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Libero Consorzio Comunale di Ragusa. Impresa Agricola MINARDI SALVATORE

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Academic year: 2022

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Allevamento intensivo di pollame per ovaiole  sito in Via Musebbi n. 51 – Modica (RG)

PIANO PRELIMINARE DI UTILIZZO DELLE TERRE E ROCCE DA SCAVO

 

 

Regione Siciliana 

Libero Consorzio Comunale di Ragusa 

             

Impresa Agricola 

MINARDI SALVATORE 

             

   

         

   

               

29/09/2021       

     

 

I progettisti: 

 

Dott. Ing. Vito Miciluzzo     Dott. Ing. Massimo Lasagna   

 

_________________       ________________ 

 

La Ditta   

     

________________ 

Firmato digitalmente da Vito Miciluzzo

O = Ordine degli Ingegneri della Provincia di Ragusa C = IT

Firmato digitalmente da

massimo lasagna

O = Ordine degli Ingegneri della Provincia di Ragusa

C = IT

(2)

 

 

Sommario 

1 Premessa... 3

2 Normativa di riferimento ... 5

2.1Terre e rocce da scavo qualificate come rifiuti ... 5

2.2Riutilizzo del materiale da scavo all’interno del sito di produzione ... 6

3 Descrizione delle opere da realizzare ... 7

4 Inquadramento ambientale ... 8

5 Gestione delle terre e rocce da scavo ... 8

5.1Riutilizzo delle terre ... 8

5.2Smaltimento in discarica o conferimento in impianti di  recupero ... 8

5.3Trasporto... 9

5.4Deposito temporaneo delle Terre e Rocce da Scavo ... 10

5.5Individuazione dell’impianto di conferimento ... 10

6 Modalità operative generali ... 11

6.1Modalità esecutive e tipologia di scavo adottate ... 12

6.2Scavo di sbancamento per edifici in progetto... 12

6.3Destinazione d’uso delle aree soggette ad operazioni di scavo ... 13

7 Operazioni di livellamento del terreno ... 13

8 Valutazione preliminare dei quantitativi di terre e rocce derivanti dalle operazioni di  scavo ... 13

8.1Volumi di terreno effettivamente scavato ... 13

8.2Volumi di terreno riutilizzabile ... 15

8.3Volume di terreno eccedente ... 15

9 Piano di caratterizzazione in fase preliminare... 16

9.1Numero e modalità dei campionamenti da effettuare ... 16

9.2Caratterizzazione chimico ­ fisica ... 17

9.3Piano di caratterizzazione preliminare ... 18

9.3.1Campionamento areale ... 18

10 Conclusioni ... 19  

   

   

 

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1  PREMESSA 

Il presente documento è stato redatto allo scopo di fornire indicazioni relative ai criteri e alle  modalità  operative  per  la  gestione  delle  Terre  e  Rocce  da  Scavo  (di  seguito  TRS) che  verranno prodotte per le opera in progetto, ovvero la realizzazione del “Capannone F”, del

“Capannone G” e del mangimificio, oltre che alla realizzazione delle aree destinate a verde, delle aree di sosta e strada di servizio al lotto in questione. 

 

  Figura 1: Ortofoto del sito 

 

Il progetto comprenderà la realizzazione delle seguenti attività e/o fasi di cantiere: 

  Asportazione della coltre di terreno vegetale (scotico); 

  Distribuzione  e  livellamento  del  terreno  vegetale  asportato  nel  terreno  circostante  della stessa azienda, destinato alla piantagione di barriere vegetali ed alberi. 

  Sbanco del volume di roccia destinato ad alloggiare le fondazioni dei nuovi edifici; 

  Trasporto  e  stesa  di  misto  granulometrico  per  realizzazione  strade  interne  e  piazzali; 

  Realizzazione della fondazione in travi rovesce di calcestruzzo armato; 

  Trasporto e stesa di misto granulometrico per realizzazione del riempimento della  fondazione; 

  Realizzazione della pavimentazione in calcestruzzo; 

  Trasporto  e  posa  in  opera  della  struttura  in  carpenteria  metallica  (colonne,  travi,  arcarecci e controventi); 

  Trasporto e Posa in opera dei pannelli coibentati di copertura; 

(4)

 

  Trasporto e Posa in opera dei pannelli coibentati da parete; 

  Trasporto e Installazione degli impianti. 

 

Durante  queste fasi,  verrà  infatti  organizzata  in  maniera  successiva  una  cantierizzazione  specifica per le lavorazioni da eseguire, allo scopo di garantire gli apprestamenti necessari  per l’esecuzione in sicurezza dell’intervento: ingressi, viabilità carrabile, disposizione delle maestranze,  aree  di  deposito  materiali  da  costruzione,  aree  di  carico­scarico,  posizione  apparecchi di sollevamento. 

Particolare  attenzione  verrà  inoltre  posta  al  contenimento  delle  polveri  e  dei  rumori  impiegando  macchinari  e  attrezzature  marcate  CE  che  garantiscano  con  una  ridotta  emissione di particolato e di emissioni sonore. 

 

Tali  interventi  comporteranno  attività  di  scavo,  per  cui  la  presente  relazione  illustra  le  modalità  operative  per  la  realizzazione  degli  scavi  e  la  corretta  gestione  del  materiale  movimentato  (Terre  e  Rocce  da  Scavo)  in  conformità  con  le  previsioni  progettuali  dell’opera e nel rispetto della normativa vigente. 

Nell’ottica della minimizzazione dell’impatto ambientale esso esamina la possibilità del riutilizzo dei materiali da scavo all’interno dello stesso sito di produzione ai sensi dell’art.

185, comma 1, lettera c) del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., e del D.P.R. 13 giugno 2017 n. 120,  ed illustra le diverse tipologie di attività e procedimenti operativi necessari. 

A tale scopo, si prevede un’adeguata attività di caratterizzazione dei suoli in fase di progettazione  esecutiva  e  prima  dell'inizio  dei  lavori,  al  fine  di  accertare  i  requisiti  ambientali dei materiali escavati ai sensi dell’art. 185, comma 1, lettera c) del D.Lgs.

152/06 e s.m.i. ovvero l’esclusione degli stessi dal regime dei rifiuti. Le modalità  di  tale  caratterizzazione sono descritte nel Piano delle Indagini, riportato al Capitolo 8, che sarà  eseguito  allo  scopo  di  verificare,  per  i  materiali  da  scavo,  la  sussistenza  dei  requisiti  di  qualità ambientale ai sensi del D.Lgs 152/06 (CSC). 

