La rilevazione del radon
Concettina Giovani
ARPA Friuli Venezia GiuliaDiego Cauz
Università di UdinePremessa
• L’esperienza di misurazione del radon è stata inserita nel programma di fisica con la riforma dell’ordinamento del 2008/09
• Nel 2006, su incarico dell’allora vice-preside,
professoressa Soramel, e con l’aiuto del personale dell’ARPA del FVG, ho ideato un progetto di misura basato sull’uso di due strumenti con caratteristiche complementari
• Per mancanza di fondi, dovuti al taglio dei finanziamenti universitari, è stato possibile acquistare soltanto uno dei due strumenti
• Il progetto risulta quindi presentemente incompleto
Avvertenza
• Il seguente materiale è tratto per la gran parte dal seminario che la dottoressa
Giovani ha tenuto in questa sede il 23/05/2006
• Eventuali errori o manchevolezze di
questa presentazione non le sono
attribuibili
Cos’è il radon
• Il radon è l’elemento con numero atomico 86
• è un gas nobile radioattivo
Organizzazione Mondiale per la Sanità
• Il gas radon è uno dei 75 agenti di cui è sicuramente riconosciuta la cancerogenicità per l’uomo
• Si valuta che nel nostro Paese siano attribuibili al radon 4000 casi di tumore polmonare ogni anno,
contro i 15000 degli Stati Uniti, i 2000 dell’Inghilterra ed i 900 della Svezia
• È considerato il contaminante radioattivo più
pericoloso negli ambienti chiusi e, a livello mondiale, si stima che sia responsabile di quasi il 50 per cento dell’esposizione media della popolazione alle
sorgenti naturali di radiazione
Tipi di radon
• Rn
222(radon)
– è un anello della famiglia dell’ U238
• Rn
220(thoron)
– è un anello della famiglia del Th232
• Rn
219(actinion)
– è un anello della famiglia dell’ U235
• Solo il primo e in parte il secondo sono
rilevanti
Famiglie radioattive
Numero e peso atomico
• Z: numero atomico. Numero di cariche elettriche elementari nel nucleo
• A: peso atomico espresso in uma
• N: numero di nucleoni nel nucleo
•
ZX
A=
86Rn
222• Decadimento alfa:
ZX
A->
Z-2Y
A-4+
2He
4• Decadimento beta:
ZX
A->
Z+1Y
A+ e
-•
ZX
A->
Z-1Y
A+ e
+Protagonisti
• Atomi e ioni:
– radon, polonio, bismuto, piombo
• Particelle:
– alfa, sono nuclei di elio con carica q=-2e
– beta, sono elettroni (q=e) o positroni (q=-e)
– gamma, sono quanti
neutri e.m. (come la luce)
Energia
• L’energia si misura in joule (J) nel sistema internazionale
• Per fenomeni microscopici è più
conveniente usare l’elettronvolt (eV) o suoi multipli (keV, MeV)
• L’elettronvolt è l’energia che una carica e assume su una ddp di 1 volt
• La relazione tra eV e J è:
1 eV = 1.6 x 10
-19J
Una nuova grandezza
• Attività (A): si usa in fenomeni in cui sono studiati materiali radioattivi, soggetti a
decadimento
• è il numero di disintegrazioni per unità di tempo
• Nel Sistema Internazionale (SI) si misura in bequerel (Bq):
– 1 Bq = 1 disintegrazione al secondo
• Sostituisce la vecchia unità, il curie (Ci)
1 Ci = 3.7×1010 Bq
1 pCi/l = 37 Bq/m3 (attività specifica)
Decadimento radioattivo (2 livelli)
• è retto dalla legge seguente:
•
• τ è la vita media
• Il primo livello ha una perdita di materia verso il secondo livello
( ) ( )
−
= τ
N t t
N1 1 0 exp
N1(t)
t
( ) 0 exp T N20 N
T
N ≡
−
= τ
2 τ log
= T
1 2
N2(t)
t
• Il tempo di dimezzamento T è il tempo necessario affinché la quantità di materia iniziale si dimezzi:
• Relazione tra τ e T:
Decadimento radioattivo (più livelli)
• è complicato dal fatto che ogni livello (tranne il primo) ha un’entrata di materia dal livello
precedente e un’uscita di materia (tranne l’ultimo) al livello seguente
n-1 n n+1
Azione delle particelle sulla materia
• Nell’attraversamento della materia, le particelle cariche agiscono in due modi sugli atomi (o molecole) costituenti:
