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Habitat del coralligeno

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Academic year: 2022

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Habitat del coralligeno

Profondità: 20 – 200m Temperatura: 13-26°C Substrato: detrito

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Sotto i 25 metri la luce comincia a diminuire, ma il mare continua a mantenere i suoi colori: siamo nel regno del coralligeno. Si tratta di un ambiente molto diffuso, formato da organismi che vengono definiti ‘costruttori’, perché sono in grado di costruire colonie di carbonato di calcio (calcare).

I coralli sono i più noti esponenti di questa categoria, mentre meno note, ma ugualmente diffuse, sono le alghe calcaree coralline, e spugne e briozoi (piccolissimi animali coloniali) condividono questo peculiare tipo di fondo marino. Molte specie animali cercano dimora o riparo nel

coralligeno: dai più piccoli granchi e molluschi a squali di medie dimensioni, tutti rendono omaggio al regno del corallo. Il coralligeno fu chiamato così nel XIX secolo correlando la sua presenza al corallo rosso, che invece di fatto è decisamente atipico in questo ambiente.

Varietà ed estensione

In molte zone del Mediterraneo il coralligeno assume dimensioni imponenti, e modifica in maniera importante il panorama del fondo; questo tipo di ambiente può estendersi fino a 300 metri di profondità, ed è caratterizzato da una biodiversità molto elevata, a cominciare proprio dagli organismi costruttori. Inoltre, studi recenti hanno dimostrato che anche il panorama sonoro è speciale: i suoni del coralligeno sono peculiari e ristretti solo a questo tipo di ambiente, che può essere quindi riconosciuto da ciò che gli studiosi chiamano soundscape: il paesaggio sonoro.

Costruttori e distruttori

Coralli madreporici, gorgonie e alghe sono, come dicevamo, i protagonisti di questo ambiente; dove la luce svanisce, però, le alghe non possono vivere, e gli animali regnano incontrastati.

Tra le gorgonie e le madrepore, molti altri organismi compattano il substrato e approfittano di queste biocostruzioni, mentre animali specializzati nel predare i coralli sono capaci di disfare ciò che è stato costruito – cercando nel contempo di non finire preda di cacciatori più grandi.

Conosciamo i nostri ospiti!

Le imponenti colonie di Leptogorgia sarmentosa, una gorgonia dai polipi bianchi, si innalzano verso l’alto. Sulle pareti rocciose trovano posto le Halocynthia papillosa, note come patate di mare, che aspirano e filtrano l’acqua per nutrirsi: si tratta di ascidie, organismi imparentati con i

vertebrati, che da giovani nuotano liberi e poi si fissano sul fondo da adulti. Sui rami delle gorgonie si possono vedere i gigli di mare (Antedon mediterranea) dalle braccia piumose, che all’occorrenza possono staccarsi e nuotare verso un’altra zona dove raccogliere particelle di cibo dall’acqua; sono echinodermi, come i ricci e le stelle di mare.

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I pesci che nuotano in gruppo tra le rocce e le gorgonie, dai colori nelle tonalità del rosso e

dell’arancione, sono le castagnole rosse (Anthias anthias). Le loro pinne pettorali sono lunghe, nei maschi più che nelle femmine, e spesso presentano all’estremità una macchia gialla. Le castagnole rosse sono predatori efficaci di invertebrati e piccoli pesci.

Racconti dalle onde

Anche nelle profondità del mare esistono i conflitti: lo spazio è una risorsa vitale, e le migliori posizioni rispetto alle correnti sono fondamentali per la crescita delle colonie coralline. In genere chi arriva prima approfitta delle condizioni migliori, ma un ottimo posto per filtrare può essere presto insidiato da altri pretendenti.

Questo vale anche per i coralli: Savalia savalia, il falso corallo nero, per esempio, attacca colonie di gorgonie o coralli vicini, prima necrotizzando la zona di contatto (in genere pochi millimetri), e poi rivestendo con la propria colonia l’organismo attaccato, ricalcandone la forma; in questo modo il falso corallo nero può crescere su colonie di altri coralli e gorgonacei.

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