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Canale Monterano, bracconiere dai lacci d acciaio sorpreso a cacciare nella Riserva

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Academic year: 2022

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Canale Monterano, bracconiere dai lacci d’acciaio sorpreso a cacciare nella Riserva

B R A C C I A N O – C a c c i a v a d i f r o d o n e l l a a r e a p r o i b i t a della Riserva di Monterano, utilizzando una tecnica vietata e particolarmente crudele; esche e lacci creati con cavi d’acciaio che uccidono indiscriminatamente animali selvatici, domestici e di specie protette, infliggendo loro una lunga agonia. Infatti, gli esemplari che finiscono in queste trappole, trovano la morte solo dopo ore di sofferenze, per

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dissanguamento o strangolamento.

Nel corso di servizi mirati alla tutela dell’ambiente, i carabinieri della Sezione Radiomobile insieme al personale

“Guardiaparco” di Canale Monterano, hanno sorpreso il bracconiere, un 56enne del posto, proprio nel momento in cui stava posizionando la sua ultima trappola.

Al termine della successiva perquisizione presso l’abitazione dell’uomo, i militari hanno rinvenuto e sequestrato un altro laccio metallico ed un fucile da caccia regolarmente detenuto.

Il cacciatore è stato, infine, denunciato in stato di libertà di all’Autorità Giudiziaria, per violazione dell’esercizio venatorio.

Migranti, barcone in avaria

con 100 persone: panico a

bordo. Forse morti tra cui un

bambino

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Un altro barcone con 100 persone a bordo è stato segnalato da Alarm Phone, il sistema di allerta telefonico utilizzato per segnalare imbarcazioni in difficoltà, a 60 miglia al largo delle coste di Misurata, in Libia. Il natante, che inizialmente non aveva chiesto aiuto, starebbe ora imbarcando acqua con le persone nel panico. A bordo, secondo quanto segnalato, potrebbero esserci morti, tra cui forse anche un bambino.

“Alle 10 di questa mattina – spiega Alarm Phone -, siamo stati avvertiti di un’imbarcazione con 100 persone a bordo che stava tentando di attraversare il Mediterraneo. Alle 11 abbiamo ricevuto la loro prima posizione. Erano a 60 miglia al largo di Misurata (Libia), ma la situazione era calma e ci

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chiedevano di restare in standy, mentre tentavano di utilizzare un motore”. “Tra le 11:40 e le 12:20 – continua il sistema di allerta -, le persone hanno cominciato ad andare nel panico. Volevano che informassimo le autorità, ma non quelle libiche. Abbiamo fornito loro assistenza legale, spiegando che Libia e Italia avrebbero sostenuto la responsabilità libica per l’area in cui erano”. “Alle 12:20 – si legge – abbiamo ricevuto una nuova posizione. Erano a 12 miglia più a est e avevano problemi di navigazione. Un bambino è incosciente o morto. Il natante sta imbarcando acqua.

Chiedono aiuto, anche se questo potrebbe significare tornare in Libia”.

Sos dal barcone, “stiamo congelando” – “Presto non riuscirò più a parlare perché sto congelando”. E’ il drammatico racconto delle telefonate che Alarm Phone sta ricevendo in queste ore dai migranti in avaria su un barcone al largo di Misurata. “Sono nel panico – scrive il sistema di allerta -, il nostro staff sta cercando di calmarli, ma nell’ultima ora abbiamo sentito più volte persone urlare. La situazione è disperata”.

“Siamo ancora in zona Sar ma nessuno si è ancora assunto il coordinamento dell’operazione”. Lo dicono all’ANSA gli attivisti di Sea Watch che ieri hanno messo in salvo 47 migranti – tra cui 8 minori non accompagnati – soccorsi su un gommone a 50 miglia al largo delle coste libiche. “Chiediamo istruzioni e restiamo in attesa – continuano -. Siamo stati rimandati ai libici che però non rispondono. Non c’è modo di parlare con loro, non rispondono neanche al telefono”.

“Io non sono stato, non sono e non sarò mai complice dei trafficanti di esseri umani, che con i loro guadagni investono in armi e droga, e delle Ong che non rispettano regole e ordini. Quanto a certi sindaci e governatori di Pd e sinistra anziché denunciare la presunta violazione dei ‘diritti dei clandestini’, dovrebbero occuparsi del lavoro e del benessere dei loro cittadini, visto che sono gli italiani a pagare loro

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lo stipendio. Sbaglio?”: così su Facebook il ministro dell’Interno, Matteo Salvini.

“Se la Francia non avesse le colonie africane, che sta impoverendo, sarebbe la 15/a forza economica internazionale e invece è tra le prime per quello che sta combinando in Africa.