– Ionizzandoli, cioè strappando uno o più elettroni agli atomi. Sono cosí prodotti ioni positivi e elettroni (negativi)
– Eccitandoli, cioè spostando uno o più elettroni in uno stato atomico ad energia più alta. Lo stato eccitato decade nello stato più basso emettendo l’energia di eccitazione sotto forma di quanti di “luce”
• Anche particelle neutre come i neutroni e i raggi gamma devono prima produrre particelle intermedie cariche, per poter essere rivelati
• In tutti i casi c’è un trasferimento di energia al materiale attraversato
Altre nuove grandezze:
dose assorbita
• L’entità dell’esposizione alla radiazione è specificata in termini della dose di radiazione. Ci sono due importanti categorie di dose.
• La dose assorbita (o fisica) D, definita come la quantità di energia depositata nell’unità di massa di corpo umano o di altro materiale.
1 rad = 100 erg/g
1 Gy = 1 J/kg
1 Gy=100 rad
• L’unità di misura nel SI è il gray (Gy).
• originariamente si usava il rad
Altre nuove grandezze:
dose equivalente
• La dose equivalente (o biologica) H, misurata in sievert (Sv) nel SI
(in rem nel vecchio sistema).
– Questa grandezza riflette il fatto che il danno biologico causato da una particella dipende non solo dall’energia totale depositata, ma anche dall’energia depositata per unità di distanza percorsa dalla particella (o linear energy transfer).
– Per esempio, le particelle alfa (alto LET) causano assai più danno (a parità di energia totale depositata) degli elettroni (basso LET) e questo perché depositano in ogni cellula attraversata una maggior quantità di energia e la probabilità di danneggiare la cellula ne è
conseguentemente aumentata.
• Questo effetto può essere rappresentatao schematicamente da un fattore di qualità Q.
– Su un ampio intervallo di energie, Q è assunto uguale a 1 per gli
elettroni (e per i raggi X e gamma, che producono entrambi elettroni) e 20 per le particelle alfa. Per i neutroni il fattore di qualità adottato varia da 5 a 20, in funzione della loro energia.
Sv rem 1 Sv = 100 rem
Impatto biologico
• L’impatto biologico è specificato dalla dose equivalente H, che è il prodotto della dose assorbita D e del fattore di qualità Q.
H = QD
α, alto LET β, basso LET cellula
Non è ancora la fine della storia…
• I diversi organi e tessuti del corpo umano hanno diversa radiosensibilità
• Per tener conto di questo si usa la dose
efficace, E, espressa, di nuovo, in sievert o rem)
• è la somma delle dosi equivalenti nei diversi organi o tessuti (HT), ciascuna moltiplicata per un fattore peso (wT) che tiene conto della
diversa radiosensibilità degli organi irraggiati
Attività e dose equivalente
• Gli strumenti misurano l’attività (A) del radon
• Ai fini della radioprotezione interessa però la dose equivalente (H)
• Le misure di attività e la stima della dose
equivalente devono essere fatte dall’esperto qualificato
• Alla fin fine è la dose la grandezza che interessa e questa è legata all’energia rilasciata dalle
particelle
Come misurarne l’energia
• L’unico mezzo è raccogliere:
– gli ioni ed elettroni prodotti nella ionizzazione e misurarne la carica
– la luce prodotta nella diseccitazione e misurarne la quantità
• Con tecniche opportune si può poi risalire all’energia delle particelle incidenti
Sorgenti di radiazione
• Naturale
• Artificiale
α
7.69 MeV
Po 214
164 µs
α
6.00 MeV
Po 218
3.05 min
Rn 222
3.82 giorni
Pb 214
26.8 min
Bi 214
19.8 min
Pb 210
22.3 anni
α
5.49 MeV
β β
Progenie del radon
N Z
α
8.78 MeV
Po 212
0.3 µs
α (1/3)
6.05 MeV
Bi 212
60.6 min
α
6.78 MeV
Po 216
0.15 s
Rn 220
55.6 s
Pb 212
10.6 ore
Pb 208
stabile
Tl 208
3 min
β
α
6.29 MeV
β β (2/3)
Progenie del thoron
N Z
Azione del radon sull’organismo
• Le sostanze più pericolose per la salute sono i prodotti di decadimento del radon (Po, Bi).
