L'ECONOMISTA
G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E
SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO. BANCHI, F E R R O V I E , INTERESSI Anno Vili - Voi. XII D o m e n i c a 13 F e b b r a i o 1881 N. 354
IL PROGETTO DI LEGGE SULLE PENSIONI
Come abbiamo promesso ai nostri lettori, allorché esaminammo il progetto ili legge presentato dal mi-nistro delle finanze per la istituzione di una cassa delle pensioni civili e militari a carico dello Stato, eccoci a dire qualche cosa della relazione presen-tata alla Camera nella tornata del 27 gennaio dalla Commissione parlamentare, di cui era presidente l'on. La Porla e relatore I' on. Simonelli.Quando, dopo passata la bufera, si ricomincia ad ordinare le coso, è lecito nutrire ed esternare dei desideri perchè ciascun oggetto sia meno imperfetto possibile e soddisfi nel modo migliore allo scopo, iìuai a noi però se, lasciandoci troppo invadere da questo desiderio ci mettiamo nel caso di aver troppe cose da compiere in un tempo insufficente. Senza volerlo, anzi contro la nostra intenzione, ripristine-remmo o perpetueripristine-remmo quella confusione cbe la-mentiamo. — L' amministrazione italiana, messa su in fretta ed in furia sulle carcasse dei vecchi Stali, ed in un tempo in cui le preoccupazioni politiche e finanziarie assorbivano tutta l'attività intellettuale de-gli uomini al governo e del paese, presenta oggi una serie di punti dei quali troppo chiaramente ap-parisce il bisogno di riordinamento. E molte volte, — come gli all'ari ed i servizi sono, ed è ben na-turale, concatenati, — Dell'imprendere la trattazione e lo studio per migliorare un ramo del pubblico servizio, si scorgono altri rami cbe avrebbero u r -gente bisogno di riparazione e di innovazione; tanto che spesso rimane I' incertezza se convenga meglio lasciare ciò cbe erasi cominciato a rifare, per met-ter rimedio prima ad altri mali. Guai a noi, ripe tiamo, se in questa, come in tutte le altre tose, non sappiamo limitare i nostri desideri e non ricordiamo ad ogni istante cbe I' ottimo è nemico del bene.
L ' on. Magliaio, onde provvedere ai bisogni del tesoro per f abolizione del corso forzoso, ha trovato un ingegnoso mezzo onde diminuire le spese di 19 milioni circa, mediante una operaz one sulle pensioni. I nostri lettori, se ci hanno seguiti negli articoli cbe abbiamo pubblicato, avranno veduto quanto Semplice e quanto preciso fosse il disegno di legge dell'ono-revole ministro per le finanze. La Commissione par-lamentare, incaricata di esaminare il progetto del-l' on. Magliani, non ha avuto in vista soltanto V
ope-razione finanziaria che si proponeva il ministro,
ma è entrata addirittura nell'argomento della legge sulle pensioni ; e a nostro parere la relazione p"re sentala dalla Commissione slessa sembra troppo
am-pia in paragone ali idee dell' on. ministro, troppo
ri-i stretta ri-in paragone a quelle della Commri-issri-ione. Cri-i i proponiamo di darne conto brevemente ai nostri let-I tori, e per meglio riuscire nello scopo, dividiamo la i relazione stessa in due parti : la prima per ciò che spelta alla operazione finanziaria progettata dal mi-nistro, la seconda per ciò che spella alla riforma
della legge sulle pensioni.
Rispetto alla prima parte la Commissione accetta i calcoli e le conclusioni dell' onorevole Ministro delle Finanze; solamente essa ha creduto prudente di stabilire il saggio della rendita al 90 per cento anziché al 93, come faceva il progetto di legge, e quindi l'interesse venne rappresentato dalla cifra di L. 4,82222...."/„. La quale modificazione importa cbe il capitale consegnalo oggi alla Cassa pensioni ed impiegalo ad interesse composto per i! pagamento delle pensioni già esistenti, ascenda a L. 488,758,317, invecechè L. 508,081,821 calcolate dall'onorevole Magliani.
E no risulta cbe mentre il Ministro trovava neces-saria una rendita annua da iscriversi di L. 23,710,000 depurata dalla ricchezza mobile, la Commissione trova sufficiente la somma di L. 23,569,012.
In confronto quindi della spesa oggidì iscrilta nel bilancio pel servizio delle pensioni, cioè di L. 61 lioni e 517 mila, avrebbesi un risparmio di L . 37 mi-lioni 917,988 e sarebbesi provveduto a tutte le pen-sioni sin qui concesse. ÌJove comincia la differenza tra il progetto presentato dall' onorevole Ministro e quello elaborato dalla Commissione, alle idee della quale, ha tuttavia consentito anche lo stesso Mini-stro, è sul punto delle nuove pensioni da istituirsi. Si ricorderà che 1' onorevole Magliani aveva fissala una media annua di L. 3,270,000 di nuove iscri-zioni, che, per l o anni, avrebbero dato un aggravio complessivo di L. 314,812,202; a tacitare questo debito proponevasi la iscrizione di una rendita annua di L. 18,907,752.
La Commissione, consenziente, come si è detto, il Ministro, ha qui abbandonato il criterio della
ope-razione finanziaria, ed è entrata nella questione
ca-9 8 L' E C O N O M I S T A 13 febbraio 1881 rico del bilancio dello Stato per la dotazione
defi-nitiva e permanente della Cassa instiluita con la presente legge. » Infine ba reso più tassativo l ' a r -ticolo 4 del disegno di legge determinando cbe il Ministero non possa eccedere annualmente la cifra di L. 3,170,000 per nuove pensioni.
E qui entriamo necessariamente a parlare della seconda parte della relazione, quella cioè che ri guarda la riforma della legge sulle pensioni, la qual parte è poi la prima nella relazione e la occupa quasi totalmente.
Premettiamo cbe qui per ora noi non esporremo se non i criteri della Commissione, ai quali sin d'ora teoricamente facciamo plauso, comecché mostrano come gli onorevoli componenti la Commissione stessa mostrassero larghe vedute e coscienza dell'impor-tanza dell'argomento. Solo appunto cbe ci permet-tiamo muovere si è quello di aver fissato un'epoca di tre anni per la effettuazione della riforma e di non essersi accontentati di manifestare il loro con-cetto in un ordine del giorno, ma di aver inserito questo obbligo, che il Parlamento contrarrebbe di-nanzi al paese, nella legge stessa.
Pur troppo l'esperienza è maestra! E se noi vo-lessimo ora enumerare tutte le promesse di ri-forme che la Camera ha fatte al paese a scadenza determinata, verrebbe certamente meno la speranza di veder presto realizzate le idee abbozzate dalla Com-missione. Non malignamo, e perciò, nell'animo nostro non entra il sospetto cbe la volontà della Rappresen-tanza nazisnale sia entrata come causa del non aver mantenute le promesse; ma dacché i fatti esistono, dacché si tratta, nel caso concreto, di uno dei più ordui problemi di amministrazione, i quali non solo toccano sul vivo molti interessi, ma hanno in se stessi non poche difficoltà, l'esperienza doveva suggerire, a nostro avviso, molta prudenza, e di non fare a fidanza col tempo. Tanto più che la Commissione stessa, la quale ha voluto poi sfiorare qualche punto della gran questione, ha dovuto più volte riconoscere che il problema, date specialmente le condizioni della nostra amministrazione, e delle nostre finanze è irto di scogli. Ad ogni modo ecco le idee della Commis-sione, sulle quali dovremo ritornare con maggior agio in seguito.
Le pensioni possono distinguersi sotto tre forme : — o sono puramente graziali dello Stato; o sono assicurazioni dietro un premio annuo versato; o r i -vestono il doppio carattere di graziali e di
assicu-razioni.
Il miglior sistema sarebbe quello di pensioni sotto la seconda forma; ma a questo scopo occorrerebbe cbe gli stipendi degli impiegati fossero abbastanza alti perchè il premio di assicurazione non li falci-diasse in modo da essere insufficienti a mantenere nel dovuto stato i funzionari pubblici. — E, aggiun-giamo noi, se le pensioni fossero sotto la semplice forma di assicurazione, cioè se lo Stato rimunerasse in modo i suoi impiegati che potessero, senza .squi-librio della loro economia individuale, assicurare per sé e per le loro famiglie un capitale od una remi ta in determinate eventualità, allora la questione sarebbe risolta, poiché non crediamo cbe lo Stato potrebbe né dovrebbe fare lui l'assicuratore.
Ma noi non siamo in grado, continua la Com missione, di rimunerare i nostri impiegati nel modo che pur sarebbe desiderabile, e quindi dobbiamo ritenore solo possibile il terzo sistema cioè il misto:
da una parte l'impiegato, mediante le ritenute sullo stipendio, lascia un premio per la sua futura pen sione, dall' altra lo Stato, visto cbe il premio non può essere che insufficiente ad assicurare un capi-tale che basti a costituire una pensione, aggiunge una propria quota. Così le pensioni dovrebbero r i -sultare da questo doppio fatto dal premio che, sotto forma di ritenuta, vien rilasciato dall'impiegato, o gli vien trattenuto dallo stipendio, più dal premio di complemento che paga per esso lo Stato.
Questo criterio però, non fu quello ohe presie-dette fin qui nella legge delle pensioni. Le tratte-nute sugli stipendi, anziché essere posto in disparte per formare, insieme alla quota governativa, il fondo per le pensioni, si fecero figurare tra le entrate dello Slato, il quale per contrario sborsò tutta la somma equivalente all' ammontare annuo delle pen-sioni.
