• Non ci sono risultati.

PARTE VII

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "PARTE VII"

Copied!
56
0
0

Testo completo

(1)

PARTE VII

PATTERN BOOK

1.

“Pattern Book” del comune di Lari

Il territorio del comune di Lari si trova suddiviso in due parti differenti quello di pianura e quello di collina. Gli insediamenti che vi si trovano hanno radici storiche e culturali antichissime avendo il territorio subito prima gli insediamenti etruschi, in seguito le dominazioni romane e le invasioni barbariche, le case hanno subito inoltre le numerose guerre avvenute durante il medioevo e gli altri eventi fino al rinascimento. Le parcellizzazioni derivanti dal contratto mezzadrile e le conseguenti modifiche rispecchianti le scelte delle politiche toscane volute dai regnanti durante l’Ottocento, sul territorio hanno lasciato il loro segno, come pure le ultime guerre, infine i mutamenti che sopravvennero agli accordi delle ultime politiche, in materia di gestione territoriale.

Il Pattern Book permette di leggere nell’edificato l’insieme di questi eventi; le varie sfere di influenza, le tracce lasciate, sia per le esigenze dettate dalla natura geografica, come si può constatare negli agglomerati urbani. Ogni evento così testimoniato diveniene un valido

(2)

Le tipologie e le tecniche impiegate furono di volta in volta, la risposta edile più ovvia alle esigenze quotidiane che si presentarono in tutta la zona, le abitazioni giunte fino ai nostri giorni, sono in tale maniera la risultante di millenni di insediamento.

Il Pattern Book oltre a divenire un valido strumento di conoscenza di tale storia, può essere applicato come campionario, anche quando si decide di intervenire con il restauro degli edifici, per evitare interventi troppo invasivi e fuorvianti e mantenere l’uniformità estetica e tecnica con il territorio, inoltre può essere un valido riferimento estetico-tecnico- tipologico, nei casi di nuove creazioni edilizie, dove il rispetto di tradizioni millenarie garantisce al nuovo manufatto, la massima soddisfazione stilistica nei rispetto dei caratteri che da sempre hanno reso uniche certe zone, oltretutto il ricorso all’impiego di vecchie tecniche, così riportate alla ribalta, daranno la garanzia di una più alta e valida durabilità nel tempo.

SEZIONI

_________________________ COLLOCAZIONE SPECIFICA

TIPOLOGIA DEGLI EDIFICI PERTINENZE & ANNESSI AGRICOLI

RUGHE E ARCHI DI CONTRASTO

TIPLOGIA DELLA SCALA NEL COMUNE DI LARI APERTURE PORTE & APERTURE FINESTRE

ELEMENTI SIGNIFICATIVI DETTAGLI COSTRUTTIVI AMPLIAMENTI E MODIFICHE COPERTURE COLORE ___________________

(3)

COLLOCAZIONE SPECIFICA

La collocazione specifica degli edifici, nel comune di Lari, è molto varia. Le case isolate si trovano soprattutto in pianura, mentre in collina si possono rintracciare edifici sorti in posizione autonoma, soprattutto nei casi di poderi, qui le case sorgono ancora nella parte più elevata, al centro dei terreni.

Le casse disposte a schiera si rintracciano di norma nei borghi (villaggi), sorti lungo le strade che percorrono le dorsali collinari.

In collina, dove la natura del terreno lo ha permesso, le case sono andate crescendo quasi “geminando le une dalle altre” formando degli agglomerati molto caratteristici.

Sulla cima delle colline dominanti i nuclei più antichi sono perlopiù caratterizzati da castelli, composti di case disposte a schiera su due file che si fronteggiano, sia con scala interna che esterna, mentre all’intorno del gruppo principale, le abitazioni sono disposte secondo varie tipologie: isolate, a schiera o a gruppo, cercando di sfruttare al meglio lo spazio e la disposizione alla luce.

CASE IN LINEA SENZA SCALA ESTERNA

(4)

(5)

TIPOLOGIA DEGLI EDIFICI

La tipologia degli edifici è caratterizzata da varie forme edilizie, ricorrenti in tutto il territorio, con scala interna e esterna, sia in pianura che in collina.

L’unità abitativa più semplice è quella con scala interna e pianta rettangolare, segue quella con scala esterna e pianta rettangolare. Entrambe si trovano tanto in pianura quanto in collina, come abitazione isolata o nella tipologia a schiera, siano abitazione originaria, o ampliamento delle case vicine.

In pianura si trovano casolari di norma isolati, dalla forma insolitamente allungata, con scala interna o esterna, nelle quali risiedevano numerose famiglie, 30-35 individui, tutti dediti ai lavori nei campi, poiché soprattutto in pianura la vastità dei terreni necessitava di molto lavoro.

Una tipologia rara nel resto della Toscana, ma al contrario molto diffusa nelle terre di questo comune, in pianura come in collina, è il casolare con la parte centrale più alta rispetto ai lati. Questo edificio è rintracciabile facilmente rispetto agli altri nelle situazioni che ravvisano degli ampliamenti sia a scopo lavorativo come i fienili, oppure nei casi di nuove unità abitative.

Un’ulteriore tipologia, diffusa soprattutto in collina è la casa edificata sui vari dislivelli, addossata al terreno che risale la collina, tale soluzione fa si che ogni apertura si trovi a pian terreno.

CASA SEMPLICE SENZA SCALA ESTERNA

(6)

CASOLARE LUNGO SENZA SCALA ESTERNA

CASOLARE LUNGO CON SCALA ESTERNA

(7)

CASA COLONICA CON LA PARTE CENTRALE PIU’ ALTA

(8)

PERTINENZE & ANNESSI AGRICOLI

Quasi tutti i casolari situati nella pianura e moltissimi di quelli in collina hanno ancora oggi, l’aia e l’orto, mentre raro era il giardino, poiché un tempo, spazio “improduttivo”, e i fiori che decoravano le immaginette come pure le tavole delle cucine erano coltivati nei vasi o in piccoli spazi vicino all’orto.

Nel comune di Lari, quasi nessun casolare o edificio ha recinzione, non si trovano presenti nei casolari tradizionali, i balconi. Le corti interne, utili come le aie sia per gli spostamenti dei carri o che nei lavori, sono utili ancora oggi, soprattutto per le manovre dei mezzi di trasporto.

