IL POLICLINICO
PERIODICO DI MEDICINA, CHIRURGIA E IGIENE '
DIRETTO DAI PROFESSORI * **
GUIDO BACCELLI FRANCESCO DURANTE
DIRETTORE DELLADIROMAR.CLINICA MEDICA . DIRETTORE DELDR.j ISTITUTO CHIRURGICOnn>|»
Prof.
ANTONINO D'ANTOtfA
DUE CASI
DI
RESEZIONE DEL TRIGEMINO
(Estratto dal Voi. I-C,
Fase.
13)ROMA
SOCIETÀ EDITRICE DANTE ALIGHIERI
1895
&...J&
Roma,1S94
—
TipografiaNazionalediG. Bertero.Due casi di resezione del trigemino
pel prof.
ANTONINO D’ANTONA
4
Dai miei esperimenti, acquistatala convinzione che la recisione di tutte e tre le
branche
del trigemino o deltronco sopra-ganglionare,non può
farsi senza correreil rischio di
compromettere
l’occhio, io credo cheil chirurgonon debba
decidersi a tanta operazione senza fare edotto il suooperando
del grave pericolo che si corre per lavita dell’occhio.A
partepoi lamaggiore
entità dell’operazionequo ad
vitam,quando
la nevralgia riguarda tutte e tre le branche, ed occorre resecare bensì l’oftalmica.Ho
avuto accasione di dovere rinunziare a simili operazioni, perchè l’infermo èstato sconsigliato adare ilsuo
assentimento a tanto procedere del chi- rurgo.Invece
mi sono
occorsidue
casi di nevralgia delledue branche
inferiori, nei quali leinsistentipremure
delle infermemi
indusseroad
intraprenderecon animo
e coscienza tranquillalaoperazione,
ed
ilsuccessonon
potevaesserepiùlusinghiero, nonostante che nelsecondo
casouna
graveemorragia aveva
minacciato dicompror
mettere tutto.OsservazioneI.
—
TeresinaCiarletti, dianni25, maritata senzaprole, nel 1886 cominciò a soffrirediun fiero dolore sotto-orbitario destro, che ad accessilacoglieva improvvisa- menteognidueo tremesi. Coll’andare deltempo
il dolore guadagnò in intensità, esten- sione ericorrenza; sicché dadieci mesicirca, il dolore è quasi continuo, siestende a tutta la guancia,alla regione temporale, al mascellare inferiore, emetà
corrispondente dellalingua.
2 ANTONINO D’ANTONA
Oltrequesto dolore continuo,laCarletti è coltamoltissime volte nel corso delgiorno da ungrave accessodolorifico, che intensissimonelle crisi su ricordate, s’irradiaall’occhioed
albraccio, ed il dolore ècongiunto a forme convulsive epilettiche di tutti imuscoli della faccia, palpebra, linguae labbra.
Nell’accesso,che ricorre40 a 50volte nel giorno, echepuò essereprovocato da
minime
occasioni, lagiovane,sopraffattada dolore convulsivo, s’abbandona a gridaelamenti com- miserevoli dafar pietà, sì dadoverla separare dalle altre inferme. Nell’accesso, che dura da due a tre minuti, la inferma trova ud mediocre conforto nel confricarsi a pugno stretto contro lamezzafaccia tutta, e così tenacemente, che non è possibile anche a viva forza farglielo allontanare. Tutta laregione appare alquanto più tumidain paragone della metà
omonima,
sicché il solco naso-palpebralee genieno, edil genio-labiale, appaiono ap- pianati.La
sensibilità in tutte lesue forme (dolorifica, tattile, termica) èattutita in tutta la estensione dellaguancia, labbro, tempiaelingua.La congiuntiva s’iperemizza assai nell’accesso; del resto lapupillaedil fondo dell’oc- chio,
come
lasensibititàcornealeintegra,come
nellato sano.Nell’infermamai malaria, escluso qualsiasi sospettodisifilide. Del resto si sono esau-
sititutti i mezzi, compresii chinacei,gli antisifilitici e l’elettricità.
Operazione(19 dicembre 1892).
— Mi
assistono i miei coadiutori D’Urso, Gangitano, Pascale, De Beli.is; il professore Pansini e moltialtri presenziano.Previa la più scrupolosaantisepsi e lanarcosi cloroformica, procedo con una incisione, che, partita poco dietro e sotto l’apofisi orbitaria esterna, scende verticalmente fino al
margine inferiore del ponte zigomatico, per seguirlo orizzontalmente fino innanzi del suo tubercolo prearticolare, dadove risale verticalmente in alto, e parallela all’altra incisione anteriore. 11 margine inferiore diquesto lembo, diforma quasi quadrangolare, viene spo- stato perscorrimento fino almargine superioredel ponte, doves’incide perlungo l’apone- vrosi temporale superficiale in tutti eduei suoi piani, o foglietti, che lacompongono.