L’Unione Europea dovrebbe sanzionare queste nazioni come la Francia che stanno impoverendo questi posti e è necessario affrontare il problema anche all’Onu”. Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio rispondendo ad Avezzano a una domanda sui naufragi di migranti avvenuti nel Mediterraneo, a margine del tour elettorale per le regionali.

E da Palermo, dove si trova in visita, il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati ha detto che “non possiamo rassegnarci ad accettare la morte di tanti poveri innocenti. Il Mediterraneo deve essere un mare di pace, non una fossa comune”.

“Perder tempo significa morire. Mentre Open Arms è bloccata in porto a Barcellona, 8 persone al giorno muoiono nel Mediterraneo. #FreeOpenArms”: questo il testo di un tweet di Open Arms, la ong bloccata nei porti spagnoli dopo il divieto di salpare imposto dalla capitaneria di porto di Barcellona.

Centosettanta vittime in due naufragi. Centosettanta persone morte negli ultimi giorni in un Mediterraneo che, anche in questo scorcio del 2019, si conferma “cimitero dei migranti”.

I barconi del sogno europeo non si fermano e continuano a partire dalla Libia, in fuga da “violenze e abusi”, dalle torture dei centri di detenzione, come raccontano i fortunati che ce la fanno.

Solo ieri altri tre gommoni sono stati avvistati al largo di Tripoli, due sono stati riportati in Libia, mentre un altro con a bordo 47 migranti è stato soccorso da Sea Watch che resta ora in attesa di indicazioni dalle autorità per un porto

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sicuro. “Le ong si scordino di ricominciare la solita manfrina del porto in Italia o del ‘Salvini cattivo’. In Italia no”, chiosa il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in una diretta pomeridiana su Facebook. “Ci sarà un secondo processo di Norimberga – lo attacca il sindaco ‘disobbediente’ di Palermo, Leoluca Orlando – e lui non potrà dire che non sapeva”. “I nostri nipoti – gli fa eco padre Alex Zanotelli – diranno di noi quello che noi diciamo dei nazisti”.

L’ultima tragedia è avvenuta venerdì mattina, quando le autorità libiche avvistano un gommone in difficoltà con “circa 50 migranti”, secondo la loro stima, a nord di Garabulli. La Guardia costiera di Tripoli invia prima una motovedetta – poi costretta a tornare indietro per avaria – e poi allerta un mercantile battente bandiera liberiana per soccorrere il natante. Nel frattempo, un paio d’ore dopo, il gommone viene avvistato anche da un velivolo dell’Aeronautica militare italiana che riferisce di sole 20 persone a bordo. Ma a quel punto il gommone è già semiaffondato. L’equipaggio dell’aereo lancia due zattere di salvataggio, mentre poco più tardi un elicottero inviato dal cacciatorpediniere Caio Duilio recupera i tre superstiti del naufragio e li porta a Lampedusa. Saranno loro a rivelare che su quel gommone “eravamo in 120, tra cui 10 donne e anche un bimbo di due mesi”. Su quanto accaduto indagano la procura militare di Roma e quella ordinaria di Agrigento.

Gli inquirenti sono alla caccia dei responsabili del traffico, ma vogliono fare chiarezza anche sulle modalità del soccorso.

Era stato il senatore e ufficiale delle Capitanerie, Gregorio De Falco, nel pomeriggio a invitare Marina e Guardia Costiera a “fornire ogni ragguaglio della situazione”. “Ricordiamoci – aveva detto – che esistono obblighi di soccorso derivanti sia da norme di diritto internazionale che interno, oltre al buon senso. Il naufragio è una cosa e l’immigrazione un’altra”.

Un altro naufragio, invece, è avvenuto nei giorni scorsi ed è costato la vita a 53 migranti che tentavano di raggiungere

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l’Europa sulla rotta nel Mediterraneo occidentale, in direzione della Spagna. Un sopravvissuto, riferisce l’Unhcr, è stato soccorso da un peschereccio e sta ricevendo le cure mediche in Marocco. Navi di soccorso marocchine e spagnole hanno perlustrato a lungo quel tratto di mare, ma senza risultati. Ed oggi, proprio in Spagna – a Barcellona – sono scesi in strada attivisti e volontari dell’ong OpenArms, in corteo per le strade della città sulle note di “Bella Ciao”.

Sulla tragedia di venerdì il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso “profondo dolore”, mentre il premier Giuseppe Conte si è detto “scioccato”. Immancabile, però, monta la polemica politica, con Salvini che torna all’attacco delle ong. “Loro tornano in mare – accusa -, gli scafisti ricominciano i loro sporchi traffici e le persone tornano a morire”. Per l’ex presidente della Camera Laura Boldrini, quella attuale è “una politica migratoria criminale”. “Noi siamo l’Italia – scrive Matteo Renzi -: se c’è gente in mare, prima la salviamo. Poi si discute”. Il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, lancia un appello all’Europa che, dice, “non può più restare a guardare”.

