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Dedicato a tutti quelli che odiano la poesia e a Taffo, che mi ha insegnato che la vita è breve.

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Academic year: 2021

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(1)

MONICA MONICI

BURLE

brevi esperimenti poetici

(2)

Dedicato a tutti quelli che odiano la poesia e a Taffo, che mi ha insegnato che la vita è breve.

Scritto a Milano, estate 2020;

pubblicato dicembre 2020.

Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

http://write.streetlib.com

(3)

RINGRAZIAMENTI

Grazie a Gae e buon compleanno.

(4)

PRESENTAZIONE

Il pre​sen​te te​sto na​sce da un espe​ri​men​to, da un'at​ti​vi​tà in qual​‐

che modo dissacratoria, in cui il testo poetico è considerato come un insieme di vocaboli e di suoni da maneggiare come fossero ma‐

te​ria, an​cor pri​ma che por​ta​to​ri di sen​so. Per la ne​ces​si​tà di ca​pi​re se il percorso fosse realmente praticabile e per verificare se il pro‐

cesso di costruzione di un testo poetico potesse essere effettivamen‐

te alla portata di tutti, si è ottenuto infine questo agglomerato di componimenti, realizzati attraverso la manipolazione di testi che sono di vol​ta in vol​ta in​di​ca​ti in cal​ce.

Il procedimento è molto semplice: basta ritagliare parole, frasi e anche interi versi da componimenti noti e poi ricomporli, riadat‐

tarli, dare loro nuovi significati. Lo scopo è il puro divertimento e il tentativo di rendere avvicinabile la poesia anche per gli studen‐

ti che pro​prio non la sop​por​ta​no.

Ho iniziato per scherzo, poi mi sono divertita e ho scritto in tutto ventiquattro brani. Ad un lettore esperto richiameranno sicura‐

men​te l'au​to​re e l'o​pe​ra, men​tre ad una let​tu​ra su​per​fi​cia​le po​treb​‐

bero sembrare vere poesie. L'intento non è, ovviamente, screditare l'o​pe​ra di au​to​re​vo​li poe​ti o ri​di​co​liz​zar​ne l'e​spres​sio​ne, ben​sì quel​‐

la di afferrare lo spirito dello scritto poetico, apprezzarne le sfu‐

mature, le pieghe, cogliere le differenze tra gli autori, tra le epo‐

che storiche. Plasmare la materia parola, renderla duttile e con

essa crea​re nuo​ve en​ti​tà, nuo​vi pen​sie​ri.

(5)

Per i dettagli sul PROGETTO POESIA e le modalità di realizza‐

zio​ne del​l'e​spe​ri​men​to vi​si​ta il sito www.​mon​icam​onic​i.​it.

(6)

LE GABRIELLE

omaggio a GABRIELE D'ANNUNZIO

(7)

ANSIA

Mia sete, sei più cara

che tut​te le ac​que dei ru​scel​li.

L'an​sia mia vana odo sol tra le pau​se,

men​tre sem​pre odo le can​ne ge​me​re d'om​bra in om​bra ro​che nel​la do​len​te sera.

In sue len​te pa​ro​le il cor si spa​zia tra quel​le mura

ove dal​la bar​ba​rie fu se​pol​ta al​l'e​co del​l'in​cli​te ca​ver​ne.

So​por mi col​se pres​so la fon​ta​na e il rame s'u​dia come cam​pa​na.

Sola una nota,

di​vi​na nu​di​tà del​le cose, sot​to il pon​te sel​vag​gia

con​tro il tor​ren​te fol​le di ra​pi​na.

Le nu​vo​le soa​vi son come pre​de:

ama​to e aman​te, pa​vi​do è fat​to

al rom​bo del suo stes​so san​gue.

La vita frut​tuo​sa s’ag​gua​glia alle sor​te ma​gni​fi​che dei re​gni:

mi​su​rar nel cuo​re

(8)

me​di​ta​bon​do la du​ra​bil for​za.

Chia​ro leg​ge​ro è l'ar​bo​re nel​l'a​ria come la luce ovun​que toc​ca l'om​bra.

Gio​ven​tù, giu​sti​zia in​cor​rut​ti​bi​le,

la no​stra ani​ma nuda come su let​to d'er​be fe​ce​si oc​chio che vede e che sor​ri​de.

Imi​te​rai le fo​glie

e l'ac​que an​che una vol​ta e i si​len​zii del dì con le tue note.

Ar​mo​nie.

D'om​bra in om​bra l'an​sia il cor mi pun​ge.

li​be​ra​men​te trat​to da G. D'An​nun​zio - LA SERA FIE​SO​LA​NA - BEA​TI​TU​DI​NE - FU​RIT AE​STUS - IL FAN​CIUL​LO - LA PIOG​GIA NEL PI​NE​TO - L’AE​DO SEN​ZA LIRA - L'U​LI​VO

(9)

FIGLIO

Fi​glio del​la Ci​ca​la e del​l'O​li​vo, tu co​glie​sti la can​na pel tuo flau​to, pel tuo su​fo​lo dop​pio a set​te fóri;

tu dan​za​vi le tue me​lo​die, nudo nel di​vin mar​mo

come nel​l'a​ria, con​du​cen​do i cori.

