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INCONCRETO n.152

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#Editoriale

ERMCO 2018: il calcestruzzo europeo

si da appuntamento ad Oslo il 7 e 8 di Giugno

Redazione inCONCRETO

“Un apporto concreto a un mondo in evoluzione”: è questo il motto del 20° Congres-so di ERMCO, l’AsCongres-sociazione Europea dei produttori di calcestruzzo preconfeziona-to che, dopo Istanbul nel 2015, si terrà il 7 e 8 giugno 2018 nella splendida cornice della capitale della Norvegia, Oslo. Il Congresso è organizzato in collaborazione con l’associazione norvegese FABEKO in un paese oggi all’avanguardia nella progetta-zione e realizzaprogetta-zione di grandi opere sostenibili in calcestruzzo.

ERMCO 2018 – Oslo 7, 8 Giugno 2018

Con lo sguardo sempre rivolto al futuro, in due giornate ricche di incontri il Congres-so affronterà temi attualissimi, dalla declinazione dell’applicazione dell’“industria 4.0” al settore attraverso l’innovazione nella produzione e nella logistica, alla presa in conto della sostenibilità come parametro di progetto di strutture e materiali, fino all’architettura di residenze energicamente sostenibili e al progetto di nuove infra-strutture in ambienti particolarmente ostili dal punto di vista ambientale.

50 presentazioni tenute da esperti provenienti da tutto il mondo daranno la possi-bilità di essere informati sui temi più attuali del settore del calcestruzzo, oltre che l’opportunità di scoprire le ultime novità in materia di normativa, certificazione so-stenibile e nuove tecnologie per la produzione, il trasporto e la messa in opera del calcestruzzo.

Da oltre 50 anni ERMCO promuove il calcestruzzo preconfezionato in sintonia con le associazioni nazionali – in Italia con il forte supporto di ATECAP. Cercando di for-nire strumenti e stimoli a un settore che, ancora con fatica, si sta riprendendo ma ha tutte le possibilità di reinventarsi e crescere. Il Congresso intende rendere evidente tutto ciò che può consentire al calcestruzzo preconfezionato di continuare a essere un materiale da costruzione efficiente, efficace, economico e ambientalmente so-stenibile.

Tutte le informazioni per partecipare al Congresso sono disponibili sul sito dell’even-to (LINK)

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#Editoriale

#NTC, #BIM, Dl50, #CAM ... Riflessioni per capire

perchè non usciamo dalla crisi

Andrea Dari

Questo mese di gennaio, anno 2018, verrà ricordato nel nostro settore delle costru-zioni per due avvenimenti: la pubblicazione del cosiddetto decreto BIM e per la firma del decreto di pubblicazione delle Norme Tecniche delle Costruzioni.

Con il primo si formalizza la cosiddetta road map per l’applicazione del BIM, e quindi l’introduzione della digitalizzazione, nel settore degli appalti pubblici. Già dal pros-simo anno, per i grandi appalti, il Building Information Modelling sarà obbligatorio. Dopo pochi anno sarà obbligatorio in tutti gli appalti pubblici.

Con il secondo si revisionano, dopo 10 anni, le norme che regolano tecnicamente la progettazione, la realizzazione, il controllo e il collaudo delle opere edili e infra-strutturali. Molte le novità, tra cui il fatto che il formatore si sia occupato anche delle parti non strutturali dell’opera, riconoscendo che negli ultimi terremoti gran parte dei problemi sia nato proprio da esse.

Sono novità che si aggiungono a un altro insieme di documenti, leggi e regolamenti usciti negli ultimi mesi, tra cui ricordo in ordine sparso due documenti del Consiglio Superiore dei LLPP, ovvero le linee guida sulla produzione e controllo del cal-cestruzzo, il Dl del 9 giugno 2017 di adeguamento della normativa nazionale alle

disposizioni del regolamento (UE) n. 305/2011, in cui si parla ovviamente di marca-tura CE, e il Dl 50.2016 e i suoi correttivi, il cosiddetto Testo unico degli appalti,

che con se ha portato molte novità tra cui l’obbligo dei C.A.M. e il fatto che i costi dei controlli nelle opere pubbliche non possano essere oggetto di scontistica.

Per quanto riguarda il Dl sul tema della marcatura CE vorrei ricordare che ora è pre-vista la responsabilità penale diretta per il Progettista, il Costruttore, il Diret-tore Lavori, il DiretDiret-tore dell’Esecuzione o CollaudaDiret-tore, che utilizzano prodotti non conformi e ovviamente per il fornitore.

Con l’obiettivo di avere un riferimento, un punto di partenza, identifichiamo la data di inizio del cambiamento con la pubblicazione del testo unico degli appalti: quindi il 19 aprile 2016. Dal 19 aprile 2016 sono di fatto cambiati tutti i riferimenti che regolavano il mondo delle costruzioni.

Poi chiediamoci che cosa abbiamo approfondito e cercato di comprendere di questi cambiamenti. Se abbiamo partecipato a qualche iniziativa di confronto, se abbiamo letto qualcosa, se abbiamo chiesto chiarimenti a qualcuno.

E infine chiediamoci che cosa abbiamo cambiato dopo quella data nelle nostre aziende. Se abbiamo fatto delle modifiche nelle politiche commerciali, se abbiamo informato i nostri agenti e venitori, se abbiamo introdotto

delle modifiche nella nostra organizzazione o nel nostro processo produttivo.

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#Primo_Piano - Speciale NTC

NTC 2018: il decreto per la pubblicazione

delle nuove Norme Tecniche stato firmato

Andrea Dari - Editore

La notizia è stata data in anteprima nazionale dal portale INGENIO.

Così dopo le firme del Presidente del Consiglio Superiore dei LLPP Massimo Ses-sa, del Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio sono arrivate anche quelle di

Marco Minniti, Ministro degli Interni e del Capo Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli.

Ora ci si aspetta a breve la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, e quindi l’entra-ta in vigore avverrà dopo 30 giorni.

A seguire dovranno poi essere pubblicati altri due documenti tecnici: • Circolare riportante le Istruzioni sulle NTC 2018

• Appendici agli Eurocodici 2018

Il commento del Presidente del Consiglio Superiore dei LLPP

Il Presidente del Consiglio Superiore dei LL.PP., l’ing. Massimo Sessa, ha

rilascia-to alcune dichiarazioni a caldo al portale INGENIO: “Sono molrilascia-to soddisfatrilascia-to della

conclusione di questo lungo iter che ha portato alla emanazione delle nuove Norme Tecniche. Ora il documento verrà ripreso da una delle prossime Gazzette Ufficiali, con i tempi necessari per consentire l’inserimento di un testo così lungo e articolato.”

Per quanto riguarda la cosiddetta Circolare, Sessa ha ipotizzato un’uscita in un paio di mesi (informazione poi oggi confermata all’Assemblea dei Presidenti del Consiglio Nazionale degli Ingegneri) mentre per i cosiddetti NAD, pur essendosi concluso di fatto l’iter tecnico, i tempi saranno più lunghi per problematiche di natura

burocratica. Nell’intervista con INGE-NIO il presidente Massimo Sessa ha poi aggiunto “Con questo testo

portia-mo a compimento una riforma organica e contemporanea, che porta l’Italia ad avere - soprattutto per quanto riguarda gli edifici esistenti - un impianto norma-tivo che diventa non solo un riferimento nazionale ma internazionale. Il sistema che avremo in vigore, NTC e SISMA BONUS, darà slancio e supporto per un miglioramento sostanziale del pa-trimonio immobiliare e infrastrutturale italiano, con riflessi sulla sicurezza dei

settore delle costruzioni, la riqualificazione delle periferie, la messa in sicurezza del patrimoni storico.”

