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Piano triennale per la prevenzione della corruzione, per la trasparenza e l integrità 2020/2022

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Academic year: 2022

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Repubblica Italiana

CITTA’ DI MAZARA DEL VALLO

Casa Consortile della Legalità

Allegato “A”

PIANO PER LA BUONA AMMINISTRAZIONE

Piano triennale per la prevenzione della corruzione, per la trasparenza e l’integrità 2020/2022

Approvato con deliberazione GM n. 22 del 30.01.2020

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INDICE 1. Oggetto del piano

1.1. Definizione di corruzione 1.2. La corruzione nel codice penale

1.3. La corruzione nel Piano Nazionale Anticorruzione 1.4. Perché parliamo di corruzione

1.4.1. Corruption Perception Index 2019 (ultimo dato disponibile)

1.4.2. Corruption Perception Index 2019 – Western Europe and European Union

1.5. Le fonti internazionali della prevenzione della corruzione a fondamento della L. 190/2012 1.6. I possibili rimedi per una prevenzione autorevole e diffusa

1.7. Il quadro normativo italiano in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza 1.8. La fonte costituzionale (art. 97), il giuramento del pubblico dipendente, la Giornata dell’Orgoglio della Pubblica Amministrazione

1.9. Obiettivi Strategici e collegamento con gli strumenti di programmazione, gestione e controllo 1.10 Il coinvolgimento dei portatori di interesse (stakeholder) interni ed esterni

2. Gli strumenti

2.1. Piano nazionale anticorruzione (PNA) e le Linee guida ANAC 2.2. Piani triennali di prevenzione della corruzione (PTPC)

2.2.1. Il Processo di predisposizione e approvazione del Piano

2.3. Programmi triennali per la trasparenza e l’integrità

2.4. Codici di comportamento

2.5. L’Accesso civico, l’Accesso civico generalizzato, l’Accesso agli atti

3. Soggetti e ruoli

3.1. L’Autorità nazionale anti-corruzione (dalla CIVIT all’ANAC) 3.2. La Prefettura (UTG), la Questura, il Tribunale, le Forze dell’Ordine

3.3. Il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT)

3.3.1. Il ruolo del Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza

3.4. Gli Amministratori locali e i Titolari degli uffici di diretta collaborazione del Sindaco 3.5. I Dirigenti comunali

3.6. I Responsabili di posizione organizzativa, dei servizi e dei procedimenti 3.7. Il Personale comunale

3.8. Gli organi di controllo interno: Nucleo di Valutazione e Collegio dei revisori 3.9. I Portatori di interesse (cittadini, associazioni, imprese, organizzazioni sindacali)

3.10 Il Responsabile dell’Anagrafe Unica delle Stazioni Appaltanti (RASA)

4. La gestione del rischio di corruzione

4.1. Principi e Linee guida

4.2. I fattori di successo

4.3. Il ruolo strategico della Formazione

4.4. La segnalazione degli illeciti e la tutela del dipendente che segnala illeciti (c.d. whistleblower)”

4.5. Il divieto di “Pantouflage”

5. Il processo di gestione del rischio corruzione

5.1. L’Analisi del contesto

5.1.1. L’Analisi del contesto esterno 5.1.2. L’Analisi del contesto interno 5.1.3. La Mappatura dei processi

5.2. La Valutazione del rischio

5.2.1. L’Individuazione delle Aree di rischio 5.2.2. L’Analisi del rischio

5.2.3. La Ponderazione del rischio

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3 5.3. Il Trattamento del rischio

5.3.1. Il trattamento delle misure 5.3.2. La programmazione delle misure

5.4. Il Monitoraggio delle misure

6. Sezione Trasparenza ed integrità

6.1. Programma della trasparenza e dell’integrità

6.2. Elenco degli obblighi di pubblicazione sezione “Amministrazione Trasparente”

7. Allegati

7.1. Scheda Mappatura dei processi/procedimenti

7.2. Scheda di Analisi e Valutazione delle Aree di rischio 7.3. Scheda per la Valutazione del rischio

7.4. Aree di rischio

7.5. Modello di Denuncia (cd whistleblowing)

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1. OGGETTO DEL PIANO

Il presente Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione, Trasparenza e Integrità (PTPCT) dà attuazione alle disposizioni di cui alla Legge 190 del 6 novembre 2012 e ss.mm. e ii., secondo la Deliberazione ANAC n. 1064 del 13 novembre 2019, con la quale è stato approvato in via definitiva il Piano Nazionale Anticorruzione 2019, e risponde alle seguenti esigenze:

a) individuare le attività nell'ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione;

b) prevedere, per le attività individuate ai sensi della lettera a), meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni idonei a prevenire il rischio di corruzione;

c) prevedere, con particolare riguardo alle attività individuate ai sensi della lettera a), obblighi di informazione nei confronti del responsabile per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza (RPCT);

d) monitorare il rispetto dei termini, previsti dalla legge o dai regolamenti, per la conclusione dei procedimenti;

e) monitorare i rapporti tra l'amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dirigenti e i dipendenti dell'amministrazione;

f) individuare specifici obblighi di trasparenza ulteriori rispetto a quelli previsti da disposizioni di legge.

1.1. Definizione di corruzione

Dal punto di vista etimologico, la parola “corruzione” ha i seguenti significati, con relativi sinonimi e contrari:1

corruzione /kor:u'tsjone/ s. f. [dal lat. corruptio-onis, der. di corrumpĕre "corrompere", part. pass. corruptus].

1. a. [deterioramento organico] ≈ decomposizione, disfacimento, putrefazione.

1. b. [alterazione dell'ambiente: c. dell'aria, delle acque] ≈ ammorbamento, avvelenamento, contaminazione, infezione, inquinamento. ↔ bonifica, disinquinamento, purificazione, risanamento

2. a. (fig.) [il guastarsi, riferito a civiltà ed espressioni artistiche] ≈ decadenza, decadimento, declino, degenerazione, deterioramento, disfacimento, [di lingua] imbarbarimento. ↔ progresso, sviluppo

2. b. [decadimento morale, sociale e politico: c. dei costumi, della classe politica] ≈ corruttela, degenerazione, immoralità, malcostume, pervertimento, scostumatezza, vizio, [spec. nel senso di favoritismo politico] clientelismo. ↑ depravazione, dissolutezza. ↔ integrità, irreprensibilità, moralità, morigeratezza, onestà, purezza, rettitudine.

(giur.) [opera di chi induce altri al male: c. di pubblico ufficiale] ≈ ‖ adescamento, concussione, istigazione, subornazione.

1.2. La corruzione nel codice penale

La corruzione è un reato. Lo commette il Pubblico Ufficiale che, per compiere un atto conforme alle proprie funzioni (o per averlo già compiuto) oppure per compierne uno contrario alle proprie funzioni, riceve denaro o un qualche altro vantaggio vantaggio che non gli spetta. Si ha corruzione anche quando il Pubblico Ufficiale riceve solo la promessa di una “retribuzione” non dovuta per poter tenere le condotte sopra descritte. E’ altresì corrotto il Pubblico Ufficiale che abbia ricevuto un’utilità per aver omesso o per omettere un atto conforme alle proprie funzioni o per averlo anche solo ritardato.