Tut​to igno​ri e di​scer​ni

tut​te le ve​ri​tà che l'om​bra ascon​de.

O fio​re in​nu​me​re​vo​le,

l'im​men​sa ple​ni​tu​di​ne vi​ven​te tre​ma nel lie​ve suo​no

ver​san​do

una la luce ed una l'om​bra come il mare e le foci.

Chi​no con so​prac​ci​gli cor​ru​ga​ti eleg​ge​re sa​pe​sti il re splen​den​te e ri​de​re d'un bel sel​vag​gio riso.

Con​ver​se le can​ne sono in chia​ri ve​tri onde len​ti i suo​ni stil​la​no

come goc​ce da cles​si​dre.

Ta​ci​ti, sen​za spi​re,

eret​ti i ser​pi be​vo​no l'in​can​to.

Par che da' pie​di tuoi sia nata ra​di​ce:

Na​tu​ra ed Arte sono un dio bi​fron​te

che con​du​ce il tuo pas​so ar​mo​nio​so

(10)

per tut​ti i cam​pi del​la Ter​ra pura.

Tu non di​stin​gui l'un dal​l'al​tro vol​to ma pul​sa​re odi il cuor che si na​scon​de uni​co nel​la du​pli​ce fi​gu​ra.

Ogni voce in tuo suo​no si ri​tro​va e in ogni voce sei,

fio​re del​la di​vi​na arte in​no​cen​te, fat​to di se​gre​to e di fre​schez​za.

Fi​glio del​la Ci​ca​la e del​l'O​li​vo, col tuo su​fo​let​to

in​can​ti la lu​cer​to​la ver​do​gno​la che so​pra la sel​ce pal​pi​ta se​guen​do il dol​ce suo​no che tu mo​du​li

se​con​do i suoi co​lo​ri.

Tu mo​du​li se​con​do l'au​ra e l'om​bra e l'ac​qua e il ra​mo​scel​lo

se​con​do il bian​co vol del​la co​lom​ba, la nu​vo​la che var​ca il col​le

qual pen​sier che vol​to muti.

Ma nel fior del​la tua car​ne, ove la pie​tra è fi​glia del​la luce e so​stan​za del​l'ae​re è il pen​sie​re, e' vana la mia voce,

me​lo​dio​sa​men​te s'al​lon​ta​na.

li​be​ra​men​te trat​to da G. D'An​nun​zio - LA SERA FIE​SO​LA​NA - BEA​TI​TU​DI​NE - FU​RIT AE​STUS - IL FAN​CIUL​LO - LA PIOG​GIA NEL PI​NE​TO - L’AE​DO SEN​ZA LIRA

(11)

PIOGGIA

Taci.

Odo goc​cio​le lon​ta​ne.

Ascol​ta.

Pio​ve sui vol​ti, pio​ve sul​le mani, sui fre​schi pen​sie​ri.

Odi? La piog​gia cade con un cre​pitío che va​ria nel​l'a​ria.

Ascol​ta.

Ri​spon​de al pian​to il can​to . Ascol​ta, ascol​ta.

L'ac​cor​do a poco a poco più sor​do sot​to il pian​to che cre​sce.

Ascol​ta.

La fi​glia del​l'a​ria è muta;

pio​ve su le tue ci​glia sì che par tu pian​ga.

Co​lor di per​la

col la​cri​mar de​gli oc​chi

co​lor di per​la

(12)

per ovun​que spa​zia e il ciel tan​to è vi​ci​no

che la ter​ra sciol​ta s'è nel​l'in​fi​ni​to.

Fre​sche le mie pa​ro​le

come il fru​scìo che fan le fo​glie e par che in​nan​zi a sé di​sten​da un velo, ove il no​stro so​gno si gia​ce,

la spe​ra​ta pace, sen​za ve​der​la.

Il tuo viso di per​la i tuoi gran​di umi​di oc​chi ove si tace l’ac​qua del cie​lo!

Le mie pa​ro​le come la piog​gia te​pi​da e fug​gi​ti​va,

com​mia​to la​cri​mo​so del​la pri​ma​ve​ra, il fiu​me, le cui fon​ti

par​la​no nel mi​ste​ro sa​cro dei mon​ti.

Un fal​co stri​de nel co​lor di per​la:

il cie​lo si squar​cia.

La for​za an​no​da le ra​di​ci, la luce co​pre abis​si di si​len​zio.

Ti vidi nel mio so​gno:

l'ac​qua sor​gi​va fra i tuoi neri ci​gli.

La tua pa​ro​la su me pio​ve can​di​da come il fior del melo.

Taci!

Ven​to spi​ra odor di miel dal​l’om​bra, par​la di bat​ta​glia.

Tu taci e ascol​ti.

Abi​ta nel​la mia sel​vag​gia pace

(13)

la feb​bre come den​tro le pa​lu​di.

E tut​ta la vita è in noi tra le pàl​pe​bre e gli oc​chi.

li​be​ra​men​te trat​to da G. D'An​nun​zio - LA SERA FIE​SO​LA​NA - BEA​TI​TU​DI​NE - FU​RIT AE​STUS - IL FAN​CIUL​LO - LA PIOG​GIA NEL PI​NE​TO - L’AE​DO SEN​ZA LIRA

(14)

VOCE DEL MARE

Co​no​sci il so​gno del​la si​len​te crea​tu​ra?