Ora infatti il sistema normativo diventa più bilanciato, in quanto sia le Norme Teciche che le Linee Guida per il Sisma Bonus si basano sul concetto di rischio. Le nuove NTC contengono peraltro i parametri minimi per il cosiddetto miglioramento, e questa scel-ta (motlo dibattuscel-ta in fase preparatoria) non potrà che avere riflessi positivi nell’appli-cazione degli incentivi. Un lavoro quello della preparazione delle norme durato alcuni anni e che ha visto la collaborazione di tanti esperti e la risoluzione di tante problema-tiche. “Devo ringraziare tutti coloro che hanno collaborato non solo alla stesura delle

norme tecniche delle costruzioni, ma anche chi ragionando non da coorporazione ma con l’obiettivo più nobile della salvaguardia del citadino e del territorio, ha saputo trovare le soluzioni per un’accettazione trasversale di ogni decisione. In particolare quindi i Consigli Nazionali delle Professioni e i rappresentanti del mondo accademico che, sottolineo, si sono prestati gratuitamente a questo difficile lavoro.”

Come ha sottolineato Sessa la grande novità delle NTC è quella del miglioramento sismico “Un cambiamento epocale, che ha richiesto al Consiglio Superiore di

inter-facciarsi con il governo del Paese e delle Regioni per far comprendere l’importanza della nuova visione tecnica ed economica”. Ma ci sono novità non solo nel capitolo 8. Sessa ha sottolineato come le NTC2018 “considerino anche i nuovi materiali da costruzione, come i calcestruzzi fibrorinforzati, e in questo modo diamo un sostegno all’applicazione delle nuove tecnologie e a una industrializzazione del Paese. Temi su cui continua il lavoro attraverso lo strumento dei CIT”.

Sessa ci ha tenuto a sottolineare anche l’attenzione dedicata al tema dei controlli

“Tramite l’azione del Consiglio Superiore dei LLPP nei correttivi del Codice degli Appalti, in cui si è introdotta l’importante novità che i controlli non possono essere più soggetti a sconti, e con la nuova versione del Capitolo 11 delle norme tecni-che abbiamo voluto ribadire tecni-che non solo la progettazione, ma antecni-che l’esecuzione dell’opera e i controlli devono essere qualificati.”

Circolare e NAD

Sulla Circolare, che è in fase avanzata di realizzazione, INGENIO ha sentito il prof.

Franco Braga, che ha coordinato la Commissione Redattrice (ora il documento è

in mano alla commissione relatrice, presieduta dall’Ing. Emanuele Renzi, Dir. del

Servizio Tecnico Centrale): “Il motto di queste norme tecniche, grazie al sostegno

del Presidente Sessa, è sicuramente quello del meno rischio per tutti, piuttosto che sicurezza per pochi. E di fatto sono il Capitolo 8 delle NTC e la relativa sezione della circolare le parti che hanno avuto la maggiore revisione rispetto ai vecchi rife-rimenti. I nuovi testi sono così anche più vicini al Sisma Bonus, che è basato propri sul concetto di rischio, e forse sarebbe opportuno prevede un documento ponte del Consiglio Superiore tra NTC, Circolare e Sisma Bonus.”

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#Primo_Piano - Speciale NTC

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e sono indispensabili per consentire l’uso nell’ambito della normativa nazionale. Infatti è ben noto che la ”sicurezza strutturale” è di competenza dei Paesi membri, e quindi per l’uso degli Eurocodici - norme europee cui gli esperti italiani hanno collaborato moltissimo - è necessario che i parametri di sicurezza da utilizzare con gli Eurocidici siano coerenti con quelli delle NTC 2018. E le appendici agli Eurocodici, predisposte da un’apposito gruppo di lavoro nell’ambito del Consiglio Cuperiore dei LLPP, garantiscono appunto questa “coerenza”.

Si possono applicare le vecchie NTC?

Le vecchie norme si potranno utilizzare ancora per le opere private le cui parti struttu-rali siano in corso di esecuzione o per le quali sia già stato depositato il progetto ese-cutivo, e per le opere pubbliche in corso di esecuzione, con contratti già firmati o con progetti definitivi o esecutivi già affidati.

NTC 2008 - NTC 2018: 10 anni di lavoro

Si conclude così un periodo molto intenso delle attività del Consiglio Superiore, che negli ultimi 12 mesi ha pubblicato le Linee Guida per il SISMA BONUS, il Decreto Legi-slativo 106 sui prodotti da Costruzione, il contributo al correttivo al Codice degli Appalti (tra cui il fatto che le prove di controllo non sono più suscettibili di ribasso), il decreto contente i parametri per la ricostruzione nell’area del Sisma Centro Italia, ha licenzia-to il Decrelicenzia-to sui Livelli di Progettazione, ha prodotlicenzia-to i documenti di riferimenlicenzia-to per la Certificazione di Idoneità Tecnica dei sistemi di rinforzo FRP, le Linee Guida sulla posa e sul controllo del calcestruzzo, il Decreto Legislativo 106 sui prodotti da Costruzione … e molto altro, oltre all’attività ordinaria del Consiglio. Un impegno continuo che vede coinvolto in primis il Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei LL.PP. Tra le tante cose ricordiamo infatti che sono in piena attività i lavori per la realizzazione della Circolare riportante le Istruzioni sulle NTC, delle Linee Guida sui Calcestruzzi Fibrorinforzati (Progettazione e qualificazione), delle Linee Guida sulle Scaffalture in zona sismica, dei documenti per la Certificazione di Idoneità Tecnica dei sistemi di rin-forzo FRCM (Progettazione e qualificazione) e sono partiti i lavori del tavolo tecico del DPR 380 (fondamentale per il sistema normativo nazionale). Nel frattempo il servizio ha fatto centinaio di autorizzazioni, oltre 200 ispezioni, e molto altro che si sentono sul mercato. Tante attività che richiedono risorse, e su questo Massimo Sessa ha voluto evidenziarci “un ringraziamento al Ministro Delrio, che nell’ultima finanziaria ha inserito un rafforzamento del Servizio Tecnico Centrale con 20 ingegneri. In questi ultimi anni il Consiglio Superiore dei LLPP ha infatti recuperato quella centralità nel settore delle costruzioni, e non solo sul piano normatico, che si rifà al progetto originale del Conte Camillo di Cavour, che già nell’ottocento aveva capito la necessità di dare un riferimen-to cerriferimen-to sui temi del costruire nel nostro Paese.” Sul tema delle Norme Tecniche INGE-NIO aveva dato per primo la notizia che Sessa e Delrio avessero dato l’OK al decreto e ha già predisposto una serie di approfondimenti che è

possibile trovare in questo speciale NTC2018 PROSEGUI LA LETTURA

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#Primo_Piano - Speciale NTC

NTC 2018 - Franco Braga: meno rischi per tutti

anziché più sicurezza per pochi

Redazione INGENIO

È la notizia delle notizie, quella che i tecnici attendevano da tempo…. A die-ci anni dalle precedenti sembra davve-ro che questa volta le Norme Tecniche per le Costruzioni siano in dirittura di arrivo. Dopo la “quasi confermata” fir-ma di Sessa e Delrio fir-manca solo la firma del Decreto per poter finalmente parlare di “NUOVE” Norme Tecniche. In attesa di poterle leggere sulla scri-vania abbiamo fatto alcune prime mande ad uno dei protagonisti del do-cumento: il Professore Franco Braga, Presidente ANIDIS.

Professore, perché queste nuove Norme Tecniche sono importanti?

Sicuramente perché per la prima volta il RISCHIO SISMICO compare a fianco alla SICUREZZA.

Queste norme derivano da valutazioni legate anche alle possibili risorse che si pos-sono investire, alla capienza economica che si ha a disposizione, e più in generale derivano dalla considerazione che quando si deve intervenire su tanti edifici è lecito fare delle scelte che comportino MENO RISCHI PER TUTTI ANZICHÉ PIÙ SICU-REZZA PER POCHI.