Secondo  quanto  indicato  dal  D.P.R  n.  120  del  13  giugno  2017  e  ad  altri  riferimenti  normativi  di  settore,  di  seguito  meglio  specificati,  le  terre  e  rocce  da  scavo  possono  essere  classificate  come  sottoprodotto  (e  non  come  rifiuti),  nel  caso  in  cui  questi  possiedano determinati requisiti previsti al comma 2 dell’art. 4 del sopra citato decreto: 

­  Sono generate durante la realizzazione di un’opera, di cui costituiscono parte  integrante e il cui scopo primario non è la produzione di tale materiale; 

­  Il loro utilizzo si realizza nel corso dell’esecuzione della stessa opera nella quale è  stato generato o di un’opera diversa, per la realizzazione di reinterri, riempimenti,  rimodellazioni, rilevati, miglioramenti fondiari o viari; 

­  Sono  idonee  ad  essere  utilizzate  direttamente  ossia  senza  alcun  ulteriore  trattamento diverso dalla normale pratica industriale; 

 

Nel  caso  specifico  delle  lavorazioni  che  caratterizzano  la  realizzazione  del  progetto  presentato,  accertata  la  sussistenza  di  tutti  i  requisiti  necessari  e  accertata  la  non  contaminazione dei siti, si prevede di: 

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­  Riutilizzare  gran parte del materiale proveniente dalle operazioni di scavo e non   solo, per operazioni di rinterro o rimodellazione dei terreni; 

­  Trasportare la rimanente parte a rifiuto in centri di riutilizzo o apposite discariche. 

 

2  NORMATIVA DI RIFERIMENTO 

Dal  22  agosto  2017  è  entrato  in  vigore  il  nuovo  D.P.R.  13  giugno  2017  n.  120,  che  riformula la disciplina ambientale per la gestione delle terre e rocce da scavo derivanti da  attività finalizzate alla realizzazione di opere. 

Il nuovo regolamento, adottato in base all’art. 8 del D.L. 133/2014 (Sblocca Italia) e  convertito,  con  modificazioni,  dalla  L.  164/2014.,  introduce  una  nuova  disciplina  sui  controlli e rimodula le regole di dettaglio per la gestione come sottoprodotti dei materiali da  scavo  eleggibili,  dettando  anche  nuove  disposizioni  per  l'amministrazione  delle  terre  e  rocce  fin  dall'origine  escluse  dal  regime  dei  rifiuti  (ex.  art  185  del  D.lgs.  152/06) e  per  quelle, invece, da condurre come rifiuti. 

La definizione di terre e rocce da scavo è indicata all’art. 2, comma 1, lettera c): Terre e  rocce  da  scavo:  “il  suolo  escavato  derivante  da  attività  finalizzate  alla  realizzazione di  un'opera,  tra  le  quali:  scavi  in  genere  (sbancamento,  fondazioni,  trincee);  perforazione,  trivellazione,  palificazione,  consolidamento;  opere  infrastrutturali  (gallerie,  strade); 

rimozione e livellamento di opere in terra. Le terre e rocce da scavo possono contenere  anche  i  seguenti  materiali:  calcestruzzo,  bentonite,  polivinilcloruro (PVC),  vetroresina,  miscele cementizie e additivi per scavo meccanizzato, purché le terre e rocce contenenti  tali  materiali  non  presentino  concentrazioni  di  inquinanti  superiori  ai  limiti  di  cui  alle  colonne A e B, Tabella 1, Allegato 5, al Titolo V, della Parte IV, del decreto  legislativo  3  aprile 2006, n. 152 , per la specifica destinazione d'uso”. 

La corretta gestione delle TRS si basa in funzione dei seguenti aspetti: 

  Ipotesi di gestione da adottare: 

­  Riutilizzo nello stesso sito di produzione; 

­  Riutilizzo in un sito diverso rispetto a quello di produzione; 

­  Smaltimento  come  rifiuti  e  conferimento  a  discarica  o  ad  impianto   autorizzato; 

  Volumi di terre e rocce da scavo movimentate, in base a cui si distinguono: 

­  Cantieri di piccole dimensioni – Volumi di TRS inferiori a 6.000 m2; 

­  Cantieri di grandi dimensioni – Volumi di TRS superiori a 6.000 m2; 

  Assoggettamento o meno del progetto alle procedure di VIA e/o AIA; 

  Presenza o meno, nelle aree interessate dal progetto, di siti inquinanti o oggetto di  bonifica. 

 

2.1  Terre e rocce da scavo qualificate come rifiuti 

Il materiale generato dalle attività di scavo qualitativamente non idoneo per il riutilizzo o  risultato  non  conforme  alle  Concentrazioni  Soglia  di  Contaminazione  (di  seguito  CSC), 

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deve essere  gestito  come  rifiuto  in  conformità  alla  Parte  IV  ­  D.Lgs  152/06  e  s.m.i.  e  destinato ad  idonei impianti di recupero/smaltimento, privilegiando le attività di recupero  allo smaltimento  finale. 

Quindi, di tutto il terreno scavato, quello che non viene riutilizzato perché: 

­  contaminato; 

­  avente caratteristiche geotecniche tali da non consentirne il riutilizzo; 

­  in quantità eccedente a quella destinabile al riutilizzo; 

deve  essere  conferito in  idoneo  impianto  di  trattamento o  recupero  o,  in  ultima analisi,  smaltito in discarica. Per il terreno che costituisce rifiuto va privilegiato il conferimento in  idonei Impianti di Trattamento o Recupero (con conseguente minore impatto ambientale  e minori costi di gestione). 

Nel  D.P.R.  120/2017  sono  indicate  nuove  condizioni  e  prescrizioni  in  presenza  delle  quali,  le  terre  e  rocce  da  scavo  qualificate  come  rifiuti  possono  essere  oggetto  di  deposito temporaneo, introducendo una disciplina  speciale rispetto  a  quella  individuata  dall’articolo  183,  comma1,  lettera  bb),  del  decreto  legislativo  n.  152  del  2006.  Nello  specifico,  le  terre  e  rocce  da  scavo  collocate  in  deposito  temporaneo  presso  il  sito  di  produzione possono essere raccolte e avviate a operazioni di recupero o di smaltimento  secondo una delle seguenti modalità alternative (cfr. Art. 23 D.P.R. 279/2016): 

1.  con  cadenza  almeno  trimestrale,  indipendentemente  dalle  quantità  in  deposito; 

2.  quando il quantitativo di rifiuti in deposito raggiunga complessivamente  i 4000 metri cubi di cui non oltre 800 metri cubi di rifiuti pericolosi. 