Previa doppiaperforazione, con piccolo perforatore, deiduepunti estremi delpontesco- verto, sisega, e si completa collo scalpello la sua scontinuazione; sicché ciascun estremi del frammento portaun foro, che corrispondeall’altro del frammento fisso.
Dai dueangoli dell’incisione ne partono duealtre, l’una indietro per circa 2centimetri, segueladirezione della branca montantedel mascellare, l’altra obliquamente ingiù ed in avanti lunga 4centimetri circasin quasi al solco genio-labiale. Cosi tutto il lembocutaneo- muscolare ed osseo del ponte viene ribattuto in giù, efissato con un filo disetaad una
strisciadi garza, che cinge il collo dell’inferma.
Resecata l’apofisicoronoide, viene ribattutain alto insiemealmuscolo temporale,apo- nevrosi, e cute.
Anche
questolemboviene arrovesciato in sopraefissato daaltro filodiseta, che vaa fissarsi alla strisciadi garza cinta alcollo, al punto diametralmente opposto delprimo filo pel lembo inferiore zigomatico.
Questo processo,
come
si vede, varia da quello di Rose, che con incisione quasi a doppioL
dissecatutto il lembocutaneo dellaguancia, che ribatte inavanti edin basso verso labocca, per arrovesciarepoi il lemboosseo muscolare denudato verso basso edindietro.Con
ciòsidisseca estesamente il massetere, esipossono comprometterele diramazioni del facciale ed il condotto di Stenone.Scoverto oralopterigoideo esternoe sfibratolo più vicino che possibile alla fossa sfe- noidale, si liga colcatgutl’arteria mascellare interna, ed altri ramisecondari.
Adesso èscovertalaterza branca, ed accompagnata sino alla sua uscita dal forame ovale. Dinanzi al quale applico il mio trapano ch’èquello di Rosemodificato (vediin fine)
dopoavere asportato conunalevail periostio dall’alasfenoidale.
Un
po’ disangue, quandoDUE CASI DI RESEZIONE DEL TRIGEMINO 3
il trapano raggiungeladiploe dell’osso,'
ma
dopo pochi minuti viene fuori il piccolo disco osseo, e laduramadre
appare chiaramente e poco sanguinante.Con
piccolo scalpello faccio saltare il piccolo ponte rappresentato dal margine anteriore del forame ovale,sicché la breccia risultante dal foro di trapanazione ed ovale insieme, riesce abbastanza ampia da permettermi agevolmente scollare con lungo edottuso elevatoreladuramadre
in dentro.E
sullaguida della terza isolo coll’uncino laseconda branca.Con
trazioni su tutte e due riesco a vedere la lorocommissura
nel ganglio, che con un piccolo e lungo cucchiaio curvotagliente viene escisso nellasua porzione inferiore corrispondentealle fibredelledue branche, che poi vengono recisepiù lontano possibile.Si ricompone lavasta ferita colla sutura metallica dei due frammenti dellacoronoide, preventivamenteforati, e poi del ponteugualmente, edinfine della cute,
meno
nell’angolo infero-anterioregenieno, pelpassaggiodi un piccolo drenaggio, che risale sino alla fossa pterigoidea.L’operazione durò circatreore, tutto il tempo compreso, e la inferma, svegliata, mi confessa esserliberatadal dolorespeciale; e misi mostrò assai grata specialmente quando sino allaserae notte e giorni susseguenti non sivide più assalitada queigravi e tormentosi accessi.11 tubofu rimossodopo pochigiorni,
ma
inqualche punto la suturacutaneamancò, perciò un po’ di suppurazione con lievi elevazionitermiche.Fin dallaprima medicatura la Ciarletti accusò completa perdita di tutte le forme di sensibilitàin tuttala
metà
dellafaccia, guancie e lingua.8gennaio (20giornidopo Voperazione).
—
Si mantiene l’anestesia al lembo superiore temporale, alla metà dellalingua edel mento. Cominciaa ritornare la tattile e dolorifica alpomello,especialmente alla guancia dallacicatrice orizzontale in giù ed indietro.La
mascella inferiore dapprima limitata nei suoi movimenti in basso,gradatamente migliora, in guisa che, quando il giorno8 febbraio la donna lasciò l’ospedale, laguarigioneera alcompletoeper ogni verso.
