teorie l’IT può ampliare il ruolo del management operativo (empowerment) ed accorciare le linee gerarchiche, introducendo un ciclo di controllo più breve e basato sulla collaborazione.

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2.3.4.3 Trasformazione dei processi aziendali

I processi interaziendali includono un arco ampio di relazioni che spazia dalle transazioni interaziendali, alla gestione interaziendale dei processi (scambi di informazione), a processi interaziendali a sistemi di conoscenza condivisa.

Tale ambiente di lavoro riguarda primariamente i moduli extended ERP. In primo luogo i moduli che gestiscono le transazioni con i fornitori e partner permettono di realizzare sistemi inter-organizzativi per la cooperazione fra più aziende mediante condivisione di informazione (e-procurement), governo dei flussi interaziendali di fornitura, reti per svolgere un compito e servizio comune. Anche in questo caso, per ottenere una reale trasformazione, il progetto implementativo va integrato con un progetto logistico-organizzativo e una valutazione sul business model correlato.

In primo luogo, i moduli CRM modificano sia il modo in cui l’azienda risponde al cliente sia il modo con cui il cliente interagisce con l’azienda. La trasformazione avviene attraverso l’attivazione di nuovi canali e delle corrispondenti tecnologie e da sistemi per l’automazione delle forze di vendita.

Le funzionalità di un modulo ERP (CRM) interessano quindi le aree di attività “classiche” del marketing, delle vendite e del servizio post-vendita il software CRM può rientrare nelle categorie denominate:

• TEM (Technology Enabled Marketing) per la gestione del prodotto e del brand, per l’analisi del mercato e per il marketing via web;

• TES (Technology Enabled Selling system) per la gestione di televendita, vendita via web e supporto alle vendite.

• CSS (Customer Service e Support system) per la gestione dei contratti, per la gestione dell’assistenza e per la gestione di ricambi.

2.3.4.4 Trasformazione del modello di business

Una trasformazione del modello di business implica la sostanziale innovazione del modello esistente. In sintesi, l’IT:

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• Determina la domanda di nuovi prodotti e servizi

• Permette di sviluppare nuovi business a partire dai business esistenti.

La trasformazione è un’opportunità non di tutte le aziende, ma solo di alcune, che sono connotate da una elevata intensità informatica del prodotto e dei processi. In secondo luogo, l’esistenza dell’opportunità non implica senz’altro il suo perseguimento. Il perseguire un’opportunità riflette la strategia competitiva della singola azienda.

La trasformazione del modello di business passa attraverso i sistemi di interazione con il cliente o con il fornitore. In questo caso il contributo specifico degli ERP core è limitato. Tuttavia, un nuovo modello di business richiede anche (la progettazione di ) un’efficace catena del valore, che garantisca all’azienda la necessaria redditività. Tale requisito implica, a sua volta, una rivisitazione dei processi operativi interni ad una specifica strategia ERP extended.

2.4 Data warehouse e Data Mart

Per estrapolare informazioni strategiche dalla vasta mole di dati transazionali presenti nei sistemi informatici aziendali sono state introdotte nuove applicazioni di supporto decisionale tra cui: Data WareHouse e Data Mart. Il Data WareHouse non comporta l’inserimento di nuovi dati all’interno del sistema informatico aziendale ma si occupa di riorganizzare, integrare, filtrare, aggregare i dati già disponibili per tranne informazioni strategiche di sintesi.

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2.4.1 Data Warehouse

Elemento centrale di un sistema informativo è il Data Warehouse.

Un magazzino in cui i data estratti dalle diverse fonti, aggregati, omogeneizzati e resi consistenti sono mantenuti in forma storica. Il sito viene appositamente strutturato, progettato e costruito. I Data Wharehouse sono un ulteriore potenziamento del sistema informativo aziendale; non sostitutivo del precedente sistema operazionale ma completamento dello stesso attraverso l’integrazione e la strutturazione apposita, atta al supporto degli ambienti di analisi tipici della scienza decisionale. Un sistema decisionale si basa su uno o più sistemi operazionali. Tipicamente sono Data Base relazionali già in opera, in grado di gestire le operazioni transazionali che avvengono all’interno dell’azienda, ma, anche esterni quali andamenti di borsa, o ancora le informazioni cartacee che tuttora assillano molti impiegati.