La Commissione stessa deplora che, fin dal primo costituirsi della amministrazione del regno d'Italia, non si abbia pensato ad istituire una cassa pensioni e non si abbia separato questo servizio da quello della amministrazione. E osserva, usando di alcuni dati statistici incompleti, ma che tuttavia crede suf-ficienti allo scopo, che l'età media in cui un im-piegato assume il servizio risulta I' anno ventiquat-tresimo e la età media nella quale entra in pen-sione l'anno cinquantaduesimo; le pensioni vitalizie ammontano a 42 milioni e mezzo all'anno circa; avrebbe dunque bastato che lo Stato, al principio del ciclo della durata del servizio, avesse messo a frutto 3 per cento 10 milioni e mezzo circa per provvedere ai 42 milioni e mezzo delle pensioni, poiché nei 28 anni il capitale si sarebbe quadru-plicato. E dedotte le ritenute che lo Stato preleva sugli stipendi e sulle pensioni, conclude la Com-missione che colla sola somma di L. 8,330,000 an-nue lo Stato potrebbe far fronte a tutte le nuove pensioni che si potessero creare nella media di L. 3,700,000 per anno.
Il calcolo su cui si fonda la Commissione è infatti assai semplice e non è altro che l'applicazione del principio su cui si basano le assicurazioni. Se in un anno lo Stato mette a fruito composto L. 10,660,(100, noi 28 anni che corrono tra il 24° ed il 52° anno, età media della entrata in servizio e del colloca-mento a riposo dei funzionari assunti in un anno, avrà, alla fine dei 28 anni le L. 42,640,000, ohe formano l'attuale carico delle pensioni vitalizie, e se lo Stato mette a frutto composto per 42 anni L. 1,170,000, avrà L. 9,360,000, somma sufficente per pagare le peusioni di vedove ed orfani. Con una complessiva somma di L. 11,830,000 all'anno lo Stato avrebbe adunque fatto fronte all' aggravio di tutte le pensioni; e da questa somma togliendo le L. 3,500,000 di ritenuta sugli stipendi e sulle pen-sioni, rimarrebbe un carico per lo Stato di L. 8 mi-lioni e 330 mila.
La Commissione per stabilire questi calcoli non avea dinnanzi a sé una esatta statistica che indicasse 1' età in cui tutti gli impiegati dello Stato entrarono in servizio entro un periodo determinato, ma si servì di una statistica speciale fatta su tale argomento per gli impiegati dipendenti dal Ministero delle Finanze; e come sono quelli i più numerosi, possono ritenersi, come ritenne la Commissione, se non esatte, ma ap-prossimative, le medie risultanti.
15 febbraio 1881 99 se Del passato non si è provveduto razionalmente
n||a organizzazione del sistema delle pensioni, non
deve più ritardarsi a farlo. La proposta dell'onore-vole Mariani, di istituire una Cassa di pensioni, sia il cerme"della futura riforma; - liquidiamo, dice la Commissione, il passato, e 1' avvenire su regolato in modo cbe lo Stato con 8 milioni provveda, come è possibile farlo, alle pensioni cbe si accenderanno. » Nuila abbiamo ora a dire sul concetto di massima esposto dalla Commissione, solo mettiamo in guardia i lettori sopra una conclusione che si potrebbe trarre, cbe cioè lo Staio spenda annualmente 61 milioni, mentre avrebbe potuto spenderne 8 soltanto per il servizio delle pensioni. C è la liquidazione del pas-sato a cui bisogna pensare ora come si avrebbe do voto pensarvi prima; ma se oggi le nostre finanze ci permettono di pensarvi, non lo concessero certa-taniente nel tempo andato, quando disavanzi di cen-tinaia di milioni mettevano in pericolo la esistenza economica dello Stato.
In altri termini è vero che bastano circa 8 mi-lioni all' anno per far fronte al servizio delle pen-sioni, ma questi 8 milioni all'anno bisognava che fos-sero messi a parte sino dal momento in cui fu as-sunto il primo impiegato, e volendo assestare oggi il sistema, occorre necessariamente avere il capitale, e gl' interessi corrispondenti, ad 8 milioni ili lire per 28 anni ed 1,170,000 per 42 anni. Quando ebbimo ed avremo disponibile tali somme? — Questo è il problema. Ed a noi pare che la Com-missione parlamentare non siasi troppo preoccupata nò di rilevare questa difficoltà che esisteva gran-dissima in passato ed esiste, sebbene minore, anche oggidì.
Ad ogni modo, per quanto ci sembrino insuffi-centi e da un certo punto troppo superficiali i cri-teri esposti dalla Commissione, va applaudita per I' energia con cui volle trattare l'argomento, e ne va applaudito anche I' on. Magliani, il quale, guidato da un altro concetto, diede il motivo a questa di-scussione, proponendo l'istituzione ili una Cassa pensioni, e dimostrando una volta di più il suo in-gegno aout", ed il suo attaccamento alle teorie sane in fatto di economia e di finanza, le quali
teorie domandano non I' agglomeramento, ma la di-stinzione e la separazione nelle mani dello Stato dei servigi cbe esso deve sostenere, solo per causa di circostanze eccezionali e, speriamo, temporanee.
Auguriamo che, contrariamente ai nostri dubbi, entro i 3 anni la Camera metta ordine anche io questa importante materia. Certo noi ci occuperemo della questione sollevata e i.e intratterremo i nostri lettori.
Concludiamo: meno le poche modificazioni, a cui già abbiamo accennato, la Commissione parlamen-tare ha accettato il progetto dell' on. Magliani, per
la istituzione di una Cassa delle pensioni civili
e militari a carico dello Stato.
I NOSTRI BILANCI
V I
Ministero delle Finanze — Bilancio della spesa
Venuto in discussione alla Camera il bilancio di prima previsione della spesa pel Ministero delle
Fi-nanze, non ebbe luogo alcuna discussione generale, nessuno avendo chiesto di parlare, e quindi si pro-cedette allo esame dei capitoli.
Ecco le cifre. Categoria prima. Spese effettive. — Titolo 1. — Spesa ordinaria. — Spese generali di amministrazione. — Ministero. — Capitolo 1. Personale (spese fisse) L. 1,481,783.80. Questo ca-pitolo venne approvato secondo la proposta della Commissione accettata dal Ministro, che aveva pro-posto circa duemila lire di meno.
Capitolo 2. Spese di ufficio L. 73,400. — In-tendenze di Finanza. Capitolo 3. Personale (spese fisse) L. 6,700,000 secondo la proposta della Com-missione (accettata dal ministro) che riduce la cifra presentata da questo di oltre 68 mila lire.
Capitolo 4. Spese d'ufficio (spese fisse) L. 400,000. — Capitolo 5. Fitto di locali non demaniali (spese fisse) L. 123,000. — Servizi diversi. — Capitolo 6. Indennità di tramutamento, competenze di viaggio e diete per le missioni d' ufficio L. 230,000. — Capitolo 7. Trasporti effettuati dalle società ferro-viarie per conto dell' amministrazione finanziaria, L. 3,000. — Capitolo 8. Dispacci telegrafici go-vernativi (spesa d' ordine) E. 104,000.
Il capitolo 9. Casuali, fu approvalo iu L. 125,000 accettando il ministro la riduzione di L . 10,000 con dichiarazione che si riservava di dimostrare cbe occorreva non scemare, ma anzi aumentare di qualche cosa il capitolo Casuali nei bilancio del Tesoro.
Spese per servizi speciali. — (Delegazione go-vernativa per la sorveglianza ed il controllo della privativa dei tabacchi." — Capitolo 10. Personale (spese fisse) lire 66,970. - Capitolo 11. Spese di ufficio, indennità e compensi diversi, lire 7,500.
- Capitolo 12. Spese di perizia e sorveglianza in contraddittorio pei lavori d'importanza eseguiti dalla Regìa, lire 2,000. — Amministrazione esterna del demanio e delle tasse sugli affari. — Capitolo 13. Personale (spese fisse lire 908,583.78. — Capi-tolo 14. Spese d' ufficio ed indennità (spese fisse) lire 268,900. — Capitolo 15. Spese d'ufficio va-riabili, indennità, materiale e diverse, lire 122,500. — Capitolo 16. Fitto di locali (spese fisse) l i -re 220,000. — Capitolo 17. Aggio di esazione ai contabili (spesa d'ordine) lire 2,980,000. — Capi-tolo 18. Spese di coazione e di liti (spesa obbliga-toria) lire 400,000. — Capitolo 19. Restituzioni e rimborsi (spesa d' online) lire 1,400,000, — Am-ministrazione esterna delle imposte dirette e del catasto. — Capitolo 20. Personale degli ispettori delle imposte dirette (spese fisse) lire 275,314. — Capitolo 21. Indennità agli ispettori per giri di uffìzio, lire 155,000. — Capitolo 22. Personale de gli agenti delle imposte dirette e del catasto (spese fisse) lire 2,828,479. — Capitolo 23. Spese d'ufficio e di personale straordinario normalmente assegnato alle Agenzie delle imposte dirette e del catasto (spese fisse), 435,000 lire. — Capitolo 24. Indennità agli agenti delle imposie dirette, e compensi per lavori a'cottimo e altre retribuzioni straordinarie, 298,100 |l r e. — Capitolo 25. Spese eventuali, indennità,
100 L' E C O N O M I S T A 13 febbraio 1881 lire — Capitolo 27. Corrisponsione ai Comuni del
decimo di una parte del provento netto dei ruoli della tassa di ricchezza mobile (spesa obbligatoria) lire 4,000,000. — Capitolo 28. Spese di accerta-mento dei redditi di ricchezza mobile e dei fabbri-cati, lire 120,000. — Capitolo 29. Fitto di locali (spese fisse) lire 170,000. — Capitolo 50. Spese di-verse occorrenti pel servizio della conservazione del catasto, lire 400,000. — Capitolo 51. Spese di coa-zioni e di liti (spesa obbligatoria) lire 107,000. — Capitolo 32. Restituzioni e rimborsi (spesa d'ordine) lire 6,500,000. — Capitolo 33. Rimborsi dovuti agli esattori in pendenza delle operazioni relative alla identificazione degli immobili già devoluti di diritto al Demanio pel quinquennio 1873-1877 (spese d'or-dine) per memoria — Censimento territoriale. — Capitolo 34. Personale (spese fisse) lire 699,328. — Capitolo 35. Indennità al personale tecnico della Giunta del Censimento ed indennità e mercede al personale variabile, lire 425,000.
