• Non ci sono risultati.

RELAZIONE IDROLOGICA SALICE SALENTINO VEGLIE

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "RELAZIONE IDROLOGICA SALICE SALENTINO VEGLIE"

Copied!
17
0
0

Testo completo

(1)

TITLE: RELAZIONE IDROLOGICA AVAILABLE LANGUAGE: IT

File: GRE.EEC.R.25.IT. W.15000.00.031.00 RELAZIONE IDROLOGICA

00 18/12/2020 EMISSIONE PIERRI MIGLIONICO BISCOTTI

BFP BFP BFP

REV. DATE DESCRIPTION PREPARED VERIFIED APPROVED

GRE VALIDATION

MIRRA CIRILLO TAMMA

COLLABORATORS VERIFIED BY VALIDATED BY

PROJECT / PLANT

GRE CODE

GROUP FUNCION TYPE ISSUER COUNTRY TEC PLANT SYSTEM PROGRESSIVE REVISION

GRE EEC R 2 5 I T W 1 5 0 0 0 0 0 0 3 1 0 0

CLASSIFICATION UTILIZATION SCOPE

This document is property of Enel Green Power S.p.A. It is strictly forbidden to reproduce this document, in whole or in part, and to provide to others any related information without the previous written consent by Enel Green Power S.p.A.

RELAZIONE IDROLOGICA SALICE SALENTINO – VEGLIE

Firmato digitalmente da: Biscotti Gianluca Biagio Data: 18/12/2020 19:34:02

(2)

INDICE

1. PREMESSA ... 3

2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO ... 3

3. DESCRIZIONE DEL PROGETTO ... 5

4. STUDIO IDROLOGICO ... 8

4.1. Analisi morfologica ... 8

4.2. Analisi pluviometrica ... 10

4.3. Metodo scs-cn per il calcolo della pioggia netta o efficace ... 13

4.4. Metodo di trasformazione afflussi-deflussi per il calcolo delle portate di piena ... 15

5. CONCLUSIONI ... 17

(3)

1. PREMESSA

La presente Relazione Idrologica è parte integrante del progetto definitivo per la realizzazione di un parco eolico proposto dalla società Enel Green Power Italia s.r.l., con sede legale in Viale Regina Margherita n. 125, Roma.

La proposta progettuale è finalizzata alla realizzazione di un impianto eolico per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile eolica, costituito da 14 aerogeneratori, ciascuno di potenza nominale pari a 6.0 MW per una potenza complessiva pari a 84.0 MW, da realizzarsi nel territorio comunale di Salice Salentino e Veglie, in provincia di Lecce, con opere di connessione ricadenti nei territori comunali di Avetrana in provincia di Taranto e San Pancrazio Salentino ed Erchie, entrambi in provincia di Brindisi, dove sarà ubicata la sottostazione utente di trasformazione AT/MT, in posizione adiacente alla stazione elettrica HV 380/150kV Terna Substation “ERCHIE”.

La relazione idrologica è redatta in conformità ai criteri dettati dall’Autorità di Bacino della Regione Puglia, istituita con L. R. n. 19 del 9 dicembre 2002, la quale ha approvato il Piano di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (PAI), di cui alla Legge 183/89, il 30 novembre 2005.

In essa è stato condotto lo studio idrologico per i diversi tempi di ritorno, necessario a definire le portate di piena transitanti nei canali per un tempo di ritorno di 200 anni, al fine di determinare le condizioni di sicurezza idraulica delle opere a farsi.

2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Il Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) dell’Autorità di Bacino della Puglia è stato approvato con Delibera del Comitato Istituzionale n. 39 del 30.11.2005 e pubblicato il 30.12.2005. Esso è finalizzato al miglioramento delle condizioni di regime idraulico e della stabilità dei versanti ed a consentire uno sviluppo sostenibile del territorio nel rispetto degli assetti naturali, della loro tendenza evolutiva e delle potenzialità d’uso, e rappresenta la disciplina che più particolarmente si occupa delle tematiche proprie della difesa del suolo.

Il P.A.I. costituisce il Piano Stralcio del Piano di Bacino, ai sensi dell’articolo 17 comma 6 ter della Legge 18 maggio 1989, n° 183; ha valore di piano territoriale di settore ed è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d’uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo ricadente nel territorio di competenza dell’Autorità di Bacino della Puglia.

