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29 anni di diritti per l infanzia RACCONTIAMO L ILVA intervista ai lavoratori A SCUOLA DI DIRITTI. Valentina e Giulia raccontano

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IR IT TI

(2)

COMITATO DI REDAZIONE Flavio Pesare III A

Beatrice Spada III B

Aurora Pesare III C

Maria Sole Melle III D

Alessia Mazza III E

Cosimo Rossetti III F

Matteo Dragone III G

Andrea Buccoliero III H

HAI TEMPO FINO AL PROSSIMO 30 MARZO PER INVIARE UN ARTICOLO ALLA NOSTRA REDAZIONE! LO PUBBLICHEREMO SUL NUMERO 5 DI GOAL!

PER COLLABORARE CON NOI SCRIVI A REDAZIONE.GOAL@GMAIL.COM

Goal! è il periodico ufficiale dell’Istituto comprensivo “Giovanni XXIII” di Sava. Nato nel 2016 è la voce dei docenti e degli alunni della nostra scuola.

Il Comitato di Redazione di Goal! è composto da un rappresentate per ognuna delle classi terze della Secondaria dell’Istituto Comprensivo. In esso si decidono la linea editoriale del giornale, gli argomenti da trattare, le interviste e le inchieste.

Il periodico, pubblicato ogni due mesi circa, dà spazio a quanto accade nel nostro Istituto, attraverso il puntuale lavoro dei docenti e degli alunni di tutti gli ordini di scuola presenti.

Il Comitato di Redazione presta attenzione anche a quanto accade fuori dalla scuola, in particolare nel Comune di Sava e nella nostra Regione.

Per collaborare alla pubblicazione di Goal! non è necessario essere un membro del Comitato di Redazione: chiunque può scrivere! Se hai proposte, consigli o anche semplici domande, puoi farlo scrivendo a

goal.redazione@gmail.com.

Il prossimo numero di Goal! uscirà nel mese di aprile e il nostro Comitato riceverà gli articoli entro il 30 marzo. Gli alunni che abbiano intenzione di condividere con noi un racconto, un pensiero, una poesia, un approfondimento possono scrivere direttamente all’indirizzo email dedicato o parlarne con il docente coordinatore della propria classe.

FAI GOAL! ANCHE TU

Come funziona il nostro giornale

(3)

A 29 ANNI

DALLA DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA

A SCUOLA DI DIRITTI

Sono trascorsi 29 anni dall’approvazione, da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, della Convenzione dei Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ed il documento è ancora di schiacciante attualità non solo per il suo contenuto, ma soprattutto per la sua ignobile disapplicazione. L’intento, quanto mai lodevole, di una tutela universale dei bambini e degli adolescenti da ogni forma di sfruttamento e sopraffazione, racchiuso nella Convenzione dell’ONU, a tutt’oggi non può dirsi generalmente garantito. Numerosi risultano, infatti, i diritti violati in tutto il mondo, anche, paradossalmente, nei Paesi così detti “industrializzati”.

In Italia, il rapporto di monitoraggio, sull’attuazione della Convenzione ONU , denuncia come nel nostro Paese vi siano bambini che sin dalla nascita soffrono di carenze che ne compromettono lo sviluppo fisico, mentale, scolastico e relazionale. Le cause di ciò sono individuate in condizioni

s f a v o r e v o l i durante la gravidanza, i n

c u r e

g e n i t o r i a l i i n a d e g u a t e , in violenze d o m e s t i c h e

ed esclusione sociale.

Il Bel Paese non si macchia di crimini eclatanti nei confronti dei minori, come purtroppo

RIPOSO, AL TEMPO LIBERO viene calpestato. Nelle periferie degradate delle nostre città in cui non ci sono centri di aggregazione sportivi e culturali, i ragazzi vengono lasciati soli con i telefonini a crescere in un isolamento assordante o in gruppi anaffettivi in cui il bullo di turno detta le sue regole con prepotenza e violenza. Per non parlare, poi,di una realtà a noi molto vicina: Taranto, che con il suo gravissimo problema ambientale non garantisce ad un’intera generazione di bambini ed adolescenti la tutela dell’inalienabile DIRITTO ALLA SALUTE. Ad esempio, i bambini che vivono nel quartiere Tamburi di Taranto, a ridosso dei fumi velenosi dell’Ilva si ammalano, anche gravemente. Essi, spesso, non possono andare a scuola, perché v i e n e

chiusa

q u a n d o il livello di inquinamento

dell’aria è

p a r t i c o l a r m e n t e elevato, nei cosiddetti

“WIND DAYS”. Viene, quindi, loro negato oltre al Diritto alla salute, un altro diritto fondamentale, riconosciuto anche dalla nostra Costituzione: IL DIRITTO ALL’ISTRUZIONE.

condizioni disumane, mentre dovrebbero frequentare la scuola per garantirsi un futuro migliore.

