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A PPENDICE AL C APITOLO VII

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A

PPENDICE AL

C

APITOLO

VII

VII.1

A.S.F., Camera di soprintendenza comunitativa del compartimento fiorentino, Affari diversi a parte, 399, Ins. Pontremoli, fascio B, 4 aprile 1780, c. 269r. A sinista del testo: “Estratto di Rappresentanza del Signor Auditore Fiscale preso per ordine di S. E. Tavanti questo di 4 aprile 1780”.

Scritto 4 aprile 1780 Pontremoli

L'Auditore Fiscale rappresenta i disordini che seguono ai Lavori stati dati in cottimo al Pretorio di Pontremoli, i quali nascono da inutili dispute col Capo Maestro e crede che per rimuoverli venisse ordinato a quel Magistrato Comunitativo che entro il mese di giugno avvenire fossero terminati detti Lavori, e quando ciò non seguisse fosse data facoltà al Vicario di quella Città di proseguire detti Lavori a Spese degl'Individui componenti il detto Magistrato dentro tutto il mese di settembre.

VII.2

A.S.F., Camera di soprintendenza comunitativa del compartimento fiorentino, Affari diversi a parte, 399, Ins. Pontremoli, 5 aprile 1780, c. 267r.

Illustrissimo Clarissimo Sig. Sig. Padrone Colendissimo

Rep.to 29 aprile 1780

Essendo stato riferito, che non ostante gli ordini dati da V.S. Illustrissima e Clarissima al Magistrato Comunitativo di Pontremoli nel mese d'agosto dell'anno scorso, i lavori a quel Pretorio continuano a eseguirsi con somma indolenza, vuole S.A.R. Che Ella insinui nuovamente a quella Magistratura, che faccia compire i lavori necessarj per render servibile il Quartiere di uno dei due Notaj, e che in occasione, che Ella deve portarsi a Pontremoli per la visita, e riapposizione de i confini con la Repubblica di Genova solleciti l'ultimazione di tali lavori prevalendosi per quest'effetto dell'opera dell'Ingegnere che condurrà seco per la visita sopradetta.

Tanto devo significarle per ordine della R.A.S. E con perfetto ossequio mi confermo

Di V.S. Illustrissima e Clarissima Di Segreteria lì 5 aprile 1780 Sig. Senatore Soprassindaco

Devotissimo ed Oblligatissimo Servitore Angelo Tavanti

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464 VII.3

A.S.F., Camera di soprintendenza comunitativa del compartimento fiorentino, Affari diversi a parte, 399, Ins. Pontremoli, 4 aprile 1780, c. 268r.

Illustrissimo Clarissimo Sig. Sig. Padrone Colendissimo

Non ritrovai avere alcuna sussistenza quanto viene a V.S. Illustrissima, e Clarissima rappresentato in ordine alla Fabbrica del Palazzo Pretorio. Pertanto rispetto all'asserta lentezza, il periodo d'un solo mese, e mezzo è stato quel tempo, in cui la Magistratura credè necessario di far sospendere la costruzione di detta Fabbrica, e ciò perchè le calcine in tal tempo non facevano presa a motivo della rigida stagione. Ora poi che la medesima si è radolcita, questa Magistratura ha tutto l'impegno, siccome ebbe in addietro, per la sollecita costruzione della suddetta Fabbrica, ed'infatti è già ultimato il secondo piano, ed'incominciato il terzo, ed'ultimo piano; il tutto però in parte ancora rustico. Di qual peso siano stati alla presentanea Magistratura gl'Ordini di S.A.R. Su tale particolare alla medesima communicati da questo Sig. Vicario Regio, V.S. Illustrissima e Clarissima il potrà agevolmente comprendere, se per un momento si compiace riflettere, che, quando questa Magistratura assunse tale impie impiego, ritrovò i fondamenti di detta Fabbrica non ancora ultimati; in oltre, che nella corrente annata // ha impiegato per tal Fabbrica sopra a sei milla lire fiorentine, consonte quattro milla staja di calcina, dato a cottimo tanti pietrami per il prezzo di seicento e ventisei lire fiorentine; e finalmente ciò che giustifica l'inviolabile osservanza dei suddetti ordini, e l'impegno che ne ha questa Magistratura per l'esecuzione, si è, che, quando incominciò ad'esercitare il di Lei impiego, prese in proprio a titolo di mutuo dalla vacante Cura di S. Christofano lire fiorentine 2384, quali per la più parte sono state consonte per detta Fabbrica di lunghezza braccia sessanta, e se la scorta delle lire fiorentine 4200 ritrovata dalla passata Magistratura, fosse stata ritrovata dalla Presentanea, che la minima non ritrovò, sarebbe stato sperabile di vedere la detta Fabbrica se non ultimata, in quest'anno, secondo chè si vorrebbe, almeno a buon porto per l'ultimazione. Considerando poi, che questa nostra Comunità è aggravatissima di spese, e che sormontanva ad'una esorbitante somma il denaro che conveniva impiegare per risarcimento delle pubbliche Fabbriche senza vederne un corrispondente esito; di più, che il Provveditore delle strade continuamente rappresentava di non potere presentare la di Lui assistenza a tutti quei lavori che s'intraprendevano dalla Comunità; perciò la presentanea Magistratura pensò all'espediente dei Cottimi, che per tutti i titoli ha ritrovati vantaggiosi, e particolarmente per la minor spesa, e pronta esecuzione. Questo è quanto mi sono creduto in obbligo di signifircare a V.S. Illustrissima e Clarissima in riscontro della pregiatissima sua del di 4 corrente, ed'approffittando nel tempo istesso di qta occasione per contestarLe la debile mia servitù, pieno della più perfetta stima e rispetto, passo a rassegnarmi

Di V.S. a Illustrissima e Clarissima

Pontremoli 15 aprile 1780 Sig. Cav. Senatore Giovan Battista

Nelli Soprassindaco, e Sopraintendente per S.A.R.

Della Camera delle Comunità Devotissimo et Obligatissimo Servitore Maurizio Reghini Costa Gonfaloniere

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A.S.F., Camera di soprintendenza comunitativa del compartimento fiorentino, Affari diversi a parte, 399, Ins. Pontremoli, fascio A, 11 agosto 1780, cc. 218r-221r.

Illustrissimo, e Clarissimo Sig. Senatore Cav. Giovan Batistta Nelli Soprassindaco, e Soprintendente della Camera delle Comunità dello Stato Fiorentino

A quattro Capi si riduce la Commissione, di cui V.S. Illustrissima e Clarissima si è degnata incaricarmi relativamente alla Visita della nuova fabbrica già incominciata del Palazzo Pretorio della Città di Pontremoli.

Consiste il primo nell'osservare la qualità dei Lavori eseguiti per rapporto alla loro buona costruzione, e stabilità.

Il Secondo richiede l'esame del disegno, e distribuzione delle Stanze, e Quartieri di detta nuova fabbrica e se questi possano esser capaci all'oggetto per cui sono stati ordinati,

Il terzo nel caso della scelta fatta di un Cattivo disegno poco comodo, e poco simetrico, merita la considerazione se si possa rimediare in qualche forma e quali compensi vi siano più propri per correggere gl'errori commessi.

Il Quarto finalmente si riduce a prescrivere quanto tempo possa occorrere per condurre detta Fabbrica al Suo // compimento il più presto possibile.

Per soddisfare nella miglior forma, che mi potrà riuscire a tutte le dette richieste, non ho mancato di far tutte le necessarie osservazioni, prendere misure e formare le annesse Piante, e descrizioni per la più chiara intelligenza di tutto ciò che anderò capo per capo esaminando.

Ne sarà fuor di proposito il riferire, che la fabbrica in questione è stata ideata da muratore Portogalli, che ne formò il suo disegno, Che a tenore di detto Disegno fu la citata fabbrica approvata, e quindi incominciata a conto della Comunità per opera, e condotta in tal guisa fino sopra i fondamenti poco più di trè braccia, che dopo fu data in Cottimo al muratore suddetto a misura, e per una Somma fissa per ogni braccio, non compresa però la Calcina, la quale doveva esser somministrata dalla Comunità, con diversi altri patti che qui non giova il rammentare.

In quanto al primo Capo devo confessare che tutto il Lavoro di fondamenti, e sopra terra dino all'altezza a cui il Lavoro fu fatto a conto della Comunità è eseguito secondo le buone regole, e con la necessaria stabilità; ma non devo altresì dissimulare // la poco buona esecuzione del rimanente del Lavoro, il quale veramente è fatto con poca diligenza, ed esattezza avendo trovato, che diversi pezzi di muro altro non sono, che un'ammasso di sassi con troppa quantità di Calcina mal disposti, e alla rinfusa, e solamente quello che vi è di buono, e che supplisce in parte al difetto di Costruzione è l'ottima qualità della Calcina, che il detto muratore vi ha impiegata.

All'enunciata cattiva costruzione dei muri con sassi alla rinfusa, e con troppa calcina senza avere usata la necessaria diligenza nel ben collocare, spianare, calzare, e battere i sassi devesi in parte repetere lo sgonfiamento seguito nella muraglia esterna dalla parte del Cortile nel posto segnato nell'annessa Pianta di N° III alle Lettere OOO, ed il distacco da detta muraglia del muro divisorio segnato di Lettere PP ciò è derivato certamente dalla spinta delle volte delle due stanze contigue, le quali non hanno

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trovata la necessaria resistenza nella detta muraglia esterna, che dovea essere ancor troppo fresca quando le volte suddette furono disformate.