Le finalità del P.A.I. (art. 1) sono realizzate, dall’Autorità di Bacino della Puglia e dalle altre Amministrazioni competenti, mediante:

• la definizione del quadro della pericolosità idrogeologica in relazione ai fenomeni di esondazione e di dissesto dei versanti;

• la definizione degli interventi per la disciplina, il controllo, la salvaguardia, la regolarizzazione dei corsi d’acqua e la sistemazione dei versanti e delle aree instabili a

(4)

protezione degli abitati e delle infrastrutture, indirizzando l’uso di modalità di intervento che privilegino la valorizzazione ed il recupero delle caratteristiche naturali del terreno;

• l’individuazione, la salvaguardia e la valorizzazione delle aree di pertinenza fluviale;

• la manutenzione, il completamento e l’integrazione dei sistemi di difesa esistenti;

• la definizione degli interventi per la difesa e la regolazione dei corsi d’acqua;

• la definizione di nuovi sistemi di difesa, ad integrazione di quelli esistenti, con funzioni di controllo della evoluzione dei fenomeni di dissesto e di esondazione, in relazione al livello di riduzione del rischio da conseguire.

Il PAI (art. 4), in relazione alle condizioni idrauliche, alla tutela dell'ambiente e alla prevenzione di presumibili effetti dannosi prodotti da interventi antropici, disciplina le aree agli artt. 6, 7, 8, 9 e 10.

In particolare, le aree di cui sopra sono definite:

• Alveo fluviale in modellamento attivo ed aree golenali (art. 6);

• Aree ad alta pericolosità idraulica (A.P.) (art. 7);

• Aree a media pericolosità idraulica (M.P.) (art. 8);

• Aree a bassa pericolosità idraulica (B.P.) (art. 9);

• Fasce di pertinenza fluviale (art. 10).

Relativamente alle zone a diversa pericolosità idraulica (A.P., M.P., B.P.), individuate in rapporto a eventi alluvionali, queste risultano arealmente individuate nelle “Carte delle aree soggette a rischio idrogeologico” allegate al PAI, mentre, per i restanti reticoli idrografici per i quali non sono state definite le aree a pericolosità idraulica, ai sensi delle NTA del PAI si applicano i contenuti dell’art. 6 per “Alveo fluviale in modellamento attivo ed aree golenali” e dell’art. 10 per le “Fasce di pertinenza fluviale”, la loro delimitazione e tutela segue i seguenti criteri:

• (art. 6 comma 8) quando il reticolo idrografico e l’alveo in modellamento attivo e le aree golenali non sono arealmente individuate nella cartografia in allegato al PAI e le condizioni morfologiche non ne consentano la loro individuazione, le norme si applicano alla porzione di terreno a distanza planimetrica, sia in destra che in sinistra, dall’asse del corso d’acqua, non inferiore a 75 m;

• (art. 10 comma 3) quando la fascia di pertinenza fluviale non è arealmente individuata nelle cartografie in allegato al PAI, le norme si applicano alla porzione di terreno, sia in destra che in sinistra, contermine all’area golenale, come individuata dall’art. 6 comma 8, di ampiezza comunque non inferiore a 75 m.

Laddove esistono perimetrazioni delle aeree AP, MP e BP così definite:

- area ad alta pericolosità idraulica (A.P.): porzione di territorio soggette ad essere allagate per eventi di piena con tempo di ritorno inferiore o pari a 30 anni;

- area a media pericolosità idraulica (M.P.): porzione di territorio soggette ad essere allagate per eventi di piena con tempo di ritorno compreso tra 30 e 200 anni;

- area a bassa pericolosità idraulica (B.P.): porzione di territorio soggette ad essere allagate per eventi di piena con tempo di ritorno compreso tra 200 e 500 anni;

trovano applicazione le norme contenute negli art. 7, 8 e 9.

(5)

Gli obiettivi del PAI sono definiti dall’art. 17 e consistono nel perseguire il raggiungimento delle condizioni di sicurezza idraulica e della qualità ambientale come definite dall’art. 36.

L’art. 36 definisce per sicurezza idraulica la “condizione associata alla pericolosità idraulica per fenomeni di insufficienza del reticolo di drenaggio e legata alla non inondabilità per eventi con tempo di ritorno assegnati”. Agli effetti del PAI, infatti, si intendono in sicurezza idraulica le aree non inondate per eventi con tempo di ritorno fino a 200 anni.

