• Non ci sono risultati.

Microzonazione sismica

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Microzonazione sismica"

Copied!
47
0
0

Testo completo

(1)

Sezione Geotecnica

Microzonazione sismica

Prof. Ing. Claudia Madiai – Ing. Elisa Gargini

(2)

SCALA NAZIONALE Stato (criteri) e Regioni

Suddivisione del territorio nazionale in zone a diversa pericolosità sismica di base

ZONAZIONE SISMICA

MICROZONAZIONE SISMICA Scale di indagine, obiettivi

Strumenti di mitigazione del rischio sismico

Suddivisione di una data area in sottozone caratterizzate da un comportamento sismico omogeneo, ovvero a pari pericolosità sismica locale

MICROZONAZIONE SISMICA

PROGETTAZIONE ANTISISMICA

Si considerano le azioni sismiche sul manufatto, inclusa l’interazione terreno-struttura

SCALA LOCALE

Enti locali (Comuni e Province)

SCALA

DI MANUFATTO

Professionisti

(3)

Documenti di riferimento ed elaborati

Strumenti di mitigazione del rischio sismico

Zonazione sismica (ZS) (scala nazionale)

(Norme nazionali)

Mappe di pericolosità sismica

Carte di

microzonazione sismica

Microzonazione sismica (MZS) (scala locale)

(Linee guida)

Progettazione antisismica (scala di manufatto)

(Norme nazionali e Linee guida)

Elaborati progettuali

(4)

Valutazione della pericolosità sismica a scala nazionale

La pericolosità sismica di base dipende da:

- caratteristiche della sorgente (M) - cammino di propagazione (R)

Pericolosità sismica di base = moto sismico al sito nelle condizioni ideali di terreno duro e pianeggiante

Ne consegue che:

il danneggiamento al sito varia

Sito 1

(danno grave)

Sito 3

(nessun danno)

Sito 0

(collasso)

Sito 2

(danno lieve)

il danneggiamento al sito varia regolarmente con la distanza

il parametro di scuotimento è

espresso da leggi di attenuazione del tipo:

y = f (M, R) M = Magnitudo

R = Distanza (dalla sorgente o dall’epicentro)

R

M

L’operazione scientifica che consente di definire lo scuotimento nelle varie zone

di un paese è la Zonazione sismica (ZS)

(5)

Valutazione della pericolosità sismica a scala locale

La pericolosità sismica locale dipende da:

- caratteristiche della sorgente - cammino di propagazione - condizioni del sito

Pericolosità sismica locale = moto sismico al sito nelle sue condizioni effettive

Ne consegue che:

Sito 0

(danno medio)

Sito 1

Sito 2

(nessun danno) Sito 3 il danneggiamento al sito varia in

maniera irregolare con la distanza

lo scuotimento al sito viene definito mediante studi di risposta sismica locale (RSL)

L’operazione scientifica che consente di definire lo scuotimento a livello locale e le condizioni di stabilità sismiche del territorio è la

Microzonazione sismica (MZS)

Sito 1

(collasso)

Sito 3

(danno grave)

(6)

Valutazione della pericolosità sismica e della vulnerabilità sismica a scala di manufatto

La sicurezza di un’opera in condizioni sismiche dipende da:

- caratteristiche della sorgente - cammino di propagazione - condizioni del sito

- condizioni del sito

- caratteristiche del terreno di fondazione - caratteristiche strutturali dell’opera

Ne consegue che:

per la progettazione strutturale occorre valutare, oltre alla “risposta del sito”, anche l’interazione terreno-struttura, ovvero la risposta della struttura alle sollecitazioni sismiche in arrivo, influenzate dalla sua

presenza.