Queste sostanze vivono per tempi molto brevi, minuti o secondi
• Al contrario del radon, queste sostanze sono chimicamente ed elettricamente reattive, e possono essere introdotte all’interno
dell’organismo attraverso il pulviscolo
atmosferico e il vapore acqueo a cui si legano
Azione del radon sull’organismo
• Trasportati all’interno dell’apparato respiratorio, il radon e la sua progenie raggiungono i
polmoni, dove decadono emettendo radiazioni dannose per i tessuti (beta, gamma, ma
principalmente alfa)
• Quindi l’inalazione dei prodotti di decadimento del radon comporta il rischio di tumore ai
polmoni e ai bronchi a causa dell’energia ivi rilasciata dalle radiazioni emesse nel
decadimento
• Anche se il rischio è più legato ai prodotti di decadimento è uso comune riferire il rischio direttamente al radon
Distribuzione
• Il radon nel terreno e nelle rocce si mescola all’aria e risale in
superficie
• Le concentrazioni all’aria aperta sono molto basse
• Negli ambienti chiusi si possono raggiungere concentrazioni molto elevate
Provenienza
Variabilità del radon
Nella stagione invernale il ghiaccio impedisce la
fuoriuscita del gas dal terreno che si indirizza verso
l'abitazione per effetto della depressione creata dal
fabbricato.
L'effetto dell'asfalto o del cemento è naturalmente identico.
Effetto della copertura nevosa o di asfalto
Variabilità del radon
La pioggia occlude il suolo e forza il gas verso l'abitazione.
Effetto della pioggia
Variabilità del radon
Il lato del fabbricato
sottovento è in depressione.
Il lato del fabbricato
sopravvento è in pressione.
Gli effetti sono evidenti sia sul fabbricato che sul suolo Effetto del vento
Variabilità della concentrazione nel
tempo
La normativa
• Il decreto 241/2000, che recepisce una direttiva della Comunità Europea (Direttiva 96/29/Euratom – Capo VII) ed è entrato in vigore il 1 gennaio 2001, fissa i limiti di concentrazione media annuale di radon per i luoghi di lavoro (fra essi sono naturalmente compresi istituti scolastici ed asili nido)
Livello di Azione = 500 Bq/m
3Misure - Tipologia di campionamento
• Istantaneo: durata < 1h
– Caratterizzazione puntuale delle vie d’accesso o di riflusso dell’aria
• Continuo: serie di campionamenti istantanei
– Valutazione delle variazioni temporali delle grandezze in osservazione
• Integrato: senza soluzione di continuità
temporale (periodi compresi tra qualche giorno e diversi mesi)
– Valore medio della grandezza rilevate
• Attivo: Il campione viene prelevato mediante pompe o aspiratori
• Passivo: Il prelievo del campione avviene per fenomeni collegati alle variazioni
ambientali (ad esempio diffusione spontanea)
Misure - Modalità di
campionamento
Due sistemi di misura (1)
• Sistema Rad7
– sistema a campionamento attivo continuo.