Il forno è presente su tutto il territorio, di norma è un elemento che non fa parte della cucina e in molti edifici, questo elemento spesso si trova in uno stanzino isolato, vicino alla casa in pianura, mentre in collina si predilige incorporato nella struttura abitativa, sia in stanze ritagliate che sotto le scale.

Il fienile sempre presente alla casa, è nelle immediate vicinanze degli edifici, mentre raro si trova anche connesso alla casa. Ovunque il fieno era posto al primo piano e al di sotto trovava porto la parata o carraia. Molti di questi fienile sono oggi recuperati come abitazioni.

Molti attrezzi erano custoditi nelle capanne, molte delle quali oggi sono scomparse, i lavori nei campi hanno bisogno di minor materiali come zappe o rastrelli, così questi oggi trovano posto nei ciglieri, le poche capanne rimaste sono state riedificate in materiali edili, e spesso fungono da riparo coperto per auto.

Quasi tutte le case hanno il cigliere, una sorta di grande cantina dove si trovano il vino e gli alimenti a lunga scadenza come i formaggi, di norma è collegato con l’abitazione.

Anche le stalle sono collegate alla casa, mentre un tempo vi si trovava anche la mucca, oggi ospitano soprattutto animali di piccole dimensioni come i conigli.

Il porcile è quasi del tutto scomparso. Pochi castri sono rintracciabili, soprattutto nei casolari abbandonati, mentre in molti di quelli ancora abitati il porcile è stato recuperato come stanzino esterno.

Quasi ovunque su tutto il territorio si trovano ancora oggi funzionanti i pozzi, grazie alle falde acquifere della zona, utili per i molti orti ancora molto diffusi.

(9)
(10)

AIA POZZO

CARRAIA CONNESSA A EDIFICIO E PORCILE FORNO CONNESSO A EDIFICIO

(11)

CIGLIERE (INTERNO) STALLA

(12)

RUGHE E ARCHI DI CONTRASTO

Nel comune di Lari si trovano diffusissime nel territorio le “rughe”, vie strette e lunghe che separano due edifici adiacenti, talvolta all’interno delle rughe tra le strutture si possono anche osservare archi di contrasto. Le rughe sono diffuse soprattutto nei borghi della parte collinare.

Nel corso degli anni in alcuni casi, nella parte alta delle rughe sono state costruite nuove strutture abitative, che hanno posto in comunicazione gli edifici disposti a schiera.

Le rughe hanno al loro interno gli accessi delle abitazioni dell’edificio retrostanti rispetto alla linea della strada, offrendo spazio ai passaggi necessari per giungere a queste successive abitazioni, permettendo una suddivisione ottimale dell’unità edilizia.

Queste soluzioni urbane sono molto antiche e gli abitanti delle varie frazioni le chiamano ancora rughe.

RUGHE CON E SENZA ARCO DI SOSTEGNO

(13)

INGRESSO IN RUGA

(14)

TIPOLOGIA DELLA SCALA NEL COMUNE DI LARI

La scala esterna nel comune di Lari si trova sia nella forma semplice con solo il parapetto, con l’aggiunta di una mensola che protegge dalle intemperie l’ingresso alla casa, e in molti casi tra questa e il parapetto della scala, si trovano due colonnine. Rara invece la scala priva di protezioni in muratura, nei rari casi, dove questa manchi si trova una protezione in ferro, più o meno lavorato. Sotto la scala vi è sempre un’apertura (normalmente ad arco a tutto sesto, ma anche arco ribassato, mentre è sporadico l’architrave).

La porta che si trova all’interno della scala conduceva alle stalle o al cigliere, questi locali in alcune abitazioni, sono stati ricavate nuove case.

Spesso nel sottoscala, ai lati, sono diffusi ancora oggi piccoli sgabuzzini e il forno.

SCALA ADDOSSATA

(15)
(16)

APERTURE PORTE & APERTURE FINESTRE

Le porte delle case e le finestre, nel territorio larigiano hanno spesso la struttura trilita al piano terreno e ad arco ribassato (raro a tutto sesto), al primo.

Le porte con apertura trilita sono spesso incorniciate con materiali lapidei o in cotto, spesso vi si trova una cornice dipinta. Questa tipologia di porta in molti casi è sovrastata da un’apertura per l’intera larghezza, all’interno della quale si trova una grata molto semplice in ferro.

Le porte che al primo piano hanno l’arco a tutto sesto, in molti casi hanno la chiostra.

Questa tipologia di porta spesso è circondata da elementi lapidei sia in un’unica unità che in elementi compositi, rari sono gli elementi a faccia vista in cotto, spesso le cornici sono dipinte, le molte aperture ad arco ribassato si trovano soprattutto per gli accessi con ampiezza maggiore, queste spesso oltre a presentare elementi in pietra o dipinti sono in molti casi contornate in cotto.

Le rare aperture che si trovano con arco a tutto sesto, si trovano nel primo piano e sono le vecchie porte che facilitavano l’uso del fieno.

Le finestre su tutto il territorio alternano la forma rettangolare, a quella con arco ribassato, rare le finestre con arco a tutto sesto, eccetto nei casi dove il fabbricato presenta la colombaia (adibita a stanza), mentre negli altri casi si tratta di edifici di recente costruzione.

Oggi molte soluzioni si trovano dall’incontro di queste tipologie.

Gli elementi che circondano le finestre sono molti e differenti. I piani di appoggio in basso sono realizzati sia con cotto, che in pietra, in alcuni casi lasciati a faccia vista, molte altre finestre sono spesso intonacate in tutto il perimetro. Le parti laterali si trovano sia in cotto che in pietra, ma anche qui sono nella maggioranza dei casi intonacate; spesso per quanto riguarda le finestre con arco ribassato la parte alta è in cotto e a faccia vista. Come per le porte molti perimetri delle finestre sono dipinti.

Rari sono invece gli archi di contrasto lasciati a vista.

Inoltre sono diffusissime su tutto il territorio larigiano, finestre di piccole dimensioni sia in forma quadrata, oltre che strette e rettangolari, ma anche rotonde, a semicerchio con o senza rostra, ed ovali, eseguite con materiali diversi.

