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Spedizione in abbonamentopostale ANNO XXIX N 10 45% - Art. 2 comma20/b, Legge 662/96 - Filiale di Forli OTTOBRE 1997

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CRASS

Spedizione in abbonamentopostale ANNO XXIX N° 10

45% - Art. 2 comma20/b, Legge 662/96 - Filiale di Forli OTTOBRE1997

(2)

ANCKE VOI UN MOKA

1 |

IN COPERTINA

a eT

Darix Togni,a oltre yent’anni dalla scomparsa, é@ ancora iepapil nella memoria di tutti. Il saninchestir Direttore Egidio Palmiri lo

biografica ricorda a pag. 8. E gran parte

su “Toni” Cheep Un EwaCe!

Ferreira. édedicato airicordi digrandi

PROa

Pubblichiamo una nota su RolfKnie e una suliclown

| russo Nikulin firmata da Dominique Mauclair,

Sereereeeee Terr)

9/AS.O.LAA. Servizi alle pagine 9, 10 e 12

ThanOa)

5 Editoriale

di Egidio Palmiri

1 0 Il Signore degli elefanti

di Heini Hofman

1 Nikulin, Clown di Mosca

di Dominique Mauclair

1 Knie 1997

di Francesco Mocellin

1 Gftette Gruss

di Massimo Malagoli

2 Nuove cronache

di Antonio Buccioni

Lo spettacolo del Knie svizzero sempre unodei migliori d’Europa, mareggeil confronto rispetto alle

produzioni di qualche anno fa?

Servizio a pag. 14.

Rolf Knie é stato fra quanti hanno permessoal Circo Nazionale Syizzero di essere conosciuto in tutto il mondo.

A pag. 14 un ricordo della sun vita e della sua carriera asrtistica

LE RUBRICHE

Notiziario - pag. 6

CIRCO 30° - acetate

eeeene eee.

Dall’estero - p

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eeeoerneeeoeeeoee

OeTy of earee VTS

JODret

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CIRCUS

CIRCO

Periodico dell’Ente Nazionale Circhi Anno XXIX - N. 10 - Ottobre 1997 Direttore Responsabile

Egidio Palmiri In redazione

Claudio Monti - Alessandro Serena Collaboratori

Serena Bassano, Raffaele De Ritis, Roberto Fazzini, Ruggero Leonardi, mo Malagoli, Dominique Mauclair, Michi, Francesco Mocellin, Ettore

Paladino, Roberto Pandini, GuyPuttevils, Chris Puttevils

Con la collaborazione di

Cirque (Svizzera), Cirque dans I’Unive (Francia), us Zeitung (Germania), De Piste (Olanda), Le Monde du Cirque (Francia).

Direzione, redazione, amministrazione, pubblicita

Ente Nazionale Circhi - viale C Colombo n. 25 7042 Cesenatico (FO)

Telefono 0547/672052 - 547/674189 .Pubblicita inferiore al 45%

Autorizzazione del Tribunale di Livorno n. 344 del 25.5.1980

Abbonamento 1997: versamento di Lire 40.000 sul cep n. 14701478 intestato a:

Ente Nazionale Circhi, v.le Colombo, 47042 Cesenatico (FO). Specificare la causale.

Tutti i diritti diproprieta sonostrettamente rvati. Fotografie e manoscritti non

non si restituiscono.

Fotolito e Stampa

Fazzini - Castelfranco Emilia (MO

(3)

Possiamoritenerci soddisfatti dei risultati raggiunti. K,forti di questo, lavorare all’ambizioso progetto peri festeggiamenti in onoredei dieci annidi vita della nostra Accademia.

CENTRO SERVIZIO CIRCHI

di Egidio Palmiri

Tl CENTRO SERVIZIO CRCHI nasceda un'iniziativa dell'Ente Nazionale Circhialfine dioffrire al mondodello spettacolo un servizio completo inerente le problematichedella categoria:

assistenzafiscale, tributaria, pensionistica, libri pagaetc. E’ arrivato l’anno del decennale

Consulenze, servizi e convenzioni svezngonoofferte a costi particolarmente vantaggiosi.

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PATRONATO:tramite il patronato EASA si effettua- no tutte le pratiche per la pensioneel'assistenza

mutualistica (infortuni, malattie, etc.)

CONSULENZA COMMERCIALE:perla costituzione di societa di qualunque genere e natura.

CREDITO:consulenza su investimenti

e prestiti.

SERVIZI A COSTI DI FAVORE CONVENZIONA- TI CON PROFESSIONISTI DI SETTORE CONSULENZA DEL LAVORO:tenuta libri paga e matricola, gestione ENPALS, INPS, INAIL, assistenza

su vertenze sindacali e rapporti con gli Istituti.

Permessi di ingresso e lavoro per comunitari ed extra-

comunitari.

CONSULENZA TRIBUTARIA: pratiche fiscali, registri contabili, contabilita di ogni genere e natura, dichiara- zione annuale dei redditi, IVA, SIAE,etc.

CONSULENZA LEGALE: recupero crediti, pratiche

penali, civili ed amministrative.

CONSULENZA ARTISTICA:possibilita di migliorare

e personalizzare la propria attrazione o elementi dello

spettacolo con un qualificato consulente per sceno-

grafie, movimenti, musiche,etc.

CONSULENTE DI INGEGNERIA:collaudi e progetta- zione di chapiteaux e strutturevarie.

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A tutte le persone del mondodel circo, Compagnie primarie propongono a condizioni particolarmente vantaggiose i seguenti tipi di polizza:

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VIA GARBINI, 15 - 37135 VERONA TEL. 045.50.98.39 R.A. FAX 045.50.98.45 INFORMAZIONI: Cavedo Giancarlo, cell. 0360-79.45.18

Credo sia la prima volta che

dedico un

all’Accademia. E ritengo sia giusto farlo per tre motivi:

primo,I’ attivita dell’Accademia noné pit in forse. Conil rinnovo della Commissione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri — i cui componenti stanno dimostrandoobiettivita di giudizio e capacita di operare scelte che non sonoinficiate da personalismi e invidia — possiamotranquillizzarcicircail editoriale

destino della nostra scuola, e in tal senso si ¢ espresso ancheil

Direttore generale del

Dipartimento dello Spettacolo.

Secondo: dal punto di vista

numerico le domande di

ammissione hanno superato ogni precedente, a conferma del prestigio che l’Accademia sta assumendo di anno in anno, pur senza investire alcuna sommain attivita di tipo promozionale.

Terzo: impegnati a spedire questo numero della rivista nei primi giorni del mese, siamo costretti a ultimarla quando ancora non ripresa |’attivita amministrativa dei competenti uffici romani, e questo ci consente di distogliere per un attimo |’attenzione dai problemi della Categoria.

Con la chiusura dell’anno accademico 1996-97, abbiamo diplomato 12 allievi, ed altri tre

non hanno potuto terminareil corso per motivi di salute. Ne consegueche quest’ anno,i nuovi arrivati sono numerosissimi.

Mancano pochi mesial

decennale della fondazione dell’ Accademia e ritengo che,

tutti coloro che hanno

collaborato alla sua nascita ed al suo sviluppo, constatando i progressi fatti, possano ritenersi soddisfatti.

Per festeggiare il decennale abbiamo in “cantiere” un progetto ambizioso che, se si riuscisse a realizzare, passerebbe sicuramente alla storia del circo.

Sono certo che avremo la collaborazione sia degli allievi sia dei circensi dell’Ente, ma questo non sara sufficiente, in quanto, per realizzare quello che ci proponiamo, occorrera il sostegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’ Amministrazione comunale di Roma, della Rai e — visto che per quella data dovremmogia far parte del Ministero della Cultura

— anche del ministro Veltroni.

Con gli accenni fatti e, considerato il sostegno richiesto alle autorita succitate, ritengo giustificato definire il progetto

“ambizioso”.

Indipendentemente dal “progetto ambizioso”’, che potrebbe anche nonrealizzarsi, non sono pochii cambiamenti (sarebbe meglio

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definire miglioramenti) relativi all’organizzazione della scuola, gia adottati peril corso 1997/98.

E’ stato aumentato il numero

degli istruttori e del personale e si sono riparate e rimesse a nuovo quelle strutture che, dopo 10 anni, avevano bisogno di una completa revisione. Non dimentichiamo che, i locali di Cesenatico, hanno ospitato 40 ragazzi piuttosto “vivaci”!

Inoltre, dobbiamo- essere

soddisfatti perché — e mi ripeto

— pur non facendo alcuna pubblicita, abbiamo allievi che provengono dalla Germania, dalla Polonia e dalla Francia, pertanto, potremmo definire Y?Accademia una_ scuola internazionale del circo. Cosi, come ritengo che la migliore pubblicita per un circo sia quella che deriva dalla qualita dello spettacolo, stesso convincimento vale per l’ Accademia:la migliore promozionesta nell’abilita dei diplomati.

Chiudo queste brevi riflessioni con l’augurio che si riesca a realizzare il nostro progetto:

questo costituirebbe motivo di grande soddisfazione pertutti coloro che hanno creduto e credono in questa iniziativa nata nell’ormai lontano 1987.

