Università degli studi di Napoli Federico II
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Cos’è la normalità?
La norma rappresenta il concetto strettamente astratto di una grandezza media dei casi più frequenti e,
effettivamente, non si incontra mai nel suo aspetto puro, bensì è sempre unita a certe forme anormali.
Per questo non esiste confine preciso fra il
comportamento normale e anormale. (L.Vygotskij)
quali concetti affronteremo con la pedagogia e la didattica speciale?
•
Seguin e Itard sono i primi ad occuparsi dibambini subnormali con disturbi di varia natura;
•
In Italia la Pedagogia speciale deve i contributi maggiori a studiosi quali:- Maria Montessori (Scuola ortofrenica, case dei bambini).
- Giuseppe Montesano (Lega Italiana protezione del fanciullo/scuola ortofrenica, Villa Silvia
Roccapiemonte).
- Sante de Sanctis (trattamento-medico-psico pedagogico /Asilo-scuola).
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Pedagogia emendativa (soggetto anormale da emendare, da correggere attraverso l’educazione);
Ortopedagogia ( compito di prevenire e di curare ogni forma di devianza);
Pedagogia curativa (la diversità è intesa come malattia da curare);
Pedagogia di sostegno ( un’ educazione che sostenga in senso fisico e morale);
I COMPITI DELLA PEDAGOGIA SPECIALE
• Stabilire criteri condivisibili di orientamento educativo per la persona in situazione di handicap
• a. che valorizzino la persona in dimensione sociale
• b. che rispondano ai bisogni sociali
• c. che rendano praticabile/efficace l’azione didattica
• Offrire un quadro teorico di riferimento per:
• a. la teoria e la prassi didattica
• b. in ordine alla organizzazione della scuola
• c. in ordine alla curricolarità disciplinare
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• Favorire “valutazioni critiche” sui processi educativi
• a. in relazione ai fini
• b. in relazione ai mezzi
• Contribuire al chiarimento delle questioni scolastiche inerenti:
• a. il soggetto: insostenibilità del puerocentrismo
• b. l’oggetto: essenziali contenuti e livelli di formazione (educazione + istruzione)
• c. la gestione: organizzazione, esecuzione, monitoraggio e controllo del curricolo scolastico e delle relative strategie (metodologiche, didattiche, strumentali) di realizzazione
Ha senso parlare di
Pedagogia speciale oggi?
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Una competenza professionale sulle tematiche speciali che deve necessariamente essere più
diffusa, trasversale agli ambiti disciplinari, svincolata dai compartimenti stagni del ruolo.
disabilità/diversabilità
docente disciplinare/docente di sostegno
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PEDAGOGIA GENERALE
PEDAGOGIA SPECIALE
SCIENZE DELL’EDUCAZIONE
RIFLESSIONE TEORICA
SCIENZE MEDICHE
SOCIOLOGICHE
PSICOLOGICHE
La pedagogia speciale educabilità di persone
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ai margini della società sia in ingresso che “di ritorno”
• la proposta di percorsi educativi innovativi;
• convincere gli educatori di
sperimentare metodologie
didattiche di integrazione
.•
«A differenza dei miei colleghi ebbi l'intuizione che la questione dei deficienti fosseprevalentemente pedagogica anziché medica; e mentre molti parlavano nei congressi medici del metodo medico-pedagogico per la cura e
l'educazione dei fanciulli frenastenici, io ne feci argomento di educazione morale». Maria
Montessori
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Decroly sosteneva la necessità di valutare in maniera approfondita le
difficoltà di ogni alunno per
strutturarne un percorso funzionale, cioè legato alle funzioni attive nei
bambini ortofrenici
«le persone che per infermità cronica o per difetti fisici ed intellettuali non
possono procacciarsi i mezzi di sussistenza».
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quale era il ruolo delle scuole speciali e degli istituti per i ragazzi sub-normali?
• fino agli anni ‘70 lavorare con i bambini disabili significava lavorare con persone FUORI dal sistema sociale.
• La pedagogia speciale capì che la situazione di vita dei soggetti con deficit doveva mutare per il rispetto della loro dignità, per poter
incrementare la loro umanità: esse dovevano vivere "nel mondo", operare nel mondo.
• La normalità doveva rappresentare una palestra di esperienze indispensabile. Alle persone con problemi fu riconosciuto il diritto di vivere con gli altri e trovare così soddisfacimento ai loro
bisogni.
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• L'integrazione, passò dall’essere
prerogativa delle aule scolastiche si estese anche ad altri contesti di vita. Si comprese
la sua importanza e si spinse affinché la vita del disabile non iniziasse e non
terminasse con l'esperienza scolastica.
• L'integrazione diventa finalmente un valore totale da
salvaguardare e promuovere a scuola, nella società, nel mondo del lavoro.
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Tutto questo può indicare che
l’integrazione sta per raggiungere un livello qualitativo rilevante e ciò è molto importante: quando diventa normale la presenza del disabile nei
contesti sociali, significa che si è
davvero sulla buona strada.
D'altronde è proprio qui lo specifico della pedagogia
speciale: riuscire a far diventare consuetudine ciò che prima era
speciale.
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Proviamo a vedere quale
differenza c'è tra integrazione
e inclusione.
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L'“inclusione” è un'evoluzione del concetto
d'integrazione, l'attuale
paradigma a cui ci si riferisce,
quando si parla di inclusione è quello contenuto nell'ICF (international
classification of functioning
disability and health)
L' integrazione è una
relazione asimmetrica, in cui il CONTESTO,
accoglie la DIVERSITÀ.
Tuttavia il diversabile accetta le regole di questa comunità ospitante.
L' inclusione presuppone invece una relazione
SIMMETRICA in cui
ognuno rende partecipe l'altro della propria
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…..l’integrazione e
l’inclusione richiedono sviluppo di strategie di
insegnamento alternative, adattamento dei curricoli e creazione di modalità diverse per la valutazione
Solo alternando le modalità di lavoro è possibile stimolare sia lo sviluppo delle intelligenze nelle quali l’alunno è più debole sia permettergli di apprendere
mettendo in campo le sue risorse e i suoi punti di forza negli altri tipi di intelligenza
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Nella classe tradizionale,
l’insegnante presenta la lezione dalla cattedra, scrive alla lavagna, pone domande agli alunni, aspetta mentre gli alunni forniscono i compiti scritti
In una classe di
“intelligenze diverse” a
“speciale normalità”
il docente cambia frequentemente le modalità di
presentazione dei
contenuti passando dal linguaggio verbale, ai formati visuospaziali,
Fonti
• MIUR, Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, 2009.
• L. d’Alonzo, Integrazione delle persone con disabilità. Lo sguardo della pedagogia speciale, Convegno SIPES, Società italiana di pedagogia speciale, 2010.
• M. Gelati, Pedagogia speciale ed integrazione, Carocci, Roma, 2006.
• A. Curatola, pedagogia dell’integrazione, 2009.
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