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PROGETTO DI UN EDIFICIO SPORTIVO POLIFUNZIONALE PRESSO IL CUS PISA

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UNIVERSITÀ DI PISA

SCUOLA DI INGEGNERIA

Corso di Laurea in Ingegneria Civile V.O.

TESI DI LAUREA

PROGETTO DI UN EDIFICIO SPORTIVO

POLIFUNZIONALE PRESSO IL CUS PISA

RELATORI CANDIDATO

Prof. Ing. Mauro SASSU

Pietro DE SIMONE

Prof. Ing. Giampaolo MUNAFÒ

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Ringraziamenti

Il primo pensiero va ai miei genitori che in questi anni mi hanno sempre sostenuto, incoraggiato nei

momenti di sconforto e compreso più di quanto meritassi. Ringrazio di cuore Simona che mi ha

sopportato, soprattutto negli ultimi mesi, condividendo giornate passate a lavorare, senza

però farmi mai mancare attenzioni ed affetto. Dovrei anche menzionare tutti coloro che durante gli anni di studio mi hanno aiutato, mi sono stati vicini, ma non basterebbero altre cento pagine... GRAZIE A TUTTI!

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Sommario

Ringraziamenti ... 2 Introduzione ... 5 1. PREMESSA ... 7 1.1 Il luogo ... 7 1.1.1 Cos’è il CUS ... 7 1.1.2 La storia in breve ... 9 1.1.3 Le attività al Cus ... 9

1.1.4 Stato di fatto e strutture esistenti ... 11

1.1.5 Il contesto urbano ... 14

1.2 Obiettivi ... 15

2. INSERIMENTO URBANISTICO ... 17

2.1 Piano attuativo ... 17

2.2 Vincoli e parametri urbanistici ... 22

2.3 Distribuzione ed Analisi funzionale ... 23

2.3.1 Piano Terra ... 27

2.3.2 Piano Primo ... 29

3. ESIGENZE E REQUISITI ... 33

3.1 Piscina ... 35

3.1.1 Dimensionamento vasca e area circostante ... 39

3.1.2 Dimensionamento ed organizzazione spogliatoi ... 40

3.1.3 Magazzino e locali tecnici ... 41

3.1.4 Tribune per il pubblico ... 41

3.2 Palestra ... 42

3.2.1 Spogliatoi ... 43

4. ANALISI CON LE CLASSI DI ESIGENZA ... 44

4.1 Sicurezza ... 44

4.1.1 Sicurezza strutturale ... 44

4.1.1.1 Descrizione della struttura ... 44

4.1.1.2 Dimensionamento e verifica delle travi di copertura ... 48

4.1.1.3 Dimensionamento e verifiche giunzione trave principale ... 55

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4.1.3 Sicurezza delle vetrate ... 69

4.2 Benessere ... 72

4.2.1 Benessere luminoso ... 72

4.2.2 Benessere termico ed igrotermico ... 74

4.2.2.1 Vetrate isolanti continue ... 74

4.2.2.2 Infissi utilizzati ... 75

4.2.2.3 Pacchetto di copertura e diagramma di Glaser ... 78

4.2.2.4 Tipologia dei tamponamenti interni ed esterni ... 87

4.2.3 Benessere acustico ... 90 4.3 Fruibilità ... 99 4.3.1 Accessibilità ... 99 4.4 Aspetto ... 104 4.4.1 Forma dell'edificio ... 104 4.4.2 Rivestimenti esterni ... 105 4.5 Integrabilità ... 109

4.5.1 Sistema di pavimentazione sopraelevato ... 110

4.6 Gestione ... 112

4.6.1 Vetro autopulente ... 113

4.7 Salvaguardia dell’ambiente ... 115

4.7.1 Impianto fotovoltaico ... 115

4.7.2 Recupero e riutilizzo delle acque meteoriche ... 119

4.7.3 Legno Lamellare ... 129

4.7.4 Riciclo materiali ... 129

CONCLUSIONI ... 129

BIBLIOGRAFIA ... 133

SITOGRAFIA ... 133

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Introduzione

Arrivato a Pisa, proveniente da un piccolo centro della Puglia, per iscrivermi al Corso di Laurea in Ingegneria Civile, sono stato da subito un assiduo frequentatore del Cus. Inizialmente in veste di semplice appassionato di tennis, per poi entrare a far parte della squadra agonistica, della quale faccio ancora parte e ricoprire contemporaneamente la carica di Responsabile della Sezione Tennis. In questi anni il Centro Universitario Sportivo è stato un luogo di grandi soddisfazioni, sportive e dirigenziali, dove praticare lo sport che si ama e scaricare lo stress quotidiano. In virtù di questa attiva partecipazione alla vita cussina, ho sempre desiderato che l’ultimo atto della mia carriera universitaria, fosse legato al posto a cui ho dato tanto e che mi ha restituito altrettanto.

Negli anni, ho visto il Cus trasformarsi, crescere notevolmente, sia per quanto riguarda il numero degli iscritti sia per la dotazione impiantistica. Numerose sono state le strutture completate, proprio per soddisfare le esigenze di un’utenza sempre in aumento, allargando così il panorama di attività sportive praticabili nel Centro.

In questo contesto di crescita, lungi dall’arrestarsi, vuole inserirsi l’oggetto di questa tesi.

La struttura, al Cus ancora assente, da anni invocata da utenza e dirigenza, è sicuramente una piscina coperta.

La realizzazione di un impianto dedicato alle attività natatorie apporterebbe nuova linfa sportiva, aggiungerebbe un tassello importante al quadro delle discipline proposte, un ulteriore passo per il completamento funzionale di questa vera e propria “cittadella dello sport”.

L’idea del progetto ha preso forma a seguito di un confronto con il Presidente del Centro, con il quale si è convenuto della necessità di realizzare, prima possibile, una piscina coperta, con la possibilità di inserire nel nuovo edificio anche altre funzioni, che attualmente al Cus sono mancanti o limitate.

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Ipotizzando una variante al Piano Attuativo, approvato nel 2011, relativo all’area in questione, senza alterare la volumetria edificabile già prevista, è stato definito il titolo di questa tesi: “Progetto di un edificio sportivo polifunzionale presso il Cus Pisa”. Oltre all’impianto natatorio, nella struttura troveranno posto una palestra destinata al fitness, al potenziamento muscolare ed un Centro Medico, specializzato nella cura e nella riabilitazione dagli infortuni sportivi, tema molto sentito tra chi pratica sport. La presenza sia della palestra che della piscina amplifica le potenzialità operative del Centro Medico, permettendo di effettuare in loco i vari processi riabilitativi.

Quanto illustrato sarà oggetto del mio lavoro, sperando di dare un ulteriore contributo alla crescita ed al miglioramento di un qualcosa a me caro, testimone di gioie, amicizie e tanto divertimento.

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1. PREMESSA

1.1 Il luogo

1.1.1 Cos’è il CUS

Il C.U.S. PISA A.S.D. ( Centro Universitario Sportivo Pisano ) è un associazione sportiva dilettantistica, con sede a Pisa, aderente alla federazione nazionale, denominata Centro Universitario Sportivo Italiano (C.U.S.I.) che, a sua volta, è aderente alla F.I.S.U. (Fédération Internationale du Sport Universitaire), di cui è membro fondatore ed all' E.U.S.A. (European University Sport Association).

II C.U.S. PISA considera l'esperienza dello sport universitario integrativa a quella maturata nel ciclo dell'istruzione secondaria ed extrascolastica, come momento di educazione, crescita, impegno ed aggregazione sociale, conformando la sua azione ai valori umani e civili al servizio delle persone e del territorio, nonché quale componente essenziale delle attività culturali, formative e di tempo libero in ambito universitario, che investono l'intero corso della vita.