Anche
lanutrizioneavea guadagnato tanto.Oggiagosto 1894 laCiarlettigode floridissima salute, es’èimpinguataparecchio. L’ane- stesiasi mantiene per pochi centimetri quadrati disotto e soprailponte.
OsservazioneII.
—
MariannaGiarruso daMarano, contrefigli, dianni40.È
sofferente da 15 auni.La
malattiacominciòcon un forte dolore accessionale nella regione parietale destra nelcorso di unagravidanza.Dopo
due mesi il dolore cedette alla morfinaed alchi- nino.Dopo
un certo tempo, edurantealtragravidanza, fu coltada fortissimo dolore acces- sionaleal mascellareinferiore. Gli accessi duravano 2 o3 giorni, lasciando intervalli di 2 a 3mesi perfettamente liberi. Credette l’inferma poter attribuirelesue sofferenze a carie dentaria, e si fece estirpare uno dei molari inferiori, che fu trovato perfettamente sano.Percinque anni il doloreconservò lostesso carattereaccessionale conintervalli liberi, ela stessa localizzazione senza irradiazioni.
Da
,5 anni le sofferenze sono andatesempre cre- scendo, edildolore s’è esteso,irradiandosi alforamesottorbitario allabbro superiore,ealla regionetemporale emascellareinferiore.Nel settembre scorso sifece estrarre tutti i molari ed il canino dellametà destra della mascellainferiore e superiore.
Nell’anno precedente ebbe soloun
mese
liberodi dolore, dal settembre 1891 in poi ildoloreè stato quotidiano.
Da
cinque mesi negli accessi dolorificisi ènotato un gonfioree rossoredellapelle peruna zonaquanto un soldo avanti alforame mascellare esterno.Ha
usato tutte lecurepossibili mediche senza alcun risultato.Ildolore ècontinuo con esacerbazioni profonde all’osso mascellare superiore, mentre nelle sedi d’irradiazione è cutaneo. Durante l’accesso sinota salivazione e lacrimazionee
4 ANTONINO D’ANTONA
una sensazione
come
di stiramento al globo oculare. L’esame della sensibilità tattile fa rilevare unaleggeraottusitàadestra; non c’èdifferenzatra i duelati quantoalla sensibi- lità termicaedolorifica.Aprile 1893.
—
Operazione.Sono presenti i professori Antonelli, Bianchi, Frusci.
Assistono gli stessi miei aiuti.
Tecnicaegualea quella descritta per l’infermaCiarletti, sino a scovrire lafossa pteri- goidea ad uncinare la3a branca, epassarvi un filo diseta.
Siapplica iltrapano speciale,
ma
questo asportaundisco osseo spesso senzail tavolato interno.Fu
mestieri lavorare con un sottile scalpello per aprire il cranio e far saltare ilponte osseo traforame di trapanazione eforame ovale. Si asportauna scheggia ossea e si
potèscovrire la2abranca. Sicercadiallargare l’apertura collo scalpellino,
ma
vien fuori un gettodi sangue, percuisidovettetamponarecongarza.Dopo
10minuti son tolti gli zaffi, esi videche il sanguesi eraarrestato. Sirinnova iltentativodiasportare il resto del disco osseo,ma
un altrogetto disangueobbliga a tamponare alla stessa guisa, e dopo un terzo tentativo, rinnovatosi il sangue,mi decido a rimandarel’atto operativo ad altra giornata.Coglizaffiilsanguefuagevolmentearrestato.
Dopo
tutto non era laquantità del sangue che impose sospendere, quanto il fattoche sarebbe stato impossibileil continuare a tanta pro- fondità edasì delicatomomento
col sangueche ingombrava sempre il ristrettocampo.Il 28 aprile, cioèdopo 48ore, sicloroformizza l’inferma e sotto una irrigazione calda disublimato all’1/5 per millesi rinnovano gli zaffi.
Non
siripeteemorragia.Si stirala3abranca giàprecedentemente affidataad un filoesi tagliastirandola più ra- senteal forame ovaleche è possibile e si resecano circa due centimetridel nervo. Ora, avuto riguardoal fattochela3a branca era stata la prima ad essere colta e quella
mag'
giormente ammalata, e considerati ipericoli e glisforzi forseinutiliperraggiungerela2aedilganglio, credetti prudente arrestarmi a questo puntoeprocedere allachiusura dell’ampia ferita.
Il frammento superioredellaapofisi coronoide è asportato insieme alle inserzioni
mu-
scolari. 11 ponte viene suturatocol catgut ecosì tutta laferitacutanea.