In  ogni  caso, allorché il quantitativo di rifiuti non superi il predetto limite all’anno, il  deposito temporaneo non può avere durata superiore ad un anno. 

 

2.2  Riutilizzo del materiale da scavo all’interno del sito di produzione 

Il riutilizzo in sito è disciplinato dal D.P.R. 120/2017 il quale stabilisce che per le opere  o attività sottoposte a Valutazione di Impatto Ambientale, “la sussistenza delle condizioni  e dei requisiti di cui all'articolo 185, comma 1,  lettera  c),  del  decreto  legislativo  3  aprile  2006, n. 152, è effettuata in via preliminare, in  funzione  del  livello  di  progettazione  e  in  fase  di  stesura  dello  studio  di  impatto  ambientale  (SIA),  attraverso  la  presentazione  di  un “Piano preliminare di utilizzo in sito delle terre e rocce da scavo escluse dalla  disciplina dei rifiuti” 

L’art. 24, inoltre, sancisce che, nel caso in cui la produzione di terre e rocce da scavo  avvenga  nell'ambito  di  opere  sottoposte  a  VIA,  la  sussistenza  delle  condizioni  e  dei  requisiti di cui all’art. 185, comma 1, lettera c), del D.Lgs. n.152/2006 è effettuata in via  preliminare,  in  funzione  del  livello  di  progettazione  e  in  fase  di  stesura  dello  SIA.,  attraverso la presentazione di un “Piano preliminare di utilizzo in sito delle terre e rocce da  scavo  escluse  dalla  disciplina  dei  rifiuti”.  Successivamente,  in  fase  di  progettazione  esecutiva, il proponente o l’esecutore: 

  effettua  il  campionamento  dei  terreni,  nell'area  interessata  dai  lavori,  al  fine  di 

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accertarne la non contaminazione ai fini dell’utilizzo allo stato naturale; 

  redige, accertata I’idoneità delle terre e rocce scavo, un apposito progetto in cui siano definite: 

  le volumetrie definitive di scavo; 

  la quantità del materiale che sarà riutilizzato; 

  la collocazione e durata dei depositi temporanei dello stesso; 

  la sua collocazione definitiva. 

 

Gli esiti di tali attività vanno trasmessi all’autorità competente e all’Agenzia Regionale di  Protezione Ambientale (ARPA) o all’Agenzia Provinciale di Protezione Ambientale  (APPA), prima dell’avvio dei lavori. Qualora in fase di progettazione  esecutiva  non  venga accertata l’idoneità del materiale all’utilizzo ai sensi dell’articolo 185, comma 1,  lettera  c),  le terre  e  rocce  vanno  gestite  come  rifiuti  ai  sensi della  Parte  IV  del  decreto  legislativo n. 152 del 2006 . 

La non contaminazione delle terre e rocce da scavo è verificata ai sensi dell'allegato 4 del  D.P.R. 120/2017 stesso. 

Qualora  si  rilevi  il  superamento  di  uno  o  più  limiti  di  cui  alle  colonne  A  e  B  Tabella  1  Allegato 5, al Titolo V, Parte Quarta del Decreto Legislativo n. 152 del 2006 e s.m.i., è  fatta  salva  la  possibilità  del  proponente  di  dimostrare,  anche  avvalendosi  di  analisi  e  studi pregressi già valutati dagli Enti, che tali superamenti siano dovuti a caratteristiche  naturali  del  terreno  o  a  fenomeni  naturali  e  che  di  conseguenza  le  concentrazioni  misurate siano relative a valori di fondo naturale. In tale ipotesi, l’utilizzo dei materiali da  scavo può essere consentita a condizione che non vi sia un peggioramento della qualità  del  sito  di  destinazione  e  che  tale  sito  si  collochi  nel  medesimo  ambito territoriale  di  quello di produzione per il quale è stato verificato che il superamento dei limiti è dovuto a  fondo naturale. 

 

3  DESCRIZIONE DELLE OPERE DA REALIZZARE 

Le opere di nuova realizzazione sono costituite dai seguenti edifici: 

  n. 1 edificio destinato ad allevamento in voliere di galline ovaiole (edificio F) 

  n. 1 edificio destinato ad allevamento in voliere di pulcini (edificio G) 

  n.1 edificio destinato ad un mangimificio aziendale (edificio H) 

  ampliamento dell'edificio M. 

Le  opere  che  prevedono  la  produzione  di  materiale da  riutilizzare  secondo  il  piano  di  utilizzo  riguardano principalmente le seguenti fasi: 

  Asportazione della coltre di terreno vegetale (scotico); 

  Distribuzione  e  livellamento  del  terreno  vegetale  asportato  nel  terreno  circostante  della stessa azienda, destinato alla piantagione di barriere vegetali ed alberi. 

  Sbanco del volume di roccia destinato ad alloggiare le fondazioni dei nuovi edifici; 

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  Trasporto  e  stesa  di  misto  granulometrico  per  realizzazione  strade  interne  e  piazzali; 

  Trasporto e stesa di misto granulometrico per realizzazione del riempimento della  fondazione; 

 

4  INQUADRAMENTO AMBIENTALE 

Per  quanto  riguarda  l’inquadramento  ambientale  relativo  al  territorio  interessato  dall’opera  in  progetto,  con  specifico  riferimento  agli  aspetti  di  caratteri  geologico,  geomorfologico  ed  idrografico/idrogeologico,  utili  all’individuazione  delle  peculiarità  del  contesto  ambientale nell’ambito del quale saranno gestiti i materiali da scavo derivanti dalle  opere  in  progetto,  si rimanda  alla  lettura  della  Relazione  Geologica  e  dei  suoi  allegati grafici che ben descrivono tutte le caratteristiche dell’area in esame. 

Un  ulteriore  parametro  di  indagine  ambientale,  necessario  ai  fini  della  definizione  dei  limiti di riferimento  dal punto di vista della potenziale contaminazione dei suoli nell’area interessata  dal progetto, è rappresentato dalle specifiche destinazioni d’uso dei siti interessati  dal  progetto.  Esse  sono  individuabili  sulla  base  degli  strumenti  urbanistici  attualmente vigenti su      scala locale. 

Secondo la cartografia allegata agli Strumenti Urbanistici vigenti nel territorio comunale di  Modica (RG), le aree ricadono tutte in Zona Agricola. 