Edifici esistenti: le Nuove NTC prevedono dei livelli di sicurezza più bassi, che cosa significa esattamente?

Stiamo parlando di costruzioni esistenti che hanno un livello di sicurezza di partenza decisamente molto basso.

Per queste costruzioni esistenti accettiamo un miglioramento (e non

adeguamen-to) se arriva almeno al 60% del livello di sicurezza richiesto alle nuove costruzioni. Occorre sottolineare che stiamo partendo da valori di sicurezza decisamente minori e li stiamo incrementando almeno al 60 % del nuovo.

In altri termini se non intervenissimo non avremo

nean-Cardinale, CNI: professionisti protagonisti

della revisione delle Norme Tecniche

Giovanni Cardinale - Vice Presidente CNI

Il decreto ministeriale per le nuove norme tecniche per le costruzioni, NTC 2018,

firmato dal Ministro Delrio, attende ormai solo le firme per il concerto con il Ministe-ro dell’Interno e con il Dipartimento della PMiniste-rotezione Civile, per essere finalmente pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Una lunga stagione, iniziata nel luglio 2012, di confronti sul piano tecnico, scientifico, legale, in sede nazionale ed europea, coglie così un fondamentale traguardo. Lo coglie dopo la recentissima approvazione delle

linee guida per la classificazione del rischio sismico e delle linee guida relative al Calcestruzzo, del Decreto sui materiali da costruzione; dopo che la specifica

Commissione Redattrice ha licenziato la Nuova Circolare, sottoposta adesso ai lavo-ri della Commissione Relatlavo-rice, con il forte impegno del Ministero a portarla molto ra-pidamente alla discussione in seno all’Assemblea Generale del CSLLPP, al pari degli Annessi Tecnici nazionali; lo coglie, soprattutto, mentre iniziano i lavori (il 17 gennaio pv) della specifica Commissione che, con la partecipazione della conferenza delle Regioni e della Rete delle Professioni Tecniche, revisionerà il DPR 380/2001.

Lo scenario normativo sta assumendo via via il suo nuovo aspetto e, pur nella con-sapevolezza che molte cose potevano essere fatte prima e meglio, credo che ci sia più di un motivo di soddisfazione per gli esiti consolidati e per quelli che tra breve sa-ranno raggiunti. Tra questi motivi di soddisfazione c’è certamente la partecipazione alla scrittura dei testi del sistema ordinistico e, quindi, anche dei professionisti con una intensità e con modalità non facilmente rintracciabili nelle passare esperienze. Possiamo concretamente dire che qualche cosa è davvero cambiato e poichè il me-glio è nemico del bene, possiamo guardare con ottimismo a questo cambiamento.

I cambiamenti delle NTC

Il nuovo testo ha modificato tutti i 12 capitoli delle NTC e, quindi, le novità, piccole e grandi, sono molte. Di grande significato, perchè innovative anche sul piano della cultura, sono le novità che riguardano il capitolo 8, costruzioni esistenti, e che sono in gran parte frutto delle conoscenze e delle esperienze diffuse nelle eccellenze del-la ricerca universitaria, del Dipartimento di Protezione civile e dei tanti professionisti operanti sul campo. La nuova articolazione degli interventi in “rinforzo locale, mi-glioramento, adeguamento” non va letta come una semplice inversione lessicale

rispetto al testo 2008, ma come una nuova cultura del progetto molto più armonica e coerente con un obiettivo sociale di ridurre il rischio in modo diffuso sul territorio, nella maggior parte degli edifici, tenendo in

giusto conto la sostenibilità e la realtà economica della

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#Primo_Piano - Speciale NTC

NTC2018: la nuova NORMA TECNICA

e le costruzioni in CEMENTO ARMATO

Edoardo Cosenza, Di Ludovico Marco - Università Federico II

In relazione alla notizia data da INGENIO della firma del Ministro Delrio del DM

per la pubblicazione delle Norme Tecniche delle Costruzioni - NTC 2018 (LINK) i

Proff. Ingg. Edoardo Cosenza e Marco Di Ludovico, dell’ Università di Napoli Federico II, ci hanno inviato una prima nota di commento alla nuova configurazione

normativa per le COSTRUZIONI in CEMENTO ARMATO.

La parte delle Norme Tecniche riguardante il cemento armato dovrebbe essere ora-mai consolidata. In pratica ci sono invece ancora alcune novità significative.

La prima riguarda l’esplicita considerazione, per la prima volta, degli effetti del confinamento degli elementi.

Vengono, infatti, introdotte formulazioni specifiche per valutare gli effetti in termini di deformazioni ultime del calcestruzzo per tener consto delle staffe negli elementi di sezione rettangolare e circolare. Sarà così possibile valutare la duttilità degli elementi esplicitamente, aspetto determinante per quantizzare l’incremento della

capacità specie per elementi presso-inflessi come i pilastri: era l’ultimo tassello che mancava al progettista per fare un calcolo completo non lineare; ed adesso l’alli-neamento con l’Eurocodice 8 è totale.

Un altro aspetto che indirettamente influenzerà in maniera significativa le valutazioni strutturali, in particolare in zona sismica, è l’introduzione di elementi di partizione “duttili”, per i quali il limite per gli spostamenti di piano passa da 0.5% a 0.75%

dell’altezza di interpiano.

Questa introduzione, che naturalmente non vale solo per le costruzioni in cemento armato, farà variare in modo decisamente significativo le verifiche per lo Stato Limi-te di Danno e spingerà i progettisti alla maggior cura dello studio delle tramezzature. È una circostanza importantissima perché lo studio dei danni dei recenti terremoti mostrano come il costo della riparazione delle partizioni sia elevatissimo, potendo largamente superare il 50% del costo complessivo delle ricostruzioni post sisma. Altre modifiche importanti ci saranno nella Circolare per gli edifici esistenti in cemen-to armacemen-to; in particolare, per la verifica di fondamentali meccanismi fragili come quelli relativi al taglio. Non essendo però ancora approvata in via definitiva questa

parte, si ritiene per adesso inutile commentare, rinviando alla pubblicazione finale della Circolare. Molto importante è invece il commento alla parte delle Nuove Norme relativa alle valutazioni complessive degli edifici esistenti, e cioè al capitolo 8. Anche alla luce della recentissima sentenza della

cas-sazione, va precisato che si introducono nuove soglie di

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#Primo_Piano - Speciale NTC

Il calcestruzzo fibrorinforzato:

un nuovo materiale strutturale nelle nuove Norme

Tecniche delle Costruzioni

Giovanni Plizzari - Ordinario di Tecnica delle Costruzioni, Università di Brescia

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In relazione alla notizia data da INGE-NIO della firma del Ministro Delrio del DM per la pubblicazione delle Norme Tecniche delle Costruzioni - NTC 2018

(LINK) il Prof. Ing. Giovanni Plizzari,

dell’Università di Brescia, ci ha inviato una prima nota di commento alla nuo-va configurazione normatinuo-va dei calce-struzzi fibrorinforzati.

Le tanto attese Norme Tecniche del-le Costruzioni includono, al Paragrafo 11.2.12, il calcestruzzo fibrorinforzato (FRC) tra i materiali per la realizzazio-ne di elementi strutturali.

Per evitare confusione con altri compo-siti fibrorinforzati, il FRC è un calcestruzzo ordinario con l’aggiunta di fibre corte (da 12 a 60 mm), disperse all’interno della matrice.

Le fibre possono essere realizzate in acciaio o materiale polimerico e devono es-sere marcate CE in accordo alle norme europee armonizzate, quali la UNI EN

14889-1 e la UNI EN 14889-2 per le fibre realizzate in acciaio o materiale polimeri-co, rispettivamente.

