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<Siamo tutti figli che provengono dallo stesso Padre e devono perseguire una fraternità fatta di fiducia, di apertura, di accoglienza e di dialogo>

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Academic year: 2022

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ANNO XXI N. 1 GENNAIO 2020 Spedizione in a.p. art. 2 comma 20c legge 662/96 filiale Frosinone www.diocesianagnialatri.it

“Amando il prossimo e prendendoti cura di lui, tu cammini. E dove ti conduce il cammino se non al Signore?...

A i u t a , d u n q u e , i l prossimo con il qua- le cammini, per po- ter giungere a Colui con il quale desideri rimanere” (S. Agosti- no, Trattati su Gio- vanni 17,7-9).

Questa sintesi velo-

ce e densa della vita cristiana è un viatico per niente trascura- bile all’inizio di un nuovo anno.

Il grande vescovo di Ippona, scrivendo ai suoi cristiani, presen- ta la meta, la strada da compiere e l’im- pegno più importan- te da assumere nel cammino di fede.

Cammina bene chi sa dove deve anda-

re. La strada stanca molto meno quando il cuore è più rivolto

alla meta che non al- le difficoltà del per- corso…

Il passaggio da un anno all’altro costrin- ge il nostro cuore a muoversi tra senti- m e n t i d i v e r s i e – molto spesso - addi- rittura opposti. Que- sta gincana del cuo- re la conosciamo be- n e . S o p r a t t u t t o l a percezione del tem- po che passa si fa particolarmente for- te, quasi palpabile.

Siamo raggiunti da mille ricordi e, sicu- ramente, da qualche rimpianto. Veniamo a t t r a v e r s a t i , n e l l o stesso tempo, da at- tese e speranze. Ci scopriamo, con qual- che apprensione, as-

1° GENNAIO 2020 - PENSIERI PER IL NUOVO ANNO

LE NOSTRE COMUNITA' E TANTE ESPERIENZE:

DA TECCHIENA A TREVI A MONTE SAN MARINO

Servizi all'interno continua a pag. 2

<Siamo tutti figli che provengono dallo stesso Padre e devono perseguire

una fraternità fatta di fiducia, di apertura, di accoglienza e di dialogo>

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Natale è questa: che Lui è nato. E che in lui la morte non sarà per sempre. Non la nostra né quella di chi amiamo né quella ignota, miserabile, di milioni di poveri pro- fughi, senza tetto, perseguitati. L’even- to del Natale non è una dolce fiaba: è un colpo di maglio alla morte, una linea se- cante che irrompe come una lama nel- l’universo e nel tem- p o , e l i t r a s f o r m a . Senza Cristo, senza quel Bambino, na- sceremmo solo per morire, noi e i nostri figli. E invece è nato, è v e n u t o , c o m e i p r o f e t i n e i s e c o l i avevano annunciato.

Questa è la gioia ve- ra a Natale!”.

E questa, nonostante tutto, è la gioia vera all’inizio di un nuovo anno. E’ la gioia di chi entra in un nuovo segmento di tempo con il passo dei figli.

saliti da paure e an- gosce…

Ci rendiamo conto che nessuno di noi, quando pronuncia la parola “auguri”, ha il potere di assicurare agli altri, ai destina- tari dei suoi auspici, un anno senza diffi- coltà e senza proble- mi! Tre giorni prima di Natale, una brava giornalista ha firma- to su “Avvenire” un ottimo editoriale in- t i t o l a t o “ A u g u r i a tutti, ma di che?”. Il titolo, sicuramente provocatorio, riassu- meva un testo nel quale l’autrice, consi- derando l’atmosfera festaiola della vigilia, inflazionata della pa- rola “auguri”, mette- va facilmente in evi- denza l’inconsisten- za e la vacuità del termine non caratte- rizzato da punti di ri- f e r i m e n t o p r e c i s i . Appunto “auguri a tutti, ma di che?”.

Nel fare una valuta- z i o n e d e l l a r e a l t à , p e r ò , a p a r t i r e d a una prospettiva di f e d e , l ’ a u t r i c e d e l fondo, poteva con- cludere: “ma il cuore del Natale, ciò che spingeva con vigore in cielo la stella dei magi è il principio della più grande ri- voluzione, portata tra noi da quel Bam- b i n o . L a g i o i a d e l

E’ la gioia di chi ha un futuro e questo futuro si confonde e si abbraccia con il futuro di Dio. Nessu- no di noi sa quello che potrà succedere in questo nuovo an- no. Siamo sicuri solo di questo: qualunque cosa accada abbia- mo a disposizione l’amore e la miseri- cordia di un Padre e la custodia tenera e p r e m u r o s a d i u n a Madre (non dimenti- chiamo che il primo gennaio si celebra la Solennità di Maria Santissima Madre di Dio).

E’ vero non possia- mo sottovalutare la stanchezza, le disillu- sioni, le incertezze e l ’ a n s i e t à d i t a n t a gente. Non possiamo trascurare le preoc- cupazioni di singoli e famiglie, persone e istituzioni. Gli Istituti di statistica, con i lo- ro Rapporti, parlano di noi italiani come

d i u n p o p o l o d i s t r e s s a t i , p e r c h é s e n z a t r a g u a r d i e senza prospettive.

Sembra che manchi il futuro, e, per tale motivo, il presente diventa fastidioso e faticoso; manca an- che la fiducia negli altri… Ma siamo cri- stiani! Il mistero del Natale ci dice che siamo figli amati e che l’amore di Dio, con il suo progetto di volerci figli nel Fi- glio, raggiunge qual- siasi persona in ogni tempo, chiunque sia e d o v u n q u e s i a . E ogni essere umano ha il diritto di vivere in pace portando a pieno compimento la promessa di amo- re e di vita con cui è venuto al mondo.

Allora, più che il re- gistro del lamento, della rivendicazione e dell’avvilimento, pieghiamo il cuore a muovere quello della riconoscenza, della

LA CATTEDRA DEL VESCOVO

Gennaio 2020

2 2

continua da pag. 1

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LA CATTEDRA DEL VESCOVO

Anno XXI

Numero 1

3 3

Ritorno all’incipit di queste brevi note:

“ A i u t a i l p r o s s i m o con cui cammini per poter giungere a Co- lui con il quale desi- deri rimanere”.

I giorni che ci vengo- no donati vanno resi significativi dalla di- sponibilità al dono.

La pace è un proget- to che viene dall’al- to. Se fatto nostro, però, diventa un for- midabile motore per un cammino di spe- r a n z a c h e c i a p r e agli altri, ci porta ad accoglierli, a dialo- gare, a riconciliarci continuamente e, in- sieme, guardare la c a s a c o m u n e p e r coltivarla e custodir- la meglio.

Che per il nostro im- pegno personale e per il nostro lavoro di Chiesa “ogni per- s o n a , v e n e n d o i n questo mondo, pos- sa conoscere un’esi- stenza di pace e svi- luppare pienamente lode, dell’umiltà, del

s i l e n z i o , d e l l a r e - sponsabilità. Siamo tutti figli che proven- g o n o d a l l o s t e s s o Padre e devono per- seguire una frater- nità fatta di fiducia, di apertura, di acco- glienza e di dialogo.

La luce del Natale ci invita a guardare il passato con gratitu- dine, e vivere il pre- sente con passione, ad abbracciare il fu- turo con speranza.

Perché il nostro pas- sato è perdonato; il nostro presente è vi- sitato; il nostro futu- ro sarà sempre cu- stodito dall’Amore di Dio il cui cuore è più grande del nostro.

Da un anno all’altro questo nostro cuore o s c i l l a t r a i l “ T e Deum” di ringrazia- mento del 31 dicem- bre e il “Veni Crea- tor” per un cammino d i s p e r a n z a d e l 1 ° gennaio. E’ bello es- sere stretti tra il pri- m a t o d e l d o n o , d i c u i e s s e r e r i c o n o - scenti, e l’invocazio- ne allo Spirito per un c a m m i n o f i l i a l e e fraterno.