 

5  GESTIONE DELLE TERRE E ROCCE DA SCAVO 

5.1  Riutilizzo delle terre 

Durante  la  realizzazione  delle  opere,  come  già  anticipato,  il  criterio  di  gestione  del  materiale  scavato prevede il suo deposito all’interno dell’area di cantiere e successivamente il suo riutilizzo, all’interno dello stesso sito di produzione (ai sensi  dell’art. 185, comma 1, lettera c) del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii. e dall’Art. 24  del  D.P.R. 

120/2017),  previo  accertamento,  durante  la  fase  esecutiva,  dell’idoneità  di  detto  materiale per il riutilizzo in sito. 

Le TRS saranno utilizzabili per reinterri, riempimenti e rimodellazioni: 

se la concentrazione di inquinanti rientra nei limiti di cui alla colonna A (tabella 1, di  cui  all’Allegato  5  alla  parte  quarta  del  D.Lgs  152/2006),  in  qualsiasi  sito  a  prescindere dalla sua destinazione; 

se la concentrazione di inquinanti è compresa fra i limiti di cui alle colonne A e B,  nei siti a destinazione produttiva (commerciale e industriale). 

 

5.2  Smaltimento in discarica o conferimento in impianti di  recupero 

Tutte le TRS derivanti dai lavori sopra citati e non destinate al riutilizzo in sito saranno  considerate  rifiuti  e  quindi  sottoposte  alle  disposizioni  in  materia.  Pertanto,  il  terreno  scavato  non  riutilizzato  in  quanto  contaminato,  non  conforme  o  eccedente,  verrà 

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conferito  in  idoneo  impianto  di  trattamento  o  recupero  o,  in  ultima  analisi,  smaltito  in  discarica. A tal fine, tali materiali, dovranno essere caratterizzati ai fini dell’attribuzione del  codice CER per l’individuazione dell’impianto autorizzato. 

Gli  stessi  saranno  quindi  raccolti  e  avviati  a  operazioni  di  recupero  o  di  smaltimento  secondo una delle seguenti modalità alternative (Art. 23 del D.P.R. 120/2017): 

­  con cadenza almeno trimestrale, indipendentemente dalle quantità in deposito; 

­  quando il quantitativo di rifiuti in deposito raggiunga complessivamente i 4000 m3 di  cui al massimo 800 m3 di rifiuti pericolosi. In ogni caso, allorché il quantitativo di rifiuti non  superi il predetto limite all'anno, il deposito temporaneo non può avere durata superiore ad  un anno. 

Al fine di  garantire un minore  impatto  ambientale e minori  costi  di gestione, per  i  rifiuti  sarà privilegiato il conferimento in idonei Impianti di Trattamento o Recupero adottando  comunque  tutte  le  modalità  previste  dalla  normativa  vigente  (Parte  Quarta  del  D.  Lgs. 

152/2006 e ss.mm.ii.). 

Ai fini dell’attribuzione dell’idoneo codice CER, sui campioni di terreno sarà prevista  l’esecuzione di “un set analitico” specifico. Per i materiali da scavo che dovranno essere  necessariamente  conferiti  in  discarica  sarà  obbligatorio  eseguire  anche  il  test  di  cessione  ai  sensi  del  D.M.  27/09/2010,  ai  fini  di  stabilire  i  limiti  di  concentrazione  dell'eluato per l'accettabilità in discarica. 

 

5.3  Trasporto 

Relativamente  al  trasporto,  a  titolo  esemplificativo  verranno  impiegati  come  di  norma  camion  con  adeguata  capacità,  protetti  superiormente  con  teloni  per  evitare  la  dispersione di materiale durante il tragitto. 

Per  consentire  la  tracciabilità  dei  materiali  interessati  dall'escavazione  sarà  redatta  la  prescritta documentazione  che  consentirà  anche nel  tempo  di  individuare  l'intera filiera  percorsa  dal  materiale.  In  particolare,  i  materiali  gestiti  come  rifiuto  dovranno  essere  messi in carico sull’apposito Registro entro 10 giorni lavorativi dalla loro produzione. 

Le  operazioni  di  trasporto  e  conferimento  agli  impianti  finali  di  destinazione  vengono  effettuate  previa  compilazione  del  formulario  di  identificazione  del  rifiuto  (FIR)  dove  vengono  indicate  tutte  le  informazioni  necessarie  a  definirne  la  tracciabilità,  ovvero  a  definire tutti i collegamenti dal momento della messa in carico sul registro, dello scarico,  al trasporto presso l’impianto finale. 

Tale  documentazione  come  per  legge  sarà  custodita  almeno  per  i  successivi  cinque  anni e sarà disponibile presso la società committente dell'opera. 

Il  trasporto  del  rifiuto  sarà  accompagnato  inoltre  dal  relativo  certificato  di  analisi,  rilasciato da idoneo laboratorio chimico accreditato, dove dovranno essere indicate, oltre  al codice CER, tutte le informazioni necessarie a caratterizzare il  rifiuto da un punto di  vista chimico­fisico. 

La gestione dei rifiuti sarà comunque effettuata mediante l’ausilio di contratti aperti con  fornitori opportunamente qualificati che esplicano l’attività di raccolta, trasporto e 

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conferimento agli impianti di destinazione finale. 

 

5.4  Deposito temporaneo delle Terre e Rocce da Scavo 

Il materiale da  scavo idoneo al riutilizzo all’interno  dello stesso  sito di produzione o da  gestire  come  rifiuto  e  destinare  ad  apposito  impianto  di  conferimento  (recupero  o  smaltimento) sarà depositato in spazi appositamente individuati all’interno dell’area di  cantiere. 

L’area adibita al deposito sarà ubicata all’interno di appositi bacini di contenimento  separati  rispetto  ai  luoghi  ove  si  svolgono  altre  attività,  quindi  delimitata  da  cordoli  e  opportunamente  contrassegnata  da  cartelli.  Essa  avrà  dimensioni  tali  da  garantire  lo  stoccaggio di tutto il materiale raggruppato per tipologie omogenee (materiale di scotico  superficiale,  eventuale  misto  granulometrico,  materiale  eccedente  etc.).  L’area  sarà  inoltre  predisposta  in  modo  da  resistere  agli  agenti  atmosferici  e  realizzata  in  maniera  da garantire il completo isolamento delle sottostanti matrici ambientali (suolo e/o acque  sotterranee).  A  tal  fine  saranno  utilizzati  appositi  teli  impermeabilizzanti  in HDPE,  adeguatamente sovrapposti, di spessore minimo pari a 3 mm, in modo da creare una  barriera fisica fra il materiale stoccato e la superficie sottostante. I teli saranno ancorati  al suolo con apposizione di pesi lungo il perimetro e sopra di essi saranno depositati i  cumuli di materiale. 

