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L epidemia ha contagiato un intero mondo

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Academic year: 2022

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TORNINO I CORI

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FONDAMENTI

(3)

L’epidemia ha contagiato un intero mondo

Nella Chiesa ha toccato in profondo la vita delle comunità.

Ha segnato la liturgia e il suo canto: ha separato, distanziato, ha reso afoni. Di molti amici il virus ha preso persino il respiro col quale hanno cantato il Signore per l’intera vita. Non hanno potuto neppure godere degli affetti familiari nel transito e dell’accompagnamento col canto funebre al cielo:

non hanno avuto né una celebrazione liturgica, né una

preghiera cantata di riposo eterno, né un canto dell’Alleluja

del Risorto, né l’augurio orante e sereno In paradisum

deducant te Angeli .

(4)

CANTARE E’ PROPRIO DELL’ UOMO

In tante altre tragiche situazioni, uomini e donne coi loro bambini, non hanno potuto fare a meno di levare preghiere e canti in tono di pianto e di lamento, di sospiro, oppure di desiderio e di attesa, con note di speranza;

eppure i Salmi e i libri della sacra Scrittura

sempre recano ciò che è proprio dell’umano

nel dramma: levare la voce a Dio con parole di

canto.

(5)

Avere nostalgia del canto e dei cori

Sentiamo un gran bisogno di ritornare a cantare

con i nostri cori, insieme al popolo. Il sacramento

che è stato comunque celebrato è senz’altro segno

efficace di Dio, anche senza il canto. La Chiesa è

rimasta anche se non è stata radunata nelle

chiese. Abbiamo riscoperto il valore della Chiesa

domestica. Ma abbiamo davvero sentito la

mancanza dire che mi è mancata molto

l’assemblea familiare radunata nel segno della

santissima Trinità e col canto di tutti

(6)

Nel tempo in cui dovremo continuare a

prestare attenzione a tutte le misure di

prevenzione del contagio, non possiamo

abbandonare il canto nella liturgia. Anche

la musica e il canto della liturgia possono

e debbono essere tempestivamente

riorganizzati.

(7)

L’organo e l’organista: occasione da non perdere

▪ L’organista costituisce un vero e proprio ministero. Ce ne renderemo ben conto in questo tempo: nei momenti opportuni e previsti, il suono dell’organo sostiene la preghiera, esalta il silenzio, favorisce la meditazione, crea gioia e senso di festa cristiana, eleva gli animi a Dio e alle cose celesti (SC 120); presta il respiro alle nostre suppliche, fa esultare il canto, ritma e segna l’azione della liturgia.

▪ È propizio avere sempre in chiesa uno strumento e ovviamente disporre nella comunità di un organista capace. Il suo servizio è prezioso nell’incastonare la Parola proclamata, nell’alternarsi al canto del celebrante e del coro, nell’introdurre e prolungare. Particolarmente in questo tempo, l’organo può supplire alle lacune, con una musica aderente ad ogni momento del rito.

(8)

Il silenzio

E’ tempo di riscoprire il silenzio, come indicano Sacrosanctum concilium (n. 30) e Musicam sacram (n. 17), oltre all’Ordinamento Generale del Messale Romano (n.

45). I minuti di silenzio non sono inutili perché non occupati: il silenzio è parte della celebrazione e, secondo il momento, è invito alla preghiera, aiuto del raccoglimento, attivazione della meditazione. Anche il silenzio va ascoltato: è musica senza la quale non vi sarebbe musica;

il silenzio canta e parla all’anima; può risultare più nobile

nelle celebrazioni di tante parole o di tanta musica

suonata o cantata male.

(9)

L’assemblea e il celebrante

Il primo grado di partecipazione al canto

liturgico suggerito da Musicam sacram (28-29)

– sia pure nelle minime disponibilità di una

comunità celebrante non numerosa – è forma

semplice e attuabile sempre e ovunque. Chi

presiede dialoga infatti con l’assemblea. Il

canto liturgico è almeno a due voci, nelle

piccole chiese come nelle grandi basiliche. Il

canto del celebrante è canto che genera una

partecipazione attiva possibile a tutti i fedeli.

(10)

Una selezione obbligata del repertorio

Chi si prende cura del canto, può scegliere – specie in questo periodo e ovviamente in sintonia col tempo liturgico e col rito – i brani

più conosciuti da parte dell’assemblea,

ovvero quelli che prevedono molta

alternanza tra il solista, il piccolo coro e

l’assemblea, con ritornelli facilmente

memorizzabili.

(11)

Tornino i cori

Il coro – che non si sostituisce all’

assemblea ma ne è parte - deve restare la

cellula orante canora della

comunità: non si dovrà sciogliere, non si dovrà disperdere in questo periodo!

Sospendere un’attività di coro e poi

pensare di poterla facilmente riprendere è

illusorio.

(12)

PAROLE CHIAVE

RISPETTO SPERANZA FANTASIA

ATTENZIONE SERVIZIO

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