In lei non è pau​ra:

se in​ter​ro​ghi la ter​ra, il ciel ri​spon​de.

Ogni gol​fo è una ce​tra:

l'om​bra si span​de, il mon​te vio​let​to mor​mo​ra e odo​ra come un al​vea​re.

Sol ca​lan​do, la pla​ga d'oc​ci​den​te s'in​fiam​ma e d'im​prov​vi​so tut​ta la sel​va è fat​ta un va​sto rogo.

Le nu​vo​le di foco scin​don le ra​di​ci er​ra​bon​de.

Schiet​ta pie​tra, pen​den​te nel​l'az​zur​ro, di co​lor d'ac​qua pio​va​na

che riga la pal​li​da con​tra​da

ove i cam​pi il ci​pres​so han per con​fi​ne, or tut​ta​via nel​la sua for​ma sen​te la vita del​le bel​le ac​que on​deg​gia​re.

Se​dia​mo in su le pro​de.

Nel gran fuo​co del ve​spro ti dirò per qual se​gre​to

le col​li​ne su i lim​pi​di oriz​zon​ti

s’in​cùr​vi​no come lab​bra che un di​vie​to

chiu​da, sì che ogni sera

(15)

l’a​ni​ma le pos​sa ama​re d’a​mor più for​te.

Si di​le​gua ne' fiam​mei oriz​zon​ti, for​se è fra​tel de​gli astri,

il flut​to de​gli odo​ri.

L'au​ra move la tu​ni​ca fluen​te come schiu​me su la ma​ri​na cui l'u​li​vo ar​ri​de

sen​za ve​der​la.

Na​vi​gan​do nel​l'al​ta not​te il​lu​ne, noi ve​dre​mo ri​lu​ce​re la riva del diur​no ful​gor ch'el​la ri​tie​ne, spo​glia d'a​vo​rio e d'o​ro.

O spo​so del​la Ter​ra ve​ne​ran​do, par qua​si che tu sol le cose muo​va, nel tuo son​no hai va​li​ca​to l'ac​que e un nume inef​fa​bi​le ri​splen​de nel suo pal​lo​re.

li​be​ra​men​te trat​to da G. D'An​nun​zio - LA SERA FIE​SO​LA​NA - BEA​TI​TU​DI​NE - FU​RIT AE​STUS - IL FAN​CIUL​LO - LA PIOG​GIA NEL PI​NE​TO - L’AE​DO SEN​ZA LIRA - L'U​LI​VO

(16)

LE BARBARE

omaggio a GIOSUE' ALESSANDRO GIUSEPPE

CARDUCCI

(17)

TRAMONTO

Cor​ro​no le nubi.

Il ven​to dal pian tri​sto move umi​do

que​ste mi​nac​ce di mura al cie​lo e al tem​po.

Va​por d’am​bro​sia

giun​ge come il ba​cio d’un dio:

ba​cio di luce che inon​da la ter​ra,

men​tre gri​gio urla il gab​bia​no sul vio​la​ceo mare.

Tra can​di​de e nere cu​spi​di ra​pi​de sa​lien​ti, baci col ro​seo fia​to le nubi, tut​ta av​vol​ta di fa​vil​le d’o​ro

baci dei mar​mo​rei tem​pli le fósche cime.

Il pia​no so​mi​glia al mare su​per​bo di fre​mi​ti e d’on​de:

le stra​de lun​ghe tra il ver​de pol​ve​ro​so e i piop​pi, var​ca​no i pon​ti snel​li con fu​ghe d’ar​chi il fiu​me.

In​chi​na​ron​si i cie​li, un dol​ce chia​ro​re ver​mi​glio adom​bra la sel​va e il col​le,

le vil​le e il ver​de pia​no d’ar​gen​tei fiu​mi ri​ga​to, la ter​ra

tut​ta ri​sor​ri​den​te nel ro​seo lume.

E tut​to è fiam​ma e az​zur​ro.

Di te si ral​le​gra​no i fiu​mi

(18)

tre​mu​li luc​ci​can​do tra il mor​mo​rar dei piop​pi:

ri​do​no le stel​le, fio​ri eter​ni del cie​lo nei mi​ste​ri del​la sera.

Li​be​ra​men​te trat​to da CAR​DUC​CI - ODI BAR​BA​RE : IDEA​LE – AL​L’AU​RO​RA - DI​NAN​ZI ALLE TER​ME DI CA​RA​‐

CAL​LA - FUO​RI ALLA CER​TO​SA DI BO​LO​GNA

(19)

SERA

Un eser​ci​to di gi​gan​ti

che guer​ra me​di​ti con l’in​vi​si​bi​le:

Con​ti​nui, den​si, neri, come flut​tuan​do le​van​si enor​mi so​spi​ri e stre​pi​ti.

Da​van​ti, lar​ga, ni​ti​da, can​di​da splen​de la luna: del suo pal​pi​to lu​ci​do tin​ge il cie​lo in​cli​ta ve​do​va do​lo​ro​sa su​per​ba di lumi e can​ti​ci nel mar mo​ren​ti.