Alla fine della giornata lavorativa o in occasione di eventi meteorici i cumuli che saranno  coperti con ulteriori teli impermeabili in LDPE di spessore non inferiore a 1,00  mm,  adeguatamente  ancorati  alle  estremità  e  in  sommità  con  sacchetti  di  sabbia o similari,  per evitare la formazioni delle polveri e l’infiltrazione delle acque meteoriche. 

 

5.5  Individuazione dell’impianto di conferimento 

A seconda della classificazione, delle caratteristiche chimico­fisiche, e dalla natura degli  inquinanti  eventualmente  presenti  nei  rifiuti,  i  rifiuti  prodotti  dalle  attività  di progetto  saranno conferiti presso i seguenti impianti: 

1.  Recupero 

  impianti di macinazione e recupero di rifiuti inerti e terre e rocce; 

2.  Smaltimento 

  impianti di stoccaggio e/o smaltimento rifiuti inerti; 

  impianti di stoccaggio e/o smaltimento rifiuti pericolosi e non. 

 

In  base  alla  caratterizzazione,  terre  e  rocce  da  scavo  non  riutilizzabili,  devono  essere  trasportati,  conferiti  e  sistemati  alla/e  discarica/e  o  impianto/i  di  trattamento  autorizzata/e/i. 

La disponibilità relativa alla capienza ed all’accessibilità degli impianti di trattamento e/o  discariche, sarà assicurata nel totale rispetto della Legislazione vigente, degli Strumenti  Urbanistici locali e dei vincoli imposti dalle competenti Autorità. 

Concluso il conferimento del materiale agli impianti di smaltimento/recupero, l’area 

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utilizzata  per  la  realizzazione  dei  cumuli  sarà  ripristinata  nella  situazione  ante­operam  previo smantellamento di tutte le opere provvisionali esistenti. 

La destinazione privilegiata per i materiali da scavo prodotti e gestiti come rifiuti sarà, per  quanto  possibile, il recupero mediante il conferimento ad appositi impianti autorizzati  ad  eseguire le attività indicate dai i seguenti codici previsti dall’allegato C  del  D.Lgs  152/2006. 

Lo  smaltimento  dei  rifiuti  costituisce  la  fase  residuale  della  gestione  dei  rifiuti  e  verrà  effettuato  in  condizioni  di  sicurezza  previa  verifica,  della  impossibilità  tecnica  ed  economica di esperire le operazioni di recupero. I rifiuti da avviare allo smaltimento finale  devono essere infatti il più possibile ridotti sia in massa che in volume e smaltiti tramite  una  rete  integrata  e  adeguata  di  impianti  di  smaltimento  attraversole  migliori  tecniche  disponibili tenendo conto anche del rapporto costi/benefici complessivi. 

Prima  dello  smaltimento  o  recupero  finale  i  rifiuti  possono  essere  oggetto  di  specifici  trattamenti di tipo  chimico­fisico per  renderli  conformi alle norme  tecniche che  regolano  queste tipologie di attività. 

I  rifiuti  che  saranno  prodotti  possono  essere  ricondotti  in  linea  generale  alle  seguenti  operazioni di smaltimento di cui all’Allegato B del D.Lgs 152/06 e ss.mm.ii. 

 

Per quanto concerne le operazioni di cui ai punti D13, D14 e D15 dell’allegato B, la  responsabilità  del  produttore  è esclusa a  condizione  che quest’ultimo,  oltre  alla  quarta  copia di ritorno del FIR, debitamente sottoscritta per accettazione da parte dell’impianto di destinazione, abbia ricevuto il certificato di avvenuto smaltimento rilasciato dal titolare  dell’impianto che effettua le operazioni di cui ai punti da D1 a D12 del citato allegato B. 

   

6  MODALITÀ OPERATIVE GENERALI 

La  gestione  delle  terre  da  scavo  deve  essere  definita  sia  qualitativamente  che  quantitativamente nella fase autorizzativa del progetto che le genera, in relazione al sito  di utilizzo. 

Al  fine  di  individuare  la  tracciabilità  del  materiale  e  consentire  quindi  una  verifica  sulle  quantità utilizzate nel sito di destinazione, l’eventuale trasporto dovrà essere disciplinato  in conformità all'allegato "Documentazione attestante la provenienza, la  destinazione e  la quantità di materiale di scavo esportato”. 

Nella  fase  di  produzione  del  materiale,  destinato  all'utilizzo,  il  direttore  dei  lavori  o  il  responsabile del cantiere dovrà compilare un apposito modulo da predisporre, firmare e  timbrare,  per  ogni  singolo  viaggio,  numerato  progressivamente,  in  triplice  copia  contenente le diverse informazioni tra le quali: 

­  sito di provenienza delle terre e rocce di scavo ed estremi dell'autorizzazione; 

­  sito  di  utilizzo/destinazione  delle  terre  e  rocce  di  scavo  ed  estremi dell'autorizzazione; 

­  quantità in mc. di materiale trasportato; 

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­  ditta che effettua il trasporto; 

­  data e ora di partenza; 

­  accettazione  del  materiale  da  parte  del  responsabile  di  cantiere  o  del  titolare del progetto del sito di destinazione. 

Tutti i documenti di trasporto dovranno comprovare il corretto conferimento, presso il sito  di  destinazione,  della  volumetria  di  scavo  prevista  in  sede  progettuale  e  regolarmente  autorizzata. 

A completamento di detta fase, il direttore dei lavori dovrà predisporre una dichiarazione  in cui si  attesta  che il terreno derivante dallo scavo, effettuato in conformità al progetto  approvato e quindi secondo la richiesta di utilizzo, è stato effettivamente utilizzato. 

Detta  dichiarazione  unitamente  ad  una  copia  dei  documenti  di  trasporto  di  cui  sopra  dovranno essere allegati alla documentazione di collaudo e attestazione di fine lavori. Il  deposito  del  materiale  in  attesa  di  utilizzo,  ove  sia  stata  preventivamente  esperita  la  procedura  prescritta,  non  è  soggetto  alla  normativa  dei  rifiuti  e  quindi  neppure  alle  norme  sul  deposito  temporaneo  di  rifiuti,  sul  deposito  preliminare  o  sulla  messa  in  riserva. Per detti motivi il trasporto delle terre e rocce da scavo, potrà essere effettuato  con autocarri senza l’emissione dei “formulari di identificazioni dei rifiuti”. 