(7)

Definizioni

Pericolosità sismica (in senso stretto) (P): entità dei parametri rappresentativi del moto sismico atteso in un dato sito, in un prefissato periodo di tempo e con una data probabilità di superamento

Questo equivale a dire con un dato periodo di ritorno

Cu = classe d’uso VN = vita nominale

) 1 ln(

) 1

ln( R VR

N V

R

R P

V Cu P

T V

=

=

Vulnerabilità (V): risposta di un manufatto all’azione sismica legata alle sue caratteristiche strutturali

Esposizione (E): perdita in termini di vite umane, valore economico, ecc.

Rischio sismico (R): prodotto di pericolosità P, vulnerabilità V ed esposizione E

R = P x V x E

(8)

Definizione di Microzonazione Sismica (MZS)

Microzonazione Sismica : operazione di suddivisione di una data area in zone aventi diversa risposta ad un terremoto assunto come riferimento, distinguendo:

1) Zone “sismicamente stabili”

2) Zone “sismicamente instabili” per:

effetti di sito 2) Zone “sismicamente instabili” per:

instabilità dei pendii

liquefazione di depositi superficiali

cedimenti per densificazione dei terreni granulari

subsidenza dei terreni argillosi soffici cedimenti differenziali dovuti a

discontinuità o eterogeneità presenza di faglie attive

effetti locali

(9)

Obiettivi generali

identificare le aree a differente rischio sismico per una corretta pianificazione urbanistica del territorio

stimare le risposte dei terreni presenti nel territorio ai fini della progettazione antisimica di strutture e infrastrutture in modo adeguato alla reale pericolosità sismica del sito

Obiettivi di uno studio di Microzonazione Sismica

Obiettivi specifici

adeguato alla reale pericolosità sismica del sito

per le aree potenzialmente instabili : perimetrazione delle zone critiche e quantificazione del rischio

per le aree stabili : stima degli effetti di sito in termini di spettri di

risposta o di altri parametri significativi

(10)

Analisi dei dati storici

Studi di geologia regionale

Studi sismologici

1. Definizione della pericolosità di base (moto di riferimento su terreno duro pianeggiante)

Rilevamenti geologici

Indagini geofisiche

Indagini geotecniche

2. Ricostruzione del modello del sottosuolo

ZS Fasi di uno studio di MZS

Microzonazione (identificazione delle aree

3. Analisi della pericolosità sismica locale

Terreni stabili:

valutazione della risposta sismica locale

Terreni instabili:

analisi delle condizioni critiche

(11)

1. Definizione del moto sismico di riferimento

Si articola nei seguenti passi:

1. Analisi della pericolosità sismica di base con metodi deterministici o probabilistici e definizione dei principali parametri della sismicità

(magnitudo, distanza dalla faglia, ecc.) e dello spettro di risposta del terremoto di riferimento su terreno duro e pianeggiante

2. Selezione da catalogo (online) di un certo numero di terremoti aventi caratteristiche e spettri simili a quello assegnato

3. Controllo di conformità dello spettro assegnato con quelli dei terremoti selezionati

N.B. Per tutti i comuni del territorio italiano lo spettro di risposta atteso su

terreno duro e pianeggiante è indicato dalle NTC08 (sito INGV o CSLP)

(12)

2. Ricostruzione del modello del sottosuolo

Per la ricostruzione del modello del sottosuolo sono richieste competenze nell’ambito di diverse discipline mirate a ottenere le seguenti informazioni:

Geologia

1. morfologia (superficiale e sepolta)

2. unità litologiche e stratigrafiche, spessore delle coperture 3. livelli di falda

Geofisica

1. delimitazione delle zone a differente risposta mediante analisi strumentali

2. misura della velocità delle onde sismiche mediante metodi di superficie (rifrazione, SASW, ecc.)

Geotecnica

1. pre-identificazione dei terreni sismicamente stabili e instabili con metodi approssimati

2. caratterizzazione dei terreni in condizioni di sollecitazione statiche e dinamiche

3. studio di correlazioni empiriche tra parametri statici e dinamici (es.

