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Ciclo metodologico della ricerca sociale

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Academic year: 2022

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Ciclo metodologico della ricerca sociale

• L’utilizzo di un tipo di tecnica di ricerca piuttosto che un altro dipende dallo scopo che gli studiosi si

prefiggono.

• Tuttavia, ogni ricerca sociale può essere scomposta lungo 4 fasi, denominate CICLO METODOLOGICO DELLA RICERCA SOCIALE:

1. co-istituzione dell’informazione;

2. trattamento dell’informazione;

3. interpretazione

4. diffusione e spendibilità

(2)

I 3 principi che regolano il ciclo metodologico

• La logica integrata: il ciclo è una sequenza ordinata ed

integrata di passaggi obbligati; il processo di ricerca e le fasi che lo costituiscono devono essere scientificamente rigorosi; i vari passi che costituiscono la ricerca sociale non sono

elementi autonomi, ma sono in necessario collegamento tra di loro.

• L’ interdipendenza delle fasi: tutti le fasi del processo di ricerca sono strettamente legate tra loro; le scelte o gli errori

compiuti in un passaggio si ripercuotono sul successivo;

nessun passo può essere compiuto senza tenere conto degli altri.

• L’importanza imprescindibile di ogni fase: il ciclo è una

sequenza logica e coordinata; nessuna fase può essere saltata, pena la perdita di scientificità della ricerca.

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Fase 1: co-istituzione dell’informazione elementare

1. Non possiamo vedere e osservare i nostri oggetti se prima non abbiamo idee intorno ad essi.

LIVELLO OSSERVATIVO + LIVELLO TEORICO

I processi cognitivi sono un’autonoma elaborazione del soggetto, che si confronta con altri soggetti dotati della stessa capacità di elaborazione.

2. Perché CO-ISTITUZIONE? L’informazione nasce dalla

collaborazione tra soggetto che guarda (ricercatore) e oggetto che è guardato (singolo attore, gruppo sociale, fenomeno

sociale…), oltre che dalla mediazione fra l’osservazione e il quadro teorico attraverso il quale l’osservatore interpreta il mondo.

3. Perché INFORMAZIONE ELEMENTARE? La nostra percezione non ci rimanda un dato certo, ma un’informazione che deve essere interpretata.

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• Analisi delle teorie precedenti

• Elaborazione di un quadro teorico sull’oggetto di studio

• Formulazione di ipotesi necessarie per

individuare quali informazioni elementari sono da rilevare.

• Scelta dello strumento di rilevazione più adatto al fenomeno da studiare (tenendo conto anche delle fasi successive dell’indagine).

Fase 1: co-istituzione dell’informazione

elementare: i passaggi

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Fase 1 co-istituzione dell’informazione elementare: gli strumenti di rilevazione

Metodi statistici

Tipo di informazione elementare: numerica Strumenti: questionario, griglia di rilevazione Vantaggi:

- strumenti sintetici e semplificati, che fanno ottenere informazioni in modo standardizzato su campioni anche molto ampi;

- Economia di tempo e di denaro;

Svantaggi:

- Meno informazioni su più persone;

- Fotografano una situazione ad un tempo definito;

- Si concentrano su ciò che è manifesto ed esplicito.

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Metodi empatici

Tipo di informazione elementare: orale, letteraria o iconica (visiva e osservativa)

Strumenti:

intervista (colloquio con un soggetto sulla base di una griglia di argomenti)

storia di vita (racconto della propria esistenze: orale o scritta; integrale o topica)

osservazione partecipante (presenza del ricercatore nell’ambiente sociale studiato)

sociologia visuale (usa l’immagine come strumento di conoscenza:

videoregistrazione dell’intreazione; produzione soggettiva di immagini; intervista con foto-stimolo)

Fase 1 co-istituzione dell’informazione

elementare: gli strumenti di rilevazione

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Vantaggi:

- Informazioni più accurate su numero limitato di soggetti

- I soggetti sono colti nella loro interezza: rilievo al vissuto soggettivo

Svantaggi:

- Numero ridotto di casi studiati

- Risultati non generalizzabili oltre i confini storico- geografici della ricerca

- Maggiore impegno di tempo

Fase 1 co-istituzione dell’informazione

elementare: gli strumenti di rilevazione

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Fase 2: Trattamento ed elaborazione dei dati

• Una volta co-istituita, l’informazione deve venire elaborata.

• Il trattamento serve “a far dire più di quello che appare” alle nostre informazioni.

• Le informazioni elementari raccolte devono essere

trasformate in elementi leggibili, ordinati, sintetici e

comparabili.

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Elaborazioni statistiche

Tipo di informazione elementare: cifre o etichette numeriche Passaggi:

-I dati raccolti devono essere ricondotti ad una griglia di elaborazione, dove ogni domanda o caratteristica rilevata corrisponde ad una VARIABILE.

- costruzione di una MATRICE DATI gestita su supporto

informatico attraverso programmi di applicazioni statistiche (SPSS)

-Analisi interna delle variabili (monovariata, bivariata, a tre variabili, …)

Fase 2: Trattamento ed elaborazione dei dati

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Elaborazioni empatiche

Tipo di informazione elementare: materiale verbale (orale o testuale); fotografie o videoregistrazioni

Tipo di elaborazione: ANALISI TESTUALE E DEL CONTENUTO;

ANALISI DELLA GESTUALITà E DELLA PROSSEMICA;

CARTOGRAFIA POSIZIONALE Elemento comune: EMPATIA

Capacità di “mettersi nei panni dell’altro” per cogliere il suo vissuto soggettivo

Fase 2: Trattamento ed elaborazione dei dati

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Fase 3: L’interpretazione delle informazioni elaborate

È strettamente legata alla capacità del ricercatore di individuare le caratteristiche e le tendenze del fenomeno sociale studiato

attraverso la sintesi ottenuta dalle informazioni elementari

Interpretare significa andare oltre l’evidenza dei dati, dotare di senso elementi tra loro disgiunti

L’inferenza adduttiva cerca di integrare:

• deduzione (derivazione di conseguenze particolari da asserti generali):

• induzione (generalizzazione di fatti empirici in asserti impersonali)

• La fase dell’interpretazione coincide con il confronto tra le

acquisizioni della ricerca e le ipotesi e i motivi che hanno dato il via allo studio

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Fase 4: La spendibilità e/o diffusione dei dati

3 funzioni

- controllo intersoggettivo: è la fase in cui i risultati vengono diffusi affinché a chiunque sia possibile ripercorrere gli step che li hanno prodotti

- Incremento conoscitivo: apporto alla conoscenza astratto o non immediatamente traducibile in prassi

- spendibilità operativa: è la fase in cui si cerca di applicare i risultati all’ambito della ricerca. La spendibilità

dell’informazione implica il passaggio dalla comunicazione all’azione.

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