• Basato su di un rivelatore a silicio, rivela la componente alfa e ne fa lo spettro.
• Permette di individuare i contributi dei diversi discendenti del Radon 222 e del Thoron.
– Sistema adatto a monitoraggio ambientale singolo di valori istantanei di
concentrazione.
Cos’è uno spettro
è un istogramma Sull’asse x: energia Sull’asse y: conteggi
Non memorizzabile in Rad7
Due sistemi di misura (2)
• Sistema E-Perm: sistema a campionamento passivo integrale.
– Basato su di una camera a ionizzazione polarizzata
elettricamente da un elettrete
– Questo svolge anche la funzione di rivelatore della carica prodotta nella camera dal decadimento del radon e dei suoi discendenti
– Dalla differenza tra il potenziale
dell’elettrete a fine misura e quello a inizio misura si risale, tramite
opportuni coefficienti di calibrazione, all’attività del radon presente in aria
Non ancora disponibile
elettrete
Posizione inattiva
Posizione attiva
Variatore di volume attivo
E-perm
• Sistema di uso pratico: semplice e adatto a monitoraggi ambientali multipli di valori medi di concentrazione.
Rad7
• Misura separatamente la concentrazione di radon e thoron, facendone lo spettro
• è un sistema a campionamento continuo, adatto quindi a misurare la variazione
temporale della concentrazione
• è un sistema a campionamento attivo:
l’aria viene convogliata nel volume attivo
tramite una pompa
Configurazione di lavoro
Rad7
Gesso anidro con tracciante
‘drystick’
entrata aria
uscita aria
scambio umidità
Rad7
• Rileva di proposito solo particelle alfa: è difficile
misurare beta e gamma con alta sensibilità e basso fondo
• Usa un rivelatore alfa a stato solido (silicio). Può misurare l’energia di ogni singola alfa (spettrometria)
• è così possibile sapere quale tipo di isotopo ha prodotto
ciascuna particella alfa
Rad7
• La cella di misura interna è un’emisfera di 0.7 l, rivestita di una pellicola conduttrice.
Un rivelatore alfa di silicio è posto al centro dell’emisfera.
• Usa un filtro all’entrata dell’aria:
– Il radon è un gas inerte e quindi passa attraverso il filtro ed entra nella cella di misura.
– I discendenti del radon invece si fermano nel filtro.
Rad7
• Un circuito opportuno
crea una ddp di circa 2.5 kV tra l’emisfera e il
rivelatore
• Il campo elettrico
risultante ha verso tale da portare gli ioni positivi verso il rivelatore
+
_
Rad7
• Un atomo di radon che decade nella cella,
produce un atomo di polonio ionizzato
positivamente
• Lo ione è portato dal campo elettrico sulla
superficie del rivelatore, ove aderisce
+
_ _ _ Po+
silicio Po
Rad7
• Quando il nucleo del polonio decade, l’alfa emessa ha il 50% di
probabilità di entrare nel rivelatore
• Decadimenti successivi del nucleo producono
beta (non rilevate) o alfa.