Su questo capitolo 35 il Ministro aveva proposta una riduzione di lire 75,000 accettata dalla Com-missione. Questa proposta provocò una assai viva ed importante discussione, la quale andò in fine divagando fino a toccare la grave quastione della perequazione fondiaria. L ' on. Cavalletto dopo avere accennato che la detta riduzione deriva da che una cinquantina di impiegati della giunta verranno oc-cupati nella formazione del nuovo catasto modenese, osservava in primo luogo che questa distrazione di impiegati avrebbe ritardato i lavori di recensimento del subreparto lombardo di vecchio catasto. La leg-ge del 23 giugno 1877, per la quale i due com-partimenti catastali lombardo e veneto furono uniti, stabiliva che i lavori di recensimento dovessero es-sere compiuti in quattro anni. Le provincie venete subirono un aggravio di lire 200,000 annue che continuano a pagare, e lo sgravio che dovevano ot-tenere dopo i quattro anni è di là da venire, per-chè in due anni non si è fatto nulla, e la diminu-zione che si vuol portare nel numero degli impie gali allontana sempre più l'adempimento della fatta promessa. Ed è prevedibile che nuovi impiegati verranno distratti per la rettificazione del censimento nel compartimento ligure-piemontese. I contribuenti, i cittadini in genere hanno dovere di osservare le leggi, dice l'on. Cavalletto, ma il governo sopra tutti deve dare l'esempio di questa osservanza. Ri-sognerebbe, se mai, aumentare il personale per com-pire l'operazione al termine prescritto dalla legge. In secondo luogo le anticipazioni dei comuni di Lombardia e di Venezia a sopperire alla quota era-riale durarono dal 1851 al 1854, e il credito dei comuni ascese a 6 milioni di lire. E il governo anco recentemente nominava una Commissione per accertare questi crediti, e intanto non paga come sarebbe suo dovere, pessimo esempio anco questo. Finalmente l'obbligo che ha il governo di fare lo lustrazioni non viene osservato." Da 20 anni esse non si fanno in alcune provincie, sebbene dovessero essere fatte ad ogni decennio. E cosi il disordine si fa massimo in tutti quei catasti che erano regolari e che ora colle lustrazioni quinquennali doveano essere tenuti in corrente.
L'onorevole Ministro delle Finanze dopo avere ! giustificato il ritardo nel comineiamento dei lavori, notò come il lamento per la diminuzione di L. 75,000 si fondasse sopra un equivoco, poiché il Governo
non fa che destinare ai lavori del compartimento modenese la parte del personale tecnico della Dire-zione catastale di Torino che temporaneamente venne pagata sul capitolo della Giunta del censimento di Milano ed era addetta ad altri lavori, e costa più di L. 75,000, tantoché la diminuzione proposta si r i -solve in un aumento virtuale sul capitolo del cen-simento lombardo. Quanto al credito dei Comuni, i'onorevole Ministro si riserva di proporre al Par-lamento dei provvedimenti legislativi, ove ne sia il caso, dacché la Commissione amministrativa si è fermata alla questione pregiudiziale, se il modo del pagamento debba essere determinato dall' autorità giudiziaria o dal potere legislativo. Disse pure che spera che sarà risoluta la questione delle lustrazioni. Sul primo punto pare a noi che l'onorevole Ministro abbia risposto in modo convincente; quanto alla questione del ritardo e agli altri due punti accen-nati, crediamo che non sarebbe giusto imputare al-l' onorevole Magliani gli inconvenienti esposti dal-l' onorevole Cavalletto, ma crediamo altresì che nel-l'interesse della giustizia e della finanza egli saprà provvedere per tempo.
In seguito a una non breve discussione il capitolo fu approvato nella cifra sovraindicata.
Capitolo 56, — Spese di materiale e diverse, L. 50,000 — Servizio del Macinato — Capitolo 57. — Personale tecnico compartimentale e provinciale del macinato (spese fisse) L. 691,485.30.
13 febbraio 1881 L' E C O N O M I S T A 101 siamo spesso costretti a fare le nostre leggi di
fi-nanza non ei abbia fatto aggiungere un periodo, il uuale renda per alcune industrie inefficaci un be-neficio (quello dell' abbuono) la cui assenza può an-che tradursi per esse in un decreto di morte. Ma forse un' equa interpretazione amministrativa potrà risolvere il dubbio. » L'on. Magliani riconobbe la giustezza delle osservazioni dell' on. Luzzatti, no-tando cbe presto la Camera dovrà occuparsi di una revisione generale di questa legislazione.
Capitolo" 38. Spese diverse per l'applicazione della imposta sulla macinazione del grano, L. 3,780,000. Capitolo 59. Anticipazione di spese di perizie (spesa d'ordine) lire 20 000. — Capitolo 40. Aggio di esa-zione ai contabili (spesa d'ordine) lire 1,231,500. — Capitolo 41. Rimborsi e restituzioni di tasse (spesa d'ordine) lire 350,000. — Capitolo 42. Stipendiagli ispettori ecc. delle gabelle (spese fisse) L. 421,896,57. — Capitolo 43. Spese d'ufficio e di giro agl'ispet-tori ecc. lire 150,000. - Capitoli 44, 45, 46, 47, 48, 49 (riguardanti le guardie doganali, locali, battelli doganali ecc.) respettivamente lire 13,200,000 — 148,000 — 475,000 — 150,000 — 60,840 — 368,000 — Servizio del lotto. — Capitoli dal 50 al 56. Totale lire 47,326,642.15; le vincite sono calcolate in lire 40,800.000 — Tassa di fabbrica-zione. — Capitoli 57 e 58, lire 450,000 — Dogane — Capitoli 59, 60, 61, 62, 63, 64, 65: Totale lire 5,452,891.11 — Dazio-consumo — Capitoli 66 e 67 — lire 195,000 — Sali — Capitoli 68, 69, 70, 71, 72, 73, 74, 75, 76, 77, 78, 79, 80 — Totale lire 9,787,124.87.
Titolo 2° Spesa straordinaria — spese generali di amministrazione — servizi diversi — Capitoli 81, 82, 83 (riguardanti il personale) totale lire 165,275 — Amministrazione delle imposte dirette e dei catasto — Capitolo 84 — Aggio ai contabili ecc. L. 40,000 — Capitolo 85 — Impianto del catasto dei fabbricati lire 75,000 — Capitolo 86 — Spesa occorrente per la formazione del nuovo catasto nel compartimento modenese lire 250,000 — Capitolo 87 — Servizio del macinato lire 50,000 — Amministrazione esterna delle gabelle — Capitolo 88 per memoria — Capi-tolo 89 — i d . — Partite di giro — CapiCapi-tolo 90 — lire 1,652,277.81.
Riassunto :
Spese ordinarie, lire 116,654,171.58 Spese straordinarie, lire 580,975.00
Totale lire 118,887,424.39 (Comprese le partite di giro).