Le Norme Tecniche includono quindi questo nuovo materiale che, dopo più di 50

anni di ricerche in tutto il mondo, ha ora trovato spazio in importanti documenti nor-mativi internazionali, incluso l’Eurocodice 2 nella sua nuova edizione in preparazione. La grossa novità è rappresentata dal fatto che il materiale sarà fornito a presta-zione garantita dal produttore di calcestruzzo. Ciò rappresenta un grande

van-taggio per i progettisti che potranno assumere specifici valori delle prestazioni del materiale che verranno poi trasmessi nelle prescrizioni progettuali.

FRC - Calcestruzzo Fibrorinforzato

Il FRC presenta, in molte applicazioni strutturali, una

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#Primo_Piano - Speciale NTC

NTC2018 - Paolo Riva: Breve commento

sul Capitolo 7, Progettazione per Azioni Sismiche

Paolo Riva - Vice Presidente Associazione ISI

In relazione alla notizia data da INGENIO della firma del Ministro Delrio del DM per

la pubblicazione delle Norme Tecniche delle Costruzioni - NTC 2018 (LINK) il Prof.

Ing. Paolo Riva, dell’Università di Bergamo e vice Presidente dell’Associazione ISI

Ingegneria Sismica Italiana, ci ha inviato una prima nota di commento al Capitolo 7 dedicato alla Progettazione per le Azioni Sismiche.

Le novità del Cap. 7 delle attuali NTC rispetto alla precedente versione sono più di carattere organizzativo che di carattere concettuale; tra le poche novità di carattere concettuale le principali sono:

• la scomparsa di qualunque riferimento alla zonazione sismica;

• la chiara distinzione tra progettazione in capacità (approccio concettuale con cui si persegue la duttilità) e gerarchia delle resistenze (strumento operativo impie-gato per conseguirla);

• la sistematica adozione di tavole sinottiche di riepilogo dei diversi coefficienti, finalizzata a facilitare i confronti sistematici tra le diverse tipologie e i diversi stati limite;

nella progettazione di strutture non dissipative è ammesso utilizzare un

coefficiente di struttura q<=1,5, anziché 1 come in passato.

Anche per le strutture situate in zone a bassa sismicità vi è qualche novità

In particolare, le costruzioni caratterizzate, nei confronti dello SLV, da agS ≤ 0,075g possono essere progettate e verificate mediante analisi pseudo-statica,

assumen-do una risultante delle azioni orizzontali pari a Fh = 0,10Wλ per tutte le tipologie strutturali in ciascuna direzione e eseguendo la sola verifica nei confronti dello SLV, considerando o un comportamento elastico, o un comportamento dissipativo, adot-tando una classe di duttilità B e coefficienti di sovraresistenza γRd=1. In tal caso, gli impalcati devono poter essere considerati rigidi per edifici di più di 2 piani.

Ai fini di una corretta valutazione della risposta strutturale, la norma richiede che, nel rappresentare la rigidezza flessionale e a taglio dei singoli elementi di muratura, calcestruzzo, acciaio-calcestruzzo, si tenga conto della fessurazione.

La norma impone che, in assenza di analisi specifiche, la rigidezza degli elementi fessurati non sia assunta minore del 50% delle corrispondenti rigidezze non fes-surate.

Tale limite non è ovviamente un limite inderogabile, ma, nel caso di deroga, le diverse assunzioni devono essere opportunamente giustificate.

Strutture prefabbricate:

NTC 2018 vs NTC 2008

Davide Bellotti, Roberto Nascimbene - Dipartimento Strutture ed Infrastrutture, Eucentre

Le Nuove Norme NTC 2018, per quanto riguarda le strutture prefabbricate, ripren-dono per grande parte l’ipostazione delle NTC 2008.

Le modifiche introdotte dalle NTC 2018

Restano invariati i sistemi strutturali definiti dalla norma, che consistono in quelli de-finiti per le costruzioni in calcestruzzo, più tre sistemi aggiuntivi: l’unica variazione

consiste nella denominazione del sistema strutturale “strutture a pilastri isostatici (strutture monopiano, con elementi di copertura sostenuti da appoggi fissi gravanti su pilastri isostatici)” che passa a “strutture con pilastri incastrati alla base ed oriz-zontamenti ad essi incernierati”.

Sono state poi introdotte alcune modifiche che vanno ad influire sulla proget-tazione di queste strutture.

La prima variazione consiste nella richiesta del soddisfacimento delle verifiche di duttilità nelle strutture con pilastri incastrati alla base e orizzontamenti collegati ad essi mediante cerniere fisse, in cui la dissipazione di energia avviene unicamente alla base dei pilastri; tale verifica è richiesta per assicurare l’efficacia di tale dissipa-zione, e, a differenza delle NTC 2008, va effettuata indipendentemente dai partico-lari costruttivi adottati.

La classificazione dei collegamenti resta invariata, ed è costituita, come nelle NTC 2008, dalle 3 categorie seguenti:

- Collegamenti lontani dalle zone dissipative o di tipo a) - Collegamenti sovradimensionati o di tipo b)

- Collegamenti che dissipano energia o di tipo c)

I collegamenti tra gli elementi prefabbricati, strutturali e non, dovranno essere ap-positamente progettati per garantire le condizioni di vincolo previste dallo schema strutturale adottato e per possedere capacità di spostamento e di resistenza mag-giori delle corrispondenti domande. I dispositivi meccanici che realizzano tali colle-gamenti dovranno essere qualificati secondo le procedure indicate dalla norma. Per quanto riguarda gli elementi strutturali si applicano le regole progettuali degli elementi non prefabbricati, ma per strutture a comportamento dissipativo con pilastri pluripiano incastrati alla base e con travi incernierate ai pilastri stessi, le nuove NTC 2018 impongono che debba essere considerato l’incremento del taglio, da valutarsi in accordo alla formula, già prevista dalle NTC 2008, per pareti snelle.

Nella valutazione degli effetti del secondo ordine, particolarmente determinanti per quanto riguarda il progetto e la verifica di queste strutture, rimane invariata la defini-zione del parametro ϑ definito come di seguito:

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#Primo_Piano - Speciale NTC

NTC 2018:

tutte le novità esaminate punto per punto

Simone Tirinato - Ricerca e Sviluppo Logical Soft

Il Decreto di pubblicazione delle Norme Tecniche per le Costruzioni è stato firmato nei giorni scorsi dal Ministro Delrio e dal presidente del CSLLPP Sessa. È quindi attesa a breve la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e la loro entrata in vigore.

Le Norme Tecniche per le Costruzioni 2018, a lungo invocate dagli operatori del

settore, sono quindi una realtà. Si tratta di fatto di una revisione in continuità delle norme che abbiamo utilizzato negli ultimi anni: non ne modificano infatti i principi fondamentali ma introducono alcune novità sui metodi di calcolo e di verifica

per applicare con efficacia le indicazioni contenute.

Abbiamo di fronte un testo più chiaro che lascia meno spazio ai dubbi di

interpre-tazione e agli errori e consente di comprendere meglio concetti fondamentali come la “progettazione in capacità”.

La trattazione degli elementi in cemento armato confinato, la maggiore adesione

agli Eurocodici, l’abolizione definitiva del metodo alle Tensioni ammissibili e

l’e-liminazione dei riferimenti alle zone sismiche sono alcune delle novità essenziali. La novità più eclatante e più attesa riguarda gli interventi che possono essere effet-tuati sul patrimonio edilizio italiano: le Norme Tecniche 2018 promuovono il miglio-ramento sismico degli edifici esistenti attraverso il raggiungimento di parametri

più realistici.

L’obiettivo auspicabile è quindi la messa in sicurezza di un numero di edifici

supe-riore rispetto a quanto fatto finora e, di conseguenza, l’utilizzo delle ingenti risorse messe a disposizione dai numerosi incentivi fiscali degli ultimi anni.