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Cadecluforma a cura di Ettore Paladino Il Radunoé previsto il 9 novembre a Genova

al circo Medrano: i motivi per non mancare

Grazie al breve articolo

pubblicato su “Circo”di luglio ed alle circolari, ormai tutti i Soci sarannosicuramente infor- mati in dettaglio sul prossimo raduno del CADEC.Direi che si tratta dell’appunta- mento pit importante del- la vita della nostra associa- zione, ed in particolare|

quest’anno merita tutto il nostro interesse.

Rispetto a quanto pubblicato su “Circo” di luglio, la data é stata modi.

ficata, come tutti i soci avrannoletto sulle circola-

ri.

Motivo dello spostamen- to, il fatto che il circo nostro ospite, ovvero il Medrano, mol- to probabilmentesi tratterra pit.

a lungo nella sua fortunata tournée in Francia, per cuiri- tarderail suo arrivo a Genova.

Hopreferito far slittare il Ra- dunodi quindici giorni, per evi- tare la data del 2 novembre, poco opportunasia per ricor- renza chevi ricade, sia perché in quelle giornate molti Soci sono giustamentelegati a impe- gni familiari. Cosici ritrovere- moil 9 novembre, a Genova, pressoil cireo Medrano.

Direi che, al di 1a dello spirito associativo, ci sono senz’altro parecchi motivi d’in- teresse che spingonoa parteci- pare. Innanzitutto due parole a proposito della sede. Si ricor- dera che, dal 1988 al 1993, era stata individuatala citta di Bo- logna comesedefissa, ed infat- ti vi si sono svolti in quel peri- odo ben quattro raduni. Quella scella era stata criticata da molti che avrebberopreferito cheil Raduno,in sintonia conI’atti- vita circense, fosse pil itinerante. Per unaserie di cir- costanze, negli ultimi anni ab- biamo abbandonato Bologna e abbiamoscelto citta sempre di- verse. Questo non significa che nonsi tornera a Bologna,i cui vantaggi sono ormainoti (pri- mofratutti la possibilita di co- noscere con largo anticipo le date di permanenzadel circo);

nel contempo,pero,direi chesi puo approfittare del fatto di ave- re la possibilita di visitare ogni

anno un luogo diverso. Devo dire sinceramenteche,a livello personale,la cosa mié partico- larmente gradita. In particolare per Genova,la sede presenta

senz’altro numerosi aspetti po- sitivi. E’ una citta facilmente raggiungibile con tutti i mezzi di trasporto, sia pubblici che privati. Chi avra la possibilita di arrivare il giorno prima, po- tra anche sfruttare I’occasione dal punto di vista turistico, vi- sto che la citta offre parecchi aspetti interessantiin tal senso.

A questo proposito ricordo che abbiamoancheavutola dispo- nibilita di due alberghi, e quin- di direi che dal punto di vista logistico tutto é stato sistemato al meglio.

Per quel che riguardail circo ospite, direi che un nome come Medrano non puo non esercitare un forte richiamo su tutti gli appassionati di circo.

Fermorestandoil prestigio e la qualita sempre elevata degli spettacoli che tutti conosciamo, in questi ultimi annici sonostati progressi e riconoscimenti im- portanti, che hannoarricchito ancora di pit la fama di questo circo, e quindi rendono ancora pit stimolante la possibilita di assistere ai suoi spettacoli.

Ricordiamo a questo pro- posito, primofra tutti, il Clown d’oro meritatamente conquista- to lo scorso anno alfestival di montecarlo, i numeri di famiglia scritturati presso importanti cir- chi europei, nonché le stesse tournée estere, che hanno avu-

to-ovunqueun grosso successo

di pubblico. Credo quindi chei motivi che ci spingano a parte- cipare al Radunosiano ben nu- merosi. Vorrei anche ricordare che, in sede di Raduno,si cer-

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chera di concretizzare le moda- lita con cui il CADECpotra col- laborare ai progetti editoriali dell’Ente Circhi, di cui pit vol- te si é gia parlato sulla pagine di questa rivista, ed a cui my dovremodare sicuramente un grosso contributo. Vor- _rei anche invitarei Soci, in particolare i collezionisti accaniti, a rinverdire un’abitudine che negli ul-

a2 SS veéaq timi radunisi é un po’ an-

data perdendo,e cioé quel- {a la degli scambi di materia- le da collezione.Il cosid- /{ detto “Mercatino”da sicu- tamente un toccodi colore e di allegria alla manifestazio- ne, e magari richiama anche qualche socio in piu, attirato forse pit dalla possibilita di ar- ticchire la propria collezione che non da quella di stare in compagniae di vedere uno spet- tacolo. Vorrei anche ricordare che un’affluenza numerosa in occasionedei raduni, oltre che essere motivo di soddisfazione pertutti noi, pud diventare un contributo positivo in fatto di immagineperil circo ospitan- te, e per il mondodelcirco in generale. Non dimentichiamo che gli organi di stampalocali dedicano sempre un po’ di spa- zio alla nostra manifestazione;

se riusciamoad esserein tanti, sicuramentel’interesse che su- scitiamo sara maggiore. Questo significa contribuire a fare un po’ di pubblicita al circo che ci ospita, ma in generale testimo- niare che esistono tanti appas- sionati dello spettacolo e del mondocircensetutto. In un pe- riodo come quello attuale,in cui il circo é parecchio trascurato sia a livello di stampa che, di- ciamolo pure,di interesse ge- nerale, un contributo di presen- za e solidarieta come quel poco che puo offrire il CADEC di- venta importante. Spero quindi di aver stimolatoil vostro inte- resse e, di conseguenza, che la partecipazionesia ben numero- sa. Solo cosi, I’ho detto tante volte e lo ripeto ancora, potre- mo rendere veramente viva la nostra Associazione. Arriveder- cia presto.

Ettore Paladino

Si stanno rivelando alquanto propositivi gli incontri associativi informali, importanti contri- buti peril dialogo interno alla Categoria

Costruire il confronto

Giovedi 4 settembre, presso la sede dell’AGIS, in Roma, ha avuto luogo la seconda delle assemblee informali, richieste all’unanimita dalla base as- sociativa durante la scorsa assemblea plenaria, quali pit frequenti momenti di confronto. Soddisfacente la parte- cipazione dei titolari di circhi appar- tenenti alle varie categorie. I] dibatti- to, pur pacato ed improntato alla mas- sima serenita, é stato animato e viva- ce, a riprova della volonta di tutti di porsi a costruttivo raffronto.

Il Bau Buch

Il Presidente Palmiri ha relazionato a proposito delle novita normative pre- viste per il prossimo anno. Fra queste assumerebbe grande importanza, se fosse realmente e integralmente appro- vato, il cambiamento del regolamento inerente la proceduradi controllo pro- vinciale delle strutture dei circhi. Le autorita competenti sembrano infatti intenzionate ad introdurre anche in Italia il concetto del “libro del corret- to montaggio”, l’ormai famigerato

“Bau Buch” tedesco, che andrebbecer- tificato unavolta all’anno da un inge- gnere della capitale (probabilmente invitato, a spese degli esercenti, a con- trollare la struttura montata in una tap- pa della tournée). A parte il notevole risparmio di tempo e denaro, verreb- bero cosi ad uniformarsii criteri a li- vello nazionale, e non si sarebbe pit costretti a subire le varie interpreta- zionilocali dei regolamenti. Una com- missione verrebbe comunquea “visi- tare” le strutture, ma solo per verifi- carne la corrispondenza con quanto descritto nel documento annuale e sen- za la possibilita di interferire a pro- prio piacimento,

Tournée estere

Sonoprevisti dei discussi cambiamenti riguardo |’ erogazione di contributi per le tournée all’estero. Fino ad oggi

l’esercente avevadiritto ad un risarci- mento forfettario dei costi di viaggio, oppure al rimborso delle spese, qualo- ra pienamente documentate. Ora pare verranno presi in considerazione an- che criteri di qualita dello spettacolo che effettua stagioni all’estero. I] Pre- sidente Palmiri si é detto perd perples- so a tale proposito: in che maniera verra giudicata la qualita dello spetta- colo, se da anni nonsi riesconoa defi- nire neanchei criteri delle “capacita tecnico-professionali” dei direttori dei circhi? Inoltre sembra che queste mo- difiche alle normative vigenti non ab- biano avuto uniter burocratico corret- to. Il Presidentesi riserva di risponde- re alla lettera del funzionario, mentre il Presidente dell’AGIS, Avvocato Antonio Mazzarolli, si é¢ impegnato a chiedere ragguagli direttamente al Capo Dipartimento, Mario Bova.

Schematizzazione delle categorie: é urgente un cambiamento

Alcunititolari di circhi di piccole ca- tegorie hanno chiesto precisazioni in merito all’avvenutaridistribuzione dei

contributi sull’attivita circense.II Pre-

sidente Palmiri ha spiegato che é solo

avvenuta una maggiore

schematizzazione delle divisioni per categorie, con una conseguente ridistribuzione del contributo, che co-

munque ora apparepill equa.