Anche per esse c’è la stessa probabilità di entrare nel rivelatore
_ _ _
silicio
Po Pb
alfa
Rad7
• Isotopi diversi
producono alfa di
energia diversa e quindi segnali di ampiezza
diversa nel rivelatore
• L’alfa emessa
direttamente dal Rn non appare nello spettro,
perché è prodotta in
aria, non alla superficie del rivelatore
Po 216
Po 218 Po 214
Rad7
• Nonostante Rad7 rilevi la progenie del radon, esso misura la concentrazione del radon (non della sua progenie)
• Concentrazione del radon in aria: è dell’ordine di 5-50Bq/m3
• Misura l’energia delle particelle alfa da 0 a 10 MeV. Questo intervallo è suddiviso in 200 canali di 0.05 MeV ciascuno
• Ogniqualvolta rileva un’alfa, il contenuto di uno di questi 200 canali è incrementato di una unità
Radon e Thoron
• Può accadere che i due gas siano presenti
contemporaneamente
• La possibilità di separarli sullo spettro ha un importante
vantaggio
• La breve vita media del thoron implica infatti che esso possa essere rivelato solo in
prossimità dei punti di entrata dei gas nell’ambiente
• La rilevazione del thoron
permette dunque di individuare tali punti
Po 216
Po 218 Po 214
Finestre dello spettro
• I 200 canali dello spettro sono raggruppati in 8 opportuni intervalli di energia (finestre). Ecco il contenuto delle quattro finestre più rilevanti:
– A (Radon+Thoron): conteggio totale delle alfa di 6 MeV del decadimento del Po218, più le alfa di 6.05 MeV del decadimento del Bi212
– B (Thoron): conteggio totale delle alfa di 6.78 MeV del decadimento del Po216
– C (Radon): conteggio totale delle alfa di 7.69 MeV del decadimento del Po214.
– D (Thoron): conteggio totale delle alfa di 8.78 MeV del decadimento del Po212
Rn 222 3.82 giorni
α 6.00 MeV α
7.69 MeV
Po 218 3.05 min Po 214
164 µs
Pb 214 26.8 min Bi 214
19.8 min Pb 210
22.3 anni
α 5.49 MeV
β β
A: Po218 6.00 MeV C: Po214 7.69 MeV
A B C D
Nuovo Radon
6 7 8 9 MeV
Po 218
3.05 min Po 214
164 µs
Radon in equilibrio
A B C D
6 7 8 9 MeV
Vecchio Radon
6 7 8 9 MeV
A B C D
Pb 214
26.8 min
Bi 214
19.8 min
Rn 222
3.82 g
B: Po216 6.78 MeV A: Bi212 6.05 MeV D: Po212 8.78 MeV Vecchio Thoron
A B C D
6 7 8 9 MeV
Bi 212
60.6 min
Thoron in equilibrio
A B C D
6 7 8 9 MeV
Po 212
0.3 µs
α 8.78 MeV
Po 212 0.3 µs
α (1/3) 6.05 MeV
Bi 212
60.6 min α 6.78 MeV
Po 216 0.15 s
Rn 220 55.6 s
Pb 212 10.6 ore Pb 208
stabile
Tl 208 3 min β
α 6.29 MeV
β β (2/3)
Nuovo Thoron
6 7 8 9 MeV
A B C D
Po 216
0.15 s Bi 212
60.6 min
Pb 212
10.6 ore
Pb 212
10.6 ore
Rn 220
55.6 s
A: Po218 6.00 MeV + Bi212 6.05 MeV B: Po216 6.78 MeV
C: Po214 7.69 MeV D: Po212 8.78 MeV
Radon in equilibrio + nuovo Thoron
A B C D
6 7 8 9 MeV
Radon + Thoron in equilibrio
6 7 8 9 MeV
A B C D
Nuovo Radon + nuovo Thoron
6 7 8 9 MeV
A B C D
Radon in equilibrio + vecchio Thoron
6 7 8 9 MeV
A B C D
Vecchio Radon + nuovo Thoron
A B C D
6 7 8 9 MeV
Nuovo Radon + vecchio Thoron
A B C D
6 7 8 9 MeV
Vecchio Radon + vecchio Thoron
A B C D
6 7 8 9 MeV
Attività sperimentale
• Vista l’incompletezza del sistema quel che faremo si limiterà a
– Scaricare i dati dal Rad7
– Formattarli in un foglio excel
– Tracciare il grafico dei dati di concentrazione in funzione del tempo
– Calcolare la media su tutto il periodo e sui diversi giorni di presa-dati
– Evidenziale la variabilità della concentrazione all’interno del giorno e della settimana