I Data Warehouse risolvono i problemi utilizzando una tecnica cosiddetta in-advance, ossia prevedendo le richieste dell’utente. Questa tecnica si sviluppa attraverso la cattura dei dati dalle fonti distribuite, integrandoli e immagazzinandoli in un deposito con facilitazioni per l’accesso e l’interrogazione. La soluzione Data Warehouse è consigliabile quando esistono delle precondizioni che ne facilitano l’utilizzo e l’installazione.

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Le interrogazioni poste dagli utenti debbono agire su un’anticipabile porzione delle informazioni raggiungibili; in pratica è necessario sapere quali dati, tra quelli a disposizione sono interessanti per l’utenza.

Gli utenti necessitano di bassi tempi di risposta e non sono interessati ad avere le informazioni aggiornate, desiderano un accesso a copie private e statiche delle informazioni, non soggette a variazioni.

Una volta riunite le informazioni desiderate si possono eseguire tutta una serie di ottimizzazioni in maniera da diminuire i tempi di esecuzione delle interrogazioni.

Un’implementazione di Data Warehouse è veramente efficace solo se fornisce agli utenti finali gli strumenti utili per ottenere informazioni specifiche, necessarie a sostenere i vari processi decisionali aziendali. In altre parole, il Data Warehouse si impone come strumento strategico se le varie direzioni funzionali alle quali è destinato possono accedere ai dati secondo principi di analisi multidimensionale. In generale si può affermare che una misura di bontà di una tale soluzione non è data soltanto dalle prestazioni in termini di tempo di esecuzione, ma di quanto facilmente gli utenti finali possono ricevere conoscenza dei dati. Non solo rispetto alle informazioni registrate (ad esempio i fornitori o i clienti) ma sul business e sulla natura.

2.4.2 Approfondimenti sul Data Warehouse

Lo sviluppo di soluzioni di Data Warehousing è opportuno che non avvenga attraverso un reengineering completo di strutture ed applicazioni già esistenti, soprattutto a livello operativo, perché si appoggia “sopra” un sistema informativo operativo, preso come base di riferimento.

Commentiamo la seguente (esaustiva) definizione di DW :

“Un Data warehouse è una collezione di dati subject –oriented, integrata, dinamica e stabile,eventualmente ridondante, di sostegno nella gestione delle decisioni.”

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Un Data Warehouse è orientato ai soggetti (dimensioni e fatti, tempificati e gerarchizzati) che determinano le scelte dei manager, quali ad esempio: i clienti, i fornitori, le vendite e gli acquisti Il Data Warehouse permette di raggruppare e confrontare i soggetti tra loro. I soggetti vengono rappresentati a livello logico nel Data Warehouse con una serie di tabelle collegate tra loro tramite relazioni.

I dati sono organizzati per soggetti (o argomenti) principali.

Ogni soggetto è rappresentato astrattamente come un cubo n-dimensionale (ipercubo), in modo migliore possiamo dire che per ogni determinato soggetto la base di dati è costituita da un insieme di punti (i singoli fatti) in uno spazio n-dimensionale (l’ipercubo). Ogni punto (meglio cella) del cubo contiene misure numeriche che quantificano il fatto da diversi punti di vista. Ogni asse dello spazio rappresenta una dimensione di interesse per l’analisi. Una dimensione può essere un qualsiasi insieme di valori (numerici e non) finito e discreto. Ogni singolo fatto è quindi identificato univocamente da una n-pla di valori dimensionali (coordinate) La multidimensionalità è un aspetto fondamentale che contraddistingue la rappresentazione concettuale dei Data WareHouse, riportiamo di seguito un esempio di ipercubo.