Per rispettare i nuovi obiettivi imposti dalle NTC 2018 e cogliere le opportunità lega-te agli incentivi fiscali è imprescindibile l’utilizzo di strumenti di calcolo aggiornati e in grado di rispondere alle nuove sfide. TRAVILOG è il software OPENBIM di calcolo strutturale e progettazione antisismica già pronto ad accogliere le nuove Norme Tecniche che include strumenti specifici per definire la Classe di rischio, valutare

la vulnerabilità sismica e mettere in sicurezza gli edifici esistenti in c.a., in

mura-tura e misti (c.a. e muramura-tura) confrontando tra loro varie soluzioni progettuali di riqualificazione.

Questo primo focus vuole essere una guida per conoscere le NTC 2018 e mette a confronto in due colonne, capitolo per capitolo, il vecchio testo nella colonna di sinistra e il nuovo testo delle Norme Tecniche nella colonna di destra. Per facilitar-ne la lettura proponiamo una semplice legenda che classifica le novità con un

marcatore da 1, 2 o 3 stelle, dove 3 stelle individua, a

nostro avviso, i capitoli che hanno subito i cambiamenti

Qualora però non venisse rispettata la verifica degli effetti delle non linearità geome-triche, e risultasse ϑ > 0.1, variano le richieste della normativa. In particolare varia la limitazione sulla dimensione minima da adottare per la sezione del pilastro (da inten-dersi sempre per le nuove costruzioni): con le nuove norme si passa da 1/10 a 1/20 della distanza in cui si annulla il momento flettente del pilastro, come lato minimo per la sezione resistente: questa limitazione perciò risulta essere meno vincolante rispetto alla precedente, soprattutto in caso di edifici alti, con schema statico a pilastri incastrati alla base e travi incernierate. Quest’ultima limitazione geometrica non viene richiesta però quando gli effetti del secondo ordine siano presi in conto incrementando gli effetti dellʹazione sismica di un fattore pari a 1/(1‐θ) quando θ è compreso tra 0,1 e 0,2 o computati attraverso un’analisi non lineare quando θ è compreso tra 0,2 e 0,3. Rispetto alle NTC2008, poi, le NTC2018 forniscono in maniera più organizzata e dettagliata la

determinazione del fattore di sovraresistenza; le NTC 2008 fornivano i valori per le

strutture prefabbricate in base al tipo di collegamento, mentre le nuove NTC fornisco-no una tabella più dettagliata in cui sofornisco-no inseriti i valori dei fattori di sovraresistenza in funzione della tipologia di collegamento (Collegamenti di

tipo a, Collegamenti di tipo b o Collegamenti di tipo fisso)

e della tipologia di azione considerata (flessione e taglio). PROSEGUI LA LETTURALINK all’articolo completo

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#Primo_Piano - Speciale NTC

NTC 2018:

ecco gli aggiornamenti più importanti

Luciano Migliorini - AMV

Da tempo le società di software stanno aggiornando i loro prodotti per adeguarli a quanto stabilito delle nuove Norme Tecniche, il cui testo, nel suo corpo principale,

è noto da almeno il 2014. Svolgendo la loro attività, che riguarda non solo lo svilup-po, ma anche la realizzazione di test numerici e di validazione, sono emerse anche alcune fastidiose criticità esecutive, di cantiere.

I tecnici di AMV hanno messo a punto un approfondimento sulle diverse e principali novità delle Norme Tecniche (sulla base del testo oggi disponibile)

ed è possibile leggerlo e scaricarlo a questo LINK.

NTC: un breve commento dell’ing. Luciano Migliorini

Bisogna anticipare che le nuove norme non richiedono un particolare sforzo di ap-prendimento da parte dei professionisti, come è invece avvenuto con le NTC 2008. Come sottolineato da più parti, le novità di principio più significative sono riscon-trabili nel capitolo 8, che riguarda gli edifici esistenti. Vengono incoraggiati gli

interventi di miglioramento e si stabiliscono dei parametri di sicurezza ritenuti accet-tabili per varie tipologie di costruzioni, anche in relazione alla loro classe d’uso. Si ha quindi ora un riferimento normativo, che suggerisce un obiettivo accettabile da per-seguire negli interventi di miglioramento sismico degli edifici, mentre l’adeguamento è riservato ai casi in cui i cambiamenti introdotti nella struttura o nel suo uso sono fortemente più critici. Questo approccio appare quindi in linea con i principi che hanno ispirato l’introduzione del “sismabonus”.

Scorrendo il testo delle NTC 2018 si osserva che è stato dato grande rilievo alle verifiche di duttilità, che vengono ora diffusamente richiamate nella nuova norma

ed espressamente richieste in alcuni casi, ad esempio per le strutture prefabbricate. Questa maggior attenzione nei confronti della duttilità si riflette anche in un aggior-namento dei dettagli costruttivi, che per le opere in c.a. riguardano in particolare i pilastri, le pareti e i nodi trave-pilastro. Per questi ultimi i minimi di norma sono ora ben più gravosi, coinvolgono anche le strutture non dissipative e danno luogo a risultati numerici che si rivelano particolarmente onerosi per la loro esecuzione. Anche per le strutture non dissipative si segnalano degli elementi di novità non mar-ginale; è stato incrementato il fattore di struttura e sono state specificate le modalità con cui vanno effettuate le verifiche, che devono rimanere in campo sostanzialmen-te elastico, condizione che riguarda anche le opere di fondazione.

Maggior attenzione è destinata agli elementi secondari e a quelli non strutturali, per i quali sono attese maggiori precisazioni nella prossima Circolare esplicativa.

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delle caratteristiche funzionali del calcestruzzo fornito per tale opera.

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#Architettura

L’indissolubile dicotomia tra il luogo e la memoria:

il Polin Muzeum di Warsawa

Dalila Cuoghi - Architetto

Nel quartiere di Muranòw, tra i blocchi residenziali dei primi anni ‘50 della nuova Varsavia funzionalista, a pochi passi dal centro storico della capitale polacca rico-struito “dov’era e com’era” che gli è valso il titolo di Patrimonio UNESCO, sorge il Polin Muzeum.

Un moderno e semplice parallelepipedo in calcestruzzo rivestito in vetro serigrafato che esprime dal punto di vista formale il suo tempo pur calandosi nei panni di una nave per traghettare le storie passate e future degli ebrei polacchi.

Su incarico del Museo della Diaspora di Tel Aviv ed il Museo dell’Olocausto di Wa-shington DC, un team internazionale di oltre cento ricercatori ha lavorato per circa un decennio alla raccolta della documentazione storica e degli oggetti di vita quoti-diana utili a narrare in un museo i mille anni di storia della comunità ebraica polacca, la seconda più grande al mondo dopo quella di New York.

Il Polin Muzeum è il frutto della prima partnership pubblica-privata in Polonia; un so-dalizio culturale-economico ratificato nel 2005 attraverso un accordo tripartito vidi-mato dal Ministro della Cultura e del Patrimonio Nazionale, dal Sindaco di Varsavia e dal Presidente dell’Associazione dell’Istituto Storico Ebraico.

Firme note del panorama architettonico, come Studio Daniel Libeskind, Kengo Kuma & Associates, Zvi Hecker Architects, Peter Eisenman, David Chipperfield ed altri, hanno partecipato al concorso internazionale ad invito bandito per il progetto architettonico dell’edificio.

Con la proposta “Yum Suf”, “Mar Rosso”, il gruppo finlandese Lahdelma & Mahlamäki Architects si è aggiudicato la competizione.

Il Polin Muzeum è un manifesto all’indissolubile dicotomia tra il luogo e la memoria. Per comprendere il legame tra la comunità ebraica polacca e la città di Varsavia è necessario fare un salto a ritroso nel tempo. Un gesto atletico di oltre settant’anni quando, all’indomani dell’ultima Guerra, lo skyline di Varsavia era impropriamente definito da scheletriche vedute di edifici pericolanti e da cumoli di macerie e detriti che punteggiavano l’intorno.