(17)

Porte

PORTA SEMPLICHE CON ARCHITRAVE

PORTA CON PERIMETRO EVIDENZIATO (COLORE O ALTRO MATERIALE)

(18)

PORTA CON ARCO DI SOSTEGNO

PORTA CON

ARCO DI RINFORZO A VISTA

PORTA AD ARCO SEMPLICE

(19)

PORTA CON ARCO A VISTA IN VARI MATERIALI

PORTA AD ARCO CON CHIOSTRA

PORTA CON ELEMENTI IN PIETRA

(20)

PORTA AD ARCO RIBASSATO A VISTA

PORTA LARGA AD ARCO

(21)

PORTA IN VARIE FORME (LATERIZIO A VISTA NELLA PARTE SUPERIORE)

Finestre

FINESTRA RETTANGOLARE SEMPLICE

FINESTRA CON PERIMETRO IN LATERIZIO

(22)

FINESTRA CON GRATA IN FERRO BATTUTO

FINESTRA TAMPONATA (LATERIO A VISTA O INTONACATA)

FINESTRA CON PERIMETRO EVIDENZIATO IN VARI MATERIALI

(23)

FINESTRA CON MENSOLA IN LATERIZIO

FINESTRA RETTANGOLARE CON ARCO DI SOSTEGNO A VISTA

(24)

FINESTRACON ARCO RIBASSATO E LATERIZIO O ALTRO MATERIALE

FINESTRA A SEMICERCHIO SEMPLICE (CON O SENZA ROSTRA)

(25)

PORTA FINESTRA AL PRIMO

(26)

FINESTRE DI PICCOLE DIMENSIONI

(27)
(28)

FINESTRE CON PERSIANE

(29)

FINESTRA OVALE CON MATERIALE A VISTA O INTONACATA

FINESTRA OVALE CON MATERIALE A VISTA O INTONACATA

(30)

ELEMENTI SIGNIFICATIVI

Gli elementi significativi presenti negli edifici del comune di Lari non sono molti.

In pianura, nei casolari che facevano parte della tenuta della famiglia Sanminiatelli, si rintracciano gli stemmi apposti sulla faccaita principale dell’edificio e solo su alcuni il nome proprio del podere scritto a rilievo, che lo differenziava dagli altri.

Sporadiche le pitture murali, le lapidi commemorative, pochi pure i loggiati e gli androni. Talvolta nelle chiostre delle porte si possono rintracciare le iniziali del nome del proprietario.Si trovano invece diffusissime le mensole presenti su tutto il territorio. Posizionate sopra le aperture del piano terra e sono tutte realizzate in legno per la struttura portante e in coppi ed embrici per quanto riguarda la copertura.

STEMMI E SCRITTE

(31)

INIZIALI IN FERRO BATTUTO NELLE CHIOSTRE

MENSOLA

(32)

DETTAGLI COSTRUTTIVI

I dettagli costruttivi sono evidenti negli edifici in leggero stato di degrado e nelle parti lasciate a vista, nelle strutture che hanno subito receni interventi di restauro e ristrutturazioni, in questi casi, si ha la possibilità di osservare e di analizzare alcune delle tecniche e dei materiali impiegati nella costruzione di queste case.

La vista della disposizione dei mattoni, della pietra e del legno, rivelano i segreti utilizzati dai muratori delle varie epoche. Così si nota che la pietra in pianura è rara, e si ritrova nelle parti alte dei telai delle porte e delle finestre o utilizzata per la costruzione degli scalini delle scale esterne, infatti per quasi tutte le aperture sono utilizzati i mattoni e il legno; inoltre da sempre le superfici di queste strutture sono intonacate, per ottenere una maggiore resistenza agli agenti atmosferici. I mattoni hanno misure comuni a tutto il territorio e sono di solito di 30X15X5 cm, la dispozione è abbastanza regolare, anche quando sono impiegate nei telai delle porte e delle finestre.

La struttura regolare dei mattoni si presenta in maniera più disordinata dove è presente anche la pietra, ma ciò è raro.

Spesso sia il mattone che la pietra sono posizinati in maniera tale da rendere l’edificio più solido nelle parti di maggior pressione strutturale, come la pietra negli angoli delle case, invece il mattone è impiegato nelle strutture in pietra negli archi delle porte e delle finestre dando maggior elasticità.

La presenza di sola pietra nell’intera struttura si rintracia solo nelle zone più vicine a Le Cave di San Frediano, nel borgo stesso o a Casciana Alta. Soprattutto in questi edifici la presenza di laterizi è forte negli archi delle finestre e delle porte, oltre che elementi di legno.

Sono interamente realizzati in laterizio gli ammalgiati dei fienili, ossia le pareti laterali. Questa disposizione delle “mezzane” permetteva al fieno di mantenersi sano e seccare in maniera ottimale grazie al riciclo di aria che era favorito proprio da questa disposizione del materaile.

Tutti gli infissi sono nella maggior parte realizzati in legno, grazie anche alla presenza di materia prima che si poteva rintraccaire nella zona. Ancora in legno sono le travi dei soffitti, mentre raro è l’impiego di laterizi per le parti portanti.

Le catene metalliche sono un antico sistema di rinforzo utilizzato contro la tendenza al cedimento orizzontale nelle strutture murarie, ed un mezzo efficace per l’eliminazione delle spinte in tutti i casi in cui si producono stati di trazione nelle murature. Le catene o tiranti inizialmente erano costruiti in legno disposti in modo tale da collegare due strutture contrapposte e legarle tra loro.1 Nel comune di Lari si trovano soprattutto nella parte collinare.

(33)

LATERIZIO E SPORADICI PARTI IN PIETRA (NELLE SCALE, NEI TELAI DELLE APERTURE E AGLI ANGOLI)

(34)

EDIFICI REALIZZATI IN PIETRA E APERTURE RINFORZATE IN LATERIZIO

(35)

(36)

ELEMENTI DI LATERIZIO A RINFORZO DELLE STRUTTURE

CORSI DI APPOGGIO DELLE MENSOLE

(37)

AMPLIAMENTI & MODIFICHE

Gli AMPLIAMENTI E le MODIFICHE che hanno interessato gli edifici sono notevoli, quando le scelte riguardanti gli interventi non sono stati curanti del rispetto storico artistico del resto dell’edificato i risultati hanno lasciato molto a desiderare portando come conseguenza la perdita del nostro patrimonio locale.