Si richiamano integralmente gli articoli del codice penale che disciplinano la materia, con gli aggiornamenti di cui alla L. 190/2012 ed alla recente Legge cd “Spazzacorrotti” n. 3 del 9/12/2019, recante “Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonche' in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici”:

1 http://www.treccani.it/vocabolario/corruzione_%28Sinonimi-e-Contrari%29/

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1.3. La corruzione nel Piano Nazionale Anticorruzione

Nell’ambito del Piano Nazionale Anticorruzione, la corruzione ha un significato più ampio, che coincide con il concetto di “cattiva amministrazione”, intesa come assunzione di decisioni (di assetto di interessi a conclusione di procedimenti, di determinazioni di fasi interne a singoli procedimenti, di gestione di risorse pubbliche) devianti dalla cura dell’interesse generale a causa del condizionamento improprio da parte di interessi particolari. Come chiarito nella Deliberazione ANAC 1064/2019, “L’Autorità ritiene opportuno precisare, pertanto, che naturalmente con la legge 190/2012 non si modifica il contenuto tipico della nozione di corruzione ma per la prima volta in modo organico si introducono e, laddove già esistenti, si mettono a sistema misure che incidono laddove si configurano condotte, situazioni, condizioni, organizzative ed individuali - riconducibili anche a forme di cattiva amministrazione - che potrebbero essere prodromiche ovvero costituire un ambiente favorevole alla commissione di fatti corruttivi in senso proprio. L’art. 1, co. 36, della l. 190/2012, laddove definisce i criteri di delega per il riordino della disciplina della trasparenza, si riferisce esplicitamente al fatto che gli obblighi di pubblicazione integrano livelli essenziali delle prestazioni che le pubbliche amministrazioni sono tenute ad erogare anche a fini di prevenzione e contrasto della “cattiva amministraZione” e non solo ai fini di trasparenza e prevenzione e contrasto della corruzione. Il collegamento tra le disposizioni della l. 190/2012 e l’innalzamento del livello di qualità dell’azione amministrativa, e quindi al contrasto di fenomeni di inefficiente e cattiva amministrazione, è evidenziato anche dai più recenti interventi del legislatore sulla l. 190/2012. In particolare nell’art. 1, co 8-bis della legge suddetta, in cui è stato fatto un esplicito riferimento alla verifica da parte dell'organismo indipendente di valutazione alla coerenza fra gli obiettivi stabiliti nei documenti di programmazione strategico gestionale e i piani triennali per la prevenzione della corruzione e della trasparenza.”

1.4. Perché parliamo di corruzione

Il fenomeno corruttivo in Italia si presenta come un gigantesco iceberg, con una piccola parte di “corruzione emersa” (che rappresenta la punta dell’iceberg e riguarda le statistiche giudiziarie) e una enorme parte di

“corruzione sommersa” che si fonda su indici di percezione e misure basate sull’esperienza, come si evince dalla tabella sotto riportata:

1.4.1. Corruption Perception Index 2019

Ancora un piccolo passo avanti per l’Italia. L’indice di percezione della corruzione 2019 (CPI) pubblicato oggi da Transparency International (relativo al 2019) vede il nostro paese al 51° posto nel mondo con un punteggio di 53 punti su 100, migliore di un punto rispetto all’anno precedente. Dominano la classifica Danimarca e Nuova Zelanda come già l’anno scorso. Se si considera il periodo successivo al 2012, anno nel quale con 42 punti l'Italia era 72ª al mondo nella classifica, il nostro Paese ha visto un graduale miglioramento rispetto alla percezione che hanno uomini d'affari ed esperti nazionali sulla corruzione nel settore pubblico. Ma l'Italia si attesta al di sotto della media calcolata considerando gli Stati dell'Unione europea e dell'Europa occidentale e che è risultata pari a 66 punti.

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1.4.2. Corruption Perception Index 2019 – Western Europe and European Union

Evidentemente il 2012 ha segnato una svolta importante con l’introduzione della Legge Severino e a rafforzare questo importante traguardo è arrivata due anni dopo anche l’istituzione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione. Nel settore pubblico permangono alti livelli di corruzione, scarsa trasparenza e conflitti d’interesse. Le istituzioni devono prima di tutto riacquistare la fiducia dei cittadini e lo possono fare proprio attraverso la trasparenza e l’integrità. Le nuove norme sul finanziamento alla politica vanno in questa direzione ma, senza regole sulla trasparenza di chi cerca di influenzare la decisioni pubbliche e quindi delle attività di lobbying, non potranno mai essere pienamente efficaci.

Evidentemente c'è ancora molto da fare, a partire dall'implementazione della recente legge “spazza-corrotti”

n. 3/2019 che andrà valutata sulla sua capacità di incidere concretamente nel Paese.

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1.5. Le fonti internazionali della prevenzione della corruzione a fondamento della L. 190/2012

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1994 - Raccomandazioni della XI Conferenza dei ministri europei di giustizia (La Valletta);

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Novembre 1996 - Programma d'azione contro la corruzione, adottato dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa;

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27 gennaio 1999 - Convenzione penale sulla corruzione fatta a Strasburgo, ratificata con Legge n.

110/2012 (artt. 20 e 21);

-

31 ottobre 2003 - Convenzione ONU contro la corruzione (art. 6), firmata dallo Stato italiano il 9 dicembre 2003, ratificata con Legge n. 116/2009.

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Ulteriori documenti sulle strategie internazionali di prevenzione della corruzione sono reperibili sul portale ANAC

http://www.anticorruzione.it/portal/public/classic/Attivitadocumentazione/AttivitaEuropea/Strategieprevenzi onecorruzione

1.6. I possibili rimedi per una prevenzione “autorevole e diffusa”

L’esigenza di disporre di una autorità nazionale indipendente e specializzata per far fronte al fenomeno corruttivo è stata auspicata sia dalla Convenzione penale sulla corruzione fatta a Strasburgo il 27/1/1999 sia dalla Convenzione ONU contro la corruzione del 9/12/2003 che riportiamo in estrema sintesi:

a) Convenzione penale sulla corruzione di Strasburgo

“Gli Stati membri del Consiglio d'Europa e gli altri Stati firmatari della presente Convenzione (omissis) Convinti della necessita' di perseguire a titolo prioritario una politica penale comune volta a proteggere la societa' contro la corruzione, mediante anche l'adozione di un' adeguata legislazione e di adeguate misure preventive; Sottolineando che la corruzione rappresenta una minaccia per la preminenza del diritto, la democrazia ed i diritti dell'uomo, che mina i principi di corretta amministrazione, di equita' e di giustizia sociale, distorce la concorrenza, ostacola lo sviluppo economico, e mette a repentaglio la stabilita' delle istituzioni democratiche e le fondamenta morali della societa'; Convinti che per essere efficace, la lotta contro la corruzione richiede una collaborazione internazionale in materia penale, intensificata, rapida ed adeguata (omissis) Hanno convenuto quanto segue:

Articolo 20 - Autorita' specializzate

Ciascuna Parte prende le misure che si rivelano necessarie per la specializzazione di persone od enti nella lotta contro la corruzione. Tali persone disporranno dell'indipendenza necessaria, nell'ambito dei principi fondamentali dell'ordinamento della Parte, per esercitare le loro funzioni efficacemente e senza alcuna pressione illecita. Le Parti si accertano che il personale di tali enti disponga di una formazione e di risorse finanziarie adeguate alle funzioni che svolgono.”

b) Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione:

“Gli Stati Parte alla presente Convenzione, preoccupati dalla gravità dei problemi posti dalla corruzione e dalla minaccia che essa costituisce per la stabilità e la sicurezza delle società, minando le istituzioni ed i valori democratici, i valori etici e la giustizia e compromettendo lo sviluppo sostenibile e lo stato di diritto (omissis) Hanno convenuto quanto segue:

Art. 6 - Organo od organi di prevenzione della corruzione

1. Ciascuno Stato Parte assicura, conformemente ai principi fondamentali del proprio sistema giuridico, l’esistenza di uno o più organi, secondo quanto necessario, incaricati di prevenire la corruzione mediante mezzi quali:

a) l’applicazione delle politiche di cui all’articolo 5 della presente Convenzione e, se necessario, la supervisione ed il coordinamento di tale applicazione;

b) l’accrescimento e la diffusione delle conoscenze concernenti la prevenzione della corruzione.

2. Ogni Stato Parte, conformemente ai principi fondamentali del proprio sistema giuridico, concede all’organo od agli organi di cui al paragrafo 1 del presente articolo, l’indipendenza necessaria a permettere loro di esercitare efficacemente le loro funzioni al riparo da ogni indebita influenza. Le risorse materiali ed il personale specializzato necessari, nonché la formazione di cui tale personale può aver bisogno per esercitare le sue funzioni, dovrebbero essere loro forniti.

3. Ciascuno Stato Parte comunica al Segretario Generale delle Nazioni Unite il nome e l’indirizzo dell’autorità o delle autorità suscettibili di aiutare altri Stati Parte a mettere a punto ed applicare misure specifiche di prevenzione della corruzione.”