Che dire poi della situazione delle bambine in Cina: ad essere violato è proprio il DIRITTO ALLA VITA! Nascere femmina in Cina è una maledizione: le bambine, se non vengono uccise appena nate, non vengono poi registrate all’anagrafe e sono, di conseguenza, condannate ad essere il “nulla” per

tutta la loro breve e misera esistenza.

Non godono di alcun d i r i t t o

c i v i l e

e d i

alcuna libertà e quando non vengono vendute come schiave o spose bambine, vengono rinchiuse in fetidi orfanatrofi in attesa di una tragica fine. Per non parlare della tragedia delle

“spose bambine”: adolescenti costrette a sposarsi anche prima dei quindici anni, quando non sono pronte né fisicamente, né mentalmente ad affrontare un matrimonio, né tantomeno una gravidanza. Si parla, nel mondo, di ben 13,5 milioni di bambine all’anno sottomesse a questa barbarie, indipendentemente dalla loro volontà. Vengono così disconosciuti il DIRITTO AD ESPRIMERE LA PROPRIA

concepire e infliggere, situazioni che ci fanno vergognare di essere uomini e donne del nostro tempo. ”L’unica cosa che tutti i bambini hanno in comune sono i loro diritti. Ogni bambino ha il diritto di sopravvivere e prosperare, di essere educato, di essere libero da violenze e abusi, di partecipare e di essere ascoltato”, ha sostenuto l’ex segretario dell’ONU, Ban Ki Moon.

S i n g o l e , anche se

purtroppo non isolate, v i o l a z i o n i dei diritti non possono, infatti, mettere in discussione la grandezza e l’importanza di un Convenzione, così straordinaria e rivoluzionaria.

Al contrario le ripetute violazioni della stessa devono indurre tutti noi a denunciare e combattere situazioni di abusi e violenze sui bambini e sugli adolescenti, affinché l’intento di garanzia e protezione che ha animato la Convenzione non rimanga solo un buon proposito.

Smettiamo di “calpestare”

i diritti dei minori,

ASCOLTIAMOLI… e

facciamo sì che la Convenzione venga rispettata in tutto il mondo.

Rispettare i diritti dei bambini significa aiutarli a diventare adulti responsabili e, a loro volta, capaci di ASCOLTARE.

Maria Adele Di Comite, Milizia Marco, Raho Andrea, Rossetti Carola, Sirsi Elisa

(4)

LA SHOAH

TRA MEMORIA E ATTUALITÀ

DIAMO FUTURO ALLA MEMORIA!

Con il termine ebraico SHOAH viene indicato lo sterminio degli Ebrei, vittime del genocidio nazista. Più precisamente con questa parola si indica la

distruzione della p o p o l a z i o n e ebraica avvenuta tra la fine degli anni trenta ed il 1945, ad opera dei nazifascisti.

Indubbiamente, un termine che possiamo a s s o c i a r e alla Shoah, è Olocausto, che in origine indicava un sacrificio religioso in cui il corpo d e l l ’ a n i m a l e v e n i v a i n t e r a m e n t e b r u c i a t o ;

successivamente il termine venne associato appunto alla Shoah, per ricordare gli Ebrei quali vittime sacrificali della follia umana. Ad oggi sappiamo di pochi sopravvissuti a questa brutale carneficina.

Una di questi è Liliana Segre, una signora di origine ebraica, che fu deportata nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. In

questi giorni il presidente della Repubblica Mattarella ha voluto nominarla senatrice a vita, riconoscendole l’alto merito di essere custode della

Memoria contro ogni forma di razzismo, discriminazione, odio . «Sento di giovani che si sono suicidati per un brutto voto a scuola o per aver subito atti di bullismo. Ragazzi, io vi dico: scegliete sempre la vita!». Con queste parole la neo-senatrice a vita, Liliana Segre, si è rivolta ai 2.400 studenti delle medie e delle superiori arrivati a Milano, da tutta la Lombardia. «Ogni

anno io mi presento come una nonna. I miei nipoti ideali oggi siete voi davanti a me, e vorrei guardarvi negli occhi, abbracciarvi uno per

uno, perché sono sicura che qualcuno di voi diventerà candela della memoria» ha esordito. Poi un appello anche agli insegnanti: «Sento parlare di `gite´ a Auschwitz. Per favore, non chiamatela mai