In altri casi gli ampliamenti disposti lungo i lati del fabbricato originario, sono risultati più rispettosi, lasciando intatta la struttura primaria, che continua ad essere identificabile e in armonia con le nuove parti. Talvolta il nuovo edificio, è la risultante dell’unione di due singole parti; quello che vediamo è spesso poco consono alle strutture di un tempo, fortunatamente da un punto di vista estetico in molti casi il risultato è un ottimo oggetto ben inserito nel paesaggio. Negli ultimi anni molte parti vecchie sono state ristrutturate

AMPLIAMENTI

(38)

EDIFICIO CON LA PARTE CENTRALE PIU’ ALTA AMPLIATO SU UN LATO

BAGNO ESTERNO ISOLATO SUL RETRO

(39)

(40)

COPERTURE

Le coperture in tutto il comune di Lari sono da sempre state realizzate in coppi ed embrici. Questi materiali sono oggi gli unici consentiti dal regolamento urbanistico.

I tetti sono nella maggior parte dell’architettura vernacolare presenti nel territorio a due falde (a capriata), mentre si trovano a una sola falda ma solo nelle parti degli ampliamenti degli edifici.

Coppi ed embrici sono impiegati pure per le coperture delle canne fumarie anche se oggi in molti casi si trovano composizioni di fantasia, però sempre in laterizio.

COPPI & EMBRICI TETTO A DUE FALDE CON STRUTTURA A CAPRIATA

(41)
(42)

COPRICAMINO COMPOSTO DI COPPI &EMBRICI

(43)

RESTAURO ESEGUITO NEL RISPETTO TOTALE DELL’ARCHITETTURA DEL TERRITORIO

(44)

COLORE

Nel comune di Lari, il colore delle case intonacate è scelto dal proprietario, che ne seleziona alcuni campioni, mentre la scelta finale è riservata all’ufficio tecnico, che prende in esame differenti fattori, tra cui il colore originario dell’edificio, attraverso l’uso di materiale fotografico d’archivio e il colore prevalente della zona, inoltre sono tenute in considerazione caratteristiche tecniche quali la natura minerale del pigmento impiegato che deve essere traspirante.

I colori variano nei toni dell’ocra gialla, tra quelli delle ocra rosse, e i bianchi, ma anche qualche tonalità di grigio, mentre rari sono i colori verdi e i celesti.

ESEMPI DI OCRA GIALLA

ESEMPI DI OCRA ROSSA

(45)

2.

Campi di utilizzo delle schede e del Pattern Book

La stesura delle schede che permettono l’elaborazione di un Patten Book per ogni territorio comunale e non solo nella regione Toscana, potrebbe garantire ad ogni zona la propria identità estetica, tecnica, storica e culturale locale, inoltre il vasto campionario edile, così catalogato si adatta ad una gamma di impieghi possibili, poiché i dati raccolti sono immediatamente consultabili.

La possibile applicazione dei dati, risale alla natura stessa a cui si riferiscono di passato e presente, dai catasti storici alla realtà di oggi, dal passato ricaviamo la storia estetica e tecnica, nel presente la risultante del loro divenire che si rende visibile nella realtà dell’edificio.

Così rifarsi al passato e al presente che ne risulta, permette di poter operare con sicurezza per il futuro nei casi di restauro di vecchi edifici, nel ripristino di quelli abbandonati e nel recupero di strutture che in origine avevano altri scopi. I materiali e le tecniche vecchie di secoli sono ancora valide, la tradizione e le consuetudini non sono cadute in disuso, perché sono valide ancora oggi.

Il loro impiego in nuove costruzioni darebbe così garanzia di solidità nel tempo, benessere e salubrità degli ambienti.

La creatività, svincolata dalla ricerca di tecniche e materiali sperimentali o dall’obbligo di utilizzo di quelli non ancora collaudati, potrebbe risultare avvantaggiata dalle basi solide della tradizione dando avvio a nuovi correnti architettoniche, carenza questa evidenziata da molti studiosi contemporanei.

Gli elementi che concorrerebbero al risultato finale, sarebbero così già stati collaudati e approvati dalla storia, lasciando tempo prezioso ai nuovi autori, che ora possono dedicarsi all’impegno esclusivo nella parte estetica, nel rispetto dell’identità locale e delle tradizioni.

Prendere a riferimento uno strumento quale un Pattern Book permetterebbe di poter portare avanti la storia dell’architettura senza stravolgere l’estetica di un sito già definito in tutti i suoi elementi costituenti, e nella consapevolezza di un benessere già collaudato.

In questo modo le persone si ritroverebbero ad essere parte integrante di un tessuto urbano ed estetico conforme alla realtà del territorio stesso.

L’utilizzo di dati così elaborati sarà una garanzia non solo di rispetto estetico, che dipenderà solo dalla fantasia del nuovo progettista, ma di vitalità, identità sociale e benessere di tutti coloro

(46)

La concretezza di un reale utilizzo del Pattern Book a una zona ben delimitata, come eleborato in questo lavoro, si presentò il 9 giugno 2013 in occasione della “Festa della Sostenibilità” presso la fattoria di Torre a Cenaia nel comune di Crespina.

La località di Cenaia si trova in pianura per la maggior parte il suo centro urbano è di origni molto recenti, poichè risale esteticamente agli anni del primo Novecento ad eccezione di sporadici strutture storiche, quali la fattoria già menzionata, qualche villa e case rurali sparse, l’identità che si percepisce risulta abbastanza ben definita e unita nei suoi elementi.

Alla manifestazione, tra le numerose proposte e opportunità di gestione e intervento sul territorio nel comune di Crespina, una sessione spettava ad una serie di elaborati circa la realizzazione di nuove zone residenziali, ad opera degli studenti della facoltà di architettura di Firenze.

Tema portante della conferenza, era la vecchia casa realizzata in terra cruda, che è una tecnica edile antichissima, riportata oggi alla ribalta in molti contesti geografici, dove le condizioni climatiche lo consentono, e largamente impiegata vista la natura del materiale. La sua tecnica di lavorazione consiste come un tempo nel batì, nel piséé e nelle casseformi prefabbricate.

Da sopralluohgi e resoconti si sa con certezza che nel comune di Crespina e in molti altri della Toscana, tra cui quello di Lari, interi edifici furono ralizzati in terra cruda, così il progetto si è autocreato da idee che già presistevano nella regione.

I lavori presentati dai vari studenti erano stati concepiti in funzione di creare nuove concrete alternative all’attuale dipendenza petrolifera, il tentativo era quello di realizzare un “ecoborgo”, costruito interamente con la tecnica della terra cruda, e in un sistema di ecosostenibilità.