Se come anticipato le rovine del centro storico furono recuperate per ricostruire un’effimera identità nazionale che l’abominevole politica totalitaria degli occupanti tedeschi aveva deturpato, diversamente le macerie e i detriti appena fuori le mura storiche furono spazzate dai nuovi occupanti con il colbacco russo per dar spazio all’utopia urbana del socialismo.

Eppure quei moderni blocchi residenziali socialisti edificati a Muranòw, così tanto all’avanguardia dal punto di vista dell’abitare e costruiti con lo scopo di plasmare un nuovo uomo, non contribuirono a cancellare la memoria storica del quartiere. Il deprecabile odio razziale dei primi anni ‘40 trasformarono il quartiere in una vera e propria “isola” urbana, come se la toponomastica del luogo lo avesse già predetto dato che l’origine del nome del quartiere si rifà all’isola veneziana di Murano per via di una villa di fine XVII ad essa intitolata. Un quartiere multietnico sorto nel corso dei secoli, principalmente abitato da ebrei salvi e da tedeschi immigrati. Ma le leggi razziali impedirono il prosieguo di questa coabitazione.

Fu così che il Fuehrer istituì nell’area il più grande Ghetto ebraico d’Europa,

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#Architettura

500.000 ebrei residenti, trasferendo la minoranza tedesca nelle zone più abbienti e centrali della città. La comunità ebraica ghettizzata fu decimata dalla fame, dal fred-do, dalle epidemie o deportata nei vicini campi di concentramento - quanta cinema-tografia ricorda questi tremendi fatti ... “Il Pianista” di Roman Polanski e “La Signora dello Zoo di Varsavia” di Niki Caro, alcuni dei film più recenti.

Le condizioni di vita, al di sotto del limite della sopravvivenza, portarono i 70.000 ebrei superstiti alla rivolta (1943). In risposta ai rivoltosi, i kommando tedeschi at-tuarono un processo di annientamento totale; uno sterminio di vite umane e la totale distruzione degli edifici di Muranòw. L’anno seguente il centro storico della capitale subì la stessa sorte, ma grazie alle vedute settecentesche di Varsavia ritratte da Bernardo Bellotto, nipote di Canaletto, la ricostruzione poté basarsi sul immutabile slogan veneziano del “dov’era com’era”.

Come una fenice che rinasce dalle proprie ceneri, nel aprile del 2013, a distanza di settanta anni esatti dal giorno in cui scoppiò la Rivolta del Ghetto ebraico, è stato inaugurato il Polin Muzeum.

L’edificio sorge sulla piazza che ospita il Memoriale dedicato agli eroi della Rivolta del 1943. Reciprocamente le due architetture contribuiscono a consacrare un nuovo spazio urbano per il quartiere di Muranòw.

Il Polin è considerato un museo unico nel suo genere poiché narra le diverse fasi della cultura ebraica, a partire dal medioevo fino ai giorni nostri, riservando al ricor-do della Shoah solamente un capitolo della narrazione.

Il significato yiddish della parola Polin, “io resto qui” è una esplicita dichiarazione di appartenenza al luogo, l’indissolubile dicotomia tra il luogo e la memoria.

Il Memoriale e l’ingresso principale del Polin Muzeum - Photo by Pawel Paniczko

Una parola marchiata persistentemente sui pannelli di vetro serigrafato che, insieme a delle lastre di rame perforato, compongono la “pelle” dell’edificio; opera dell’artista israeliana Klementyna Jankiewicz.

L’edificio si presenta come un contenitore urbano dalla forma semplice ed elegante, in armonia nel contesto residenziale in cui è inserito. Si tratta di un moderno paral-lelepipedo di vetro privo di qualsiasi retorica formale di facciata che insieme al Me-moriale contribuisce a creare un aura di rispettoso silenzio nell’intorno.

Lo spazio più rappresentativo della architettura è l’atrio di ingresso. Uno spazio ar-chitettonico plasmato mediante una gola scultorea in calcestruzzo che si sviluppa in altezza attraversando i quattro piani fuori terra della costruzione. Questa impo-nente fessura plastica è orientata lungo l’asse est-ovest. L’orientamento della gola permette ai visitatori di volgere lo sguardo lungo due direzioni spazio/temporali: una verso il Memoriale e la città antica con riferimento al passato, l’altra verso il parco e lo sviluppo urbano della città nuova con un chiaro riferimento al futuro. Una passe-rella, collocata al piano terra e sospesa sullo spazio espositivo principale del piano inferiore, diventa l’elemento di connessione delle due realtà spazio/temporali prima citate. La gola si presenta a tutti gli effetti come uno spazio architettonico puro e silenzioso il cui compito è quello di accogliere, sia simbolicamente che fisicamente, il visitatore all’interno dell’edificio.

Il visitatore non può fare non fare a meno di trovare nello scultoreo atrio una cor-rispondenza formale negli scritti dell’Antico Testamento. La particolare forma della gola è stata ispirata dalla leggenda della fuga del popolo ebraico dall’Egitto attraver-so il Mar Rosattraver-so.

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#Architettura

Le complesse geometrie delle pareti che costituiscono la hall sono state realizzate mediante una parete a doppia curvatura con spessore di 60 cm. La doppia curvatura della parete è stata realizzata avvalendosi di un telaio portante in acciaio su quale è stato successivamente spruzzato del calcestruzzo testurizzato. Il design particolare della gola e della copertura ondulata che si connette ad essa ha richiesto l’uso di un software di modellazione sviluppato appositamente da Markus Wikar, collaboratore presso Architects Lahdelma & Mahlamäki Ltd.

La scelta dei progettisti di impiegare del calcestruzzo testurizzato è dettata dalla volontà di dare al materiale le sembianze della pietra naturale. Per questo motivo, grazie alla riflessione della luce, il calcestruzzo tende ad assumere la colorazione ocra della sabbia rendendo confortevole l’ambiente. La ricerca di una continuità cromatica ha coinvolto l’uso del travertino per la pavimentazione.

Le partizioni orizzontali e verticali dell’edificio sono state interamente realizzate in cemento armato gettato in opera.

L’ingresso principale al museo è situato sulla facciata est, rivolto verso il Memoriale, riconoscibile nella forma simbolica del Tau. Sulla facciata ovest un enorme parete vetrata, la più grande mai realizzata in Polonia fino al 2013, conclude l’atrio di in-gresso aprendo la vista sul parco. Il fronte nord e ovest, così come il fronte sud ed est, sono collegati da una grande vetrata angolare dalla

forma triangolare, una scelta che richiama

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#Ambiente

Calcestruzzo:

gli aggregati naturali costano troppo poco?

Andrea Dari - Editore INGENIO

Giuseppe Marchese - Consigliere Delegato e Direttore Generale Calcestruzzi SpA

Con gli aggregati di riciclo si può fare ormai qualsiasi tipo di calcestruzzo.

E allora perchè si utilizzano ancora in quantità così ridotta rispetto ad altri Paesi ? Una prima considerazione che possiamo fare è che gli aggregati di riciclo, per es-sere utilizzati devono eses-sere raccolti, lavorati, selezionati … tutte operazioni che hanno un costo, mentre oggi, anche a causa della crisi, l’inerte naturale si trova sul mercato a prezzi molto bassi.

L’impressione personale è che quindi, malgrado le migliori aziende del settore avrebbero tutte le competenze tecniche e tecnologiche per poter produrre ormai su scala industriale calcestruzzi con materiali da riciclo, si continuino a produrre soprat-tutto calcestruzzi tradizionali. Cosa occorrerebbe quindi fare per una svolta verde ? i C.A.M. sono sufficienti ? si dovrebbero ridurre le concessioni di cava naturali ? si dovrebbe tassare il materiale che va in discarica ?

Per capirne di più su questo argomen-to abbiamo intervistaargomen-to l’ing. Giuseppe Marchese, Consigliere Delegato e

Di-rettore Generale di Calcestruzzi Spa,

del del Gruppo HeidelbergCement.