Sono finalità del C.U.S. PISA :

a) la pratica, la diffusione ed il potenziamento dell'educazione fisica e dell'attività sportiva universitaria, nell'ambito delle attività sportive dilettantistiche;

b) l'organizzazione, nell'ambito territoriale regionale, di manifestazioni sportive a carattere locale, nazionale ed internazionale e la relativa partecipazione, nell'ambito del CONI, della FISU, delle FSN e di altri Enti;

c) la valorizzazione dello sport, collaborando con le famiglie, le istituzioni e le strutture scolastiche ed educative, quale diritto sociale riconosciuto che impone l'istituzione e l'incremento dei servizi relativi, a favore degli studenti, universitari e non, con particolare riguardo ai portatori di handicap, nonché del personale docente e non docente delle università;

d) lo sviluppo e l'attuazione di incontri, manifestazioni e attività sportive, anche non competitive, di corsi di formazione e di aggiornamento per tecnici, dirigenti e studenti,

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di centri di formazione motoria e sportiva, nel settore dello sport per tutti e del tempo libero, d'intesa con le università nel cui ambito opera e in conformità con le leggi vigenti, anche in raccordo con le facoltà e i corsi di laurea di scienze motorie, gli enti locali nonché gli enti operanti nei campi di interesse della Federazione;

e) il finanziamento, la partecipazione e lo svolgimento, a livello locale e non, di progetti e di programmi di ricerca e di formazione nelle discipline attinenti lo sport, da effettuarsi d'intesa con l'università di riferimento, in proprio o presso istituzioni sia pubbliche che private di ricerca, nazionali ed estere, nell'ottica della interdisciplinarietà formativa e della integrazione scuola-università all'interno di un processo di formazione aperto e continuo, anche per il tramite della cultura sportiva;

f) l' implementazione sostenibile di studi, assegni, borse, contratti di tirocinio o di formazione, dottorati di ricerca e sostegni equivalenti, nell'ambito delle discipline afferenti alle attività motorie ed, in genere sportive, di tipo educativo, scolastiche, universitarie, d'intesa, rispettivamente, con le singole università di riferimento;

g) la diffusione di attività culturali ed editoriali, anche a mezzo di apposito centro studi ovvero di organismi similari.

Nel perseguimento delle proprie finalità può inoltre:

a) acquisire, condurre in locazione e/o gestire strutture, aree ed impianti per l'organizzazione e la pratica sportiva, in proprietà o affidati in gestione dall'università ovvero da enti pubblici o privati;

b) svolgere iniziative socio-culturali ed attività di tempo libero e ricreative in favore dei soci, degli associati e dei partecipanti tesserati;

c) promuovere lo sviluppo sportivo e la formazione professionale, individuale e collettiva, nell'insegnamento e nella partecipazione alla vita universitaria con iniziative qualificate, temi e programmi scientifici e culturali per docenti, discenti ed operatori universitari e scolastici e, più in generale, per la società civile attenta alle problematiche universitarie e sportive;

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d) effettuare ogni altra attività, anche commerciale, connessa e funzionale al raggiungimento degli scopi associativi, così come consentita agli enti non commerciali dalle disposizioni legislative vigenti;

e) costituire e detenere quote di società e partecipare ad enti, pubblici e privati, nazionali ed internazionali, per svolgere attività strettamente connesse con i suoi fini istituzionali.

1.1.2 La storia in breve

Il Centro Universitario Sportivo Pisano, fu fondato nell'Anno Accademico 1946-47 da Giovanni Salardi, suo primo presidente. Era primavera e, già da tempo, alcuni volontari si erano prodigati per far rinascere l'attività sportiva tra i giovani universitari all'indomani dello sfacelo bellico. Erano riusciti a recuperare buona parte delle attrezzature della palestra della Casa dello Studente, avendole riunite e rimesse in funzione in una delle stalle medicee della Cittadella. Qualcuno di loro aveva anche partecipato a qualche gara, ma si sentiva la mancanza di un organo ufficiale nel quale si potessero liberamente riconoscere tutti gli studenti.

Finalmente il 26 giugno 1947, alle ore 9.00, il Senato Accademico riconobbe formalmente il Centro. Quattro giorni dopo fu siglato un accordo fra l'Unione Goliardica Pisana ed il CUSP, col quale venivano rimesse a quest'ultimo le consegne dell'UGP che di fatto cessò di organizzare le attività sportive universitarie. L'attività agonistica del CUSP iniziò in luglio; con pochi fondi a disposizione e un ristretto drappello di atleti fu portato a Bologna, ai Campionati Nazionali Universitari. Da allora la vita sportiva accademica si andò progressivamente sviluppando per il continuo, serio e volenteroso impegno che permise di superare le difficoltà conseguenti all'inadeguatezza degli impianti e delle attrezzature sportive.

1.1.3 Le attività al Cus

Le attività svolte negli impianti sportivi del Cus Pisa sono numerose e varie, per lo più rivolte agli universitari, ma aperte anche al resto della cittadinanza. Alle discipline storiche quali: calcio, pallavolo, pallacanestro, nuoto, atletica leggera, canottaggio, arti

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marziali, rugby, hockey prato e tennis, negli ultimi anni si sono aggiunte tennistavolo, golf, beach tennis, tiro con l'arco, ginnastica pugilistica, balli caraibici, fitness. I tesserati, in stragrande maggioranza iscritti all' ateneo pisano, superano abbondantemente le seimila unità e attratti dalla opportunità di praticare vari sport, a partire da un livello amatoriale (attività libera, corsi collettivi) fino all'agonismo, sono in continuo aumento. Ogni sezione sportiva del Cus, tante quante le discipline presenti, ha come mission primaria quella di promuovere l'attività universitaria, istituendo corsi collettivi, organizzare tornei e favorire tutte quelle attività che coniugano sport e cultura. In un contesto del genere trovano posto però anche i più piccoli, infatti da qualche anno è stato varato un programma specifico finalizzato all'avvicinamento dei bambini, di tutte le fasce d'età, allo sport. Quindi le strutture sportive devono avere requisiti tali da soddisfare esigenze molto varie, devono rispettare parametri che permettano, nel migliore dei modi, sia l' attività amatoriale che quella agonistica, svolta da adulti e bambini.

Attualmente la quasi totalità delle attività sportive cussine si svolgono presso gli impianti ubicati a Pisa, in Via Chiarugi. Numerose sono le strutture esistenti, tutte nella medesima area, tali da costituire una vera e propria cittadella dello sport: un fiore all' occhiello per tutta la città di Pisa.

Tesseramento Sociale

Possono essere tesserati socialmente tutti i soggetti di età compresa tra i 4 e gli 85 anni, presentando idonea certificazione medica in base al tipo di attività sportiva.

Modalità di Accesso

Si può accedere agli impianti come:

 utenti tesserati CUS, per fruire degli impianti e dei servizi;

 utenti convenzionati tesserati per altre società, per fruire solo degli impianti in affitto, previa stipula di convenzione che ne regoli l’utilizzo;

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Categorie di utenza agevolate:  Studenti universitari e similari;  atleti federali;

 iscritti all’attività promozionale giovanile e polidisciplinare;  dipendenti ed operatori dell’Università di Pisa;

 dipendenti di enti convenzionati (che non svolgono attività in proprio, ma fruiscono degli impianti e dei servizi da tesserati CUS).

Tipologie di Attività

I Tesserati CUS possono svolgere le seguenti attività, nei modi e alle condizioni stabilite dal programma annuale di attività e dal regolamento di accesso, concordati con l’Ateneo.

Attività:

 uso libero degli impianti sportivi;

 corsi di istruzione alle discipline sportive;

 corsi di attività promozionale giovanile e polidisciplinare;  corsi di ginnastica dolce e di riabilitazione;

 campionati universitari interni, nazionali e internazionali;  campionati societari;

 attività agonistica federale e amatoriale;

1.1.4 Stato di fatto e strutture esistenti

Questa corposa e variegata proposta di sport, necessita di una commisurata disponibilità di spazi e strutture idonee. Sul finire degli anni 80, la dotazione impiantistica del complesso sportivo era insufficiente ed inadeguata per le esigenze della popolazione universitaria. Varcato l'ingresso era subito visibile la casa colonica che fungeva da segreteria, (front-office, uffici amministrativi) e da alloggio del personale di custodia; vi era una palestra (Palacus), un campo all'aperto per il basket, campi da tennis sprovvisti di copertura ed un percorso sterrato per l'attività podistica. Nell' ultimo decennio si è avuto un notevole impulso dell' edilizia sportiva universitaria, stimolata

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dall'edizione 2008 dei CNU (campionati nazionali universitari) ospitata dalla città di Pisa. Alle strutture preesistenti, riadattate ed adeguate, se ne sono aggiunte altre fino ad arrivare alla situazione attuale. L'incremento e la modernizzazione degli impianti ha permesso la conseguente crescita dell'offerta di servizi ed attività, facendo lievitare di parecchie migliaia il numero degli utenti, soprattutto universitari.

Di seguito sono riportate le immagini delle strutture più importanti del complesso sportivo universitario.