CATANIA E IL SUO PORTO
Abbiamo letto con piacere una pregevole mono-grafia del Sindaco di Catania, A. Paterno Castello di San Giuliano, dove, oltre a molte osservazioni giustissimo per dimostrare l'importanza di qnel porto, per ottenere dal Governo che si faccia passare dalla terza, coni' è attualmente, alla prima classe, e che concorra all'esecuzione del progetto Fiocca, si con-tengono altresì un'infinità di dati statistici, che di-mostrano lo straordinario incremento che questa città va continuamente prendendo e di cui il MaioranaCalatabiano in una tornata della Camera ebbe a dire: « Catania è un paese che visse, vive e vivrà, ed oso aggiungere cbe progredirà sempre.... Catania vi presenta commercialmente un fenomeno strano in Italia cioè che dal 1829 al 1867 il suo commercio è aumentato di sette volte o Catania ebbe decimata la sua popolazione più volte, il colera del 1837, del 1854, del 1855, del 1866, del 1867: Catania si ebbe incendi, distruzioni, saccheggi, dei quali in questo secolo nessuna città del continente italiano offrì lo spettacolo nel 1849 e nel 1860: si ebbe danni di-retti ed indidi-retti dall'eruzioni dell'Etna. Eppure Ca-tania ha sempre progredito? Per potenza di natura, o tutt' al più per gli sforzi della propria cittadinanza e del suo Municipio, non già per concorso d'altri paesi e molto meno per concorso di governi. »
Le cifre confermano quest'asserto. La popolazione che nel 1819 era di 47,454 abitanti nel 30 set-tembre 1880 di 92,062 sicché in sessantadue anni si è aumentata ilei 94.20 per cento; nè gli Istituti di Credilo vi bau preso minore sviluppo, infatti la Cassa di Risparmii e Prestiti, Principe Umberto isti-tuita in quella città nel 5 luglio 1863 con una do-tazione di L. 25 mila aveva nel 1 settembre 1880 coll'aggiunta delle riserve un capitale di L. 483,951.40, e la Banca di Depositi e Sconti che nel 1872 sconiò effetti per sole Lire 9,453,957.95 ha raggiunto nel 1879 la cospicua somma di Lire 13,787,'678.37 ma più sorprendente ancora è lo sviluppo straordi-nario preso iti quest'ultimi anni da quel porto, in quanto a numero di bastimenti entrati ed usciti per operazioni di commercio. Era superiore nel triennio 1861-63 ad Ancona, Brindisi, Cagliari, Civitavec-chia, nel triennio 1876-78 anche a Venezia, nel 1879 di nuovo ai soli quattro porti suddetti tutti di prima classe, e per tonnellaggio mentre nel 1861-63 era in-feriore a tulti i porfidi prima classe, tranne Brindisi nel triennio 1876-78 aveva già superato sensibilmente Ancona, Brindisi, Cagliari e Civitavecchia ; nel 1879 si è lasciato ancora più indietro questi quattro porti ed Ita quasi uguagliato Venezia. Iti quanto ai redditi doganali, marittimi e sanitari, Catania è passata per le medesime fasi, colla sola differenza che si man-tiene assai maggiore l'inferiorità in confronto di Ve-nezia e che nel 1879 supera Messina di L. 45,672 coi diritti marittimi e sanitari e di L . 119,076.19 senza questi.
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insieme la estensione di ettari 40. 30 colla profon-dità di metri da 0 a 8.
Quale straordinario incremento non sarà per pren-dere il movimento marittimo del porto di Catania tra due o tre anni quando saranno completate le opere del progetto Fiocca che presentemente si vanno costruendo e pel quale l'ampiezza del nuovo porto sarà a quella attuale nella ragione di 14, 70 ad 1, lo sviluppo totale delle banchine sarà di metri li-neari 3360, potranno rimanere nel porto circa 940 bastimenti mentre col l'attuale non potrebbero esser-vene compresi oltre 60 di mezza portala. Attorno j alle banchine verso terra si troveranno piazzoli estesi per costruire Docks e per farvi depositi di mate-riali ingombranti che hanno l'estensione di metri quadrati 78000. I l molo esterno avrà lo sviluppo di 1250 metri. Il primo bacino largo 355 metri ser-virà per l'esportazione, il secondo della larghezza di 350 metri per l'importazione, con la bocca di ingresso di 760 intercedendone 680 Ira le testate dei cjue moli, sicché ne sarà sempre possibile l'in-gresso anche con i venti più fortunali, protetta poi j come è naturalmente dal promontorio giacente di riscontro al Capo Santa Croce.
Dimostrata così coll'eloquenza delle cifre l'impor tanza del porto di Catania, come esso sia andato continuamente progredendo, come lasci dietro a se a immensa distanza tulli i porti della classe a cai fu ascritto non solo, ma superi altresì molti dei porti di prima classe del continente stesso ci sembra più che giusta la pretesa degli amministratori di quella città che dallo Stato si ripari ad un'ingiustizia a suo riguardo commessa, che si ascriva, cioè, il suo porto alfa prima classe, che lo Stato concorra adeguata-mente nelle spese, che quella cittadinanza incontrò per 1' attuazione del grandioso progetto Fiocca.
Non è nostra intenzione, ne la natura del perio dico ce lo permette, di seguire I' autore nell' esame e confutazione degli obbietti che si son mossi o po-trebbero muoversi, come quello che la questione sia stata pregiudicala coli' aver rinunziato al maggior concorso dello Stato e degli altri enti interessati e che il porto di Catania non abbia lutti i requisiti richiesti per considerarlo di prima classe, ma solo diremo che non sarebbe affatto giusto che lo Stato si approfittasse di un cavillo forense in danno di una città, che con tanto slancio e coraggiosa iniziativa si è impegnata in una grandiosa ed utilissima opera e dopoché i fatti le han dato ragione, e lo Stato va a percepirne i benefizi; che inoltre non è stile della nostra giurisprudenza di considerare le leggi tassa-tivamente, perchè si dice e con ragione che la let-tera uccide; ma di indagare lo spirito che animò i legislatori nel dettarle, e questo spirito a noi sembra sia stato, subordinatamente quello di porre dei limiti acciò non si domandasse da tutti uguali vantaggi e concorsi, principalmente però di apprezzarlo secondo 1' interesse generale dello Stato.
Ora, sotto questo punto di vista abbiamo veduto come il porto di Catania avrebbe titoli superiori anco in confronto ili varii porti del continente, molto più poi considerato come è un porto di un' isola per la quale il mare per ora è I' unico veicolo, e di una isola ricca, come è la Sicilia. L ' autore poi si dif-fonde a dimostrare come posta la questione anco alla lettera spetti a Catania un porto di prima classe, e perchè possa considerarsi a capo di grandi linee di comunicazione, come vuole la legge, ed il
movi-mento commerciale giovi ad estesa parte del regno e al traffico internazionale terrestre
Ma noi ora faremo punto sembrandoci che il fin qui detto sia più che sufficiente per ritenere equa la domanda dei Catenesi e chiedere al Governo che con l'attuale o con una nuova legge dia ascolto ai loro reclami.
Rivista Bibliografica
B o l l e t t i n o d e l l a C a m e r a di C o m m e r c i o ed A r t i e d e l C o-m i z i o A g r a r i o d e l l a p r o v i n c i a d ' A r e z z o .
Da qualche tempo a questa parte notiamo, con viva soddisfazione, un certo risveglio nell'agricoltura e la tendenza a propagare le huone pratiche agrarie per mezzo di premi o di utili pubblicazioni. I l Comizio agrario della provincia di Arezzo sembra siasi pre-fisso un tal duplice inlento. Non contento di favo-rire il miglioramento della razza vaccina con stazioni di buoni tori riproduttori e col conferimento di premi alle migliori vacche con redo, ha intenzione anche di conferire altri premi tanto a quegli agricoltori che perfezioneranno la coltura dell' ulivo, i metodi del-l'oleificazione, la fabbricazione dei concimi, nonché la coltura delle attuali o nuove piante foraggiere: a tal proposito crederemmo non mal fatto di prendere in considerazione il ricco catalogo di semente da prato della ditta Lucchetti di Milano e fare esperimenti in piccolo, sui primi, di alcune novità che forse p o -trebbero bene adattarsi alla natura dei terreni di quella provincia; di più si è il Comizio proposto di istituire delle sezioni nei vari comuni, di studiare per poi formulare un nuovo patto colonico meglio corrispondente alle esigenze dei tempi, nel quale sieno bene delineati e bene indicati i diritti ed i doveri delle parti contraenti e inline di pubblicare un bol-lettino dove si contengano i resultali degli studi più seri e le notizie che si riferiscono ai pericoli che possono minacciare le nostre derrate, e ai modi più acconci per prevenirli o combatterli, e si è messo all' opra aggiungendo la parte agricola al Bollettino della Camera di Commercio ; il quale pure nella parte commerciale non è scevro di utili notizie ; vi è infatti un accurato studio sull'industria serica, dove si fa conoscere colle cifre che l'Italia, dopo la China, supera tutte le nazioni per l'esportazione della seta greggia, e di più che ha la precedenza per la prima lavorazione, la trattura e la torcitura, mentre poi per il resto della lavorazione dei cascami e dei tessuti di seta, gli altri paesi ci superano. Contiene inoltre una relazione sull'abolizione del corso forzoso sulla quale non ci intratterremo perchè se dice cose giustissime non c'è sembrato avere alcuna nuova osservazione, e come sarebbe possibile il pretenderlo dopo tanto e tanto che n'è stato detto?! — Quindi una rubrica di
Giurisprudenza commerciale ed un'altra di Notizie varie, con dati assai interessanti ed infine la
rasse-gna del mercato.
-13 febbraio 1881 L ' E C O N O M I S T A 103 liane intitolato : Dal campo alla stalla. — Se è vero
il proverbio che il buon giorno si conosce dal mat-tino questo è un giornaletto cbe si avrà un pro-spero avvenire, come glie lo auguriamo di vero cuore, perchè in forma facile, disinvolta e in lingua purgata, qualità cbe spesso mancano anco ai periodici che vanno per la maggiore, contiene un'infinità di buoni precetti pratici di sicura applicazione. Eppoi se le apparenze sono modeste sia per il formato che per il prezzo d'associazione, che è di sole 2 lire all'anno, non si creda già ehe non abbia degli ottimi colla-boratori, vi abbiamo visto invece le firme di distinti cultori di scienze agrarie, quali i professori Ca-ruso e Mussa od il Vivenza, ed anco quelli cbe si nascondono sotto i falsi nomi di bifolco e di vigna-iuolo devono essere gente che sanno d'agricoltura. E un giornaletto che meriterebbe davvero di esser dif-fuso e di penetrare nelle campagne, in tutte le case coloniche come è desiderio dei promotori di una tale pubblicazione; speriamo che ci riesca :o e l'agricol-tura ne sarà avvantaggiata.