Al riguardo è molto significativo il tema del Messaggio per la 53ª Giornata Mon- diale della Pace di Papa Francesco: “La pace come cammino di speranza: dialogo, r i c o n c i l i a z i o n e e conversione ecolo- gica”.

la promessa di amo- re e di vita che porta in sé” (Papa France- sco, Messaggio per la 53ª Giornata Mon-

diale della Pace – 01 gennaio 2020).

Auguri a tutti e Buon Anno!

† Lorenzo Loppa

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Gennaio

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N

e l l a n o t t a t a t r a martedì 17 e mer- coledì 18 dicembre, presso il Policlinico universitario “Agosti- no Gemelli” di Roma, è venuto a mancare Roberto Petriglia, 51 anni, dipendente del Centro pastorale dio- cesano di Fiuggi. Ro- berto lascia la moglie Roberta e la piccola Marta, di appena 7 an- ni.

Nato e cresciuto ad Alatri, Roberto Petri- glia per molti anni è stato un punto di rife- rimento per l’Azione cattolica e più in ge- n e r a l e p e r i g r u p p i g i o v a n i l i d e l l a s u a città, animatore infati- cabile e sempre di- sponibile, così come in tanti lo hanno ricor- dato con commozione una volta appresa la notizia della scompar- sa.

Dal 2005 Roberto Pe- triglia lavorava come segretario generale del Centro pastorale della diocesi di Ana- gni-Alatri, a Fiuggi, a d o p e r a n d o s i p e r i

mille impegni in ma- niera sempre esem- plare e altamente pro- fessionale, ma anche qui mettendo “un sup-

plemento d’anima” in tutto quello che face- va, con carità cristia- na, disponibilità e un sorriso sempre e per tutti.

I funerali di Roberto sono stati poi celebra- ti presso la Concatte- drale San Paolo, nella sua Alatri, e il vescovo Lorenzo Loppa – che ha presieduto la cele- brazione e lo ha avuto a lungo come attento collaboratore – ne ha ricordato e sottolinea- to i tanti tratti salienti della sua figura di cri- s t i a n o , l a v o r a t o r e , sposo e padre di fami- glia.

In tanti hanno voluto stringersi attorno ai familiari di Roberto e anche “Anagni-Alatri U n o ” r i n n o v a t u t t a l’affettuosa vicinanza alla signora Roberta e alla piccola Marta.

IL RICORDO

Scomparso a 51 anni

Roberto per sempre

con noi

Era segretario del Centro pastorale persona disponibile e buona con tutti

a cura della REDAZIONE

Roberto Petriglia in una recente foto

Roberto con la moglie Roberta e la piccola Marta, in un video pubblicato in rete dal regista Claudio Tofani

La bara di Roberto lascia la Concattedrale di Alatri

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Anno XXI

Numero 1

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I

l 15 dicembre si è svolta la giornata d e l t e s s e r a m e n t o 2020 della “Associa- zione Insieme Alatri Onlus”, un appunta- mento annuale con cui si cerca di coin- volgere il territorio in quelle che sono le at- tività che l’associazio- n e s v o l g e d u r a n t e l’anno. Sempre molto attenta alla sfera for- mativa/informativa, h a p r o p o s t o n e l l a mattinata un conve- gno su “Genitori/figli:

un dia-logo che porti ben-essere” il relatore i l p r o f e s s o r e S i l v i o Roscioli, presidente dell’A.R.V.A.S del La- zio ha ribatito il ruolo dei genitori nella vita sociale delle persone con disabilità: sono proprio i genitori a d o v e r i n s e g n a r e a i propri figli a vivere in modo libero, una li- bertà concettuale che si oppone all’idea che l a d i s a b i l i t à s i a u n ostacolo insormonta- bile che vincola e in- valida il miglioramen-

to e i rapporti inter- personali. Veicolo in- dispensabile per una tale crescita è il dialo- go in famiglia a qual- siasi livello, ovvero il r a g g i u n g i m e n t o d i uno stato che coin- volge tutti gli aspetti d e l l ’ e s s e r e u m a n o , c a r a t t e r i z z a n d o l a qualità della vita di ogni singola persona all’interno di una co- m u n i t à d i p e r s o n e . T e n e n d o p r e s e n t e

CON I GIOVANI E PER I GIOVANI

La onlus segue i ragazzi disabili

Genitori e figli

“Insieme”

La “Giornata del tesseramento 2020”

e tanti altri progetti in cantiere a cura della REDAZIONE

quanto emerso nella mattinata, presso i lo- cali della Associazio- ne Musicapolis con cui “INSIEME” colla- b o r a a t t r a v e r s o u n protocollo di intesa nella realizzazione di l a b o r a t o r i m a n u a l i , c’è stata la proiezione del film “Mio fratello rincorre i dinosauri”, che racconta la storia v e r a d e l l a f a m i g l i a Mazzariol che si trova a crescere un figlio c o n l a s i n d r o m e d i Down. Al termine la riflessione con tutti i presenti ha confer- mato le difficoltà che il film ha evidenziato e soprattutto quanto la storia raccontata sullo schermo sia vici- na a quella di ogni fa- m i g l i a c h e h a u n a persona con disabi- lità. A seguire sono stati presentati i pro- getti passati e quelli futuri che l’associa- zione sta seguendo con interesse da par-

te di tutti, realizzabili con la grande forza motrice dei volontari che riescono a fare la differenza all’interno della Associazione. E proprio a conclusione d e l l a g i o r n a t a u n gruppo di volontari d’eccezione con la lo- ro direttrice ha chiu- so, con canti unici e c a r a t t e r i s t i c i d e l l a tradizione, la giorna- ta del tesseramento:

il coro del CAI di Fro- sinone diretto Giu- seppina Antonucci ha riempito di musicalità la chiesa degli Scolo- pi di Alatri.

Difficile esprimere, in poche parole, i rin- graziamenti per tutti quelli che hanno per- messo di realizzare una giornata così arti- colata, soprattutto un g r a z i e a n c o r a p i ù sentito per il soste- g n o n e g l i a l t r i 3 6 5 giorni dell’anno.

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presepe con tanti per- sonaggi, in cui ci sono delle cose anche tec- nologicamente perfet- te, in cui sembra che funzioni tutto ma in realtà manca il Perso- naggio principale. Mi piacciono tanto i pre- sepi di questi giorni in cui il Bambino è na- s c o s t o , o p p u r e n o n c’è, perché quella è la vita nostra. E la capa- cità nostra di lasciarci trovare – ha aggiunto il Vescovo - significa che in quel presepe

È

stata la Chiesa Re- gina Pacis a Fiuggi ad ospitare, venerdì 20 dicembre, la veglia di Natale dei giovani, con la partecipazione del vescovo Lorenzo Loppa. “Seguendo la stella” è stato il tema della serata, che il pre- sule ha impreziosito con una sua breve ma incisiva riflessione, rin- graziando anzitutto l’organizzazione cura- ta dalla pastorale gio- vanile e dal centro vo- cazioni, assieme al Mo- vimento Pro Sanctita- te di Fiuggi, le oblate Teresa, Lucia e tutti i ragazzi del movimen- to, padre Vincenzo, e con un ricordo specia- le per Roberto Petri- glia, il segretario del centro diocesano di cui proprio in mattina- ta lo stesso Vescovo a v e v a c e l e b r a t o l e esequie ad Alatri.

Loppa si è rifatto in particolare alla pre- senza del presepe nei giorni di avvicinamen- to al Natale:< Andiamo a guardare la vita no- stra: sicuramente è un

noi dobbiamo scoprire chi è Gesù e chi assu- me il posto di Gesù.