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Figura 2 Geodetica

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Figura 4 Campi tennis

1.1.5 Il contesto urbano

Gli impianti sportivi del Cus sono ubicati nella zona nord-est di Pisa. L' intera area del complesso , censita al N.C.E.U. Foglio 11 particelle 7-515-635, occupa una superficie complessiva pari a 153.980 mq ed è delimitata da via Chiarugi a sud, dalla statale SS12 ad est, dalle mura di recinzione della Scuola Militare di Paracadutismo ad ovest, da campi agricoli a nord. Sebbene ci si trovi quasi al limite del centro abitato, raggiungere il Cus è estremamente facile e veloce, da quasi tutti i punti della città, con ognimezzo. Si può approfittare dei mezzi pubblici infatti, in prossimità degli impianti, transita la linea 2 della locale azienda di trasporti (APT), ma per i meno pigri, soprattutto con la bella stagione, raggiungere il Cus in bicicletta è un atto quasi dovuto. Per rendere l'idea delle distanze, partendo dalla Torre di Pisa, si arriva a destinazione, pedalando per meno di dieci minuti.

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Figura 5 Planimetria di Pisa

1.2

Obiettivi

Tra le molteplici attività che il Cus consente di svolgere ai propri tesserati c'è anche il nuoto, i cui corsi però sono tenuti in strutture esterne, dato che gli impianti di via Chiarugi sono sprovvisti di una piscina, la cui realizzazione è ormai da qualche anno nelle intenzioni dell'università e della dirigenza del Centro. La necessità di appoggiarsi ad altri impianti limita fortemente il servizioofferto, malgrado la richiesta degli utenti

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sia di gran lunga superiore. Attualmente i corsi di nuoto attivati sono solo tre, pochi in rapporto al numero dei tesserati. La realizzazione di un impianto da destinare alle attività natatorie completerebbe un iter di crescita e rinnovamento che il Cus ha intrapreso da diversi anni. Nessun ateneo italiano può vantare una simile concentrazione di strutture sportive, realizzate in un' unica area, una sorta di "cittadella dello sport", a disposizione della popolazione universitaria. La realizzazione di una piscina coperta, andrebbe a completerebbe un quadro già di per sè soddisfacente, rendendo il complesso ancor più funzionale e rispondente alle esigenze manifestate dall'utenza; valorizzerebbe un'area attualmente decentrata ed inutilizzata , favorendo la formazione di un nuovo polo di interesse ed aggregazione sociale all'interno del centro.

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2. INSERIMENTO URBANISTICO

2.1 Piano attuativo

Piani attuativi: sono quei piani che, in accordo con le previsioni del piano generale, precisano gli interventi sul territorio e ne organizzano l’attuazione interponendo un livello di pianificazione tra le previsioni indicate nei P.R.G. e la loro concreta attuazione. Nella sostanza, costituiscono un approfondimento tecnico delle previsioni del PRG.

I piani attuativi si occupano di prevedere all’interno del comparto insediativo , secondo norme urbanistiche, la sistemazione e la localizzazione:

 delle edificazioni da realizzare;  dei servizi e delle attrezzature;  delle infrastrutture

Per quanto riguarda l' area in cui sorgono gli impianti del Cus, il Consiglio di amministrazione dell' Università di Pisa ha approvato il piano attuativo con delibera n. 133 del 13 luglio 2010. Suddetto piano è stato poi trasmesso al Comune per l’avvio delle procedure di approvazione.

Gli Uffici comunali hanno richiesto alcune informazioni ed ulteriori approfondimenti e valutazioni (a cui è stata fornita risposta) in merito agli aspetti energetici, allo smaltimento dei reflui, alla raccolta dei rifiuti, al numero degli utenti a regime e alle modalità di accesso all’area sportiva da parte del pubblico; hanno inoltre richiesto la predisposizione di uno schema di convenzione a carattere urbanistico relativo all’area stessa. Detto schema dovrà regolamentare, in particolare, l’utilizzo della prevista foresteria e le modalità di accesso e fruizione dell’area da parte del pubblico.

Successivamente, il Comitato per lo Sport Universitario, nella seduta del 1.03.2011, ha esaminato, esprimendo parere favorevole, alcune variazioni al piano che consistono in:  realizzazione di n° 4 campi di beach volley provvisti di copertura stagionale, da

rimuovere nella stagione calda;

 realizzazione di un campo da basketball;

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 realizzazione di campo per pratica golf.

Diversamente da quanto previsto nel precedente piano, non sarà realizzata la piscina esterna con i relativi spogliatoi.

Il Consiglio di amministrazione

- Vista la Legge 9 maggio 1989, n. 168, istitutiva del Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, ed in particolare l’articolo 6 “Autonomia delle Università” e l’articolo 7 “Autonomia finanziaria e contabile delle Università”;

- visto lo Statuto dell’Università di Pisa, emanato con Decreto Rettorale 30 settembre 1994, n.1196 e successive modifiche ed integrazioni;

- visto il Regolamento di Ateneo per l’amministrazione, la finanza e la contabilità, emanato con D.R. 8 ottobre 2008, n. 13745 e successive modifiche;

-vista la propria delibera n. 133 del 13 luglio 2010 che approvava il piano attuativo dell’area sportiva universitaria di via Chiarugi;

- considerato che, da parte del CUS, sono state avanzate proposte di modifica del piano stesso per un più funzionale utilizzo degli impianti sportivi;

- considerato che il Comune ha richiesto la stipula di una convenzione di natura urbanistica relativa alla suddetta area, con riferimento ai seguenti aspetti: utilizzo della foresteria universitaria, uso del parco sportivo da parte della cittadinanza, impiego delle fonti energetiche rinnovabili o assimilabili, modalità di smaltimento dei reflui;

- vista la relazione del Servizio Nuove Opere e Ristrutturazioni, che illustra le modifiche proposte e gli elementi essenziali da inserire nella convenzione con il Comune, preventivamente concordati con gli stessi uffici comunali;

- visto il verbale del Comitato per lo Sport Universitario, nella seduta del 1°.03 2011, che esprime parere favorevole in merito alle variazioni proposte al piano stesso.

1. É approvato il nuovo piano attuativo dell’area sportiva di via Chiarugi, come illustrato nelle premesse;

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2. il Rettore o il suo delegato è autorizzato a stipulare la convenzione con il Comune di Pisa, secondo le premesse relativa all’area sportiva.

Piano Particolareggiato del “Parco Sportivo Universitario”

Il Piano Particolareggiato costituisce la strumentazione urbanistica attuativa e la base normativa riferite agli interventi edificatori (dimensioni e tipologie) e alle

funzioni ammesse, fornisce inoltre la regolamentazione dell’organizzazione delle aree libere relative alla viabilità interna, ai percorsi pedonali, ai parcheggi e al verde. Il Piano Particolareggiato comprende esclusivamente l’area di proprietà dell’Università di Pisa, individuata dal R.U. del Comune di Pisa come zona omogenea “F”, ai sensi del DM 1444/68, con la destinazione di PRG prevalentemente sportiva. Per tale area, il Comune di Pisa ha predisposto la variante alla scheda norma, contenente i seguenti dati

dimensionali principali: rapporto di copertura Rc: 20 % superficie territoriale, con esclusione delle superfici coperte strettamente funzionali all’attività degli impianti sportivi scoperti, quali volumi tecnici, spogliatoi, tribune e simili per i quali è prevista la realizzazione in deroga al rapporto di copertura. Altezza massima degli edifici: 10,50 ml, con deroga all’altezza massima degli impianti sportivi in funzione dell’attività svolta. Destinazioni ammesse: oltre agli impianti sportivi sono ammesse attività complementari quali bar/ristoro/servizi/commerciale e simili, purché funzionali alle attività sportive e nella misura del 5% della superficie utile lorda (SUL). É ammessa la realizzazione di una struttura da destinare a foresteria per un numero massimo di 100 posti letto, per gli atleti e/o per gli usi propri dell’Università, e attività didattiche di supporto alla pratica sportiva.

Il presente Piano Attuativo ha l’efficacia dei Piani Particolareggiati di cui all’art. 13 legge 17 agosto 1942 n ° 1150.

Il presente Piano costituisce norma di riferimento per l’attuazione di tutte le trasformazioni fisiche e di utilizzazione delle aree e degli immobili.

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Destinazioni d' uso

Il Piano Particolareggiato prevede le seguenti destinazioni:

● impianti sportivi all’aperto e attrezzature coperte, atte alla pratica sportiva sia ricreativa che agonistica;

● strutture destinate alla formazione e alla ricerca nell’ambito di discipline inerenti la pratica sportiva-riabilitativa quali Scienze Motorie, tecniche e attività motorie

preventive e riabilitative e scienze e tecniche per lo sport, comprensive di spazi da destinare a studi, piccole palestre per la riabilitazione e altre destinazioni

compatibili;

● strutture complementari e di supporto quali: spogliatoi, servizi igienici,

magazzini, locali tecnici, attività di ristoro (bar-ristorante), foresteria, attrezzature ludiche.