Questo veramente è il Luogo ove si trova il maggior male e merita che sia dato pronto riparo prima di proseguire // il rimanente della fabbrica, onde per assicurare la medesima si rendono necessarie due Catene da collocarsi al di sopra delle volte dei mezzanini al piano del pavimento del Pian nobile nei punti marcati nella precitata Pianta di N° III di Lett. XX. Si procurerà di porre dette Catene bene in tirare trà le due muraglie esterne con grossi paletti appoggiati a lunghe pietre, che prendano buona superficie della muraglia. Poste le d.e Catene si dovrà smantellare un pezzo di muro nel sito O, ove attacca col muro traverso, PP, e rifarlo ponendovi delle Leghe di pietra lunghe non meno di Braccia 1.1/2 con le quali se nel devono collegare altre a squadra di una non minor lunghezza, che venghino ad unire stabilmente il detto muto traverso coll'accennata muraglia esterna.

Un tal Lavoro a prima vista parrebbe che dovesse tutto eseguirsi a carico del muratore cottimante che lo ha fatto, ma è da riflettersi che all'accennato inconveniente sono concorse due Cagioni, la prima per la mentovata cattiva costruzione dei muri, e questo per colpa del muratore, la seconda per parte della Comunità, che ha approvato, ed ordinato un Lavoro, che per la sua natura richiedendo le // volte dei mezzanini con pochissimo rigoglio attesa la bassezza dei mezzanini medesimi, era sottoposto al pericolo derivante dalla straordinaria forza, che tali volte esercitano contro i muri, che le sostengono, onde per togliere di mezzo qualunque disputa, che non mancherebbe detto muratore di promuovere su tale articolo, crederei che tornasse bene che la Comunità facesse il descritto resarcimento, aggravando il muratore sopracitato del valore della sola metà di detto resarcimento, tanto più che si tratta di una tenua spesa, per la quale non conviene intraprendere veruna disputa.

Oltre l'accennato sgonfiamento nel sito predetto ho trovato, che quasi tutto il restante della muraglia sopradescritta pende verso il Cortile un soldo, e mezzo di braccio Fiorentino in circa di ragguagliato, ma siccome non si vede alcun pelo, o crepo né nella detta muraglia, né nei muri traversi, né nelle volte, non pare che ciò possa portare a niuna conseguenza, anzi si può credere, che quando sarà compita la fabbrica, e caricato il muro in questione col restante della muraglia, e del Tetto, venendosi a diminuire l'azione delle volte, coll'aumentare la resistenza della muraglia, e col restauramento ordinato, cesserà qualunque segno // di mossa, che ora minaccia.

Anche rispetto al rimanente del Lavoro si può dire che non è dell'ultima perfezione, ne fatto a regola d'arte, onde serva ciò di avviso per che venga invigilato all'esecuzione del rimanente del Lavoro. Ne devo omettere di dire, che trovandosi rotte alcune soglie ed architravi delle Porte, e finestre non per movimento delle muraglie, il quale veramente non vi si osserva, ma per la poca attenzione dei Lavoranti, come che ciò non pregiudica alla Stabilità della fabbrica, ma solo da bruttura alla medesima, così conviene rimutarla obbligando a far ciò quello a cui spetta a forma dei patti, la fattura di dette Porte, e Finestre, mentre esso è obbligato di consegnare il lavoro a perfezione, e senza difetti alla Comunità, che glielo deve pagare a forma del Contratto.

Sarà nell'ordine di avvertire in questo primo capo, che ridotta la fabbrica colle sue muraglie all'altezza necessaria, e prescritta nell'annesso foglio di Lettera Z prima di costruire le volte all'ultimo piano, si debba formare il Tetto, e con la travatura di questo incatenare ancora le due muraglie esterne corrispondenti una sulla Piazza, e l'altra sul Cortile e ciò con palettare gl'asinelli nella maniera espressa // nel Foglio di N° VII. Una tal diligenza si rende necessaria per collegare, e tenere unita la fabbrica, e servirà di molta resistenza contro la spinta delle volte da costruirsi nell'ultimo Piano.

Passando ora a trattare del secondo capo, trovo, che il disegno di questa Fabbrica è fatto veramente contro tutte le buone regole di una giudiziosa, e comoda simetria; un'occhiata sola sulle Piante annesse

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di numeri I III V che rappresentano il Pian Terreno, Piano dei mezzanini, e Piano nobile nella guisa, che vanno ora fabbricandosi lo dimostra abbastanza.

Due gran difetti, oltre tutti gl'altri si trovano in questa distribuzione, il primo cioè che tutte le stanze sono soggette l'una all'altra, e prive in conseguenza della opportuna libertà, il secondo che sono di dimensioni talmente piccole, che non vi è Luogo appena di collocare i Letti, ed altri mobili necessari per una Casa. Onde si rende indispensabile una qualche variazione per migliorare un poco i Quartieri che vi si devono ricavare.

La fabbrica è di già molto avanzata, e senza demolire quasi tutto quello, che è stato fatto, il che non conviene, non si può ridurre in buona forma, e per ciò // il miglioramento da farsi consiste in poche variazioni, Le quali attesa la scarsezza del sito, ove si sono ristretti a fabbricare, sono le sole, che possono proporsi.

Per maggior chiarezza ho formate le annesse descrizioni segnate colle Lettere S, T, Z, e corredate con le respettive Piante di N° I, II, III, IV, V, VI indicanti lo stato attuale della fabbrica, e le correzzioni, e miglioramenti, che si possono fare, onde per brevità mi riporterò intieramente alle Descrizioni medesime nella fiducia di aver con quelle soffisfatto alla richiesta, che forma il Terzo capo della mia Commissione.

Resta in ultimo di replicare al quarto capo, rispetto al quale dirò che il tempo occorrente per l'ultimazione della Fabbrica di cui si tratta non è facimente determinabile per le tante circostanze, che non si possono tutte antivedere, pure avendo il materiale Legnami tutto pronto, quattro maestri Muratori, ed otto manuali, oltre i Legnajoli, che vi abbisognano, crederei, che dentro lo spazio poco più di cinque mesi potesse la medesima fabbrica del tutto ultimarsi.

Che è quanto ho creduto di rappresentare a V.S. Illustrissima e Clarissima in adempimento alla Commissione // datami, E con tutto l'ossequio passo all'onore di confermarmi.

Di V.S. Illustrissima e Clarissima

Pontremoli 11 Agosto 1780

Devotissimo Obbligatissimo Servitore Neri Zocchi

VII.5

A.S.F., Camera di soprintendenza comunitativa del compartimento fiorentino, Affari diversi a parte, 399, Ins. Pontremoli, fascio A, 11 agosto 1780.

a. Lettera S, cc. 231r-232v.

Descrizione delle mutazioni, e miglioramenti che si possono fare nella nuova fabbrica del Palazzo Pretorio della Città di Pontremoli

Pian Terreno

Questo Piano è destinato per le Carceri pubbliche degl'uomini, e delle donne, e per la Guardia dei Famigli.

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L'annessa Pianta di N° I rappresenta lo stato attuale di d.o Piano.

L'altra pure annessa Pianta di N° II dimostra il suddetto piano con i miglioreamenti, e variazioni da farsi. Primariamente deve variarsi la scala facendola ad una sola branca come si rileva dalla detta Pianta di N° II.

Per eseguire questo lavoro và domolito tutto ciò, che presentemente si trova nel sito di detta scala, cioè la volta del ripiano il divisorio della scala, rifacendola, come è accennata nella divisata Pianta di N° II larga Braccia 3 con altrettanto ripiano alla sua sommità, La distesa della prima Branca sarà di circa Braccia 9 ½ nella quale vi si collocheranno N°19 scalini larghi in Pianta Soldi 10.1/2 di braccio fiorentino, con più l'aggetto del Cordone, Salita detta Branca nella rivolta, e nella grossezza del divisorio vi si porranno due altri Scalini, che in tutti saranno // n° 21, che facendoli alti soldi sei fiorentini con un poco di pendio basteranno per giungere al piano dei mezzanini alto Braccia 6 ½ . In questa guisa si viene ad acquistare lo spazio di N°2, che a questo Piano sarà il rivetto delle Carceri larghe degl'uomini, e delle donne.

La stanza poi, o sia Guardia dei Famigli si ridurrà ad uso di Carcere pubblica per le Donne con i seguenti Lavori Si chiuderà con muro la porta che corrisponde nell'attuale ricetto della scala, e vi si formerà il Luogo Comune segnato della detta Pianta di N° II di Lettera B, si murerà la porta della Carcere degl'uomini, la finestra, che riesce sotto le Logge, e la porta, che pure riesce sotto Le Logge si ridurrà a Finestra con sua Ferrata doppia e si ringrosserà un mezzo braccio la muraglia, B, C.

Nel ricetto poi di N°2 si aprirà la porta nel punto D per l'Ingresso della Carcere pubblica degl'Uomini. La stanza, o sia Guardia dei Famigli và ricavata nella Loggia che resta in faccia alla Scala con chiudere gl'Archi, E, F, G, con muro, e formare in essi le due finestre, E, F, e la porta, G. Lo Scrittojo del Bargello si ricaverà, o nel Sito, H, accanto alla Scaletta che conduce al Banco del Notaro Criminale, e Suo quartiere, facendovi le necessarie porte, e Finestre, o nella medesima Stanza di N° 1 che è bastantemente // grande, con farvi come divisione di muro, e formarvi le porte, e finestre opportune.

b. Lettera T, cc. 233r-234r.

Descrizione delle mutazioni, e miglioramenti, che si possono fare nella nuova fabbrica del Palazzo Pretorio della Città di Pontremoli

Piano dei Mezzanini

Questo Piano è destinato per l'abitazione, e Banchi dei due Norari Civile, e Criminale del Tribunale di Pontremoli.

