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attico e addirittura su una lucerna di tipo greco29. A Caere- Vigna
Parrocchiale è doppiamente presente, inciso in precottura sulla superficie
interna dell’orlo di due olle di età arcaica e tardo arcaica30. Rimanendo in
Etruria Meridionale, si possono citare esemplari da Veio- Campetti (su patera), Veio- Macchiagrande (su una patera di bucchero), S. Giovenale, Tarquinia, Orte, Volsinii, Vulci. Non mancano esempi dall’Etruria settentrionale, come quelli di Poggio Buco e di Sovana, e addirittura dall’Etruria padana, precisamente a Marzabotto su ciotole e ciotole- coperchio in argilla depurata, ma anche su ciotole in impasto grossolano e
sul bordo esterno dell’orlo di un’olla d’impasto grezzo.31 Il confronto con
Marzabotto è interessante non solo perché si tratta di un centro geograficamente periferico, ma anche perché anche nella città padana è presente un quartiere sorto poco prima del V sec a.C. con abitazioni e officine metallurgiche, per la lavorazione del ferro che hanno restituito numerose ceramiche di produzione locale, ma anche di importazione. Inoltre la documentazione epigrafica di Marzabotto presenta maggiori affinità con l’Etruria Settentrionale, in particolare con un’area piuttosto vasta che comprende Populonia, Volterra, Chiusi, Arezzo, ma anche Roselle e Vetulonia: questo non deve sorprendere se si tiene conto che le norme ortografiche e le tradizioni scrittorie della città
emiliana sono conformi a quelle dell’Etruria Settentrionale.32
La lettera χ incisa isolata su vasi è solitamente intesa come cifra numerale, in particolare corrisponderebbe al numero 50. É stata prospettata anche un’altra spiegazione: χ è stata considerata (soprattutto negli esemplari arcaici) l’estremo della serie alfabetica, così come A l’inizio dell’alfabetario: la frequenza con cui si rinviene e il fatto che le altre cifre
29 JOHNSTON- PANDOLFINI 2000, pp.95 ss. 30 Caere 3.2
31 SASSATELLI 1994, pp. 32-33
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attestate sulle ceramiche coprono esclusivamente le prime due decine,
potrebbero avvalorare quanto detto.33
Fig.11 Fig.12
Sul frammento di ciotola- coperchio numero 210 (Fig.12 e Fig. 8 c, tav. 8), in corrispondenza del fondo esterno, si può osservare una lettera A incisa sul piede. Questo esemplare populoniese non è certo isolato, in quanto si può osservare, per questo tipo di decorazione, un areale di diffusione piuttosto ampio, con esemplari in impasto grossolano o più “pregiato”, in cui la A appare incisa isolata o in abbinamento ad altre lettere: a Veio- Portonaccio (sul fondo di una patera di bucchero), a Veio-
Macchiagrande, a Gravisca (su fondi di ciotola, anche in bucchero), a Tarquinia, a Vulci, a S. Giovenale, a Ferento, a Bolsena, aVolsinii, a Saturnia, a Pitigliano, a Sovana, a Poggio Buco, a Talamone, a Bientina (dall’abitato di Fossa 2, età arcaica). Fuori dall’”Etruria propria” si rinvengono esempi in Campania (Vico Equense, Stabia, Capua) e a
Marzabotto, soprattutto su ciotole di impasto vario.34
Si osserva, inciso sul piede (o presa) della ciotola- coperchio numero 194 (Fig.13 e Fig. 15 c, tav. 15), in corrispondenza del fondo esterno, una lettera greca, ovvero Π. Sul significato dell’uso di contrassegnare vasi con lettere si rimanda a quanto detto più sopra.
Il rinvenimento a Populonia di esemplari di graffiti vascolari greci si allinea alla presenza, all’interno del corpus epigrafico della città, di iscrizioni
33 Gravisca 12, pp. 95- 97
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greche: questo non può che avvalorare l’ipotesi di un popolamento che, almeno per il V e il IV sec a.C., comprendeva anche Greci e grecofoni, magari non in possesso dei pieni diritti civili.
Questo frammento, così come i n. 33 e 210, contribuiscono a restituirci l’immagine, per Populonia, di una città in cui erano presenti individui
sicuramente alfabetizzati, non solo etruschi ma anche di origine alloctona.35
Si può osservare, inciso sul piede della ciotola numero 152 (Fig.14 e Fig. 12 c, tav. 12), in corrispondenza del fondo esterno, un segno di difficile definizione, composto da due barre rettilinee intersecate da una linea perpendicolare. Alcuni confronti possono essere stabiliti con due incisioni sull’orlo di due olle da Caere- Vigna Parrocchiale, di cui una è stata
interpretata come Z, con confronti a Lavinium36 e forse con un’incisione da
Gravisca37.
Fig.13 Fig.14
III.3.2 Brevi iscrizioni
L’olla numero 31 (Fig.15 e Fig. 3 a, tav. 3) presenta, nella zona superiore della parete interna dell’orlo, un’incisione; si può ipotizzare che essa sia una breve iscrizione dal ductus sinistrorso, composta da una L e da una A, forse l’iniziale (o l’abbreviazione) di un nome personale, ovvero Larth., Larthi, Larthia. 35 MAGGIANI 1986, pp. 179 ss 36 Caere 3.2, pp. 217 ss 37 SASSATELLI 1994