Principali attrezzature sportive previste dal Piano Particolareggiato:

● ampliamento e messa a norma della palestra esistente;

● palestra e spazi per potenziamento muscolare e locali per attività didattiche attinenti alla sfera fisioterapica, riabilitativa di supporto alla pratica sportiva, spazi conferenze; ● palestra con campi polivalenti per hockey, pallacanestro, pallavolo e spogliatoi; ● foresteria e servizi annessi;

● complesso palestre e spogliatoi da destinare ad attività polivalenti,con la possibilità di realizzare una piscina coperta.

Conclusioni

A seguito di un colloquio avuto personalmente con la dirigenza del Centro Sportivo, ho avuto modo di verificare quali siano le esigenze reali e gli interventi previsti dal Piano Attuativo appena illustrato, che necessitano di una rapida realizzazione. In ordine di priorità: una piscina coperta, una palestra che permetta lo svolgimento di attività organizzate con istruttore e potenziamento muscolare, un centro medico specializzato nella riabilitazione e cura di traumi sportivi. Valutate attentamente le indicazioni fornite dai dirigenti cussini, ho ipotizzato una nuova variante al Piano già approvato,

prevedendo la realizzazione, nella zona nord-ovest dell'area, di un unico edificio

polifunzionale tale da soddisfare tutte le esigenze appena esposte. Si è anche ipotizzato che, spostata ancora più ad est, sorga un' ulteriore struttura comprendente un

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auditorium, per convegni e manifestazioni culturali, con annessa una foresteria utilizzata nel rispetto delle indicazioni inserite nella convenzione stipulata con il Comune. Nella planimetria in figura sono indicate le strutture previste dal Piano, con particolare evidenza l'edificio polifunzionale oggetto della tesi.

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2.2 Vincoli e parametri urbanistici

L'area di realizzazione dell' edificio polifunzionale, con relativa sistemazione del verde circostante, è delimitata: ad ovest dalle mura di recinzione della Scuola Militare di Paracadutismo, a sud dalla viabilità interna, a nord da un antica centuriazione ( è il sistema usato dai Romani per la divisione delle terre) e ad est dall' area di edificazione della struttura comprendente l' auditorium e la foresteria.

Il Piano Particolareggiato comprende esclusivamente l’area di proprietà dell’Università di Pisa, individuata dal R.U. del Comune di Pisa come zona omogenea “F” ai sensi del DM 1444/68, con la destinazione di PRG prevalentemente sportiva. Per tale area, il Comune di Pisa ha predisposto la variante alla scheda norma, contenente i seguenti dati dimensionali principali:

Rapporto di copertura Rc: 20 % superficie territoriale, con esclusione delle superfici coperte strettamente funzionali all’attività degli impianti sportivi scoperti quali, volumi tecnici, spogliatoi, tribune e simili, per i quali è prevista la realizzazione in deroga al rapporto di copertura.

Altezza massima degli edifici: 10,50 m , con deroga all’altezza massima degli impianti sportivi in funzione dell’attività svolta.

Nel rispetto dei parametri urbanistici indicati dal Piano Particolareggiato, la superficie totale coperta dell'intero edificio di competenza, è di 2890 mq, ripartita su due livelli. La cubatura totale edificata è invece pari a 22660 mc. L'altezza, considerando che la copertura non è piana, presenta un valore massimo di 11,50 ml, ammesso però in deroga dal P.P.

La seguente tabella riassume i valori delle superfici coperte, della volumetria, delle altezze, degli edifici esistenti e di quelli ancora da realizzare, ma previsti dal Piano.

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Figura 8 Tabella riepilogativa volumi e superfici coperte

2.3 Distribuzione ed Analisi funzionale

Come specificato nel titolo della tesi, l' edificio, dovendo soddisfare diverse esigenze, racchiuderà spazi con differenti destinazioni di utilizzo. Avvalendosi della varietà cromatica, nelle planimetrie di fig.10 e fig.11, si mettono in evidenza, differenziandole, le molteplici funzioni degli ambienti; elencate anche in tabella (fig.9). L'analisi funzionale ha portato a definire gli ambiti spaziali omogenei (ASO) e, per ognuno, si sono indicati i relativi ambiti funzionali (AFO).

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Sono stati individuati sei ambiti spaziali omogenei:  per gli utenti della piscina;

 per il pubblico;

 per gli utenti del centro medico;  per gli utenti della palestra;  per i locali tecnici;

 per le aree di accesso e smistamento.

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L'intera struttura si sviluppa su due livelli, al piano terreno è prevista l'attività natatoria e l'ubicazione del centro medico riabilitativo, mentre al piano superiore, composto da uno spazio totalmente aperto, saranno dedicate le attività di potenziamento muscolare e fitness.

Ogni piano è dotato di spogliatoi per gli utenti, uno per ogni sesso, distinti da quelli riservati agli istruttori. Il tutto è stato dimensionato seguendo la vigente normativa e tenendo conto delle prescrizioni riguardanti i servizi per i diversamente abili.

Due ampie hall di ingresso, da cui partono i collegamenti, orizzontali e verticali, poste su due angoli opposti dell'edificio, garantiscono un accesso ottimale e rapido a tutte le parti della struttura, minimizzando così i percorsi indicati in caso di incendio.

Al piano terreno, rialzate di un metro rispetto alla pavimentazione del bordo vasca (Norme CONI 2008) al fine di garantire la visibilità ottimale, trovano posto, in due ampie tribune, ben 258 spettatori . Sempre in questo livello sono presenti i locali tecnici, come la centrale termica: per la produzione di acqua calda sanitaria, per il riscaldamento, per la ventilazione ed il condizionamento dell'aria. Nel sottotribuna, ad un livello inferiore rispetto al piano di campagna, trovano posto gli impianti necessari al trattamento dell'acqua della vasca (filtraggio e riscaldamento).

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Figura 11 Pianta delle funzioni Piano Primo

2.3.1 Piano Terra

Due sono gli accessi all'edificio, uno sul lato sud-ovest e l'altro sul lato nord-est. Come già accennato, sono posizionati in modo diametralmente opposto rispetto alla pianta della struttura, con lo scopo di ottimizzare la lunghezza dei percorsi per raggiungere le zone di interesse. Gli utenti interessati all'attività natatoria utilizzeranno l'accesso a sud-ovest.

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Dopo aver varcato l'ingresso si troveranno in un'ampia hall (AFO 6.1) dotata di reception (AFO 2.3), da qui potranno poi proseguire, imboccando un corridoio, vetrato verso l'esterno, e raggiungere gli spogliati (AFO 1.3), prima quello per gli uomini ed a seguire quello per le donne; per gli istruttori ne sono stati previsti altri due (AFO 1.4), a cui si accede sempre tramite il corridoio. Gli spogliatoi, sono organizzati secondo uno schema idoneo a preservare la pulizia della vasca e degli spazi circostanti. Dopo essersi cambiato, l'utente dovrà transitare attraverso la zona servizi igienici, eseguire la doccia obbligatoria ed immettersi direttamente nell'area di bordo vasca, potendo anche scegliere se utilizzare l' area adibita alla ginnastica prenatatoria (AFO 1.7) che troverà percorrendo il breve tragitto. Si raggiunge così la vasca (AFO 1.1), semiolimpica, lunga 25 m (norme FIN) e dotata di ben otto corsie. Il vano della vasca presenta una copertura curvilinea, in legno lamellare, lasciata a vista; la luce filtra abbondante dalle due pareti, interamente vetrate, che separano l'ambiente dall'esterno. Si è così cercato di ricreare un' ambiente caratterizzato dagli elementi della natura: acqua, luce, legno ed aria. Le attrezzature sportive necessarie alle attività natatorie, come tavolette galleggianti, pezzi di ricambio dei separatori di corsia etc., troveranno posto nell'ampio magazzino (AFO 1.6) accessibile sia dalla zona piscina che dall'esterno, così da ottimizzarne l'utilizzo. In caso di infortuni, da bordo vasca (AFO 1.2) si raggiunge direttamente il locale del pronto soccorso (AFO 1.5), dove sarà possibile ricevere le prime e tempestive cure in attesa, se necessario, che arrivino ulteriori mezzi di soccorso. Il vano destinato al pronto soccorso è collegato al Centro Medico Riabilitativo (AFO 3.1), il cui accesso per l' utenza è posto sul lato nord-est dell'edificio. Varcato l' ingresso, una hall arredata con divanetti funge da sala d'attesa per il Centro, organizzato in due stanze destinate alle visite, più un ulteriore locale adibito a deposito di attrezzature sanitarie (AFO 3.3). Le dimensioni della vasca natatoria ed il suo numero di corsie, sono tali da rendere la struttura omologabile per numerose tipologie di competizioni, agonistiche e non. La possibilità di ospitare eventi, anche di un certo rilievo, ha reso necessaria la realizzazione di due ampie tribune (AFO 2.1) che affacciano proprio sulla vasca. L'accesso alle tribune avviene dalla hall sul lato sud-est, dove sono anche presenti i servizi igienici (AFO 2.2) destinati agli spettatori. Tramite rampe inclinate, che permettono un transito agevole alle carrozzine per disabili, si raggiunge la zona tribune, dove è possibile seguire, con ottima visibilità, quanto avviene sul campo di gara.