Altri esercenti hanno affermato che tale schematizzazione risulta comun- que obsoleta, perché mentre qualche anno addietro era comprensibile che

un circo dovesse avere almeno 80 di-

pendenti per considerarsi di prima ca- tegoria, oggi, con lo sviluppodella tec- nologia, cid non é pit necessario. E’

cosi stata espressa l’urgenza di rive- derei criteri di formazione delle cate- gorie, ai fini dell’erogazione del con- tributo. La maggioranzadegli associati presenti ha comunque auspicato che

esso venga trasformato in una

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fiscalizzazione degli oneri sociali che permetterebbe di certo meno sperequazioni.

Maggiore impegnoditutti

Il consigliere Walter Nonesha espres- so la convinzionedella necessita di una maggiore e capillare presenzadell’Enc presso i comuni, i quali, sempre pit di frequente, pongonoostacoli non indif- ferenti allo svolgimento della norma- le attivita di un complessocircense.

Lassociato Livio Togni si é detto con- vinto dell’urgenza che tutti gli eser- centi prendano coscienza del calo di immagine del circo e cerchino di la- vorare attivamente per un pieno

recupero.

Il consigliere Ugo De Rocchiha affer- mato cheper fare questo é necessario un inasprimento dei controlli da parte dell’Enc, anche nei confronti di quanti - fuori dall’Associazione- si dimostra- no addirittura irridenti delle pit ele- mentari regole, comunque improntate al comune buonsenso.

In sostanza questi confronti associati- vi che si svolgono aldi fuori della tra- dizionale assemblea plenaria annua- le, danno modoagli associati di con- frontarsi in maniera costruttiva, e agli organi associativi di presentarsi al con- sesso annuale conidee e progetti volti a rispecchiare in maniera pit aderen- te la volonta della Categoria.

|

-—— NotaBene—— |

Per un errore di stampa,nel nu- mero scorso non abbiamopotu- to segnalare in manieracorret- ta il nuovo numero di fax del- l’Ente (e della Rivista), che é:

0547/674189

Si preganotutti i collaborato-

ri, e coloro che ne fossero inte- ressati, di inviare a tale nume-

ro ogni comunicazione.

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Meglio in pista o in padella?

Miviene spontaneaunafrase molto in voganei dialoghi del doppiaggiocine- matografico: é una libera traduzione dall’americano ed in italiano suona cosi, a staffilata d’effetto: “Mi venisse un colpose...” Ecco, in questo momen- to non trovonulla di pit pertinente per esprimere’il mio stato d’animo: mive- nisse un colpose... se riesco a capireil comportamentodi certi paladini degli animali che troppo spesso dimostrano di vedere cid che fa loro pi comodo, trascurando

fatti realmen- te gravi e che fanno inorri- dire.

In vacanza sotto le Dolo- miti, posto che frequen- to da... tanti anni (prego sorvolare sulle date, per cavalle- ria), que- st’anno, per la prima vol- ta, mi trovo nel ment (quello del

pranzo, non

quello dei cellulari, non commestibi- le): “bistecca

di puledro”. Ed ecco che midicoil fatidico: mi venisse un colpose... Do- vrei mangiare la carne di un puledro?

Siamopazzi? In Italia? E gli animalisti, che fanno? Permettonochesi servala bistecca tenera di coscia di un puledrinodi pochi mesi? Chiedo spie- gazioni e misi risponde: “E’ molto di moda,signora,e poi é cosi tenera!” Im- magino il cameriereal cliente: “Prefe- risce una milanese di Aveglinese.(sia- moin zona: maé Italia) o una bistecca

di puledrino dalatte di razza incrocia-

ta, ma é cositenera... “‘ O piuttosto scel- gono uno spezzatino... Basta, direi io, manoné finita: nossignori. “Abbiamo una lombatadi sruzzo che é una favo- la, é tanto richiesta”.

Chi si occupa del perché in Italia im- provvisamentesi allevano struzzi per farne bistecche? Nessuno,che io sap- pia. Davanti agli occhi ho l’immagine del puledro cheinizia ad imparare ad ubbidire agli ordini del suo paziente

Due puledrinisotto al tendone... dove sicuramente noncorronoil rischio di essere serviti come bistecche

dresseur, o quell’altra immagine: la falcata elegante e un po’ sussiegosa dello struzzo che compie il giro della pista (vero, Stefano?) collo eretto, zam- pe scattanti, i bambini che sgranano tanto d’occhi affascinati: un contatto visivo che nonstenterei a definire uma- no, da entrambele parti. No, dicono, Vanimalein circo perde la dignita, la liberta, non deve esserci. In padella,si, é tutta un’altra cosa. Forse perché sta al caldo. Ma noné ancorafinita:in te-

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Mi venisse uncolpo riesco a capire il comportamen- to di certi paladini degli animali che troppo spesso dimostrano di vedere cio chefa loro pitt comodo

di Serena Bassano

levisione, su tutti i canali ormai, pub- blici e privati, pullulanotrasmissioni e documentari sugli animali: fanno audience, evidentemente. Di recente ho avuto occasionedi vedere una lunga e circostanziata ripresa in primo piano sul come si ingravidano artificiosa- mente (micatanto) le mucchealle quali é stata tolta anche la soddisfazione na- turale di incontrare unbeltoro focoso:

povere mucche, nemmenopit quello, possono fare: i napoletani direbbero mazziate e cornute. Maé il circo che fa perderela di- gnita agli ani- mali, queste cosette da nulla, no, es- sere fatti a fette o offesi materialmen- te, no, non é preso in con- siderazione da nessuno.

Gli animali in pista sono diseducativi (sic!) i docu- mentari che grondano sangue (la legge della jungla, é vero, ma é proprio necessario ed educativo sguaz- zarci dentro?), no,fa parte della cultu- ra infantile. E io che sognavo unabella campagna per esortare ad abolire lagnello pasquale al forno! Pensavo:

si potrebbe creare un bell’agnellinovir- tuale (magari senzapericolo di morte) da regalare ai bambini. Beh,lasciate- mi dire ancora una volta: mi venisse un colpose ci capisco qualcosa!

DARIX TOGNI Ventun’annifa moriva uno dei personaggi

che pitt hannofatto perla storia del nostro Circo.

Il ritratto a cura del Presidente

Ricordo indeleb

Nel numero di settembre ho riconosciuto la mia responsabilita per un errore commesso: non avevo controllato con attenzione una notizia riguardante il Festival di Parigi, “Le Cirque de Demain”. Purtroppo mi devo ripetere e questa volta la mancanza é@ ancora pil grave: nel numero di ottobre ’96 non ho ricordatoil ventennale della morte di Darix Togni. Che nessuno melo abbia richiamato alla memoria é una giustificazione minima,anchese - mi sembragiusto segnalarlo — parecchi amici e colleghi avrebbero potuto supplire alla mia mancanza.

Non si puo non tornare, nella ricorrenza del ventennale,alla figura di Darix. Un personaggio creato non solo dai mass media ma, principalmente, da tutti noi, ed in particolare da quelli che, come me, lo hanno conosciuto a fondo.

E’ prassi normale elogiare i defunti, perché chi non é pit tra noi viene ricordato, quasi sempre, celebrandone gli aspetti positivi e ignorando, o sminuendo, quelli negativi, con la conseguenzacherisulta fin troppo facile cadere nella retorica.

Darix é stato uno dei pochidirettori di circo davvero “grandi”, quasi mai criticato né biasimato dai suoi colleghititolari dei circhi piccoli e gli elementi negativi erano veramente pochi. Ricordo solo questo:

pretendeva l’esclusiva delle due principali citta del Nord, Milano e Torino, e chi riusciva ad avere V’autorizzazione dovevaspettarsi la sua concorrenza. Ne sanno qualcosa gli Jarz, i Bellucci ed il sottoscritto.

ile di Egidio Palmiri

apprezzarononel suo giusto valore.

Solo gli addetti possono comprendere quale carisma e quale abilita occorressero per riunire in un’unica gabbia, leoni maschi e femmine gia adulti, che mai avevano lavorato insieme. Questo

“spettacolo” mi emoziono e mi impressiono enormementee fa parte di quei ricordi che non dimenticherd mai.

Quanto precede é il Darix artista circense, maio desidero ricordareil Darix uomo, per la sua umanita, cordialita, carismae, principalmente, per la sua modestia. Concludo affermando che sonofiero diessergli stato affettuosamente amico, essendo certo che questo mio sentimento era sinceramente contraccambiato.

In alto asinistra Darix si preparaad indossare il suo “mitico” costume da gladiatore per una entrée. Sotto, pil giovane, pronto peresibirsi al trapezio. Qui sopra le lacrimedel Presidente ~ insieme a Giuseppe Canobbio ~ descrivono me- glio delle parole lo stato d’animodelle migliaia di presenti ai funerali di Darix (sotto).

Darix eccelleva in quasi tutte le discipline circensi: battuta, clown, ammaestratore di cavalli, volanti, pertiche, ecc., ma ovviamente, si é imposto al grande pubblico come domatoredi felini (oggi che la doma non ¢é pitt necessaria la denominazione di domatore é stata sostituita da quella di

ammaestratore).

Darix si é@ affermato per la sua capacita e peril suo coraggio.