Vs= f(qc))

(13)

Indagini geotecniche finalizzate ad uno studio di MZS

1. Indagini geotecniche in sito di tipo corrente (sondaggi, SPT, CPT, DMT, ecc.) 2. Indagini geofisiche in sito per la misura dei parametri dinamici (CH, DH,

SASW, cono sismico, dilatometro sismico, ecc., P-S velocity suspension logging, ecc.)

3. Prove di laboratorio di tipo corrente (prove di classificazione, edometriche,

2. Ricostruzione del modello del sottosuolo

3. Prove di laboratorio di tipo corrente (prove di classificazione, edometriche, ELL, triassiali convenzionali, taglio diretto, ecc.)

4. Prove dinamiche di laboratorio adeguate allo scenario sismico atteso

(prove di colonna risonante, taglio torsionale ciclico, triassiali cicliche, taglio semplice ciclico, ecc.)

E’ da sottolineare che il peso delle indagini geotecniche è:

inversamente proporzionale all’estensione dell’area di indagine direttamente proporzionale:

- al livello di approfondimento

- alla complessità delle procedure di valutazione della pericolosità locale

(14)

Terreni instabili: analisi delle condizioni critiche per - instabilità dei pendii

- liquefazione - densificazione - subsidenza

- presenza di cavità, ecc.

3. Analisi della pericolosità sismica locale

Terreni stabili: valutazione degli effetti amplificativi

le metodologie di valutazione della pericolosità sismica locale variano al variare della scala e del livello di approfondimento

le carte di microzonazione corrispondenti ai diversi livelli hanno perciò differenti livelli di affidabilità e devono essere usate per raggiungere obiettivi specifici

È da osservare che:

(15)

MICROZONAZIONE

Carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica (Livello 1)

dell’area costiera di Misano Adriatico (RN)

(16)

Classificazione dei metodi di MZS

A livello internazionale ( ISSMGE, 1993, 1999 ):

Le procedure di MZS sono suddivise in tre livelli di approfondimento (I, II, III), differenziati in relazione ai dati conoscitivi e ai metodi di analisi impiegati e riguardano i seguenti problemi geotecnici:

Moto sismico atteso al sito (analisi di RSL) Stabilità dei pendii

Liquefazione

Livello I Livello II Livello III

Sismicità storica e Microtremori Indagini geotecniche

Moto sismico atteso (RSL)

Sismicità storica e informazioni esistenti

Microtremori Indagini geotecniche Studi geotecnici

semplificati

Analisi numerica della RSL

Carte geologiche Interviste con la popolazione locale

Stabilità dei pendii

Sismicità storica e informazioni esistenti

Aerofotogrammetria e telerilevamento

Indagini geotecniche Analisi di stabilità Carte geologiche e

geomorfologiche

Studi sul campo Dati su vegetazione e

precipitazioni

Liquefazione

Sismicità storica e informazioni esistenti

Aerofotogrammetria e telerilevamento

Indagini geotecniche Analisi del potenziale

di liquefazione Carte geologiche e

geomorfologiche

Studi sul campo Interviste con la popolazione locale

Scala di rappr. 1:1000000 - 1:50000 1:100000 - 1:10000 1:25000 - 1:5000

(17)

Classificazione dei metodi di MZS

A livello nazionale esiste un testo guida per la MZS:

Gruppo di lavoro MS, 2008. Indirizzi e criteri per la microzonazione sismica.

Conferenza delle Regioni e delle Province autonome - Dipartimento della Protezione Civile, Roma, 3 vol. e Dvd.