3. DESCRIZIONE DEL PROGETTO

Il parco eolico, denominato “WF Salice Salentino-Veglie”, si estende nel territorio comunale di Salice Salentino (SV01, SV02, SV03, SV04, SV05, SV06, SV07, SV08, SV11, SV12) e Veglie (SV09, SV10, SV13, SV14), in provincia di Lecce, ed è costituito da 14 aerogeneratori del tipo Siemens Gamesa SG 6.0 -170, ciascuno della potenza di 6.0 MW per una potenza complessiva di 84.0 MW.

Per quanto riguarda il collegamento alla RTN, le opere di connessione ricadono nei territori comunali di Avetrana in provincia di Taranto e San Pancrazio Salentino ed Erchie, entrambi in provincia di Brindisi, dove sarà ubicata la sottostazione utente di trasformazione AT/MT, in posizione adiacente alla stazione elettrica HV 380/150kV Terna Substation “ERCHIE”.

L’area interessata dal parco eolico di progetto si sviluppa in località “Iacorizzo, Contrada Grassi e Contrada Mazzetta” nell’area ad ovest dell’abitato di Salice Salentino, e in località

“Cantalupi e Masseria Nova” a nord-ovest dell’abitato di Veglie, rispettivamente ad una distanza dal centro abitato di circa 11 km e 12 km.

Nella seguente immagine, si riporta uno stralcio aerofotogrammetrico dell’area del parco eolico oggetto del presente studio.

Figura 1: Area WF Salice Salentino - Veglie (Google Earth)

Il territorio comunale di Salice Salentino e Veglie confina con il comune di San Pancrazio Salentino a nord, di Avetrana ad ovest, di Nardò a sud e, infine, di Campi Salentina, Novoli e Carmiano ad est.

(6)

I 14 aerogeneratori di progetto sono ubicati alle seguenti coordinate nel sistema di riferimento WGS84 – UTM zone 33N:

COORDINATE GEOGRAFICHE UTM33 WGS84

COORDINATE PLANIMETRICHE UTM33 WGS84

WTG LATITUDINE LONGITUDINE EST (X) NORD (Y)

SV01 40°22'24.64" 17°48'22.80" 738253.00 4472996.00 SV02 40°22'25.73" 17°48'54.18" 738992.00 4473053.00 SV03 40°23'6.51" 17°48'46.59" 738773.00 4474305.00 SV04 40°23'41.59" 17°49'26.90" 739689.00 4475417.00 SV05 40°22'39.90" 17°49'59.39" 740516.00 4473539.00 SV06 40°23'28.41" 17°50'28.39" 741152.00 4475057.00 SV07 40°23'16.45" 17°51'11.53" 742181.00 4474721.00 SV08 40°23'3.15" 17°51'43.07" 742938.00 4474335.00 SV09 40°22'26.04" 17°52'11.34" 743642.00 4473212.00 SV10 40°22'36.82" 17°51'20.71" 742437.00 4473506.00 SV11 40°23'12.49" 17°49'9.99" 739319.00 4474507.00 SV12 40°23'50.44" 17°50'56.85" 741801.00 4475758.00 SV13 40°21'55.74" 17°51'52.25" 743222.00 4472263.00 SV14 40°21'42.04" 17°52'16.17" 743800.00 4471859.00

Secondo le perimetrazioni del P.A.I. della Regione Puglia dell’Autorità di Bacino della Puglia, gli aerogeneratori di progetto risultano essere tutti esterni alle aree a pericolosità geomorfologica PG1, PG2 e PG3 e alle aree a pericolosità idraulica AP, MP e BP.

Dell’intero intervento progettuale, una piccola porzione del cavidotto di interconnessione tra la SV08 e la SV09 attraversa un’area a media pericolosità e una piccola porzione del cavidotto di connessione esterna, nel tratto che interessa il territorio comunale di Erchie in prossimità della sottostazione utente, interseca delle aree a media e bassa pericolosità idraulica.

Si precisa che l’interramento dei cavidotti avverrà lungo la strada esistente percorrendo la banchina stradale, quindi, l’attraversamento del cavidotto con le aree a MP e BP avverrà su un’opera infrastrutturale già esistente, condizione che non aumenterà il livello di pericolosità idraulica della zona, compatibilmente con le prescrizioni del PAI.

(7)

Figura 2: Perimetrazioni del PAI Puglia

Relativamente alla Carta Idrogeomorfologica della Regione Puglia, redatta dall’Autorità di Bacino della Regione Puglia, risulta una parziale interferenza dell’impianto con dei reticoli idrografici secondari o “corso d’acqua episodico”. Si intende per “corso d’acqua episodico”, un corso d’acqua temporaneo con acqua in alveo solo in seguito ad eventi di precipitazione particolarmente intensi, anche meno di una volta ogni 5 anni. I corsi d’acqua a carattere episodico vengono considerati ambienti al limite della naturalità, in cui i popolamenti acquatici sono assenti o scarsamente rappresentati, anche nei periodi di presenza d’acqua.