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1.7. Il quadro normativo italiano in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza

Il quadro normativo in materia di prevenzione della corruzione e di rafforzamento della trasparenza è molto complesso e articolato.

Rinviamo all’elenco riportato dall’ANAC sul sito istituzionale www.anticorruzone.it

Ulteriori riferimenti normativi in materia di prevenzione della corruzione, con specifico riguardo alle sotto elencate tematiche sono consultabili sul portale dell’ANAC alla pagina web

http://www.anticorruzione.it/portal/public/classic/AmministrazioneTrasparente/DisposizioniGenerali/AttiGe nerali/RiferimentiNormativi#secondo

 Istituzione e funzioni dell’ANAC

 Funzioni dell’ANAC in materia di anticorruzione e trasparenza

 Funzioni dell’ANAC in materia di contratti pubblici

1.8. La fonte costituzionale (Art. 97), l’abrogato giuramento del pubblico dipendente e il Premio

“Dipendenti dell’Anno - Città di Mazara del Vallo”

Riteniamo che il fondamento per una buona amministrazione e, quindi, per combattere la “cattiva amministrazione” sia richiamare periodicamente la fonte costituzionale, radice e linfa del nostro servizio, ricordando l’art. 97 della Costituzione repubblicana:

“Le pubbliche amministrazioni, in coerenza con l'ordinamento dell'Unione europea, assicurano l'equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico.

I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione.

Nell'ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari.

Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge.”

Nonostante il giuramento del publico dipendente di cui all’art. 11 DPR n. 3/1957 sia stato abrogato dall'art.

3 DPR n. 253/2001, riteniamo importante richiamarlo alla memoria, al fine di rafforzare il senso di appartenenza alla ResPubblica, auspicandone il ripristino perché siamo stufi di essere continuamente additati come “fannulloni” e “rubapane a tradimento”:

«Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservare lealmente la Costituzione e le leggi dello Stato, di adempiere ai doveri del mio ufficio nell'interesse dell'Amministrazione per il pubblico bene»

Nel Piano 2018 auspicavamo l’istituzione di una Giornata dell’Orgoglio della Pubblica Amministrazione e la celebrazione di questa giornata alla luce dei risultati della performance con la premiazione dei dipendenti che si fossero distinti per merito, capacità e comportamento.

Ebbene, registriamo con soddisfazione che la Giunta comunale, con deliberazione n. 166 dell’11 ottobre 2019, ha istituito il Premio “Dipendenti dell’Anno-Citta’ di Mazara del Vallo” approvandone i criteri per il conferimento. Il Premio è stato consegnato nel corso della cerimonia di fine anno, di scambio degli auguri natalizi, ed ha rappresentato un momento di forte condivisione dei valori della Buona Amministrazione.

1.9. Obiettivi Strategici e collegamento con gli strumenti di programmazione, gestione e controllo L’anno 2019 ha visto concludersi il percorso politico amministrativo della precedente sindacatura, durata per due mandati consecutivi, e l’insediarsi della nuova amministrazione comunale, portatrice di un nuovo programma attorno al quale costruire i nuovi atti di programmazione, a partire dagli obiettivi strategici.

Con deliberazione della Giunta Municipale n. 115 del 10/07/2019 è stato approvato il documento unico di programmazione (DUP) 2019/2021 nonché lo schema del bilancio di previsione finanziario 2019/2021, della nota integrativa e del piano degli indicatori e dei risultati attesi di bilancio - bilancio armonizzato di cui all'allegato 9 del D.Lgs.118/2011 del 16/6/2017. Il DUP è stato sottoposto al consiglio comunale che lo ha approvato con deliberazione n. 095 del 03/09/2019, ad oggetto “Approvazione del documento unico di programmazione (D.U.P.) 2019/2021 e approvazione del Bilancio di previsione 2019/2021”. Il DUP contiene gli obiettivi strategici 2019-2021.

Con successiva deliberazione della Giunta Municipale n. 154 del 24/9/2019 è stato approvato il Piano Esecutivo di Gestione (P.E.G.) - Parte Contabile - Anno 2019/2021, integrato con deliberazione giuntale n.

209 del 20/12/2019 contenente il Piano dettagliato di obiettivi 2019 ed il Piano della Performance 2019- 2020. Il Piano della Performance contiene trasversalmente diversi obiettivi strettamenti connessi al Piano Anticorruzione e Trasparenza ed alle misure per la mitigazione dei rischi corruttivi (Controlli, Formazione, Regolamentazione, Digitalizzazione, Comunicazione).

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Per il triennio 2020/2022 costituiscono obiettivi strategici:

Controlli: incremento qualitativo del sistema dei controlli interni e rafforzamento della sinergia tra tutti i principali soggetti coinvolti (Segretario generale/RPCT, Conferenza dei Dirigenti, Nucleo di Valutazione, Collegio dei Revisori);

Formazione: miglioramento del processo di costruzione del Piano Formativo (analisi dei fabbisogni, definizione delle attività, monitoraggio dei risultati sia in termini di apprendimento, sia in termini di gradimento) ed incremento qualitativo e quantitativo delle attività di prevenzione della corruzione, di rafforzamento della trasparenza, di rafforzamento delle conoscenze e delle competenze del personale e finalizzate al miglioramento dei servizi comunali e dei rapporti con i cittadini e le cittadine, in termini fiduciari;

Regolamentazione: miglioramento della complessa normativa regolamentare comunale, in termini di semplificazione, coordinamento, aggiornamento alle vigenti norme di legge;

Digitalizzazione: miglioramento del sistema di informatizzazione e digitalizzazione dell’ente, sia per il miglioramento dei processi interni (connessione banche dati, estrazione dati, flussi informatici, sia per il miglioramento dei rapporti con i cittadini e le cittadine (avvio del nuovo sito e del Portale dei Cittadini);

Comunicazione: definizione del Piano di comunicazione, con il coinvolgimento del personale preposto, in costante formazione, anche attraverso specifici progetti approvati dal Dipartimento Funzione Pubblica (RiformAttiva, sperimentazione per l’utilizzo dei social, progetto pilota che coinvolge tre enti su tutto il territorio nazionale, tra cui il comune di Mazara del Vallo), miglioramento dei processi di progettazione partecipata nella costruzione del PTPC e del Codice di Comportamento.

1.10 Il coinvolgimento dei portatori di interesse (stakeholder) interni ed esterni

Gli organi di indirizzo politico-amministrativo sono stati coinvolti nel processo di aggiornamento del Piano sia attraverso la condivisione di attività formative e di valorizzazione del personale, sia mediante l’adozione dei provvedimenti di competenza sopra descritti.

Il processo di prevenzione della corruzione e di rafforzamento della trasparenza ha coinvolto anche la cittadinanza e, in particolare, alcune associazioni particolarmente collaborative, come l’AUSER, Università mazarese popolare dell’età libera.

Il coinvolgimento del RPCT, dei dirigenti e del personale nelle azioni di contrasto alla corruzione è stata svolta attraverso apposite giornate di formazione, in coerenza con il Piano triennale formativo 2019-2021 ed il Piano formativo 2019 denominato "Mazara Valley: Innovazione e Formazione per lo sviluppo locale e per la Buona Amministrazione” approvati con deliberazione GM n. 100 del 19/06/2019.