Perché Gesù è venuto in mezzo a noi e Dio si è fatto uomo? Per noi.

E allora la parola d’or- dine del Natale è que- sta: Lui è venuto, per venire dentro di me. E allora bisogna che mi faccio trovare, bisogna lasciarsi trovare. Il pre- sepe è straordinario – ha sottolineato Loppa ricordando la recente lettera scritta da papa Francesco da Greccio - c e l o h a r i c o r d a t o papa Francesco nella lettera da Greccio - Il presepe sembra im-

m o b i l e m a h a u n a g r a n d e c a p a c i t à d i m o v i m e n t o , p e r c h é tutto tende alla grotta.

E allora avviciniamoci al Natale facendo rim- balzare dentro di noi q u e l l a d o m a n d a e quella proposta lancia- t a s e m p r e d a l p a p a nella “Christus vivit”:

non ti domandare chi s o n o i o , d o m a n d a t i

“ p e r c h i s o n o i o ? ” : questa è la domanda giusta. Questa è una domanda che ci allon- tana pian piano dal- l ’ a u t o r e f e r e n z i a l i t à , dall’individualismo e soprattutto ci libera da quella tirannia delle Gennaio

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2020

6 CON I GIOVANI E PER I GIOVANI

La veglia di Natale a Fiuggi

“Lasciamoci trovare

da Gesù…”

L’invito e le riflessioni del vescovo di Igor TRABONI

Fotoservizio Filippo Rondinara

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lamentele nei riguardi degli altri, degli am- bienti in cui vivianm.

Lui è venuto per me e io mi devo lasciar tro- vare. Ma da chi pure mi devo lasciar trova- re, chi debbo ritrova- re?>, ha chiesto ai gio- vani presenti il vesco- vo, invitandoli a riflet- tere anche su questo.

E un’altra riflessione l’ha poi posta parten- do dalla figura dei pa- stori: <Mi sono simpa- tici i pastori perché hanno grande capacità di movimento, erano poco stimati, non co- noscevano la Bibbia, però sono i primi de- stinatari dell’annuncio.

E allora se ci si lascia ritrovare da Lui, poi le relazioni risplendono come quelle stelle, ma soprattutto abbiamo una grande capacità di movimento, di metter- c i a d i s p o s i z i o n e d i tutti. “Eccomi”… certo, davanti a Dio, ma la concretezza di questo

“eccomi” si gioca tutti i giorni nella concre- t e z z a d i p e r s o n e i n c a r n e e d o s s a c h e hanno bisogno di noi.

Da Natale a Pasqua c’è l’arco della luce>, ha s o t t o l i n e a t o L o p p a , augurando ai giovani presenti <un ottimo Natale, ricco di cose essenziali e povero di cianfrusaglie che non servono a niente.

Q u e l l ’ e c c o m i d e t t o agli altri, e quindi al Si- gnore, è fatto di un domandarsi: per chi voglio vivere? Ed es- sere così un dono con- tinuo>, ha concluso il Vescovo.

I prossimi incontri in Anno XXI

Numero 1

CON I GIOVANI E PER I GIOVANI 7 7

calendario per quanto riguarda la pastorale giovanile e il centro diocesano vocazioni sono quelli per il ritiro

di Quaresima (domeni- ca 8 marzo), la Via Cru- cis dei giovani di ve- nerdì 3 aprile e la ve- glia diocesana di pre-

ghiera per le vocazioni di giovedì 30 aprile, in luoghi da stabilire e che verranno comuni- cati successivamente.

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L

a Misericordia di Trevi nel Lazio - sabato 21 dicembre scorso - ha fat- to visita alla Casa Fami- glia “Borgo Amigò”, nata nel 1995 a Roma, nel quartiere Casalotti, per iniziativa di Padre Gaeta- no Greco, per 35 anni cappellano del carcere minorile di Casal del Mar- mo. La comunità ospita minori e giovani adulti sottoposti a misure alter- native alla detenzione, minori stranieri non ac- compagnati e minori sot- toposti a provvedimenti civili. I ragazzi sono di di- verse nazionalità e riman- gono nella comunità in base ai tempi stabiliti dal- la magistratura oppure dai servizi sociali. Alcuni di questi ospiti proseguo- no la permanenza dopo tale periodo, in base alle necessità e alle possibilità di ognuno.

Con la Misericordia di Trevi nel Lazio sono stati presenti i Confratelli for- matori Cristian e Laura, della Misericordia di Aric- cia. Dopo la reciproca presentazione, i Confra- telli formatori Cristian e Laura hanno illustrato ai ragazzi alcune nozioni di primo soccorso, non solo

per l’acquisizione di una specifica conoscenza uti- le a soccorrere chi è sta- to vittima di un infortu- nio, quanto per trasmet- tere loro in modo espe- rienziale la gioia che na- sce dal prendersi cura degli altri. L’incontro è terminato con il pranzo comunitario e i doni che la Misericordia di Trevi ha portato a tutti i ragazzi.

L’iniziativa - proposta dal Correttore spirituale della Misericordia di Trevi nel Lazio, Don Massimiliano Fasano, e accettata con entusiasmo dai Confra- telli - vuole aprire la stra- da a nuovi futuri momen- ti di condivisione e cre- scita reciproche.

LE NOSTRE COMUNITÀ

si sono lasciati guidare in un percorso nuovo ma evidentemente per loro interessante e diverso.

Alcuni di questi ragazzi, poi, hanno scelto di con- dividere anche qualcosa della loro storia che, per quanto difficile, è comun- que incamminata verso orizzonti diversi, prospet- tive nuove che aprono a possibilità prima impen- sabili. Insomma, un’espe- rienza umana oltremodo arricchente, davvero uni- ca. E la volontà, forte, de- cisa, è quella di non di- sperdere l’energia donata e ricevuta in una giornata piovosa fuori, ma con il sole dentro!

Insieme a Padre Gaetano ci si è infatti confrontati sulla possibilità di con- crete collaborazioni con i ragazzi, per avvicinarli al Movimento delle Miseri- cordie, al suo vero spirito, e per far vivere loro oc- casioni di servizio e fra- tellanza, coinvolgendoli nelle attività.

Il dubbio che - prima di arrivare - provavano i Confratelli, era di non riu- scire ad entrare in rela- zione con i ragazzi di Borgo Amigò, avere delle difficoltà a dialogare con loro, a coinvolgerli in mo- menti stimolanti. E invece è stato tutto molto sem- plice, perché i ragazzi si sono ben presto aperti e Visita alla Casa Famiglia

Misericordia di Trevi

a Borgo Amigò

Ospita minori e giovani sottoposti a misure alternative alla detenzione

di Barbara RIGGI

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Anno XXI

Numero 1

LE NOSTRE COMUNITÀ 9 9

P

roprio così. Domenica 29 dicembre, nella parrocchia di San Valenti­

no a Monte San Marino, frazione di Alatri,le fami­

glie si sono incontrate per fare festa e vivere una giornata all’insegna della gioia e della comunione fraterna. Tantissime le fa­

miglie partecipanti!

L’iniziativa, promossa dal Consiglio pastorale al fine di far riscoprire la parroc­

chia come l’unità di tante

“piccole Chiese domesti­

che”, è stata colta favore­

volmente dall’intera co­

munità, che ha partecipa­

to attivamente alla buona riuscita dell’evento.

Ad impreziosire la giorna­

ta la presenza del Vesco­

vo Lorenzo Loppa che, dopo aver presieduto la Messa, si è fermato a pranzo con la comunità parrocchiale. Nell’omelia, il Vescovo, citando la Fa­

miliaris Consortio (“Fami­

glia, diventa ciò che sei!”), ha invitato i geni­

tori presenti a prendere come modello la Famiglia di Nazareth (la cui storia

non è stata priva di pro­

blemi) e a riscoprire la sua intima dignità e re­

sponsabilità. <Le prime pagine del catechismo ­ ha sottolineato ancora il Vescovo ­ sono i volti del­

la mamma e del papà>.