In merito all’impatto sulla risorsa idrica superficiale, la maggior parte delle torri costituenti il parco eolico di progetto ricadano a distanza maggiore di 150 m dall’asse del reticolo, fatta eccezione per gli aerogeneratori SV07 e SV10 che rientrano nell’area golenale, area di rispetto di 75 m a destra e sinistra idraulica dall’asse del reticolo, come definita all’art. 6 delle NTA del PAI, mentre gli aerogeneratori SV03, SV05, SV06 e SV13 rientrano nella fascia di pertinenza fluviale di 150 m a destra e sinistra idraulica dall’asse del reticolo, come definita all’art. 10 delle NTA del PAI.

Nel rispetto di quanto prescritto all’art. 10 comma 2 delle NTA del PAI, sono state redatte le seguenti relazioni di compatibilità idrologica e idraulica, al fine di analizzare gli effetti dell’intervento progettuale sul regime idraulico per tempi di ritorno di 200 anni e, quindi, di verificare la sussistenza delle condizioni di sicurezza idraulica, come definita all’art. 36 delle NTA e precedentemente specificata.

(8)

Figura 3: Reticoli della carta idrogeomorfologica con buffer di rispetto secondo l’art. 6 e 10 del PAI

4. STUDIO IDROLOGICO

Lo studio idrologico ha la finalità di definire le portate generate da un bacino idrografico in conseguenza ad eventi meteorici con prefissato tempo di ritorno. Nello specifico, l'Autorità di Bacino della Puglia ha individuato i tempi di ritorno di 30, 200 e 500 anni, per la definizione degli scenari rispettivamente di alta, media e bassa probabilità, assumendo altresì come riferimento per la condizione di sicurezza idraulica e, quindi, per la compatibilità idraulica lo scenario con tempo di ritorno di 200 anni. Lo studio idrologico si compone delle seguenti fasi:

1. analisi morfologica per la determinazione delle caratteristiche morfometriche dei bacini idrografici;

2. analisi pluviometrica per la definizione dell’altezza totale di precipitazione;

3. definizione della precipitazione netta o efficace, ovvero la componente di precipitazione che partecipa al ruscellamento superficiale, pari alla pioggia totale depurata da quella persa in conseguenza a perdite idrologiche (immagazzinamento superficiale, vegetazione, evaporazione, infiltrazione);

4. trasformazione afflussi - deflussi per il calcolo della portata di piena.

4.1. Analisi morfologica

L’analisi morfologica consiste nella delimitazione dei bacini idrografici affluenti e nella determinazione delle caratteristiche morfometriche degli stessi. I bacini sono determinati sulla base del modello digitale del terreno (Digital Elevation Model – DEM), mediante procedure automatiche in ambiente GIS.

(9)

Per poter stimare gli afflussi meteorici e valutare le portate di piena, sono stati calcolati i contributi dei vari sottobacini. L’analisi idrologica è, quindi, rivolta agli 8 bacini di studio:

Basin/

Sub- Basin

Superficie (Kmq)

L. asta principale

(Km)

Hmax (m.s.l.m)

Hmin (m.s.l.m)

Hmean

(m.s.l.m)

Dislivello (m)

Pendenza media bacino (%)

Pendenza asta principale

(%)

Basin 1 2.21 3.25 97.37 59.29 73.14 38.08 2.43 1.17

Basin 2 6.35 3.85 99.15 54.86 71.29 44.29 2.01 1.15

Basin 3 0.96 1.30 74.64 63.74 68.5 10.90 1.54 0.84

Basin 4 5.06 3.85 85.71 54.5 67.8 31.21 2.22 0.81

Basin 5 4.33 4.65 66.53 43.96 55.7 22.57 1.71 0.49

Basin 6 1.83 2.50 70.0 55.15 64.9 14.85 1.96 0.59

Basin 7 2.28 3.30 68.7 48.37 60.5 20.33 1.87 0.62

Basin 8 3.37 4.50 69.64 46.97 58.6 22.67 1.35 0.50

Bacino 1 Bacino 2

Bacino 3 Bacino 4

(10)

Bacino 5 Bacino 6

Bacino 7 Bacino 8

4.2. Analisi pluviometrica

La determinazione delle curve di possibilità pluviometrica dei bacini idrografici è stata determinata attraverso la procedura propria del progetto Valutazione Piene (VaPi) del Gruppo Nazionale di Difesa delle Catastrofi Idrogeologiche (GNDCI), metodologia di riferimento delle NTA del PAI dell’Autorità di Bacino della Puglia.