C o n t a d u r i a g e n e r a l de l a R e p u b b l i c a de l ' U r u g u a y .
Esta-clos generales correspondentes al esercicio de 1879.
— lilontevideo, 1880.
La repubblica dell'Uruguay da qualche tempo va dimostrando all'Europa quanto seriamente si preoc-cupi dello sviluppo della ricchezza nazionale con una serie di studi economico-statistici, tutti di gran-dissima importanza, e fra cui tiene precipuo luogo il volume cbe abbiamo leste ricevuto. Allo stesso modo che il privato, il quale ama recapitolare so-vente le condizioni della propria fortuna dà pegno di spirito d' ordine e di tendenza al risparmio, cosi noi crediamo cbe la nuova via in cui s'è messa la repubblica dell' Uruguay varrà ad accrescerle non poco il credito all' estero, e meglio ancora, avrà all' interno lo splendido risultato di concen-trare in un campo più proficuo l'esuberanza delle sollecitudini patriottiche cbe fin qui pur troppo si rivelò con una serie di lotte fratricide, degne solo di pietà.
In fondo al volume di cui ci occupiamo sta il nome del signor Tommaso Vitalba, attuale capo della ragioneria generale della repubblica. Uomo d'alta intelligenza e di specchiata rettitudine fu mi-nistro delle'finanze nel 1860, e nel 1865 resse coinè presidente del Senato, in via provvisoria le redini del potere esecutivo, ma per tornare volon-teroso ed impaziente al più modesto posto cbe an-che oggi disimpegna, e dal quale ha reso al paese non meno rilevanti servigi, non ultimo quello di imporre all' ammirazione di ogni partito un alto esempio di competenza e di probità.
Come la Contaduria general de la Repubblica è un istituto cbe non trova riscontro esatto nelle amministrazioni degli Stati Europei, così la scelta e l'ordine con cui il signor Villalba produce i vari documenti sono informati a speciali criteri. V ' è la gestione complessiva e non distintamente quella delle competenze, dei residui, e lo Slato patrimo-niale, ed è poi invece riprodotto in uno degli alle-gati il giornale di cassa che comprova il bilan-cio della tesoreria generale. Così le entrate e le spese generali, dopo essere state esposte anche in quadri comparativi di più esercizi, sono distinte non solo Ministero per Ministero, ma secondo cbe il ca-pitolo della spesa o dell'entrata è riferibile al
Di-partimento della Capitale od ai Dipartimenti delle Provincie, e ciò da luogo al signor Villalba di con-eludere nella sua relazione contro quell'indirizzo legislativo cbe voleva tutelare gì* interessi del solo Dipartimento della capitale a danno degli altri d o -dici, con tariffe differenziali ed altre gravi misure ; il quale indirizzo per buona sorte è stato ultima-mente ripudiato noli' occasione in cui si ribassarono le tariffe doganali.
Degne di special disamina sarebbero i documenti cbe seguono il movimento delle varie rendite pub-bliche attraverso il triennio, e quelli cbe riassumono sulla base delle denunzie il valore della ricchezza soggetta ad imposta diretta. Per trarne conclusioni favorevoli aito sviluppo della ricchezza della popo-lazione e rassicurare cbe sieuo davvero scontate le conseguenze dell'ultima crisi, bisogna por lo meno dare gran peso al fatto del mitigamento delle im-poste dirette e doganali. Certo è che il bilancio si chiude celi un deficit di oltre un milione di pesos fuertes, nò esso è compensato dall' ammortamento parziale del debito pubblico, il quale se da un lato fu ridotto di due milioni e mezzo, dall' altro ac-crebbe di quasi due milioni, abbenchè fossero emessi titoli speciali senza interesse pel servizio di un con-tratto. Il debito pubblico nel suo insieme somma a 48 milioni e mezzo di pesos, ma al principio del-l' an io 1879 furon posti in circolazione oltre 4 mi-lioni di carta moneta, già ridotti per estinzione a tre milioni e mezzo.
Il leggitore italiano rileva non senza interesse da-gli allegati i quali riguardano la ricchezza soggetta ad imposta diretta che i nostri connazionali nel di-partimento della capitale sopra un totale di pesos fuertes 88,647,000 ne possedevano 17,241,458 ri-manendo secondi appena agli indigeni, e che nel complesso dei dipartimenti della provincia occupa-vano il tptarlo posto, rimanendo in coda cioè agli indigeni, ai brasiliani ed agli spagnuoli, e figurando con un uumero di 2,741 con un capitale di pesos fuertes 5,762,280 sopra un totale di 32,576 per 123,433,800. Pur troppo però i dati delle proprietà italiana segnano qualche diminuzione e di numero e di capitale sul 1878 ma il fenomeno può dirsi comune a tutte le nazionalità tranne agli indigeni.
CRONACA DELLE CAMERE DI COMMERCIO
C a m e r a di C o m m e r c i o di M i l a n o . — Nella
se-duta del 1° febbraio corrente i l Presidente comu-nica che molti orefici di Milano, preoccupandosi della domanda rivolta al Parlamento dai confratelli di Napoli, affinchè fosse ristabilito il marchio obbli-gatorio sugli oggetti d' oro e d' argento, affidarono o o r i o , i • i i
104 13 febbraio 1881 nel Regolamento 15 dicembre 1872 venissero
in-trodotte alcune modificazioni, nonché di interessare la Camera di Commercio a voler prestare il suo appoggio a tale istanza.
Fa quindi dar lettura delle modificazioni richieste, e cioè che al primo periodo dell'articolo 3 della legge anzidetta sia sostituito il seguente:
I lavori d'oro e d'argento presentati verranno marchiali, se trovati idonei, soltanto col punzone del titolo rispettivamente dichiarato; quelli riconosciuti di titolo inferiore, saranno respinti.
Che l'articolo 10 del Regolamento venga riformato come segue:
Saranno ammessi al saggio e marchio soltanto le seguenti due specie di lavori d' oro e d' argento, di massa omogenea :
1° Quelli massicci e pieni;
2° Quelli di lastra o di canna vuoti e fabbri-cati in guisa da potersi riconoscere, che contengono appena la saldatura sufficiente al lavoro e nessuna materia eterogenea nascosta, come mastice con trosmjlto ed altri simili.
f.' ufficiale dei saggi potrà chiedere la facoltà di fondere uno o più oggetti presi a sorte, secondo l'importanza della partita presentata, per assicurarsi del titolo reale.
Vengono considerati come omogenei nelle loro masse i lavori d'oro e d'argento aventi titolo iden-tico in tutte le loro parti, anche quando in alcune di esse parti vani la qualità dei metalli messi in lega coli' oro e coli' argento, od aventi ornati o rapporti staccabili di metallo differente da quello del corpo principale, e da considerarsi come accessori movibiii di cui all' articolo 30.
E finalmente che all' articolo 15 sia sostituito il seguente:
II diritto di solo saggio sui lavori, che non ri-spondano ad uno dei titoli legali, o che a richiesta del presentatore non vengano marchiati, è in pro-porzione di L. 10 ogni chilogrammo di lavoro d'oro, e di L. 1 per quelli d'argento. La retribuzione non potrà in alcun caso essere inferiore a centesimi 20.
Il Presidente aggiunge che le modificazioni ri-chieste dalla Società degli orefici gli sembrano tese a viemeglio disciplinare I' esercizio di una in-dustria, per Milano di un' importanza indiscutibile, per cui egli propone abbia la Camera ad emettere voto favorevole all' istanza di cui trattasi.
Dopo qualche discussione, la Camera, accogliendo la proposta presidenziale, all' unanimità delibera di appoggiare presso il Ministero la domanda degli orefici milanesi.
Il Presidente comunica che dalla Camera di Porto Maurizio ò pervenuta una memoria del cav. G. B. Beccare, banchiere, sui provvedimenti utili a pren-dere per evitare gli inconvenienti probabili della abolizione del corso forzoso, intorno alla qual me-moria il cav. Villa, come particolarmente compe-tente in materia, venne invitalo a riferire alla Ca-mera, affinchè questa possa prendere in proposito una conveniente deliberazione.
Villa comunica alla Camera che nella memoria trasmessa dalla consorella di Porto Maurizio è svolto un progetto di combinazione bancaria inteso a pre-parare un rimedio contro il possibile guaio della insufficienza della circolazione monetaria, che avesse a verificarsi in seguito all'abolizione del corso
for-zoso. Tale restrizione della circolazione monetaria è dall' autore supposta in 200 milioni, ed allo scopo di sopperirvi si propone abbia il Governo a pren-dere gli opportuni accordi con banchieri di Parigi per farsi aprire un conto corrente e per essere abi-litato a spiccare tratte a quattro mesi data sopra i banchieri stessi fino alla concorrenza di 200 milioni ; a garanzia poi dei banchieri accettanti il Governo dovrebbe mantenere presso i medesimi un deposito competente in consolidato italiano. Tali tratte non potrebbero essere cedute contro pagamento, ma semplicemente contro effetti cambiari o biglietti al-l' ordine a scadenza non maggiore di tre mesi, e garantiti o da depositi di valori pubblici, oppure, se emessi da istituti bancari, colle firme richieste. Siccome poi sulle tratte dovrebbesi pagare dal ri-chiedente una provvigione, che potrebbe variare da cent. 5 a 75 per cento a favore dello Slato emit-tente, questo benefizio, unito a quello risultante dalla diversa data di esse e degli effetti, coi quali ver-rebbero cambiate, costituirebbe il prodotto necessario per far fronte alle spese derivabili da tal combina-zione.