L’intervista

Andrea Dari: Caro Giuseppe, aziende

come la vostra sarebbero in grado di produrre con continuità ed in modo dif-fuso calcestruzzo con inerti riciclati?

Giuseppe Marchese: Certo.

Calce-struzzi SpA è in grado di produrre con continuità calcestruzzi con aggregati riciclati in diverse aree dove sono pre-senti operatori strutturati per fornire ag-gregati con caratteristiche controllate ed idonei per anche per usi strutturali.

La nostra azienda ha incrementato notevolmente negli ultimi anni la percentuale di materie prime di recupero o di riciclo nei propri prodotti. A partire dall’uso consolida-to di cementi di miscela (soprattutconsolida-to di Tipo III e IV) e di ceneri volanti fino ad arrivare all’utilizzo di aggregati industriali (scorie provenienti dal ciclo dell’acciaio ad arco elettrico) e di aggregati riciclati, sia per prodotti strutturali che per prodotti speciali

da riempimento. E la ricerca del gruppo è costantemente impegnata su questi temi. Nel triennio 2014/2016 sono state utilizzate da Calcestruzzi SpA oltre 22 mila Ton-nellate di aggregati industriali, circa 12.000 TonTon-nellate di aggregati riciclati, oltre 90.000 Ton di ceneri volanti in maniera costante e diffusa.

Andrea Dari: Perché la quota di calcestruzzi riciclati è così bassa?

Giuseppe Marchese: La quota è così bassa perchè l’Italia è molto lontana dagli

standard di eccellenza nel riciclo degli stati del Nord-Europa, basti pensare all’O-landa che riutilizza o ricicla oltre il 90% dei rifiuti da C&D o alla Danimarca dove la media di utilizzo di aggregati di riciclo nel calcestruzzo sfiora il 90%.

L’Italia si attesta su una percentuale di riciclo del 10% in cui prevalgono le microde-molizioni che hanno un contenuto prevalente di macerie indistinte che non permet-tono di produrre aggregati riciclati idonei per la produzione di aggregati strutturali come previsto dalle norme europee ed italiane.

Come incrementare l’uso di aggregati riciclati

Andrea Dari: In che modo si potrebbe incrementare tale produzione?

Giuseppe Marchese: La produzione potrebbe essere incrementata con strumenti

di incentivo normativo e con strumenti di penalizzazione del ricorso alla discarica. L’adozione dei C.A.M. e l’ormai imminente revisione delle Norme Tecniche delle Costruzioni che ampliano il campo di utilizzo degli aggregati riciclati, sono

sicura-mente due strumenti di notevole incentivo ai quali andrebbero affiancati strumenti specifici di incentivo economico alle demolizioni selettive.

L’adozione per le nuove costruzioni degli schemi di sostenibilità quali LEED, BRE-EAM, ITACA per le iniziative di edilizia civile pubbliche e private ed ENVISION per

le grandi infrastrutture, potrebbero nel futuro assicurare un aumento della disponi-bilità di materie prime seconde. Un ruolo importante negli strumenti di incentivo può essere svolto anche dagli enti locali con appositi regolamenti edilizi. Da citare due esempi vrtuosi rappresentati da:

Regolamento Edilizio del Comune di Bologna che prevede degli incrementi sui volu-mi della costruzione se viene previsto l’utilizzo di calcestruzzi con aggregati riciclati; Regolamento Scavi del Comune di Roma che prevede i riempimenti delle trincee di scavo con miscele betonabili a bassa resistenza. Da un punto di vista della penaliz-zazione del ricorso alla discarica è importante citare le regole della Danimarca dove il costo dello smaltimento di una tonnellata di rifiuto da C&D può superare i 50 €.

Andrea Dari: I produttori di calcestruzzo potrebbero diventare centri di raccolta

ter-ritoriali dei rifiuti inerti proprio per la loro capacità tecnica e tecnologica e per la pos-sibilità di un riutilizzo diretto delle frazioni migliori?

Giuseppe Marchese: Allo stato attuale la maggior parte dei siti produttivi di

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#Ambiente

dalla titolarità di un’autorizzazione allo smaltimento dei rifiuti. L’indubbia capacità tecnologica dei produttori di calcestruzzo “avveduti” potrebbe portare a forme di collaborazione con produttori di aggregati di riciclo per selezionare tutti gli scarti di produzione provenienti dagli impianti di betonaggio e restituirli come inerte lavorato (materie prime seconde).

Sostenibilità: cosa fare

Andrea Dari: Cosa altro si potrebbe fare per una riduzione dell’impatto ecologico

nella produzione del calcestruzzo?

Giuseppe Marchese: Per ridurre l’impatto ecologico di qualsiasi impresa, e quindi

anche per le aziende produttrici di calcestruzzo, occorre agire sui tre pilastri fonda-mentali della Sostenibilità: sociale, ambientale ed economico.

Sotto il profilo sociale, sostenibilità vuol dire garantire condizioni di benessere per

le persone. Questo significa garantire salute e sicurezza sul lavoro, formazione e valorizzazione delle competenze, pari opportunità, tutela dei diritti umani e dei sog-getti vulnerabili. Questo non si ferma all’interno dei confini dell’impresa, ma abbrac-cia l’intera catena della fornitura e innesca un circuito

virtuoso che rappresenta un investimento prezioso per il benessere delle comunità locali.

Criteri ambientali minimi per l’edilizia:

i chiarimenti del Minambiente

Matteo Peppucci - INGENIO

Il Ministero dell’ambiente ha pubblicato sul suo sito i chiarimenti – versione del 15 dicembre 2017 - sui Criteri ambientali minimi per l’edilizia adottati con DM 11 ottobre 2017

Le FAQ del Minambiente sui criteri ambientali minimi (CAM) per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici - adottati con decreto ministeriale 11 ottobre

2017 - contengono spunti veramente interessanti. Tra queste, segnaliamo:

Domande generali

D: Nei CAM non si trovano tutte le tipologie di progetto, p.es non sono contemplati i

restauri. Come ci si deve comportare in questi casi?

R: I CAM edifici, quando fanno riferimento a nuovi edifici o ristrutturazioni di primo

e secondo livello o manutenzioni ordinarie e straordinarie, si rifanno alle definizioni del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 e dei decreti interministeriali del 26 giugno 2015, di attuazione della legge 90/2013. Per le altre tipologie di intervento (quale il restauro) non nominate nel testo i CAM non sono obbligatori. Ovviamente si invitano le stazioni appaltanti a tenerli in considerazione per quanto possibile in base al tipo di progetto. D: Alcuni materiali parrebbero non rientrare all’interno di quelli inseriti nei CAM. Se

ad esempio ho progettato una parete ventilata in elementi in cotto, ricado all’interno del punto 2.4.2.2. Laterizi, che invece fa riferimento a “laterizi per murature e solai”? o non tengo conto di alcuna prescrizione? E se la parete ventilata la progetto in ele-menti in gres porcellanato, ricado nel punto 2.4.2.9?

R: Non è stato specificato nel cam (si potrà farlo nelle prossime modifiche al cam),

però come stazione appaltante può prescriverlo al di là dei cam ai sensi dell’art. 68 del codice dei contratti pubblici.

Domande specifiche sui singoli criteri

Criterio 2.3.1 Diagnosi energetica

D: Qual è il professionista accreditato a cui ci si riferisce nella verifica?

R: Per quanto attiene la Diagnosi, le uniche figure specializzate (vedi allegato 2 al

Decreto Legislativo n. 102/2014 e s.m.i.) sono:

• EGE, riferimento norma UNI CEI 11339 e già oggetto di certificazione attraverso organismi accreditati secondo la norma internazionale ISO/IEC 17024;

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#Ambiente

Betocarb

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Omya‘s Mineral Plasticizer

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Il contributo di Omya allo sviluppo del calcestruzzo: - Incremento della lavorabilità e fluidità nel

calcestruzzo e nei prodotti premiscelati cementizi - Contributo ad una minore emissione di CO2 - Miglioramento dell’aspetto superficiale e riduzione

delle microporosità

- Ottimizzazione delle operazioni di getto

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Omya S.p.A. info.it@omya.com +39 02 380831

• ESCo (Energy Service Company), certificate ai sensi della norma UNI CEI 11352:2014.