Si riportano qui di seguito le date degli incontri pubblici e delle attività formative svolti in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza, nel corso dei quali si sono acquisiti opportuni suggerimenti sulle strategie per il rafforzamento della buona amministrazione, in una città complessa, interculturale e multietnica qual è Mazara del Vallo:

 gennaio/maggio 2019 - Mazara del Vallo: Cattedra di Islamistica “Conoscere l’islam: di fronte e attraverso”, organizzata dall’Ufficio Ecumenico e del Dialogo Interreligioso della Diocesi di Mazara del Vallo, in accordo con l’Officina di Studi Medioevali di Palermo e con l’AIART (Associazione Cittadini Mediali onlus);

 gennaio/dicembre 2019 - Mazara del Vallo: formazione permanente per la digitalizzazione e la trasparenza (attivazione nuova piattaforma TUTTOGARE, presentazione piattaforma Civilia Atti Amministrativi);

 9 maggio 2019 - Roma: partecipazione del RPCT alla 5^ Giornata nazionale di incontro con i Responsabili per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza (RPTC);

 4 luglio 2019 - Giornata della Legalità “Non per paura ma per cultura” - FORMAZIONE PER LA BUONA AMMINISTRAZIONE: ESPERIENZE A CONFRONTO;

 22 ottobre 2019 - Trapani: Seminario decentrato provinciale “Etica, legalità e Buona Amministrazione”;

 CINElegalFORUM, 2^ Edizione, per il rafforzamento dello spirito di squadra e del senso di appartenenza:

 Mercoledì 9 ottobre 2019 alle 21:25 su Rai1 e RaiPlay “Il diritto di contare”

 Mercoledì 20 novembre alle ore 15:00 Cinema Teatro Rivoli “L'Invincibile (Invictus)”

 Mercoledì 27 novembre alle ore 15:00 Cinema Teatro Rivoli “I pinguini di Madagascar”

dicembre 2019 - Mazara del Vallo: “354 sorrisi al servizio della Città”: foto di gruppo per settori e servizi del personale comunale, da mettere a disposizione dei cittadini e delle cittadine sul sito istituzionale.

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CINElegalFORUM

FORMAZIONE PER LA BUONA AMMINISTRAZIONE

2° EDIZIONE 2019

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2. GLI STRUMENTI

Il legislatore, nel dare attuazione alle convenzioni internazionali sopra richiamate, con la Legge 190/2012 ha istituito alcuni strumenti ritenuti utili a contrastare il fenomeno della corruzione. Si tratta di piani, programmi, codici di comportamento e nuove regole per l’accesso civico, che presuppongono una profonda riorganizzazione di tutte le pubbliche amministrazioni e degli altri soggetti coinvolti nella gestione della cosa pubblica. Tali strumenti si fondano sui principi della trasparenza, dell’imparzialità, dell’equità dell’azione amministrativa e rafforzano il coinvolgimento dei cittadini e dei portatori di interessi, al fine di prevenire il fenomeno corruttivo nella più ampia accezione di cattiva amministrazione sopra descritta.

2.1. Il Piano nazionale anticorruzione (PNA) e le Linee guida ANAC

Con Delibera ANAC n. 1064 del 13 novembre 2019 è stato approvato in via definitiva il Piano Nazionale Anticorruzione 2019. In materia di trasparenza si richiamano le linee guida approvate dall’ANAC, consultabili sul portale istituzionale alla pagina web

www.anticorruzione.it/portal/public/classic/Attivitadocumentazione/Trasparenza/AttiMateriaTrasparenza 2.2. Il Piano triennale di prevenzione della corruzione (PTPC)

Ai sensi dell’art. 1, comma 8, della L. 190/2012, “l'organo di indirizzo definisce gli obiettivi strategici in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza, che costituiscono contenuto necessario dei documenti di programmazione strategico-gestionale e del Piano triennale per la prevenzione della corruzione.

L'organo di indirizzo adotta il Piano triennale per la prevenzione della corruzione su proposta del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza entro il 31 gennaio di ogni anno e ne cura la trasmissione all'Autorità nazionale anticorruzione. Negli enti locali il piano è approvato dalla giunta. L'attività di elaborazione del piano non può essere affidata a soggetti estranei all'amministrazione. Il responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, entro lo stesso termine, definisce procedure appropriate per selezionare e formare, ai sensi del comma 10, i dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione. Le attività a rischio di corruzione devono essere svolte, ove possibile, dal personale di cui al comma 11.”

Le nuove disposizioni normative (art. 1, co. 8, l. 190/2012) prevedono che il PTPC debba essere trasmesso all’ANAC per cui il piano, oltre ad essere pubblicato sul sito istituzionale entro un mese dalla sua adozione, sezione “Amministrazione trasparente/Altri contenuti Corruzione”, sarà contestualmente trasmesso all’ANAC via PEC: protocollo@pec.anticorruzione.it e alla Prefettura UTG di Trapani.

2.2.1. Il Processo di predisposizione e approvazione del Piano

Il Piano deve essere aggiornato annualmente, entro il 31 gennaio dell’anno successivo. L’aggiornamento riguarda tutto il Piano ed il Codice di Comportamento. Per questo ultimo è previsto l’aggiornamento a seguito della Consultazione on-line in corso presso l’ANAC.

2.3. Il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità

In attuazione della delega contenuta nella legge n. 190/2012, il Governo ha adottato il d.lgs. 14 marzo 2013, n. 33, recante il “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni” in cui, nel ribadire che la trasparenza è intesa come accessibilità totale delle informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività delle pubbliche amministrazioni, è stato evidenziato che essa è finalizzata alla realizzazione di una amministrazione aperta e al servizio del cittadino (art. 1, c. 2, d.lgs. n. 33/2013).

Il d.lgs. 97/2016 «Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, correttivo della legge 6 novembre 2012, n. 190 e del decreto legislativo 14 marzo 2013 n. 33, ai sensi dell’articolo 7 della legge 7 agosto 2015, n. 124 in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche», ha apportato numerosi cambiamenti alla normativa sulla trasparenza, rafforzandone il valore di principio che caratterizza l’organizzazione e l’attività delle pubbliche amministrazioni e i rapporti con i cittadini. Il d.lgs. 97/2016 è intervenuto, con abrogazioni o integrazioni, su diversi obblighi di trasparenza. Tra le modifiche di carattere generale di maggior rilievo, si rileva il mutamento dell’ambito soggettivo di applicazione della normativa sulla trasparenza, l’introduzione del nuovo istituto dell’accesso civico generalizzato agli atti e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, l’unificazione fra il Programma triennale di prevenzione della corruzione e quello della Trasparenza, l’introduzione di nuove sanzioni pecuniarie nonché l’attribuzione ad ANAC della competenza all’irrogazione delle stesse. Il Programma triennale della trasparenza e dell’integrità 2019/2021 costituisce pertanto una sezione del presente Piano.

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2.4. I Codici di comportamento

Con DPR n. 62/2013 è stato approvato il Regolamento nazionale recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell'articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, al fine di assicurare la qualità dei servizi, la prevenzione dei fenomeni di corruzione, il rispetto dei doveri costituzionali di diligenza, lealtà, imparzialità e servizio esclusivo alla cura dell'interesse pubblico.

Il Codice di Comportamento interno del comune di Mazara del Vallo, richiamato dal sopracitato DPR n.

62/2013 ed approvato dalla Giunta comunale con deliberazione n. 8 del 31/1/2014, costituisce parte integrante del presente Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione.

E’ consultabile sul sito istituzionale dell’ente, “Amministrazione Trasparente”, alla seguente pagina web:

http://www.comune.mazaradelvallo.tp.it/amministrazione-trasparente-aggiornata/disposizioni-generali- 1/codice-di-comportamento/codice-di-comportamento-interno-del-comune-di-mazara-del-vallo.

Sarà aggiornato previa consultazione pubblica e con il coinvolgimento dei dirigenti e del personale dipendente, delle organizzazioni sindacali e delle parti sociali, a seguito della emanazione delle Linee guida ANAC in materia.

2.5. L’Accesso civico, l’Accesso civico generalizzato, l’Accesso agli atti

Il D.Lgs. 33/2013 ha istituito e disciplinato l’Accesso civico (art. 5, comma 1) quale strumento per il coinvolgimento dei cittadini nell’attuazione delle regole sulla trasparenza, a presidio della legalità e per arginare il fenomeno corruttivo. Tale istituto è stato profondamente innovato dal D.Lgs. 97/2016 con l’introduzione del cosiddetto “Accesso generalizzato” (art. 5, comma 2).

