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NOBIL CONTRADA DEL BRUCO

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Academic year: 2022

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“NOBIL CONTRADA DEL BRUCO”

www.medagliedelpalio.com

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Per la prima volta nella sua secolare storia la Nobil Contrada del Bruco si presta ad essere celebrata in una medaglia artistica, valorizzata con la battuta in metalli preziosi, in tiratura limitata, garantita su ogni esemplare con numerazione progressiva araba.

Terza opera di una collezione unica, di straordinaria importanza ed interesse per collezionisti ed appassionati, è supportata dalla garanzia del “Consorzio per la Tutela del Palio di Siena”.

Ezio Pollai, Maestro insuperato dell’Arte Senese del XX secolo ed indiscusso esperto della secolare connessione tra la storia di Siena ed il Palio, si è distinto per lo studio, la progetta- zione e la realizzazione dei costumi del corteo storico per il Bruco, legando Contrada ed Artista in un rapporto indissolubile.

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I L P A L I O

Palio, estensione dell’antico termine latino “pallium”, mantello è, dal basso me- dioevo in poi, considerato il drappo di stoffa dato in premio al vincitore della corsa nella Piazza del Campo. L’epoca delle Signorie e dei Comuni ha regalato alla nostra tradizione Palii che si sono tramandati nel corso dei secoli. Tradizioni come tesori da custodire gelosamente, spesso impenetrabili e proprio per questo capaci di conquistarci ed affascinare il Mondo intero. All’interno di questo quadro, quello di Siena si è saputo ergere a Palio più celebre, l’unico ad essere celebrato ininterrottamente dalle sue origini ad oggi, se si escludono i bui anni delle Guerre Mondiali. Non solo eccellenza per una delle città più visitate ed ammirate, ma vero e proprio tessuto connettivo sociale di un popolo che respira, vive e muore per amore di Palio.

Diciassette sono le Contrade che partecipano alla corsa, suddivisione territoriale promossa con Bando datato 1729 dalla Serenissima Principessa Violante di Baviera, seguente un primo Bando del 1721 promotore di dodici regole sulle modalità di esecuzione. Da allora, il Palio rimarrà, nella sua forma, sostanzialmente invariato, con sole dieci Contrade partecipanti alla singola corsa, scelte con un complesso meccanismo di estrazione a sorte che garantisce ad ognuna la partecipazione ad almeno due carriere ogni due anni.

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IL PALIO

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IL PALIO 05

I L P A L I O

Negli anni nasceranno strette alleanze ed acerrime rivalità tra le Contrade, in seguito a screzi o singoli avvenimenti, ma, per lo più, per questioni di confine territoriale; tutto questo aggiungerà quel pathos che ha reso il Palio una corsa tra le più avvincenti e seguite. Con l’ingresso della politica nell’Ottocento poi, prepotente dopo l’Unità d’Italia, la corsa acquista una crescente importanza a livello nazionale. La presenza della Casa Reale dei Savoia, richia- mata dall’araldica e dal fascino antico e nobile della manifestazione, appassiona i Reali a tal punto che ancora oggi si possono ritrovare, negli stemmi contradaioli, fregi nobiliari e nodi di Savoia. Dagli inizi del Settecento ogni anno, il 2 Luglio, dedicato alla Madonna di Provenzano ed il 16 Agosto, dedicato alla Madonna Assunta, si compiono i due momenti più esaltanti e spettacolari dell’anno senese.

Il premio è il Palio, drappellone dipinto negli anni da artisti di fama mondiale, vere e pro- prie opere d’arte dedicate alla Vergine, alla città ed alla festa. Sono gelosamente custoditi nei musei delle Contrade che se lo aggiudicano, il più antico ancora intatto e riconosciuto ufficialmente è datato 1697, nella Contrada della Pantera. A testimonianza di una tradizione ricchissima di Storia, fatta di regole ma anche di riti scaramantici ed usanze tramandate di generazione in generazione, ancora oggi vive come allora.