Indimenticabile, per me, é stata una

delle ultime volte che lo vidi in presentando un numero che gabbia con 20-25 leoni. Come risaputo,il circo nazionale dei fratelli Togni si divise in tre:

Darix, Nandino e Ugo che, dopo alcuni anni, si riunirono debuttando nella citta di Milano. Ognuno dei tre complessi aveva il proprio gruppo di leoni: Darix li fece entrare tutti in un’unica gabbia, forse pochi del pubblico

9

(6)

=

J

=i

Un GranSignore del circo

Come annunciato, pubblichiamo una nota biografica su uno dei pitt importanti circensi del nostro secolo, recentemente scomparso

di Heini Hofman

Dopo lumga malaria, sopportata con grande pazienza, circondato dall'affetto dei suoi cari, é deceduto nell ‘apparta- mento di Rapperswil, in cui si era trasferito a causa del suo stato di salute, RolfKnie, gia domiciliato a Jona. Aveva 76 anni. Lascia la moglie Tina, i due figli Louis e Franco, nonché quattro nipoti.

Con la scomparsadi Rolf Knie, rappre- sentante della quinta generazione della dinastia circense, si chiude un importan- te capitolo della storia del circo. Nato nel 1921 a Wetzikon, durante una tournée, figlio di Friedrich e Margrith Knie- Lippuner,all’eta di soli 20 anni perseil padre e dovette cosi molto presto dssu- mersigrandi responsabilita, insieme con il fratello Fredy, di un anno maggiore.

Dopoessere stato formato da bambino comeacrobata(feceil suo primospetta- colo all’eta di otto anni) dal leggendario artista del Circo Knie, Doro Fips, ben pre- | sto si dedicd al suo amoresegreto, gli elefanti, mentre suo fratello scelse i ca- valli.

Decine di elefanti

Da quel momentogli elefanti, che insie- meai cavalli sono un po’ un simbolo del circo, segnarono la vita di Rolf Knie. I primi pachidermi eranostati portati in Svizzera dalla sua madrinadi battesimo, la cavallerizza tedesca Therese Renz, dopo il fallimento del Circo Renz nella Prima Guerra Mondiale. Conil domatore ceco Franz Kraml, che era arrivato al Knie proveniente da Hagenbeck,il gio- vane Rolf ebbe mododi seguire una se- vera formazionefin dalla “‘gavetta”: dap- primastalliere, poi pedicuredielefanti, assistente all’addestramento, fino ad ammaestratore. II suo debutto sulla pi- sta avvennenel 1937 in Danimarca- in sostituzione di un ammaestratore mala- to-e il giovane Rolf ebbe mododi farsi onore, Successivamente Rolf Knie pre- sento i suoi giganti grigi peroltre tre de- cenni, nella propria pista, come purenelle maggiori piste d’Europa.

Nel corso degli anni ha preparato perla pista circense non meno di cinquanta ele- fanti, diventandocosi uno dei migliori co- noscitori di elefanti a livello mondiale,i cui consigli venivano accolti con ricono- scenza anchedapili di un direttore di zoo.

RolfKnie fu inoltre sempre capacedi in- gaggiare ottimi domatori, come per esem- pio Josef Hack, George Rusca e Rupert Bemmerl. Indimenticabili sono alcuni suoi numeri,notiin tutto il mondo: l’ele- fante indiano “Baby”che camminavasul- la corda (1942), la prima mondiale di un branco di sette elefanti africani in pista

(1956), nonché il primo numero misto conelefanti e zebre (1963). Ma indimen- ticabile é pure il marchio di Rolf Knie nel maneggio:il suo leggendario casco coloniale.

ne

RolfKnie nel 1985, con la sua elefantessa preferita, Sandri. Sandri ha vissuto Mezzo secolo di responsabilité

Per cinque decenni RolfKnie ha lavora- to nella direzionedell’azienda familiare, in qualita di direttore commerciale,sti- mato dai collaboratori come un datore di

per oltre 60 anni, dei quali 40 da “professionista”.

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Hl gruppodi elefanti africani che RolfKnie presento nel 1956 fu una “prima mondiale”.

lavoro severo ma benevolo. Nel 1969 si é presentato per l'ultima volta in pista e dieci anni piu tardi ha smessodi seguire la tournée del circo per dirigere peraltri dieci anni lo Zoo dei bambini a Rapperswil. Lavervoluto rinunciare per tempo agli applausi del pubblico sotto- linea la grandezza e la modestia, ma an- chela lungimiranza.Infatti ha voluto la- sciar libero per tempoaisuoiduefigli il posto sotto le luci della ribalta, cosi da entusiasmarli a continuare. Perchéla for- za il pane degli artisti sono l’applauso del pubblico.

Il defunto é sempre rimasto menoin vi- sta di suo fratello, perché noncercava la pubblicita. In compenso, con un grande senso di responsabilita verso la tradizio- ne familiare, ha saputo dare importanti impulsi all’azienda Knie, con uno spic- cato senso degli affari e un ottimo naso pergli sviluppi che andavano delinean- dosi nel mondocircense. Ha cosi fornito un contributo decisivoperla realizzazio- ne dello Zoo dei bambini di Rapperswil nel 1962 ¢ perfar si che nel 1965 potes- sero essere presentati per la prima volta in Svizzera deidelfini. E’ stato pure gra- zie alle cure di Rolfche il Circo Knie ha potuto vantare la nascita di quattro elefantini, un risultato che per qualche zoo é rimasto solo un sogno.

In collaborazione con noti specialisti, comeil decanodella biologia dei giardi- ni zoologici, Heini Hediger, RolfKnie ha inoltre contribuito in misura decisiva a - far si che gli animali venganotenuti come esige la loro specie. Per esempio stata attribuita grande importanzaall’anima- zione del movimento che insiemealle dimensioni dello spazio a loro disposi-

zione, é unfattore decisivo peril benes- sere degli animali selvatici in cattivita.

Vidoneita di recinti del genere viene con- fermata da diversi quadrupedi leggenda- ri, come Juba, la femmina di ippopota- mo di 43 anni, due rinoceronti camusi di oltre 30 anni, le celebri elefantesse Rosa e Sandri, che conoltre 60 anni divennero due venerabili vegliarde.

In qualita di “ministro degli esteri’”’, come era stato soprannominato, Rolf Knie, che padroneggiavasei lingue, rappresentava il circo ancheverso |’esterno,il che com- portava viaggi in tutto il mondo, da una parte per ingaggiare artisti e comprare animali, dall’altra anche perassistere nei paesi piu disparati ai numeri che aveva ingaggiato, nei tempi migliori fino a quin- diciall’anno. Egli era pure la persona che nell’azienda curavai contatti con le au- torita e soprattutto si prendeva cura degli ospiti VIP. Cid lo ha sempre mes- so in contatto con re e principi, capi di Stato e personalita del mondo del cine- ma e del teatro, grandi nomi dello showbusiness e dello sport, nonché rap- presentanti del mondodella politica, del- leconomia e dell’esercito.,

Ombrealla fine di.una vita radiosa Malgradoil suo aspetto imponente, Rolf Knie era molto sensibile e pienoditatto.

Tutti i suoi pensieri e le sue azionisi orientavano all’amore per la famiglia.

Percié negli ultimi anni lo addolorarono particolarmente le controversie familia- ri, che egli non aveva mai cercato e che intaccarono anchela sua salute. Triste e deluso, preferi abbandonare completa- menteil circo e ritirarsi in senoalla fa- miglia. Ancheselo rallegravail fatto che

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entrambi i suoi figli, Louis e Franco, avessero seguito le sue orme, restando fedeli al circo e dedicandosiagli elefan- ti, lo addoloré profondamenteil fatto che fosse proprio il figlio maggiore Louis a restare vittima delle lotte intestine. Tan- to pill felice fu quindi, quando poté ve- dere come quest’ultimo, dopo averrile- vato il Circo nazionale austriaco,riusci a portarlo al successonel giro di quattro anni.

E’pureindice della sua grandezzainte- riore che dopo 37 anni, poco primadella sua morte,si sia riconciliato conla cugi- na Eliana,figlia dello zio Eugenio, di cui nemmenolui ai tempi era riuscito a im- pedire il brusco distacco dal circo.

Per RolfKnie,il grande sostegnoe il por- to tranquillo nella sua movimentata vita di direttore di circo é sempre stata la moglie, la simpatica Tina, una milanese di nascita. La conobbe nel 1948, duran- te la sosta del circo a Zurigo, quandolei vennea far visita alla sorella, che aveva sposato il cavallerizzo e clown Ernesto Caroli. All’amore a primavista segui, due annipiu tardi- il trascorso 11 agosto sonostati esattamente 47 anni- i] matri- monio. La signoraTina, cheperoltre 30 anni si é occupata personalmente della cassa del circo, é stata una compagna esemplare, che ha saputo circondareil marito di affetto, fino al termine della sua grave malattia.

Con Rolf Knie il mondocircense perde un grandesignore e un profondo cono- scitore di elefanti, il pubblico svizzero, un famoso personaggiodelcirco classi- co, e la dinastia Knie un luminoso esem- pio di coesionefamiliare.