La Pianta di N° III dimostra lo Stato attuale di detta fabbrica nel modo che si trova costrutta.

La Pianta di N°IV indica quel miglioramento, e variazione, di cui è suscettibile detto Piano, e tutto ciò che nella medesima e Colorito di verde dimostra l'abitazione del Notaro Civile; ed il Colorito di Giallo quella del Notaro Criminale.

Primieramente si farà la Scala come è Stato accennato nella descrizione del Piano Terreno con una Sola branca composta di N° 17 Scalini larghi come quelli della Branca inferiore Soldi 10.1/2 non compreso l'aggetto del Bastone, e altri Soldi sei in maniera tale che con i detti Scalini della descritta altezza dal piano dei mezzanini per arrivare al Piano nobile si salgano Braccia 5 e due Soldi incirca di altezza. //

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In tal guisa si viene ad acquistare l'andito, A, mediante il quale si rende libero tutto il Quartiere assegnato al Notaro Civile con i seguenti Lavori.

Si aprirà una Porta nel punto, B, per dar l'ingresso alla Stanza di N° 1 che Sarà la Stanza del Banco civile. Un'altra Porta occorrerà aprire nel punto, C, la quale introducendo nel Salotto di N° 5 per mezzo di esso si renderà libera la Cucina di N° 6, e la Camera di N°4.

Si chiuderà la porta esistente nel punto, D, e se ne aprirà una nel punto E, per la quale passando nel Salotto di N° 2 si ha da esso l'Ingresso nella piccola Camera do N° 3 ed ancora in quella di N° 4.

e siccome il nuovo disegno della Scala rende inutile la Scaletta fabbricata per condurre alla Cucina del Sig.e Vicario, così la seconda branca F di detta Scala si può demolire, lasciando però in essere la muraglia, G H che sostiene la volta della Stanza di N°6, così resterò uno Stanzino nel Sito, F, ove si farà la necessaria volta. L'altra branca della detta Scala, che rimane contigua alla Casa del Sig. Balì Venturini resterà in essere, e sarà molto comoda alla detta Cucina di N°6.

Il Quartiere del Notaro Criminale non permette alcuna variazione, ne vi si può fare verun miglioramento // che con venga, onde resterà del tutto nella maniera in cui si trova di presente.

c. Lettera Z, cc. 235r-236v.

Descrizione delle mutazioni, e miglioramenti che si possono fare nella nuova fabbrica del Palazzo Pretorio della Città di Pontremoli

Piano Ultimo, o sia Piano Nobile

Questo Piano è destinato per abitazione del Sig.e Vicario

La Pianta di Numero VI denota la distribuzione, che si potrebbe dare alle Stanze di questo Piano per ridurle ad uso più comodo, e decente.

Fabbricata la Scala al Pian Terreno, ed al Piano dei Mezzanini nella maniera descritta, si viene parimente quivi a formare l'andito di Lettera A dal quale si ha il passo alle Stanze di questo quartiere colla possibile libertà, e ciò con i seguenti Lavori.

Si aprirà una porta nel punto B dalla quale si entrerà nella Cucina di N° 6, un'altra porta si aprirà nel punto C e questa introdurrà nel Salotto di N° 4 dal quale si passa con trè diverse porte nella detta Cucina di N° 6, e nelle due Camere di N° 3 e 5, va chiusa la porta, che si trova nel punto D per render migliore la Camera di N° 3.

Dal predetto andito di Lettera A si passa nel ricetto di N° 1, e a questo nella Sala di N°2, la quale occuperà lo Spazio delle due Sottoposte Stanze dei Mezzanini Segnate nella Pianta di N°IV di N° 2 3. Dal medesimo ricetto si aprirà pure nella Stanza d'Udienza del Sig. Vicario di N° 11.

Nell'accennato ricetto di N° 1 si trova un'altra porta segnata G, che dà l'Ingresso ad uno Stanzino Sopra la Scala H servibile a diversi usi.

Dalla suddescritta Sala di N° 2 si passerà in un Salotto di N° 7, il quale pure comunicherà colla detta Stanza di udienza mediante una piccola porta da aprirsi nel punto F, e coll'Archivio Segreto di N° 10 per la Porta di Lettera E da questo Salotto si passerà in Seguito nelle trè Camere di Numeri 8. 9. 12.

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La Camera di N° 8 occuperà il Luogo delle due Stanze segnate nella Pianta del Piano dei Mezzanini di N° IV con i N° 12. 13., al quale effetto si demolirà il muro fabbricato a questo Piano, e marcato nell'annessa Pianta di N° V colle Lettere A A.

Il muro della facciata sulla Piazza in quel tratto che corrisponde alle Stanze di Numeri 2.3.4.5., e che non è ancora fatto si costruirà della grossezza di braccia uno, e un quarto per maggior sicurezza delle Volte che vi si vogliono sopra fabbricare. //

Le muraglie circondarie poi di questo Piano si faranno alte dal pavimento fino alla gronda del Tetto Braccia Fiorentine sette, e mezzo ed il comignolo si collocherà sopra il muro di mezzo, il quale però dovrò esser più alto dei Laterali quanto porta il pendio del Tetto medesimo.

L'annesso Profilo di N° VII dimostra come và fatto il suddescritto Tetto, e come devano incatenarsi le travi del medesimo frà Loro, e colle muraglie esterne. Questo Lavoro gioverà moltissimo a tenere unita la fabbrica, e da resistere alla Spinta delle volte di questo ultimo Piano.

Non pare che convenga alzare sopra il Portico già fabbricato un'altro ordine di Archi fino al Tetto, primieramente perche si aumenterebbe il Lavoro, e la Spesa senza un'utilità, e secondariamente si oscurerebbero le Stanze di Numeri 7.2.3.4.5. che sono le migliori di questo quartiere come si osserva esser seguito nelle Stanze dei mezzanini; Il Compenso adunque da prendersi sarà quello di formare sopra i detti Portici una Terrazza scoperta col pavimento lastricato di pietre subbiate, e ben commesse, e rircondato di una doccia parimente di pietra incassata in detto Lastrico, che raccolga le acque piovane, e le porti fuori di detta Terrazza.

È vero, che tali Terrazze pavimentate, o di Lastre subbiate // o anche di mattoni difficilmente impediscono il trapelamento delle acque nelle volte sottoposte quando non vi si può fare sotto un tetto che le separi dal piano scoperto della Terrazza; ma nel nostro Caso non si può fare il Tetto descritto a motivo che essendo le volte del Portico, e quelle delle Stanze quasi di Livello, il Piano della Terrazza verrebbe molto più alto del piano delle Stanze suddette dal che ne potrebbe nascere l'umidità nelle medesime.

In tale stato di Cose si può costruire la nominata Terrazza semplicemente come dimostra l'annesso Foglio di N° VII facendo sopra la volta dei Portici uno strato di smalto di Ghiaia minuta inclinato verso la Piazza e sopra lastricato di pietre ben commesse con le sue docce attorno, incassate nel detto Lastrico, che portino fuori le acque; e quando si vegga, che questo Lavoro non basti per difendere le volte dei Portici dall'umidità vi sarà sempre tempo senza portare niuna alterazione alla fabbrica di disfare la Terrazza medesima, e cuoprire la volta soprannominata con un tetto ben fatto, che non impedisca le finestre di questo piano, e non disconvenga alla proprietà, e decenza di questa fabbrica.

VII.6

A.S.F., Camera di soprintendenza comunitativa del compartimento fiorentino, Affari diversi a parte, 399, Ins. Pontremoli, 4 aprile 1780, copia, c. 293.

Copia

Illustrissimi Signori Gonfaloniere, e Priori Giuseppe Volpi,

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471 Francesco Fugazzi

Servi umilissimi della SS. LL. Illustrissime col più profondo Ossequio le Rappresentano esserle pervenuta notizia che il Magistrato loro possa essere venuto in determinazione di fare smantellare li Portici esistenti avanti alle Botteghe parte comprate, e parte allivellate alli Oratori; E siccome tale smantellamento ridonderebbe in grave danno, e pregiudizio delle loro Botteghe, quali restarebbero esposte alle piogge, alla maggiore intemperio dell'Aria, e non goderebbero più del benefizio d'essere coperte, vantaggio rimarcabile per una bottega alla quale in ogni tempo possono restare appese le loro merci senza timore, che possino soggiacere alli pregiudizj dell'Acque, e delle Nevi. Che per ciò in questi scritti colla dovuta riverenza si dichiarorono, e dichiarano che essi non intendono che sia fatta innovazione alcuna intorno a detti Portici, che possa pregiudicare al vantaggio, e benefizio che godono ora le loro Botteghe per essere coperte, in vista del qual vantaggio i ricorrenti hanno fatte le Oblazioni, e l'acquisto di dette Botteghe, che non avrebbero fatto, ò almeno per assai minore prezzo // se fossino state scoperte, instando che la presente venghi registrata agl'Atti della loro Cancelleria per potersene valere in ogni tempo contra quem, sen quo de Jure

E per tutti gl'effetti che di ragione

Letta nel Raduno Magistrale di 16 Settembre 1780 Fu detto registrarsi in Atti, e riporsi in filza

[…]

Gregorio Passeri Notaio Comunitativo

VII.7

A.S.F., Camera di soprintendenza comunitativa del compartimento fiorentino, Affari diversi a parte, 399, Ins. Pontremoli, 11 gennaio 1781, cc. 241r-243r1. A sinistra del testo: “Palazzo Pretorio della Città di Pontremoli”.