Pas​sa e non guar​da.

Nel​la di​scor​dia de​gli uo​mi​ni fra i bar​ba​ri​ci tu​mul​ti sal​go​no gli ane​li​ti di so​lin​ghe ani​me.

Sal​go​no con mor​mo​rii mol​li, fre​mi​ti lie​ti sal​go​no in un volo di tor​to​re, con l’u​lu​lo di tur​be mi​se​re che al cie​lo le brac​cia ten​do​no.

Drap​pel​li oscu​ri, nel​l’om​bra, i mil​le vin​di​ci del de​sti​no, come pi​ra​ti.

Bo​schi di lau​ro

fron​deg​gia​no die​tro spi​ran​do

(20)

ef​flu​vi e mur​mu​ri ne la sera.

Li​be​ra​men​te trat​to da CAR​DUC​CI - ODI BAR​BA​RE: IN UNA CHIE​SA GO​TI​CA - SCO​GLIO DI QUAR​TO - DI​NAN​ZI ALLE TER​ME DI CA​RA​CAL​LA - SCO​GLIO DI QUAR​TO

(21)

LE GIOVANNE

omaggio a GIOVANNI PASCOLI

(22)

NOTTE

E la piog​gia ca​dea, va​sto fra​go​re,

sfer​zan​do i muri e scop​piet​tan​do ai ve​tri.

E cie​lo e ter​ra si mo​strò qual era:

come un oc​chio, che, lar​go, ester​re​fat​to, s’a​prì si chiu​se, nel​la not​te nera.

Nel​la not​te nera come il nul​la, il tuo​no rim​bom​bò di schian​to:

rim​bal​zò, ro​to​lò cupo,

e tac​que, ri​ma​reg​giò rin​fran​to.

La ter​ra an​san​te, li​vi​da, in sus​sul​to;

il cie​lo in​gom​bro, tra​gi​co, di​sfat​to.

Stan​co tor​na​vo, come da un viag​gio;

da un ermo san​tua​rio che sa di mor​to in​cen​so.

Not​te nera, pie​na di do​lo​re!

Pian​ti e sin​gul​ti e risa paz​ze e te​tri urli por​ta​va dai de​ser​ti il ven​to tra un si​len​zio im​men​so.

li​be​ra​men​te trat​to da: PA​SCO​LI - IL LAM​PO - IL TUONO - LA GAT​TA – SO​GNO - IL PAS​SE​RO SO​LI​TA​RIO

(23)

VENTO

E s’a​pro​no i fio​ri not​tur​ni, le far​fal​le cre​pu​sco​la​ri.

Dai ca​li​ci aper​ti si esa​la l’o​do​re di fra​go​le ros​se.

Per tut​ta la not​te s’e​sa​la l’o​do​re che pas​sa col ven​to come om​bra di mo​sca, ma om​bra in​fi​ni​ta, di nu​vo​la fo​sca che tut​to fa sera.

Sen​ti​vo una gran gio​ia, una gran pena;

una dol​cez​za ed un’an​go​scia muta.

Nero di pece,

strac​ci di nubi chia​re, tra il nero

un’a​la di gab​bia​no.

Tre​men​do e ve​lo​ce come un ura​ga​no che sen​za una voce di​le​gua via vano:

nere tra​me e vuo​to il cie​lo.

Si​len​zio, in​tor​no:

solo, alle ven​ta​te,

di fo​glie un ca​der fra​gi​le.

(24)

li​be​ra​men​te trat​to da: PA​SCO​LI - IL GEL​SO​MI​NO NOT​TUR​NO - IL BRI​VI​DO – TEM​PO​RA​LE - NO​VEM​BRE– SO​‐

GNO

(25)

LE CARLINE

omaggio a CHARLES PIERRE BOUDELAIRE

(26)

RICORDO

La mia ani​ma è una tom​ba.

Al di so​pra de​gli sta​gni, al di so​pra del​le val​li,

al di là dei con​fi​ni del​le sfe​re stel​la​te.

Alle spal​le le noie e i mol​ti di​spia​ce​ri che gra​va​no sul​la gri​gia esi​sten​za, via da que​sti mia​smi pu​tri​di, que​sto cam​po di ba​rac​che vedo,

que​sto cu​mu​lo di ca​pi​tel​li e co​lon​ne smoz​zi​ca​ti, le erbe, i gran​di bloc​chi in​ver​di​ti dal​l'ac​qua del​le poz​ze, che ri​flet​to​no il bril​lio del​le cian​fru​sa​glie.

Ver​so il cie​lo iro​ni​co e cru​del​men​te blu, nel​la mia ma​lin​co​nia,

i rim​pian​ti sono più pe​san​ti del​le roc​ce.

Come gli esi​lia​ti, ri​di​co​lo e su​bli​me, cor​ro​so da un de​si​de​rio sen​za tre​gua, nel​la fo​re​sta dove il mio spir​to s’e​si​lia un vec​chio ri​cor​do suo​na a per​di​fia​to .

li​be​ra​men​te trat​to da BOU​DE​LAI​RE - IL CAT​TI​VO MO​NA​CO- ELE​VA​ZIO​NE -IL CI​GNO

(27)

VITA

E' la gio​vi​nez​za una cupa tor​men​ta per​cor​sa da squar​ci e bril​lii di luce;

i co​lo​ri del tra​mon​to ri​fles​si ne​gli oc​chi.