(7)

YOURI NIKULIN

Il sorriso di Mosca

La scomparsa improvvisa di Youri Nikouline ha avuto a Mo- sca una risonanza paragonabile a quella per la morte di Lady D in Gran Bretagna. Per quattro giornii russi, il presidente Eltsin in testa, -hanno fatto la fila per salutare le spoglie del clownnel- la cappella ardente improvvisata nella pista del circo, e la sepol- tura é stata rinviata per permet- tere ad un milionedi russi di po-

terlo accompagnare PER

all’estrema dimora.

Mai unartista di cir- p co, neppure Enrico ~

Rastelli o Achille

Zavatta, aveva ricevu- to un simile omaggio. Z Qual é la ragione? .«

Nonhopotuto assiste-

re a questa sepoltura

mese di dicembre 4 scorso, alle manifesta- »

zioni organizzate per

il 75° compleanno dell’artista e per i 50 anni dal suo debutto

sulla pista di

Boulevard Tsvetnoi (costruita esattamente dov’era il circo Salamonsky). Durante ~ questa cerimonia,

_ Valentin Gneoushev

aveva organizzato una sfilata nella quale per piu di due ore sono

stati evocati i momenti pit signi- ficativi della carriera di Youri, at- traverso testimonianze che han- no ricordato la sua fantastica car- riera. Perché la carriera di Youri Nikouline é stata esemplare. Non faceva parte di una famiglia di circo poiché la madreera dirigen- te all’ospedale di Mosca. E’ con-

siderato dai russi come un eroe nazionale, poiché é@ stato deco- rato con prestigiose medaglie militari nel corso di due guerre:

quella della Finlandia, quando aveva 18 anni, e la seconda guer- ra mondiale, dove ha prestato servizio nei carri armati.

Dopola guerra decise di forma- re un duo di clown con Mikhail Chouidine, con il quale fece tut- ta la sua carriera. In realta Youri

non sapevafar niente, salvo una cosa essenziale per un clown:far ridere. Non era acrobata né mu- sicista (e pertanto cantava spes- so), era un clownparlatore,sati- rico, che sapeva utilizzare tutte le situazioni della vita quotidia- na del piccolo popolo di Mosca sotto il regime sovietico per far

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E’ scomparso unodei clownrussipitt famosi.

Persona attentissima all’evolversi dell’arte circense. Ce lo racconta Dominique Mauclair

di Dominique Mauclair

urlare dal ridere i ‘“‘babouchkas”, i piccoli pionieri e |’uomo del K.G.B.. Possedeva l’efficacia dell’ammiccamento e sapeva re- citare, come i grandi comici del cinema muto,conla sola espres- sione del viso. Nella sua celebre ripresa dei “piccoli cavalli”, fa- cevail giro della pista chiuso in un cavallo di cartapesta, diritto

come un palo e senza nessuna

espressione, e Chouidine lo se- guiva nello stesso at- trezzo, dando vita a una coppia paragonabile a

Don Chisciotte e

Sancho Pancia. In que-

sto numero aveva ogni sera una comunicativa

che faceva capire ad ogni spettatore di esse- re li appositamente per ciascuno di loro. Ma Youri non era solamen- te un divo della pista, era il pid grande divo comico del cinema rus- so, lVequivalente di Fernandel o Bourvil in Francia, o Alberto Sor- di e Toto in Italia. Ha partecipato a piu di trenta film, soprattutto commedie (qualche volta musicali), ma an- che a grandi opere

drammatiche come

VAndrei Roublev di Andrej Tarkovski, di cui era amico. Cosi come era amico di tutti gli artisti celebri di tea- tro, di varieta e di opera. Al ter- mine della sua carriera il sinda- co di Moscagli chiese di dirige- re il “vecchio” circo municipa- le, che era stato distrutto e rico- struito identico ma dotato di tut- te le tecniche moderne.Li, insie-

me a suofiglio, sapeva proporre programmipieni di calore uma- no. Non faceva differenza fra ar-

tisti tradizionali e artisti emer-

genti, metteva impegnoin tutte le cause che gli sembravano giu- ste, in particolare quelle degli artisti innovatori che spesso era- no contestati nei loro stessi pae- si. Il regista Valentin Gneoushev, ad esempio, era stato difeso da Youri quandoera stato cacciato dalla scuola di Moscaperle sue idee futuriste. Aveva dichiarato:

“Voi gli rimproverate di non es- sere comegli altri! Mentre é pro- prio quello che io apprezzo in

lui”. Sono stato testimone di uno

dei suoi discorsi. Quando David Shiner ha partecipato al Festival Mondial du Cirque de Demain, nel 1983, Youri faceva parte del- la giuria. Una parte di questa giu- ria, compresi queidirettori di cir-

co che avrebberoin se- guito fatto pressione per scritturarlo, aveva- no letteralmente “fuci- lato” il clown america- no, con il pretesto che non rispettava il pub- blico. Youri ¢ interve- nuto perultimo,si é al- zato in piedi e ha det- to: “Ho dato il massimo

punteggio a questo

clown e vi dico subito

il perché. Perla prima volta sono stato geloso di unartista, perché mai nella mia carriera ho avuto il coraggio di fare quello che lui hafatto. E pit: lavoravae pit l’in- vidiavo. Lo ammiro!”E’ stata la primaed ultima volta che ho sen- tito dire bene di un clown viven- te da un clown ancora in vita.

Dopo due anni Youri si era riconvertito alla tv, animando

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Alcunefoto di Youri Nikulin, Quelle in bianco e nero risalgono a parecchi anni addietro. Sopra, la nota ripresa dei “piccoli cavalli”. La foto sotto loritrae pronto peruna delle sue ultime apparizioniin pista.

tutte le settimane una trasmissio- ne (molto popolare in Russia) nella quale raccontava delle sto- rie, perché era un meraviglioso

narratore.

Era mio amico, l’amico del Festival... che sua moglie sappia la nostra profonda ammirazione e che Maximee tutta l’équipe del

“Vieux Cirque” continui la sua

opera e perpetuiil suo sorriso.

(8)

SPETTACOLI

Knie: Sempreil meglio (0 quasi)!

A tessere gli elogi del Circo Nazionale Svizzero, in fondo, non si sbaglierebbe mai. La visita annuale al complesso della famiglia Knie, anche dopo cheil transfuga Louis I’ha la- sciata tre anni or sono, resta un au- tentico atto dovuto pertutti i circofili d’Europa: se si dovesse proprio sce- gliere, in un ipotetico “gioco della tor- re” tra appassionati, un solo spetta- colo cui assistere nel corso della sta- gione, alla fine, tra i nomi possibili, si puo essere certi che Knie sarebbe uno dei pit ricorrenti. Ma, come si sa, i giudizi di valore possono scatu- rire da prospettive ed approcci diffe- renti. Ed allora ci pare di poter affer- mare chein relazione al livello del panoramacircense europeo, |’edizio- ne ’97 di Knie resta pur sempre- in- sieme a pochialtri nomi - quanto di meglio sia dato vedere. Ma

é pur vero che, per quello

che questo circo rappresen-

ta, per lo standard cui ci ha abituato nel corso delle sta- gioni e per quanto potreb- be permettersi, non si pos- sono tacere alcuni rilievi

critici sia alla struttura del-

lo spettacolo sia alla scelta delle attrazioni ingaggiate.

Knie ‘97 “Il vostro circo”, predilige un’impostazione tradizionale, come da qual- che tempo ormai, dopo la felice parentesi della colla-

borazione col So/ei! del ‘92.

La presentazione delle at- trazioni avviene in succesione classica, senza un particolare filo condut- tore che nonsia la presen- za costante di Francesco,il noto mimo-clownfrancese.

Abbiamopersoil conto del- le apparizioni dell’ artista transalpino di cui apprez- ziamo, comunque,il garbo e lo stile misurato (sempre efficaci le riprese delle pal- line da ping pong gionglate sulle padelle o dell’enorme

“dito/phon” che fa volare

nell’aria la carta igienica). Ma non ci é parsa felicissima |’ ideadiaffidaretut- ta la parte comica dello spettacolo ad un solo clown di ripresa, di impostazione,per cosidire, “poetica”, senza che mai arrivi il momento del- l’esplosione della risata liberatoria pro- vocata da una classica “entrata” o dal- le trovate di qualche nuovo comico.

Cid ci pare quantomenosingolare, so-

prattutto alla luce della scelta del tipo

di spettacolo fatta dai Knie. Sempreal- Valtezza i numeri di famiglia, ormai assestati su uno standard medio pro- babilmente senza eguali: eccellente la cavalleria in liberta (principalmente frisoni, quest’anno) presentata da Geraldine Katarina, sempre pitt con- vincente in pista ed avviata a diventa- re unaverastar, capace anche diusci- re dalla routine presentando in apertu-

Quello del Circo Nazionale Svizzero Knie rimane uno spettacolo da vedere, maa quando un’edizione “col botto”?

di Francesco Mocellin

ra di spettacolo un buon (specie per un’artista non specializzata) “passo a tre” con i fratelli Alberto ed Enrico Caroli. La giovane Knie ritorna anco- ra nell’alta scuola d’equitazione con il padre Fredy jr. in un lavoro di qua- lita non trascendentale ma valorizza- to dalla classe inconfondibile che ca- ratterizza la dinastia elvetica.