L’intero progetto ideato dall’università fiorentina, prevederebbe la costruzione di case con impianti totalemte autonomi, quali pozzi per l’approvvigionamento dell’acqua, pale eoliche o solari, per l’energia elettrica e gassificatori per il riscaldamento.

La maggior parte dei residenti inoltre, potrebbe dedicarsi al lavoro agricolo nei terreni circostanti il nuovo borgo a nord della località di Cenaia, sia per la vendita che per l’autoconsumo, dando pure un’alternativa di lavoro a coloro che decidessero di impegnarsi nel progetto previsto di messa a coltura della vasta area.

A compensare idillicamente tutta la situazione sarebbe lo spazio dato alla “cultura”, infatti nel borgo sono previsti edifici per ospitare asili e scuole, negozi, farmacie e quant’altro fosse ritenuto indispensabile alla comunità che vi andrebbe a vivere.

I progetti erano molto elaborati e curati, il docente, non ha posto limiti alla fantasia dei suoi allievi, giustificandosi con il fatto che questi avrebbero dovuto guardare al futuro della civiltà umana appartenente ad un epoca non meglio precisata, così l’estetica degli edifici risultava molto

(47)

altalenante tra un’architettura razionalistica nord europea ad una più vicina ai nostri italiani anni Ottanta o Novanta, all’insegna dell’architettura fascista, con idee fantasiose e molto creative.

Immediata fu la reazione locale a tale proposito e di fronte alla concretezza e fattibilità del progetto, un architetto del comune immediatamente chiese se fosse stato possibile studiare la zona da un punto di vista estetico creando un campionario, che catalogando i vecchi edifici gia presenti fosse in grado di far luce sugli aspetti caratterizzanti l’intera area, e rifarsi a quelli piuttosto che creare edifici estremamente incompatibili con il resto del territorio, facendo avvertire così ai residenti di riconoscersi in comunità differenti, nonostante l’appartenenza allo stesso tessuto urbano.

Così l’esigenza di uno strumento quale un Pattern Book sorge quasi spontanea, un campionario da essere integrato nei piani urbanistici, che dando senso e correttezza formale, storica, culturale e ambientale a tutto il territorio preso in esame, definirebbe le caratteristiche capaci di rispondere alle esigenze di tutta la zona, per contrastare lo sfruttamento del territorio che diveniva ora una paura concreta per gli abitanti, che chiedevano almeno una continuità estetica con l’edificato già esistente.

Le tecniche che sarebbero state impiegate erano quelle del passato, spontanea compariva la proposta di far interagire nuovo e vecchio a ganzazia del futuro.

Solo uno strumento quale un Pattern Book avrebbe offerto ai residenti la correttezza del nuovo edificato e agli architetti un valido strumento da seguire nelle loro proposte.

Molti sono gli architetti che in questo momento sono attenti alle esigenze di chi ha vissuto e creato il territorio, vivendolo e abitandolo e quindi alla storia dell’architettura vernacolare di un luogo. Il risultato può solo migliorare la realtà urbana. La consapevolezza di ciò che è l’uomo nella natura che lo circonda, in una continuità di vita vissuta, vera e non di stravolgente capriccio.

Tale tipologia di intervento potrebbe allargarsi alle varie realtà territoriali, riportando un motivato rispetto per la tradizione e facendo comprendere l’importanza della continuità storica architettonica in un ambiente.

L’unione della saggezza derivante dall’attenta osservazione di ciò che ci circonda, con i nuovi ritrovati tecnici e scientifici, porterebbero nuova economia, anche nel recupero dei vecchi edifici, con l’unico obiettivo di garantire all’intero territorio nazionale benessere per tutti. Lo studio dell’antico e le nuove “ecoabitazioni autosostenibili”, potrebbero divenire una valida alternativa per un futuro sempre più incerto e incapace di rispondere alle più attuali esigenze di vita.

(48)

CONCLUSIONI

“Architettura vernacolare… anonima, spontanea, indigena, rurale”

È la tradizione, la depositaria degli errori e delle vittorie dell’uomo sull’ambiente. Le strutture insediative che l’uomo ha elaborato per la propria sicurezza, sopravvivenza e riparo si sono evolute nel corso del tempo, rispondendo alla quotidità di ogni epoca passata, presente e futura.

Gli insediamenti architettonici che l’uomo ha costruito in ogni epoca e in ogni luogo furono le risposte idonee alla propria vita, in un determinato ambiente.

Le fondamenta, i materiali, la forma, l’organizzazione dello spazio interno ed esterno, sono oggi il risultato di secoli di risposte a esigenze pratiche e reali.

Lo studio dell’architettura vernacolare oltre che all’edificato si applica anche per la conoscenza della natura del territorio stesso, ciò avviene anche nel territorio larigiano. In queste terre come anni fa, ancora molti continuano a vivere di agricoltura, in un continuo evolvere, i contadini sono divenuti mezzadri, e con il tempo piccoli proprietari, infine, impersari agricoli.

Oggi nel territorio del comune di Lari, molti giovani hanno deciso di investire nell’agricoltura, ristrutturando i vecchi casolari e adeguando i vecchi ambienti alle nuove esigenze.

Le vecchie abitazioni rispondono alle nuove richieste, così le migliorie e le modificazioni sono costanti, le case continuano a esistere e il territorio resta vitale, i campi sono lavorati con moderni macchinari dove possibile, mentre in collina ciò risulta più arduo, nonostante ciò, l’agricoltura è ancora un buon investimento.

Spesso negli ultimi anni il fenomeno degli agriturismi ha assistito alla riconversione delle strutture, da agricole a turistiche, favorite dalla pace e dalla calma che hanno incoraggiato un buon mercato.

Nonostante i tempi moderni e le nuove tecnologie mediatiche, molte delle nostre località continuano a restare ancorate al passato che in contrasto con l’inesorabile progresso, riscoprono se stesse offrendo così delle valide alternative per il futuro.