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2.3.2 Piano Primo

Nei due ingressi della struttura, sono inoltre presenti i collegamenti verticali per accedere al piano superiore. Nella hall di sud-ovest, provvista anche di ascensore, salendo le scale e seguendo il corridoio troviamo gli accessi agli spogliatoi della palestra (AFO 4.3), prima quello assegnato alle donne ed a seguire quello per gli uomini. Gli spogliatoi sono attrezzati con panche, armadietti e dotati dei servizi igienici con zona docce. Superando quest'ultimi, si raggiunge la palestra, a forma di elle. Nella prima parte, uno spazio senza ostacoli, con ampie finestre ad oblò, è dedicato al fitness e ad attività di gruppo coordinate da istruttore (AFO 4.2), a seguire si ha un' area strutturata con macchine, attrezzi e quanto necessario per il potenziamento muscolare (AFO 4.1). Anche al piano superiore sono presenti ampie vetrate al fine di garantire un ambiente molto luminoso; vetrate che affacciano anche sul vano piscina in modo da creare una sorta di collegamento visivo tra gli utenti dedicati alle diverse attività. Come per la piscina, gli spogliatoi per gli istruttori (AFO 4.4) sono distinti da quelli degli altri frequentatori e posizionati nelle vicinanze dell'ingresso nord-est. La palestra è dotata, anch'essa, di un magazzino (AFO 4.5) per le attrezzature sportive e per quanto utilizzato durante le attività svolte.

2.3.3 Livello Interrato

Oltre i due livelli precedentemente descritti, è presente anche un piano interrato, sottostante gli spalti riservati agli spettatori (AFO 5.1). Vi si accede dal piano superiore attraverso due porte posizionate alle spalle delle tribune.

Questo spazio di 270 mq, con altezza minima di 2,65 m, ospita gli impianti per il trattamento delle acque della vasca natatoria.

L'acqua contenuta all'interno di una piscina, se lasciata a se stessa, rimarrebbe stagnante e, nel giro di qualche giorno, a causa del depositarsi di impurità e per l'azione dei raggi solari, perderebbe le proprie caratteristiche di balneabilità con il proliferare di microorganismi animali (batteri, ecc.) e vegetali (alghe). Al fine di evitare quanto sopra, l'acqua deve essere ciclicamente filtrata (meccanicamente) e trattata chimicamente (disinfezione).

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Principio di funzionamento della piscina a sfioro

Il sistema di tracimazione garantisce la migliore filtrazione possibile, tanto da essere divenuto obbligatorio per tutte le piscine pubbliche.

Figura 12 Fasi funzionamento piscina

Nel sistema a sfioro l’acqua tracima perfettamente dal bordo superiore della piscina in modo omogeneo per tutto il suo perimetro, mantenendo così sempre pulita la superficie dell’acqua, primo punto di raccolta dello sporco esterno. Le impurità difatti, in base alla loro conformazione fisica, impiegano un determinato tempo prima di saturarsi e incominciare a discendere verso il basso, creando così il fastidioso residuo di sporco sul fondo vasca. Il principio della pulizia della superficie d’acqua in piscina si può riassumere così: maggiore sarà la velocità di raccolta delle impurità galleggianti, maggiore sarà la pulizia della piscina.

Una piscina con impianto di circolazione a sfioro è composta da: - una vasca per contenere l'acqua di balneazione;

- una canaletta di sfioro su tutto o su parte del perimetro della piscina coperta da una griglia;

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- una vasca di compenso;

- un impianto di circolazione e filtrazione; - un quadro elettrico di comando.

L'impianto di circolazione e filtrazione è a sua volta composto da:

- filtro a sabbia (o altri materiali filtranti quali ad esempio il vetro o le farine fossili); - pompa di circolazione con prefiltro per trattenere le impurità grossolane non trattenute dai filtri di cui sotto;

- sistemi di scarico a caduta dalla canaletta di sfioro chiamate pilette;

- una presa di aspirazione dalla vasca di compenso; - bocchette di mandata chiamate immissori;

- una presa di aspirazione dal fondo della piscina;

- una presa dal fondo della vasca di compenso (opzionale);

- tutte le tubazioni e la raccorderia necessaria per il collegamento all'impianto filtrante.

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Lo schema di funzionamento di una piscina a sfioro si basa, quindi, sulla tracimazione dell'acqua dalla piscina in canalette perimetrali, le quali la convogliano nella vasca di compenso.

Nella vasca di compenso, l'acqua viene aspirata (in certi casi da una presa di fondo, in altri da una aspirazione laterale) e, per mezzo di una pompa di circolazione, inviata al filtro.

Una volta ripulita nel filtro, sempre tramite la pompa di circolazione, l'acqua viene reimmessa in piscina, previo condizionamento chimico con vari sistemi e modalità.

Il quadro elettrico ha la funzione di regolare le operazioni di accensione e spegnimento dell'impianto tramite orologio a cavalieri e definire la durata di funzionamento,

normalmente in base alla temperatura dell'acqua della piscina.

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3. ESIGENZE E REQUISITI

L’organismo Edilizio si compone di due sistemi • Sistema Ambientale

"Insieme strutturato di unità ambientali e di elementi spaziali secondo la prassi operativa metaprogettuale o progettuale del processo edilizio alla quale ci si riferisce" (UNI 7867).

La definizione di sistema ambientale ci introduce nella prima fase della

metaprogettazione. Il primo passo, per svolgere un' attività di questo tipo, è quello di

stabilire gli obiettivi che si vogliono raggiungere.

Unità ambientale:

raggruppamento di attività dell’utenza compatibili spazialmente e temporalmente per una determinata destinazione d’uso dell’organismo edilizio.

• Sistema Tecnologico

"Insieme strutturato di unità tecnologiche e di elementi tecnici secondo la fase operativa metaprogettuale o progettuale del processo edilizio al quale ci si riferisce" (UNI 7867).

La definizione di Sistema Tecnologico ci permette di passare alla seconda fase della

metaprogettazione, ossia il passaggio tecnico che consente di associare i requisiti alle prestazioni.

Unità Tecnologica:

raggruppamento di funzioni compatibili tecnologicamente; necessarie per l’ottenimento di prestazioni ambientali. Nella fase decisionale, dunque, occorre stabilire le specifiche di prestazione ambientale che definiscono, per ciascun requisito di comportamento ambientale,delle fasce di valori entro le quali le corrispondenti prestazioni delle unità ambientali dovranno essere incluse. Le specifiche di prestazione sia ambientali che tecnologiche svolgono le seguenti funzioni:

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• individuare e classificare i requisiti che devono essere soddisfatti dai diversi elementi, sia del sistema ambientale sia del sistema tecnologico;

• stabilire le “grandezze” che possono “misurare” ciascun requisito; • quantificare e qualificare in modo unificato e possibilmente univoco;

• indicare i criteri di valutazione attraverso procedure unificate di calcolo, prove in opera o in laboratorio, criteri di giudizio sempre univoci;

• definire i livelli di prestazione necessari, ovvero i valori minimi o massimi che deve assumere la grandezza di ciascun requisito affinché sia soddisfatta l’esigenza espressa a monte del processo.

I requisiti

Per poter definire correttamente un requisito è necessario procedere attraverso tre livelli di approfondimento:

· classe esigenziale; · classe di requisiti; · requisiti.