Il comune di Modica, territorio nel quale è previsto il sito di utilizzo delle terre e rocce da  scavo è onerato, altresì, ad esercitare la propria vigilanza al fine di verificare il rispetto di  quanto contenuto negli atti progettuali. 

 

6.1  Modalità esecutive e tipologia di scavo adottate 

Tutti  gli  scavi  previsti  per  la  realizzazione  delle  opere  relative  al  progetto  presentato  saranno realizzati con l’ausilio di appositi mezzi meccanici. 

Nello specifico verranno utilizzati: 

1.  Escavatori per gli scavi a sezione obbligata e a sezione ampia; 

2.  Pale meccaniche per scoticamento superficiale. 

 

6.2  Scavo di sbancamento per edifici in progetto 

Il progetto prevede la realizzazione di realizzazione di tre nuovi fabbricati come appresso  descritti: 

  n. 1 edificio destinato ad allevamento in voliere di galline ovaiole (edificio F), delle  dimensioni pari a 16,80 x 96,34, con un’appendice frontale adibita a magazzino e filtro di dimensioni 4,34x6,00 per una superficie coperta complessiva pari a 1644,55  mq. 

  n.  1  edificio  destinato  ad  allevamento  in  voliere  di  pulcini  (edificio  G),  delle  dimensioni pari a 14,8 x 72,30 per una superficie coperta pari a 1070,04 mq. 

  n.1  edificio  destinato  ad  un  mangimificio  aziendale  (edificio  H)  composto  da  un  corpo  di  fabbrica  di  dimensioni  17.10x7.60  m  e  da  una  seconda  zona  del  mangimificio  di  dimensioni  pari  a  10,0x  14,40,  per  una  per  una  superficie  coperta  pari a 273,96 mq. 

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  ampliamento  dell'edificio  M  (locale  selezionatrice  e  magazzino  uova)  per  una  superficie coperta pari a a 77,91 mq,  e dimensioni planimetriche in pianta di 11,95  m x 6,52. 

 

6.3  Destinazione d’uso delle aree soggette ad operazioni di scavo 

Le  aree  interessate  dagli  scavi  per  la  realizzazione  delle  opere  in  progetto  sono  tutte  ricadenti su aree agricole. 

   

7  OPERAZIONI DI LIVELLAMENTO DEL TERRENO 

La  preparazione  del  terreno  che  caratterizza  l’area  destinata  alla  realizzazione  dell’impianto fotovoltaico prevede un’attività di movimentazione delle terre che possono  essere distinte in due tipologie: 

1.  Scotico  del  terreno  agricolo  Distribuzione  e  livellamento  del  terreno  vegetale  asportato nel terreno circostante della stessa azienda, destinato alla piantagione di  barriere vegetali ed alberi. 

2.  Riutilizzo  del  materiale  proveniente  dagli  scavi  in  sito,  da  utilizzare  per  la  realizzazione strade interne e piazzali oltre che per il riempimento delle fondazioni  degli edifici in progetto. 

Allo stato attuale il terreno non presenta particolari criticità in termini di regolarità del  p.c. e risulta caratterizzato da un valore di quota variabile da 388 a 391 m s.l.m.  

 

8  VALUTAZIONE PRELIMINARE DEI QUANTITATIVI DI TERRE  E ROCCE DERIVANTI DALLE OPERAZIONI DI SCAVO 

Per  una  corretta  gestione  ed  un  efficiente  riutilizzo  delle  terre  e  rocce  derivanti  dalle  operazioni  di  scavo  sono  stati  stimati  quantitativamente  i  volumi  di  terreno  di  seguito  riportati: 

  Volume di terreno effettivamente scavato; 

  Volume di terreno riutilizzabile; 

  Volume di terreno eccedente. 

 

8.1  Volumi di terreno effettivamente scavato 

In base alle diverse operazioni di scavo previste per la realizzazione delle opere è stata  fatta una stima dei volumi di terreno effettivamente scavato. 

Per  quanto  riguarda  invece  il  calcolo  dei  volumi  di  terra  derivanti  dalla  realizzazione  delle strade e delle piazzole di viabilità interna è stata considerata l’area totale occupata  da tali opere e la profondità di scavo. I risultati ottenuti vengono di seguito riportati. 

 

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Tabella: Stima dei volumi derivanti dalla realizzazione delle opere viabilità interna 

Dimensioni scavo  Area  Profondità 

Tipologia di intervento  [m2]  [m] 

Scorticamento  del  terreno  vegetale  per  la  realizzazione  delle  aree  destinate  e  viabilità e piazzali (pavimentate) 

3.102,00  0,20 

Scorticamento  del  terreno  vegetale  per  la  realizzazione  delle  aree  destinate  e  viabilità e piazzali (permeabili) 

2.854,00  0,20 

Livellamento piazzare 

5956,00  0,25 

TOTALE [m3]  2.680,00 

 

Per  la  stima  dei  volumi  relativi  alla  realizzazione  degli  scavi  per  la  realizzazione  delle  fondazioni degli edifici in progetto sono state considerate, per ciascuno, le dimensioni in  pianta e la profondità dello stesso. I risultati ottenuti vengono riportati di seguito: 

 

Tabella: stima dei volumi derivanti dalla realizzazione degli scavi per realizzazione delle  fondazioni 

Dimensioni scavo  Larghezza  Lunghezza  Profondità  Volume 

Tipologia di intervento  [m]  [m]  [m]  [m3

Scorticamento  del  terreno  vegetale  per  la  realizzazione  delle  fondazioni  degli  edifici  in  progetto 

97,00  9,00  73,30  18,60  5,00 

17,50  6,40  15,80  18,10  9,40 

0,20  0,20  0,20  0,20  0,20 

339,50  11,50  231,60  67,30  9,40 

Totale scorticamento [m3]        659,00 

Scavi  di  fondazione  ovaiole  (edificio F) 

97,00  9,00 

17,50  6,40 

0,70  0,70 

1.188,2 5  40,32  Scavi  di  fondazione  pulcinaia 

(edificio G)  73,30  15,80  0,70  810,70 

Scavi  di  fondazione 

mangimificio (edificio H) 

18,60  5,00 

18,10  9,40 

0,80  12,00 

269,33  564,00 

Totale [m3]        2.873,0

0   

Da  una  valutazione  preliminare,  risultano  quindi  calcolati  i  quantitativi  di  terreno  effettivamente  scavati  e  di  seguito  riportati  in  forma  tabellare,  suddivisi  per  tipologia  di  intervento: 

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Tabella: Valori preliminari dei volumi di terreno scavato 

Tipologia di intervento  Volume [m3

Scorticamento del terreno vegetale  1.851,00 

Scavo di sbancamento  4.362,00 

Totale [m3]  6.213,00 

 

In fase di progettazione esecutiva ci si riserva di affinare i calcoli di cui sopra. 