Illustrissimo, e Clarissimo Sig. Senatore, e Cav. Giovan Battista Nelli Soprassindaco, e Soprintendente all'Economico della Camera delle Comunità

Il Palazzo Pretorio della Città di Pontremoli è stato sempre anticamente costituito dalla Fabbrica, che tutt'ora serve di abitazione al Vicario Regio di detta Città, e dove sono i Banchi Civile, e Criminale, le Carceri Segrete, ed un'Archivio, come a colpo d'occhio si può rilevare dall'annessa Pianta dimostrativa che unisco alla presente segnata di N°I.

Ma dovendosi ora a forma degli Ordini assegnare il quartiere oltre al nominato Vicario Regio ancora al ministro Civile, e al ministro Criminale, i quali fino al presente hanno abitato Case a Pigione, è stata intrapresa a conto della Comunità negli anni scorsi la nuova Fabraccia del Palazzo pretorio per l'abitaz.e, e comodo di tutti i nominati ministri del Tribunale di quella Città in un sito che rimane sopra la Piazza

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principale di Pontremoli, e contiguo all'antico Pretorio, come lo dimostra la sopracitata annessa Pianta di N° I. //

La detta nuova Fabbrica do cui ora si tratta non è ancora ultimata mà il Lavoro della medesima è così avanzato, che và facendosi con tal sollecitudine che nella futura Primavera resterà del tutto finito. L'altra annessa Pianta dimostrativa segnata di N° II contiene il Piano Terreno, il Piano dei Mezzanini, e Piano Nobile di questo nuovo Palazzo Pretorio.

Al Pian Terreno come si può rilevare dalla medesima Pianta vi sono le Carceri Pubbliche degli Uomini, e delle Donne la Stanza per la Guardia dei Famigli e alcune Botteghe allivellate dalla Comunità ai Particolari.

Nel Piano dei Mezzanini vi sono i due Quartieri frà Loro Liberi del Ministro Civile, e Criminale colle respettive Stanze per i Banchi, e quantunque questi quartieri siano composti di stanze piccole, ciò non ostante essendo in numero sufficiente, pare che i sud.i Quartieri possino servire al necessario Comodo di detti due ministri.

Il Piano nobile, ed ultimo di questa nuova Fabbrica è destinato per abitazione del Vicario regio. Questo Quartiere quantunque abbia l'istesso difetto degli altri due, cioè della piccolezza delle Stanze, ciò non ostante a motivo // della quantità delle medesime può dare il necessario comodo al detto Vicario Regio. E da notarsi che nel sito ove è stata fatta la fabbrica di cui si tratta esiste una Loggia, o sia Portico dalla parte della Piazza, che si estende quasi per tutta la Lunghezza della facciata del Palazzo Pretorio, e giunge all'Altezza del Piano nobile. Questa Loggia adesso rende oscure tutte le Stanze dei mezzanini che corrispondono sulla Piazza, e sotto le dette Logge, giacchè avendo le finestre poco sotto la volta delle medesime pochissima Luce possono ricevere. Nella visita da me fatta ho riconosciuto che veramente le dette Stanze in numero di sette, per la Loro oscurità, e per esser prive di Aria si rendono quasi inservibili, e per ridurle all'uso per cui sono state fatte è necessario demolirle. Un'altro motivo ancora per la proposta demolizione può essere il Reflesso della non mediocre Spesa, che occorrerebbe fare per ridurre la detta Loggia al di sopra ad uso di una Terrazza Scoperta, per eseguire il qual Lavoro in modo che l'acqua non possa filtrare attraverso la volta, e muraglia della Facciata vi vorrebbe certamente una Somma riguardevole. Ben'è vero per altro, che siccome sotto a questa Loggia, esistono le Finestre delle Carceri Pubbliche, e tre Botteghe allivellate dalla Comunità, le quali ricevono qualche comodo da detta Loggia in tempo piovoso, così non pare che si debba privare affatto di tal comodo le dette Botteghe, e Carceri Pubbliche, ma sostituire alla detta Loggia delle Tettoje di Legname fatte con pulizia, ed amovibili in maniera che non siano disdicevoli al decoro della Fabbrica.

Le Carceri Segrete sono separate dal nuovo Pretorio mediante un Cortile, come dimostra la Pianta di N° I. Due di esse Carceri segrete esistono nei Sotterranei del Vecchio Palazzo Pretorio sotto le Stanze di N° 5.6. corrispondenti sul Fiume Magra, e sono così basse che ad ogni mediocre escrescenza sono inondate dalle acque del medesimo, e perciò non sono al presente di alcun'uso. Altre quattro sono poste in due Piani della Torre ai Numeri 16.17, e queste son buone, e sane, onde rispetto ad esse basta solo trovare il sito da fabbricarne due altre in Luogo di quelle inservibili, e ciò con occupare il Ricetto di N° 15, e farvi un Divisorio come dimostra L'altra pure annessa Pianta di N° 3.

Il Soprastante delle Carceri abita al presente per Camera il ricetto di N° 15, e due piccoli, e // cattivi Stanzini sopra i Numeri 3.3.14 come dalla Pianta di N° I.

Se adunque coll'aumento delle Carceri si viene a togliere al medesimo la Camera, bisogna pensare a restituirgliela in altro posto comodo, e questo si può fare con assegnarli la Stanza dell'Archivio di N° 4, e i due Stanzini di Numeri 3.3., e Stanza sopra i medesimi ad uso di Cucina.

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Per fare queste reduzioni di Carceri, e Quartiere del Soprastante sono necessari diversi Lavori, i queli si trovano descritti nell'annessa nota di N° 4, che a forma della medesima importeranno il valore di Scudi...S. 126.2.1.8

In ultimo devo accennare che in una parte dell'antico Palazzo Pretorio si può ricavare una comoda abitazione per il Bargello di Pontremili, che presentemente tiene una Casa a pigione, assegnando al medesimo tutta quella porzione che nella Pianta di N° I è colorita di Giallo, e composta delle Stanze di Numeri 7.8.9.10.11.12.13, oltre a quelle che sono al Secondo Piano sopra i Numeri 10.11.12.13. Per fare la Separazione, e riduzione di questo quartiere si rendono necessari alcuni Lavori che si trovano descritti nell'Annessa nota di N° V, a forma della quale vi occorrerà una Spesa di Scudi 30.6.

Onde in tutto abbisognerà per ridurre questo Palazzo Pretorio nella maniera descritta la somma di Scudi 157.1.1.8

Il Restante della Fabbrica del Vecchio Pretorio consiste nel Salone di N° 1, e nelle Stanze Numeri 2.5.6. rimarrà alla Comunità per farne quell'uso che crederà più utile, e conveniente al proprio bisogno. Che è quanto ho creduto di dover rappresentare a V.S. Illustrissima, e Clarissima, in ordine alla Commissione datami della Visita del Palazzo pretorio della Città di Pontremoli. E con tutto l'ossequio ho l'onore di confermarmi

Di V.S.a Illustrissima, e Clarissima

Questo dì 11 gennaio 1781

Convengo pienamente nei Lavori proposti dal Signore Ingegnere Neri Zocchi nella presente Relazione da eseguirsi nel Palazzo Pretorio della Città di Pontremoli, e credo che ne vada ordinata la Loro pronta effettuazione per render compita quella Fabbrica, come si desidera.

C.a Giuseppe Salvetti

Umilissimo Obbligatissimo Devotissimo Servitore C.a Neri Zocchi

VII.8

A.S.F., Camera di soprintendenza comunitativa del compartimento fiorentino, Affari diversi a parte, 399, Ins. Pontremoli, 11 gennaio 1781, c. 250r-251v2.

N° IV Nota, e Valuta dei Lavori da farsi per la nuova aggiunta, ed accomodamento

delle vecchie Carceri Segrete, e del Quartiere del Soprastante

Per la nuova Scaletta da farsi nell'attual Ricetto, occorre demolire quella che vi è di presente e di poi và formato il divisorio della nuova Scala grosso un mezzo braccio, alto compreso il fondamento fino sotto

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474

il Tetto Braccia 15 in circa di ragguagliato, e lungo Braccia 6 riquadra Braccia 90 a £ 1.3.4 l Braccio quadro importa Lire... £ 105.

Per N° 31 Scalini di Pietra in tutta la Scaletta murati con volticciola sotto, come anche compresa la volticciola ai Ripiani pavimento si pone la Spesa di …...£ 120.

Per il rialzamento da farsi del muro della facciata AA di Braccia quattro in circa essendo Lungo Braccia 5, e grosso tra quarti di Braccio riquadra Braccia 20 a £ 1.6.8. il Braccio quadra...£ 26.13.4 Per il Rialzamento di quella parte di Tetto, che rimane sopra la Scaletta, essendo Braccia quadre 60, e dovendosi // porre molti materiali nuovi con Legnami si valuta a Ragione di £ 1.5. il Braccio quadro, onde importerà ………£ 75.

Per chiudere la Porta dell'Archivio segnata B ………£ 10.

Per accomodar usci, e finestre delle Stanze di N° 6.6, e 7, e della Scaletta come dalla Pianta di N° III si pone ………...£ 30.

Per il divisorio CC per formare la nuova Segrete al primo Piano di N° 9 Lungo Braccia 9 ½ alto dal Piano sud.o fino sotto la volta Braccia 5 di ragguagliato, e grosso Braccia 1 ricuba Braccia 47 ½ a ragione di £ 1.6.8 il Braccio cubo importa ………...£ 63.6.8 Per l'accomodamento della Porta D. rimuramento della Finestra E, e apertura di una nuova Finestra F, che prenda Luce dal ripiano della Scala, Luogo Comune, si pone in tutto la Spesa di circa..£ 60

Per il divisorio, CC, da farsi al Piano Superiore lungo come sopra Braccia 9 ½ alto fin sotto la soffitta // Braccia 8, e grosso Braccia 1 ricuba Braccia 76 a £ 1.6.8 come sopra …...£ 101.6.8 Per la volta da farsi alla nuova segrete sopra quella di N° 9 lunga Braccia 9 ½ largo Braccia 4 ½ misurata in Piano, e grossa mezzo Br.o riquadra Braccia 42 ¾ valutata a ragione di £ 3 il Braccio quadro compresi i rinfianchi importa …...£ 126.5. Per il Rimuramento della medesima Finestra E, apertura dell'altra F sopra il Tetto della Scaletta e Luogo Comune come sopra …...£ 60.