Nel comune di Lari l’aia è divenuta indispensabile luogo, dove parcheggiare le auto, per il fresco durante le serate d’estate, per scambiarsi due parole nelle mattinate fredde in inverno, ma ha ancora la sua funzione di spazio per la raccolta delle potature o per la sosta dei prodotti raccolti, come una volta, soprattutto dove sono ancora presenti contadini (vecchi e nuovi) che

(49)

Il pozzo continua a tirare acqua per le colture, per l’orto, è risorsa personale per le famiglie che abitano nelle sue immediate vicinanze. Nelle stalle non si trovano più gli animali come un tempo soprattutto quelli di grosse dimenzioni, che erano impiegati anche per il trasporto, oggi gli unici animali che sono rimasti sono polli e conigli, questi ambienti sono recuperati per assolvere ad altri scopi, nuove case, vani per negozi, rimesse per auto o luoghi per gli attrezzi moderni per chi ancora lavora la terra.

La tinaia e la cantina sono ancora oggi utilizzate perché al loro interno i generi alimentari si mantengono come un tempo, in ottime condizioni e sono ancora localil utili alla famiglia per riporre bici o motorini.

La carraia e il fienile sono quelli che più di tutti hanno perduto la loro funzione e in molti casi sono i più recuperai come nuove strutture abitative.

Il territorio del comune di Lari è oggi un ottimo esempio dell’evolversi della società che l’ha abitato, non ci sono grandi elementi discordanti nel divenire storico al suo interno, gli abitanti hanno mantenuto il territorio vivo “riciclandolo” continuamente.

La possibilità di riutilizzare le vecchie strutture porta alla perdita della memoria e della cultura di un tempo e della comunità che risiedette sul territorio. Strumenti di catalogazione storica risultano così indispensabili per ovviare a queste eventuali lacune, inoltre le strutture già esistenti si sono dimostrate le migliori garanti di stabilità e resistenza, tali da giustificarne un valido reimpiego, il restauro è divenuto normale e il recupero pure, così le strutture abitative, divengono “originali” e incredibilmente ancora funzionali alla vita di oggi.

Lo studio dell’architettura vernacolare nel Comune di Lari, l’analisi tipologica delle abitazioni nel territorio, per l’elaborazione di strumenti d’indagine, è servita per indagare la storia degli uomini che vi hanno vissuto operando scelte quotidiane protagonisti del benessere quotidiano che deriva dal vivere il sito nella maniera più appropriata.

Le nuove strutture create nel rispetto delle vecchie dai nuovi architetti che modellano il territorio, sono la conferma della validità che queste hanno avuto nel corso del tempo, divenendo tradizione.

Camminare e osservare tra i borghi o esplorare le case isolate del comune di Lari, l’uso delle numerose fotografie da me scattate, l’aiuto da parte dell’architetto Nicola Barsotti del comune di Lari, che mi ha dato la possibilità di accedere al materiale archivistico dell’Ente, l’aiuto dell’architetto Paolo Ceccanti che mi ha permesso di conoscere angoli esclusivi del territorio, e del geometra Dario de Rosa, che hanno anche realizzato numerosi restauri e nuove costruzioni conformi non solo esteticamente al già costruito, inoltre i dati estrapolati dall’archivio storico, mi hanno dato la possibilità di conoscere l’architettura vernacolare del territorio del comune di Lari,

(50)

L’elaborazione del “Pattern Book” è la constatazione del divenire storico e degli uomini che hanno vissuto su questo territorio, le tipologie insediative che hanno elaborato, così catalogate saranno le uniche garanti della correttezza di eventuali reimpieghi delle strutture stesse, le eventuali ristrutturazioni o restauri veri e propri. Soprattuttto un campionario così studiato potrà essere una guida per i nuovi interventi, il reimpiego delle vecchie tecniche, permetterà un profondo rispetto della tradizione garantendo la massima sicurezza per gli uomini che vi vivono, il risultato sarà un nuovo “paesaggio” che non differisce dal vecchio.

Compiendo questo studio ho visto come il passato è divenuto presente e come entrambi stanno evolvendo nel futuro dando un benessere immenso a una comunità che rispetta profondamente se stessa.

(51)

BIBLIOGRAFIA

-Anzilotti A., La Costituzione interna dello Stato fiorentino sotto il Duca Cosimo I de’

Medici, Firenze 1910.

-Aristotele, Politica,a cura di C.A. Viano, Bur, Milano 2002.

-Biasutti R., La casa rurale in toscana, Nicola Zanichelli, Bologna, ed. 1938.

-Caciagli G., Istituto Storico delle Province d’Italia, Vol. II Colombo Cursi Editore, Pisa 1970..

-Camarlinghi M., Perignano, passato e recente, Bandecchi e Vivaldi Pontedera, Pisa 2009. -Camarlinghi M., Quattro Strade, un paese e la sua vita associata, Bandecchi e Vivaldi, Pontedera, Pisa 2010.

-Chierici P. Fabbriche, opifici, testimonianza del lavoro, storia e fonti materiali in provincia

di Cuneo,Celid, Torino 2004.

-Ciccone G., Errico C., Montanelli M., Cevoli in val di Cascina, mille anni di storia, Donnino, Livorno, 2008.

-De Bernardi A., Guarracino S., Laboratorio storico, dal medioevo all’età moderna, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori, Milano 1989.

-Demangeon H., L’habitation rurale en France. Essai de classification des principaux types. «Annales de Géographie», vol. XXIX, Parigi 1920.

-Gazzola P., La situazione urbanistica nelle nostre antiche città, in “Atti del VII Congresso nazionale di urbanistica” Bologna 1958.

-Gazzola P., Premier colloque sur les problèmes posés par la sauvegarde de

l’architecturepopulaire, in “Monumentorum Tutela”, Simposium ICOMOS, CSSR, Ochrana

pamiatok 9, 1971.

-Giusti G., Proverbi toscani, Cassa di risparmio di Firenze, Felice le Monnier, 1853, II edizione, Firenze 1908.

-Gomiero S., La Ruta della Paz, un progetto ecostorico di Jimenéz Deredia, University Press, Pisa 2012.

-Gori Montanelli L., Architettura rurale in Toscana, Adam, Firenze 1964.

-Heidegger M., L’arte e lo Spazio, Introduzione di Gianni Vattimo, Melangolo, Genova 1979. -Ingegnoli V., Landscape ecology: a widening foundation Springer, Berlino 2005.

(52)

-Jones P., Le origini medievali della moderna società rurale un caso tipico, il passaggio dalla

curtis alla mezzadria in Toscana, in Economia e società nell’Italia Medievale, Einaudi, Torino

1980.