Si richiamano in materia le Linee ANAC approvate con Determinazione n. 1309 del 28/12/2016 e le Direttive generali all’uopo impartite dal Segretario generale con nota prot. n. 5791 del 25/1/2017 pubblicata sul sito istituzionale, “Amministrazione trasparente”, alla pagina web:

http://www.comune.mazaradelvallo.tp.it/amministrazione-trasparente-aggiornata/disposizioni-generali- 1/direttive-generali-2015/direttive-2017/direttiva%20generale.pdf

Inoltre, sul sito istituzionale dell’ente, alla pagina http://www.comune.mazaradelvallo.tp.it/amministrazione- trasparente-aggiornata/altri-contenuti/accesso-civico/accesso-civico, sono pubblicati tutti i riferimenti, le informazioni e la modulistica per il corretto esercizio dell’Accesso civico semplice e generalizzato presso il comune di Mazara del Vallo.

Per quanto attiene all’Accesso agli atti (o accesso documentale) questo resta disciplinato dalla L. 241/1990 e L.R. 10/1991. Sul sito istituzionale dell’ente, alla pagina http://www.comune.mazaradelvallo.tp.it/portale- informazioni/diritto-di-accesso-agli-atti/diritto-di-accesso-agli-atti, sono pubblicati tutti i riferimenti, le informazioni e la modulistica per il corretto esercizio dell’Accesso agli atti presso il comune di Mazara del Vallo, sia da parte dei cittadini, sia da parte degli amministratori locali.

Infine, è stato pubblicato e viene costantemente aggiornato il registro dell’accesso civico, alla pagina web http://www.comune.mazaradelvallo.tp.it/amministrazione-trasparente-aggiornata/altri-contenuti/accesso- civico/registro-accesso-civico-1

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3. I SOGGETTI

I soggetti individuati dal legislatore e preposti alle attività di prevenzione della corruzione sono diversi, così come diverse sono le connesse responsabilità. Fermo restando quanto descritto nel Piano Nazionale Anticorruzione 2019, paragrafo 4, il presente piano descrive con maggiore accuratezza i compiti e le responsabilità dei soggetti esterni ed interni coinvolti nel processo di prevenzione del fenomeno corruttivo, definendone ruoli, competenze e responsabilità. Il presente piano, inoltre, punta a coinvolgere non soltanto i soggetti istituzionalmente preposti alla prevenzione della corruzione, ma anche tutto il personale a qualsiasi titolo in servizio presso l’ente, nonché i cittadini e i cosiddetti “portatori di interesse” (associazioni, imprese, organizzazioni sindacali, ecc…), in una dimensione partecipativa e di condivisione, posto che la lotta alla corruzione è un fatto non solo tecnico ma anche culturale ed organizzativo.

3.1. L’Autorità nazionale anti-corruzione (dalla CIVIT all’ANAC)

La Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche (acronimo CiVIT) era un'Autorità amministrativa indipendente italiana istituita con il decreto legislativo 150/2009 in attuazione della legge 15/2009. La commissione è entrata in funzione nel 2010. Con la legge 190/2012 il Governo ha cambiato denominazione alla CiVIT in Autorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza nelle amministrazioni pubbliche, potenziandone i poteri. Due anni più tardi il decreto-legge 90/2014, convertito con modificazioni dalla legge 114/2014, ha soppresso l'Autorità facendone confluire strutture e personale nella Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) creata con la stessa norma. Il medesimo decreto ha soppresso l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, le cui funzioni e personale sono stati trasferiti all'ANAC. Pertanto, il decreto legge n.

90/2014 convertito in legge n. 114/2014, sopprimendo l’AVCP e trasferendo le competenze in materia di vigilanza dei contratti pubblici all’Autorità Nazionale Anticorruzione, ha ridisegnato la missione istituzionale dell’ANAC. Questa può essere individuata nella prevenzione della corruzione nell’ambito delle amministrazioni pubbliche, nelle società partecipate e controllate anche mediante l’attuazione della trasparenza in tutti gli aspetti gestionali, nonché mediante l’attività di vigilanza nell’ambito dei contratti pubblici, degli incarichi e comunque in ogni settore della pubblica amministrazione che potenzialmente possa sviluppare fenomeni corruttivi, evitando nel contempo di aggravare i procedimenti con ricadute negative sui cittadini e sulle imprese, orientando i comportamenti e le attività degli impiegati pubblici, con interventi in sede consultiva e di regolazione. La chiave dell’attività della nuova ANAC, nella visione attualmente espressa è quella di vigilare per prevenire la corruzione creando una rete di collaborazione nell’ambito delle amministrazioni pubbliche e al contempo aumentare l’efficienza nell’utilizzo delle risorse, riducendo i controlli formali, che comportano tra l’altro appesantimenti procedurali e di fatto aumentano i costi della pubblica amministrazione senza creare valore per i cittadini e per le imprese.

3.2. La Prefettura (UTG), la Questura, il Tribunale, le Forze dell’Ordine

Come chiarito dall’ANAC negli enti locali, ai fini dell’analisi di contesto, i RPCT potranno avvalersi degli elementi e dei dati contenuti nelle relazioni periodiche sullo stato dell’ordine e della sicurezza pubblica, presentate al Parlamento dal Ministero dell’Interno e pubblicate sul sito della Camera dei Deputati (Ordine e sicurezza pubblica D.I.A.6 e 7). Ai sensi di quanto previsto dall’art. 1 co. 6 della l. 190/2012, la Prefettura territorialmente competente potrà fornire, su richiesta dei medesimi RPCT, un supporto tecnico anche nell’ambito della consueta collaborazione con gli Enti locali.

La Prefettura, Ufficio territoriale del Governo di Trapani, ha avviato una attività di formazione e supporto agli enti locali in materia di prevenzione della corruzione. In particolare, il 22 ottobre 2019 si è svolto presso la Prefettura di Trapani un seminario di approfondimento organizzato in collaborazione con il Consorzio Trapanese per la Legalità e lo Sviluppo sul tema “Etica, legalità e Buona Amministrazione”.

In quella occasione è stato espresso l’auspicio di costituire un tavolo tecnico permanente tra i RPCT del territorio, la Prefettura, il Consorzio e le Autorità competenti, al fine di acquisire dati e informazioni utili all’analisi del contesto e governare meglio i processi e i percorsi di prevenzione della corruzione, di rafforzamento della trasparenza e – in definitiva – di buona amministrazione. In proposito è già stato avviato un gruppo di lavoro costituito dai segretari dei comuni del Consorzio trapanese per la legalità e lo sviluppo, di cui il sottoscritto RPCT è l’attuale Direttore ed è stato raccolto l’interesse dell’ISTAT.

Riteniamo che in questo ambito la collaborazione della Prefettura, della Questura, del Tribunale, delle Forze dell’Ordine, potrebbe fornire dati ed informazioni utili per verificare il grado di criticità del contesto, ma anche eventuali punti di forza e consentire al RPCT di programmare azioni più efficaci per mitigare il rischio corruttivo. Sarebbe molto utile raccogliere e fornire annualmente ai RPCT dalla Prefettura, dalla Questura e dal Tribunale i dati sui reati contro la PA e i dati sulla criminalità relativi quantomeno al territorio

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provinciale, con particolare riguardo alle attività mafiose che sembrano avere ancora parecchia influenza nei settori degli appalti, della gestione dei rifiuti e delle forniture, ma di cui non abbiamo alcuna contezza.

E’ impensabile addossare responsabilità sulle spalle dei RPCT senza che questi abbiano alcun accesso privilegiato ed automatizzato alle informazioni che possano in qualche mondo rendere più efficace l’azione di prevenzione per la buona amministrazione.

3.3. Il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT)

L’art. 1, comma 7, della L. 190/2012 ha istituito la figura del responsabile della prevenzione della corruzione. Esso è individuato dall'organo di indirizzo politico, di norma tra i dirigenti amministrativi di ruolo di prima fascia in servizio. Negli enti locali, il RPCT è individuato, di norma, nel segretario, salva diversa e motivata determinazione.