Nel VaPi l’analisi idrologica è basata sulla legge di distribuzione statistica TCEV (Two Components Estreme Value). La particolarità di questo modello è quella di riuscire a considerare gli estremi idrologici, che sono di fatto gli eventi che inducono un livello di pericolosità più elevato, riconducendosi al prodotto di due funzioni di distribuzione di probabilità di tipo Gumbel, una che riproduce l’andamento degli eventi ordinari e l’altra che riproduce l’andamento degli eventi eccezionali.

L’identificazione dei parametri della distribuzione TCEV consente di costruire un modello regionale con struttura gerarchica, basata su tre livelli di regionalizzazione, con due zone omogenee al primo e secondo livello, ovvero Puglia Settentrionale e Puglia Centro –

(11)

Meridionale, e sei zone omogenee al terzo livello, dove si indaga la variabilità spaziale del valor medio dell’altezza di pioggia, con formulazioni diverse per ognuna di esse.

Figura 4: Zone omogenee al terzo livello VaPi Puglia

Figura 5: Zone omogenee del VaPi Puglia con area di impianto

Come si può notare dalla figura 5, i bacini idrografici di studio rientrano nella zona omogenea 6 della Puglia Centro - Meridionale, pertanto l’equazione da applicare è la seguente:

ZONA 6: h = x (t, z) = 33,70 * t ^ ((0.488 + 0.0022 z) / 3.178)

dove la durata di progetto t delle curve pluviometriche si assume pari al tempo di ritardo del bacino espresso in ore, definito come la distanza tra il baricentro dello ietogramma e il baricentro dell’onda di piena.

Per quanto concerne il fattore di crescita Kt per la Puglia Centro - Meridionale, esso è espresso dalla seguente espressione: KT = 0.1599 + 0.5166*lnT.

(12)

t (ore)

h (mm) Kt10

h10 (mm) Kt20

h20

(mm) Kt30

h30

(mm) Kt50

h50

(mm) Kt100

h100

(mm) Kt200

h200

(mm) 1 33.70 1.52 51.22 1.81 61.00 1.98 66.73 2.19 73.80 2.48 83.58 2.76 93.01 6 47.66 1.52 72.44 1.81 86.27 1.98 94.37 2.19 104.38 2.48 118.20 2.76 131.54 12 54.50 1.52 82.84 1.81 98.65 1.98 107.91 2.19 119.36 2.48 135.16 2.76 150.42 18 58.95 1.52 89.60 1.81 106.69 1.98 116.72 2.19 129.09 2.48 146.19 2.76 162.69 24 62.32 1.52 94.73 1.81 112.80 1.98 123.40 2.19 136.48 2.48 154.56 2.76 172.01

Tr (anni) 10 20 30 50 100 200

t (ore) h (mm) h (mm) h (mm) h (mm) h (mm) h (mm) 1 51.22 61.00 66.73 73.80 83.58 93.01 6 72.44 86.27 94.37 104.38 118.20 131.54 12 82.84 98.65 107.91 119.36 135.16 150.42 18 89.60 106.69 116.72 129.09 146.19 162.69 24 94.73 112.80 123.40 136.48 154.56 172.01

Per i bacini pugliesi, in accordo con il VaPi Puglia, per il calcolo del tempo di ritardo si considera la seguente formula empirica in funzione dell’area del bacino in Km2:

t= tr = 0,344 A 0,5.

Basin/

Sub-basin Area

(Kmq) t

(ore) Basin 1 2.21 0.51

Basin 2 6.35 0.87

Basin 3 0.95 0.34

Basin 4 5.06 0.77

0.00 20.00 40.00 60.00 80.00 100.00 120.00 140.00 160.00 180.00 200.00

0 5 10 15 20 25 30

h (mm)

t (ore)

Curve di Possibilità Pluviometrica

Curva Tr=10 anni Curva Tr=20 anni Curva Tr=30 anni Curva Tr=50 anni Curva Tr=100 anni Curva Tr=200 anni

(13)

Basin 5 4.33 0.72

Basin 6 1.83 0.47

Basin 7 2.28 0.52

Basin 8 3.37 0.63

Di seguito si riporta l’altezza di pioggia totale che è pari a X (t, T) = x (t, z) * KT, con KT

fattore di crescita che dipende dal tempo di ritorno.