`gita´. Quello ad Auschwitz è un pellegrinaggio, da fare in silenzio, possibilmente sentendo un po’ di fame e un po’ di freddo. Gita è una parola orribile per indicare i campi

dove la persone sono morte solo per la colpa di essere nate». «A voi, miei nipoti ideali, io voglio insegnare la pace, l’amore, la libertà» ha concluso Segre.

Parlando e riflettendo in classe sulle parole di questa t e s t i m o n e d ’ e c c e z i o n e ,

ho capito

l ’ i m p o r t a n z a

di fare

t e s t i m o n i a n z a per evitare che si ripetano gli stessi errori.

Come la signora Segre anche noi dovremmo imparare a superare gli ostacoli che la vita ci pone, c o m b a t t e n d o ogni forma di discriminazione e di odio, annullando il vuoto dell’indifferenza.

La Memoria è un

“vaccino prezioso contro l’indifferenza” e noi giovani possiamo DARE FUTURO

ALLA MEMORIA.

Malorgio Lucrezia- classe 3^E

Dedicato alla Shoah e alla tragedia dell’Olocausto

“Giorno della memoria”

La giornata della memoria resti impressa nella storia,

una tragedia colossale che non bisogna dimenticare.

Ciò che ci insegna questa tragedia È di non fare della vita una commedia,

una storia su cui ridere quando ci deve far riflettere perché non si può rovinare la dignità

con un atto di crudeltà.

La giornata della memoria che resti impressa nella storia, con i racconti di Uomini sopravvissuti

che hanno testimoniato gli eventi accaduti accanimenti di persone crudeli

che con i loro sbagliati ideali hanno creato un disordine mondiale

senza distinguere il bene dal male La giornata della memoria

Che resti nella storia,

perché se ne parli per non dimenticare affinché non accadano più queste storie

amare

per non dimenticare mai l’amore per la vita e che rispettare l’ essere umano è infinita.

Che resti nella storia La giornata della memoria

Che resti nella storia la vita di quella gente Di cui non dovrà mai non restare niente.

Poesia dedicata alla Shoah e alla tragedia dell’Olocausto di

Aurora Giuseppa Becci - 2H

Giorno della Memoria

(5)

IL NOSTRO ISTITUTO COMPRENSIVO PARTECIPA AL CONCORSO

IL PAESAGGIO CHE IMMAGINIAMO

A

GRETA D’IPPOLITO

DELLA

I C

IL PRIMO PREMIO DELLA SEZIONE PITTURA

Giovedì 14 dicembre 2017 alle ore 16.00 è stata inaugurata la mostra di pittura e fotografia dal titolo (Il paesaggio che immaginiamo). La mostra organizzata dal Liceo Artistico (Calò) di Manduria ha visto la partecipazione di giovani artisti delle scuole secondarie di primo grado della provincia di Taranto e rimasta nel chiostro del Convento degli

Mario Morleo

Briganti di Avetrana, Scuola Media Statale G. Mazzini di Torre S. Susanna, Istituto Comprensivo Statale Giovanni XXIII di Sava, Istituto Comprensivo E.

Fermi di Manduria, Istituto Comprensivo

del Bene di

Maruggio, Scuola Media Statale G.L.

Marugj di Manduria.

Il concorso ha avuto come finalità quella di

meglio il territorio in cui vivono.

Le opere in gara sono state giudicate dai professori del Liceo Artistico e da alcuni studenti. Il concorso premiava il disegno, la fotografia e la scultura. Per la sezione pittura si è aggiudicato il primo premio D’ippolito Greta dell’ I.C.

Giovanni XXIII di

Sava. Il secondo posto

è andato a Cacudi

Giulia dell’ Istituto

G. Mazzini di Torre

S. Susanna. Infine

il terzo posto è stato

aggiudicato a Leone

Martina dell’ Istituto

Comprensivo Don

Bosco di Manduria.