È là che ho vis​su​to,

tra az​zur​ro, onde, splen​do​ri il tem​po man​gia la vita:

come un’ iro​nia, una tri​stez​za stra​na,

il mare che s’in​fran​ge sul​la nera roc​cia nuda.

Son giun​to al​l’au​tun​no del​le idee, ove l’ac​qua sca​va bu​che come tom​be.

Un sem​pli​ce do​lo​re sen​za mi​ste​ro, dol​ce come un se​gre​to

nel​le pro​fon​de so​li​tu​di​ni.

È un se​gre​to a tut​ti noto:

più an​co​ra del​la vita,

so​ven​te la mor​te ci lega con le​ga​mi sot​ti​li.

li​be​ra​men​te trat​to da BOU​DE​LAI​RE - IL NE​MI​CO - SEM​PER EA​DEM - A CO​LEI CHE È TROP​PO GAIA - LA VITA AN​TE​RIO​RE - LA SCA​LO​GNA

(28)

OCCHI

Vie​ni dal ciel pro​fon​do o l’a​bis​so t’e​spri​me.

Dal tuo sguar​do in​fer​na​le e di​vi​no

pio​vo​no sen​za scel​ta il be​ne​fi​cio e il cri​mi​ne.

Hai den​tro gli oc​chi l’al​ba e il tra​mon​to, esa​li pro​fu​mi come un nem​bo re​pen​ti​no.

Sor​gi dal nero ba​ra​tro o di​scen​di da​gli astri.

Al pari del​la vol​ta not​tur​na, cam​mi​ni sui mor​ti che de​ri​di.

Vie​ni dal​l’in​fer​no o dal cie​lo, mo​stro can​di​do e fo​sco, fata da​gli oc​chi di vel​lu​to, luce, pro​fu​mo, mu​si​ca, or​na​men​to del​le mie not​ti, fie​ra im​pla​ca​bi​le e cru​da dal​le az​zur​ri​tà in​fi​ni​te.

La​scia​mi

af​fon​da​re nei tuoi oc​chi come un so​gno

e son​nec​chia​re a lun​go al​l’om​bra del​le tue ci​glia.

li​be​ra​men​te trat​to da BOU​DE​LAI​RE - INNO ALLA BEL​LEZ​ZA - TI ADO​RO - SEM​PER EA​DEM

(29)

IL POETA

As​so​mi​glia al prin​ci​pe del​le nu​vo​le il poe​ta, ma le sue ali di gi​gan​te

gli im​pe​di​sco​no di cam​mi​na​re.

Im​mer​ge ner​vo​so l’a​li nel​la pol​ve​re, il cie​lo pesa gre​ve

sul​l’a​ni​ma ge​men​te, strin​gen​do l’o​riz​zon​te.

Quan​do la piog​gia sten​de le sue im​men​se stri​sce di​scre​to e te​ne​bro​so

nel su​da​rio del​le nu​vo​le

la​scia il suo cuo​re ine​briar​si per una men​zo​gna e il sole la​ce​rar​gli il pet​to.

Il mare è il suo spec​chio;

nel​l’in​fi​ni​to svol​ger​si del​l’on​da un abis​so è il suo spi​ri​to.

Gode nel tuf​far​si

in seno alla sua im​ma​gi​ne:

il cuo​re

si di​strae dal suo suo​no al suon di que​sto sel​vag​gio ed in​do​ma​bi​le la​men​to.

li​be​ra​men​te trat​to da BOU​DE​LAI​RE – L'AL​BA​TRO - IL CI​GNO- AL​CHI​MIA DEL DO​LO​RE – SPLEEN - L’UO​MO E IL MARE - SEM​PER EA​DEM - A CO​LEI CHE È TROP​PO GAIA

(30)

VELENO

Ti col​pi​rò, sen​za odio e sen​za col​le​ra.

Per​ché pos​sa al fine dis​se​ta​re il mio de​ser​to, le ac​que del do​lo​re farò zam​pil​la​re dal​la tua pal​pe​bra.

Ri​gon​fio di spe​ran​za il de​si​de​rio an​drà sul​le tue la​cri​me sa​la​te

nel cuo​re ine​bria​to dei tuoi sin​ghioz​zi, un tam​bu​ro che bat​te la sua ca​ri​ca.

Tut​to il mio san​gue è que​sto nero ve​le​no; ed io non sono che lo spec​chio in cui si guar​da la stre​ga.

Col​tel​lo e pia​ga, schiaf​fo e guan​cia, sono il vam​pi​ro del mio cuo​re, un gran​de in​fe​li​ce, di quel​li che non pos​so​no più sor​ri​de​re.

li​be​ra​men​te trat​to da BOU​DE​LAI​RE – L’Heau​ton​ti​mo​ru​me​nos

(31)

LE ARCIMBOLDE

omaggio a GIUSEPPE PARINI

(32)

SUICIDIO

E fol​le rito al nudo il ta​glio atro​ce e cru​do.