Criterio 2.4.1.3 Sostanze pericolose

D: Nel criterio è riportato che Nei componenti, parti o materiali usati non

devo-no essere presenti sostanze e miscele classificate ai sensi del Regolamento (CE) n.1272/2008 (CLP): (segue elenco frasi di rischio). Ma le frasi di rischio riportate non sono tutte quelle pericolose previste dal regolamento, come mai?

R: È stata fatta una scelta tra tutte le frasi di rischio riportando solo quelle che si è

ritenuto necessario citare.

Criterio 2.6.1 Capacità tecnica dei progettisti

D: Quali sono i professionisti accreditati ai fini dell’applicazione di questo criterio?

R: Nell’ambito di questo criterio, che riguarda la professionalità dei progettisti, per

“professionista accreditato” s’intende un professionista che ha sostenuto e superato un esame di accreditamento presso Organismi di livello nazionale o internazionale accreditati secondo la norma internazionale ISO/IEC 17024 – “Requisiti generali per gli Organismi che operano nella certificazione del personale” e abilitati al rilascio di una Certificazione energetico-ambientale degli edifici

secondo i più diffusi rating systems (LEED, WELL, BRE-EAM, etc).

#Bim,_Digitalizzazione_e_Stampa_3D

Decreto BIM: pubblicato sul sito del MIT il DM 560,

dal 28 gennaio in vigore

Andrea Dari - Editore INGENIO

Adottato il decreto 1 dicembre 2017, n. 560 che stabilisce le modalità e i tempi di progressiva introduzione dei metodi e degli strumenti elettronici di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture. Il decreto entra in vigore decorsi quindici giorni dalla data di pubblicazione sul sito del Ministero, quindi dal 28 gennaio 2018.

BIM: l’annuncio sul sito del MIT

Sul sito del Ministero è riportato l’an-nuncio atteso dal settore:

“In attuazione dell’articolo 23, comma 13, del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, “Codice dei contratti pub-blici”, Graziano Delrio, Ministro delle In-frastrutture e dei Trasporti ha adottato il decreto n. 560 del 1 dicembre 2017 che definisce le modalità e i tempi di progressiva introduzione, da parte del-le stazioni appaltanti, deldel-le amministra-zioni concedenti e degli operatori eco-nomici, dell’obbligatorietà dei metodi e degli strumenti elettronici specifici, qua-li quelqua-li di modellazione per l’ediqua-lizia e le

infrastrutture, nelle fasi di progettazio-ne, costruzione e gestione delle opere e relative verifiche. Il decreto entra in vigore decorsi quindici giorni dalla data di pubblicazione sul sito del Ministero”. Ovviamente è il Decreto che entra in vigore, non l’obbligo, che parte come sotto dettaglieremo secondo uno sche-ma progressivo dal 1 gennaio 2019. Manca circa un anno.

Il commento dell’Ing. Baratono

A seguito di questa pubblicazione, ab-biamo sentito l’ing. Pietro Baratono,

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#Bim,_Digitalizzazione_e_Stampa_3D

Presidente della Commissione che si è occupata su incarico del Ministro Delrio di pre-disporre il testo del decreto, lavoro che sottolineato è stato svolto a tempo di record: “La digitalizzazione degli appalti pubblici attraverso il DM 560 del 1 dicembre 2017 del Ministro Delrio – attuativo del comma 13 dell’art.23 del Codice dei contratti pub-blici - rappresenta l’occasione per introdurre l’innovazione nel comparto delle Co-struzioni, sia in chiave di crescita con un aumento della produttività del settore sia con un contenimento dei costi di progettazione, costruzione e gestione dell’opera nel suo ciclo di vita.

Un vantaggio per i cittadini, i Professionisti e le Imprese, anche con riguardo alla internazionalizzazione e competitività degli ultimi due, e con una ricaduta positiva in chiave di trasparenza e di contenimento dei fenomeni corruttivi.

Una metamorfosi che interesserà biunivocamente sia il settore Pubblico che quello Privato, che potranno insieme trovare vie di maggiore efficienza.

Per gli Appalti Pubblici la condizione fondamentale dovrà essere tuttavia la qualità e la professionalità delle Stazioni Appaltanti, vera cerniera di questo cambio di pa-radigma.”

Il decreto in pillole

Il decreto, in primis, fissa le date di implementazione del BIM negli appalti: l’obbligo all’utilizzo dei metodi e degli strumenti elettronici di modellazione decorre dal 1° gennaio 2019 per le opere di importo pari o superiore a 100 milioni di euro, e poi via via per importi minori a decorrere dagli anni successivi al 2019 fino alle opere di im-porto inferiore a 1 milione di euro, per le quali il termine decorre dal 1° gennaio 2025. Il provvedimento disciplina inoltre gli adempimenti preliminari delle stazioni appal-tanti, che dovranno adottare un piano di formazione del proprio personale, un piano di acquisizione o di manutenzione di hardware e software di gestione dei processi decisionali e informativi e un atto organizzativo che espliciti il processo di controllo e gestione, i gestori dei dati e la gestione dei conflitti.

È previsto l’utilizzo di piattaforme interoperabili a mezzo di formati aperti non pro-prietari da parte delle stazioni appaltanti ed è definito l’utilizzo dei dati e delle infor-mazioni prodotte e condivise tra tutti i partecipanti al progetto, alla costruzione e alla gestione dell’intervento. Il decreto prevede, già dall’entrata in vigore, l’utilizzo facoltativo dei metodi e degli strumenti elettronici specifici per le nuove opere e per interventi di recupero, riqualificazione o varianti, da parte delle stazioni appaltanti che abbiano ottemperato agli adempimenti preliminari.

Il mancato riferimento alle Norme UNI

Il Decreto non ha alcun riferimento alle recenti norme UNI, una scelta molto criticata (anche da INGENIO). RIportiamo il commento su questo punto del CNI:

“Infine, un’osservazione di tipo tecnico, su punto molto dibattuto in sede di lavori

della Commissione, ovverosia quello “di decidere se esplicitare nel decreto un

riferimento chiaro alla norma UNI 11337, scritta in ambito UNI da una

commis-modello di quanto già presente, per esempio, nelle NTC 2008. A noi il riferimento

sembrava utile, pur se, ovviamente, non cogente, perchè, in ogni caso, chi affronterà il tema del capitolato informativo e, quindi, del progetto, dovrà ne-cessariamente fare riferimento a standard consolidati. L’ufficio legislativo del

Ministero, in nome di una poco comprensibile difesa della concorrenza, ha optato per non mettere alcun riferimento limitandosi a richiamare l’art.68 del Codice.

In ogni caso il lavoro di UNI sarà oggetto anche dei processi formativi di cui

so-pra e costituirà, comunque, il riferimento normativo più agevole per i professionisti

del settore e per le stazioni appaltanti”.

Il commento dell’editore

L’Italia, a tempo di record (riferendosi al lavoro della commissione Baratono), ha introdotto l’obbligo del BUilding Information Modelling negli appalti pubblici.

Si procederà per step:

• per i lavori complessi relativi a opere di importo a base di gara pari o superiore a 100 milioni di euro, a decorrere dal 1° gennaio 2019;

• per i lavori complessi relativi a opere di importo a base di gara pari o superiore a 50 milioni, a decorrere dal 1° gennaio 2020;

• per i lavori complessi relativi a opere di importo a base di gara pari o superiore a 15 milioni di euro a

Riferimenti

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