Ancoraaltissimo il livello della presentazione dei pachidermidi Fran- co, preparati in collaborazionecol va- lidissimo Sacha Houcke. Dopoil la- voro di gran classe della passata sta- gione - premiato a Montecarlo con un Argento del tutto legittimo - il figlio di Rolfsr. si ripete quest’anno con una routine i cui pregi sono, ancora una volta, il ritmo, la fluidita e la qualita degli esercizi. Gli altri due numeri pro- dotti dalla direzione sono quelli degli animali della fattoria mandati da Sacha Houcke ed i cammel- li presentati da Mary-José: se le “navi del deserto” della sem- pre elegantissima mamma di Geraldine palesano un adde- stramento non del tutto rifini- to (almeno al punto della sta- gione in cui li abbiamovisti), ci é parsa abbastanza sconcer- tante la scelta dei Knie di apri- re la seconda parte dello spet-

tacolo con un numeroche, per

quantodi buonlivello possa es- sere (e questo lo é senz’altro), rimanepur sempre un’attrazio- ne di alleggerimento. Se Knie ha scelto di rinunciare al nu- mero di gabbia, come hafatto nelle ultime due stagioni (e sulle reali ragioni della scelta sarebbeinteressante saperne di pit), quest’anno non pare del tono adeguato |’alternativa proposta perI’apertura del se- condo tempo. Sugli artisti in- gaggiati, come accennavamo, l’impressione di disomogeneita dello spettacolo viene sostan- zialmente confermata. Se, rive- dere in Europa dopo anni di successi al Big Apple, Elena Panova, étoile russa di prima

grandezzaal tra- pezio solo, é sta- to un piacere per tutti gli appassio- nati, menolusin- ghiere possono essere le valuta- zioni sui fratelli Alvarez: Antonio ha presentato la sua routine di giocoliere, abba- stanza ordinaria e di stile un po’

demodé, con i finti errori

“strappa applau- si” compresi nel repertorio; insie- me al fratello maggiore Miguel, poi, si é esibito nel doppio

“bal di corda”

ben noto. Com- plessivamente

due attrazioni non adeguate allo standard di Knie ma- va detto - mol- to apprezzate dal pubblico. Pure non indimenticabile risulta il passaggio sulla pista del verticalista russo Rizaev:la buona soluzione coreogra- fica dell’uso del lungo velo non eleva la performanceal di 1a dell’ormai sfruttato cliché post Izossimov. Unica vera troupe e unica acrobatica dello spettacolo é quella dei russi Roubtzov che hanno confermato I’ottima im- pressione lasciata al Festival di Montecarlo 1993, quando vinseroil Clown d’argento: la combinazione di salti mortali, i costumi tradizionali

siberiani, le musiche ed il ritmo del numero, hannocostituito uno dei mo- menti pil riusciti dello show.I! finale ci ispira valutazioni contraddittorie:il doppio quadrante aereo della troupe Xi Nan,reducedal Festival du Cirque de Demain di Parigi, é certamente un’attrazionedi qualita e di sicura sug- gestione malascia perplessi sia per Puso pil che “precauzionale” delle longe(specie a conclusione del nume- ro) cui i cinesi ci hanno - purtroppo - abituato,sia per la sua collocazioneal termine dello show.Il numero certa- mente pill evocativo che esplosivo e lascia nello spettatore un senso di

a 2 a

incompiutezza. Specialmente pensan-

do che la direzione di Knie chiude con i saluti di famiglia e con la consueta parata degli artisti senza alcuna solu- zione coreografica. E’ proprio in que- sta fase finale che pit risulta incon- grua la scelta di rinunciare al classi- co presentatore: perché farne a meno se lo spettacolo é del tutto tradiziona- le? Perché non far echeggiare mai, neanche durantei saluti, i nomi degli artisti? Un plauso particolare va in- vece indirizzato all’orchestra diretta dal canadese Germain Bourque, uni- co retaggio dell’edizione col Soleil del

‘92, capacedi creare un “tappeto” so- noro di differente matrice

per ciascun numero, valo-

rizzandolo al meglio (basti pensare agli elefanti, alla

Panova o al numero aereo

cinese). Alla fine, in defini- tiva, il viaggio fino alla vi- cina svizzera é valso anche quest’anno la pena di farlo manell’arco di un paio di stagioni i circofili avranno il diritto di aspettarsi dai Knie un’edizione col “bot- to”. Sarebbe davverotriste se anche l’istituzione circense elvetica scivolasse verso la routine, di qualita,

ma pur sempreroutine.

Nella

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Arlette Gruss,

una rapida ascesa -

All’orario pubblicizzato, puntualissi- me, si abbassano le luci ed il campanellino, che richiamai valletti per accompagnareil pubblico al posto, smettedi trillare. Dietro un grandetelo bianco posto sopra I’entrata

degli artisti appaiono dappri- ma alcune buffe diapositive che ricordanotutti i vari di- vieti (fumo, video, foto con flash, telefonini accesi), quin- di una serie di foto che mo-|

strano prima la carovana di

mezzi rossi in movimento,

poi via via l’erigersi dello chapiteau. La musica esegui- ta da un’orchestra di una de- cina di elementi accompagna la successionedelle foto con|

un ritmo sempre piu incal- zante. All’apparire della dia- positiva della giraffa Willy un fuoco di luci colpisce il cer- chio di segatura, dove é lo splendido esemplareafricano, Cosi inizia il programma 1997 del Circo Arlette Gruss.

Non esiste un “Buonasera”, un “Benvenuti”o altre frasi di rito, lo spettatore é catapultato direttamente nel- lo spettacolo.

Lesemplare dal lunghissimo collo sembra essere partico- larmente mansueto tanto che

al comandodell’addestratore esegue un paio dipirolette. Billy e Giselle Smart presentanopoialtri quadrupedi di pro- prieta Gruss (dromedari, cammelli, lama, ponies e asini). Dopo una breve

entrata di André,il clown svizzero che

per la quarta volta é presente nel pro- grammadi questo complessofrancese, é la volta delle sorelle Biasini in un nu-

meroal doppio cavo di acciaio: un’at- trazione senza particolari novita ma inserita bene in questo contesto.

Un’ altra entrata di André, nuova, ba- sata su un aquilone, poi un’esibizio-

crt

o . .

ne equestre definita “Passo a due e amazzone”, E’ una combinazione di alta scuola e del tradizionale numero effettuato sul dorso di due equini. Una variazione simpatica ad un numero oggi non inserito di sovente nei pro- grammi.

Utilizzando diversi spazi del tendone (pista, scalinata, vicino all’entrata

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Vi raccontiamo la produzione 1997 di Arlette Gruss. Una giusta miscela di

sanafollia e buona tradizione

di Massimo Malagoli

degli artisti, nei corridoi della platea, ecc.) André, Frisco e Micheal Palmer (Messier Loyal) eseguono una paro- dia di una canzone francese. Ancora un numero di animali, di classe e qua- lita artistica: sono le fo- che di Ingo Stiebner.

Benché le protagoniste siano solo due (ultima- mente si é abituati a ve- derne almenotre, quan- do non di pit) si tratta di un’attrazione dove uno dei due animali ma- rini gioca al ruolo del di- spettoso nei confronti dell’addestratore, men-

| tre l’altro, alle spalle dei due litiganti, esegue gli esercizi apparentemente senza ordini. Un nume-

< ro da ricordare anche perché non halasolita costruzione (di imitazio- ne Gasser) che spesso capita di vedere.

Il vero numero comico dello spettacolo é affida- to a Frisco e André, che

hanno ripreso,

rielaborandola e ammodernandola come nel lorostile, la scenetta della tappezzeria con un discreto caos di-acqua e carta da parati. Frisco é dal 1992 una presenza fissa di questo complesso ed ogni anno, assiemeall’altro clown di turno (Matthieu, Pieric, André,ecc.),

inventa nuove gags o ammoderna un

classico circense. Cosi, in questi ulti- mi anni, lo si é visto dapprima alle prese con la boxe, poi con la legione straniera, nelle vesti del cameriere

ubriaco, come musicista, ecc.. La se- quenza comica, in alcune parti forse un po’ troppo lenta, scatena comun- que applausie risate.

Il numerodelle biciclette della fami- glia Biasini ¢ presentato nello stesso modo visto al Roncalli; alle evoluzioni delle quattro ragaz- ze su monociclo (basso alto) e sulle biciclette si alternanole entrate del padre con mezzi dalle forme molto originali.

Per annunciare l’intervallo André utilizza un razzoe,allo scoppio, un grande murales si erge dal bordodellapista,stile sipario teatrale, impedendo al pubblico la visione di quanto avviene durante la pausa.

La secondaparte inizia con il numero di dodici tigri di Richard Chipperfield. Lattra- zione che gia al XXIFestival di Montecarlo aveva abbon- dantemente convinto, qui ap- pare ancora pit bella ed anco- ra pil trascinante. Linizio, davvero suggestivo, prevedeil

salto di tutti glianimalidasga- Richard Chipperfield con una delle sue dodicitigri.

bello a sgabello, in alcuni casi conbalzi di discreta lunghezza. Salvo imprevisti, questo giovane ammaestratore inglese dovrebbecosti- tuire l’anno prossimo unadelle attra- zioni del nuovo programma di Ringling, a riprova della qualita del-

[attrazione.