Inoltre, c’è bisogno, oggi, di una famiglia che non si lasci intimidire dai tranelli ingannevoli del nostro tempo, ma che sia costi­

tuita da un uomo e da una donna, così voluta da sempre da Dio. In questa famiglia tre parole apro­

no la strada per vivere bene in pace: “permes­

so”, “grazie” e “scusa”, come ha affermato Papa Francesco in una delle sue prime Udienze gene­

rali. Parole semplici, an­

che se non sempre così semplici da mettere in pratica.

Ma una festa insieme, nel tempo più “familiare”

dell’anno non poteva non finire se non con un bel pranzo di famiglia! Così, dopo la Messa, i genitori,

i bambini, i giovani, i non­

ni hanno pranzato insie­

me, allietati da musica e da canti e da una simpati­

ca e gradita performance di Don Rosario, accompa­

gnata dal Vescovo con la fisarmonica. E, tra una tombolata e l’altra, per la gioia di tutti i bambini, l’arrivo di Babbo Natale!

Davvero una bella festa.

Un’esperienza da ripete­

re.

Mi piace concludere con un’affermazione di don Roberto Martufi, attuale guida della comunità di Monte San Marino: <Mo­

striamo a chi pensa che i cristiani siano tristi, che quando si riuniscono illu­

minano il mondo>.

A Monte San Marino

Ma che bella la “Festa in famiglia”!

Iniziativa per far riscoprire la parrocchia come unità di piccole Chiese domestiche

di Silvana LORMINI

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Gennaio

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2020

1 0 0 LE NOSTRE COMUNITÀ

“S

e g u i a m o l a stella”: un invi- to, quasi un’esorta- zione a muoversi, a porsi in cammino, a non rimane fermi, im- mobili ed immutati.

Un invito che è stato accolto dalla comu- nità della parrocchia Maria Santissima Re- gina di Tecchiena Ca- stello e dal parroco don Luca Fanfarillo.

“Seguiamo la stella” è stato un percorso di preparazione al Nata- le durato quattro se- rate, ogni mercoledì dal 27 novembre al 18 dicembre.

Camminando al se- guito della stella, nu- m e r o s e p e r s o n e , adulti e piccini, con grandi sorrisi e voglia di stare insieme, han- no riempito le strade delle contrade can- tando le canzoni na- talizie della tradizio- ne, in un clima gioio- so e festoso.

I l r i t r o v o f i n a l e d i ogni serata è stato fissato presso alcune famiglie della parroc-

s i m b o l i c o q u e s t o , fatto di pochi metri percorsi, ma che ha fatto riscoprire l’au- t e n t i c a e s s e n z a dell’Avvento.

“ E d e c c o , l a s t e l l a c h e a v e v a n o v i s t o spuntare, li precede- va, finché giunse e si fermò sopra il luogo d o v e s i t r o v a v a i l bambino. Al vedere la stella, essi prova- rono una grandissima g i o i a . E n t r a t i n e l l a casa, videro il bambi- no con Maria sua ma- dre, si prostrarono e lo adorarono’ (Matt 2, 9-11)”.

E’ la stessa “grandis- sima gioia” dei Magi che dobbiamo vivere anche noi nella pro- spettiva della venuta di Gesù, nel lasciarci guidare dalla stella c h e s i a m o c e r t i c i condurrà a Lui.

chia. Qui si è svolto un momento di pre- ghiera con la lettura del Vangelo e alcune riflessioni offerte dal parroco.

<Tutto all’esterno è ormai pronto per il Natale – ha detto don Luca nell’ultima sera- ta - addobbi, lucine, regali, ma dentro di noi? Siamo pronti al Natale? Siamo pronti ad accogliere Gesù?

Siamo pronti ad ac-

cogliere l’altro? Sia- mo pronti ad acco- gliere la gioia che Ge- sù vuole portare den- tro di noi, nelle nostre famiglie e intorno a noi?>.

Ecco, nella speranza di una risposta affer- mativa a tutte queste domande, il ritrovarsi a s s i e m e n e l v i v e r e questi momenti è im- portante, non chiu- dersi è importante, non vergognarsi, ma cantare per strada, m a g a r i s v e g l i a r e qualcuno che già era andato a letto.

Le famiglie che han- no accolto i “pellegri- ni per una notte” nel- le loro case lo hanno f a t t o c o n i m m e n s a gioia, quasi con orgo- glio, offrendo bevan- de calde per riscal- darsi e dolcetti invi- tanti, per vivere an- cora un momento di comunione e convi- vialità.

U n c a m m i n o q u a s i Parrocchia Tecchiena Castello

In cammino, seguendo

la stella…

Strade della contrada riempite da canti, riflessioni e luci vere

a cura della Redazione

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Anno XXI

Numero 1

VITA DIOCESANA 1 1 1 1

D

omenica 15 di- cembre, presso il Centro pastorale di Fiuggi, si è tenuta la riunione del coordi- namento diocesano delle Confraternite, a l l a r g a t o a t u t t i i priori e ai compo- nenti dei consigli di- rettivi facenti parte delle 40 Confraterni- te presenti in 14 pae- si della diocesi. L’in- contro è stato pre- sieduto dal delegato diocesano don Al-

berto Ponzi e dal se- gretario Aldo Fanfa- rillo e ha riguardato l’approvazione dello statuto–quadro delle Confraternite, alla lu- ce del nuovo codice di Diritto canonico;

uno strumento che di fatto andrà a so- stituire quello appro- vato

l ’ 8 d i c e m b r e 1 9 9 8 dall’allora vescovo L u i g i B e l l o l i e c h e aveva a sua volta so- stituito quello appro-

vato da monsignor Gaudenzio Manuelli, vescovo di Anagni, il 31 ottobre 1929.

Nel corso dei lavori, don Alberto Ponzi ha sottolineato l’im- portanza del ruolo dei “primiceri”, ovve- ro dei sacerdoti che guidano le Confra- ternite. Una partico- lare attenzione don Ponzi l’ha poi rivolta ad alcuni passaggi della recente “Lette- ra agli adulti” del ve- scovo Loppa, laddo- v e s i o f f r o n o d e i suggerimenti per ri- costruire o potenzia- r e l ’ i d e n t i t à d e l l e persone adulte e la qualità della nostra vita comunitaria.

Un altro ampio riferi- mento è stato fatto anche momento par- ticolare che le Con- fraternite stanno at- traversando, auspi- c a n d o q u i n d i u n a maggiore tutela di queste associazioni

di fede che da sem- p r e c o s t i t u i s c o n o una grande ricchez- z a p e r l a d i o c e s i . Don Ponzi ha inoltre invitato tutti i pre- s e n t i a f o r m e d i evangelizzazione, al- la presenza più assi- dua alla Messa do- menicale, alla carità, al rispetto e a fare più “comunione” al- l’interno delle varie realtà.

E’ stato inoltre fissa- to, per domenica 15 marzo 2020, terza domenica d’Avven- to, il ritiro spirituale d i o c e s a n o a T o r r e Cajetani; mentre si terrà ad Alatri il 31°

raduno diocesano e ad Anzio quello re- gionale, con date da stabilire.

Riunione del Coordinamento

Confraternite sempre pronte

a nuove sfide

Fissato il ritiro di Avvento:

si terra a Torre Cajetani di Giorgio Alessandro PACETTI

Anno XXI, n. 1 Gennaio 2020 mensile della comunità Ecclesiale N. di registrazione 276 del 7.2.2000

presso il Tribunale di Frosinone.