È reperibile al sito:

http://www.protezionecivile.it/

all'interno della sezione Rischio sismico all'interno della sezione Rischio sismico Il testo è articolato in 3 parti:

Indirizzi e criteri Linee guida

Appendici

(18)

Classificazione dei metodi di MZS

Le procedure di MS sono suddivise in 3 livelli di approfondimento in funzione dei diversi contesti ed obiettivi

La parte I - Indirizzi e criteri contiene:

le principali definizioni

una serie di indicazioni generali sulla raccolta e organizzazione dei dati, realizzazione della cartografia, modalità di presentazione dei dati, delle metodologie e dei risultati, per i tre livelli di approfondimento

la descrizione delle modalità di utilizzazione per le diverse finalità (pianificazione la descrizione delle modalità di utilizzazione per le diverse finalità (pianificazione territoriale, pianificazione per l’emergenza, progettazione di opere)

La parte II - Linee guida riguarda:

le modalità di predisposizione delle indagini

la stesura della carta delle indagini e delle “carte di microzonazione” previste per i 3 livelli di approfondimento

la composizione degli abachi per le amplificazioni

le procedure per le analisi di stabilità dei pendii e di liquefazione

La parte III - Appendici contiene elementi di supporto specifici (abachi di riferimento, istruzioni tecniche per le indagini geologiche, geofisiche, geotecniche, esempi di carte di Livello 1, ecc.)

(19)

Livello 1 - Carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica

Il livello 1:

ha per obiettivo l’individuazione delle microzone a comportamento sismico omogeneo su una carta a scala 1:5.000 – 1:10.000

costituisce uno studio propedeutico e obbligatorio per affrontare e orientare i successivi livelli di approfondimento

prima della sua realizzazione è necessario disporre di un quadro conoscitivo generale relativo ad un territorio più vasto rispetto a quello interessato dallo studio di MZS

NB: non è previsto l’utilizzo di un input sismico, né la quantificazione numerica dei diversi effetti Indagini Raccolta dati pregressi (rilievi geologici, geomorfologici, geologico-

tecnici e sondaggi)

Elaborazioni Sintesidei dati e delle cartografie disponibili

Prodotti

Carta delle indagini(scala 1:10.000 o superiore) con localizzazione, tipo, indicazione delle aree che necessitano di ulteriori indagini

Carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica (scala 1:5.000 – 1:10.000) con identificazione delle zone stabili, zone stabili suscettibili di amplificazioni locali, zone suscettibili di instabilità (movimenti franosi, liquefazione, faglie, cedimenti)

Relazione illustrativa della carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica

(20)

Livello 2 - Carta di microzonazione sismica Il livello 2 si pone come obiettivi:

compensare alcune incertezze del livello 1 con approfondimenti conoscitivi

fornire quantificazioni numeriche attraverso metodi semplificati (abachi e leggi empiriche) della modificazione locale del moto sismico in superficie (zone stabili

suscettibili di amplificazioni locali) e dei fenomeni di deformazione permanente (zone suscettibili di instabilità)

Indagini

Indagini geofisiche in foro di tipo DH o CH, cono sismico, sismica a rifrazione, analisi con tecniche attive e passive della dispersione Indagini rifrazione, analisi con tecniche attive e passive della dispersione delle onde superficiali per la stima di VS, microtremori ed eventi sismici

Elaborazioni

Correzioni e confronto con i risultati del livello 1, revisione del modello geologico, abachi per i fattori di amplificazione, abachi e formule empiriche per le instabilità di versante e per la liquefazione

Prodotti

Carta delle indagini(scala 1:10.000 o superiore)

Carta di microzonazione sismica (scala 1:5.000 – 1:10.000) con identificazione delle zone stabili suscettibili o meno di amplificazioni locali (caratterizzate da fattori di amplificazione) e delle zone

suscettibili di instabilità (caratterizzate da parametri quantitativi e distinte per tipo di problema: instabilità di versante, liquefazione) Relazione illustrativa della Carta di microzonazione sismica

(21)

Livello 3 - Carta di microzonazione sismica con approfondimenti

Il livello 3 si applica:

nelle zone stabili suscettibili di amplificazioni locali, nei casi di situazioni geologiche e geotecniche complesse non risolvibili con l’uso degli abachi, o qualora sia conveniente un’analisi globale di dettaglio o per opere di particolare importanza

nelle zone suscettibili di instabilità particolarmente gravose per complessità del fenomeno e/o diffusione areale, non risolvibili con l’uso di metodologie speditive