Nel​la fem​mi​nea gola l’ae​re se ne vola or acu​to ora gra​ve;

già nel pol​mon ca​pa​ce urta se stes​so e scen​de che gli egri spir​ti ac​cen​de.

Me non nato a per​co​te​re le dure il​lu​stri por​te nudo ac​cor​rà, ma li​be​ro il re​gno del​la mor​te.

li​be​ra​men​te trat​to da PA​RI​NI – ODI - LA MU​SI​CA- LA SA​LU​BRI​TA' DEL​L'A​RIA- LA VITA RU​STI​CA

(33)

AMORE

Sol fra noi re​gni il con​ten​to vada in ban​do ogni tor​men​to co​ro​nia​mo il crin di rose:

oggi del suo de​sio

Amo​re in​fiam​ma il mon​do.

E la splen​di​da tur​ba e il vano fa​sto lie​to de​ri​de.

Amo​re l'oc​cu​pa ra​pi​to, aman​te ama​to, e cede ogni già caro stu​dio al​l’o​blìo.

Co​ro​nia​mo il crin di rose:

vada in ban​do ogni tor​men​to sol fra noi re​gni il con​ten​to.

li​be​ra​men​te trat​to da PA​RI​NI – ODI – IL PIA​CE​RE E LA VIR​TU'- LA PRI​MA​VE​RA- ALLA MUSA

(34)

TEMPESTA

Odi il mug​gi​to del​la cru​del tem​pe​sta.

Mi​se​ri le​gni,

che cu​pi​di​gia e am​bizïon so​spin​se, il tuo​no e il ven​to e l’on​da

ter​ri​bil​men​te agi​ta e bat​te.

Ser​pen​do in​cendïoso il ful​min fi​schia:

al​tro fe​ro​ce as​sal​to di pur​pu​rei lu​cen​ti se​gni in​gom​bran​do l’on​de al​let​ta​tri​ci.

La sdru​ci​ta bar​chet​ta nel fu​ror de la tem​pe​sta,

fra il dan​no stra​sci​nan​do e la pau​ra:

e per novo pe​ri​glio di tem​pe​ste, al​l’ar​bi​trio per​fi​do del suo po​ter.

Ogni gior​no ulu​lar de’ pian​ti tuoi non ti ram​men​ti

men​te lam​pi scop​pia​no.

li​be​ra​men​te trat​to da PA​RI​NI – ODI – LA TEM​PE​STA – LA CA​DU​TA – IL PE​RI​CO​LO

(35)

L'ERRANTE VIOLENTO

Or​ri​bi​le di mali spet​ta​co​lo de​for​me il pu​do​re in​sul​ti de la nuda uma​ni​ta​te.

Per ne​glet​ta via i duri mor​ta​li vol​ta​no il ter​go con​tro ai mali.

Nè ti ab​bas​si per duo​lo, nè t’al​zi per or​go​glio, ognor l’u​til cer​can​do uma​no sei, non giu​sto.

Tra il fan​go

sol fe​li​ce sei quan​do l’u​ti​le unir puoi al van​to di lu​sin​ghe​vol can​to.

Pri​vo di ri​mor​si, col du​bi​tan​te piè, con san​gui​no​se mani e stri​dor di ca​te​ne, seco un bic​chie​re an​co​ra be​ve​re e poi mo​rir.

li​be​ra​men​te trat​to da PA​RI​NI – ODI – LA SA​LU​BRI​TA' DEL​L'A​RIA - IL BI​SO​GNO - IL BRIN​DI​SI - LA IM​PO​STU​RA – LA CA​DU​TA

(36)

AMANTE

In vano in van la chio​ma a mo​bil seno a nudo tu come il sole giri e scal​di l’u​ni​ver​so.

No​vel​lo ec​ci​tar cal​do in​si​dio​so nel tur​ba​to sta​gno.

E piog​gia e nevi e gelo

so​pra la ter​ra ot​te​ne​bra​ta ver​sa, chi sola de gli aman​ti

po​tea tor​nar​mi ai ge​mi​ti e al duro so​spi​rar.

Gode as​sa​lir nel por​to e me nudo nuda ac​co​glie.

li​be​ra​men​te trat​to da PA​RI​NI – ODI – IL PE​RI​CO​LO- LA IM​PO​STU​RA – LA CA​DU​TA

(37)

INGRATA VERITA'

Vo​la​no i gior​ni ra​pi​di del caro vi​ver mio:

e giun​ta in sul pen​dìo pre​ci​pi​ta l’e​tà.

Amor con l’e​tà fer​vi​da con​vien che si di​le​gue;

ma l’a​mi​stà ne se​gue fino a l’e​stre​mo dì.

Ecco di neve in​so​li​ta bian​co l’i​spi​do ver​no par che, seb​ben de​cre​pi​to, vo​glia ser​bar​si eter​no.

Que​ste che an​cor ne avan​za​no ore fu​ga​ci e me​ste,

bel​le ci ren​da e ama​bi​li la li​ber​ta​de agre​ste.