Basin/

Sub-basin h

(mm) Kt

(TR10) h10 (mm) Kt

(TR20) h20

(mm) Kt

(TR30) h30 (mm) Kt

(TR50) h50

(mm) Kt

(TR100) h100

(mm) Kt

(TR200) h200 (mm) Bas.1 29.4 1.52 44.67 1.81 53.19 1.98 58.19 2.19 64.36 2.48 72.88 2.76 81.11 Bas2 32.7 1.52 49.76 1.81 59.25 1.98 64.82 2.19 71.69 2.48 81.19 2.76 90.35 Bas3 27.1 1.52 41.12 1.81 48.97 1.98 53.57 2.19 59.25 2.48 67.10 2.76 74.67 Bas.4 32.0 1.52 48.66 1.81 57.94 1.98 63.38 2.19 70.10 2.48 79.39 2.76 88.35 Bas.5 31.6 1.52 48.04 1.81 57.20 1.98 62.58 2.19 69.21 2.48 78.38 2.76 87.23 Bas.6 29.0 1.52 44.01 1.81 52.41 1.98 57.33 2.19 63.41 2.48 71.80 2.76 79.91 Bas.7 29.7 1.52 45.07 1.81 53.67 1.98 58.71 2.19 64.94 2.48 73.53 2.76 81.84 Bas.8 30.8 1.52 46.85 1.81 55.79 1.98 61.03 2.19 67.50 2.48 76.44 2.76 85.07

4.3. Metodo SCS-CN per il calcolo della pioggia netta o efficace

La portata idrologica di piena viene calcolata con il metodo del “Soil Conservation Service”

(S.C.S.) adatto per bacini con superficie maggiore o uguale di 1 kmq.

Per la stima della pioggia netta o efficace, ovvero la componente di precipitazione che partecipa al ruscellamento superficiale pari alla pioggia totale depurata dalla parte di pioggia persa in conseguenza a perdite idrologiche (immagazzinamento superficiale, vegetazione, evaporazione, infiltrazione) si è utilizzata la metodologia del Soil Conservation Service (SCS) che prevede la determinazione del Curve Number (CN).

Il Curve Number è un parametro di fondamentale importanza nelle valutazioni idrologiche, in quanto viene usato per determinare l’aliquota di precipitazione netta, ovvero l’aliquota di precipitazione totale che contribuisce alla formazione del deflusso, indicando l’attitudine del bacino a produrre ruscellamento.

Tale parametro assume valori compresi tra 0 (terreni permeabili) e 100 (terreni impermeabili) e si stima in funzione delle caratteristiche idrologiche dei suoli e di copertura vegetale.

La stima del CN è effettuata determinando il gruppo idrologico di appartenenza di ciascun suolo e, all’interno di ciascun gruppo, valutando la copertura d’uso del suolo; alle sottoclassi così determinate viene associato un valore di CN. Gli strati informativi utili alla definizione del Curve Number sono quindi rappresentati dalla Carta Geolitologica e dalla Carta di Uso del Suolo, disponibili sul SIT Puglia.

L’attribuzione delle 4 classi di permeabilità (A, B, C, D,) del metodo SCS-CN è operata avendo come base cartografica la carta geolitologica della Puglia 1: 250.000. È associato un livello di permeabilità a ciascuna unità geolitologica, valutando in maniera qualitativa porosità,

(14)

fessurazione, carsismo e pendenza.

La copertura del suolo è valutata attraverso la Carta di Uso del Suolo (Land Use), pubblicata sul portale del SIT Puglia. Ad ognuna delle 67 tipologie di uso del suolo è associata una macrocategoria di copertura, che comprende diverse situazioni di aree caratterizzate da differenti morfologie (pascoli, terrazzamenti, etc.) varie coperture vegetali (boschi, praterie, parchi), condizioni di conservazione e destinazione d’uso (coltivazioni, parcheggi, distretti industriali o altro).

Figura 6: Carta Uso del Suolo (fonte SIT Puglia)

(15)

Nell’applicazione del metodo SCS sono previste tre classi di CN, rispettivamente la I, la II, e la III in funzione dell'altezza di pioggia caduta nei 5 giorni precedenti l'evento esaminato (Antecedent Moisture Condition): molto asciutto (<50 mm), standard (tra 50 e 110 mm) e molto umido (oltre 110 mm).