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N O B I L C O N T R A D A D E L B R U C O

Motto: “Nella pugna sii altera Nobile Contrada dalla gente fiera”

Simbolo: “Stemma d’oro con Bruco strisciante su un ramoscello di rosa fogliato di verde, con fiore, coronato alla Granducale; capo inquartato di rosso e argento con croce inquar- tata in argento e rosso per concessione del Re d’Italia Umberto I”

Rivalità: Nessuna (Imperiale Contrada della Giraffa dal 1945 al 1996)

Alleanze: Contrada Sovrana dell’Istrice, Nobile Contrada del Nicchio, Contrada della Torre

La Contrada del Bruco ha origini antiche, i primi scritti testimoniano la presenza dei “Bru- caioli” ben prima del 1246, anno in cui il rione fu inglobato all’interno delle mura della città ed ultimata Porta Ovile, così denominata per il gran numero di greggi che vi passavano per recarsi in Maremma. La gente del rione era organizzata nella Compagnia di San Pietro Ovile di Sopra che assieme alla Contrada di Ovile di Sotto fece parlare di sé e nel 1371 ebbe giorni di sangue e di gloria. Già dall’anno precedente esisteva una setta detta “Società del Bruco” che teneva le sue adunanze e contava trecento membri giurati, i quali avevano alle- stito compagnie armate al comando del ligrittiere Domenico di Lano detto Barbicone. Una rivolta, causata dalle infime condizioni di vita del popolo e dei “Lanini”, i quali chiedevano di essere ammessi nel numero dei Maestri dell’Arte, senza però sottoporsi agli obblighi previsti dall’università dei Maestri, provocò una dura repressione da parte del Governo dei Nove e dei Dodici Senese, i quali imprigionarono e condannarono alla pena di morte tre rivoltosi.

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NOBIL CONTRADA DEL BRUCO

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N O B I L C O N T R A D A D E L B R U C O

Fu quest’ultima la miccia che fece esplodere la rabbia dei Brucaioli, capaci di coinvolgere l’intera città alla rivolta. L’assedio al Palazzo Comunale portò alla cattura ed al massacro dei Nove e dei Dodici; Barbicone fu il più indemoniato. Preso da una furia cieca scaraventò al- cuni governanti dalle finestre e dal Loggione del Palazzo comunale mentre solo pochi di loro riuscirono miracolosamente a salvarsi dalla furia cieca della rivolta e del suo capo, alleandosi con la famiglia Salimbeni. Ottennero l’appoggio dell’Imperatore Carlo IV, facendogli credere che i rivoltosi volessero cacciare dal Governo della Repubblica i ricchi e gli sfruttatori. Carlo IV entrò in città con l’esercito imperiale, il quale però venne sorprendentemente sconfitto dal popolo, costringendolo addirittura a chiedere perdono alla città.

Barbicone ed il popolo ottennero la riforma del Governo con la creazione dei Quindici Difensori della Città e dello Stato di Siena, tutti appartenenti al Monte del Popolo. Di lui non si seppe più nulla, leggenda vuole che ritenesse fosse il suo ruolo risvegliare il popolo di Siena dal suo torpore, rendendogli in mano il suo destino riconquistando così il ruolo che gli competeva nella gestione della città, in mano ai nobili dopo la presa del potere da parte dei Guelfi nel 1287. Per questi motivi la Contrada del Bruco fu onorata del Titolo di Nobile, ma solo nel 1841 il suo stemma acquisì la Corona Imperiale.

NOBIL CONTRADA DEL BRUCO

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U N P E N S I E R O D E L L A C O N T R A D A

La Contrada è una piccola patria. Ha il suo territorio, il suo Popolo con la propria cultura ed i propri costumi, la sua bandiera. Ed è così da secoli.

Come tale ha anche i suoi miti fondanti, episodi che fanno parte della storia della nostra città ma che, arricchiti dalla fantasia popolare, assumono i contorni della leggenda.

Il Bruco, unica fra le Consorelle, ha costruito il suo mito su un uomo, Francesco d’Agnolo lanaiolo detto Barbicone, ben rappresentato nella medaglia che descrive la Contrada, che capeggiò nel 1371 una sanguinosa rivolta popolare, ottenendo la riforma del governo cit- tadino.

Nutrito da questo fatto storico è cresciuto il carattere del Popolo del Bruco, Contrada po- polare e popolosa, sanguigna ,facile all’ira come al perdono, generosa, desiderosa di giustizia e fratellanza.

La storia di un piccolo rione nella storia di una piccola città che determina le caratteristiche morali dei suoi appartenenti.

Un altro dei “miracoli”della Contrada.

FABIO PACCIANI

Ex Rettore della Nobil Contrada del Bruco 10

NOBIL CONTRADA DEL BRUCO

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E Z I O P O L L A I b i o g r a f i a

Nato a Siena nel 1931, studia nell’Istituto d’Arte cittadino sotto la guida del Prof. Otello Chiti e contemporaneamente lavora presso il Maestro ceramista senese Dino Rofi. Si diploma nel 1955 all’Accademia di Belle Arti di Firenze con il Prof. Arturo Checchi.