(6)

LE INTERVISTE

A CURA DEGLI ALUNNI DELLA 3 A

INTERVISTIAMO I LAVORATORI DELL’ILVA , L’IMPRESA SIDERURGICA DI TARANTO

In questi ultimi anni, in Italia si è parlato molto della questione “ILVA” che sta dividendo la popolazione in due grandi gruppi: chi è contro la chiusura, perché pensa che causerebbe la perdita del lavoro di circa 15.000 persone, e chi è a favore perché è stanco dei problemi ambientali e sanitari che sta causando lo stabilimento da

anni, per questo noi alunni della 3^A abbiamo i n t e r v i s t a t o chi affronta quotidianamente il problema in prima persona ovvero i lavoratori.

Abbiamo fatto loro alcune domande dalle quali sono emerse quasi sempre le stesse risposte.

E’ faticoso lavorare in una grande fabbrica come l’ILVA?

Dipende molto dal

reparto in cui si lavora, anche se il solo fatto di lavorare in uno stabilimento come l’ILVA, grande quanto una città, con una serie di attività inquinanti, ti porta comunque a respirare un’aria non salubre.

Come sono le condizioni di vita all’interno dello Stabilimento?

Le condizioni sono abbastanza disagiate, ma con la giusta attenzione si può rendere più vivibile l’ambiente di lavoro.

Riguardo le problematiche ambientali legate alla produzione dello stabilimento, qual è la vera opinione degli operai?

Essendo uno stabilimento immenso, con tante persone che lavorano le opinioni sono varie, in generale tutti sono concordi che con un impegno maggiore

si possono individuare le soluzioni per lavorare in sicurezza, ma la soluzione di ogni operaio è fortemente condizionata dal bisogno di lavorare.

Qual è la reale situazione legata all’inquinamento

a Taranto?

La città è totalmente a contatto con l’impianto ed

è sottoposta alle emissioni, ma soprattutto alle polveri del parco minerale che puntualmente ricoprono parte dei quartieri della città. Però fino a quando non si affronteranno queste problematiche l’ambiente sarà sempre a rischio.

Cosa si potrebbe fare realmente per migliorare le condizioni ambientali nello stabilimento e fuori?

Solo con grandi investimenti si riuscirebbe bonificare l’ambiente e non inquinare più, però l’impegno deve essere unanime, da parte di tutti ed occorrono molti soldi. Servirebbe effettuare immediatamente la copertura dei parchi minerali per limitare gli effetti più gravi, pavimentare la superficie di stoccaggio dei minerali ed intervenire nel sistema di produzione tentando di

alimentare gli altiforni a gas.

L’azienda vi informa realmente sulla pericolosità delle sostanze inquinanti prodotte?

In verità solo negli ultimi anni l’attenzione da parte dell’azienda verso la tutela sanitaria dei lavoratori è cresciuta notevolmente e con un’informazione

rigorosa, rispetto agli inquinanti e alla loro pericolosità, è aumentata la consapevolezza dei lavoratori a proteggersi individualmente e c o s c i e n z i o s a m e n t e . Non hai paura che lavorando all’ILVA possa anche tu correre il rischio di ammalarti?

Oggigiorno anche grazie ad una maggiore attenzione, sia delle istituzioni che dell’opinione pubblica, si è più consapevoli dei rischi che i lavoratori all’interno dell’impianto corrono.

Quindi la paura c’è però dove si va a lavorare altrimenti?

Quali sono state fino ad ora le azioni dei proprietari dell’ILVA per limitare i danni ambientali?

L’azienda ha subito cambi di gestione da statale a privata ed in ogni fase ognuno ha

omesso di fare qualcosa.

Tutti gli interventi sono stati fatti in seguito alla maggiore sensibilità ambientale della proprietà, degli operai e dell’opinione pubblica.

Pensi che si possa produrre e preservare c o n t e m p o r a n e a m e n t e l ’ a m b i e n t e ? E’ possibile modificando il

sistema produttivo.

Le tecnologie sono disponibili, però necessita d’ingenti investimenti e non operazioni di facciata che nascondono altre intenzioni ed altri interessi.

Se tornassi i n d i e t r o sceglieresti di nuovo l’ILVA come posto

di lavoro?

Il lavoro che faccio mi piace, ma vorrei farlo senza preoccupazioni.

Però purtroppo nel meridione trovare lavoro non è facile.

Come vive la tua famiglia il tuo lavoro?

La mia famiglia vive tutto ciò con preoccupazione, ma essendo fiducioso cerco di tranquillizzarli il più possibile.