-Lorenzi R., Semprini M.P., La tutela del paesaggio tra economia e storia, dal restauro dei

monumenti al governo del territorio, Convegno di studi, Pisa 25-26 febbraio 2005, La Pieve

Poligrafica, Rimini 2006.

-Mariti G., Lari Vicariato e Podesteria delle Colline pisane, (1797 e 1799), Graphicards SNC, Fornacette, Pisa 2001.

-Mazzanti R., Geografia del Paesaggio, Felici Editori, Pisa 2006.

-Mazzini C.M., La Toscana agricola studi sulle condizioni dell’agricoltura e degli agricoltori

delle province di Firenze, Arezzo, Siena, Lucca, Pisa e Livorno, 3° edizione le Monnier, Firenze

1884.

-Meini G., Lari, guida e cenni storici,Tipologia Fracassi, Casciana Terme, Pisa 1983. -Moratori L. A., Antiques Italicae, medii aevi, disserationes, tomo III, Milano 1738-1742. -Muratori L. D. A., Dissertazione sopra le antichità italiane, SocietàTipografica dei Classici Italiani, Milano, 1837.

-Oliver P., Encyclopedia of Vernacular Architecture of the World, Cambridge, University Press, 1997.

-Pierotti P., Manuale di sismografia storica, Edizioni Plus Universita di Pisa, Pisa 2003. -Pierotti P., Il Metodo Ecostorico, Raccolta e saggi a cura di Denise Ulivieri, University Press, Pisa 2009.

-Pierotti P., Imparare l’ecostoria, ed. Franco Angeli, Milano 2009.

-Pierotti P., Paradigmi di architettura, manuale storico critico di storia dell’edificazione, Plus, Pisa 2005.

-Repetti E., Dizionario corografico della Toscana, Cassa Risparmio di Firenze, Firenze 1855. -Repetti E., Dizionario Storico, Fisico della Toscana, Cassa Risparmio di Firenze, Firenze, 1841.

-Rudofky B., Architecture Whitout Architects, Doubeday & Company, New York 1964. -Salvagnini G., Resedi rurali in Toscana, Salimbeni, Firenze, 1980.

-Salvagini G., cultura e architettura della casa rurale, Medicea, Firenze 1977.

-Tani M., Lari attraverso i secoli, guida al castello e al territorio larigiano, Proloco, Lari, 1996.

-Tosciri G., Il Vernacolare: analisi critica di un concetto, Tesi di laurea, relatore D. Ulivieri, a.a. 2008-09.

(53)

-Tremolanti E., I catasti dei contadini del sec. XV, aspetti storici, socio-economici e

demografici di ciascuna comunità costituente l’attuale municipalità larigiana, Pacini Editori,

Pisa 1995.

-Tremolanti E., Lavaiano, 100 anni di fotografia e un po’ di storia, Pacini Editori, Pisa 1999. -Tremolanti E., Possessi e insediamenti abitativi nei Boschi di Lari, Pacini Editori, Pisa 1999, -Tremolanti E., Un antico castello delle colline pisane: Lari, Pacini Editori, Pisa 2003. -Ulivieri D., Dall’architettura anonima all’architettura vernacolare, in Bollettino dell’Accademia degli Euteleti della città di San Miniato, vol. 78.

-Volpe G., Studi sulle istituzioni comunali di Pisa e contado, ETS, Pisa 1970.

-Zevi B., Storia e Controstoria dell’architettura in Italia, Newton & Compton Editori, Roma 2005 (seconda edizione).

Legislazione di Riferimento

-Bellarmino B., Programma di recupero del patrimonio storicizzato, secondo le direttive delle

leggi: L.R. n° 59 21/5/80 L.R .n° 74 31/12/84 Del. Reg. n° 5633/86, Ponsacco 1986.

-Bollettino Ufficiale n. 2, parte prima del 14 febbraio 2007. Regolamento di attuazione dell' articolo 37 , comma 3, della legge regionale 3 gennaio 2005 n. 1(Norme per il governo del territorio) - Disposizioni per la tutela e valorizzazione degli insediamenti.

-Bollettino Ufficiale n. 29, parte prima del 4 agosto 2004.

-Carta dell’architettura vernacolare, ratificata durante la 12ª Assemblea Generale

dell’ICOMOS, Messico, ottobre 1999.

- Variante parziale al regolamento urbanistico del Comune di Lari, ricognitiva e di assestamento per modifiche grafiche di minima entità ed adeguamento normativo P.A., Progettista arch. G. Montanelli, Staff di progettazione arch. N. Barsotti, Geom. F. Zaccagnini, geom. L. Cipolli, Coll. Amm. Vo. L. Giuliani. Resp. Del Procedimento Arch. G. Montanelli, Garante della Comunicazione Arch. N. Barsotti. (variante A-extraurbana e B- urbana).

-Dpgrt 6/r2007 art. 1, 2.

-Legge Urbanistica n° 1150, del 1942.

-Legge n° 167, del 1962, “Legge sull’edilizia popolare” la “Legge ponte” n° 765 del 1967. -Legge “sulla casa” n° 865 del 1971.

-Legge “sul regime dei suoli” n° 10, del 28/1/1977. -Legge “sull’equo canone” n° 392, del 27/7/1978

(54)

-Legge Regionale “sul recupero del patrimonio esistente” n° 59 , del 21/5/1980. -Legge Regionale “norme urbanistiche integrative”, n° 74, del 31/12/1984.

-La legge del 1942. Attraverso la zonizzazione disciplinava gli spazi tecnici, presentandosi con connotati prevalentemente vincolistici è affiancata da una serie di normative che consentono di intervenire con una certa efficacia economica e sociale sulle trasformazioni del territorio, come i vari piani che forniscono ai poteri locali validi strumenti per l’edilizia pubblica o i piani di lottizzazione, o ancora le norme sull’esproprio per pubblica utilità, o i piani di recupero dell’ultima legge 457.

-Legge 15 febbraio 1898, n. 93. Capo III, Comma 2 bis: contributo previsto per la redazione e l’attuazione de piani di recupero una somma che può giungere fino a euro 25.000,00.