Nel caso specifico, è stato utilizzato un valore del CN pari alla classe AMC-tipo II legato al CNII, supponendo una condizione standard di umidità del terreno nei 5 giorni precedenti l’evento meteorico.

Definitivo il parametro del CN è possibile determinare il valore di altezza di pioggia netta Pn, mediante la seguente relazione:

𝑃𝑛 =

(𝑃−0.2 𝑆)2

𝑃+0.8𝑆 espresso in mm

con S = 254*(100/CN – 1) che rappresenta il massimo volume di invaso del suolo, in funzione del CN e P rappresenta l’altezza di pioggia totale, precedentemente calcolata con il metodo VaPi, in corrispondenza di un evento con assegnato tempo di ritorno.

Basin/

Sub-basin CN II medio S

(mm) P10

(mm) Pn10 (mm) P20

(mm) Pn20 (mm) P30

(mm) Pn30 (mm) P50

(mm) Pn50

(mm) P100

(mm) Pn100 (mm) P200

(mm) Pn200 (mm) Bas.1 73.25 92.76 44.67 5.74 53.19 9.42 58.19 11.87 64.36 15.14 72.88 20.07 81.11 25.20 Bas2 73.8 90.17 49.76 8.26 59.25 12.93 64.82 15.98 71.69 20.02 81.19 26.01 90.35 32.19 Bas3 83.5 50.19 41.12 11.89 48.97 17.01 53.57 20.22 59.25 24.36 67.10 30.36 74.67 36.38 Bas.4 76.82 76.64 48.66 10.10 57.94 15.23 63.38 18.52 70.10 22.83 79.39 29.16 88.35 35.63 Bas.5 76.45 78.24 48.04 9.48 57.20 14.41 62.58 17.59 69.21 21.77 78.38 27.91 87.23 34.20 Bas.6 85.62 42.66 44.01 16.11 52.41 22.24 57.33 26.03 63.41 30.87 71.80 37.79 79.91 44.68 Bas.7 83.84 48.96 45.07 14.77 53.67 20.74 58.71 24.45 64.94 29.21 73.53 36.05 81.84 42.90 Bas.8 85.25 43.95 46.85 17.67 55.79 24.29 61.03 28.37 67.50 33.58 76.44 41.01 85.07 48.40

4.4. Metodo di trasformazione afflussi-deflussi per il calcolo delle portate di piena

Per il calcolo della portata al colmo di piena si considera, come metodo di trasformazione afflussi – deflussi, l’idrogramma di piena triangolare di Mockus, che ha una fase crescente di durata ta (tempo di accumulo) e una fase di esaurimento di durata te (tempo di esaurimento).

(16)

Figura 7: Rappresentazione dell’idrogramma di Mockus

Secondo il metodo SCS, il tempo di ritardo tL di Mockus, definito come la distanza tra il baricentro dello ietogramma rettangolare e il picco dell’onda di piena, viene calcolato con la formula di Mockus, per cui:

tL = 0.342 * (L0.8/s 0.5) * (1000 /CN) - 9)0.7, dove:

- L è la lunghezza dell’asta principale in Km;

- s è la pendenza media in % del bacino;

- CN curve number, pari a CN I, CN II o CN III a seconda se il bacino è secco o umido.

Il passaggio dal tempo di ritardo tL al tempo di corrivazione tc del bacino avviene attraverso la seguente espressione: tc = tL/0,6

Il tempo di accumulo, espresso in ore, è pari a ta = 0.5 tc + tL

L’area sottesa da tale triangolo definisce la portata idrologica al colmo di piena che, pertanto, assume la formulazione seguente: Qp = 0,208 (Pn* A) / ta.

L’ascissa e l’ordinata del picco dell’onda di piena rappresentano, rispettivamente, il tempo di risposta del bacino e la portata al colmo di piena.

Basin/

Sub-basin L

(km) s (%) tL

(ore) tp

(ore) ta

(ore) A (kmq) Bacino 1 3.25 2.43 1.65 2.75 3.03 2.21 Bacino 2 3.85 2.01 2.05 3.41 3.76 6.35 Bacino 3 1.30 1.54 0.73 1.22 1.34 0.95 Bacino 4 3.85 2.22 1.79 2.98 3.28 5.06 Bacino 5 4.65 1.71 2.39 3.99 4.39 4.33 Bacino 6 2.50 1.96 1.01 1.69 1.86 1.83 Bacino 7 3.30 1.87 1.38 2.30 2.53 2.28 Bacino 8 4.50 1.35 1.98 3.30 3.63 3.37

(17)

Pn10 (mm)