Come è emerso

dall’intervista il problema

non è semplice. E’ vero

che ha causato molti danni

e ne causerà tanti altri, ma

la sua chiusura porterebbe

alla povertà tante famiglie,

non solo del meridione

ma di tutta l’Italia. La

soluzione potrebbe essere

quella di intervenire con

grandi investimenti ed

impegno da parte di tutti,

per cercare di rendere

più pulita la produzione

dello stabilimento.

(7)

Della Cina ci mancano i nostri compagni di classe, i nostri nonni e i professori di cinese, matematica e arte.

Dell’Italia ci piace il carnevale e ci piacerebbe vestirci di maschera.

Ora vogliamo

LE POESIE DEGLI ALUNNI DEL

CORSO A

CONTRO IL BULLISMO

NO AL BULLISMO, SI ALLA POESIA!

Poesia sul bullismo

Mi sento solo, mi sento diverso, Mi sento triste, mi sento perso.

Pensavo fossero mie amici, li vedo correre felici;

anche io vorrei giocare, mi vorrei divertire,

invece con i loro dispetti mi fanno soffrire.

E pure è così bello essere amici, scambiarci sorrisi, andare in bici,

invece mi lasciano solo e lontano,

sarebbe bello tenerci la mano.

Anche io vorrei giocare con loro a pallone,

lo so non sono un campione.

Potremmo divertirci insieme noi tutti,

invece loro preferiscono fare scherzi, sciocchi e brutti.

Loro pensano di essere eroi, di essere forti,

e io non sopporto più i loro torti.

Per questo bulli io vi dico:

“Non siete forti, non siete divertenti,

nella vita sarete

solo dei perdenti”.

DECATALDO LUCA 1^A

Il Bullo

Il bullo è una persona molesta e disonesta

ma dentro di lui c’è sempre una protesta Guarda e pensa amico mio…

…perché lo fai?

Non riesci ad affermarti e non lo sai Usi solo le parole

e non le mani?

A volte sono proprio quelle che fanno più male

E’ una vergogna pensare a cosa fai ma puoi rivalutarti se la tua vittima aiuterai

Avvicinale,

prova ad ascoltarla fino in fondo e ritroverai anche tu un mondo più giocondo

Fare il bullo, credimi non è un onore

e non serve offendere agli altri per essere il migliore Prendiamoci tutti per mano facciamo un grande girotondo l’amicizia è tra le cose più belle che si possano essere al mondo

PICHIERRI GIANLUCA 1^A

Poesia progetto:”Scuola Bull-off#2”

Uniti contro il Bullismo

Il bullo si comporta da cattivo, un personaggio molto

aggressivo;

non si accorge che è un prepotente

e ha un linguaggio molto pungente.

Se la prende con i piccoli addirittura,

perché dei più grandi ha una gran paura;

il bullo ha sempre un comportamento scorretto, cammina a pancia in dentro e

fuori il petto!

Crede di essere un campione atteggiandosi come un pavone;

un soggetto alquanto altezzoso, ma per niente spiritoso.

Tutti lo evitano, nessuno lo vuole

è solo un perdente…altro che vincitore.

Per fermare il bullo basterebbe insegnargli ad amare

e con pazienza aiutarlo a cambiare.

Forse è solo un ragazzo smarrito

che ha bisogno di esser capito.

FRANZOSO PIERBRUNO 1^A

Lu Bullu!

Oi mamma sti giuvini di osci!

Vonna alla scola e ni mettunu an croci!

Ieri propria nipotima me dittu Ca sobbra la cartella “scemu”

l’honnu scrittu Nu bullu di quattru sordi Faci chiu mali di nu cani ca

mordi.

L’honno già bocciatu e pi custu di la scola l’honnu

liatu.

Ma iddu qustu non lu capesci ancora

e continua a fa stinghi a ogni Poveri professori c’è hanna ora

cappaatu

puru lu setti in condotta l’honna liatu

e sti bulli chiu l’ancaredda honnu piyatu

Iu nipotima non lu vulì critia ma osci a chiangiri se misu

nanzi alli uecchi mia.

Alli tiempi mia do lu presidi si e di la scola li sospendia.scia Ma osci custu no si pò fa e li bravi vagnuni tutti sti bulli

honna suppurtà MANCINO MELANIA 2^A

DALLA CINA ALL’ITALIA

Valentina e Giulia si raccontano...

Siamo arrivate in Italia il primo Giugno del 2016, perchè i nostri genitori hanno deciso di trasferirsi in questo Paese per imparare l’Italiano.

Siamo partite da

Zhe Jiang ed il

viaggio è stato lungo

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