Cattive abitudini a tavola:

ecco la dieta ‘universale’ di

Lancet per salvare la salute

e il pianeta

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Si moltiplicano giorno dopo giorno gli studi, che confermano l’utilizzo di una dieta sana per salvarci e salvare il pianeta. Le cattive abitudini a tavola provocano rischi più alti per la salute di tabacco, sesso non protetto e alcol tutti insieme. Per salvare noi e il pianeta occorre raddoppiare a livello globale i consumi di frutta, verdura, legumi e noci e ridurre di oltre il 50% quelli di zuccheri e carni rosse entro il 2050.

Sono alcuni dei passaggi dello studio della Commissione Eat- Lancet presentato a Oslo e pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica Lancet.

La commissione, finanziata dalla Fondazione Eat della coppia di miliardari norvegesi Petter e Gunhild Stordalen, riunisce autori considerati tra i massimi esperti di nutrizione e sostenibilità (dal professore di Harvard Walter Willett all’inventore del ‘chilometro zero’ Tim Lang) provenienti da università di tutto il mondo e organizzazioni come Fao e Oms.

L’obiettivo è piuttosto ambizioso: proporre una ‘dieta sana universale di riferimento’ basata su criteri scientifici per nutrire in modo sostenibile una popolazione mondiale di 10 miliardi di persone nel 2050 ed evitando fino a 11,6 milioni di morti l’anno dovuti a malattie legate ad abitudini

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alimentari non sane.

Anche lo studio del World Economic Forum, dimostra come il bilanciamento del consumo di carni con fonti proteiche alternative può portare a benefici significativi sia per la salute umana sia per l’ambiente. Per quanto riguarda la salute dell’uomo, lo studio dimostra che passare dal consumo di manzo a quello di proteine alternative potrebbe ridurre il totale dei decessi legato alla dieta alimentare del 2,4%, raggiungendo il 5% nei Paesi più ricchi.

Allo stesso tempo, in termini di impatto ambientale, i dati del 2010 rilevano come la sola produzione di carne di manzo sia responsabile del 40% delle emissioni di gas serra legate al cibo.

La ricerca evidenzia quindi la forte differenza della produzione di gas serra derivata dalla carne rispetto alle altre fonti proteiche: se il manzo ha infatti un’intensità di emissione pari a 23,9 kg di CO2 per un equivalente di 200 Kcal, altre fonti proteiche come fagioli, insetti, grano e nocciole emettono circa 1 kg di CO2 per un equivalente analogo di valore nutrizionale.

“Sarà impossibile soddisfare in modo sostenibile la domanda futura di carni a livello mondiale. Ciò che questo studio dimostra è che può invece essere possibile produrre abbastanza nutrimento per 10 miliardi di persone nel mondo e migliorare la salute delle persone anche senza eliminare la carne totalmente, ma a patto di utilizzare produzioni innovative e di adottare uno stile alimentare vario e bilanciato”, sottolinea il Managing director del World Economic Forum, Dominic Waughray.

Marco Staffiero

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Legge anticorruzione, agente provocatore e daspo: due misure per gli sprovveduti?

Il video confronto a distanza tra l’ex magistrato Gherardo Colombo e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede con il commento di Federica Nobilio (FdI)

Il 9 gennaio scorso L’Osservatore d’Italia ha intervistato lo storico magistrato Gherardo Colombo. Il suo nome rievoca transizioni fondamentali della Repubblica italiana come tangentopoli, la loggia massonica P2, il delitto Ambrosoli, i fondi neri dell’Iri.

Il dottor Colombo ricostruisce il suo pensiero sui risultati di Mani Pulite e sulla legge anticorruzione, emanata dal governo gialloverde, intitolata “Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici”. Legge pubblicata sulla Gazzetta

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Ufficiale n. 13 del 16 gennaio 2019. Il testo della legge, che il Governo ha presentato come “Spazzacorrotti”, consta di un unico articolo composto di ben 30 commi, secondo una controversa tecnica legislativa. .

Gherardo Colombo giudica lo strumento giudiziario un mezzo inadatto a perseguire la corruzione attraverso l’adagio “la corruzione è rimasta, il pudore sparito”, servirebbe perciò

“maggior fiducia” tra gli italiani.

Secondo l’ex magistrato, la legge Spazzacorrotti non introduce provvedimenti fondamentali

Legge Spazzacorrotti: il video confronto a distanza tra il ministro Alfonso Bonafede e l’ex magistrato Gherardo Colombo

L’agente sotto copertura e il daspo

L’agente sotto copertura, che rischia di diventare un agente provocatore potenziato dall’immunità per i reati commessi durante le sue missioni, e il daspo presentano dei risvolti ambigui “che potrebbero facilitare la corruzione andando a scovare soltanto gli sprovveduti non quelli davvero radicati nel sistema”.