 

8.2  Volumi di terreno riutilizzabile 

Il criterio di gestione del materiale scavato prevede il suo deposito temporaneo presso  l’area di cantiere e successivamente, in ragione della natura prettamente  agricola  dei  luoghi, il suo utilizzo per: 

­  il riempimento degli scavi di fondazione; 

­  il livellamento del terreno alla quota di progetto per la realizzazione della viabilità  interna; 

­  il  livellamento  dello  strato  di  terra  vegetale  nel  terreno  circostante  della  stessa  azienda; 

 previo comunque ulteriore accertamento, durante la fase esecutiva, dell’idoneità di detto  materiale per il riutilizzo. 

Il  materiale  di  scavo,  prima  dell’eventuale  riutilizzo,  verrà  stoccato  provvisoriamente  in  prossimità del luogo di produzione e comunque per un periodo non superiore a tre anni. 

 

Tabella: Valori preliminari dei volumi di terreno riutilizzabile 

OPERAZIONE  Volume [m3

Volume di terreno utilizzato per riempimento delle fondazioni  1.211,00  Volume di terreno per operazioni di livellamento dei piazzali  1.786,00  Volume di terra vegetale utilizzato per operazioni di livellamento del 

terreno circostante 

1.979,00 

Totale [m3]  4.976,00 

 

8.3  Volume di terreno eccedente 

Nel caso di volumi di terreno eccedente, il materiale verrà conferito ad idoneo impianto di  trattamento  e/o  discarica  con  le  modalità  previste  dalla  normativa  vigente  in  materia di  rifiuti. 

Sulla  base  dei  valori  di  volumi  di  terreno  precedentemente  riportati,  relativi  alla  parte  prodotta e a quella riutilizzata, si determina per differenza il volume di terreno eccedente  di seguito riportato. 

 

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Tabella: Valori preliminari dei volumi di terreno riutilizzabile 

Volumi stimati  Volume [m3

Volume di terreno prodotto  6.213,00  Volume di terreno riutilizzato  4.976,00  Volume di terreno eccedente  1.237,00   

 

In merito all’eventuale conferimento in discarica, a titolo esemplificativo, verranno  impiegati  appositi  mezzi  con  adeguata  capacità  (circa  20m3  di  materiale  trasportabile),  adeguatamente protetti superiormente con teloni per evitare la dispersione del materiale  durante il tragitto. Si pianificherà successivamente un numero di viaggi tali da conferire  tutto il volume di materiale nell’arco dei mesi previsti per le lavorazioni. Tali operazioni di  trasporto  non  influiranno  in  alcun  modo  sul  traffico  veicolare  già  presente  nelle  aree  scelte per la realizzazione delle opere. 

 

9  PIANO DI CARATTERIZZAZIONE IN FASE PRELIMINARE 

Il piano di caratterizzazione in fase preliminare dovrà necessariamente includere: 

  Numero e caratterizzazione dei punti di indagine; 

  Numero e modalità dei campionamenti da effettuare; 

  Parametri da determinare sui campioni prelevati; 

  Ricalcolo delle volumetrie previste delle terre e rocce; 

  Modalità e volumetrie di riutilizzo delle terre e rocce; 

  Modalità di smaltimento e volumetrie delle terre e rocce in esubero. 

 

Pertanto,  per  tutte  le  opere  richiamate,  in  ogni  caso,  in  fase  di  progetto  esecutivo  e  prima dell’inizio dei lavori, verranno eseguiti idonei campionamenti secondo i criteri  stabiliti dalle vigenti disposizioni a riguardo. A tal proposito si riporta di seguito a grandi  linee  le  modalità  e  le  caratteristiche  dei  campionamenti  necessari  per  il  piano  di  caratterizzazione. 

 

9.1  Numero e modalità dei campionamenti da effettuare 

Le  indagini  ambientali  per  la  caratterizzazione  dei  materiali  prodotti  dalle  operazioni  di  scavo,  si  conduce,  secondo  i  modi  e  le  quantità  indicate  nel  D.Lgs  152/2006  e  nel  D.P.R. 120/2017, ed in particolare nell’Allegato n.2 del D.P.R 120/2017 che sarà di  seguito citato. 

Il piano di investigazione consiste, per ogni campione, nella verifica di un set analitico di  12 parametri, ivi compreso l’amianto, che consenta di accertare che essi non superino i  valori stabiliti alle colonne A e B dell’Allegato 5, Tabella 1, parte Quarta,  Titolo  V  del 

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D.Lgs. 152/2006. 

Come indicato nell’Allegato n.2 del D.P.R 120/2017, “La caratterizzazione ambientale è  eseguita  mediante  scavi  esplorativi  (pozzetti  o  trincee)  e,  in  subordinazione,  con  sondaggi  a  carotaggio”.  Il  prelievo  dei  campioni  potrà  essere  condotto  attraverso  l’ausilio di mezzi meccanici, se le profondità da investigare risulteranno compatibili con  l’uso  del  normale  escavatore  meccanico.  Ogni  campione  dovrà  essere  accuratamente  conservato all’interno di appositi contenitori, tutti puntualmente ed  immediatamente  etichettati. 

Per la scelta dei punti di prelievo sul sito in esame si consiglia di seguire una struttura a  griglia il cui lato di ciascuna maglia, come prescrive l’Allegato, “può variare tra 10 e 100  m a seconda del tipo e delle dimensioni del sito oggetto dello scavo”, localizzando il punto  d’indagine  in  corrispondenza  dei  nodi  della  griglia  stessa  (ubicazione  sistematica)  oppure all’interno di ogni maglia (ubicazione sistematica casuale). 

Nell’Allegato si indica inoltre il numero minimo di  punti  di  indagine,  pari  a  3,  e  si  sottolinea che tale numero varia in maniera direttamente proporzionale alla dimensione  dell’area da campionare. 

Nello specifico si riportano in tabella i valori limite e il relativo numero minimo di punti di  campionamento. 