La più importante delle caratteristiche di un Data Warehouse è l’integrazione. Essa nasce dalla necessità di dare coerenza ai dati provenienti da diverse applicazioni progettate per scopi diversi.

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La caratteristica di integrazione è riconducibile alla proprietà di correttezza

semantica della base di dati, cioè di eliminazione dei mismatch tra differenti

schemi, forme, codifiche usate a livello operativo. La coerenza dei dati contenuti deve essere a livello di impresa e non di unità organizzativa. Ciò significa, ad esempio, che non possono esistere dati diversi associati ad uno stesso nome (del campo, nelle tabelle).

Dinamica (time-variant): al momento dell’immissione nel DW ogni dato viene codificato per una sua rintracciabilità temporale, utile per l’analisi storica; al contrario, i dati operativi sono sovrascritti, in quanto perdono rapidamente di significato. Altra importante caratteristica di un Data Warehouse è quindi la dipendenza dal tempo.

I dati possono invece essere visti come delle sofisticate foto istantanee (snapshot) fatte in determinati momenti, perciò tengono conto anche della storia dei soggetti. Un Data Warehouse deve sempre contenere qualche elemento di tempo.

Ridondante (normalizzazione e denormalizzazione): un’eventuale ridondanza può semplificare la consultazione; tipica è la presenza di dati a vari livelli di aggregazione (sintetici per una visione globale di un fenomeno-manager alto livello, analitici per una migliore comprensione delle determinanti degli stesso-quadri intermedi). Necessaria, ovviamente, è la coerenza dei dati.

Ovviamente avere dei dati ridondanti nel DW porta da uno spreco di risorse per quanto riguarda le dimensioni dei file e questo è il prezzo da pagare per ottenere migliori prestazioni nei tempi di risposta all’end-user.

Stabile (non volatile): il DW è un dispositivo di dati storici; i dati immessi sono quindi stabili, non soggetti ad ulteriori modifiche (updating). Sono, infatti, immagazzinati dati che si riferiscono a periodi trascorsi, eventi chiusi, che vanno a formare una risorsa stabile per report coerenti ed analisi comparative. In altre parole, possiamo affermare che la struttura di memorizzazione dei dati è orientata alla consultazione e non all’aggiornamento delle informazioni. I dati operativi ad operazioni e attività in corso sono contenuti nei DB operativi ove sono soggetti a continue attività di inserimento, cancellazione, modifica.

La costruzione di un DW deve seguire specifiche regole, in base alle esigenze informative direzionali; attività critiche del processo di trasformazione dei

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dati operativi in dati utili da immettere nel DW sono quelle di tempificazione e selezione.

L’intervallo temporale minimo (granulo) dell’informazione direzionale è infatti maggiore od uguale a quello dell’informazione operativa e solamente alcuni dei dati di partenza sono utili per produrre informazioni direzionali.

La granularità delle misure di un fatto è il grado di sommarizzazione della singole unità di dati contenute nel DW. Più i dati sono dettagliati e minore è il grado di granularità, più i dati sono sommarizzati e maggiore è il livello di granularità (sistemi OLTP).

Dal Data Warehouse possono avere origine i Data Mart. Essi sono dei databases contenenti dati raccolti in vista di un uso specifico. Un Data Mart è posto sulla capacità di venire incontro alle esigenze di particolari gruppi di utenti in termini di dati raccolti, presentazione delle informazioni, semplicità d’uso.

Quella sopra riportata è l’architettura di un Data Warehouse e Data Mart Mentre i sistemi OLAP, online analytical processing sono di applicazioni che, agendo su una base dati preesistente, consentono agli analisti di estrarre e correlare i dati in modo da generare una gran varietà di punti di vista e di associazioni. Le applicazioni di tipo OLAP conservano i propri dati in database

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Con un brevissimo accenno ai sistemi OLAP termina qui la descrizione dei vari sistemi informativi in modo che la descrizione delle attività di gestione di una commessa da parte dell’azienda Nuovo Pignone risulti essere più chiara.

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