Indagini

Campagne di acquisizione dati sismometrici, sondaggi, prove in foro e in superficie per la determinazione del profilo di VS, sismica a rifrazione, prove geotecniche in sito e di laboratorio, microtremori Elaborazioni Analisi numeriche 1D e 2D per amplificazioni, analisi dinamiche

complete per la stima delle deformazioni permanenti

Prodotti

Carta delle indagini(scala 1:10.000 o superiore)

Carta di microzonazione sismica con approfondimenti

Relazione illustrativa della Carta di microzonazione sismica con approfondimenti

(22)

Metodi di livello I (L1) per la valutazione della RSL

1. Correlazioni tra incrementi intensità macrosismica ∆∆∆∆I osservati e natura dei litotipi:

Metodo di Medvedev (1962):

Principio:Risposta locale Variabilità dell'impedenza sismica Z=ρρρρVP entro i primi 10 m

Sottosuolo stratificato media pesata rispetto agli spessori hi (primi 10 m) (versione più razionale: Z definita in termini di VS)

Variazione locale di intensità macrosismica

Z + e log

c

I

MSK

=

0 -0.04H

2w

h

V h

= Z

i i Pi i i i

S

∑ ρ

Variazione locale di intensità macrosismica

ZS , Z0= impedenza locale e di un materiale di riferimento (granito) Hw= profondità della falda (m)

+ e Z log c I =

S

MSK

(23)

Esempio di applicazione (fallimentare) del metodo di Medvedev

MZS di Bucarest (1973) collaudata dal terremoto di Vrancea (1977)

Limiti intrinseci di questo metodo e di quelli consimili:

amplificazioni valutate statisticamente in relazione a Z(VP) (il rapporto in termini di VS non è necessariamente lo stesso)

si prescinde da qualsiasi analisi di pericolosità sismica (non si definiscono né sorgenti sismiche né leggi di attenuazione)

risultati ricavati su scala regionale russa non estendibili tout-court valutazione dei parametri ristretta ai primi 10 m

si trascurano fattori caratteristici:

- del terremoto di riferimento (energia, contenuto in frequenze) - del sito (topografia, morfologia, non linearità)

(24)

2. Correlazioni empiriche tra fattori di amplificazione registrati e natura dei litotipi:

Amplificazione spettrale media (calcolata sugli spettri

normalizzati medi in un intervallo f ÷f )

Principio:la risposta sismica locale è valutata in funzione della litologia in termini di amplificazione espressa come:

Metodi di livello I (L1) per la valutazione della RSL

Fonte Metodo di valutazione

Materiale (Formazione di

riferimento)

Fattore di amplificazione

Intervallo considerato

(Hz) Dep. fangosi fondo baia 11.2

Alluvioni 3.9

intervallo f1÷f2)

b a

s a

) S (

) S AHSA = (

Fatto re di amplificazione

b max

s max

) a

(

) a

A = (

Borcherdt, Gibbs (1976)

Effetti

esplosioni Formazione di S. Clara 2.7 0.5 - 2.5 Sequenza Great Valley 2.3

Formazione Franciscana 1.6

Granito 1.0

Shima (1978)

Analisi numeriche

Torba 1.6

0.1 - 10.0

Terreno vegetale 1.4

Argilla 1.3

Limo 1.0

Sabbia 0.9

Midorikawa (1987)

Analisi numeriche

Olocene 3.0

0.4 - 5.0

pleistocene 2.1

(25)

Principio: la risposta sismica locale è valutata in forma semplificata attraverso:

abachi o tabelle (su basi sperimentali o teoriche) misure strumentali di microtremori o sciami sismici