Inni dal pet​to sup​pli​ce al​ze​rò spes​so ai cie​li, sì che lon​tan si vol​ga​no i tur​bi​ni cru​de​li;

tale a me pur con​ce​da​si chiu​der cam​pi bea​ti nel vo​stro almo ri​co​ve​ro i gior​ni for​tu​na​ti.

Ah quel​la è vera fama

(38)

d’uom che la​sciar può quì lun​ga an​cor di sè bra​ma dopo l’ul​ti​mo dì!

li​be​ra​men​te trat​to da PA​RI​NI – ODI – IL BRIN​DI​SI- A SIL​VIA- LA VITA RU​STI​CA

(39)

DEL FOLLE MORTAL TALE E' LA SORTE

Tu il vul​go di​spre​gia. Erra chi dice che na​tu​ra po​nes​se al​l’uom con​fi​ne.

Tut​ti la fu​ria in​do​mi​ta vo​ra​ce tut​ti una vol​ta as​sa​le ai più verd’an​ni:

e lo astri​gne ad usar ne la ten​zo​ne l’ar​mi, che ot​tu​se tra le man gli pone.

De’ la​ce​ra​ti tro​ni gli avan​zi san​gui​no​si, e i frut​ti ve​le​no​si

strin​ser gio​ien​do; e da lo stes​so fon​te de la vita suc​chiar spa​si​mi ed onte.

Tal del fol​le mor​tal tale è la sor​te:

con​tra ra​gio​ne or di na​tu​ra abu​sa;

or di ra​gion mal usa

con​tra na​tu​ra che i suoi don gli por​ge.

li​be​ra​men​te trat​to da PA​RI​NI – ODI – L'IN​NE​STO DEL VA​IUO​LO

(40)

DELLE DONNE DA EVITARE

La​scia, mia dol​ce in​ge​nua, la​scia co​tan​to or​ro​re al​l’al​tre bel​le, stu​pi​de e di men​te e di core.

Am​bì​to poi spet​ta​co​lo ai loro im​mo​ti ci​gli fur nel​le or​ren​de fa​vo​le i tru​ci​da​ti fi​gli,

crean​do a sè de​li​zia e de le mem​bra spar​te, e de​gli estre​mi ane​li​ti, e del mo​rir con arte.

Il gla​dia​tor, ter​ri​bi​le nel guar​do e nel sem​bian​te, spes​so fra i chiu​si ta​la​mi fu ri​cer​ca​to aman​te.

Così, poi che da​gli ani​mi ogni pu​dor di​sciol​se, vi​gor dal​la li​bi​di​ne la cru​del​tà rac​col​se.

Indi ai ve​le​ni ta​ci​ti si pre​pa​rò la mano:

indi le ma​dri ar​di​ro​no di con​ce​pi​re in​va​no.

Mira di​pin​ti in viso

(41)

di mor​ta​li pal​lo​ri en​tro al mal nato riso i lan​guen​ti cul​to​ri;

vol​gan le spal​le can​di​de vol​ga​no a me le bel​le:

ogni pia​cer con elle non se ne par​te al​fin.

li​be​ra​men​te trat​to da PA​RI​NI – ODI – A SIL​VIA - LA SA​LU​BRI​TA' DEL​L'A​RIA – IL BRIN​DI​SI

(42)

MUSA NON AMA

Dura ava​ri​zia, nel re​mo​to flut​to, nè quei, cui l’al​ma am​bizïosa rode e la mol​to te​mu​ta fro​de

tor​bi​do so​gna.

Nè gio​va​ne, che pari a tau​ro ir​rom​pa nè don​na, che d’a​man​ti osi gran pom​pa spie​gar pro​ca​ce.

li​be​ra​men​te trat​to da PA​RI​NI – ODI –ALLA MUSA

(43)

VECCHIAIA

Amo​ro​so ve​len, tal che in tri​sti ca​te​ne di gio​va​ni​li pene io ca​nu​to spet​ta​co​lo mo​stra​to non sarò.

Ben​sì, nu​dren​do il mio pen​sier di care im​ma​gi​ni, con soa​ve de​sìo

fre​quen​te vo​le​rò.

li​be​ra​men​te trat​to da PA​RI​NI – ODI – IL PE​RI​CO​LO

(44)

METASTASIO MIX

omaggio a PIETRO ANTONIO DOMENICO

BONAVENTURA TRAPASSI

(45)

DIALOGO TRA DUE AMANTI

LUI -Sde​gno non è, non è ti​mor che move e mi tra​spor​ta al​tro​ve.

So che m'a​ma; pur trop​po il so.

E son sì sven​tu​ra​to,

che sem​bra col​pa mia quel​la del fato.

LEI -Soa​ve cura vedi come de' su​do​ri miei

l'or​na​men​to più gran​de sei.

LUI - Se bra​mi il tuo ri​po​so, a me più non pen​sar .

LEI - Che a te non pen​si Io, che per te sol vivo.

LUI - Dol​ce me​mo​ria al mio pen​sier sa​rai.

Né par​ti​rei giam​mai,

se per vo​ler de' numi io non do​ves​si.

LEI - Ve​ra​men​te non han​no al​tra cura gli dèi che il tuo de​sti​no.