Ai fini della disposizione contenuta nella legge 190/2012, articolo 1, comma 5, il ruolo di Responsabile della prevenzione della corruzione è attribuito, nel nostro ente, al sottoscritto Segretario generale dell’ente, con determinazione del sindaco n. 61/2013. Il RPCT esercita i compiti a questi attribuiti dalla legge e in particolare:

a) elabora la proposta di piano triennale di prevenzione della corruzione ed i successivi aggiornamenti da sottoporre all'organo di indirizzo politico ai fini della sua approvazione, secondo le procedure di cui al successivo art. 3;

b) verifica l'efficace attuazione del piano ai sensi del successivo art. 15;

d) definisce le procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in settori individuati quali particolarmente esposti alla corruzione;

e) predispone la relazione annuale sui risultati dell'attività svolta da pubblicarsi sul sito istituzionale dell’ente alla apposita sezione “Amministrazione Trasparente”;

f) individua il personale da inserire nei programmi di formazione, sentiti i dirigenti e i responsabili dei servizi;

g) propone, entro il 31 gennaio di ogni anno, d’intesa con i dirigenti e responsabili dei servizi gli aggiornamenti al presente piano.

Il RPCT ha altresì il compito di verificare che nell’ente siano rispettate le disposizioni del decreto legislativo 8 aprile 2013 n.39 in materia di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi con riguardo ad amministratori e dirigenti. All’atto del conferimento dell’incarico, ogni soggetto a cui è conferito il nuovo incarico presenta una dichiarazione, da produrre al responsabile della prevenzione della corruzione, sulla insussistenza di una delle cause di inconferibilità di cui al decreto citato. Ogni incaricato, inoltre, è tenuto a produrre, annualmente, al responsabile della prevenzione della corruzione, una dichiarazione sulla insussistenza di cause di incompatibilità. Le dichiarazioni sono pubblicate sul sito istituzionale dell’ente, nella apposita sezione “Amministrazione trasparente”.

Il RPCT, nella qualità di vertice organizzativo dell’ente, esercita poteri di interlocuzione e di controllo in posizione di autonomia e indipendenza e si avvale della struttura di supporto di cui all’Ufficio controlli interni, oltre che della conferenza dei Dirigenti.

Il RPCT esercita poteri di programmazione, impulso e coordinamento, con particolare riguardo all’armonizzazione degli atti gestionali di programmazione dell’ente (PEG, PdO, PdP) la cui funzionalità dipende dal coinvolgimento e dalla responsabilizzazione di tutti coloro che, a vario titolo, partecipano dell’adozione e dell’attuazione delle misure di prevenzione.

3.3.1. Il ruolo del RPCT

Alla luce del PNA aggiornamento 2019 si richiama integralmente quanto stabilito nella Parte IV “Il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT)” nonché il contenuto dell’allegato n. 3 “Riferimenti normativi sul ruolo e sulle funzioni del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT)”.

Per quanto riguarda il Comune di Mazara del Vallo, il ruolo è conferito al Segretario generale, con provvedimento del sindaco, senza alcuna retribuzione aggiuntiva, se non l’indennità di risultato connessa al grado di raggiungimento degli obiettivi annuali, alcuni dei quali strettamente connessi con l’esercizio di detta funzione aggiuntiva.

L’incarico è svolto svolto in collaborazione con i soggetti interni ed esterni individuati dal presente Piano, Per quanto riguarda doveri, poteri, responsabilità e revoca si rinvia a quanto stabilito dalle vigenti norme di legge, dal PNA 2019 e dalle linee guida ANAC.

Incompatibilità del RPCT: Nel comune di Mazara del Vallo il RPCT ha ricoperto l’incarico di Presidente del Nucleo di Valutazione. Stante la scadenza del Nucleo, il sottoscritto RPTC ha sottoposto al consiglio comunale la modifica del Regolamento sui controlli interni, negli articoli riguardanti il Nucleo di

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Valutazione, modificandone la composizione ed escludendo dallo stesso il Segretario comunale/RPTC in linea con le direttive ANAC. Il nuovo Nucleo di Valutazione, a seguito procedura pubblica sul Portale Performance PA, è stato nominato dal sindaco con determinazione n. 16 del 22/01/2020 e si insedierà il prossimo 6 febbraio 2020.

Rapporti RPCT e Responsabile della protezione dei dati personali (RPD): il ruolo di RPCT e RPD non possono essere in capo allo stesso soggetto. I due soggetti sono tenuti ad interloquire e a collaborare ciascuno per le proprie competenze, nell’interesse dell’ente e per le finalità delle norme di riferimento.

3.4. Gli Amministratori locali e i Titolari degli uffici di diretta collaborazione del Sindaco

In ottemperanza alle vigenti disposizioni di legge e secondo quanto stabilito dall’ANAC si riportano le competenze di ciascun organo comunale in materia di prevenzione della corruzione, fermo restando che le stesse saranno meglio definite e certamente ampliate alla luce dell’art. 7, comma 1, lett. d) della L. n.

124/2015 recante “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”:

Il Sindaco nomina il responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT);

La Giunta municipale approva il Piano triennale di prevenzione della corruzione, su proposta del Responsabile, unitamente al Programma triennale per la trasparenza e l’integrità;

Il Consiglio comunale, quale organo di indirizzo e controllo, verifica annualmente l’attuazione delle misure previste dal Piano e fornisce eventuali indicazioni per l’aggiornamento dello stesso. Come suggerito dall’ANAC, il consiglio comunale è stato coinvolto nel processo di predisposizione del nuovo Piano anticorruzione, con l’approvazione del DUP.

Inoltre, tutti gli atti di programmazione e gestione (Documento unico di programmazione, il Piano della performance, in uno con il PEG e con il Piano dettagliato di obiettivi), sono predisposti in armonia con le misure, gli obiettivi e le attività del presente piano.

Anche gli amministratori locali sono coinvolti nel processo di cambiamento culturale ed organizzativo e sono destinatari di specifiche attività di formazione in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza.

I Titolari degli uffici di diretta collaborazione del Sindaco (Esperti ex art. 14 l.r. 7/1992; Staff politico ex art. 90 TUEELL; Consulenti; Portavoce) collaborano con il RPCT e svolgono fondamentali compiti di supporto conoscitivo e di predisposizione degli schemi di atti per gli organi di indirizzo, sia compiti di coordinamento e di interpretazione degli atti di indirizzo e rivestono un ruolo chiave per il successo delle politiche di prevenzione della corruzione. In particolare, segnalano al RPCT eventuali fatti che possano rappresentare minacce od opportunità in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza, anche riguardo ai social, a fonti di finanziamento per il raggiungimento degli obiettivi strategici del Piano, ecc...

3.5. I Dirigenti comunali

Ferme restando tutte le competenze attribuite ai dirigenti comunali dal presente Piano, nonché dalle vigenti disposizioni di legge, regolamenti e contratti, anche in materia di prevenzione della corruzione, di trasparenza e integrità, si ritiene utile elencare in questa sede le maggiori attività cui sono preposti tutti i dirigenti del comune di Mazara del Vallo:

Competenze in materia di prevenzione della corruzione:

Ogni dirigente è designato quale referente per la prevenzione della corruzione relativamente alle unità organizzative delle quali è affidata la direzione e la responsabilità, sia diretta, sia indiretta. Pertanto, ogni dirigente, in aggiunta ai compiti ad esso attribuiti dalle norme di legge e regolamentari, esercita le seguenti attività:

a) monitoraggio in ordine al rispetto dei tempi procedimentali, secondo le indicazioni fornite dal Responsabile della prevenzione;

b) promozione e divulgazione, nell’ambito del settore di competenza, delle prescrizioni contenute nel piano anticorruzione, nonché degli obblighi riguardanti la trasparenza amministrativa e il codice di comportamento vigente nell’ente;

c) verifica dell’attuazione delle prescrizioni contenute nel presente piano, nel piano della trasparenza e nel codice di comportamento;

d) predisposizione di eventuali proposte di integrazione delle prescrizioni contenute nei documenti richiamati nella lettera precedente;

e) partecipazione con il responsabile della prevenzione della corruzione per la definizione del piano di formazione e l’individuazione dei dipendenti a cui destinarlo.