Và fatto un pezzo di muro nel Cortile nel Posto GG, perchè nell'occasione di dover condurre i Carcetati al Banco Criminale nel nuovo Palazzo Pretorio ad esaminarsi non siano veduti da chi può essere nel Cortile suddetto, ed a tale effetto si farà nel muro medesimo una Porta con sue Imposte da chiudersi all'occorrenza, il detto muro sarà lungo // braccia 10 alto braccia 6 sopra il Piano del Cortile, e con braccia ½ di fondamento, e grosso mezzo braccio riquadra braccia 79 a ragione di £ 1.3.4 il braccio quadro finito……….………..£ 87.10. Per L'Imposte della Porta si pone ……….………..£ 18.

Somma in tutto £ 884.1.8 Che sono Scudi S. 126.2.1.8

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A.S.F., Camera di soprintendenza comunitativa del compartimento fiorentino, Affari diversi a parte, 399, Ins. Pontremoli, 11 gennaio 1781, c. 2523.

N° V Nota, e Valuta dei Lavori necessari per formare il Quartiere del Bargello in una parte dell'antico

Palazzo Pretorio ove abita al presente il Vicario Regio della Città di Pontremoli, e che verrà dal medesimo abbandonato quando sarà ultimata la Fabbrica del Nuovo Pretorio

In quella Parte, di quartiere che nell'annessa Pianta di N° I contrassegnata col colorito giallo, e composta delle Stanze di Numeri 7.8.9.10.11.12.13, oltre quelle al secondo Piano che sono sopra le Stanze di Numeri 10.11.12.13 sarà il quartiere da destinarsi al Bargello per ridurre il quale occorrono i seguenti Lavori.

Nel punto A occorrerà fare una Scaletta di quattro Scalini per Salire dal Cortile al Piano della Sala di N°

13, aprire la Finestra, e ridurla ad una Porta colla Spesa di circa ……… £ 40.

Và aperta una Porta nel Punto B, e fatta la sua imposta colla spesa di circa...£ 30.

// Và aperta un'altra Porta nel Punto C come sopra colla spesa di circa.…... £ 30.

Vanno rimurate le due Porte DD nella Sala di N° 7, e ciò colla Spesa di circa...£ 16.

Per quelle piccole accomodature, ed acconcimi, che potranno occorrere alle Imposte delle Porte, e Finestre ai Tetti si pone la Spesa di circa...£ 100.

Somma in tutto £ 216. Che sono Scudi S. 30. 6. Nel secondo Piano sopra le Stanze di N° 10.11.12.13 vi sono numero tre Stanze, ed un'Andito che li rende libere, ed alle quali si perviene per la Scaletta E che rimane della Cucina di N° 9. queste Stanze sono formate con Divisorj di Legname, e però poco abitabili ma solamente per uso di riporre robe. Le sud.e Stanze si potrebbero ridurre buone con farvi dei Divisorj di muro, e renderle accessibili con una Scala a due Branche da farsi nello Stanzino di N° 8, ma come che ciò porterebbe della Spesa non tenue, e non essendovi un preciso bisogno di far questo Lavoro, giacchè il quartiere Terreno che contiene una Sala, tre Camere Libere, una Cucina, e due Stanzini sembra sufficiente per la Famiglia di un Bargello, così crederei che si dovesse tralasciare un tal Lavoro, riserbandosi a farlo quando un maggior bisogno lo richieda.

VII.10

A.S.F., Camera di soprintendenza comunitativa del compartimento fiorentino, Affari diversi a parte, 399, Ins. Pontremoli, 13 aprile 1781, cc. 273r-274v. In alto a destra: “Sul proposito dell'Intimazione fatta al Portugali per dependenza dalla mala costruzione del Pretorio”.

Illustrissimo Clarissimo Sig. Sig. Padrone Colendissimo

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Pontremoli

Scritto 19 aprile 1781, e 9 maggio detto

Trovandosi V.S. Illustrissima, e Clarissima in Pontremoli per affari à Lei comessi dal Reale Sovrano, incaricò il Sig. Ingegnere Neri Zocchi a portarsi alla visita della nova fabbrica di già incominciata del Palazzo Pretorio, e comesse altresì al suddetto Sig. Ingegnere di farne una distinta, ed imparziale perizia col mezzo d'una relazione.

Ridusse questi a quattro capi la di lui relazione, e nel primo fa vedere che il Portugali avea mancato nell'arte, rilevandosi ciò al §: In quanto = ove dice che il Lavoro fatto dai fundamenti, e sopra terra è stato questo eseguito secondo le buone regole dell'arte. Mà confessa altresì che elli non deve dissimulare che il rimanente del lavoro è stato fatto con poca diligenza, ed esattezza, avendo esso ritrovato che diversi pezzi di muro altro in sostanza non sono che un'ammasso di sassi mal disposti, ed alla rinfusa con troppa quantità di calcina.

In altro § poi che comincia = all'enunciata cattiva costruzione = ripette elli in parte lo sgongiamento seguito nella muraglia esterna, ed il distacco della detta muraglia per non avere usata la necessaria diligenza nel ben collocare, spianare, calzare, e battere i sassi, e passa à riferire che in questo luogo necessario sarebbe un pronto riparo pria di proseguire il rimanente della fabbrica, che per assicurarla necessarie sarebbero state due cattene, da collocarsi al di sopra delle vuolte dei mezzanini al pavimento del piano nobile, ponendovi queste bene tirate frà le due muraglie esterne con grossi palletti appoggiati à lunghe pietre non meno di braccia una, e mezzo.

Passa finalmente à proporre per un temperamento equitativo che tornerebbe bene che la Comunità facesse il descritto resarcimento, aggravando per altro il nominato Portugali del valore della sola mettà del sud.o rissarcimento, trattandossi d'una tenue spesa.

In vista di quanto riferito aveva il suddetto Sig. Ingegnere nella di lui relazione abbassata da V.S. Illustrissima, e Clarissima al Sig. Vicario, quale relazione mi pervenne con di lui biglietto, e fu questa comunicata dal Notaio Comunitativo al suddetto Portugali, quale non reclamò; e ciò non ostante stimai di mio dovere sotto il di 11 dicembre 1780 far citare al Portugalli per giorno certo à vedere far eseguire quanto era stato riferito, ed ordinato dal preddetto Sig. Ingegnere, facendoli anche à quest'effetto notificare la detta Relazione. //

Eccepì il Portugali à tale citazione, ed allegò che mancava nel Magistrato l'azione di agire stante la mancanza della permissione voluta dalla Souvrana Legge, e che la Relazione non ha forza di sentenza, ostando di rifondere la mettà dell'importo delle suddete catene, non essendo queste necessarie. In vista di ciò ho firmato di mio dovere partecipare a V.S. Illustrissima, e Clarissima lo stato della presente questione pria di proseguirla, poiche se mi sono indotto à fare gli atti contro il cottimante Portugali, io ho riguardata la commissione abbassata da V.S. Illustrissima, e Clarissima al predetto Sig. Ingegnere per un ordine sovrano, giacche si vede che il suddetto Portugali ha mancato nell'arte, e perciò poco interessava la Comunità che fosse, o non fosse giudiziale, mentre constito della cattiva construzione di detta fabbrica inutile si rende ogni ulterior questione.

Tanto ho l'onore di far presente a V.S. Illustrissima e Clarissima, e quall'ora essa credesse che ciò non ostante necessaria vi fosse l'assenso à forma delle veglianti Leggi per fare una simile causa, mi ho ardito

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477

supplicarla di concederla, e di convalidare // gli atti in tale causa fatti, e con tutta la stima, e rispetto profundamente inchinato sono

Di V.S. Illustrissima e Clarissima

Pontremoli 13 aprile 1781

Devtissimo Obbligatissimo Servitore Aurelio Maracchi Gonfaloniere

VII.11

A.S.F., Camera di soprintendenza comunitativa del compartimento fiorentino, Affari diversi a parte, 399, Ins. Pontremoli, 4 maggio 1781, c. 275.

Illustrissimo Clarissimo Sig. Sig. Padrone Colendissimo

Ricevuta la pregiatissima di V.S. Illustrissima, e clarissima segnata li 19 aprile prossimo passato, la medesima la feci pervenire nelle mani del Sig. Aurelio Marracchi attual Gonfaloniere di questa Città, che mi ha dato in replica il foglio, che originalmente mi do l'onore di compiegarle, potendole dire quanto al med.mo che l'esposto è vero, e che la Comunità ha tentato tutti i Mezzi per un accomodamento delle Sentenze, di cui si tratta, con il Maestro Muratore Portogalli, dopo di chè credendo che la Perizia del Sig. Ingegnere Zocchi, per di Lei Ordine fatta, fosse validamente fatta, quantunque mancante della Citazione del Medesimo, e così potesse essere obbligato alla Spesa della Catena, conforme viene ordinato in detta Perizia, né fu principiata Causa, la quale, per dare esecuzione alla detta Perizia, in conformità degl'Ordini di V.S. Illustrissima, e Clarissima pensavano di potere intraprendere, e nella quale, nel doversi da me decidere vi cadono alcune difficoltà, onde il detto Gonfaloniere per fare tal Causa, al presente per l'obiezione della Parte avversa si è risoluto ricorrere per fare detta Causa a V.S. Illustrissima, e Clarissima da cui domanda la permissione di farla, e molto più che per il buon esito della medesima sarebbe necessario resultasse, che l'enunciata Perizia fosse stata legalmente fatta, sebbene non citata parte, e che in oltre venissero sanati i pochi atti fino a qui stati fatti, senza di che troverei nella resoluzione dei dubbi.