LUI - L'om​bra del ge​ni​tor,

la pa​tria, il cie​lo,

(46)

la pro​mes​sa, il do​ver, l'o​nor, la fama oggi mi chia​ma.

LEI - E così fin ad ora,

per​fi​do mi ce​la​sti il tuo di​se​gno Men​da​ce il lab​bro fe​del​tà mi giu​ra​va e in​tan​to il cor pen​sa​va

come lun​ge da me vol​ge​re il pie​de.

A chi mi​se​ra me darò più fede?

LUI - Fu pie​tà. Il dir​lo è cru​del​tà ma sa​reb​be il ta​cer​lo un tra​di​men​to.

Io re​ste​rò, se vuoi

che si ren​da sper​giu​ro un in​fe​li​ce.

LEI - No, sa​rei de​bi​tri​ce Va', se​gui il tuo fato, ma sen​ti:

farà quel​l'on​de istes​se

del​le ven​det​te mie mi​ni​stre il cie​lo.

LUI - Que​st'a​ma​ra fa​vel​la mal con​vie​ne al tuo cor . Spen​ta è la face,

è sciol​ta la ca​te​na

e del tuo nome or mi ram​men​to ap​pe​na.

LEI - T'a​ves​si pur ve​du​to

d'u​na la​gri​ma sola umi​do il ci​glio.

Uno sguar​do, un so​spi​ro,

(47)

un se​gno di pie​ta​de in te non tro​vo.

Per tan​ti ol​trag​gi ho da pre​miar​ti an​co​ra?

LUI - Se mi ve​des​si il core...

Se re​sto sul lido, se sciol​go le vele in​fi​do, cru​de​le mi sen​to chia​mar.

E in​tan​to, con​fu​so nel dub​bio fu​ne​sto, non par​to e non re​sto.

Se t'ac​cen​de il mio vol​to,

nar​ri al​men le tue pene ed io le ascol​to.

L'in​cen​dio na​sco​so

ta​cer non pos​so e pa​le​sar non oso.

LEI - Mi vo​le​sti in​fe​li​ce, ec​co​mi sola, al​fin di​sce​sa alla vil​tà del pian​to.

Vuoi di più? Via cru​del pas​sa​mi il core, è ri​me​dio la mor​te al mio do​lo​re.

LUI - Idol mio, che pur sei, che gio​va rin​no​var co' so​spi​ri il tuo do​lo​re?

Se per me nel core qual​che te​ne​ro af​fet​to ave​sti mai pla​ca il tuo sde​gno e ras​se​re​na i rai.

LEI - Vedi nel mio per​do​no per​fi​do tra​di​tor quel ge​ne​ro​so cor che tu non hai.

LUI - Fra il do​ve​re e l'af​fet​to

an​cor dub​bio​so in seno on​deg​gia il core.

(48)

LEI - Già che vuoi, te 'l dirò. Non t'a​mo, mai non pia​ce​sti agli oc​chi miei, odio​so mi sei.

LUI - Stol​ta! Per chi so​spi​ro? La scel​ta no​stro ar​bi​trio non è. Non è bel​lez​za,

non è sen​no o va​lo​re, che in noi ri​sve​gli amo​re.

LEI - Ogni ama​tor sup​po​ne che del​la sua fe​ri​ta

sia la bel​tà ca​gio​ne, ma la bel​tà non è.

È un bel de​sio, che na​sce al​lor che men s'a​spet​ta;

si sen​te che di​let​ta, ma non si sa per​ché .

LUI - Non più aman​te qual fui, guer​rie​ro io sono.

A trion​far mi chia​ma un bel de​sio d'o​no​re e già so​pra il mio core

co​min​cio a trion​far.

Con ge​ne​ro​sa bra​ma, fra i ri​schi e le rui​ne di nuo​vi al​lo​ri il cri​ne io volo a cir​con​dar.

LEI - Ho per​sa ogni spe​ran​za, non co​no​sco ti​mor. Ne' pet​ti uma​ni il ti​mo​re e la spe​me

na​sco​no in com​pa​gnia, muo​io​no in​sie​me.

(49)

LUI - E del​l'i​be​re stel​le al fau​sto ba​le​nar tut​ti i re​gni del mar tor​ni​no in cal​ma.

li​be​ra​men​te trat​to da ME​TA​STA​SIO - DI​DO​NE AB​BAN​DO​NA​TA

(50)

INDICE

PRESENTAZIONE 1

LE GABRIELLE

3

ANSIA 4

FIGLIO 6

PIOGGIA 8

VOCE DEL MARE 11

LE BARBARE

13

TRAMONTO 14

SERA 16

LE GIOVANNE

18

NOTTE 19

VENTO 20

LE CARLINE

22

RICORDO 23

VITA 24

(51)

24

OCCHI 25

IL POETA 26

VELENO 27

LE ARCIMBOLDE

28

SUICIDIO 29

AMORE 30

TEMPESTA 31

L'ERRANTE VIOLENTO 32

AMANTE 33

INGRATA VERITA' 34

DEL FOLLE MORTAL TALE E' LA

SORTE 36

DELLE DONNE DA EVITARE 37

MUSA NON AMA 39

VECCHIAIA 40

METASTASIO MIX

41

DIALOGO TRA DUE AMANTI 42

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