 

Tabella 9: Numero minimo di punti di presa da effettuare 

Dimensioni dell’area  Punti di prelievo  Inferiore a 2.500 metri quadri  3 

Tra 2.500 e 10.000 metri quadri  3 + 1 ogni 2.500 metri quadri  Oltre i 10.000 metri quadri  7 + 1 ogni 5.000 metri quadri   

 

Per determinare la profondità di indagine occorre tenere in considerazione la profondità  prevista  dalle fondazioni.  Come  indicati  nello  stesso  Allegato,  i  campioni  da  sottoporre  ad  analisi  chimico­fisiche  sono  di  tre  tipologie  differenti  per  ogni  punto  di  indagine  considerato: 

  Campione 1: da 0 a 1 m dal piano campagna; 

  Campione 2: nella zona di fondo scavo; 

  Campione 3: nella zona intermedia tra i due. 

 

Per  scavi  superficiali,  caratterizzati  invece  da  una  profondità  inferiore  a  2  metri,  i  campioni  da  sottoporre  ad  analisi  chimico­fisiche  sono  almeno  due  quindi  uno  per  ciascun metro di profondità 

 

9.2  Caratterizzazione chimico ­ fisica 

Il  set  di  parametri  che,  per  ciascuno  dei  campioni  prelevati,  è  necessario  verificare, 

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viene definito sulla base delle possibili sostanze ricollegabili ad attività antropiche svolte  sul  sito  o  nelle  sue  vicinanze,  ai  parametri  caratteristici  di  pregresse  contaminazioni  e  agli apporti derivanti dall’esecuzione dell’opera. 

I campioni prelevati che verranno portati in laboratorio verranno prima vagliati e privati  della  frazione  di  2  cm  (da  scartare  in  sito).  La  concentrazione  sarà  poi  determinata  riferendosi  alla  totalità  dei  materiali  secchi,  comprensiva  anche  dello  scheletro  campionato (frazione compresa tra 2 cm e 2 mm). 

Il  set  di  sostanza che necessitano di essere ricercate all’interno dei campioni sono  indicate alla tabella  1,  Allegato  5,  parte  Quarta,  Titolo  V  del  D.Lgs.  152/2006. Le  analisi chimico­fisiche vanno condotte adottando metodologie ufficialmente riconosciute  in  modo  da  garantire  un  grado  di  sicurezza  tale  che  i  valori  minimi  siano  dieci  volte  inferiori rispetto a quelli relativi alla concentrazione limite. 

I  valori  di  concentrazione  degli  elementi  risultati  dalle  analisi  effettuate  sui  campioni,  vanno  poi  confrontate  con  le  CSC  (Concentrazioni  Soglio  di  Contaminazione)  riportati  alle colonne A e B dell’Allegato 5, Tabella 1, parte Quarta, Titolo V del D.Lgs. 152/2006. 

Se il contenuto delle sostanze inquinanti, all’interno dei campioni di terreni prelevati,  risulta  essere  inferiori  ai  valori  CSC,  si  verifica  il  rispetto  dei  requisiti  di  qualità  ambientale di cui all’art. 184bis, comma1, lettera d) del D.Lgs. n. 152 del 2006, il quale  prevede l’utilizzo dei materiali da scavo come sottoprodotti. 

Pertanto,  i  materiali  di  scavo  saranno  riutilizzabili  in  cantiere  ovvero  avviati  a  centri  di  recupero e/o processi di produzione industriale in sostituzione dei materiali di cava, solo  nel caso in cui la concentrazione di sostanze inquinanti rilevata dalle analisi risulta essere  inferiore a valori limite. 

Qualora  in  caso  contrario,  venga  rilevato  un  superamento  dei  valori  limite  di uno  o più  elementi evidenziati, il materiale da scavo dovrà essere trattato come rifiuto e pertanto si  dovrà prevedere lo smaltimento presso apposite discariche autorizzate. Si evidenzia, in  ogni caso, la possibilità di procedere dimostrando che, avvalendosi di opportune analisi  e  studi  pregressi  già  sottoposti  a  valutazione  da  parte  degli  enti  preposti,  tale  superamento  dei  valori  soglia  sia  dovuto  a  caratteristiche  naturali  del  terreno  o  da  fenomeni  naturali  che  insistono  sullo  stesso.  Solo  in  questo  caso  nonostante  il  superamento  dei  valori  delle  CSC  il  materiale  potrà  essere  riutilizzato  come  sottoprodotto ma nell’ambito dello stesso cantiere da cui è stato prodotto. 

 

9.3  Piano di caratterizzazione preliminare   

Per  il  piano  di  caratterizzazione  preliminare  è  prevista  la  determinazione  del  n. 

complessivo di punti di campionamento da effettuare sulla base dell’estensione delle  superfici soggette all’intervento e alla lunghezza degli scavi in trincea. 

 

9.3.1  Campionamento areale 

Per  la  scelta  del  numero  e  dei  punti  di  campionamento  areale  si  fa  riferimento  alla  tabella riportata all’Allegato 2 del D.P.R. 120/2017, riportata al paragrafo 8.1, nella quale 

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vengono indicati, in funzione della superficie di intervento, il numero minimo di punti di  campionamento. 

In funzione delle aree oggetto d’intervento, è stato quindi determinato il numero minimo di  punti di prelievo come di seguito indicato. 

 

Tabella: numero di punti di campionamento in funzione dell'area  Estensione 

dell’Area  Punti di prelievo  minimi 

13.972 m2  8 

 

Come consigliato all’Allegato sopra citato, per le modalità di distribuzione dei punti di  prelievo, si è scelto di seguire una struttura a griglia, il cui lato di ciascuna maglia, è pari  a  50,00  m  x  50,00  m,  al  fine  di  permettere  di  soddisfare  il  numero  minimo  di  punti  di  prelievo. 

Infine, si ritiene opportuno precisare che si è scelto di collocare il punto d’indagine  secondo una ubicazione sistematica casuale, cioè all’interno dell’area costituita da ogni  maglia. 

 

10 CONCLUSIONI 

La presente relazione ha come scopo quello di descrivere e analizzare la gestione e le  modalità  di  smaltimento  ed  utilizzo  del  materiale  derivante  dalle  operazioni  di  scavo e  rinterri che interessano la realizzazione di alcune opere del progetto presentato. 

Per  una  corretta  gestione  ed  un  efficiente  riutilizzo  delle  terre  e  rocce  derivanti  dalle  operazioni  di  scavo  sono  stati  stimati  quantitativamente  i  volumi  di  terreno  di  seguito  riportati: 

  Il volume di terreno effettivamente scavato pari a 6.213 m3; 

  Il volume di terreno riutilizzabile pari a 4.976 m3; 

  Il volume di terreno eccedente pari a 1.236 m3;   

Il  volume  di  terreno  eccedente  verrà  adeguatamente  conferito  in  discarica  con  le  modalità previste dalla normativa vigente in materia di rifiuti 

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