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I lettori, molti dei quali hanno vissuto gli anni di Mani Pulite, si chiederanno come sia possibile che un ex magistrato come Gherardo Colombo affermi che il sistema giudiziario così come è risulta essere pressoché inutile? La risposta non è semplice. Leggendo due meravigliosi libri dell’ex pm “Il vizio della memoria” e soprattutto “Sulle regole” editi Feltrinelli si capisce che la rivoluzione colombiana è innanzitutto culturale.

Colombo parla di contrasto tra società verticale (la nostra) e società orizzontale. La seconda scaturirebbe dal rispetto degli articoli 2 e 3 della nostra costituzione e dei principi espressi dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo. Ha capito che il problema sta in una cultura di illegalità prona al servilismo ed ai giuochi di potere. Per questo passa molto del suo tempo nelle scuole a spiegare agli studenti cosa è la legalità ed il rispetto delle regole. Il suo giudizio sul sistema giudiziario corrente non va travisato ed alienato dal suo contesto di transizione culturale e quasi antropoligica.

La corruzione non è un fenomeno solo italiano

Clemenceu asseriva che non c’è democrazia che ne sia al riparo. Ma la nostra depravazione raggiunge livelli inimmaginabili che richiedono una risposta forte delle istituzioni. Secondo l’ultima ricerca di Eurispes (nell’ambito dell’Ocse) il tasso di corruzione in Italia è del 90% e genera secondo la Banca Mondiale una perdita tra lo 0,5 e l’1 punti percentuali di pil rubando 60 miliardi di euro l’anno. La nostra situazione rischia di aggravarsi e forse ha poco a che fare con un sistema di fiducia tra gli italiani. Transparency International ci pone al 60° posto insieme a Cuba per ingerenza di trame corruttive. L’85% degli italiani pensa che la corruzione sia un fenomeno legato alle alte sfere del potere.

Lo Spazzacorrotti, che è stato tradotto in legge l’11 gennaio 2019, prevede l’introduzione del Daspo, sconti di pena per chi

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collabora, aumento delle pene (1 a 3 anni la minima, da 6 a 8 anni la massima), l’agente infiltrato e l’utilizzo del Trojan per i reati con pena “non inferiore a i 5 anni”.

Colombo ricorda nell’intervista come, se ci fosse stato il daspo ai tempi di Tangentopoli, “non avrebbe lavorato nemmeno un’impresa italiana”.

Le imprese, però, durante Mani Pulite non subivano nessun tipo di coercizione ma destinavano una parte dei loro bilanci direttamente alla tangente. Era per questo un sistema acclarato. Perciò è stato introdotto il daspo che inserisce il divieto a vita, per i condannati almeno a due anni di pena, di contrattare con la pubblica amministrazione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. La corruzione è un fenomeno seriale e diffusivo che dà luogo a mercati illegali in concerto con le organizzazioni criminali.

Per quanto riguarda gli sconti di pena bisogna definire la corruzione come un reato a concorso necessario ad a elevata cifra nera. Esiste una reale sperequazione tra fatti commessi e quelli denunciati. L’unica modalità per interrompere un legame corruttivo è quello di incentivare la collaborazione con le forze dell’ordine e inasprire le pene per chi non lo fa.

Federica Nobilio (FdI): fenomeno della corruzione legato ad una logica culturale

Il consigliere di Albano Laziale Federica Nobilio (FdI), durante la trasmissione Officina Stampa condotta dalla giornalista Chiara Rai, asserisce che “l’agente provocatore va analizzato non nei massimi sistemi; immaginiamo l’uomo con l’impermeabile e gli occhialoni scuri che va a provocare il sindaco che tutti i giorni si ritrova davanti ai problemi dell’amministrazione”. Ma la teoria sostanziale della democrazia afferma come primo dogma l’onestà della classe dirigente la quale deve essere, proprio perché dirigente, immune da logiche illegali. L’agente sotto copertura è

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previsto per i reati come il traffico di droga, mafia e di armi e l’Italia ha sottoscritto 15 anni fa la Convenzione Onu di Merida che lo richiede.

Legge Spazzacorrotti: Il commento di Federica Nobilio (FdI) La consigliera ha ragione quando lega il fenomeno della corruzione ad una logica culturale. Ma, poi, la Nobilio continua affermando che: “già questo nome (Spazzacorrotti) crea una suggestione nella persone e dà l’idea che qualcuno in poco tempo trovi la soluzione e eliminerà il problema che è un cancro”.