Un
tubo vienecol- locato all’angolo antero-inferioreedaltroall’angolo preauricolare, visto che l’articolazione tempora-mascellare erastataaperta.Ne
seguìabbondantesuppurazione e fuoriuscita dimolti cenci; e nonostantel’apertura dell’articolazione e lascoverturadell’osso del ponte rilevatadirettamente collo specillo, la guarigione sicompìdel tuttodopo 50 giorni, senza necrosi esenzaalterazione dirilievodei movimenti dellamascella; salvo quella limitazione dimovimentiche neseguì dopo il lungo uiposo eche del resto dopo parecchie altre settimane si corressedel tutto.La
Giarruso èvenutaspessoa visitarmi e sino almese
scorso (luglio) la guarigionesi è mantenutadellepiù complete, siaper lanevralgia che perla ferita dell’operazione.La
modificazionedei dolori nelladipendenzadella 2abranca, credo si debba interpre- tare nelsenso che il maltrattamento, la pressione esercitata direttamente sull’origine di dettabranca, peroperadel fortezaffo, hadovuto esercitaretalimodificazioni nutritive nella tessituradel nervo e forse nella porzionecorrispondente del ganglio, da far cessareleab-norme
sensibilità.Quantunque in un grado minore edin un periodo secondario venuta, la nevralgia co- glieva, senzadiscussione, anche laseconda.
DUE CASI DI RESEZIONE DEL TRIGEMINO 5
Nella tavola
sono
riportate sei figure di preparati microscopici.Il
primo
taglio (fig. I) è fattoda un
ganglionormale
presoda un
cadavere didonna
adulta.Il
secondo
(fig. II) è fatto dai pezzi del ganglio estirpato alla Ciarletti.La
differenza di struttura risulta chiara e le principali note siriassumono;
nella scarsezza
numerica
di cellule gangliari, nella loro piccolezza, alcune diffor-mate, tutte poi strette
d’abbondante
efitto tessuto connettivo che disposto a grossi fasci interseca inogni senso ilcampo
del preparato. Ilprotoplasma
di parecchie cellule è in fase degenerativa.È una
vera sclerosi del ganglio.Meglio
ancora
si rilevano le alterazioni nelle figure III, IV,V
eVI
;sono
tagli di fasci nervosi del ganglio, oappena
extra-gangliari, trattati colPemoteinadopo
indu- rimento nel liquido di Muller.Inalcunefibre il cilindrasse è
frammentato,
in altre rigonfiato, o spinto controla guaina, in altre infine del tuttomancante.
In alcuni preparati sivede (ma meno
in6 ANTONINO TORRETTA
queste sezioni oblique o trasversali disegnate) il cilindrasse monili
forme
con rigon- fiamento, estrozzamenti successivi.Sinota inoltre
un
ispessimento connettivale intra- e peri-fascicolare, e special-mente
peri-vasale.La
sclerosi riguarda e s’estendeanche
ai cordoni nervosi e circonda le cel- lule gangliari.Operando
coltrapano diRose
occorronodue
inconvenienti:1°
Non potendo
applicare la corona di trapano verticalmente sullasuperficie orizzontale dell’aladello sfenoide, opponendovisi tuttoillembo
zigomatico, si scava profondo il solco all’esternopiù omeno
aseconda
l’obliquità dell’asta del trapano.Perciò
ho
fatto costruireuna corona
(f.A)
conmargine
dentato obliquo, inguisa chel’un lato èpiù alto di 1 a 2 millimetri dell’altro opposto.E
poiché con questacorona
si lavoraimprimendo un
sesto di cerchio di giroad
ogni colpo, che siriprende
sempre
per giraresempre
a dritta, nesegue che ilmargine
piùalto internocompensa
l’obliquità dell’astaed il solco nell’osso viene scavatoad
uguale profon- dità,non
ostante che il trapano fosseimpiantato obliquamente.2° Il punteruolo di
Rose
ed il bottone perfissarlo sono d’impaccio allamano-
vra;
quando
poi nel cavo della corona s’impegna,emeglios’incastraun
disco osseo, è difficile rimuoverlo.Perciò
ho
fatto costruire diverse corone, e tutte montabili sopra un’asta punte- ruolo (f.B
), la qualequando
è tracciato il solco viene sostituita dall’altra senza punteruolo(f. C), e lo stessomanubrio
(f.D
) serve perentrambe.Fio. I
Fio.
IV
Fig.V
11Policlinico
—
Fase. 23—
181»4.
Fig. IL
Tipografia Nazionaledi G. Bertero.
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