-Legge 15 febbraio 1898, n. 93. Vista la Convenzione culturale europea firmata a Parigi il 19 dicembre 1954 ed in particolare l'articolo 1 di detta Convenzione; Vista la Carta Europea del Patrimonio Architettonico adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa il 26 settembre 1975 e la Risoluzione (76) 28, dottata il 14 aprile 1976, relativa all'adeguamento dei sistemi legislativi e regolamentari nazionali alle esigenze di una conservazione integrata del patrimonio architettonico; Vista la Raccomandazione 880 (1979) dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa relativa alla conservazione del patrimonio architettonico; Tenendo conto della Raccomandazione n. R (80) 16 del Comitato dei Ministri agli Stati membri, relativa alla formazione specializzata di architetti, urbanisti, ingegneri del genio civile e paesaggisti, come pure la Raccomandazione n. R (81) 13 del Comitato dei Ministri adottata il 1° luglio 1981, relativa alle azioni da intraprendere a favore di alcuni mestieri nel settore dell'attività artigianale minacciati di estinzione.

-Legge 24 dicembre 2003, N. 378 “Disposizioni per la tutela e la valorizzazione dell’architettura rurale” pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 13 del 17 gennaio 2004, art. 1.

-Legge 24 dicembre 2003, N. 378 “Disposizioni per la tutela…op. cit. art. 2.

-Legge 24 marzo 2006, n. 156. Visto il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante il Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137; sono esercitate dalle regioni. Qualora l'interesse culturale delle predette cose sia stato riconosciuto con provvedimento ministeriale, l'esercizio delle potestà previste dall'articolo 128 compete al Ministero.

-Legge Regionale 03 Gennaio 2005, n. 1 Norme per il governo del territorio (Bollettino Ufficiale n. 2 parte Prima, del 12-01-2005) art 1.

-Legge Regionale del 21 maggio 1980 n. 59 (B.R.U.T 30-5-1980, n. 32 parte prima) modificato in seguito dalle LL. RR. 5/95, 64/95. Art. 1.

(55)

-Regolamento Urbanistico Comune di Lari, approvato con Deliberazione Consiglio Comunale n° 15 del 15/04/2013, definisce patrimonio storicizzato come “gli edifici facenti parte del patrimonio storico, architettonico e ambientale che, singolarmente o per la particolare aggregazione urbanistica che presentano, costituiscono parte delle Invarianti Strutturali. Il grado di intervento della norma generale del P. S. le carte delle invarianti del R.U. (Tavole 2a, 2b e 2c) contengono il riconoscimento dei predetti edifici, con la assegnazione ad ognuno di un numero corrispondente”. Nel patrimonio cosiddetto storicizzato è compresa così, anche l’architettura vernacolare.

Fonti Archivistiche

L’archivio degli enti locali della Val d’Era è stato depositato nel settembre del 1959 nell’Archivio di Stato di Pisa, dove è stato ordinato e inventariato.

-Archivio statale di Pisa, Enti Locali della Val d’Era, n. 272, Ordini, circolari e lettere ( Cfr. il reg. di deliberazioni cucito in questa filza , deliberazioni del 1 febbraio 1809).

-A.S.P., Enti Locali della Val d’Era, n. 272, Ordini, circolari e lettere ( Cfr. il reg. di deliberazioni cucito in questa filza , deliberazioni del 1 febbraio 1809).

-Archivio Della Parte stanza I Armad. Retato Cod. 47 a 149. -Archivio Della Parte stanza I Armad. Retato Cod. 47 a 149280. -Archivio di Stato di Pisa, Enti locali della Val d’Era, nn.1-7, -Archivio Statale Pisa, Comune di Lari f.2 cc. 17 r.v.

-Archivio Statale Pisa, Comune di Larif.2 c.37r.

-Archivio Statale Pisa, Comune di Lari, 728, cc. 71 v-72 r. Documento datato 6 settembre 1626.

-AsPi, fondo Catasto di Lari estimi, f 287, Com. Lavaiano Perignano.

Fonti WEB

http://immobiliare.mitula.it/casale-rustico-toscana-montespertoli) http://it.wikipedia.org/wiki/Alluvione_del_Tanaro_del_1994

(56)

http://it.wikipedia.org/wiki/Patto_di_stabilit%C3%A0_e_crescita http://viaggi.virgilio.it/foto/gallery/citta-nella-roccia-petra-matera/mesa-verde-villaggio-indiano_mmid70374.html http://www.aiacolonna.it/agriturismo-saturnia.php http://www.architetturaecosostenibile.it/architettura/nel-mondo/fabrizio-carola-africa-cupole-terra-cruda-architetto-napoletano-090.html http://www.ecoo.it/s/disastri-ambientali/page/3/ http://www.floraviva.it/Brevi/Brevi/paesaggio-rurale-langhe-roero-e-monferrato-candidato-unesco.html http://www.marcomagni.it/H2mez.html http://www.panoramio.com/photo/79792806 http://www.parks.it/parco.alpi.liguri/gallery_dettaglio.php?id=15870 http://www.prospettivacreativa.it/wordpress/?p=2194) http://www.romagnatoscana.org/index.php?title=La_casa_rurale www.Tankerenem.com

Riferimenti

Documenti correlati

Reputa, infatti, il Collegio che il provvedimento di revoca dell’affidamento di gestione delle entrate tributarie costituisce una legittima esplicazione del potere discrezionale

Uguale in senso aristotelico : la parte non può essere uguale ( identica ) al tutto che la contiene , in quanto il tutto ha sempre qualche elemento che la parte non ha ;

Freud ci insegna che lo psicotico «tratta le parole come cose», e una volta che sappiamo che nel Sistema Inconscio disponiamo soltanto di rappresentazioni di cose, la parola

Questi tre concetti sono ciò che un buon professionista, calato in un qualsiasi contesto, utilizza per erogare il proprio operato: il sapere, l’insieme delle conoscenze

Per fortuna l’informatore decide di aiutare ancora l’ispettore fornendogli indizi proprio attraverso il computer. Il numero

Finalmente arrivano informazioni sul complice della Signora Violet, l’abilissima ladra arrestata da Numerik.. Gli indizi sono contenuti in una busta chiusa: l’ispettore Numerik la

I condensatori sono dispositivi che immagazzinano energia nella forma di un campo elettrostatico.. Vengono utilizzati quando è necessario rilasciare un grande quantità

Per questo è un libro utile a tutti: agli psicologi e agli psicoanalisti propone nuovi fondamenti per una psicoanalisi al passo con i cambiamenti epistemologici e scientifici attuali