Provvedimenti, leggi e definizioni “populiste” dal primo governo Berlusconi ad oggi

Sicuramente questo provvedimento è lungi dall’essere la panacea dei nostri mali e la palingenesi dell’italiano, ma almeno è il prodromo di una lotta più concreta. Il nome eccessivamente altisonante del provvedimento rientra in quella retorica populista, pietra angolare del governo grillo- leghista. Giova ricordare però gli innumerevoli provvedimenti rinominati, non a torto, “salvaladri”. Il decreto Biondi del 1994 quando il primo governo Berlusconi vieta la custodia cautelare per i reati finanziari compresa la corruzione

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garantendo la buona uscita dal carcere di 2764 detenuti tra cui 250 colletti bianchi e decretando lo scioglimento del pool di Mani Pulite. La corruzione si scopre inseguendo il falso in bilancio e le fatture false, il centrosinistra nel 2000 ha depenalizzato le fatture false sotto una certa soglia (la modica quantità per uso personale). La legge Severino presentata come legge anticorruzione invece di combatterla ne svuota il reato: non esiste più l’induzione. E come questa molte altre: l’ex Cirielli, Lodo Alfano, Legittimo Impedimento. Nel 1994 si era pensato ad un think tank per reprimere la corruzione ma le proposte del progetto Cernobbio furono tutte insabbiate. La corruzione rimane il primo problema italiano insieme alla criminalità organizzata e all’evasione fiscale. Colombo si augurava che “almeno negli organismi di controllo spero sia diminuita”, ma così non è. 15 magistrati in questi giorni sono indagati proprio per corruzione.

Gianpaolo Plini

Montecitorio a porte aperte e

concerto celebrativo della 4

Giornata nazionale della

Bandiera: due concerti

d’eccezione per una domenica

tutta tricolore

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Grande partecipazione per il Concerto

celebrativo della “Giornata nazionale della Bandiera”

organizzato domenica scorsa a Montecitorio dall’ANCRI l’Associazione nazionale insigniti dell’Ordine al Merito

della Repubblica da tempo impegnata a promuovere il decoro del Tricolore.

Il video servizio

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Il video servizio

L’iniziativa è stata dedicata alla Giornata nazionale della Bandiera, che si è celebrata lo scorso 7 gennaio

L’evento è stato introdotto alle 11 in Piazza

Montecitorio, alla presenza della Vicepresidente Mara Carfagna dal Concerto

della Banda musicale dell’Aeronautica militare, diretta dal Maestro Marco

Moroni, in occasione di Montecitorio a porte aperte, seguito poi alle 12 nell’Aula

dal Concerto della Banda musicale della Polizia di Stato, diretta dal Maestro

Maurizio Billi.

A dare il benvenuto al numerosissimo pubblico intervenuto la stessa Vicepresidente Carfagna e il Prefetto Francesco Tagliente delegato ai rapporti istituzionali dell’ANCRI che ha chiamato un grande storico del risorgimento, Michele D’Andrea, che ha dedicato molta parte della sua attività a far conoscere nella corretta luce i simboli della Repubblica, spiegando con parole semplici ma ricche di contenuto le caratteristiche

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della nostra Bandiera e del nostro Inno e i motivi che ne fanno una pagina unica, profondamente legata alla nostra storia.

Fondi, “rimborsopoli al Pirellone”: condannati Bossi Junior e Nicole Minetti

Il Tribunale di Milano ha condannato a due anni e sei mesi Renzo Bossi, figlio di Umberto Bossi detto il Trota, e a un anno e 8 mesi l’ex igienista dentale di Silvio Berlusconi Nicole Minetti, tra i 57 imputati al processo sulla cosiddetta

‘Rimborsopoli’ al Pirellone, tutti ex consiglieri ed ex assessori in Regione Lombardia tranne uno. I due sono stati ex consiglieri della Lega e del Pdl.

Il tribunale di Milano ha condannato con pene tra un anno e 5 mesi fino a 4 anni e 8 mesi 52 dei 57 imputati nel processo sulla cosiddetta ‘Rimborsopoli’ in Regione Lombardia, tutti ex

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consiglieri ed ex assessori in Regione Lombardia tranne uno.

Tra questi anche Stefano Maullu, attualmente europarlamentare di Fratelli d’Italia, condannato a 1 anno e 6 mesi (con pena sospesa e non menzione), e Alessandro Colucci, deputato del gruppo misto, condannato a 2 anni e 2 mesi. La pena più alta di 4 anni e 8 mesi per Stefano Galli, ex capogruppo della Lega in Regione. Assolti o prescritti invece 5 ex consiglieri.

Il Tribunale di Milano ha condannato a un anno e 8 mesi Massimiliano Romeo, attuale capogruppo della Lega in Senato, uno dei 57 imputati nell’ambito del processo sulla cosiddetta

‘Rimborsopoli’ al Pirellone, tutti ex consiglieri ed ex assessori in Regione Lombardia tranne uno. I giudici hanno anche condannato a un anno e 6 mesi Angelo Ciocca, attualmente eurodeputato del Carroccio. Per entrambi la pena è sospesa ed è stata decisa la non menzione.