Q (Tr=10)

(mc/s)

Pn20 (mm)

Q (Tr=20)

(mc/s)

Pn30 (mm)

Q (Tr=30)

(mc/s)

Pn50 (mm)

Q (Tr=50)

(mc/s)

Pn100 (mm)

Q (Tr=100)

(mc/s)

Pn200 (mm)

Q (Tr=200)

(mc/s)

5.74 0.9 9.42 1.4 11.87 1.8 15.14 2.3 20.07 3.0 25.20 3.8

8.26 2.9 12.93 4.5 15.98 5.6 20.02 7.0 26.01 9.1 32.19 11.3 11.89 1.8 17.01 2.5 20.22 3.0 24.36 3.6 30.36 4.5 36.38 5.4 10.10 3.2 15.23 4.9 18.52 6.0 22.83 7.3 29.16 9.4 35.63 11.4

9.48 1.9 14.41 3.0 17.59 3.6 21.77 4.5 27.91 5.7 34.20 7.0

16.11 3.3 22.24 4.6 26.03 5.3 30.87 6.3 37.79 7.7 44.68 9.2 14.77 2.8 20.74 3.9 24.45 4.6 29.21 5.5 36.05 6.8 42.90 8.0 17.67 3.4 24.29 4.7 28.37 5.5 33.58 6.5 41.01 7.9 48.40 9.3

Lo studio idrologico, quindi, ha l’obiettivo di stimare le portate di piena all’interno dei bacini idrografici di studio, per i tempi di ritorno di 10, 20, 30, 50, 100 e 200 anni.

Basin/

Sub-basin

Q (Tr=10) (mc/s)

Q (Tr=20) (mc/s)

Q (Tr=30) (mc/s)

Q (Tr=50) (mc/s)

Q (Tr=100) (mc/s)

Q (Tr=200) (mc/s)

Basin 1 0.9 1.4 1.8 2.3 3.0 3.8

Basin 2 2.9 4.5 5.6 7.0 9.1 11.3

Basin 3 1.8 2.5 3.0 3.6 4.5 5.4

Basin 4 3.2 4.9 6.0 7.3 9.4 11.4

Basin 5 1.9 3.0 3.6 4.5 5.7 7.0

Basin 6 3.3 4.6 5.3 6.3 7.7 9.2

Basin 7 2.8 3.9 4.6 5.5 6.8 8.0

Basin 8 3.4 4.7 5.5 6.5 7.9 9.3

5. CONCLUSIONI

Sulla base dello studio idrologico svolto, che ha portato alla definizione delle portate di piena transitanti nei corsi d’acqua per tempi di ritorno assegnati, è stato condotto lo studio idraulico consistente nella modellazione idraulica bidimensionale dello stato “ante-operam” di tutti i corpi idrici che interferiscono con l’impianto eolico, svolta in condizioni di moto non stazionario per tempo di ritorno di 200 anni (Tr associato alla compatibilità idraulica secondo le NTA del PAI), per la quale si rimanda alla “Relazione Idraulica” allegata al progetto definitivo.

Riferimenti

Documenti correlati

1. DI APPROVARE, per quanto in premessa esposto, il preventivo di spesa n. DI AFFIDARE, ai sensi dell’art. 56/2017, alla ditta “Light Engineer Service” di Faggiano Luca via Provinciale

Infatti, in fase di dismissione definitiva dell’impianto, non si opererà una demolizione distruttiva, ma un semplice smontaggio di tutti i componenti (sezioni torri, pale

Si è proceduto al calcolo della portata di piena relativa alla sezione di chiusura del bacino, in corrispondenza dell’immissione nel tombino esistente. La

A riguardo, si sottolinea però come nella fonte che ha portato alla redazione della lista dei paesaggi rurali storici dell'intero territorio italiano (AA.VV., 2010), il

Ai fini della determinazione delle azioni sismiche di progetto nei modi previsti dalle NTC, la pericolosità sismica del territorio nazionale è definita convenzionalmente facendo

- che nell'eventualità di accertati casi di mancato possesso in capo ai candidati collocatisi utilmente in graduatoria dei requisiti richiesti dal bando si farà luogo

Per quanto riguarda l’ accelerazione sismica di riferimento dell’area, il comune di Salice Salentino e Veglie (LE) ricade, nel punto del reticolo di riferimento definito da

Premesso che il Comune di Salice Salentino assicura, mediante affidamento a terzi, il servizio di refezione scolastica agli alunni della Scuola dell’infanzia statale e paritaria,