// Tanto mi trovo in obligo di fare presente a V.S. Illustrissima, e Clarissima; cui umiliando il mio più profondo rispetto mi glorio confermarmi

Di V.S. Illustrissima, e Clarissima

Pontremoli 4 Maggio 1781

Illustrissimo, e Clarissimo Sig. Senatore

Soprassindaco / Firenze / Devotissimo ed Obligatissimo Servitore Pietro Mordini Vicario

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A.S.F., Camera di soprintendenza comunitativa del compartimento fiorentino, Affari diversi a parte, 399, Ins. Pontremoli, non datata (1781), cc. 276r-277r.

In risposta alla Lettera del Sig. Senatore Soprasindaco, che V.S. Illustrissima si compiace comunicarmi devo pregarla di prender in considerazione, che il Sig. Senatore Soprassindaco disse in camera di sua Udienza presenti varie persone, che egli avea una particolar incumbenza da S.A.R. sopra questo Palazzo Pretorio, perciò diede ordine al Ingegnere Sig. Neri Zocchi che visitasse La detta Fabbrica osservando la qualità de Lavori eseguiti rapporto alla Loro buona costruzione, e stabilità. In conseguenza di che il suddetto Sig. Zocchi con sua relazione de 11 agosto 1780 disse in sotanza che avea trovato in certo tratto della Fabbrica una cattiva costruzione de Muri, e che da questa n'era derivato principalmente certo sgonfiamento, onde meritava un pronto riparo, e che erano necessarie due catene, per non intraprender una spesa veruna disputa, e trattandosi di tenue spesa, aggravava il Muratore della sola metà di detto resarcimento, come diffusamente si rileva da detta Relazione. Subito dunque che fu possibile fu provvisto il ferro, e si tentò à norma // degl'Ordini veglianti di far amichevolmente un tal lavoro, come potrà informarsi dal Sig. Giovanni Falaschi e come meglio potrebbe deporre il fu Sig. Au.to Passeri, che segnatamente non lo volle assistere; tutto dunque fu inutile, e tutto ricusò, onde fummo obbligati di farlo citare giudicialmente à veder metter le catene, eccepì a tale citazione, al che si dovette replicare, e in sostanza sono corse trè scritture per parte, allegandosi soprattutto dalla parte avversa la mancanza della Licenza necessaria per intraprender liti dalle Comunità: si troviamo dunque, non volendo, ingolfati in un Giudizio, benche di pochi atti senza questa Licenza, che dal Magistrato non si credeva necessaria perche la detta Relazione ci venne partecipata da V.S. Illustrissima di commissione di detto Sig. Senatore che oltre la Soprintendenza ordinaria che egli ha sopra le Comunità, aveva già dichiarato di aver una particolar incumbenza da S.A.R. Sopra la detta Fabbrica, onde credevamo di dover senza altra dipendenza eseguire ciò che vaniva prescritto in detta Relazione.

In tali circostanze dunque è necessario che il predetto Sig. Senatore presti la Sua approvazione agl'atti // agl'atti fatti, o volendo, che si riprenda la Causa ex integro, sijno abbonate le piccole Spese, che possano importare gl'Atti seguiti: altrimente ad onta del Lavoro fatto con mala fede trionferebbe il Muratore Portogalli con poco decoro del Magistrato Comunitativo.

Che è quanto con tutto il rispetto mi dà l'onore di rappresentarli. E con tutta la Stima mi confermo Di V.S. Illustrissima

Devotissimo et Obbligatissimo Servitore Il Gonfaloniere

VII.13

A.S.F., Camera di soprintendenza comunitativa del compartimento fiorentino, Affari diversi a parte, 399, Ins. Pontremoli, 26 settembre 1781, c. 264.

5.

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Devo rappresentare a V.S Illustrissima, che la Fabbrica di questo nuovo Palazzo Pretorio incominciata fin nell'anno 1779, rimane attualmente imperfetta, ed in conseguenza inabitabile dai Ministri di questo Tribunale, i quali malamente abitano fuori del Tribunale l'uno a Dorcina, l'altro a Pigione.

Non si sa qual motivo induca la Comunità a ritardare tanto l'esecuzione di tal Fabbrica, e particolarmente in questo tempo, che è restata del tutto abbandonata. I lavori, che restano a farsi per renderla compita, non sono molti, né di gran conseguenza, giacchè si tratta di fare i Pavimenti al piano destinato per il Vicario Regio, e l'intonaco delle Pareti, e Volte del d.o Quartiere oltre i lavori di Legnaiolo per le finestre, e Porte, che si potrebbero eseguire in poco tempo trattandosi di poter fare tutto al Coperto, e particolarmente adesso, che è buona stagione senza indugiare all'inverso, nel quale le giornate sono più corte, e cattive, e rimane ancora da ristabilire l'intonaco de' Quartieri dei Notari, che è in parte caduto per non essere stato in tempo opportuno coperto il tetto.

Intanto conviene, che il Notaro Criminale seguiti a fare le incumbenze del suo Ministero nella Casa di sua abitazione, e serve questo d'un incomodo al med.o notaro per essere ristretto di casa, // e molte volte conviene, che passi la gente di sua Famiglia dalla Stanza dove attualmente stà ad esaminare, e converrebbe, che prontamente fossero ristabilite, le due stanze, che sono accanto alla Casa del soprastante alle Carceri, nelle quali detto Notaro Criminale potrebbe fare le sue incumbenze,e far banco, ed aver pronti gli esecutori nell'occorrenze.

Essendosi rese inutili le premure, che ho fatto a questo magistrato, perché resti ultimata la fabbrica, e specialmente i Quartieri dei Notari, ho creduto mio dovere farlo presente a V.S. Illustrissima ed effetto che Ella possa prendere quelle misure, che crederà convenienti per il migliore servizio di Giustizia. E pieno di vera Stima, ed ossequio ho l'onore di confermarmi

Di V.S. Illustrissima Pontremoli 26 settembre 1781

Illmo Sig. Auditore Fiscale

/ Firenze / Devotissimo, ed Obbligatissimo Servitore

Pietro Mordini Vicario

VII.14

A.S.F., Camera di soprintendenza comunitativa del compartimento fiorentino, Affari diversi a parte, 399, Ins. Pontremoli, 9 ottobre 1781, c. 255. In alto a sinistra: “Pontremoli per i lavori al Pretorio”.

Altezza Reale scritto 10 novembre 1781

L'Iusdicente di Pontremoli avvisa, che i risarcimenti stati incominciati in quel Pretorio in sequela degli ordini veneratissimi di V.A.R., sono rimasti sospesi, senza che la Magistratura Comunitativa, cui incombe, ed alla quale sono state fatte le più premurose istanze per la prosecuzione dè medesimi, si dia pensiero di farli proseguire.

Questo incaglio essendo di qualche notabile pregiudizio alla Spedizione degl'affari di quel Tribunale, ed all'amministrazione della Giustizia, attesochè i Ministri sono costretti con disagio, e con Spesa ad abitare, e a tener banco fuori dal Pretorio, mi ha mosso a renderne informata la R.A.V., acciò si degni di

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dare ordini precisi a chi occorre // perché subito venga rimessa mano agl'indicati risarcimenti, e siano resi ultimati dentro un termine da prefiggersi dalla R.A.V. E profondamente m'inchino.

Di Vostra Altezza Reale

Pres.a lì 9 ottobre 1781

S.A.R. Ha rescritto = Il Senator Soprassindaco, e Soprintendente delle Comunità provveda sollecitamente al caso, di cui si tratta a forma degli ordini. Dato in Firenze lì 13 Ottobre 1781

Per il Direttore delle Reali Finanze V. di Schmidveiller

F. Allandi

Umilissimo servo e suddito

Domenico Brichieri Colombi Auditore Fiscale

VII.15

A.S.F., Camera di soprintendenza comunitativa del compartimento fiorentino, Affari diversi a parte, 399, Ins. Pontremoli, 10 novembre 1781, c. 279.

Pontremoli 10 novembre 1781

Al Sig. Vicario = S.A.R. Informata che nonostante i replicati Ordini dati non son peranche rimasti ultimati i Lavori occorrenti per ridurre in buon grado la Fabbrica di cotesto Pretorio, con Veneratissimo Rescritto de 13 del caduto si è degnata di comandare che Io provveda sollecitamente al caso di cui si tratta a forma degli Ordini.

Non può certamente non far maraviglia che non si trovino effettuati quei resarcimenti, e Lavori che anco dal rapporto fattone dall'Ingegnere Sig. Neri Zocchi negli 11 del passato Gennaio si rilevava che erano molto avanzati, e che ben poco vi restava per concluderli al suo termine.

Essendo necessario pertanto che anco cotesto Pretorio sia senza maggior dilazione costituito in quel grado di decenza, e stabilità voluta dall'Editto de 30 settembre 1772, e in conformità della Circolare dè 16 Maggio 1778 di cui le compiego una copia per regola, // V.S. Illustrissima si contenterà di far sapere alla Magistratura Comunitativa che immediatamente procuri di far render compiti i Lavori che mancano alla divisata Fabrica secondo la Relazione, e Piante annesse del predetto Sig. Ingegnere Zocchi, non lasciando dopoche ne sarà stato fatto l'uso opportuno di ritornarmi le ingiunte Piante segnate di Numeri 1.2.3, Le quali per essere originali è necessario che si conservino nelle Filze di questa Camera.