Nel 1960 vince la borsa di studio presso l’Accademia di San Luca in Roma. Lavora fino al 1962 nello studio romano dello scultore senese Vico Consorti. Nello stesso anno entra come docente di disegno dal vero ed educazione visiva presso l’Istituto d’Arte di Siena, dove rimarrà fino al giugno 1992.

Coltiva i suoi molteplici interessi artistici affinando varie tecniche quali l’affresco e l’olio.

Oltre che pittore ed incisore è conosciuto anche come ceramista, scultore ed autore di numerose vetrate, tarsie marmoree e mosaici di notevoli dimensioni. Ha esposto, nel tempo, mostre personali in Italia e Canada. Numerose sue opere hanno una destinazione pubblica, civile e religiosa in Italia ed all’estero. Dal 1997 fa parte della “Insigne Pontificia Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon” di Roma.

LO SCULTORE

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E Z I O P O L L A I e S i e n a

La vita lavorativa del Maestro Pollai, per gran parte trascorsa a Siena, lo ha portato fin dai primissimi anni a distinguersi e ad affermarlo come uno dei pilastri del panorama artistico della città del XX secolo.

Sono ben sette i drappelloni a lui commissionati per il Palio, realizzati a cavallo tra il 1958 ed il 1967, due dei quali con l’amico scultore Plinio Tammaro, Agosto 1963 e Luglio 1964.

Questi propongono un rinnovo degli stilemi e tecniche pittoriche fino ad allora non usate.

Ha eseguito nel 1980 il Masgalano, premio che viene assegnato alla Contrada che si distin- gue per la miglior “comparsa” nel corso di entrambi i cortei storici che precedono il Palio, un grande vassoio d’argento sbalzato quell’anno offerto dai fantini del Palio.

Si distingue inoltre per la notevole conoscenza delle armature e della armi quattrocen- tesche, avendo collaborato sin dal 1981 alla realizzazione dei costumi del corteo storico del Palio; tra questi la progettazione della Contrade del Bruco, Drago, Oca, Selva e delle rappresentanze comunali.

LO SCULTORE

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IL PALIO 01

Masgalano, 1980

Di fianco: Palio, 1961- Palio, 1967

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E Z I O P O L L A I l ’ A r t i s t a

“Ezio Pollai è evidentemente un pittore di chiara impostazione classica e figurativa, ma non certo sordo a sollecitazioni attuali di carattere astratto e metafisico ove tuttavia la forma viene sempre privilegiata. Quindi niente preziosismi materici ed informali, ma lineare plasticità delle strutture che evidenziano vieppiù la sua voca- zione figurativa. Da questo felice cambio ne nasce uno stile che, anche per l’accu- ratezza con cui sono evidenziati i particolari e la delicatezza della tavolozza, colloca, a mio parere, il Pollai fra i più validi, moderni epigoni della gloriosa scuola senese”

Prof. Otello Chiti, 1987

“Pollai è un fenomeno d’integrità artistica riuscendo a combinare originalità di pen- siero, sensibilità della forma e del colore e una mirabile qualità tecnica. Dimostran- do una straordinaria versatilità il suo lavoro colpisce per la facilità e spontaneità con cui esprime tanto i simboli del nostro tempo in maniera astratta quanto il realismo e surrealismo figurativo”

Luciana Benzi, 1986

LO SCULTORE

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LO SCULTORE

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L A M E D A G L I A : i l D r i t t o

Il Bruco, animale simbolo del lavoro e dell’operosità dei Setaioli, corporazione della Contra- da, è protagonista indiscusso della medaglia.

Rappresentato in tutta la sua bellezza attraverso una posa che si può ritrovare nell’antica araldica di Contrada, poggia su una rosa, allegoria di bellezza e soavità.

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LA MEDAGLIA

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L A M E D A G L I A : i l R o v e s c i o

La trama della bandiera fa da sfondo alla figura del Barbicone; posa capace di tra- smette tutto l’ardore ed il carisma del quale si servì per rovesciare, con il popolo dei brucaioli emarginato ed ormai stremato dalla povertà, il Governo della Repub- blica di Siena nel 1371.

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LA MEDAGLIA

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L A M E D A G L I A : l a L a v o r a z i o n e

Per la realizzazione della medaglia è stata scelta l’azienda fiorentina Picchiani & Barlacchi.