Attività di collaborazione con il RPCT:

Inoltre i Dirigenti collaborano col responsabile della prevenzione della corruzione e sono comunque obbligati a fornire al Responsabile della prevenzione della corruzione le seguenti informazioni:

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a) entro 30 giorni dalla approvazione del presente documento, i nominativi dei dipendenti assegnati al proprio Settore cui siano demandate attività istruttorie nell'ambito di quelle ad alto rischio di corruzione e a tal fine dichiarano di avere proceduto ad acquisire le dichiarazioni relative all’assenza di conflitti di interesse e obblighi di astensione;

b) gli esiti del monitoraggio sul rispetto dei tempi procedimentali;

c) ogni eventuale anomalia rispetto all’ordinario e regolare espletamento delle attività di ufficio, con particolare riguardo alle prescrizioni relative alla trasparenza amministrativa e al codice di comportamento;

d) eventuali situazioni di conflitto di interesse, anche potenziale, per il quale possano generarsi situazioni di indebita interferenza nel corretto espletamento dell’azione amministrativa;

e) eventuali violazioni al codice di comportamento, con particolare riguardo a situazioni che possano interferire sulla regolarità e correttezza dell’azione amministrativa;

f) ogni ulteriore atto o informazione che venga richiesto ai fini del presente piano, rispettando i tempi di riscontro assegnati.

Attività di vigilanza, informazione, controllo e monitoraggio:

Ogni dirigente è tenuto, con cadenza semestrale, a verificare l’eventuale sussistenza di rapporti di parentela o assidua e abituale frequentazione tra i dipendenti degli uffici di competenza e i soggetti e gli operatori economici destinatari dei provvedimenti amministrativi, con particolare riguardo alle autorizzazioni, alle concessioni, alla corresponsione di contributi, al riconoscimento di esenzioni. Il dirigente è tenuto a comunicare gli esiti di tale verifica al responsabile della prevenzione della corruzione, fornendo tutte le notizie utili nel caso in cui si riscontrino situazioni patologiche o il cui verificarsi può pregiudicare la correttezza dell’azione amministrativa.

Il dirigente è tenuto, inoltre, a informare tempestivamente il responsabile della prevenzione della corruzione nel caso in cui, a seguito dell’informazione su eventuali conflitti di interesse, abbia ritenuto di autorizzare il dipendente a proseguire nell’espletamento delle attività o nell’assunzione di decisioni.

Il dirigente è tenuto a mettere in atto tutte le misure previste ed espressamente comunicate dal responsabile della prevenzione della corruzione ai fini del contenimento del rischio a cui gli uffici possano essere esposti.

Rotazione del personale assegnato al settore:

I dirigenti sono tenuti, laddove ciò sia possibile, a effettuare la rotazione dei dipendenti assegnati alle attività con più elevato rischio di corruzione e riferiscono in merito al RPCT. Qualora, per ragioni oggettive e comprovate, sia impossibile procedere alla rotazione dei dipendenti, il dirigente è tenuto a fornire adeguata motivazione comunicando quali misure aggiuntive abbia adottato al fine di assicurare il rispetto della correttezza dell’azione amministrativa. Si richiama in proposito quanto stabilito dal PNA 2019 e dalle vigenti norme di legge e contratto.

3.6. I Responsabili di posizione organizzativa, dei servizi, e dei procedimenti

Tutti i responsabili di Posizione organizzativa, di servizio e di procedimento sono coinvolti nel processo di attuazione del presente piano, ciascuno in misura corrispondente al grado di autonomia e responsabilità. In particolare, detti responsabili collaborano con i dirigenti nel miglioramento dei servizi comunali secondo i principi di imparzialità, trasparenza e buon andamento della pubblica amministrazione. Vigilano per la corretta applicazione delle misure previste dal presente piano e dal codice di comportamento, costituendo un buon esempio per il personale assegnato e per i cittadini. Propongono e partecipano alle attività di formazione obbligatoria e si occupano dell’accrescimento delle conoscenze e delle competenze del personale assegnato, sul posto di lavoro, con l’attuazione di tutti i processi innovativi proposti dall’ente.

3.7. Il Personale comunale

Tutto il personale comunale in servizio a qualsiasi titolo è tenuto a collaborare per l’attuazione delle misure previste dal presente piano, partecipando altresì alle attività di formazione ed applicando il Codice di comportamento interno nei rapporti con i superiori, con i colleghi e con i cittadini.

Ai sensi dell’art. 35-bis del D.lgs. 165/2001, così come introdotto dall’art. 1, comma 46 della L. 190/2012, coloro che sono stati condannati, anche con sentenza non passata in giudicato, per i reati previsti nel capo I del titolo II del libro secondo del codice penale:

a) non possono fare parte, anche con compiti di segreteria, di commissioni per l'accesso o la selezione a pubblici impieghi;

b) non possono essere assegnati, anche con funzioni direttive, agli uffici preposti alla gestione delle risorse finanziarie, all'acquisizione di beni, servizi e forniture, nonché alla concessione o all'erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari o attribuzioni di vantaggi economici a soggetti pubblici e privati;

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c) non possono fare parte delle commissioni per la scelta del contraente per l'affidamento di lavori, forniture e servizi, per la concessione o l'erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché per l'attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere.

Il dipendente, sia a tempo indeterminato che a tempo determinato, è tenuto a comunicare – non appena ne viene a conoscenza - al Responsabile della prevenzione, di essere stato sottoposto a procedimento di prevenzione ovvero a procedimento penale per reati di previsti nel capo I del titolo II del libro secondo del codice penale.

Ai sensi dell’art. 6-bis della L. n. 241/90, così come introdotto dall’art.1, comma 41, della L. 190/2012, il responsabile del procedimento e i titolari degli uffici competenti ad adottare i pareri, le valutazioni tecniche, gli atti endoprocedimentali e il provvedimento finale devono astenersi in caso di conflitto di interessi, segnalando ogni situazione di conflitto, anche potenziale, ai loro superiori gerarchici. I dirigenti formulano la segnalazione riguardante la propria posizione al Segretario generale ed al Sindaco.

Restano ferme le disposizioni previste dal D.Lgs. 165/2001 in merito alle incompatibilità dei dipendenti pubblici, e in particolare l’articolo 53, comma 1 bis, relativo al divieto di conferimento di incarichi di direzione di strutture organizzative deputate alla gestione del personale (cioè competenti in materia di reclutamento, trattamento e sviluppo delle risorse umane) a soggetti che rivestano o abbiano rivestito negli ultimi due anni cariche in partiti politici ovvero in movimenti sindacali oppure che abbiano avuto negli ultimi due anni rapporti continuativi di collaborazione o di consulenza con le predette organizzazioni.

Ai sensi dell’articolo 53, comma 3-bis, del D.Lgs. 165/2001 è altresì vietato ai dipendenti comunali svolgere anche a titolo gratuito i seguenti incarichi di collaborazione e consulenza:

a) Attività di collaborazione e consulenza a favore di soggetti ai quali abbiano, nel biennio precedente, aggiudicato ovvero concorso ad aggiudicare, per conto dell’Ente, appalti di lavori, forniture o servizi;

b) Attività di collaborazione e consulenza a favore di soggetti con i quali l’Ente ha in corso di definizione qualsiasi controversia civile, amministrativa o tributaria;

c) Attività di collaborazione e consulenza a favore di soggetti pubblici o privati con i quali l’Ente ha instaurato o è in procinto di instaurare un rapporto di partenariato.

A tutto il personale del Comune, indipendentemente dalla categoria e dal profilo professionale, si applica il

“Codice di comportamento dei dipendenti pubblici” approvato con D.P.R. n. 62/2013. In particolare, si applica il Codice di Comportamento interno del Comune di Mazara del Vallo specificamente approvato con deliberazione G.M. n. 8 del 31/1/2014, consegnato in forma cartacea a tutti i dipendenti comunali ed ampiamente illustrato agli stessi anche nel corso delle giornate formative obbligatorie anticorruzione. Il richiamo ai doveri di comportamento del personale sono stati ribaditi nel corso della cerimonia di sottoscrizione dei contratti a tempo indeterminato del personale ex contrattista, in data 31//2018, a seguito del superamento dei concorsi pubblici riservati.

Per quanto riguarda il divieto del c.d. “pantouflage”, vedasi il paragrafo 4.5.