Lo smontaggio della gabbia avviene usufrendo di un muletto entrato in pi- sta per sollevare verso la cupola due ragazze impegnate in una veloce at-

trazione alle corde aeree.

A Gilbert Gruss spetta da alcuni anni la presentazionedella cavalleria. Que- st’anno ha creato un numero che pre- vede l’esibizione di quattro equini di razza araba e quattro ragazze. Anche se |’attrazione é in quest’ultimo peri- odo parzialmente penalizzata dall’in- disposizione di un cavallo é, nel com- plesso, piacevole.

Eddy Carello, dopo aver militato per alcuni anninei circhi svizzeri, é alla sua prima apparizione in Francia. Con il suo dinamico numero di giocoliere con i palloni, aiutato da begli effetti di luce, muove I’entusiasmo del pubbli- co e, conil passaggio dei cinque pal-

loni, ottiene una vera ovazione.

Dopo un’altra entrata di André alle prese con uno squalo,arriva quella che nel programma definita la “leggen- daria famiglia Smart” con i suoi ele- fanti. Gli Smart sono peril terzo anno presenti in questo circo ma, ogni anno,

il numeroviene presentato in un con- testo diverso o con esercizi relativa- mente diversi. Mai come in questo caso si 6 visto un dispendio di luci davvero incredibile.

La chiusura dello spettacolo é affidata alla troupe Zaitsev. Vincitori del se- condo premio alFestival del Circo di Mosca 1996, i sei componenti in un numero aereo che é un misto di sbarristi e volanti. Degno di notail volo da trapezio a trapezio dell’unica donna del gruppo. Sembra chela pre- cisione non sia uno dei punti di forza di questa troupe(le cadute in rete sono numerose)cosi la direzione ha deciso di sostituirli con i Jimenez, che, per quanto meno innovativi, sono senz’altro pit precisi.

Nel finale numerosi applausi, anche per il bravo ringmaster.

Lo spettacolo 1997 é un’ulteriore con- fermadella linea che i responsabili di questo.complesso hannointrapreso da alcuni anni. Due sonoi principali pun- ti: atmosfera e spettacolo. Se gli ester- ni sono un elemento importante, ed infatti in un decennio si sono succeduti tre chapiteau (1’attuale é 38 metri ton-

17

do, a cupola ottagonale, con 1500 po- sti), i Gruss, al fine di raggiungere un’atmosfera indimenticabile, sembra- no per6attribuire particolare rilevanza agli interni. Primo elemento per rag- giungereil loro scopo,le luci: non esi- ste altro circo in Europa con una simile abbondanza. Sono quasi venti gli scanner instal- lati per la tournée 1997,ai quali si aggiungono quasi duecento fari posti non soltanto in cupo- la o sulle antenne, ma anche sulla controportae alla fine del- le gradinate, cosi il pubblico stesso é totalmente avvolto da fasci di luce. Le luci, in parte computerizzate, sono studiate nei minimiparticolari, quasi a livello teatrale. Una buona dose di eleganza contribuisce poi ad infondere nello spettatore un’ideapositiva.

Ingredienti dello spettacolo sono: animali, musica moder- na e ritmata e attrazioni, anche se non qualitativamente eccel- se, sempre di buon livello.

Qualche ideaoriginale o qual- che tocco di sana pazzia non manca mai in questi spettacoli: e se quest’anno visonodiapositive e orche- stra roccheggiante con giubbini a fran- ge in pelle, alcuni anni fa, ad esempio, tutta la conduzioneera affidata ad una serie di bellissime marionette che in-

troducevano le varie attrazioni.

Ogni anno,infine, uno spettacolo to- talmente nuovo, e, come abbiamodet- to, quando qualche artista é ticonfermato per una secondastagio- ne, l’attrazione é radicalmente cambia- ta o nell’ambientazioneo negli eserci- zi. Questo circo, infatti, sta cercando

con discreto successo di introdurre in

territorio francese il sistema svizzero (tutti gli annile stesse piazze nello stes- so periodo).

In soli dieci anni Arlette Grusse la sua famiglia sonoriusciti a divenireil pri- mocirco francese 0 comunque uno dei migliori di quella nazione. Una ascesa riconducibile allo slogan “Credere in

cid che si fa e investire continuamente per migliorare”.

M.M.

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Arte in gioco

Nonsi puo negare cheil circo abbia vissuto in questi ul- timi decenni un periododi gran- di transizioni: si é passati dalle arene, in cui gli artisti lavorava- no per un’offerta del pubblico, al piccolo circo famigliare, dal raffinato circo di regia, alla fred- da multinazionale con enorme giro d’affari. E vi sono alcuni artisti che in qualche maniera sonopassati attraverso tutte que-

ste diverse fasi, divenendocosi

quasi un simbolo della trasfor- mazione del circo, unasintesi

di Alessandro Serena

delle sue ultime evoluzioni.

E’ il caso di Toni Ferreira, al- l’anagrafe Antonio De Jesus Ferreira, nato a Lisbona il 24 di- cembre del 1959, appartenente ad una famiglia nel circo da cin- que generazioni ed approdato nelle pit importanti realta profes- sionali del mondo delcirco.

Si pud quasi parlare di narrativa:

un’infanzia travagliata e diffici- le, con problemi famigliari (il divorzio dei genitori) accompa- gnati da un perennestato di indi- genza, il debutto ad appena sei

Una scheda su Tony Ferreira. Dal Sud dell’Europa

@ Roncalli, al Soleil. Una carriera in qualche modo emblematica dell’evoluzione dell’arte circense

anni, il tirocinio in piccole arene del Portogallo e della Spagna. E

prove, prove, dure e continue

prove per apprenderele pit fati- cose tecniche del verticalismo che, probabilmente non a caso, hannonegli artisti portoghesi al- cuni fra i migliori esponenti di sempre (vedi i Chen ma soprat- tutto, e sopra a tutti, gli Alexis).

Non é certo un predestinato An- tonio, visto che spende quasitut- ta Pinfanzia e l’adolescenza ben distante dalle grandi piazze e dai

grandi circhi. ~

fa

E’ solo nel 1988, quando ha gia 29 anni, che vienescritturato dal pit grande scopritore, o riscopritore, di talenti del circo del dopo guerra, Bernhard Paul, il quale intravede la possibilita di fargli montare un numero di mano a mano in chiave comica con Tino Fratellini. Quest’ ulti- mo,da Roncalli era gia protago- nista dell’entrata comica forma- ta con lo stesso Bernhard

“Zippo” Paul ed Angelo Munoz, oltre ad eseguire la pit: azzeccata e garbata caricatura del direttore di pista mai vista da chi scrive.

Tl duo diventa uno dei pochi nu- meri interamente nati nel “labo- ratorio Roncalli”. Bernhard Paul ha le idee chiare: lo stile del mano a mano deveessere quello della “belle epoque”, i costumi le calzamaglie frangiate degli anni venti, la musica unadelizio- sa marcetta scritta appositamen- te da George Pommer. II] numero diventa subito la chicca dello spettacolo; il timing comico di Tino e le prodezze fisiche di Antonio entusiasmano, non solo il pubblico di tutta la Germania, ma anche gli addetti ai lavori.

Persino il nome del duo sembra essere stato pensato apposta:

Tino e Toni.

Eduardo Murillo ed Antonio Giarola “esigono”la loro presen- za al Festival di Verona, dove nel 1989 si aggiudicano a furor di popolo una Stella d’Argento.

Pochi mesi doposonoal Festival

di Montecarlo dove il pubblico

rischia di “far venir git le gradi- nate”, accompagnandoaigia fra- gorosi battimani ancheil battito assordante dei piedi: il risultato é il Clown d’Argento consegna- to dalla Principessa Carolina.

Dopoil festival, nel periodo in cui Roncalli non é in “stagione”, Tino e Toni si esibiscono in bre- vi quanto applaudite apparizioni al Moulin Rouge di Parigi, al Friederichstadt Palast di Berlino, alla Alter Oper di Francoforte;

sono ospiti di numerosi program- mi televisivi (Buona Domenica in Italia), e di innumerevoli gala e serate speciali.

Purtroppoil duo, che sembra av- viato ad una carriera lunga e lu- minosa, si scioglie dopo un peri- odo relativamente breve: nem-

menounlustro di attivita comu- ne. Piccole incomprensioni ed esigenze diverse provocano una separazione, che tutti sperano momentanea, ma che diventatri- stemente definitiva con la mor- te di Tino Fratellini, avvenuta il

10 settembre del 1994.

Intanto pero Toni non si perde d’animo, crea un numero da solo, si inventa persino un/atti- vita da impersonatore di contro- figure in colossal del grande schermo come Jurassik Park e Lo specialista. E nel 1992,final- mente, firma un contratto di tre anni con il complesso del mo- mento, la multinazionale della pista, il Cirque du Soleil, per la nuova mega produzione del Treasure Island di Las-Vegas:

Mystére.