Quindi, per arrivare a definire i requisiti è necessario conoscere le diverse Classi Esigenziali e le relative classi di requisiti . Anche in questo caso è la normativa UNI che ci permette di arrivare a definizioni univoche.

La norma UNI 8289 stabilisce quali siano le Classi Esigenziali, ossia quelle categorie in cui siano riassumibili le esigenze da soddisfare.

Sicurezza: insieme delle condizioni relative alla incolumità degli utenti, nonché alla

difesa e prevenzione dei danni in dipendenza da fattori accidentali, nell’esercizio del sistema edilizio.

Benessere: insieme delle condizioni relative a stati del sistema edilizio adeguati alla

vita, alla salute ed allo svolgimento delle attività degli utenti.

Fruibilità: insieme delle condizioni relative all’attitudine del sistema edilizio ad essere

adeguatamente usato dagli utenti nello svolgimento delle attività.

Aspetto: insieme delle condizioni relative alla fruizione percettiva del sistema edilizio

da parte degli utenti.

Gestione: insieme delle condizioni relative all’economia di esercizio del sistema

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Integrabilità: insieme delle condizioni relative all’attitudine delle unità e degli elementi

del sistema edilizio a connettersi funzionalmente tra loro.

Salvaguardia dell'Ambiente: insieme delle condizioni relative al mantenimento e al

miglioramento degli stati dei sovrasistemi , di cui il settore edilizio fa parte.

Mentre i requisiti tecnologici fanno diretto riferimento a tutte le 7 classi esigenziali, i requisiti ambientali, in quanto riferiti a “vuoti” e non a “pieni”, fanno diretto riferimento solo a 4 classi esigenziali: sicurezza, benessere, fruibilità e gestione.

3.1 Piscina

Tra le attività praticate nella struttura, il nuoto è sicuramente la più significativa e di maggior interesse. Attorno alla vasca ed agli spazi ad essa pertinenti si sviluppa il resto dell'edificio. Per il dimensionamento della vasca, degli spazi contigui e degli spogliatoi, ci si riferisce alle Norme CONI per l'Impiantistica Sportiva del 25 giugno 2008. Di seguito si riportano alcuni estratti delle Norme CONI, che regolamentano il dimensionamento degli impianti natatori.

Norme CONI Vasche nuotatori

Le caratteristiche dovranno essere conformi alle specifiche tecniche della Federazione Italiana Nuoto, ovvero alle norme FINA, in relazione al tipo ed al livello di attività previsto. Attorno alle vasche, almeno sui lati lunghi, dovranno essere realizzate canalette di raccolta delle acque di tracimazione distinte ed indipendenti dai sistemi di smaltimento delle acque di lavaggio dell’area di bordo vasca. Sono preferibili i bordi vasca che consentano un facile appiglio da parte degli utenti in acqua e una più agevole uscita dall’acqua. La temperatura dell'acqua delle vasche non dovrà essere inferiore a 24°C (preferibili 26-28°C). Per le competizioni dovranno essere adottate le temperature previste dalle norme FIN e FINA.

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Piano vasche

Si intende per piano vasche l'area comprendente le zone pavimentate perimetrali alle vasche (aree di bordo vasca) e quelle pavimentate direttamente connesse. All'interno del piano vasche devono essere garantite le condizioni igieniche previste dalle norme di legge e dai regolamenti regionali; pertanto tale area dovrà essere opportunamente delimitata ed, ove necessario, recintata. I diversi passaggi dovranno essere privi di barriere architettoniche e dovrà essere previsto, con opportuni accorgimenti, l'ingresso in vasca degli utenti DA. L'accesso al piano vasche dovrà avvenire esclusivamente tramite passaggio obbligato, non eludibile (presidio di bonifica), conforme alla vigente normativa d' igiene; per tale presidio dovrà tenersi conto anche del transito degli utenti DA su carrozzina prevedendo idonei sistemi di disinfezione. Il rientro dal piano

vasche verso i servizi o altre zone dovrà avvenire tramite accesso unidirezionale.

Il piano vasche dovrà avere superficie complessiva non inferiore alla metà di quella delle vasche servite. Al fine di assicurare una sufficiente funzionalità sportiva, tale superficie dovrà preferibilmente essere almeno pari a quella delle vasche servite per gli impianti al chiuso ed almeno al doppio della superficie delle vasche servite per gli impianti all'aperto.

Lungo il perimetro di ciascuna vasca dovranno essere presenti aree di bordo vasca di idonea larghezza, per garantire la sicurezza degli utenti. La distanza minima di ostacoli fissi dal bordo vasca non dovrà essere inferiore a m 1,50; tuttavia al fine di garantire una sufficiente funzionalità sportiva, sarà preferibile che la larghezza del bordo vasca non risulti inferiore a:

· m 2,50 per i lati lunghi e m 4 per quelli corti e per il distacco tra vasche contigue, per le vasche fino a m 33,33;

· m 3.50 sui lati lunghi e m 6 per quelli corti e per il distacco tra vasche contigue, per le vasche da m 50.

La pavimentazione del piano vasche dovrà essere antisdrucciolevole, facilmente pulibile e igienizzabile con i prodotti in comune commercio.

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Spogliatoi per atleti

I posti spogliatoio potranno essere raggruppati in locali comuni e/o essere del tipo singolo (es. cabine a rotazione). Per ragioni igieniche gli spogliatoi dovranno costituire elemento di separazione tra i percorsi effettuati in abbigliamento normale (percorsi a piedi calzati) e quelli in abbigliamento sportivo (percorsi a piedi nudi). Gli spogliatoi in locale comune non potranno essere utilizzati come elementi di percorso di altri tipi di spogliatoio. I locali spogliatoio dovranno essere protetti contro l'introspezione. Dovranno essere previsti, separati per uomini e donne, spogliatoi dotati di servizi

igienici e docce. Gli spogliatoi dovranno risultare accessibili e fruibili dagli utenti DA. Per gli spogliatoi in locale comune dovrà considerarsi una superficie minima di mq 1,60 per posto spogliatoio; le cabine a rotazione dovranno avere una dimensione minima di m 0,90 x 1,20; le cabine fruibili dagli utenti DA dovranno avere dimensione minima di m 1,40 x 1,50, con porte di accesso di luce netta non inferiore a m 0,80. Le porte di accesso alle cabine a rotazione dovranno essere apribili verso l'esterno.

Ai fini della sicurezza il numero di utenti presenti all’interno del piano vasche non potrà superare quello massimo consentito dalle vigenti normative d'igiene per lo specchio d'acqua servito (art. 7.14).

Il numero di posti spogliatoio complessivo, per entrambi i sessi, da prevedere per il dimensionamento degli spogliatoi è di almeno uno ogni 9 mq di vasche servite (approssimando il calcolo per eccesso). Tuttavia, per una migliore gestibilità

dell’impianto, si consiglia di prevedere un numero di posti spogliatoio maggiore, intorno a uno ogni 6 mq di vasche servite. Variazioni al dimensionamento dei posti spogliatoio sono consentite per particolari utilizzazioni in cui il numero di utenti effettivo sia inferiore. Gli spogliatoi a servizio delle vasche potranno essere usati anche da altri spazi sportivi, purché siano soddisfatti i requisiti igienici della separazione dei percorsi verso il piano vasche, con la presenza del presidio di bonifica prima dell'accesso al piano vasche stesso. Si consiglia di realizzare almeno il 25% dei posti spogliatoio mediante cabine a rotazione. Ai fini del dimensionamento, una cabina a rotazione può essere considerata equivalente a due posti spogliatoio.

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Servizi igienici atleti

I gruppi di servizi igienici dovranno avere accesso dai percorsi della zona piedi nudi, attraverso un anti WC. Il numero dei servizi igienici dovrà essere calcolato in funzione del numero di posti spogliatoio destinati agli utenti piscina, prevedendo almeno un WC ogni 12 posti spogliatoio (approssimando il calcolo per eccesso). In ogni caso dovranno esserne realizzati almeno uno per lo spogliatoio maschile e uno per quello femminile. Almeno un WC per gli uomini ed uno per le donne dovranno essere fruibili da parte degli utenti DA. All'anti WC si dovrà accedere, preferibilmente, tramite locale filtro nel quale potranno essere installati i lavabi. Il numero complessivo di questi ultimi dovrà essere almeno pari a quello dei WC; anziché lavabi singoli potranno essere utilizzati quelli a canale, con erogazioni almeno pari a quello prima indicato per i lavabi singoli.

