ISSN 1828-5961
Giampiero MELE
È professore Associato di disegno all’Universitàdegli Studi e-Campus. Ha insegnato nelle facoltà di Architettura e Design di Firenze, Ferrara e Milano. Il suo campo di ricerca riguarda le rela- zioni fra geometria e aritmetica nell’ar- chitettura storica. Altri campi d’inda- gine riguardano il disegno e il rilievo dell’architettura e del design. inclusi.
L’ennagono come strumento per il disegno del Teatro Romano di Lecce
I segni della città romana di Lupiae, l’attuale Lec- ce, sono tanti e fra questi quello degno di mag- giore nota è il Teatro romano. Il monumento, scoperto per caso nel 1929 durante lo scavo per le fondazioni di un’abitazione, si trova a poca di- stanza da un altro emblema della romanità lec- cese: l’anfiteatro. La possibilità di svolgere una campagna di rilevamento utilizzando le recenti tecnologie tridimensionali è stata l’occasione per studiare il modello di rilievo ottenuto.
L’analisi di quest’ultimo palesa una non corri- spondenza con le indicazioni riportate nel “De Architectura” di Vitruvio e mostra un particolare utilizzo dell’ennagono come strumento per l’ide- azione del disegno della sua icnografia.
Questo studio mira a confrontare l’ipotesi otte- nuta dall’analisi metrologica del rilievo con i pre- cetti riportati nel trattato vitruviano per mettere in evidenza similitudini e differenze fra teoria e pratica.
Giorgia MANIGLIO
Laureata in Scienze dell’architettura al Politecnico di Milano. Collabora con vari studi di architettura occupandosi di progettazione architettonica e urbana.
I suoi interessi principali si rivolgono alle discipline della rappresentazione e in particolare alle operazioni di rile- vamento, restituzione dei monumenti e all’analisi geometrica del rilievo.
The signs of the Roman city of Lupiae, current Lecce, are many and among them the most no- teworthy is the Roman Theatre. The monument has been accidentally discovered during the exca- vations for the foundations of a house in 1929 and it is located short distance from another landmark of the Roman Lecce: the amphithe- atre. The chance of utilizing a the latest three- dimensional technology for the detection of the ruins was an opportunity to study the model of the survey obtained.
The analysis of the latter reveals a mismatch with the instructions in “De Architectura” by Vitruvius and shows a particular use of the nonagon for the design of its iconography.
This study aims to compare the hypothesis obtai- ned from the analysis of the metrological survey with the rules explained in the work of Vitruvio to underline similarities and differences between theory and practice.
The nonagon as a tool for the drawing of the Roman Theatre of Lecce
Parole chiave: analisi, metrologia, geometria, rlievo, disegno
Keywords: analysis, metrology, geometry, survey,
reuse, drawing
ISSN 1828-5961 L’ennagono come strumento per il disegno del Teatro Romano di Lecce
INTRODUZIONE
La ricchezza posseduta dal nostro paese nel campo dei beni culturali è notevole. Esiste una moltitudine di beni culturali che meritano di essere conosciuti, valorizzati e conservati al meglio perché rappresen- tano una delle straordinarie eredità che il passato ci ha trasmesso. I monumenti sono opere di grande valore storico artistico, lo dimostra il significato eti- mologico del temine
1che attribuisce a questa paro- la il senso di atto o mezzo per far sapere o ricordare.
Il monumentum è una testimonianza utile a tra- smettere la memoria della civiltà e della cultu- ra che lo ha prodotto, ovvero trasferire cono- scenza. Se si considera quest’ultima come la produzione di una trasformazione continua dell’im- magine della scienza dalla quale siamo dominati, si capisce come sia sempre in continuo cambiamento.
Nuovi studi portano ad ulteriori scoperte e di conseguenza ad una rivalutazione dei risulta- ti scientifici definitivi riportati nella manualistica.
Per valorizzare il patrimonio monumentale è necessa- rio studiarlo con l’obiettivo di svelare quella conoscen- za inattesa che consente, attraverso il confronto con la regola, di incrementare il livello di consapevolezza delle difformità ed avere un’immagine più cosciente del va- lore culturale di un determinato bene. Per questo, i te- atri antichi rappresentano una delle eredità più straor- dinarie che le civiltà del passato ci hanno tramandato.
La loro diffusione capillare è la testimonianza tan- gibile della romanità che essi rappresentano.
Nonostante le innumerevoli ricerche pluridiscipli-
nari è ancora necessario approfondire il livello di conoscenza relativo al campo del disegno. Il pro- fondo interesse che, ancora oggi, suscita questo tipo architettonico nasce dalla necessità di indivi- duare strumenti e metodi per la loro sostenibilità.
L’obiettivo di questo lavoro non è stato solo quello di documentare il Teatro romano di Lec- ce producendo un modello di rilievo puntuale e dettagliato ma anche quello di analizzarlo per indivi- duare attraverso, la misura storica, un disegno che lega numeri e geometria
2e svela un tipo di conoscen- za che sostanzia la cultura storica che lo ha prodotto.
Lo studio mira, inoltre, a confrontare l’ipotesi otte- nuta dall’analisi metrologica del rilievo con i precetti riportati nel trattato vitruviano per mettere in evi- denza similitudini e differenze fra teoria e pratica.
La cITTà ROmaNa DI LUpIaE E IL sUO TEaTRO
(g. maNIgLIO)