La RSL è espressa in termini di fattore di amplificazione, inteso come:

a) Rapporto tra un parametro rappresentativo del moto al sito (accelerazione, velocità, spostamento, intensità di Arias, intensità spettrale, ecc.) rispetto all’analogo parametro valutato in un sito di riferimento

Metodi di livello II (L2) per la valutazione della RSL

R S R

S

a

A a

A a

a = ⋅ ⇒ =

all’analogo parametro valutato in un sito di riferimento

b) Rapporto tra un parametro rappresentativo del moto al sito (accelerazione, velocità, spostamento, intensità di Arias, intensità spettrale, ecc.) rispetto all’analogo parametro valutato in corrispondenza della base rocciosa

b S b

S

a

A a

A a

a = ⋅ ⇒ =

(26)

2 D A

max

1

η + π

Massimo fattore di amplificazione teorico per strato omogeneo viscoelastico:

η= rapporto delle impedenze sismiche terreno/bedrock

D = rapporto di smorzamento interno del terreno

b S

t S

) V (

) V ( I

1

ρ η = = ρ

Metodi di livello II (L2) per la valutazione della RSL

Se si prescinde dalla variabilità (modesta) dell’impedenza del bedrock,

l’amplificazione è esprimibile in funzione della sola VS della formazione

affiorante:

interno del terreno

(27)

Valutazione della RSL attraverso misure strumentali di microtremori e microterremoti

Metodo dei microtremori = “Capostipite” dei metodi sperimentali ( Kanai & Tanaka, 1961 )

Microtremori = “rumori di fondo ambientali” derivanti da:

sorgenti naturali (vento, moti ondosi, variazioni di pressione atmosferica, fenomeni geotermici)

Metodi di livello II (L2) per la valutazione della RSL

fenomeni geotermici)

fenomeni antropici (traffico, macchinari industriali)

Esistono due modalità di valutazione della RSL utilizzando i microtremori:

Metodo Criterio definizione amplificazione locale sito di riferimento

f X X

S b

( ) ( )

f f

  

  = spettro di sito

spettro su affioramento roccioso

NAKAMURA (1989)

f H V

S S

( ) ( )

f f

  

  = spettro componente hz spettro componente vert

roccioso to

affioramen su

spettro

sito di

spettro

verticale componente

della spettro

e orizzontal componente

della

spettro

(28)
(29)

1. definizione moto sismico di riferimento (accelerogramma)

2. modello geometrico di sottosuolo (stratigrafia, morfologia superficiale e sepolta) 3. determinazione sperimentale e modellazione proprietà fisico-meccaniche

4. modello numerico per l’analisi della risposta sismica di profili e sezioni

Sono i metodi dell’Ingegneria Geotecnica Sismica che richiedono:

Metodi di livello III (L3) per la valutazione della RSL

Si perviene ad una rappresentazione del moto in superficie mediante accelerogrammi e spettri di risposta

SHAKE QUAD4M

accelerogrammi e spettri di risposta

(30)

Parametri e carte di MZS

Il risultato finale di uno studio di MZS è la carta delle “microzone”

(livello 2 e livello 3), che deve contenere tutti gli elementi ingegneristici di interesse ai fini della pianificazione urbanistica e della progettazione, ovvero:

1. la perimetrazione delle aree critiche e delle zone a diversa risposta sismica

2. l’assegnazione di parametri che permettano di stabilire delle 2. l’assegnazione di parametri che permettano di stabilire delle

gerarchie di pericolosità tra le diverse aree

Per le aree stabili i parametri ingegneristici più utilizzati sono:

a) rapporto rispetto all’accelerazione massima attesa su affioramento roccioso FPGA= As/Ab

b) coefficienti sintetici dell’accelerazione spettrale media, per esempio:

coefficienti FA e FV

coefficiente di sito FH

(31)