Docce e asciugacapelli

Le docce dovranno essere realizzate in apposito locale; al quale si dovrà accedere, preferibilmente, tramite locale filtro, eventualmente in comune con il locale filtro dei servizi igienici. Dovrà essere previsto almeno un posto doccia ogni 4 posti spogliatoio (approssimando il calcolo per eccesso), con dotazione minima di due docce.

Deposito attrezzi

La superficie sarà tale da consentire l'immagazzinamento delle attrezzature mobili; indicativamente è consigliabile una superficie pari a 1/20 di quella delle vasche servite, con eventuale suddivisione in più unità. Il deposito attrezzi, eventualmente suddiviso in più unità, dovrà essere ubicato in modo da avere accesso diretto, o per lo meno agevole, sia dallo spazio di attività sia dall'esterno dell'impianto. Le porte di accesso e gli eventuali percorsi dovranno essere dimensionati in modo da consentire il passaggio delle attrezzature senza difficoltà.

Locale di primo soccorso per la zona di attività sportiva

Dovrà essere presente un locale di primo soccorso, ubicato preferibilmente lungo le vie di accesso agli spogliatoi atleti e comunque in modo tale da aversi un agevole accesso sia dallo spazio di attività che dall'esterno dell'impianto. Il collegamento tra il primo soccorso e la viabilità esterna dovrà risultare agevole e senza interferenze con le vie d'esodo degli eventuali spettatori presenti. Le dimensioni degli accessi e dei percorsi

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dovranno essere tali da consentire l'agevole passaggio di una barella. Le dimensioni del locale dovranno consentire lo svolgimento delle operazioni di primo soccorso; si consiglia una superficie netta non inferiore a m2 9, al netto dei servizi, con almeno un lato di dimensione non inferiore a m 2.50. Il locale dovrà essere dotato di un proprio WC accessibile e fruibile anche dagli utenti DA, con anti WC dotato di lavabo.

3.1.1 Dimensionamento vasca e area circostante

Le dimensioni della vasca sono molto importanti in quanto da esse dipende numero e livello delle tipologie di competizioni agonistiche per le quali l'impianto potrà essere omologato. Si riporta un allegato delle Norme FINA, Federazione Internazionale di Nuoto, in cui questi parametri sono indicati con chiarezza.

Figura 14 Tabella per l'omologazione degli impianti natatori

La vasca ha una lunghezza di 25 metri con otto corsie larghe 2,2 metri ed uno spazio di 30 cm tra la corsia laterale ed il bordo, come indicato dalla normativa. Essendo la larghezza complessiva di 18,2 m, la superficie totale dello specchio d'acqua risulta di 455 mq. I valori della lunghezza, larghezza e numero di corsie, sono più che sufficienti

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per poter ospitare gare di nuoto, pallanuoto, sincronizzato e salvamento, a livello nazionale. Oltre a soddisfare i requisiti richiesti dalla Federazione Nuoto, dimensioni e numero di corsie sono idonee per l'utilizzo contemporaneo della struttura da parte di 80 utenti, come da richiesta della committenza.

Anche il piano vasca è dimensionato per soddisfare la normativa del Coni. La sua superficie è di 504 mq, superiore a quella della vasca. Le fasce di rispetto, senza ostacoli fissi, attorno a tutta la vasca, sono larghe 2,5 m dal lato verso le vetrate esterne, 3,2 m dalla parte spettatori e oltre 5 m sui lati corti. Per quanto riguarda la pavimentazione, si è utilizzato grès porcellanato, con particolari requisiti di attrito per evitare gli infortuni derivanti dalla scivolosità di un pavimento liscio sotto i piedi bagnati; inoltre la pavimentazione utilizzata risponde all'esigenza di minima assorbenza e resistenza ai detergenti aggressivi e ai sali,per poter garantire alti standard di pulizia, salubrità, igiene e durabilità.

3.1.2 Dimensionamento ed organizzazione spogliatoi

Ovviamente gli spogliatoi sono parte integrante del complesso piscina e devono avere requisiti differenti rispetto ad altre discipline. Le norme CONI impongono che ci sia distinzione tra i percorsi a piedi calzati ed i percorsi a piedi scalzi. Ciascun spogliatoio è dimensionato per un numero massimo di 40 utenti, tanti quanti gli utilizzatori contemporanei della piscina. Lo spogliatoio delle donne ha una superficie di 120,9 mq, quello degli uomini 118,5 mq; si va ben oltre gli 1,6 mq per posto spogliatoio indicato dalla normativa, come requisito minimo. Ogni spogliatoio è dotato di 4 WC, di cui uno attrezzato con doccia e fruibile da parte degli utenti DA, 5 lavabi, 10 docce e 5 cabine a rotazione (6 per le donne), soddisfando l'invito delle norme a realizzare almeno il 25% dei posti spogliatoio mediante cabine a rotazione. Dopo la doccia, che rappresenta il primo presidio di bonifica, si procede attraverso un passaggio obbligato lungo il quale è disposta una vasca -lava piedi- alimentata in modo continuo con acqua contenente una soluzione disinfettante. Tale vasca, con un battente di 16 cm, è realizzata con dimensioni e struttura tali da rendere obbligatoria l'immersione completa dei piedi, comprese le calzature.

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3.1.3 Magazzino e locali tecnici

Tutti gli attrezzi ed il materiale utilizzato nell'ambito dell'attività natatoria, hanno collocazione nell'ampio magazzino di 32,5 mq, superficie superiore di almeno 1/2 rispetto alla superficie di vasche servita, come da raccomandazione. Si può accedere al magazzino direttamente dal piano vasche così come dall'esterno. L'altezza del locale è di 3,05 m, non considerando la controsoffittatura. Adiacenti al magazzino, con una superficie complessiva di 51,5 m, sono posizionati due locali tecnici adibiti all'impiantistica necessaria per la produzione di acqua calda sanitaria, per il riscaldamento e la ventilazione di tutto l'edificio.

3.1.4 Tribune per il pubblico

Considerata la rilevanza dell'impianto ed in particolare l'idoneità ad ospitare manifestazioni a carattere nazionale, è stata progettata una doppia tribuna con struttura in cemento armato prefabbricato, dimensionata per una capienza di 258 spettatori. Le tribune, nel loro punto più basso, sono rialzate di 1 m rispetto al piano vasche, così da assicurare una visibilità ottimale anche alle prime file.

Figura 15 Norme CONI

Le due tribune, con superficie di 243 mq, si sviluppano in corrispondenza del lato lungo della vasca, fungendo anche da elemento separatore tra il piano vasca e gli spogliatoi; vi

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si accede percorrendo una rampa, adeguata anche al transito di una carrozzina per DA, ai quali è stato inoltre riservato uno spazio alla base delle gradinate.

3.2 Palestra

All'interno dell'edificio, al piano superiore, è stata concepita un'ampia e funzionale palestra. Come per il nuoto, anche per questo genere di attività, gli spazi al Cus sono insufficienti, per cui la realizzazione di un nuova struttura, dedicata al fitness ed al potenziamento muscolare, risolverà questa criticità. La palestra è suddivisa in due zone, la prima, esposta ad ovest e situata dopo gli spogliatoi, è uno spazio senza ostacoli e completamente aperto, ideale per le attività di gruppo e tutti per i corsi con istruttore. La superficie della parte dedicata al fitness è di 160 mq ed è stata dimensionata per un numero massimo di 60 utenti. La seconda zona, esposta a nord, è dedicata al potenziamento muscolare; ha uno sviluppo di 250 mq, per un numero consentito di utenti pari a 60. Nella parte terminale della palestra, verso est, sono previsti per gli istruttori, spogliatoi e relativi servizi (14,8 mq ). Anche in questo piano è necessario un magazzino (17,8 mq), per consentire il deposito dei materiali e delle attrezzature sportive. Per quanto riguarda le altezze, data la particolare conformazione curva della copertura e la sporgenza delle travi che la sorreggono, non si ha un valore costante; si passa da un valore minimo di 3,85 m ad uno massimo di 5,65 m, misure che consentono lo svolgimento delle attività in totale confort e sicurezza. Per assicurare un elevato apporto di luce naturale, garantendo un maggior confort visivo, l'intera sala è dotata di una notevole superficie vetrata, sia verso l'esterno che verso l'interno. La palestra è quindi illuminata da una grande vetrata continua, posta sul lato nord, insieme ad una serie di grandi oblò, del diametro di 2 m, presenti in ogni suo lato. Internamente, un'altra vetrata, molto estesa, affaccia sul volume piscina, creando così un contatto visivo molto forte tra gli utenti delle varie discipline.