Il cav. Villa aggiunge che tale proposta — a pa-rer suo — offre qualche difficoltà a venir attuata, e reputa superflua la sua presentazione, mentre il progetto di legge per I' abolizione del corso forzoso, studiato dalla Commissione parlamentare, sta per essere discusso nella Camera dei Deputati. In ogni modo egli ritiene che non già il Governo, ma bensì gli istituti di emissione potrebbero prevenire i danni derivabili da una eventuale restrizione nella circo-lazione monetaria, qualora, ad onta della loro rior-ganizzazione su basi da poter far fronte a tutte le emergenze, avesse a verificarsi il bisogno di ecce zionali e temporanei provvedimenti.
La Camera adotta le conclusioni del cav. Villa. Il Presidente fa dar lettura di una circolare della Camera di Alessandria, che chiede il parere delle consorelle del regno intorno alla convenienza di presentare al Ministero una domanda collettiva in-tesa ad ottenere il viaggio gratuito sulle linee fer-roviarie di ogni rispettivo distretto a favore dei Consiglieri e degli impiegati delle Camere stesse, che devono effettuarlo sia per assistere alle sedute camerali, come per raccogliere dati statistici.
La Camera, considerando non esser presumibile che il Governo abbia ad accordare alle Camere di Commercio un' esenzione, che finora non ha creduto di concedere ad altre rappresentanze di una impor-tanza certamente non inferiore alle commerciali, non erede del caso di associarsi alla domanda della con-sorella di Alessandria.
13 febbraio 1881 L' E C O N O M I S T A 105 senza cadere per questo in contravvenzione.
Senon-chè essendosi nello scorso anno promossa la azione penale contro un importatore di gioiellerie estere a mezzo postale, la Corte di cassazione di Roma pro-nunciò una sentenza, in cui vista la precitata con-venzione, la quale stabilisce cbe quando un plico di oggetti proibiti è consegnato ad una amministra-zione postale, questa deve procedere nel modo e nelle forme previste dalla legislazione e dai rego-lamenti del suo paese, ritenuto cbe giusta 1 art. 65 del regolamento doganale italiano sono considerate in contrabbando le merci estere importate per vie
non permesse, dichiarava in contrabbando gli
og-getti d'oro e d' argento, le gioie e le cose preziose importate a mezzo della posta.
In seguito a questa sentenza la Direzione gene-rale delle Gabelle emanava una disposizione m data 14 dicembre 1880 in forza della quale a datare dal primo del corrente anno gli oggetti preziosi e le merci passibili di diritti doganali provenienti nelle corrispondenze dall' estero, essendo considerati come contrabbando, devono venir sequestrati.
In ha<e alle vigenti prescrizioni la confisca delle merci contrabbandale è di pieno diritto, e le merci stesse dovrebbero venir vendute, e il valore rica-vato sarebbe da dividere fra gli scopritori del con-trabbando nello stesso modo, secondo cui vengono ripartite le multe. Senonchè nel caso presente trai tandosi di oggetti il cui valore è tanto grande da
R E S O C O N T O S O M M A R I O
delle operazioni delle Casse Posta/i di Risparmio a lutto // mese di dicembre 1880
rappresentare ingentissimi capitali, la applicazione rigorosa della legge, tanto più dopo un lungo pe-riodo, in cui non fu fatta osservare, potrebbe es-sere giudicata siccome inspirata ad una eccessiva severità, crede quindi il Presidente possa questo essere il caso di invocare dal Ministero un tempe-ramento, almeno in via transitoria, fino a elio la proibizione dell'invio postale delle gioie, e la gra-vità veramente eccezionale delle pene pei contrav-ventori sieno divenute a conoscenza più generale di quanto al presente non sieno, anche per diletto in parte dell' autorità governativa, che ha permesso la continuazione abusiva del procedimento irrego-lare, e non ha dato sufficiente pubblicità alla suc-citata disposizione del 14 dicembre scorso.
Intorno a questo argomento ha luogo un'animata discussione, alla quale prendono parte i consiglieri Pavia, Pirelli, Trombini, Verniti e Villa-Pernice, e ne è risultata la presentazione della mozione, elio viene accettata, di rimandare la trattazione del pre-sente oggetto alla prossima seduta allo scopo di po-tere nei "frattempo assumere ulteriori informazioni.
BertarelH presenta la proposta che la Camera
abbia a trattare intorno alla convenienza di stabi-lire uno speciale servizio pel trasporto postale dei valori, e di abilitare gli uffici postali all'incasso degli effetti commerciali.
Mese di dicembre 1880 . . . . Mesi precedenti dell'anno in corso Anni 1876, 1877, 1878 e 1879 . SOMME TOTALI . . . . Numero degli uffizi autorizzati ad operare come succursali della Cassa centrale
aUASTITÀ DILLI OPMAZIOM MOVIMENTO DII LIBRETTI Numero degli uffizi autorizzati ad operare come succursali della Cassa centrale Numero dei depositi Numero dei rimborsi Numero complessivo Numero dei libr- tti
emessi Numero dei libretti estinti Numero dei libretti rimasti in corso > 54 3259 54661 504592 992632 25029 237037 355559 79690 741629 1348191 12399 101710 258743 848 12358 19874 11551 89352 238869 3313 1551885 617625 2169510 372852 33080 339772 M O V i i y r a J f T O D B I FOtSTDI Mese di dicembre 1880 . . . . Mesi precedenti dell'anno in corso Anni 1876, 1877, 1878 e 1879 . SOMME TOTALI . . . . Importo dei depositi Interessi capitalizzati Somma c o m p l e s s i v a
dei depo iti e degli interessi Importo dei rimborsi Residuo d e l c r e d i t o dei depositanti 4,588,896.97 48,469,875.47 61,281,265.82 » » 1,031,756.-0 4,588,896.97 48,469,875.47 62,313,022.52 3,882,846.76 30,390,651.23 36,080,736.14 706,050.21 18,079,224.24 26,232,286.38 114,340,038.26 1,031,756.70 115,371,794.96 70,354,234 13 45,017,560.83
Il LEGGE PER L'ABOLIZIONE DEL
MODIFICATO DALLA COMMISSIONE PARLAMHNTARK
Art. 1. — Il Consorzio degli istituti di emissioneistituito dalla legge 30 aprile 1874, n° 1920 (serie 2») sarà sciolto col 30 giugno 1881.
A partire dal 1° luglio 1881 i biglietti consorziali che si troveranno in circolazione costituiranno un de-bito diretto dello Stato.
Cesserà, dalla stessa data, l'assegnazione annua sul
bilancio dello Stato a favore del Consorzio, e sarà ritirata la rendita dell.) Stato data dal Governo a g a -ranzia dei biglietti consorziali in virtù delle leggi 19 aprile 1872, n" 759 (serie 2") e 30 aprile 1874, n° 1920 (serie 2*).
106 L' E C O N O M I S T A 1 3 febbraio 1881 11 Tesoro dello Stato pagherà al Consorzio
l'inden-nità che gli fosse dovuta pel valore di costo delle do-tazioni onde l'anzidetta officina è fornita, dedotta la parte già ammortizzata, e pel prezzo di stima dei bi-glietti di nuova fabbricazione consegnati in virtù del presente articolo, e di quelli in circolazione al 30 giu-gno 1881.
Tre arbitri designati uno dal Governo, l ' a l t r o dal Consorzio, e il terzo dai due primi stabiliranno in modo inappellabile se ed in qual misura l'indennità anzidetta sarà dovuta.
Art. 3. — 1 biglietti già consorziali godranno del
corso legale in tutto il territorio dello Stato, in ogni sorta di pagamento, ma saranno convertibili al porta-tore ed a vista in moneta legale d'oro e di argento secondo le disposizioni degli articoli seguenti.
Cesserà ogni disposizione restrittiva delle contrat-tazioni in determinate valute metalliche.
Art. 4. — Il Governo del Re è autorizzato a met-tere in circolazione la moneta divisionaria di argento e le altre monete decimali d' oro e di argento appar-tenenti alle Tesorerie dello Stato.
Art. 5. — Con reali decreti saranno stabiliti i giorni
a partire dai quali i biglietti da centesimi 50, e da lire 1 e 2 entrati nelle Casse del Tesoro non potranno più essere messi in circolazione, ed i giorni a partire dai quali; i biglietti già consorziali dei vari tagli sa-ranno cambiati per gli effetti dell' articolo 3 nella Te-soreria centrale e nelle Tesorerie provinciali di Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Livorno, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Torino e Venezia.
Con altri decreti potrà essere autorizzato il cambio anche in altre Tesorerie dello Stato.
Art. 6. — Saranno annullati i biglietti da lire 2,
1, e da centesimi 50 ritirati dalla circolazione. Pa-rimenti saranno annullati biglietti da lire 5 sino allo ammontare della somma di 105,400,180 ed inoltre tutti g b altri biglietti consorziali di taglio superiore
Art. 7. — A partire dal 1° luglio 1881 il cambio
dei biglietti, dichiarati provvisoriamente consorziali col decreto 14 giugno 1874, n° 1932 (serie 2") con biglietti consorziali definitivi, sarà fatto presso la Te-soreria centrale del Regno.