Progetto di Microzonazione sismica della conca aquilana Valutazione degli effetti di sito nella macroarea 4:

il caso di Poggio Picenze

ESEMPIO

Gdl per la microzonazione sismica della macroarea 4 Gdl per la microzonazione sismica della macroarea 4 RER-SGSS: rilievi geologici ⇒ modello geologico e livello 1;

UniBas-DiSGG, CNR-IMAA, GFZ Postdam: monitoraggi strumentali;

INGV, MI-PV: monitoraggi strumentali;

CNR-IMAA: indagini geoelettriche;

GEO s.a.s.: sondaggi;

CNR-IAMC: prove Down-Hole;

AGI-ReLuis (UniNA “Federico II”-DIGA, UniRoma “La Sapienza”-DISG, UniFI-DiCEA,

UniCal-DDS, UniMol-SAVA, UniSannio-DIng.): analisi numeriche RSL.

(32)

Comuni:

Poggio Picenze, Barisciano,

S. Pio delle Camere

(33)

B

B B’

(34)
(35)

Poggio Picenze

(36)
(37)
(38)

Dato l’elevato danneggiamento

(I

MCS

>8), a parità di vulnerabilità, nei

centri abitati di Poggio Picenze e

Castelnuovo sono stati ipotizzati

effetti di sito; perciò le analisi di RSL

sono iniziate dalle sezioni 3 e 5

(39)
(40)

0

50

0 200 400 600 800 1000 1200 1400

Vs (m/s)

d b3

Profili di velocità da (6) prove Down-Hole Prove di laboratorio sui limi bianchi

0 50 100 150 200 250 300 350 400

1E-05 0.0001 0.001 0.01 0.1 1 deformazione tangenziale, γ (%)

modulo di taglio, G (Mpa)

RC CTS 2hz CTS 1 hz CTS 0.5 hz

100

150

200

250

z (m)

b3 a3-dt brp

cglp (affioranti) cglp (sepolti) L (stepwise) L (linear) bb bedrock

0 0.2 0.4 0.6 0.8 1

0.0001 0.001 0.01 0.1 1

γ (%) G/G0

0 4 8 12 16 20

D (%)

d / a3 b3 / dt cglp-w / brp-w cglp-c / brp-c cglp-s / bb L(Poggio Picenze) L(Castelnuovo)

Curve di decadimento e smorzamento

(41)
(42)
(43)
(44)
(45)

Sezione 1: Modello e discretizzazione utilizzate nelle analisi di risposta sismica

locale 2D

(46)

Dipendenza dei

fattori F

H,

F

PGA

, FV ed FA dal segnale di

input

0.0

1.0 2.0

0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800 2000 2200 2400 2600

Amplific

FH(NTC) FH(det1) FH(det2) FH(det3) FH(prob)

0.0 1.0 2.0 3.0 4.0

0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800 2000 2200 2400 2600

Amplificazione

FPGA(NTC) FPGA(det1) FPGA(det2) FPGA(det3) FPGA(prob)

6.0 7.0 8.0 9.0 10.0

FV [-]

NTC FV

det1 det2 det3 prob

Amplificazione

0.0 1.0 2.0 3.0 4.0 5.0 6.0 7.0 8.0 9.0 10.0

0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800 2000 2200 2400 2600

FA [-]

FA

NTC det1 det2 det3 prob 0.0

1.0 2.0 3.0 4.0 5.0

0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800 2000 2200 2400 2600

AmplificazioneAmplificazione

(47)

Riferimenti

Documenti correlati

[r]

[r]

[r]

[r]

Zona di attenzione per Instabilità di versante Attiva / non definito Zona di attenzione per Instabilità di versante Quiescente / non definito Zona di attenzione per Instabilità

Zona di attenzione per Instabilità di versante Attiva / non definito Zona di attenzione per Instabilità di versante Quiescente / non definito Zona di attenzione per Instabilità

Zona di attenzione per Instabilità di versante Attiva / non definito Zona di attenzione per Instabilità di versante Quiescente / non definito Zona di attenzione per Instabilità

[r]