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Figura 16 Sezione edificio

3.2.1 Spogliatoi

Agli spogliatoi si accede dalla hall di ingresso posta a sud, dove una scalinata ed un ascensore, conducono al piano superiore. Varcato l'entrata della palestra, troviamo due spogliatoi

dimensionati per il numero massimo degli utenti del piano, ovvero 120, divisi per sesso. Ogni spogliatoio ha una superficie complessiva di 77,6 mq; una parte di essa è attrezzata con panche ed armadietti, destinata al cambio d' indumenti, attraverso la quale si accede alla zona docce e servizi, dotata di 10 posti doccia, 3 WC ed altrettanti lavabi.

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4. ANALISI CON LE CLASSI DI ESIGENZA

4.1 Sicurezza

Insieme delle condizioni relative alla incolumità degli utenti, nonché alla difesa e alla prevenzione dei danni in dipendenza da fattori accidentali, nell’esercizio del sistema edilizio.

4.1.1 Sicurezza strutturale

4.1.1.1 Descrizione della struttura

La struttura principale dell'edificio è realizzata da una successione di portali piani a più campate ( due a tre campate, cinque a due campate ed uno a campata singola). Lo schema strutturale è completato da un ordine di travi secondarie, ortogonali ai portali, e da controventature verticali con funzione di collegamento ed irrigidimento delle strutture principali, rendendole resistenti alle forze agenti prevalentemente in senso orizzontale. La notevole entità delle luci realizzate ha indirizzato verso l'utilizzo del legno lamellare GL24h, di cui verranno esposte brevemente le principali peculiarità. Le classi di resistenza del legno lamellare di conifere sono riportate all’interno della norma UNI EN 1194, che ne fornisce anche i relativi valori caratteristici. Nella suddetta vengono indicati quattro profili resistenti, individuati dalle seguenti sigle: GL24, GL28, GL32, GL36; dove GL è l’acronimo del termine inglese Glulam, seguito dal valore della corrispondente resistenza a flessione.

Le classi sopra indicate sono inoltre suddivise tra legno lamellare omogeneo, contraddistinto dalla lettera “h”, e legno lamellare combinato, contraddistinto dalla lettera “c”.

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Caratteristiche del legno lamellare Grandi luci

A pari capacità di portata, il legno lamellare è più leggero dell’acciaio. L’elevata portata, con ridotto peso proprio, consente un dimensionamento snello degli elementi costruttivi. Grazie alle eccellenti caratteristiche statiche si possono realizzare con il legno lamellare prodotto industrialmente luci fino a 100 m. Anche per il trasporto il legno offre grandi vantaggi per il proprio ridotto peso. Pertanto il costo del trasporto e le ripercussioni sull’ambiente sono conseguentemente diminuiti.

Forme libere

Il legno lamellare consente la realizzazione di travi con controfreccia, di elementi curvati e di archi di ogni dimensione. L’elevata portata permette un dimensionamento snello ed elegante degli elementi, d’altro canto il processo di fabbricazione rende possibile un’ampia variazione delle forme. Agli architetti, ai progettisti e ai committenti si apre la possibilità di una affascinante creatività di forme.

Elevata resistenza alla combustione

Una struttura portante in legno lamellare risulta, in caso di incendio, più sicura di una costruzione di acciaio non protetta. In caso di combustione si forma intorno al cuore portante uno strato carbonizzato che riduce l’apporto di ossigeno e di calore dall’esterno, ritardando quindi notevolmente l’ulteriore combustione. Il comportamento alla combustione del legno lamellare è, contrariamente che per altri materiali edili quali l’acciaio, calcolabile. Una resistenza alla combustione per 30 minuti viene raggiunta senza problemi. Con opportune sezioni si possono raggiungere i 60 minuti. Costose verniciature antincendio, di norma, non sono necessarie.

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Figura 17 Combustione sezione legno lamellare

Resistenza alle sostanze chimiche aggressive

Il legno lamellare è resistente alle sostanze chimiche aggressive. Strutture in legno lamellare sono pertanto adatte anche per costruzioni dove vengono stoccati concimi, sali o acidi. Piscine e bagni termali sono strutture nelle quali viene impiegato preferibilmente materiale da costruzione in legno lamellare, non solo per la sua resistenza contro il cloro e altri sali ma anche perché è possibile realizzare architetture ad ampia portata.

Struttura in cemento armato e fondazioni

Lo scheletro dell'organismo edilizio è completato da una struttura interna in cemento armato, indipendente dagli elementi in lamellare. Un ordine di pilastri, in c.a. sostiene il solaio in laterocemento di interpiano, mentre il solaio del piano terra è realizzato a soletta in calcestruzzo piena, poggiante su vespaio areato con casseri in plastica riciclata ( sistema iglù). L'intera struttura è completata da un sistema di fondazioni superficiali, composto da platee e travi rovesce.

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Figura 18 Schema delle fondazioni

A seguire, viene riportata la procedura per il dimensionamento delle travi di copertura, determinando i valori di sezione delle travi secondarie e principali.

Facendo riferimento alle direttive date dalle norme1 ed appoggiandosi alla letteratura tecnica2, i calcoli portano al dimensionamento della struttura, definendo le caratteristiche geometriche delle singole sezioni.

1D.M. 14 / 01 / 2008: “Norme tecniche per le costruzioni”

UNI EN 1995-1-1:2009 Eurocodice 5 – Progettazione delle strutture di legno – Parte 1-1: Regole generali – Regole comuni e regole per gli edifici;

2

Strutture in legno. Materiale, calcolo e progetto secondo le nuove normative europee. Maurizio Piazza , Roberto Tomasi, Roberto Modena.

(48)

4.1.1.2 Dimensionamento e verifica delle travi di copertura

Trave secondaria

Stratigrafia copertura

 Perline abete : s = 3 cm ρ = 450 Kg/m3  Pannello isolante in fibra di legno s = 15 cm ρ = 220 Kg/m3

 OSB (Oriented Strand Board) : s = 1,5 cm ρ = 650 Kg/m3  Lamiera Zintek : s = 0,6 mm ρ = 8900 Kg/m3

Pc = 329 Kg/m peso complessivo pacchetto copertura

Per il predimensionamento, si fa uso di specifiche tabelle fornite dai costruttori. Si eseguono quindi le verifiche sulla sezione adottata.

Caratteristiche geometriche

base della sezione b = 20 cm

altezza della sezione h = 36 cm

luce tra gli appoggi l = 7,5 m

interasse tra le travi i = 3 m

Caratteristiche del materiale

Legno lamellare GL24h; massa volumetrica ρ = 450 Kg/m3 Classe di durata del carico : permanente k mod = 0,6

(49)

Classe di durata del carico : breve durata k mod = 0,9 fm,y,k = 27,60 MPa

E0,mean = 11600 MPa

P t = 32,4 Kg/m peso trave

P tot. = Pt + Pc = 361,4 Kg/m

Di seguito vengono svolte le verifiche agli stati limite ultimi, per le sollecitazioni di flessione semplice in mezzeria e di taglio in prossimità dell' appoggio, e le verifiche di deformazione (stati limite di servizio).

Figura 19 Schema di calcolo trave secondaria

Verifiche agli stati limite ultimi

Combinazione di carico I ( carichi variabili e permanenti )

(50)

M(d,I) = F (d,I) · l2 / 8 = 4885,3 Kg·m T(d,I) = F (d,I) · l / 2 = 2605,5 Kg

k mod,I = 0,9

Combinazione di carico II ( carichi permanenti )

F (d,II) = γg · Gk = 469,8 Kg/m

M(d,II) = F (d,II) · l2 / 8 = 3303,42 Kg·m T(d,II) = F (d,II) · l / 2 = 1761,82 Kg

k mod,II = 0,6

Formule di verifica3

La verifica a flessione si riconduce alla verifica della seguente equazione

σ

m,d = Md / W ≤ fm,d = k mod · fm,k / ɣm ɣm = 1,45

la relazione mostra che la condizione di carico più severa per la verifica flessionale corrisponde a quella per cui il rapporto Md / k mod risulta maggiore. Nel nostro caso risulta :

Md,I / k mod,I < Md,II / k mod,II

Analogamente per le azioni taglianti si avrà :

τ

d = 1,5 Td,II / A ≤ fv,d = k mod · fv,k / ɣm

Td,I / k mod,I < Td,II / k mod,II

3 Strutture in legno. Materiale, calcolo e progetto secondo le nuove normative europee. Maurizio Piazza , Roberto Tomasi, Roberto Modena.

Riferimenti

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