E per il caso che venisse differita L'esecuzione dei Lavori suddetti, o non fosse proseguita con tutta la possibile celerità, Ella non Lascerà di darmene parte perche possano prendersi le disposizioni che occorrono.

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481 VII.16

A.S.F., Camera di soprintendenza comunitativa del compartimento fiorentino, Affari diversi a parte, 399, Ins. Pontremoli, 19 novembre 1781, cc. 294r-295r. A sinistra del testo: “Protesta”; in basso a sinistra: “Dolfi, e LL. CC. e Comunità”.

Copia Atti N° 110

Avanti L'Illmo Sig.re Vicario di Pontremoli compariscono

Giuseppe Dolfi, come Cessionario d'Allessandro Lupi, Bonifazio Cella, e Francesco Fugazzi ciaschedun di Loro per il Loro proprio respettivo interesse, e come meglio Ved'a V.S.Illustrissima narrano, ed'espongano avere avuta tale quale notizia, che questo Illustrissimo Magistrato Comunitativo voglia procedere alla demolizione dei Portici esistenti avanti il Pretorio nella Piazza inferiore di questa Città, sotto del quale Portico il Comparente Dolfi una delle due Botteghe che il detto Lupi Cedente nel di 13 luglio 1780 a titolo di Compra acquistò da questa Illustrissima Comunità, come da Instrumento rogato dal Sig. Notaio Gregorio Passeri, che qui assieme all'instrumento di cessione dello stesso giorno ed anno, che qui pure con animo, ed i secondi ciò è detto Cella, e Fugazzi possedono sotto detti Portici cischeduno di Essi una Bottega a titolo di Livello // acquistata da questa Illustrissima Comunità per le quali, cio è il detto Cella paga annualmente a titolo di Canone lire quarantadue moneta Fiorentina, e detto Fugazzi paga lire similmente Fiorentine, come da instrumento rogati dal suddetto Sig. Notaio Gasperi del di 13 Luglio 1780, e 14 dicembre 1780 che qui pure con aninio

Narra similmente come seguendo tale demolizione restarebbero le Loro respettive Botteghe notabilmente deteriorate di prezzo, stante che vorrebbero ad'essere esposte all'intemperie dell'Aria, ed alle Acque, ai quali pregiudizi, non restano soggette esistendo i Portici, in vista del qual comodo i Concorrenti, fecero le obblazioni per le quali le vennero deliberate, che non averebbero fatto senza il comodo di tali Portici; che perciò constituiti in giudizio avanti V.S. Illustrissima protestoranno, e protestano come altre volte, e segnatamente nel Raduno Magistrale del dì 16 dicembre 1780 di tutti i danni, spese // ed'interessi, che per tal demolizione verranno a soffrire, e patire i Comparenti, e di tutto ciò, che gli è stato, e gli è Lecito di potere protestate, instando notificarsi la presente all'Illmo Sig. Gonfaloniere, e Priori di questa Comunità, all'effetto che non possa allegarsene ignoranza, e per tutti gli effetti, che di ragione risservandosi i Comparenti di agire a Suo luogho, e tempo contro chi di ragione per i Loro danni, e con l'azione quanti minor e come meglio nell'caso che seguisse tale demolizione e così non solo, ma in ogni deducento e dalle spese

Tambeccari Priore Esit con detti documenti 19 Novembre 1781

[…] //

Illustrissimi Signori Gonfaloniere e Priori Rappresentanti la Comunità di Pontremoli Atto N° 110

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A.S.F., Camera di soprintendenza comunitativa del compartimento fiorentino, Affari diversi a parte, 399, Ins. Pontremoli, 5 gennaio 1782, c. 285r.

Illustrissimo Clarissimo Sig. Sig. Padrone Colendissimo

Fin sotto dì 19 novembre prossimo passato partecipaj a questo Magistrato Comunitativo la lettera di V.S. Illustrissima, e Clarissima in data de 10 novembre detto, relativa all'ultimazione della Fabbrica di questo Pretorio, e comunicaj al medesimo Magistrato la Relazione, e Piante del Sig. Ingegnere Zocchi, acciò in conformità del Benigno Rescritto de 13 ottobre scaduto, colla maggior celerità ultimasse i Lavori di questo Pretorio.

Il Magistrato fece subito proseguire i Lavori, ma dopo pochi giorni li tralasciò, non mancaj d'avvertire il Magistrato a farli proseguire, ed in fatti li riprese, proseguendoli con la maggiore indifferenza, e lentezza, vedendo ora, che del tutto è stata abbandonata detta Fabbrica, e che inutile si renderebbe ogni premura ulteriore, che potessi fare al Magistrato, acciò la terminasse. Io, in conformità di quanto mi prescrisse colla stimatissima sua de 10 novembre scaduto, ne porgo il presente avviso a V.S. Illustrissima, e Clarissima, acciò possa prendere quelle misure, che crederà convenienti, accià restino eseguiti i Sovrani Comandi.

E pieno di vera stima, ed ossequio ho l'onore di confermarmi Di V.S. Illustrissima, e Clarissima Pontremoli 5 gennaio 1782

Illustrissimo, e Clarissimo Sig. Senatore

Soprassindaco / Firenze / Devotissimo, ed Obbigatissimo Servitore Pietro Mordini Vicario

VII.18

A.S.F., Camera di soprintendenza comunitativa del compartimento fiorentino, Affari diversi a parte, 399, Ins. Pontremoli, 10 gennaio 1782, c. 281r-282r.

Altezza reale

Con Rescritto de' 13 ottobre prossimo passato emanato in piè di una Partecipazione dell'Auditor Fiscale che esponeva esser rimasti Sospesi i Lavori occorrenti per costituire in buon grado la Fabbrica del Pretorio di Pontremoli, si degnò V.A.R. d'incaricarmi di provvedere sollecitamente al caso del quale si tratta a dorma degli ordini.

Io non lasciai con mia Lettera de' 10 novembre decorso di far intendere per mezzo del Vicario Regio a quella Magistratura Comunitativa che immediatamente procurasse di far render compiti i pochi lavori che mancavano alla divisata Fabbrica, e che faceva maraviglia che non fossero stati peranche ultimati con averli aggiunte le più precise Istruzioni.

Speravo che queste nuove premure avvalorate dal precitato Rescritto Sovrano fossero valevoli per ottener l'intento, e più efficaci di tante altre da me precedentemente rinnuovate. //

(21)

483

Ma nell'annessa lettera il divisato Vicario Regio mi referisce che non ostante le sue insinuazioni, e proteste, la magistratura ha fatto per due volte riassumere opportunamente gli enunciati Lavori colla maggior lentezza, e poi secondo il solito gli ha lasciati in abbandono.

Dopo i replicati ordini da me partecipati, e gli avvertimenti fatti per risvegliare la magistratura al puntuale adempimento de' medesimi, io non ho altro mezzo che di dar parte di questa ostinata indolenza all'A.V.R. Per chè possa compiacersi di comandare quanto stimerà più espediente per chè non restino ulteriormente differiti i resarcimenti, e lavori da ultimarsi nel Pretorio Suddetto. //

E umilmente inchinato le bacio il Real manto Di V.A.R.

Dalla Camera delle comunità 10 gennaio 1782

Umilissimo Servo e Suddito

Giovan Battista Nelli Soprassindaco

VII.19

A.S.F., Camera di soprintendenza comunitativa del compartimento fiorentino, Affari diversi a parte, 399, Ins. Pontremoli, 15 gennaio 1782, c. 280r.

24.

Illustrissimo, e Clarissimo Sig. Sig. Padrone Colendissimo

scritto 28 Genno 1782 S.A.R., alla quale ho fatta presente l'annessa Partecipazione di V.S. Illustrissima, e Clarissima, concernente gli interrompimenti dei nuovi Lavori ordinati al Pretorio di Pontremoli, e la lentezza che dimostra il Magistrato di quella Comunità riguardo ai medesimi, vuole, che ella di nuovo insista, perchè siano prontamente terminati, così richiedendo il servizio di quel Pubblico, ed in appresso renda conto del resultato con sua Partecipazione nelle solite forme.

Nel partecipare a V.S. Illustrissima, e Clarissima i surriferiti Sovrani Comandi, passo all'onore di protestarmi col più distinto ossequio

Di V.S. Illustrissima, e Clarissima

Di Segreteria di Finanze, lì 15 gennaio 1782 Per il Direttore delle Reali Finanze

V. di Schmidveiller

Sig. Senatore Soprassindaco e Soprintendente

alla Camera delle Comunità Devotissimo, ed Obbligatissimo Servitore Francesco Adeodato Marmi

(22)

484 VII.20

A.S.F., Camera di soprintendenza comunitativa del compartimento fiorentino, Affari diversi a parte, 399, Ins. Pontremoli, 19 gennaio 1782, cc. 291r-292r.

Avendo noi qui appiè sottoscritti Capi Maestri, e Periti Muratori d'ordine di questa Illustrissima Magistratura Comunitativa visitata la Fabbrica del Palazzo Pretorio di Pontremoli per riconoscere se potevasi senza pericolo alcuno di detta fabbrica procedere alla demolizione del Portico consistente in arcate otto, ed esistente avanti di essa della parte verso la Piazza, fatte le debite osservazioni, e necessari riscontri dichiarando il nostro sentimento giudichiamo, che quando ancora non si volesse curare l'utilità, ed abbellimento, che porta detto Portico alla fabbrica sudetta architetata sull'esistenza di esso, e dove nell'occasione di Fiera, e di Mercati, che sogliono fasi due volte la settimana nella Piazza al detto Portico annessa, trovano un riparo dalle acque le genti, che ad esso concorrono, e custodiscano le loro merci, giudichiamo, si disse, non potersi fare tale demolizione senza pericolo della Fabbrica del Pretorio, al quale resta appoggiata.

