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Il mutuo può essere erogato anche per mancata liquidità

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Academic year: 2021

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INTRODUZIONE

Gli agenti nell’economia non sempre dispongono delle risorse necessarie per effettuare gli investimenti. Per raggiungere il proprio obiettivo, essi richiedono un finanziamento ad un intermediario, ottenendo così le risorse di cui hanno bisogno.

La mia tesi è concentrata sui contratti di mutuo. Il mutuo è un contratto di finanziamento mediante il quale una parte (mutuante) trasferisce all’altra (mutuatario) una determinata quantità di danaro o di altre cose fungibili e l'altra si obbliga a restituire altrettante cose della stessa specie e qualità.

Gli acquirenti in genere chiedono un mutuo per finanziare l’acquisto di un immobile, la sua costruzione o ristrutturazione. Il mutuo che viene richiesto con maggior frequenza è quello per l'acquisto di un immobile, nello specifico, il cosidetto mutuo prima casa, cioè quello che si riferisce all’acquisto della prima casa, intesa come abitazione principale. In riferimento a questo, nel caso della prima casa, il contratto presenta particolari facilitazioni e detrazioni previste dalla legge.

Il mutuo può essere erogato anche per mancata liquidità. Questo tipo di mutuo è difficile da ottenere, infatti, viene erogato molto raramente perché per l’intermediario rappresenta un servizio ad alto rischio, per cui viene erogato solitamente solo a clienti fidati.

Un altro motivo per cui viene erogato il mutuo è quello di consolidare il debito per chi ha ulteriori finanziamenti in corso, conglobare tutti i debiti in un'unica rata e ridurre l'importo mensile totale: in questo modo la durata del rimborso si allunga ma consente al mutuatario di estinguere più facilmente il mutuo.

La decisione di contrarre un mutuo è una decisione centrale nella vita del mutuatario, considerando il fatto che egli si impegna in un contratto a medio-lungo termine. Nel capitolo I viene introdotto il contratto di mutuo, dal punto di vista giuridico e analitico, con particolare focus sulla sua struttura (tasso d’interesse e piano di ammortamento), sugli elementi rilevanti in una richiesta di mutuo (ammontare e durata del mutuo, età del mutuatario, rapporto rata – reddito disponibile, anzianità lavorativa, garanzia e loan to value) e sulle modalità di modifica del contratto (estinzione anticipata e posticipata, sostituzione, rinegoziazione, surrogazione e mancato rimborso del mutuo).

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Nel capitolo II viene evidenziato l’esistenza di un problema di razionalità limitata dovuto alla percezione distorta del rischio di tasso da parte dei mutuatari e all’importanza attribuita dai mutuatari ad un immediato risparmio economico, valutato approssimativamente sulla base del confronto tra il livello del tasso fisso e quello del tasso variabile al momento della stipula.

La decisione di indebitarsi a tasso variabile non è coerente con il grado di avversione al rischio della maggior parte dei mutuatari. Questo viene spiegato, in parte, da fattori connessi al

“Sistema Paese” (escussione delle garanzie, percentuale di deducibilità degli interessi passivi, estinzione anticipata a costi ridotti e modalità di provvista di fondi da parte dell’intermediario), e in parte, connessi a fattori di carattere personale, relativi alle caratteristiche dei mutuatari (età, rapporto rata – reddito disponibile, tasso di crescita dei redditi futuri, numero di percettori di reddito nel nucleo familiare, livello di istruzione ed educazione finanziaria, assicurazioni sulla vita) e alla loro capacità di comprendere le informazioni in loro possesso e di valutarle in base della propria propensione al rischio e dei vincoli del bilancio. L’orientamento a scelte che massimizzino l’utilità immediata assumento un’ottica di breve periodo, la maggiore propensione al rischio del mutuatario e l’impatto delle politiche commerciali da parte degli intermediari, spostano la scelta verso il mutuo a tasso variabile.

Il presente lavoro intende verificare come la diversa struttura dei contratti di mutuo nell’economia influenza il meccanismo di trasmissione della politica monetaria.

Molti studi hanno evidenziato come la diversa struttura dei contratti di mutuo nell’economia influenza il meccanismo di trasmissione della politica monetaria e questo aspetto viene trattato nel capitolo III. I meccanismi di trasmissione della politica monetaria nei diversi paesi dell'Unione Europea, ed in particolare dell'Unione Monetaria Europea, presentano delle differenze, dovute alla struttura legale, finanziaria, produttiva e del mercato del lavoro, tali da generare effetti asimmetrici sull'economia reale dei diversi paesi a seguito dello stesso impulso monetario. Differenze strutturali ed istituzionali sono senza dubbio presenti in Europa, e non sono sotto il controllo dell'autorità monetaria. La banca centrale deve conoscere come vengono recepiti gli interventi dal sistema economico, attraverso quali canali, con quali risultati sugli obiettivi prefissati e in quali tempi. Molto dipende dalle caratteristice strutturali

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dei mercati e degli operatori attraverso i quali gli effetti si trasmettono e sui quali esplicano il loro impatto finale.

Mercati monetari e finanziari più efficienti e integrati rendono più rapida e omogenea la diffusione delle misure di policy. Nello stesso tempo la crescente complessità dei mercati e la maggiore eterogeneità degli operatori rendono il meccanismo di trasmissione della politica monetaria più lungo e tortuoso.

Nel capitolo IV viene analizzato nello specifico come si trasmettono i vari shock di politica monetaria in economie con dominanza mutui a tasso fisso e in economie con dominanza mutui a tasso variabile e si è cercato una politica monetaria ottimale che massimizzi il benessere sociale.

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