Nel nuovospettacolo del Soleil, Toni non ha pero la stessa im- portanza che da Roncalli, si esi- bisce al termine di un numerodi pertiche eseguito da una venti- na di persone,issandosisulla piu

alta di esse fino a 25 metri d’al- tezza dal suolo. Non é proprio entusiasta di esibirsi lasst, a suo parere troppo distante dagli spet- tatori, ma dai canadesi impara tan- te cose: comesi allestisce uno spettacolo di quelle dimensioni, comesi organizza un cast, come si realizza un sincronismo esaspe- rato fra musiche, luci, suoni, cor- pi in movimento. Agli antipodi del circo convenzionale. Ma for- se anche per questo il contratto con il Cirque non viene proroga- to: sembra che ad unacena, Toni abbia replicato con orgoglio ad uno dei maggiori rappresentanti dello staff creativo del Soleil, che aveva speso parole non dolci ver- so il mondodel circo tradiziona- Altro momento di stasi e poi lale.

decisione, protratta per troppo tempo, di ricostruire il mano a mano comico che lo aveva porta- to al successo. Torna in Portogal- lo e con un suo cugino, Victor, tenta di ricomporre la delicata

Toni Ferreira e Tino Fratellini, con una amica, fra le carovane del Roncalli ai tempi della creazionedel loro numero

19

(11)

Tonitrasfigurato in Mystére, del Soleil magia del duo Tino e Toni. Non é facile, i fragili equilibri forma- tisi in passato fra i suoi virtuosismifisici e quelli comici di Tino Fratellini, non si posso- no certo ricreare in laboratorio.

Al pubblico il numero del duo Manducas (questo é il nuovo nome) pero piace, Victor acqui- sta ogni giorno pit sicurezza e del resto non sono molti gli spet- tatori che hanno avuto la fortuna di vedere l’originale e che pos- sono quindi fare confronti.

Lo stesso discorso si pufare per l’importante spettacolo nel qua- le viene quasi subito scritturato in Spagna:il Circo del’Arte una

“originale imitazione” del feno- meno Roncalli creata dall’impor- tante personaggio televisivo Emilio Aragon, proveniente da famiglia circense (uno dei pochi casi del genere in tutto il mon- do). Il Circo del’Arte diventa in breve un piccolo fenomeno massmediatico di cui nella peni- sola iberica parlano un po’ tutti.

Cio grazie alle buone conoscen- ze di Aragonnei punti strategici dell’informazione e al fatto che dello spettacolo facciano parte ancheil celebre clowndella te- levisione spagnola Miliki (padre di Emilio) conlafiglia, altrettan- to famosa, Rita Irasema. Mail successo del Circo del’Arte é in-

dubbiamente dovuto anche alla buona qualita del pro- dotto. Aragon, per calibrare il proprio spettacolo su quel- lo di Roncalli non solo chia- ma Toni a far parte del suo programma, ma decidedi av- valersi anche dei preziosi consigli derivanti da anni d’esperienza nel circo tede- sco. Il risultato € comunque eccellente e le reazioni del pubblico all’esibizione del duo Manducassonoentusia- Toni riesce quindi a ritrova-ste.

re una certa tranquillita: un buon ingaggio in un circo di classe, con tournée non trop- po faticose che toccano solo le grandi citta. Riesce persi- no a trovare un buon equili- b rio

zione di veder debuttare il fi- glio, che é la piccola stella

del Circo

del’Arte. Ma qui scatta la molla del vero artista, mai soddisfatto pienamente,

sempre pronto

a rimettersi in discussione.

Toni decide di partecipare col nuovo partner al Festival di Parigi. E’ noto che Parigi sia soprattutto una rampa di lan- cio peri giova- ni artisti, men- tre lui é artista gia affermato e e quindi prati- camente esclu- so dal podio, eppure respira-

re per qualche

giorno I|’aria dei grandi eventi deve es- sere una tenta- zione irresisti- bile per Toni,

20

famigliare G )

e ha la R E

soddisfa-

che va a Parigie riesce a toglier- si lo sfizio di due “premi mino- ri” ed un buon successo di pub- blico.

Insommaunavita in gioco: dal- Vindigenza dell’adolescenza, al circo di regia, ai trofei dei festival, fino all’avanguardia del Soleil, poi di nuovo al Portogal- lo e poi ancoraal Festival di Pa- rigi.

E cosi dovrebbeessereperil cir- co stesso; una forma d’arte sem- pre in movimento, mai doma, pronta a lasciarsi affascinare dal- l’avanguardia ma anchea torna- re su terreni pit: famigliari se ca- pisce di essersi spinta oltre:

un’arte in continuariflessione sui propri codici.

I successo di Tino e Toni richiamo persino dei piccoli sponsor

Nuove cronache

ESPLODE LA VOGLIA DI BURATTINI

Nelbrevelasso di un mese I’Italia ha ospitato numerose ed importanti manifestazioni di Teatro di Figura. I] settore, prestigioso, consolidato e puro fenomenodella migliore tradizione culturale nazionale, sembra in effetti vivere un momento di granderilancio essendotra |’ altro apprezzato da un pubblico in costante crescita, ben distribuito anche da un punto di vista anagrafico.

A Cervia dal 23 al 31 agosto si é tenuto “Arrivano dal mare!”, festival internazionale dei burattini e delle figure giunto alla ventiduesima edizione; una cifra ragguardevole anchetenuto conto del trecentesimo anniversario della fondazione di Cervia Nuova.

Praticamente il festival “ha allevato” una delle tredici generazioni che si sono succedute nella cittadina romagnola. Tre prime nazionali e 14 spettacoli distinti fra piazze ed arene hanno costituito un no-stop di parate di burattini, di pupazzi, marionette e figure animate realizzate a cura del Centro Teatro di Figura per la pregevole direzione artistica di Stefano Giunchi.

In pari data, 23 —31 agosto, a cura di Agostino Tinin Mantegazza e del Parroco Don Pasquale, 1’Universita dei Burattini e 1’Associazione Il Castello hanno presentato, nella suggestiva cornice del Castello di Sorrivoli, il Festival “I grandi burattini al Castello”. Parecchi gli spettacoli in cartellone selezionati da Mantegazzain base a una precisa regola:che sianotutti spettacoli in baracca.

A Grado, Gradisca, Cormons e

ARRIVANO DAL MARE!

Festival INTERNAZIONALE DEt Bunarrii: £ DELLE FIGURE XXIL eprzione Cenvia 23-31 agosto 1997

Romansdal 19 al 31 agosto ’97 e€

quindi a Gorizia dal primo all’8 settembre 97, a cura del Centro Regionale di Teatro di Animazione e di Figura con sede in Gorizia, via Cappuccini 19/1, si é svoltoil

“PuppetFestival 1997”. Pregevole il cartellone aperto lunedi 1 da una produzione del Teatro Pirata di Jesi: “Gran circo dei burattini”, ed accompagnato dalla mostra di burattini e marionette di antiquariato allestita a cura del Teatrino dell’Es (Castenaso — Bologna), “C’era una volta un pezzo di legno”.

A Vico Equense (Na), infine, dal 10 al 13 settembre, si é tenuta la rassegna “Angeli a Sud ‘97”, vetrina delle produzioni Teatro ragazzi e giovani a sud, intorno al sud, realizzata per la direzione artistica di Luigi Marsano ed Antonio Guida dalla Cooperativa

teatrale 1’Arcolaio in

collaborazione con il Teatro Pubblico Campano, 1’Ente Teatrale Italiano ed i Teatrini — Associazione di promozione

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Lestate italiana stimola molte riflessioni.

Dai burattini ai martiri della Fede, dal Museo degli strumenti musicali a....

di Antonio Buccioni

teatrale.

Convegni e seminari hanno corre-

dato un programma imponente

nell’ambito del quale piace segna- lare il lavoro della Nuova Opera di Burattini di Roma “La valigia magica” ovvero “Puppet’s opera”

per-la regia di Roberto Marafante.

Un anno magico per un’antichis- sima disciplina modernamente protesa verso il 2000.

UN SANTOGITANO

Il 4 maggioscorso il Santo Padre GiovanniPaolo IT ha proclamato beato Ceferino Jiménez Malla —

“El Pelé” — (foto pagina a fianco) gitano martire della Fede cattolica. Zeffirino era un Kalo, uno zingaro come quelli che percorrono le strade d’Italia.

Girovago, commerciante di cavalli, ovini, muli; intelligente ma analfabeta. La parola

“martirio” é in uso gia tra i primi cristiani. Ha questo significato:

sacrificare la vita in nomedi Dio.

Si mette in pratica quello che Gest disse poche ore prima di venire inchiodato sulla Croce:

“Nessuno ha un amore pit grande di questo: dare la vita per i propri amici”. Ceferino Jiménez Malla offri la vita comei primi martiri cristiani.

Non é capitato per caso il suo martirio: la vita di costui ne fu una vera preparazione. Si sareb- be probabilmente arrivati alla Beatificazione anche solamente guardando al suo comportamen- to durante molti anni di impegno nel praticare il cristianesimo.

Il Pelé aiutera i nomadia cercare pit’ decisamente Dio nella loro vita spirituale e sara loro sostegno pure nelle vicende del

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