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Giornata della Memoria 27 gennaio 2022

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Academic year: 2022

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Giornata della Memoria

27 gennaio 2022

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Presentazione

La Giornata della Memoria 2022 è stata particolarmente significativa e tutti gli alunni della Torelli e della Sigismund (quasi quattrocento in totale) hanno vissuto insieme questo momento utilizzando il collegamento online.

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Ricordando i più dimenticati, gli IMI!

Il 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria, in cui si ricordano le vittime della Shoà, ovvero il genocidio degli Ebrei da parte dai Nazisti nei campi di concentramento.

La legge italiana ha però stabilito che in tale ricorrenza venga fatta memoria anche degli Internati Militari Italiani (IMI), cioè dei soldati che rifiutarono di arruolarsi nell’esercito nazi-fascista, scegliendo piuttosto la prigionia. Su di essi, spesso completamente dimenticati, si è concentrata la Giornata della Memoria 2022.

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I lavori di riflessione sono stati cominciati dalla III B Torelli, che ha parlato del significato della data del 27 gennaio, giorno in cui l’Armata Rossa irruppe nel campo di Auschwitz, in Polonia, ponendo fine alle sofferenze dei deportati presenti (nella stragrande maggioranza di origine ebraica).

Ripercorrendo la Giornata

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L’Italia dopo l’8 settembre 1943

Successivamente la III D Torelli ha esposto la situazione dell’Italia dopo l’8 settembre 1943, data della firma dell’armistizio e uscita dell’Italia dalla guerra. I soldati italiani, abbandonati a se stessi, furono in gran parte catturati dai tedeschi e deportati nei campi di prigionia.

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La III A Torelli ha spiegato nello specifico cosa sono gli IMI e ha mostrato i pannelli della mostra virtuale Gli schiavi di Hitler e ha letto alcune testimonianze di internati.

Mostra online

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La storia degli IMI in breve

Dopo l’8 settembre 1943 i soldati italiani che decisero di non appoggiare le forze naziste furono catturati e subito caricati su treni merci chiusi ermeticamente e trasportati nei campi di concentramento tedeschi, dove li aspettava una vita di lavoro forzato, torture e umiliazioni. Molti di essi morirono a causa della denutrizione, di malattie non curate, di botte oppure per fucilazione.

Quando tornarono a casa la loro salute era stata per sempre segnata e la società italiana, anche per motivazioni ideologiche, non voleva neppure ascoltare il loro dolore e le loro esperienze.

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Subito dopo la III C ha presentato dei documenti materiali significativi provenienti dal campo di internamento di STAMMLAGER XI B, vicino ad Amburgo, raccontando la vicenda personale di un soldato valtellinese, Bassi Lino, nonno di tre docenti dell’istituto.

Tramite documenti originali provenienti anche dal grande archivio militare tedesco di Arolsen (https://arolsen-archives.org/en/) è stato possibile seguire alcuni importanti passaggi della vicenda di Lino tra il 1943 ed il 1945.

Una vicenda specifica con documenti originali

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Infine ha preso la parola la Dirigente e ha raccontato la vicenda del padre di suo marito, anche lui un internato, che ha scritto un libro di memorie, ad oggi inedito, delle quali la preside ci ha letto alcuni brani molto toccanti.

Ci ha stupito però sentire che, anche in questa situazione di sofferenza, gli ufficiali italiani non persero mai la loro dignità; anzi, cercavano di farsi coraggio in tutti i modi, di tenere alto il morale del gruppo, facendo ricorso persino all’ironia circa la mancanza di qualcosa di buono da mangiare!

Intervento della Dirigente

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La visione del documentario “Ho scelto la prigionia:

diario di un internato militare italiano”

Dopo le presentazioni, ogni classe ha visionato il docu-film Ho scelto la prigionia, che ricostruisce la vicenda attraverso le testimonianze di figli e nipoti di alcuni internati e una serie di foto e documenti.

Ci ha sconvolto, tra le altre, la storia di un prigioniero che accidentalmente aveva lasciato cadere un asciugamano sul filo spinato e si era sporto per raccoglierlo: subito fu freddato da uno dei cecchini sulla torretta di guardia, senza aver avuto nemmeno un preavviso!

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In realtà questi fatti, anche se sembrano così lontani, sono molto vicini a noi, perché quasi tutti abbiamo sentito i racconti dei nonni o dei bisnonni che hanno fatto la guerra oppure hanno vissuto quegli anni terribili.

Ha scritto la II A Torelli in un suo articolo a commento sul “Torellino Sigismondo” di aprile 2022: “É importante, oggi più che mai, che noi ragazzi non dimentichiamo tutto questo, per non commettere di nuovo in futuro gli errori del passato”.

Conclusioni

L’immagine di Giano Bifronte (che guarda al passato e contemporaneamente al futuro) ci ricorda cosa bisogna fare.

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