“Se c’era un sistema, c’era certamente da 30 anni e loro lo hanno ereditato in buona fede”: così l’avvocato Jacopo Pensa, legale di Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato condannato a un anno e 8 mesi per la presunta Rimborsopoli al Consiglio regionale lombardo, ha risposto ai cronisti sulla vicenda delle cosiddette spese allegre al Pirellone. “Faremo appello – ha annunciato – noi puntiamo alla revisione delle condotte contestate perché per noi c’è la mancanza del dolo”

nel peculato.

Bucci: il ponte di Genova

sarà percorribile il 15

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aprile 2020

“Il ponte dovrà essere visibile, almeno per quanto riguarda gli impalcati a fine 2019 e dovrà essere percorribile il 15 aprile del 2020”. Lo ha detto il sindaco e commissario per la ricostruzione del viadotto Marco Bucci, durante la firma del contratto unico per l’affidamento dei lavori di demolizione e ricostruzione.

Le scadenze sono indicate nel contratto. “Il 31 marzo – ha d e t t o – i n i z i a l a r i c o s t r u z i o n e , c h e a v v e r r à contemporaneamente alla demolizione già iniziata”. “Oggi è un bel giorno perché firmiamo il contratto unico per la demolizione e la ricostruzione del ponte.

Demolitori e costruttori lo firmano insieme ma mantengono ciascuno le proprie responsabilità. Vogliamo dare un segnale al mondo: in Italia le cose belle si fanno bene a costi giusti e in tempi brevi”, ha detto Bucci. Per l’architetto Renzo Piano, il ponte sarà “durevole mille anni. Bello, solido, semplice”.

Vernazza si è ritirata dal pool dei demolitori per paura delle penali. Bono ha detto: “Non ci saranno, i tempi verranno rispettati”.

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Quota 100 e reddito di cittadinanza: stasera il CDM per varare il decretone

Incontro positivo, governo soddisfatto, ci sono tutte le risorse per quota 100 e per reddito di cittadinanza. Stasera cdm alle ore 18 per varare il decreto. Via libera agli stanziamenti per tfs (tfr degli statali) anticipato per tutti e per fondo volo Alitalia. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi al termine del vertice di maggioranza sul decretone.

Di Maio, giorno importante, ripagati anni battaglia M5S –

“Oggi è una giornata importante e a vincere sono, come sempre, i cittadini. Un risultato che ripaga anni di battaglie portate avanti dal M5S”. Lo afferma all’ANSA il vicepremier Luigi Di

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Maio al termine del vertice governativo sul decreto che contiene il reddito di cittadinanza e quota 100.

Boccia (Pd), clausole salvaguardia illegittime – “Voglio dirlo con chiarezza al governo, le clausole di salvaguardia sono illegittime, espressamente vietate dalla riforma del Bilancio. Inserire nuove clausole di salvaguardia a copertura di quota 100 o opzione donna, ci farebbe ripiombare in quella spirale perversa di cambiali da cui, a fatica dopo dieci anni, stavamo per uscire. Se ricominciamo con la spesa garantita da clausole che poi prevedono tagli di spesa sociale o aumenti di tasse, facciamo solo altri danni agli italiani. Quando arriveranno i testi in Parlamento, mi auguro ci possa essere la possibilità di un confronto per migliorarli”. Così Francesco Boccia, deputato Pd e candidato alla segreteria del Partito Democratico, in diretta a Studio24 su Rai news 24.

Dopo il rincorrersi di voci di rinvii, di qualche ora, di un giorno, addirittura alla prossima settimana, il Consiglio dei ministri sul decretone ci sarà domani (oggi, ndr). E sarà anticipato da un vertice a tre tra il premier Giuseppe Conte, e i due ‘dioscuri’ dell’esecutivo gialloverde, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, per sciogliere gli ultimi nodi. Se l’impianto generale delle due misure di bandiera è noto da tempo, sono i dettagli, ora, a creare ‘dissonanze’, con la Ragioneria tirata in ballo ogni volta che emerge una divergenza tra i gialloverdi, e che comunque non avrebbe ancora ‘bollinato’ il testo, anche per alcuni dubbi sulla costruzione della platea del reddito. In primo luogo c’è comunque la questione statali:

risolta la querelle sulla finestra di prima uscita (all’inizio doveva essere a ottobre, poi, su insistenza dello stesso Salvini, è stata anticipata a luglio, nonostante le perplessità del ministro che la P.a. la deve gestire, Giulia Bongiorno) è emerso il problema del trattamento di fine servizio, strettamente finanziario ma anche di equità tra

‘quotisti’, che lo prenderebbero solo al raggiungimento dei 67 anni, e chi sta andando in pensione con le regole della