3.8. Gli organi di controllo interno: Nucleo di Valutazione e Collegio dei revisori

Anche gli organi di controllo interno concorrono all’attuazione delle misure di loro competenza previste dal Piano, collaborando con il RPCT nella presentazione dei risultati conseguiti nell’ambito delle “Giornate della Trasparenza” (ex art. 10, c. 6, D.Lgs. 33/2013) e partecipando ai controlli interni di competenza con spirito costruttivo e collaborativo, per il miglioramento continuo dei servizi comunali.

Laddove ravvisino comportamenti individuali od organizzativi che possano pregiudicare l’imparzialità, la trasparenza ed il buon andamento dell’amministrazione, segnalano in via riservata al RPCT quanto osservato, proponendo eventualmente anche idonei strumenti correttivi, a tutela e nell’esclusivo interesse dell’ente.

In particolare, per quanto riguarda il Nucleo di Valutazione, si richiama quanto stabilito dal PNA 2019, Parte II, paragrafo 9 – Il ruolo degli OIV, con specifico riguardo al supporto tecnico rispetto alla connessione del Piano delle Performance/Piano dettagliato di Obiettivi/PEG con il Sistema di misurazione e valutazione.

3.9. I portatori di interesse (cittadini, associazioni, imprese, organizzazioni sindacali)

Tutti i cittadini possono presentare al Responsabile della prevenzione e trasparenza proposte per il miglioramento dell’organizzazione comunale e per la migliore resa dei servizi comunali in termini di imparzialità, trasparenza e buon andamento della cosa pubblica e per arginare eventuali fenomeni corruttivi.

Fermo restando il diritto/dovere di denuncia di eventuali reati, i cittadini singoli o associati, le organizzazioni sindacali, i portatori di interesse, ecc…, partecipano attivamente all’aggiornamento annuale del presente piano attraverso l’apposita consultazione pubblica.

Ai sensi dell’art. 10, comma 6, del D.lgs. 33/2013 il comune di Mazara del Vallo presenta pubblicamente “il Piano e la Relazione sulla performance di cui all’art. 10, comma 1, lettere a) e b), del D.lgs. 150/2009” alle

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associazioni di consumatori o utenti, ai centri di ricerca e a ogni altro osservatore qualificato, nell’ambito di apposite “Giornate della trasparenza” senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Da diversi anni la Giornata della Legalità viene celebrata il 5 luglio, in occasione dell’anniversario dell’uccisione per mano mafiosa di Filippo Basile, dirigente regionale siciliano, al quale il Comune di Mazara del Vallo ha intitolato l’Aula Formativa ed una strada.

3.10 Il Responsabile Anagrafe Unica delle Stazioni Appaltanti (RASA)

Sul sito ANAC è attivo il Servizio Anagrafe Unica delle Stazioni Appaltanti (AUSA). Esso è rivolto alle stazioni appaltanti ed è articolato in funzioni ad accesso riservato e a libera consultazione. Il servizio consente l’iscrizione all’Anagrafe Unica delle Stazioni Appaltanti (AUSA) e l’aggiornamento, almeno annuale, dei rispettivi dati identificativi, in attuazione a quanto disposto dall’articolo 33-ter del Decreto Legge del 18 ottobre 2012 n. 179, convertito con modificazioni, dalla Legge n. 221 del 17 dicembre 2012. Al servizio può accedere il soggetto nominato dalla stazione appaltante quale responsabile per l’Anagrafe Unica (RASA) che provvederà alla verifica ed al successivo aggiornamento delle informazioni presenti nell’AUSA.

Per il Comune di Mazara del Vallo il soggetto responsabile è lo stesso RPCT.

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4. LA GESTIONE DEL RISCHIO DI CORRUZIONE

Il nuovo Piano 2020/2022 si fonda su quanto fatto fin qui in termini di gestione del rischio corruzione, ma prende atto dell’allegato 1 del PNA 2019 “Indicazioni metodologiche per la gestione dei rischi corruttivi”

che sarà implementato gradualmente all’interno dell’ente

Si riportano pertanto – nelle more di metabolizzare le nuove direttive e di attuarle con spirito semplificativo, non per adempimento ma per convincimento, attraverso un percorso condiviso tra il RPCT e, i primis, i Dirigenti comunali.

L’intero processo di risk management, avviato ormai da diversi anni, deve pertanto essere portato a regime, con il miglior utilizzo delle metodologie per la gestione dei rischi corruttivi adeguate all’ente.

Nel frattempo, si ritiene opportuno non perdere tutto quello che si è fatto fin’ora e pertanto in questa sezione si riporta l’attuale percorso che deve intendersi in corso di adeguamento al PNA 2019, anche attraverso opportune attività di Formazione-Intervento.

4.1. Principi e Linee guida

La gestione del rischio di corruzione del comune di Mazara del Vallo si fonda sulla norma UNI ISO 31000:2010 la quale chiarisce che “Le organizzazioni di tutti i tipi e dimensioni si trovano ad affrontare fattori ed influenze interni ed esterni che rendono incerto il raggiungimento dei propri obiettivi. Il rischio è l'effetto che questa incertezza ha sugli obiettivi dell'organizzazione.”

Pertanto, la gestione del rischio:

a)

va condotta in modo da realizzare sostanzialmente l’interesse pubblico alla prevenzione della corruzione e alla trasparenza: non è un processo formalistico né un mero adempimento burocratico;

b)

è parte integrante del processo decisionale: non è un’attività meramente ricognitiva, ma deve supportare concretamente la gestione, con particolare riferimento all’introduzione di efficaci strumenti di prevenzione e deve interessare tutti i livelli organizzativi;

c)

è realizzata assicurando l’integrazione con altri processi di programmazione e gestione (in particolare con il ciclo di gestione della performance e i controlli interni) al fine di porre le condizioni per la sostenibilità organizzativa della strategia di prevenzione della corruzione adottata. Detta strategia trova un preciso riscontro negli obiettivi organizzativi dell’ente: infatti, gli obiettivi individuati nel piano per l’attuazione delle misure di prevenzione e/o delle azioni propedeutiche e i relativi indicatori sono collegati con gli obiettivi inseriti nel PEG, in uno con il Piano delle performance ed il Piano dettagliato di obiettivi.

L’attuazione delle misure previste nel Piano è pertanto uno degli elementi di valutazione del dirigente e del personale;

d)

è un processo di miglioramento continuo e graduale: da un lato, deve tendere alla completezza e al massimo rigore nella analisi, valutazione e trattamento del rischio e, dall’altro, deve tener conto dei requisiti di sostenibilità e attuabilità degli interventi;

e)

implica l’assunzione di responsabilità: essa si basa essenzialmente su un processo di diagnosi e trattamento e richiede, necessariamente, di fare scelte in merito alle più opportune modalità di valutazione e trattamento dei rischi. Le scelte e le relative responsabilità riguardano, in particolare, gli organi di indirizzo, i dirigenti, il RPCT;

f)

è un processo che tiene conto dello specifico contesto interno ed esterno di ogni singola amministrazione, nonché di quanto già attuato (come risultante anche dale relazioni annuali del RPCT): essa non deve riprodurre in modo integrale e acritico i risultati della gestione del rischio operata da altre amministrazioni (ignorando dunque le specificità dell'amministrazione interessata) né gli strumenti operativi, le tecniche e le esemplificazioni proposti dall’Autorità o da altri soggetti (che hanno la funzione di supportare, e non di sostituire, il processo decisionale e di assunzione di responsabilità interna);

g)

è un processo trasparente e inclusivo, che deve prevedere momenti di efficace coinvolgimento dei portatori di interesse interni ed esterni;

h)

è ispirata al criterio della prudenza volto anche ad evitare una sottostima del rischio di corruzione;

i)

non consiste in un’attività di tipo ispettivo o con finalità repressive ma implica valutazioni non sulla qualità degli individui ma sulle eventuali disfunzioni a livello organizzativo.

4.2. I fattori di successo

La gestione del rischio ha successo se, all’interno dell’organizzazione, sono presenti i seguenti fattori che vanno pertanto potenziati con apposite attività di formazione e riorganizzazione:

• L’impegno costante da parte della direzione per l’introduzione di un’efficace gestione del rischio e per la relativa definizione di politica e obiettivi: a tal fine il RPCT e i dirigenti comunali sono tenuti a migliorare

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