Decorsi 5 anni dal termine suddetto i biglietti non presentati al cambio s'intenderanno prescritti a favore dello Stato.
Art. 8. — Nel termine di 5 anni, a datare dal
giorno in cui comincierà il ritiro e l'annullamento dei biglietti già consorziali, tutti i biglietti da lire 5 e 10 portanti l'impronta del Consorzio, che continueranno ad essere in circolazione per conto dello Stato, sa-ranno cambiati in biglietti di nuova forma, secondo le indicazioni e le norme che verranno stabilite col regolamento.
I biglietti da lire 5 e 10 che non si fossero pre-sentati per essere cambiati nei nuovi biglietti, elasso il termine di cui sopra, si intenderanno fuori corso.
Parimenti tutti gli altri biglietti già consorziali che non fossero stati annullati nel periodo di tempo sud-detto, giusta le prescrizioni degli articoli 5 e 0 si in-tenderanno fuori corso.
Dopo altri 5 anni verranno prescritti, a favore dello Stato, tutti quei biglietti che ne! secondo quinquennio non saranno stati presentati per essere convertiti in moneta metallica.
Art. 9. — Il Governo rimborserà il mutuo di 44
mi-l i t i e 334,975. 22 ami-lmi-la Banca Nazionami-le nemi-l Regno d'Italia, nelle stesse specie metalliche nelle quali fu fatto secondo la Convenzione 1° giugno 1875.
II rimborso sarà fatto tre mesi prima che cominci il cambio dei biglietti già consorziali, di cui all'arti-colo 5, e in ogni caso tre mesi prima che sia stato intieramente eseguito il disposto dell' articolo 6.
Nello stesso termine sarà fatto il cambio in oro dei biglietti consorziali rappresentanti il credito di 50
milioni di lire degli istituti di emissione, a termini dell'articolo 5 della legge 30 aprile 1874.
Art. 10. — Il Governo del Re è autorizzato sino a
tutto l'anno 1882 a procurarsi col mezzo di prestiti ed altre operazioni di credito, esclusa l'emissione di titoli speciali, la somma di 644 milioni di lire, di cui almeno 400 milioni in oro, la quale sarà adoperata solamente per l'esecuzione degli articoli 5, 6 e 9 della presente legge.
La misura dell'interesse annuo non potrà in nes-sun caso oltrepassare il cinque per cento netto di ri-tenuta per l'imposta di ricchezza mobile.
Pel trasporto dei fondi e per qualunque altra spesa non si potrà oltrepassare il limite dell' uno per cento per una sola volta.
Della rendita dello Stato ritirata dal Consorzio de-gli istituti di emissione potrà essere alienata tanta parte quanta sarà necessaria a procurare la somma suddetta.
Art. 11. — Sarà depositata nella Cassa dei
depo-siti e prestiti per esservi conservata a garanzia di 340 milioni di biglietti tanta parte della rendita re-siduale quanta al suo valore nominale corrisponde al capitale di 3 f 0 milioni.
Sarà annullata la parte eccedente i bisogni.
Art. 12. — Il Governo è pure autorizzato, sentita
la Commissione di cui all' articolo 23, a procurarsi coli'uso dei mezzi e risorse di tesoreria, e mediante anticipazioni sulla rendita depositata, le somme che eventualmente potranno occorrergli per il cambio al portatore ed a vista dei biglietti già consorziali che rimarranno in circolazione.
Art. 13. — Gli avanzi dei bilanci annuali,
disponi-bili per la estinsione dei debiti di tesoreria, saranno destinati alla diminuzione del debito dello Stato rap-presentato dai biglietti in circolazione, di cui all' ar-ticolo 8.
Art. 14. — Sino a nuova disposizione, dal giorno
in cui comincierà il cambio dei biglietti consorziali in moneta metallica, ed in ogni caso da quello in cui sarà interamente eseguito il disposto dell'articolo 6, i dazi doganali d'importazione saranno pagati in bi-glietti consorziali o in valuta metallica, esclusa la moneta divisionaria al di là di lire 100 per ogni pa-gamento.
Art. 15. — Il divieto fatto agli istituti di
emis-sione di variare senza autorizzazione del Governo il saggio dello sconto cesserà il giorno in cui comin-cerà il cambio dei biglietti consorziali di che all'ar-ticolo 5 o in cui sarà compiutamente eseguito il di-sposto dell'articolo 6.
Art. 16. — 11 corso legale dei biglietti delle
Ban-che d' emissione è prorogato a tutto l'anno 1883 con le norme stabilite dall' articolo 15 della legge 30 aprile 1874.
Durante il corso legale il Governo avrà facoltà di determinare con decreto reale la riscontrata fra i sei istituti d'emissione, e fra essi ed il Tesoro dello Stato, con le norme stabilite dall'articolo 15 della legge 30 aprile 1874.
Art. 17. — 11 Governo del Re potrà ricevere nelle
sue casse ì biglietti dei sei istituti di emissione an-che quando non avranno più corso legale.
Art. 18. — La riserva delle Banche di emissione
sarà eselusivamente composta di valute metalliche aventi il corso legale nel regno.
I biglietti fiduciari delle Banche dovranno essere cambiati in valuta metallica o in biglietti già con-sorziali.
Art. 19. — Fino a nuova disposizione sono
11 13 febbraio 1881
Art. 20. — Gli assegni bancari al portatore ed
al-l'ordine, e pagabili a vista o in un termine non mag-giore di 10 giorni da quello della presentazione, emessi dagli istituti legalmente costituiti, o tratti so-pra di essi, saranno soggetti alla tassa di bollo di centesimi 5 quando siano emessi e pagabili nello Stato.
I boni fruttiferi a scadenza fissa saranno soggetti alla tassa di bollo di centesimi 30.
I libretti di conto corrente e quelli di risparmio, nominativi od al portatore, saranno soggetti alla tassa di bollo di centesimi 15 per ogni foglio, salvo il di-sposto dell'articolo 25, n° 29, della legge 15 settem-bre 1874, n° 2077, por gli istituti ivi indicati.
Art. 21. — Nelle tasse di cui nel precedente
arti-colo sarà compresa anche quella per le relative quie-tanze.
Per 1' applicazione delle tasse e per le cautele e le discipline sull' emissione dei titoli contemplati nei precedente articolo, sarà provveduto con decreto reale.
Art. 22. — La facoltà di emettere titoli al porto
tore ed a vista cesserà il 31 dicembre 1889 per tutti gì' istituti che ne sono investiti.
Una nuova legge da emanarsi entro il 1884 stabi-lirà le norme colle quali potrà essere consentita e regolata 1' emissione dei titoli bancari al portatore ed a vista.
Art. 23. — È istituita una Commissione
perma-nente presso il Ministero del tesoro, presieduta dal ministro, e composta di 4 senatori e 4 deputati eletti dalle rispettive Camere, non che di 4 funzionari dello Stato designati dal Consiglio dei ministri.
La Commissione sarà sentita su tutti i provvedi-menti di qualunque natura che potranno occorrere per il ritiro ed il cambio dei biglietti, per la sostitu-zione dei biglietti nuovi ai già consorziali, per la ne-goziazione dei 644 milioni di cui all' articolo 10 e per 1' esame dei regolamenti da emanarsi nelle forme prescritte dall' articolo 25.
Art. 24. — Gli atti e i provvedimenti di cui
al-l'articolo precedente, dovranno essere presi dal mini-stro del Tesoro d'accordo col minimini-stro di agricoltura, industria e commercio.
Art. 25. — Sentiti il Consiglio di Stato, la Corte
dei conti ed infine la Commissione permanente di cui all'articolo 23 saranno determinati con decreti reali i modi e le garanzie :
a) per le operazioni di cambio, ritiro, e
annulla-mento dei biglietti consorziali, le quali dovranno es-sere sindacate dalla Corte dei conti ;
b) per la custodia dei biglietti destinati a
ser-vire di scorta ;
c) pel ricevimento dei biglietti degli istituti nelle casse dello Stato, quando non avranno più corso le-gale ;
ci) per facilitare le operazioni da farsi presso
l'amministrazione del debito pubblico, anche con esen-zione di tasse per quelle concernenti le iscrizioni del consolidato.
Parimenti mediante decreti reali, e previo parere dell' anzidetta Commissione permanente, saranno fatte tutte le altre disposizioni necessarie per T esecuzione della presente legge.
I PRODOT
rl DELLE FERROVIE
a t u t t o novembre 1880
Il prodotto generale del novembre 1880 ascese a lire 15,316,542, ed è composto come segue :
Viaggiatori L. 6,320,465 Bagagli » 266,041 Merci a grande velocità » 1,489,865
Id. a piccola velocità » 7,191,244 Prodotti diversi » 48,927
Totale . . L. 15,316,542 Tale prodotto va poi ripartito come segue :
1880 1879 Ferr. dello Stato . . . . L. .8,583,197 L. 8,008,362
» di diverse Società
eser-citate dallo Stato . . » 1,473,450 » 1,381,153 » Romane » 2,398,(160 » 2,247,975 » Meridionali . . . . » 2,453,310 » 1,964,437 » Venete » 99,221 » 100,402 » Sarde » 122,789 » 93,414 » Torino-Lanzo . . . » 40,513 » 35,383 » Torino-Rivoli . . . » 13,144 » 12,797 » Settimo-Rivarolo . . » 12,9.12 » 10,865 » Milano-Saronno-Erba. » 54,391 » 33,529 » Conegliano-Vittorio . » 13,308 » 7,318 » Sicula occidentale . . » 52,197 » — Totale L. 15,316,542 L. 13,895,635 Si ebbe dunque nel novembre 1880 un aumemo di L. 1,420,907 in confronto del 1879. — Aumen-tarono tutte le linee, ma specialmente : le Ferrovie dello Stato con L. 574,835 ; le Meridionali con L. 488,875 ; le Romane con L. 150,085 ; e le Fer-rovie diverse esercitate dallo Stato con L. 92,297, Nell'ottobre 1880 l'aumento principale si ebbe in-vece sulle Meridionali con L. 607,759 in confronto del 1879.