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Fornero, con dilazione fino a 2 anni per la buonuscita. Alla fine è passata l’idea di consentire a tutti i lavoratori pubblici di chiedere al momento della pensione un anticipo del Tfr (con interessi a carico dello Stato ma probabilmente fino a 50mila euro).”Nessun problema sul fronte del trattamento di fine rapporto per gli statali, in relazione a quota 100 sulle pensioni”, chiariscono fonti di governo. “Secondo il testo che e’ in via di perfezionamento in queste ore – spiegano – il tfr sara’ quasi interamente erogato immediatamente a chi va in pensione. Questo sara’ possibile grazie a un accordo tra Stato e le banche senza alcun onere a carico del lavoratore. La parte residuale sara’ erogata secondo le norme previste dalla legge”. Tra le ‘sfumature’ delle norme per le pensioni, dovrebbe averla spuntata anche la proposta di innalzare agli under 45 lo sconto per riscattare la laurea. Ma fino alla fine non sono escluse sorprese, anche sul fronte dell’Inps dopo la scadenza di Tito Boeri, in attesa del ripristino del Cda.

A n c h e i n q u e s t o , p r i m a e r a f i l t r a t a l ’ i p o t e s i d i commissariamento per traghettare l’istituto alla nuova governance, poi in casa pentastellata era stato escluso. I 5 Stelle comunque hanno lavorato soprattutto al reddito.

Cercando di superare anche alcune obiezioni leghiste, a partire da quella sollevata un po’ a sorpresa sui fondi per i disabili. La soluzione prospettata da Di Maio, di ‘coprire’

con il nuovo sussidio circa 260mila famiglie con invalidi civili, almeno al 67%, non avrebbe accontentato del tutto l’alleato (anche perché si tratta di circa la metà della platea che attualmente prende la sola pensione di invalidità, legata al reddito). Un nodo che però potrebbe essere affrontato anche nel corso dell’iter parlamentare. Tra i due azionisti di maggioranza si sarebbe aperta poi anche una discussione sul ruolo dell’Anpal, che, nella lettura leghista, dovrebbe intervenire solo laddove le strutture già presenti sul territorio siano più in difficoltà, senza ‘interferire’

con l’attività di reinserimento al lavoro nelle Regioni in cui il sistema già si dimostra più efficiente. I 5 Stelle intanto hanno presentato emendamenti al decreto Semplificazioni con

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alcune proposte ad hoc per rafforzare i Caf, coinvolti direttamente nella distribuzione del reddito. L’esame va a rilento, nonostante la scadenza del 12 febbraio per la conversione. Tra le centinaia di proposte, i 5 Stelle guardano allo stop alle trivelle, tema che ha superato l’ammissibilità (sono state cassate appena 183 emendamenti), mentre la Lega ci riprova con la Tari in bolletta per aiutare i Comuni in dissesto e punta su soluzioni per l’emergenza cinghiali.

Entrambi poi chiedono una sanatoria, almeno di due anni, per i canoni delle spiagge oggetto di contenzioso e altre misure per Campione d’Italia. Ma tra gli emendamenti c’è di tutto:

dall’emergenza Xylella alle gelate che hanno l’agricoltura al Sud, dalle ricariche per le auto elettriche ai ‘biciplan’, sponsorizzati dal M5S, all’aeroporto di Lamezia Terme. La Lega punta anche a misure per il rientro dei ricercatori dall’estero, al miglioramento dell’aria nel bacino padano, fino alla revisione delle norme sulle farmacie, caldeggiata anche dai cinquestelle.

Vertice di governo in

mattinata, poi Consiglio dei

Ministri su decreto

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Dopo il rincorrersi di voci di rinvii, di qualche ora, di un giorno, addirittura alla prossima settimana, il Consiglio dei ministri sul decretone ci sarà probabilmente nel pomeriggio. E sarà anticipato da un vertice a tre tra il premier Giuseppe Conte, e i due ‘dioscuri’ dell’esecutivo gialloverde, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, per sciogliere gli ultimi nodi.

E al termine del vertice notturno M5S Di maio annuncia: “Non ci sono sorprese. Il sito per il reddito di cittadinanza parte a marzo e da fine aprile lo eroghiamo”.

Il premier Giuseppe Conte in un post su Facebook ha scritto:

“Tanti gli impegni che mi aspettano a partire da domani (oggi, ndr). Innanzitutto avremo un consiglio dei ministri importantissimo. Approveremo il decreto che contiene i due provvedimenti chiave di questo governo: il reddito di cittadinanza e quota 100, misure che molti italiani aspettano da tempo e che finalmente diventeranno leggi dello Stato”.

Ed è intanto alta tensione nel governo, anche sui temi ambientali. In commissione al Senato c’è stata una spaccatura

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per la nomina del generale Antonio Ricciardi alla presidenza del Parco del Circeo. La Lega non ha appoggiato la proposta del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che è stata bocciata con 13 voti contrati, 7 favorevoli e 2 astenuti.