DIRETTORE: Igor Traboni IN REDAZIONE: Claudia Fantini Per inviare articoli:

itraboni@libero.it claudiafantini25@gmail.com

AMMINISTRATORE

Giorgio Iafrate HANNOCOLLABORATO: Cristiana De Santis,

Silvana Lormini, Giorgio Alessandro Pacetti,

Barbara Riggi, Filippo Rondinara,

Jacopo Rosatella EDITORE

Diocesi di Anagni-Alatri FOTOCOMPOSIZIONEE STAMPA

Editrice Frusinate srl - Frosinone

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Gennaio

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2020

1 2 2 VITA DIOCESANA

Alatri ha poi tratteg- giato meglio la figura di Giuseppe: <Non era un vecchio come lo dipingono, ma un giovanotto poco più grande di Maria, la cui vita è stata meno idillica e più dram- matica di quello che sembra, meno mira- colistica e più pro- blematica, è stato un uomo straordinario che ci fa capire come bisogna custodire e avvicinarsi al segreto delle persone, come togliersi i calzari da- vanti alla terra santa che sono gli altri. Lui è stato il custode per eccellenza dei tesori della redenzione: Ma- ria e Gesù>, ha sotto- lineato il presule, ag- g i u n g e n d o s u b i t o dopo come <Giusep- pe ha fatto il Natale i n m a n i e r a u n p o ’ drammatica, perché si aspettava una spo- sa tutta sua, un figlio tutto suo e invece Natale, che ci dice

che veniamo al mon- do per non morire più, perché Dio ha messo sulla nostra vita il Suo sigillo, il suo “sì” e una volta che Dio ha detto il suo “sì” non lo ritira più, nonostante i no- stri peccati>.

Come avvicinamento al Natale, il presule h a q u i n d i p r e s o spunto dalle letture Loppa all’ospedale di Alatri

In Giuseppe la pazienza della speranza

di Igor TRABONI

Durante la Messa il presule ha rimarcato i tratti della figura dello sposo di Maria

del giorno, e in parti- colare dal Vangelo e dalla figura di Giu- seppe <che ci pren- de per mano e ci di- ce come dobbiamo celebrare il Natale: ci dobbiamo mettere n e i p a n n i d i q u e - st’uomo>, perché an- che a noi <il Signore chiede la pazienza della speranza, per- ché non ci salva co- m e d i c i a m o n o i e q u a n d o v o g l i a m o n o i , c i s a l v a c o n i suoi tempi; e se sem- bra in ritardo non è sui tempi ma sulla nostra fretta. Ecco quindi che la pazien- za della speranza è una cosa bellissima per fare Natale. Però ci vuole l’obbedienza della fede>, perché Dio <chiede la colla- borazione di noi tutti:

l’ha chiesta a Maria n e l s u o “ s ì ” e n e l Vangelo di oggi l’ha chiesta a Giuseppe>.

Il vescovo di Anagni-

M

ercoledì 18 di- c e m b r e , c o m e da consolidata tradi- zione di ogni anno, il v e s c o v o L o r e n z o L o p p a s i è r e c a t o p r e s s o l ’ o s p e d a l e

“San Benedetto” di Alatri per incontrare il personale e i pa- zienti e quindi cele- b r a r e M e s s a n e l l a cappella del nosoco- mio.

Una Messa, ha esor- dito Loppa, <offerta per voi che lavorate in ospedale a tutti i livelli e per tutte le persone che qui cer- cano di ritrovare la salute e per le loro f a m i g l i e > , a g g i u n - gendo subito dopo un’intenzione parti- colare e commossa per Roberto Petri- glia, il segretario dio- cesano scomparso poche ore prima e sottolineando come

<la morte è un terri- bile avversario, ma

per fortuna che c’è il Fotoservizio Filippo Rondinara

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Dio gli fa capire che sta agendo diversa- mente e glie lo fa ca- pire in sogno. A Giu- seppe quattro volte Dio è apparso in so- gno e lui ha risposto sempre con l’obbe- dienza della fede>, come in questo caso, quando <Giuseppe si accorge che la sua p r o m e s s a s p o s a aspetta un bambino e m i l l e p e n s i e r i l o agitano, però, come dice il Vangelo, “era u n u o m o g i u s t o e non voleva ripudiarla pubblicamente”, ma Giuseppe era giusto non della giustizia dei tribunali, ma della g i u s t i z i a d i D i o > , quella giustizia che nella beatitudini ri- corre con un “beati gli affamati e gli as- setati della giustizia”.

Ed ecco allora, ha ri- marcato Loppa, che

<la giustizia è la vo- lontà di Dio. Giusep- pe era giusto anche nel senso che capi- sce che c’è la mano di Dio e, come tutti gli uomini santi della Bibbia, magari ha un po’ paura e vuole fa- re un passo indietro.

Ma Dio in sogno gli dice una parola che nella Bibbia è ripetu- ta 365 volte “non temere”, non temere

“di prendere Maria p e r s p o s a , p e r c h é quello che sta succe- dendo in lei è opera dello Spirito Santo” e Giuseppe si fa trova-

re pronto. E’ una fi- gura straordinaria e a b b i a m o t a n t o d a imparare da lui che discretamente si è messo accanto a Ma- ria e l’ha custodita. Si è fatto trovare pron- to, nell’obbedienza della fede>, ha ag- giunto il vescovo, in- vitando a leggere an- che la sua “Lettera di Natale”, in distribu- zione nelle parroc- chie e dove questi temi della prepara- zione alla nascita di

Gesù vengono ripre- si. <Vi faccio quindi gli auguri – ha con- cluso Loppa rivol- gendosi a medici, in-

fermieri e personale - di assomigliare un po’ a Giuseppe, con l a p a z i e n z a d e l l a speranza>.

Anno XXI

Numero 1

VITA DIOCESANA 1 1 3 3

A G E N Z I A G E N E R A L E D I A N A G N I Via Bassano, 216 - 03012 Anagni (FR)

Tel 0775/769242 - 0775/772014 - E mail: anagni@cattolica.it ASSICURATORE UNICO DELLA DIOCESI DI ANAGNI-ALATRI ANCHE AL TUO SERVIZIO TRASPARENZA, SICUREZZA, FIDUCIA

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1 4 4 INCONTRI

Con i richiedenti asilo

Quelle storie passeggiando

per Anagni…

di Jacopo ROSATELLA Tre incontri diversi, tre esperienze che possono costituire un esempio

P

asseggiando per Anagni, mi è ca- pitato spesso di fare conoscenza con ra- gazzi richiedenti asi- l o o s p i t i p r e s s o i centri di accoglienza locali. Riporterò di seguito alcuni mo- menti dei nostri in- contri e stralci delle loro storie. Tre le di- verse nazionalità in- contrate: nigeriana, ivoriana e bengale- se.

Sipho, dalla Nigeria, è stato il primo che ho cominciato a fre- q u e n t a r e d o p o l a nostra prima chiac- chierata, avvenuta durante un evento musicale di qualche anno fa. Entrambi appassionati della cultura Hip Hop, non abbiamo fatto fatica a rompere il ghiac- cio parlando di quali fossero i nostri arti-

sti preferiti e facen- do il Rap noi stessi, ognuno nella propria lingua. Sipho utiliz- zava un misto di in- glese e francese per il quale mi sono mol- to complimentato.

Inoltre possedeva un gran corredo di col- lane e bigiotteria au- toprodotta. Mi ha in seguito spiegato che suo fratello ne dise- gnava e produceva anche di più belle e che aveva imparato da lui, così come an- che la passione per l ’ H i p H o p e , c o n quella, il sogno ame- ricano. Raggiungere il fratello a New York per rivederlo dopo molti anni è infatti l’obiettivo che Sipho si ripropone mentre qui studia e lavora.

F e l a i n v e c e , d a l l a Costa D’Avorio, me- n o e s t r o v e r s o , i n - contrato in casa di amiche in comune, tende ad essere più

silenzioso e a parlare di sé stesso solo se richiesto. La nostra prima conversazione ha riguardato il noto calciatore Drogba, suo connazionale e i d o l o . Q u a n d o s i parlava di calcio tra d i n o i , e r a s o l i t o rompere la sua abi- tuale compostezza lasciandosi andare p i ù l i b e r a m e n t e , completamente pre- so dall’argomento.