Poiche abbiamo riscontrato, che la Fabbrica sudetta del Pretorio in quella parte, che resta in confine alla Casa dell'Illustrissimo Sig. Balì Ascanio Venturini tirando il piombo, come abbiamo fatto con tutta // l'esattezza sorte per la longhezza di braccia ventiquattro dalla sua linea perpendicolare soldi due Fiorentini, e per Braccia trenta andando verso la Casa del Sig. P. Giovanni Marsilli è fuori di perpendicolo soldi uno, e denari sei. E siccome il muro della facciata del Pretorio per tutta quella estensione, che s'inalza sopra il Portico è stato fabbricato su d'una muraglia vechia, che ha per appoggio il Portico suddetto, ed elevato sopra detto Portico per braccia dieci con una cornice nel suo fine di sporto in fuori di un braccio, essendo detto muro troppo sotile non oltrepassando in grossezza soldi diciotto fiorentini, perciò giudichiamo, che levandoli tale appoggio, col trapiombo che ha la muraglia vechia, col peso della cornice, che ha la muraglia nuova, e sottile correrebbe pericolo di rovinare.

Tanto piu che sopra il volto delle carceri publiche, che restano in quella parte, che maggiormente esce dalla sua linea perpendicolare vi sono due muraglie, che assime ai volti sopra di esse piantati poggiano sul muro di facciata avente per appoggio il Portico suddetto, e di più il volto di dette carceri ha un terrapieno di due e più braccia, e mancando à dette muraglie // l'appoggio che trovano nel Portico il pericolo della rovina viene à riscontrarsi maggiore.

Questo pericolo poi si tende più manifesto all'osservazione da noi fatta, che non ostante l'appoggio del Portico, la Fabbrica nuova verso la Piazza ha fatto qualche piccolo movimento, di cui però data l'esistenza del Portico non vi è da temere, ma senza di questo per le ragioni da noi di sopra rivisate, crediamo con fondamento potersi temere la rovina di detta Fabbrica, che per quanto giusta la nostra perizia, e con nostro giuramento affermiamo

Pontemoli, 19 gennaio 1782

Io Agostino Lorenzelli

Io Bartolomeo Cebuffi mano propria

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485

A.S.F., Camera di soprintendenza comunitativa del compartimento fiorentino, Affari diversi a parte, 399, Ins. Pontremoli, 28 gennaio 1782, c. 285v (biglietto).

Pontremoli 28 gennaio 1782

Al Signor Vicario = S.A.R. Informata della Sospensione dei Lavori già ordinati alla fabrica di cotesto Pretorio, e della lentezza che dimostra il Magistrato Comunitativo riguardo ai medesimi, per mezzo di Biglietto della Reale Segreteria di Finanzze del 15 del corrente si è degnata di comandare che Io di nuovo insista perche siano prontamente terminati, così richiedendo il Servizio di cotesto Publico.

V.S. Illustrissima farà presenti queste Sovrane Intenzioni alla Magistratura predetta, perche senza ulterior dilazione faccia rendere ultimati i precitati Lavori in conformità degli Ordini, non Lasciando di darmi parte del resultato per renderne conto alla R.A.S. Conforme ne sono incaricato.

VII.22

A.S.F., Camera di soprintendenza comunitativa del compartimento fiorentino, Affari diversi a parte, 399, Ins. Pontremoli, ante 25 febbraio 1782, c. 287r-288v. In alto a destra in obliquo: “Al Soprassindaco, e Soprintendente, della Camera delle Comunità, R. 25 febbraio 1782”.

30.

Altezza Reale

Il Gonfaloniere, e Priori Rappresentanti il Magistrato Comunitativo di Pontremoli Servi Umilissimi, e Sudditi fedelissimi dell'A.V.R. coerentemente alla deliberazione presa nel Consilio Generale si danno l'onore di farle presente, come dal Senatore Soprasindaco col mezzo di questo di Lei Vicario è stato abbassato l'ordine di dovere demolire i Portici esistenti avanti la Facciata del Palazzo Pretorio, Il Magistrato non già per mancanza di rispetto, e venerazione ben dovuta a tali commandamenti non ha fin qui data la dovuta esecuzione ad un tal ordine ma unicamente per fare presente all'A.V.R. Che non ha mai sdegnato di sentire le ragioni de suoi Sudditi, e di restare meglio informato ne ha differito l'esecuzione.

La principale ragione per tanto che gli Oratori pongano in veduta all'A.V.R. Della differita esecuzione si è che questi Portici furono molti anni sono fabricati non solo per fare un abelimento alla Piazza maggiore, e per fare un comodo ai Concorrenti alle quattro Fiere, ed ai Mercati, che il Mercoledì, ed il Sabato d'ogni settimana si fanno nella Piazza esistente avanti // i Portici suddetti ove in occasione di Piogge i Concorrenti ad essi hanno con le loro biade, e merci il necessario ricovero, non essendovi altro Luogo ove potere trovare reffuggio; ma principalmente perche il muro di faciata di detto Palazzo Pretorio essendo stato fabricato sul muro vecchio appoggiato al Portico che si volle demolito mancandovi tale appoggio si teme con tutto il fondamento, che possa cedere, e portare seco la totale rovina di tuta la facciata del Palazzo medesimo.

Questo timore di rovina lo rilevano i supplicanti dalla qui annessa relazione di due Capi Maestri Muratori, ai quali del Magistriato era stata commessa la visita di detta fabrica prima di passare alla demolizione del Portico. Questi riferiscono d'avere riscontrato, che la muraglia vecchia sostenuta dal Portico su della quale è stato lavorato il nuovo muto di facciata ha braccia ventiquattro lo strapiombo di sodi due, e braccia trenta di un soldo, e denari sei, e che perciò tale strapombo atteso, ed altre ragioni

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486

in tal relazione accennata levandosi l'appoggio del Portico la fabrica nuova con la vecchia è in // evidente pericolo di rovina.

Il savio Ingegniere, che ha riferito doversi procedere ad una tale demolizione per dare una maggior luce ai due Quartieri dei Notari Civile, e Criminale tutt'altro compenso averebbe ritrovato se riflettuto avesse alla divisata ragione dello strapiombo, alla quale come Egli stesso ha ingenuamente confessato non aveva fatta riflessione, e perciò merita, che dall'A.V.R. Sia presa in considerazione all'oggetto ri riparare alla grande spesa che si verrebbe a dare a questa povera Comunità nel dovere riedificare tutta la facciata del Pretorio.

Alle ragioni sopra divisate, ed umigliate all'A.V.R. aggiungono i supplicanti, che i Possessori delle Botteghe esistenti sotto al detto Portico, ed acquistate da questa Comunità a titolo di compra, e vendita, e di Livello si sono opposti a tale demolizione, ad agiscono con l'azzione quanti minor Atteso che le loro Botteghe demolito il Portico vengono ad essere sottoposte ai venti di mare, che con impeto portano le acque entro delle medesime, al quale pregiudizio vengono pure ed essere soggette le Carceri Pubbliche, che devono servire di custodia ai Poveri Carcerati, quali verrebbero molto a soffrire l'umidità, alla quale resterebbero // le carceri soggette.

In questo stato di cose per tanto umigliati al Reggio di Lei Trono supplicano umilmente l'innata Bontà, e Clemenza dell'A.V.R. A volersi degnare di prendere in considerazione tal affare ordinando, che sospesa frattanto tale demolizione si risconoschino le ragioni di sopra esposte per andare in tal guisa al riparo di tutti quei danni, e pregiudizi, che ne potrebbe risentire questa Povera Comunità, giacche i Quartieri dei due Notari hanno una sufficiente luce da potere essere abitati, e le loro Cancellerie esistono in parte ove hanno lume più che sufficiente.

Che della grazia […]

Antonio Maria Tambeccari e i Supplicanti

VII.23

A.S.F., Camera di soprintendenza comunitativa del compartimento fiorentino, Affari diversi a parte, 399, Ins. Pontremoli, 18 marzo 1782, cc. 298r-299v.

Illustrissimi Signori Proposizione

Essendosi compiaciuto il Magistrato loro d'incaricarci di trattare con questo Illustrissimo Sig. Vicario Regio della demolizione del Portico esistente avanti la facciata del Palazzo pretorio, ci crediamo in debito di riferire al Magistrato Loro, che avendo nel di 14 corrente tenuto proposito di tale affare in una sessione tenuta col prefato Sig. Vicario il motivo, per il quale si vuole demolito il Portico ha l'unico oggetto di dare una maggiore luce al quartiere destinato per l'antedetto Sig. Notaro; e chè essendo stati progettati vari compensi per impedire tale demolizione, era stato altresi progettato di assegnare al Sig. Notato Civile per suo quartiere la Camera d'Udienza, e la Camera dell'Alcova, delle quali si serve presentemente il Sig. Vicario, il Salotto ove presentemente vi è il Banco civile, quale con un muro divisorio si riduce in due Camere da Letto, un Saloto da mangiare, ed una Cucina che con poca spesa si puol fare in fondo al Salone del vecchio Pretorio, con che verrà ad avere il Sig. Notaro Civile tre buone Camere da Letto, un buon Saloto da ricevere, ed un altro da mangiare, et una Cucina // con un orticino accanto in sito assai commodo, ed in buona aria; et essendosi il Sig. Notaro mostrato contento di tale

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