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Introduzione: oggetto e scopi della ricerca
Tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, i privilegi concessi dai Granduchi di Toscana hanno come conseguenza la formazione a Livorno di una cospicua comunità ebraica, di matrice prevalentemente sefardita.
Per via della diversa provenienza dei suoi membri e delle relazioni interne ed esterne a essa, la Nazione Ebrea di Livorno presenta da subito un panorama linguistico variegato e composito, in quanto al suo interno sono usate lingue diverse a seconda della situazione comunicativa: il portoghese e il giudeo-spagnolo sono le più parlate, affiancate comunque dal dialetto toscano e, a livello scritto, dall’ebraico. Con il passare del tempo, queste lingue subiscono inevitabilmente una reciproca interferenza, diventando sempre più ibride e portando addirittura alla formazione, nel corso del XVIII secolo, di una nuova varietà linguistica, il bagitto.
L’oggetto del presente studio sarà il giudeo-portoghese, lingua in cui è redatta la maggior parte degli atti ufficiali e delle sentenze del tribunale della comunità. Dopo un breve excursus sulle vicissitudini storiche che hanno contribuito alla formazione della Nazione Ebrea di Livorno, necessario per comprenderne le dinamiche e la composizione, verrà delineato un quadro etnografico e linguistico della comunità, concentrando l’attenzione sul giudeo-portoghese e i suoi contesti d’uso. Sarà proposta una possibile definizione e periodizzazione della lingua, per poi presentare gli studi finora condotti sulla fase ante
diaspora del giudeo-portoghese e sulla varietà di questa lingua sviluppatasi a Livorno, segnalando le
testimonianze da essi prese in considerazione e i risultati ottenuti. Partendo dagli esiti di queste ricerche, si tenterà di descrivere in modo più approfondito le caratteristiche della lingua e la sua evoluzione nel tempo e nello spazio, ampliando, per quanto ci è possibile, il numero di testimonianze. Nello specifico, sarà preso in esame il contributo che la letteratura aljamiada può fornire allo studio del giudeo-portoghese parlato in Portogallo prima della diaspora e, successivamente, verrà presentata la trascrizione diplomatica e l’analisi linguistica dei regolamenti della comunità ebraica del 1756, testo inedito che costituisce l’ultimo documento
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ufficiale redatto in giudeo-portoghese prima che il Granducato imponga l’italiano come unica lingua ufficiale.
Lungi dall’essere esaustivo, questo studio mira se non altro ad aggiungere qualche tessera al complesso mosaico che costituisce la lingua giudeo-portoghese, cercando in particolare di trovare risposta ai seguenti interrogativi: presso gli ebrei abitanti in Portogallo il portoghese fungeva esclusivamente da lingua veicolare o era usato anche nella comunicazione spontanea? Quanto c’è di vero nella caratterizzazione del giudeo-portoghese contenuta nella letteratura cristiana del Portogallo dei secoli XV e XVI? Per quanto concerne il giudeo-portoghese parlato a Livorno, che ruolo hanno giocato le lingue con cui esso conviveva all’interno e all’esterno della comunità? Quali sono le caratteristiche e le tendenze evolutive della lingua? Verso quale direzione la sua deriva? Esistono delle correlazioni tra l’evoluzione del giudeo-portoghese di Livorno e il mutamento della fisionomia della comunità ebraica nel corso del XVIII secolo? Se l’ultima legislazione in lingua portoghese è datata al 1756, a quando risale invece la scomparsa della stessa lingua in ambito non ufficiale? A quest’ultimo quesito tenteremo di dare una risposta offrendo un elenco completo dei documenti, ufficiali e non, conservati attualmente nell’Archivio della Comunità Israelitica di Livorno.