La ditta, fondata nel 1902, vanta un’esperienza centenaria nella realizzazione di medaglie artistiche e materiale promozionale in metallo.

La maestria e la qualità delle lavorazioni sono già note alla città di Siena per cui Picchiani &

Barlacchi realizza da anni il distintivo per il “Premio Mangia”, le monete de “Lo Scudo d’Oro del Sole” e la moneta “Giulio da 40 Quattrini”. Inoltre, nel corso della sua storia l’azienda ha realizzato distintivi e medaglie per tutte le Contrade, divenuti oggetti di culto e collezio- nismo.

Anche per questo progetto, Picchiani & Barlacchi è orgogliosa di dare il proprio contributo, realizzando un prodotto che celebri la tradizione secolare del Palio: una medaglia la cui qualità è avvalorata da antiche esperienze e nuove tecnologie.

Di seguito la descrizione dettagliata dei processi che hanno portano alla realizzazione della Medaglia del Palio.

LA MEDAGLIA

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IL BOZZETTO E IL DISEGNO

Dopo l’individuazione e lo studio del tema da sviluppare, lo scultore ha proceduto alla stesura di vari bozzetti artistici, traendo ispirazione dai sentimenti e le emozioni che il Palio suscita, fino ad arrivare al disegno definitivo.

MODELLO IN PLASTILINA

Lo scultore, seguendo i propri disegni, ha modellato la scultura in plastilina in dimensioni maggiori rispetto alla medaglia al fine di definire con più precisione tutti i dettagli.

CALCO IN GESSO

Dopo aver approvato il modello, è stato effettuato il calco colando gesso liquido che, soli- dificandosi, ha creato un’impronta in negativo. Su quest’ultima sono intervenuti gli incisori, rinfrescando i rilievi più significativi.

FUSIONE IN BRONZO

Pressando la forma in gesso in blocchi di particolari terre pregiate si è originata l’impronta, nella quale è stato colato il bronzo fuso, ottenendo il “modello d’arte”. Le superfici di tale fusione devono essere il più possibile levigate, nette e prive di pori, per un risultato finale perfetto.

LA MEDAGLIA

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LA MEDAGLIA 28

IL PUNZONE

Dopo aver rifinito il bronzo, gli incisori hanno utilizzato un pantografo per riprodurre un punzone in acciaio fedele al disegno, con i rilievi desiderati e del diametro necessario. Una volta rifinito è stato temperato per renderlo più resistente.

IL CONIO

Comprimendo il punzone su un cilindro d’acciaio per mezzo di un bilanciere è stato ge- nerato il conio, ossia lo stampo per produrre le medaglie. Nonostante la precisione dei pantografi, niente può sostituire le mani degli incisori, che sono necessari per rinfrescare il conio curandone i particolari e risaltandone i rilievi.

CONIAZIONE

Montando i conii su macchinari di ultima generazione, dopo varie prove per stabilire peso e spessore corretti, si è proceduto alla coniazione garantendo standard qualitativi di altissimo livello.

FINITURA GALVANICA

L’ultima fase della produzione della medaglia è stata la finitura galvanica. Questa fase consiste in accuratissimi processi chimici, fisici e manuali che esaltano l’aspetto del metallo alterando- ne colore e brillantezza, garantendo la durata nel tempo delle varie patine.

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O R O 3 0 m m 9 9 e s e m p l a r i

B A S S O R I L I E V O A R G E N T O D r i t t o 1 1 0 m m - 4 9 e s e m p l a r i B A S S O R I L I E V O A R G E N T O R o v e s c i o 1 1 0 m m - 4 9 e s e m p l a r i 30

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A R G E N T O 7 0 m m 1 9 9 e s e m p l a r i

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Tiratura unica ed irripetibile delle medaglie per la diffusione mondiale contrassegnate con numerazione araba A tiratura esaurita i conii, a titolo di garanzia, sono segnati e ceduti al Consorzio per la tutela del Palio di Siena

Ciascun esemplare è accompagnato da certificato nominale rilasciato da AP Imprimatur Nove esemplari non venali con numerazione romana sono riservati alla AP Imprimatur

Medaglie realizzate presso lo stabilimento Picchiani & Barlacchi

Foto del Palio a cura di Foto Gielle

Foto della Nobil Contrada del Bruco e del Maestro Pollai a cura di Stefano Fantini Impaginazione a cura di Silverback Studio

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“NOBIL CONTRADA DEL BRUCO”

www.medagliedelpalio.com

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