I n c o n t r a n d o c i p o i sempre più spesso, aveva cominciato a p a r l a r m i d e l s u o Paese e di come sta- va prima di partire.

Un giorno gli chiesi se il caffè gli piaces- se, visto che lo rifiu- tava sempre o quasi.

Fece una faccia po- c o c o n v i n t a e p o i d i s s e c h e n o n e r a solito berne: fin da p i c c o l o e r a s t a t o abituato a vederne le piantagioni in im- mense distese e a considerare quella del caffè una pianta molto comune, con l’unica utilità della vendita. Stessa cosa per il cacao. Una ri- sorsa comune e ab- bondante, continua- v a a r a c c o n t a r m i , però non valorizzata dal prezzo di com- mercializzazione in Africa rispetto al- l’Europa. Mi ha rac- contato di quanto detesti le condizioni e c o n o m i c a m e n t e svantaggiose e fisi-

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Anno XXI

Numero 1

INCONTRI 1 1 5 5

camente usuranti di questa compraven- dita per la sua na- zione. Anche lui la- vorava nei campi. La giornata lavorativa iniziava all’alba e fi- niva con il calar del sole. Il che significa- va passare l’intera g i o r n a t a c o n l a schiena curva, inevi- tabile causa, entro i trenta e i quarant’

anni, di gravissimi problemi di salute che costringevano gli operai a non po- ter più lavorare.

Con Daruka del Ban- gladesh ci siamo in- contrati alla fermata dell’autobus. Era ap- pena stato trasferito a d A n a g n i d o p o aver vissuto otto an- ni a Genova. È venu- to a chiedermi a che ora passasse la pri- m a n a v e t t a ; c o s ì , l’abbiamo aspettata

rivare in Italia, luogo nel quale finalmente è felice e in cui si sente al sicuro. Con i soldi che la sua fa- miglia gli ha messo a disposizione per il viaggio, è arrivato sulle coste del Medi- terraneo, venendo smistato in vari pae- si del nord Africa, tra cui la Libia, rice- vendo un trattamen- to del tutto opposto rispetto a quello ita- liano. Mi ha raccon- tato di aver subito una forte discrimina- zione in molte situa- zioni. Gli è capitato, ad esempio, che la polizia pretendesse un riscatto dalla sua famiglia sotto la mi- naccia di tortura o peggio. Quando ha chiesto agli agenti p e r q u a l e m o t i v o dovesse pagare, gli insieme e ha comin-

ciato a raccontarmi alcune cose di sé. Ci siamo poi incontrati nei giorni seguenti p a s s e g g i a n d o e quasi ogni volta mi offriva una RedBull, bevanda non acqui- stabile in Banglade- sh.

Gli piaceva molto, m e n t r e i n v e c e d i - sdegnava qualsiasi b e v a n d a a l c o l i c a . Aveva trovato un la- voro per un autola- vaggio in un paese qui vicino, dove si recava anche a pie- d i , d i d o m e n i c a o quando non c’erano gli autobus, percor- rendo numerosi chi- lometri sotto il sole d’estate.

Dopo alcuni mesi mi h a r a c c o n t a t o a grandi linee il suo lungo e pericoloso viaggio prima di ar-

è s t a t o s e m p l i c e - mente risposto in in- glese “blood” (san- gue).

Da questi tre incon- tri, nonostante i ra- gazzi si distinguano per le diverse nazio- nalità e personalità individuali, ho potu- to constatare che il viaggio e la neces- sità di adattarsi a si- t u a z i o n i s e m p r e nuove, insieme alle solide radici culturali e familiari, abbiano dato loro una forte m o t i v a z i o n e c h e c r e d o s i a p i ù r a r a ma di esempio per i ragazzi occidentali, che affrontano me- n o p r o b l e m i e p i ù facilmente si lamen- tano.

P e r r a c c o n t a r e l e vostre storie di in- contro, scriveteci a migrantes@dioce- sianagnialatri.it.

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1 6 6 FEDE E CULTURA

L’

a m b a s c i a t o r e di Cuba presso la Santa Sede, Jorge Q u e s a d a C o n c e p - tiòn, è stato ospite ad Alatri dove ha vi- sitato la mostra do- cumentale dedicata a Mario Tagliaferri, il vescovo originario di Tecchiena che dal giugno 1975 al 1978 fu pro–nunzio apo- stolico proprio a Cu- ba.

L’ambasciatore cu- bano, che si è detto p a r t i c o l a r m e n t e contento per l’invito e ha mostrato di ap- prezzare sia la mo- stra che le bellezze di Alatri, è stato ac- colto dal Prefetto di Frosinone, Ignazio Portelli, e dal sinda- co Giuseppe Morini.

L a m o s t r a , c u r a t a nei minimi particola- ri dall’associazione i n t i t o l a t a a M a r i o Tagliaferri, con molti d o c u m e n t i i n e d i t i (compreso un video

L a p r e s e n z a d e l nunzio Tagliaferri a Cuba fu tutta all’in- segna della continua ricerca di un profi- c u o d i a l o g o , i c u i frutti vennero rac- colti vent’anni dopo, nel maggio del 1998, con la storica visita di Giovanni Paolo II nell’isola e l’incontro con Fidel Castro.

Morto a Parigi il 21

maggio 1999, monsi- g n o r T a g l i a f e r r i è sepolto nella Con- cattedrale “San Pao- lo” di Alatri e l’Am- ministrazione comu- nale della città nata- le gli ha intitolato la p i a z z a p r i n c i p a l e n e l l a f r a z i o n e d i Tecchiena, a pochi passi dalla sua casa natale.

L’ambasciatore ad Alatri

Tagliaferri omaggiato

da Cuba

a cura della REDAZIONE Originario di Tecchiena fu nunzio

apostolico anche in quell’isola

girato proprio a Cu- ba) ha poi chiuso i battenti dopo essere stata visitata da cen- t i n a i a d i p e r s o n e . Uguale successo di visitatori la mostra aveva riscosso in un precedente allesti- mento presso i locali della parrocchia di Tecchiena.

L'ambasciatore di Cuba accolto ad Alatri

Tagliaferri nella nunziatura di Cuba nel 1977

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Convento di San Lorenzo a Piglio

Lo spettacolo del presepio di padre Quirico

di Giorgio Alessandro PACETTI Costruito con perizia di orologiaio,

si può ammirare fino al 1° febbraio Anno XXI

Numero 1

FEDE E TRADIZIONI 1 1 7 7

A

l viandante che s a l e l ’ e r t a c h e conduce al convento di San Lorenzo a Pi- glio si ripresenta an- c h e q u e s t ’ a n n o l o spettacolo tenerissi- mo del presepio arti- stico-sincronizzato, costruito con mezzi di fortuna, ma non s e n z a u n a p r o p r i a eleganza, dal com- pianto padre Quirico Pignalberi, ora Vene- rabile, nella metà de- gli anni ’50. I visitato- r i p o s s o n o c o s ì d i nuovo ammirare, nel- la cornice di squisita povertà francescana, gli eventi che si riferi- scono alla nascita del Salvatore e le diverse attività umane che si avvicendano alla sua presenza (allevamen- to degli animali, tra- sporti, artigianato, nell’arco della giorna- t a d a l l ’ a l b a a l t r a - monto).