Immediata la risposta del ministro: “Non accetteremo diktat e respingeremo i tentativi di far nominare persone non adeguate a questo ruolo così importante e delicato”, ha detto in un comunicato. “La politica ha il compito di nominare i migliori presidenti per la loro gestione e i partiti devono restarne fuori”, ha aggiunto Costa. “Per il Parco del Circeo, così come per tutti gli altri parchi, stiamo procedendo alle nuove nomine dei presidenti, come ampiamente annunciato – ha proseguito Costa -. Stiamo valutando decine di curricula, e la logica per la scelta e per procedere alla nomina è una sola:

la massima competenza, unita al massimo rigore”.

Il senatore della Lega Paolo Arrigoni spiega i motivi dietro la spaccatura:

“Prima della seduta è stato anticipato in modo informale la non condivisone del metodo sulla proposta di candidatura”

anche se precisa “nulla da dire sulla persona del candidato del ministro Costa”. “Di fronte all’alternativa di rinviare o mantenere la seduta – aggiunge – è stata optato per la seconda e noi abbiamo confermato quanto avevamo anticipato. Il risultato della votazione è stato una conseguenza”.

Interviene anche il vicepremier, Matteo Salvini: “Non si può dire no al carbone, no al petrolio, no al metano, no alle trivelle, mica possiamo andare in giro con la candela e accendere i legnetti. Di tutto il resto si può discutere, ma con i soli ‘No’ non si campa“.

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I penalisti di Roma contro il ministro Bonafede per il video di Cesare Battisti postato su Facebook

La Camera Penale di Roma è pronta a presentare un esposto in relazione al video pubblicato ieri dal profilo Facebook del ministro della giustizia, Alfonso Bonafede, in cui si riprendono le varie fasi dell’arrivo di Cesare Battisti in

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Italia comprese le procedure di fotosegnalamento effettuato negli uffici della Questura della Capitale e quelle relative alle impronte digitali

Il video postato su Facebook dal ministro della giustizia AlfonsoBonafede su Cesare Battisti e “pubblicato sulla rivista online ministeriale purtroppo si aggiunge a quel riferimento al ‘marcire’ che il ministro dell’interno ha più volte espresso in suoi video”. Lo rileva Mauro Palma, Garante dei detenuti, confidando che “si provvederà a rimuovere tali video”. “Frasi e immagini che puntano ad acquisire consenso attraverso un linguaggio estraneo a quello del Costituente, finiscono per consolidare una cultura di disgregazione sociale”.

Il video ha suscitato tanti commenti negativi: “Il racconto di una giornata che difficilmente dimenticheremo!”, si legge a mo’ di titolo sul video postato.

Brexit, Westminter boccia

l’intesa sul divorzio dall’Ue

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Si riapre la partita della Brexit: l’accordo sul divorzio dall’Ue raggiunto a novembre dalla premier Tory, Theresa May, con Bruxelles è stato bocciato dalla Camera dei Comuni britannica con 432 no contro 202 sì. La ratifica è stata negata con uno scarto di 230 voti, molto pesante per il governo. Sono 118 i deputati conservatori che hanno votato contro l’accordo.

Il leader laburista Jeremy Corbyn ha presentato una mozione di sfiducia al governo Tory. La mozione sarà discussa oggi.

Corbyn ha parlato di “sconfitta devastante”, ha accusato la premier d’essersi negata al dialogo con l’opposizione per scongiurare un no deal e di aver privilegiato gli interessi del Partito Conservatore su quelli del Paese. Ha infine auspicato che la Camera dia il suo “verdetto sull’incompetenza di questo governo”.

I l p o r t a v o c e d e l D u p , i l p a r t i t o d e g l i u n i o n i s t i nordirlandese, ha annunciato che voterà la fiducia a Theresa May. I 10 voti del Dup sono decisivi per assicurare la maggioranza al governo.

May aveva chiesto alle opposizioni di presentare una mozione di fiducia per vedere se l’esecutivo dispone ancora del sostegno di una maggioranza. La premier ha detto che il no all’accordo è chiaro, ma che non sono emerse chiaramente altre

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proposte sul tavolo. E ha insistito, in caso di fiducia, sulla volontà di andare avanti e di continuare a lavorare per attuare la Brexit.

L’accordo sulla Brexit sottoposto al Parlamento rispetta “la volontà democratica” espressa dal popolo britannico nel referendum del 2016 e apre la strada “a un futuro migliore”

per la Gran Bretagna. Così aveva detto la premier concludendo il dibattito ai Comuni. May ha quindi passato in rassegna le alternative, denunciando un eventuale secondo referendum come uno strumento di divisione per il Paese e un no deal come una soluzione in contrasto con l’interesse nazionale.

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