Il prodotto dal 1° gennaio a tutto novembre 1880, confrontati con quelli dell'eguale periodo del 1.879, presentano le cifre seguenti :
1880 1879 Ferr. dello Stato . . . L. 91,280,672 L. 85,997,020
» di diverse Società
eserc. dallo Stato . » 15,858,873 » 14,874,491 » Romane » 27,479,005 » 25,661,269 » Meridionali . . . » 22,250,901 » 20,510,316 » Venete . . . .* . » 1,014,362 » 938,851 » Sarde » 1,126,920 » 997,821 » Torino-Lanzo. . . » 448,678 » 430,097 » Torino-Rivoli. . . » 148,238 » 148,267 » Settimo-Rivarolo. . » 136,012 » 129,750 » M i l a n o S a r o n n o -Erba » 649,567 » 193,932 » Conegliano-Vittorio. » 97,400 » 65,603 » Sicula occidentale . » 265,141 » — Totale L. 160,765,769 L. 149,946,817 Si ebbe dunque, nel suindicato periodo del 1880, un aumento d i . L . 10,818,952 in confronto dei 1879. — Tutte le linee furono in aumento, fuor-ché la Torino-Rivoli, che diminuì di L. 29 I prin-cipali aumenti si ebbero : sulle Ferrovie dello Sialo con L. 5,283,652, sulle Romane con L. 1,817,736; sulle Meridionali con L. 1,740,585; e sulle Ferrovie diverse esercitate dallo Stato con L , 984,382; mentre nel mese precedente l'aumento principale si ebbe pure sulle Ferrovie dello Stato, ma con L, 4,489,73.3.
pe-408 L' E C O N O M I S T A riodo del 1879. La lunghezza media in esercizio
dal le gennaio al 30 novembre era di chil. 8474,
mentre nel 1879 era di cliil. 8288.
Il prodotto medio chilometrico delle diverse linee in esercizio nel mese di novembre 1880, confron-tato con quello del novembre 1879, fu il se-guente :
1 8 8 0 1 8 7 9
Ferr. dello Stato . . . L. 2,236 L. 2,123
» di diverse Società
e-sercitate dallo Stato a 1,575 » 1,477
a Romane a 1,425 » 1,336 a Meridionali . . . . a 1,691 » 1,354 a Venete a 724 » 732 » Sarde a 367 » 404 » Torino-Lanzo . . . a 1,266 » 1,105 » Torino-Rivoli . . . a 1,095 » 1,006 a Settimo-ltivarolo . . a 563 » 472 a Milano-Saronno-Erba a 906 » 728 » Conegliano-Vittorio . a 1,209 » 665 » Sicula occidentale » 431 » — Media complessiva L. 1,773 L. 1,668 Si ebbe dunque nel novembre 1880 un aumento di lire 105 nella media chilometrica in confronto del 1879, mentre nel mese precedente si aveva una diminuzione L. 413.
Finalmente il prodotto chilometrico dal 1* gen-naio a tutto novembre 1880, confrontato con quello dell'eguale periodo del 4879, presenta le medie se-guenti :
1 8 8 0 1 8 7 9 Ferr dello Stato . . . L. 24,046 L. 22,853
a di diverse Società e- 24,046 22,853
sercitate dallo Stato » 16,961 » 15,908
a Romane . . . . » 16,337 » 15,311 a Meridionali . . . ». 15,345 » 14,145 a Venete . . . . » 7,477 » 6,852 a Sarde » 4,0. .3 » 4,319 a Torino-Lanzo . . » 14,021 » 13,440 a Torino-Rivoli . . » 12,353 » 12,355 a Settimo-Rivarolo . » 5,913 » 5,641 a Milano-Saronno-Erba » 10,826 » 8,815 a Conegliano-Vittorio » 8,854 » 9,286 » Sicula occidentale . » 4,571 » — Media complessiva L. 18,971 L. 18,092 Si ebbe dunque nella media chilometrica generale un aumento di L. 879 in confrouto del 1879, mentre era di sole L. 724 nel periodo a tutto' ot-tobre.
NUOVE PUBBLICAZIONI
1»
La Bonifica Gallare e la condizione economica della
Provincia di Ferrara. — Cenni pubblicati nella
Gaz-zetta Ferrarese \>e\ dicembre 1880; Carlo Bonn.—
Ferrara, stab. tip. Bresciani, 1880.
Il C o n g r e s s o i n t e r n a z i o n a l e d e l C o m m e r c i o e d e l l a I n
-dustria tenuto a Bruxelles dal 6 al 12 settembre 18-0.
Relazione del prof. ing. Guido Vimercati delegato della Camera di commercio ed arti e della Associa-zione commerciale di Firenze. — Firenze, coi tipi dell'Arte della Stampa, 1880.
') L'Economista rende conto con bibliografie, o per lo meno annuncia sotto questa rubrica, ogni pubblica-zione letteraria di cui gli venga inviato un esemplare dai signori editori.
Relazione Statistica sulle costruzioni e sull'esercizio
delle Strade Ferrate italiane per l'anno 1879 — Mi-nistero dei lavori pubblici — Direzione generale delle Strade Ferrate. — Roma, tipografia Eredi Botta, 1880. A n n a l i d e l l ' I n d u s t r i a e d e l C o m m e r c i o 1 8 8 0 — N. 26. —
Notizie e documenti sulle Scuole Superiori di Com-mercio di Venezia, Parigi ed Anversa — Ministero d'agricoltura, industria e commercio — Direzione dell' industria e del commercio. — Roma, tip. Eredi Botta, 1880.
Rapporto sul progetto di legge per l'abolizione del
corso forzoso. — Camera di Commercio ed A rti di
Yerona. — Verona, prem. stabilimento di G.
Fran-chini, 1881.
L ' Unif c a z i o n e d e i P r e s t i t i di N a p o l i . C o n f e r e n z a f a t t a all'Università di Napoli da Alberto Errerà profes-sore di economia politica e commerciale. — Napoli, R. Marghieri di Giuseppe, 1881.
A n n a l i d e l l ' I n d u s t r i a o d e l C o m m e r c i o 1 8 8 0 — N. 27 — Commissione centrale dei valori per le dogane. — Atti e relazione per l'anno 1879. - Ministero d'Agri-coltura, industria e commercio. — Direzione dell' in-dustria e del commercio. — Roma, tipografia Eredi Botta, 1881.
Relazione sul progetto di legge per l'abolizione del
corso forzoso — Camera di Commercio ed Arti di
Genova. — Genova, Tipografia e Litografia di Pietro
Pellas fu L., 1881.
Il Biglietto di Sta'o. Appunti e osservazioni a
propo-sito del disegno di legge sulla estinzione del corso forzato. — (Articoli estratti dal giornale II Diritto). S t a t i s t i q u e I n t e r n a t i o n a l e des B a n q u e s d ' É m i s s i o n . — France — Royaume d'Italie. Direction de la Statistique Generale. — Rome, Imprimerle Héritiers Botta, 1881. S t a t i s t i q u e I n t e r n a t i o n a l e d e s B a n q u e s d ' É m i s s i o n . —
Autriche-Hongrie, Belgique, Pays-Bas, Suède-Nor-vége, Espagne. — Rome, Imprimerle Héritiers Bot-ta, 1881.
R a s s e g n a del C o m m e r c i o e delle I n d u s t r i e . — P u b b l i -cazione Ebdomadaria, Anno I, n. 1. — Torino, Ti-pografia, G. Candeletti, 1881.
B o l l e t t i n o d e l l a C a m e r a di C o m m e r c i o ed A r t i e d e l C o m i z i o A g r a r i o d e l i a p r o v i n c i a di A r e z z o . A n n o I, Fase. I, si pubblica una volta al mese. — Arezzo.
Dal Campo alla Stalla. Periodico mensile illustrato
de-dicato alla propaganda agricola e zootecnica tra le popolazioni rurali italiane. — Guardistallo (Pisa).
Magliani e Ferrara. — L'Abolizione del corso forzoso,
Tullio Martello. — Venezia, Tipografia del
Com-mercio di Marco Visentini, 1881.
A n n a l i d e l l ' i n d u s t r i a e del C o m m e r c i o 1 8 8 0 . N. 28. — Esposizione internazionale di pesca di Berlino, 1880. I molluschi commestibili. Le applicazioni delle con-chiglie, le perle ed i coralli. — Relazione del pro-fessore A Issel.
— 2V. 29. — Esposizione internazionale di Pesca di
Berlino, 1880. — Sulla parte scientìfica riguardante gli animali vertebrati nella anzidetta esposizione. — Relazione del prof. Enrico Hillyer Giglioli, con ap-pendice. — Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. — Direzione dell'Industria e del Com-mercio. — Roma, Tipografia Eredi Botta, 1881.