La struttura di questo presepio è in relazio- ne alla grotta dove è

rappresentata la na- scita di Gesù con Ma- ria e Giuseppe, oltre l’asinello ed il bue. I movimenti dei perso- naggi e le varie fasi d e l g i o r n o e d e l l a notte erano sincro- nizzati da meccani- smi ad orologeria, es- s e n d o s t a t o p a d r e Quirico un buon oro-

logiaio. Ora, con l’av- vento di nuove tec- nologie, sono colle- gati al computer. Nel fondo della grotta è rappresentato il cielo in cui è presente il Padre, da cui partono raggi di luce conti- n u a , c o m e s e g n o dell’eternità. Prima di giungere a Gesù, vi sono ancora due cieli aperti, che richiama- no la simbologia del Paradiso dantesco. I movimenti dei perso- naggi della grotta so- no significativamente espressivi. Gesù, si e l e v a l e g g e r m e n t e dalla culla e allargan- do le braccia sembra compiere un gesto di a c c o g l i e n z a , v e r s o q u a n t i l o v i s i t a n o . Maria apre le braccia come segno di stu- pore e congiunge le m a n i i n p r e g h i e r a .

Giuseppe, umilmente s ’ i n c h i n a e d a d o r a l’Emmanuele.

Le fasi alterne del- l’aurora del giorno e della notte, richiedo- no un po’ di attesa, in quanto scandiscono diversi movimenti. In ultimo c’è il simpati- co personaggio che ringrazia e fa gli au- guri a quanti pongo- no l’offerta. I visitato- ri, inoltre, potranno fare poi una visita da- vanti al sepolcro del suo ideatore presso la Cappella del Sacro Cuore all’estremità o r i e n t a l e d e l c o m - plesso francescano.

La visita al presepe potrà essere effet- tuata, dietro richie- sta, tutti i giorni fino a sabato 1° febbraio 2020, festa liturgica d e l B e a t o A n d r e a Conti.

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Gennaio 2020

C ultura A rte M usica L etteratura S cienza S port C inema T eatro 1 1 8 8

N

elle prime pagine del saggio Mario Calabresi descrive quella sensazione di sottrazione, smarrimento e dolore che segue un gra- ve lutto come la morte di un figlio, di un genitore o di un amico, la perdita di un lavoro, la fine di una storia d’amore. È nuovo tempo vuoto, da riempire di cose che valgano la pena fare.

Arriva per tutti un giorno in cui si rompe l’equilibrio, quel mondo perfetto che si pensava sarebbe durato per sempre. E invece no.

Ma da un’esperienza così amara, da questa orribile sensazione di vuoto, si può e si deve necessariamente uscire, magari scrivendo un libro, come ha fatto il gior- nalista, che ha raccolto una serie di storie di resilienza e di coraggio. Perché a volte nella vita, da un male, nasce un bene e si può trasforma- re un problema in una op- portunità. Il libro diventa così un viaggio, un cammi- no nelle memorie di chi ha superato “la mattina dopo”

dentro storie di piccole eroine e piccoli eroi quoti- diani che contengono la so- luzione. In questo senso co- me appaiono vere le parole di Leonard Cohen citate nel testo: “C’è una crepa in ogni cosa, ed è da lì che en- tra la luce”.

C U L T U R A

L I B R I

LA MATTINA DOPO

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Tradizioni

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Storia

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Scuola

GLI AFFRESCHI RITROVATI

A

fine dicembre il prof. Mario Ritarossi ha avuto il merito di togliere il velo di polvere che di tanto in tanto si posa sulla chiesa di San Francesco ad Alatri e di portare alla luce alcuni misteri che la circondano.

Tra gli altri il nome di Narduccio, un pittore operante ad Alatri nella prima metà del Quattrocento e di cui nessuno aveva saputo nulla fino a questo momento è rispuntato da un documento, una lettera del Vescovo diocesano Giovanni VII del 1424. Una strada aperta per studi e ricerche future.

La chiesa di San Francesco fu costruita nel 1260 con una facciata a capanna e un solo portale d’ingresso con rosone sovrastante; aveva all’interno una navata unica con copertura mista. Nella seconda metà del XVII secolo la chiesa subì una trasforma- zione barocca e perse inesorabilmente la primitiva semplicità per una scenografia magniloquente fatta di timpani spezzati, cornicioni, di fastose colonne con capitelli compositi e stucchi con finti marmi multi- colori.

La metamorfosi barocca occultò anche gli affreschi quattrocenteschi presenti sulle pareti interne della chiesa. Lo storico dell’arte Ritarossi ha illustrato quegli affre- schi proprio nel giorno in cui questi sono stati ricollocati sulla parete sinistra della chiesa, dopo essere stati staccati e posti su un supporto di legno nel 1962 e dal 1999 conservati in sacrestia. Gli affreschi in questione sono La sacra conversazione e San Gio- vanni Battista. Lo studioso ha puntato l’attenzione an- che su un altro affresco, Il miracolo della sorgente, so- lo un frammento in realtà, del primo Trecento – certa- mente il più antico presente nella chiesa – fino ad oggi rimasto privo di un’opportuna interpretazione. L’affre- sco rimanda quasi certamente ad un’antica tradizione popolare riguardante il Poverello d’Assisi. Un giorno san Francesco e alcuni frati stavano raggiungendo la città di Arezzo. Durante il percorso il somarello del Santo cadde sfinito dalla sete poiché da tempo non riu- sciva ad abbeverarsi. San Francesco pregò allora il Signore, e ad un tratto l’animale rianimandosi diede una te- stata sulla roccia che costeggiava il sentiero dove, improvvisamente, in- cominciò a sgorgare acqua con la quale tutti si dissetarono.

C u l t

C u l t

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G

rande fermento presso la Badia di San Sebastiano ad Ala- tri dove ha preso sede la neonata associazione culturale denominata “Alle origini del Cammino di San Benedetto”. Il presidente, proprietario di un terzo dell’abbadia, notaio Carlo Fragomeni, ha inviato i soci per gli auguri di Natale e per porre le basi, insieme al segretario Silvio Campoli (presidente CAI Alatri) per i primi passi da fare nel 2020. L’associazione è nata per far conoscere, tutelare, promuovere, valorizzare, coordina- re, il cammino legato all’itinerario percorso da S. Benedetto nel VI secolo, compreso tra Norcia e Montecassino. In particolare però l’associazione intende occuparsi di quel tratto che inizia da Subiaco, passando per l’Abbadia di Alatri e da Veroli, così come descritto nella vita di San Placido e nel libro dei Dialoghi dell’agiografo San Gregorio Magno. Il dottor Fragomeni e tutti i soci, nel numero di circa 50 (tra persone fisiche e giuridi- che), intendono fermamente far diventare il Cammino di San Benedetto Itinerario Culturale Europeo e fermare lo stato di degrado dell’Abbadia benedettina di San Sebastiano in Ala- tri, darne la giusta visibilità, restituendole la stessa la significa- tiva funzione storica di laboratorio ove furono attuate le pri- me esperienze cenobitiche. Grande attenzione l’associazione intende dare alla tematica culturale, e in particolare alla diffu- sione della conoscenza delle tre biblioteche nazionali (su die- ci), presenti nelle Abbazie benedettine di Trisulti, Casamari e Montecassino, nonché dei due monasteri di Subiaco in cui fu realizzata per la prima volta in Italia la stampa in caratteri mobili di antichi incunaboli, che sono la base degli attuali so- fisticati mezzi di diffusione della cultura moderna di massa.

L’associazione ha obiettivi ambiziosi, quindi: vuole vigilare sulla sicurezza, conservazione e l’integrità di tali inestimabili testimonianze culturali, più volte rimaste esposte a danneg- giamenti atmosferici e sottrazioni; vuole promuo-

vere il dialogo e lo scambio di buone prassi, relati- vamente alla valorizzazione del percorso, con altri Itinerari Culturali europei unitamente ai soggetti im- pegnati nel progetto di valorizzazione del Cammi- no di Santiago de Compostela e di altri Itinerari Cul- turali europei; favorire la collaborazione con il mon- do ecclesiastico e il dialogo interculturale e interre- ligioso; favorire e tutelare il viaggio dei pellegrini, sostenendo e promuovendo, presso gli organi terri- toriali competenti, la realizzazione di adeguate in- frastrutture e servizi, per una migliore fruizione dei percorsi, in una logica di turismo sostenibile ed ac-

cessibile; vuole promuovere e organizzare iniziative per raffor- zare nei cittadini la conoscenza delle proprie radici nazionali e consolidare la comune identità europea; in particolare interve- nire , di concerto con le scuole e le università, per promuovere e stimolare attività didattiche di sensibilizzazione sul fulgido passato storico del territorio del basso Lazio , al fine di diffon- dere l’insegnamento di discipline riguardanti gli ideali di pace, tolleranza, non violenza, rispetto delle regole e degli altri, ascolt, ospitalità, attitudine al sorriso e alle buone maniere. Per info: Silvio Campoli tel. 3482418706.

Anno XXI

Numero 1

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C ultura A rte M usica L etteratura S cienza S port C inema T eatro

A R T E

S C U O L A

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artirà a febbraio un corso di Oreficeria presso la sede IPIA del- l ’ I I S P e r t i n i d i A l a t r i . Un’occasione più unica che rara nel panorama ciociaro che permetterà non solo agli studenti dell’istituto ma a quanti, giovani e meno giovani, vogliano cimentarsi con il design del gioiello e con gli accessori di moda, di apprenderne le basi e perché no, di specializ- zarsi in questa arte. Le classi saranno formate da 12 persone ed ognuno avrà la sua postazione personale. A tenerlo sarà, Maurizio Lauri, romano d’adozione. Orafo sculto- re restauratore è normal- mente impegnato con gli

“ultimi” della società per il loro recupero e reinse- rimento nel mondo del lavoro. Attento alla tradi- zione e cultore dell’arte del passato, il maestro in- tende partire dalla ripro- duzione dei gioielli delle nostre nonne. Maurizio Lauri viene definito an- che “l’artista dei Papi”

perché ha creato oggetti per gli ultimi tre papi, pa- pa Giovanni Paolo II, pa- pa Benedetto XVII e pa- pa Francesco. Info: IPIA Pertini tel 0775 440027

CORSO DI OREFICERIA

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Tradizioni

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Scuola

ALLE ORIGINI DEL CAMMINO DI SAN BENEDETTO

a cura di Claudia Fantini

t u r u r @ @

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TACCUINO

I

l 22 gennaio si ricorda San Vincenzo: il suo nome significa vittorioso e il suo emblema è una palma. Oggi è uno dei santi più radicati nella memoria religiosa della Spagna , co- me già doveva già esserlo 1700 anni fa se ben tre città (Va- lencia, Saragozza e Huesca) si contendono l’onore di avergli dato i natali. San Vincenzo di Saragozza, era un diacono vis- suto a cavallo tra III e IV secolo e lavorava al fianco del ve- scovo Valerio, che sapeva di avere nel suo collaboratore un grande sostegno grazie al coraggio e alle capacità dimo- strate. Vescovo e diacono vennero arrestati, probabilmente nel 304, durante la violenta persecuzione anticristiana sca- tenata da Diocleziano. Fu subito chiaro che tra i due il più

“pericoloso” era Vincenzo, il cui eloquio era accompagnato dalla solida volontà di non cedere al persecutore. Atroci fu- rono le torture che fu costretto a subire e che lo portarono alla morte. Lo sentono addirittura, anche così piagato, can- tare dalla cella e Diocleziano si rende conto che quella è una voce da far zittire in fretta, visto che qualcuno si è già con- vertito vedendolo così forte nella fede. Muore il 22 gennaio dell’anno 304. Sant’Agostino ogni anno, il 22 gennaio, dedi- cava al martire Vincenzo delle omelie, tanta era la stima che riceveva dai fedeli, ricaviamo questo pensiero: “il diacono Vincenzo aveva coraggio nel parlare, aveva forza nel soffri- re. Nessuno presuma di se stesso quando parla. Nessuno confidi nelle sue forze quando sopporta una tentazione, perché, per parlare bene, la sapienza viene da Dio e, per sopportare i mali, da lui viene la fortezza”. In Italia è patrono dei vinai e della città di Vicenza. Durante la festa in suo ono- re si è soliti preparare il famoso baccalà alla vicentina.

Ricetta

Ingredienti per 4 persone 400 g di stoccafisso ammollato 80 g di cipolla bianca

1/4 di litro di latte

1/4 di litro di olio extravergine di oliva delicato 2 sarde sotto sale

poca farina

20 g di formaggio grana una manciata di prezzemolo sale e pepe quanto basta Preparazione

Affetta finemente le cipolle e soffriggile in un tegamino con un bicchiere d’olio; aggiungi le  sarde sotto sale, che avrai prima tagliato a pezzetti. Per ultimo, a fuoco spento, unisci il prezzemolo tritato. Irrora i vari pezzi di stoccafisso con il soffritto preparato e passali nella farina. Versa qualche cuc- chiaiata di soffritto in un tegame di cotto o alluminio, oppu- re in una pirofila, e disponi uno accanto all’altro i pezzi di pe- sce. Ricopri il tutto con il resto del soffritto aggiungendo an- che il latte, il grana grattugiato, il sale e il pepe. Unisci l’olio fino a ricoprire tutti i pezzi livellandoli. Cucina a fuoco dolce o in forno ventilato per circa 2 ore, evitando di mescolare.

Buon appetito!

San Vincenzo e il baccalà alla vicentina

di Cristiana DE SANTIS La cucina dei Santi Libro del vescovo Dal Covolo

L’indulgenza del Giubileo

è attuale?

a cura della REDAZIONE

Presentazione ad Anagni

È

stato presentato, presso Casa Barnekow ad Anagni, il volume “Dante, Celestino, Bonifacio. L’indulgenza del Giubileo è ancora di moda?”, scritto dal vescovo Enrico dal Covolo, assessore del Pontificio comitato di Scienze stori- che e presidente del Comitato scientifico dell’Accademia Bonifaciana, dato alle stampe per conto della casa editrice della stessa istituzione anagnina, LBE – La Bonifaciana Edi- zioni. <I Padri della Chiesa, Dante Alighieri, Celestino V, Bo- nifacio VIII e tanti altri; la lettura spirituale della Bibbia, il poema figurale della Commedia, la Perdonanza celestiniana, l’indulgenza del Giubileo… Si tratta di una galleria di temi e di personaggi legati, in un modo o nell’altro, alla ricerca scientifica promossa e gestita dalla prestigiosa Bonifaciana – ha dichiarato con soddisfazione mons. Enrico dal Covolo, tra l’altro già Rettore magnifico della Lateranense - Ho riela- borato e raccolto in questo agile volumetto tre miei studi, nell’intento davvero ambizioso, lo ammetto, e me ne scuso per questo con i generosi lettori, di intrecciare il primo Giu- bileo della storia della Chiesa con un mio personale giubileo, che scorre tra il 2019 e il 2020. Vorrei ricordare così il qua- rantennio di sacerdozio (22 dicembre 2019), i settant’anni di vita (5 ottobre 2020) e il decennio di ordinazione episcopa- le (9 ottobre 2020): tra il Magnificat e il Miserere si snodano queste date della mia vita>.

L’evento è stato preceduto dalla celebrazione della Messa nella chiesa di Santa Chiara, come precetto per il Natale che la Bonifaciana ogni anno organizza per i suoi membri. Nel corso della manifestazione sono stati consegnati anche al- cuni attestati di nomina accademica. Da segnalare anche il suggestivo concerto di musica sacra “Liriche della Vigilia”

eseguito nella Basilica Cattedrale, grazie alla disponibilità del parroco don Marcello Coretti e a cura dell’associazione Munaus Opera con il contributo del Comune di Anagni.

(foto servizio di Osvaldo Caperna)

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